Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2821 del 20 giugno 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2821/XIV - Interpellanza: "Modalità attuative degli standard relativi all'assistenza ospedaliera in Valle d'Aosta".

Rosset (Presidente) - Punto n. 26 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, chiede la parola la collega Rini, ne ha facoltà.

Rini (UV) - Vorrei oggi portare all'attenzione di quest'aula un tema che può sembrare forse superficiale, invece credo sia un tema di fondamentale importanza per l'ospedale regionale, che è quello proprio degli accordi interregionali: mi riferisco soprattutto agli accordi con il vicino Piemonte. Già con una delibera (la n. 107/2016) si è andati a disciplinare in maniera puntuale, in maniera compiuta quali fossero le motivazioni alla base dell'importanza strategica proprio di tali accordi, soprattutto visto anche il momento storico che stiamo attraversando: l'importanza sia per quanto previsto dal programma nazionale esiti di AGENAS, ma anche - e oserei dire soprattutto - per mantenere il maggior numero di attività specialistiche presso proprio il nostro presidio ospedaliero. Questo ovviamente pare superficiale forse ricordarlo, ma diventa un requisito fondamentale per anche riuscire ad attrarre specialisti e mantenere soprattutto alto il livello qualitativo della nostra offerta, l'offerta del nosocomio valdostano, con le ovvie ed evidenti ripercussioni poi su tutta la popolazione e su tutto lo strato sociale regionale. L'obiettivo prioritario è quello che il nostro ospedale mantenga le caratteristiche del cosiddetto...credo che in gergo si dica hub, un po' come succede per gli aeroporti, dove ormai si tende a trovare delle uniche strutture centrali che fungano un po' da catalizzatore anche per gli altri ospedali adiacenti. Questo cosa ci consentirebbe? Innanzitutto di ridurre quel cosiddetto "delta negativo" tra la mobilità attiva e la mobilità passiva avendo cura di inserire in questi accordi interregionali discipline nelle quali il Piemonte è carente. Qua mi preme fare un piccolo inciso: non possiamo non farci carico anche della situazione dell'Alto Canavese. Credo sia sotto gli occhi di tutti come sia cambiata la situazione sanitaria dell'Alto Canavese, con un ospedale prima di Ivrea con una struttura di un certo tipo, che poi negli anni è andata sicuramente a calare di livello e abbiamo oggi la situazione, che prima peraltro è stato anche ricordata su un'altra interpellanza, non ricordo più se del collega Ferrero...lei, Assessore Bertschy, ha ricordato come sarebbe fondamentale andare a potenziare e a captare l'utenza dell'Alto Canavese. Allora si faceva riferimento alla sede della Bassa Valle, ma ovviamente ci deve essere un accordo quadro più ampio che vada a disciplinare la situazione nel suo complesso a livello regionale.

Vorrei ricordare che in passato tante volte, forse dovremmo dire troppe, sono stati portati avanti dei passi importanti per arrivare alla conclusione finalmente di questi accordi interregionali, che mai come in questo momento diventano strategici e funzionali ad uno sviluppo e al mantenimento dell'eccellenza proprio del nostro ospedale regionale. Dicevo nel passato prossimo, ma soprattutto meno prossimo, dei passi importanti erano stati fatti. Si era arrivati ad un passo dalla conclusione di questi contratti, io sinceramente non vorrei neanche oggi piangere sul latte versato, anche se forse sarebbe interessante andare a capire come mai poi non si è arrivati alla conclusione di tali accordi, il risultato è che ad oggi ancora niente si è concretizzato.

Credo siano state particolarmente importanti le parole che Saitta ha pronunciato a Cogne durante il Convegno sulla medicina di montagna, organizzato qualche giorno fa, dove ha espressamente dichiarato l'interesse, che peraltro credo avesse già manifestato anche in passato, della Regione Piemonte ad andare in questa direzione di stretta collaborazione con l'ospedale regionale valdostano, che quindi manterrebbe quelle caratteristiche di hub, e quindi di grande attrattività anche per i professionisti che ci lavorano. Con questa dichiarazione che ha fatto pubblicamente, peraltro alla sua presenza, Assessore, credo che abbia un po' fatto cadere anche quelle che forse erano state portate avanti come delle motivazioni di scarso interesse da parte del Piemonte. Oggi quindi dicevo - non voglio fare la caccia alle streghe del passato, guardiamo all'oggi - che siamo in questa situazione con una Regione Piemonte che ha detto e ha espressamente manifestato il suo interesse nell'andare in questa direzione, una Regione Valle d'Aosta che con una delibera del 2016 già aveva concretizzato tale necessità. Io quindi le chiedo, Assessore, come e in che tempi pensate di concretizzare questo passaggio, che per noi è un passaggio fondamentale per garantire e mantenere i livelli eccellenti in Valle d'Aosta, ma, come dicevo prima, considerando la mobilità sia attiva che passiva, quindi anche offrire sempre un servizio di eccellenza per gli utenti anche valdostani, che potrebbero quindi usufruire di questo accordo bilaterale tra i due nosocomi.

Presidente - Per la risposta, chiede la parola l'Assessore Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Direi che è un'interpellanza pertinente nel momento che stiamo vivendo di riconfigurazione del nostro modello sanitario. Direi che è necessario guardare avanti, anche perché tante scelte potrebbero essere discusse rispetto ad una situazione diversa a livello economico, finanziario, ma anche a livello organizzativo dell'azienda. Il futuro quindi è quello che dobbiamo prospettare per risalire la china delle difficoltà che stiamo vivendo, per continuare nel percorso che è iniziato dall'anno scorso, quando sono state ristabilite quanto meno le risorse del prossimo triennio finanziario, e un'interpellanza come questa si pone nel giusto confine per lavorare per il futuro. Nel ricordare il decreto Balduzzi è giusto ricordare anche che era stato inserito un articolo molto importante: l'articolo 3, che ci aveva permesso di elaborare in quel momento un'organizzazione del nostro ospedale che possiamo definire di un livello avanzato proprio in merito all'applicazione di quell'articolo, che ci ha permesso di fare scelte non semplicemente rapportate agli ambiti di bacino, di utenza e tutto quello che ne derivava. Certo è che è stata una scelta di partenza. Se vogliamo immaginare di crescere, di attirare, nel limite del possibile, un'utenza nuova, di attirare anche specialisti che possano, in termini anche di esercizio della propria professione, lavorare su un bacino che il nostro semplice territorio non può esprimere, gli accordi di confine sono uno strumento di crescita della nostra sanità che va fatto con la giusta attenzione. Il fatto che l'Assessore Saitta si sia espresso in questi termini ci pone in una posizione politica, a mio avviso, migliore.

Non siamo noi a correre dietro agli altri, ma siamo anche in una dignità politica dei due territori a rappresentare le nostre necessità, che sono anche la necessità del vicino Piemonte, soprattutto dell'Alto Canavese. In questo senso questa mattina ricordavamo l'importanza che potrà avere - lo ricordiamo sempre per il problema degli anestesisti - il poliambulatorio di Donnas se sapremo lavorare ad un'organizzazione sul territorio e anche a un presidio di quel poliambulatorio migliore ancora di quello attuale, potrebbe essere il punto dove raccogliere e garantire dei servizi, raccogliere un'utenza poi da poter portare, attraverso gli accordi di confine, al nostro ospedale per l'attività chirurgica, l'attività di cura. In questo senso quindi il lavoro da fare è un lavoro che è iniziato con chi mi ha preceduto, la delibera è quella del 29 gennaio 2016, i contatti che sono stati assunti dall'Assessore Laurent Viérin con l'Assessore Saitta prima e con il Direttore generale Fulvio Moirano, oggi sostituito dal dottor Renato Botti e da un nuovo Assessore qui in Valle d'Aosta, sono stati oggetto di nuove discussioni e a fine aprile 2017 si è svolto un primo incontro con la dirigenza per riporre le basi per un accordo, che poi andrà valutato in termini politici dagli organi del Consiglio e dall'azienda soprattutto. L'importante oggi è avere in azienda ristabilito una Direzione generale che farà le sue scelte, in modo che si abbia, oltre all'attività dell'Assessorato, una puntuale attenzione da parte dell'azienda su questi accordi. Gli ambiti specifici di pertinenza dell'accordo che sono stati immaginati per ora sono il sistema di emergenza/urgenza, dov'è chiaro che l'attività delle aree geografiche Piemonte e Valle d'Aosta possono vedere un buon punto d'incontro per costruire percorsi assistenziali che potrebbero, anche se ben realizzati, portare a DEA di secondo livello rispetto a quest'area, comunque si vuole lavorare sull'emergenza cardiologica, sulla gestione dell'ictus e sulla gestione dei traumi. L'alta specializzazione è oggetto di attenzione nella valutazione di questi accordi, in particolare, sull'alta specializzazione sappiamo quanto incide la concentrazione della casistica e i bacini di utenza. In questo senso quindi noi e il Piemonte, attraverso le capacità che ci sono, possiamo garantire l'utenza necessaria per valorizzare le rispettive specializzazioni che abbiamo nei due nosocomi e si parla di cardiochirurgia, di neurochirurgia, di chirurgia pediatrica, di chirurgia toracica e di chirurgia bariatrica, poi è esistente la rete oncologica Piemonte-Valle d'Aosta. In questo senso la Valle è il centro di riferimento anche per patologie oncologiche toracico-polmonari, della tiroide, urologiche, della mammella e del colon retto e dello stomaco.

Diciamo che a livello procedurale quello che vorremmo fare è riconvocare nei prossimi mesi, ora che sono ristabiliti anche i vertici dell'azienda, tavoli tematici e fare in modo che ci sia la possibilità nel più breve tempo possibile di portare una bozza di accordo alla valutazione della Giunta, della V Commissione e del Consiglio tutto. Si sta lavorando quindi in questa direzione, si sta lavorando per far crescere il nostro modello sanitario per permettere una valutazione in futuro anche di una modalità diversa da quella che fino ad oggi ci ha visti all'interno del nostro territorio cercare di resistere, ma sappiamo che non è una sfida che si può vincere solamente in questo senso.

Presidente - Per la replica, chiede la parola la collega Rini, ne ha facoltà.

Rini (UV) - Sono decisamente rincuorata dalle sue parole, anche perché ricordo che con una delibera del 2017, la delibera che andava a specificare gli obiettivi di mandato che la Regione ha assegnato all'Azienda USL, si faceva espressamente riferimento alle cosiddette "realizzazioni delle reti": delle reti dell'ictus, delle emergenze cardiologiche, del trauma maggiore della neonatologia, reti che, capiamo bene, per essere efficaci ed efficienti, devono passare forzatamente da un accordo con il vicino Piemonte. Dicevo, sono rincuorata e mi ritrovo nelle sue parole, in quasi tutte le sue parole. Non mi ritrovo quando lei mi dice che sul passato - le ho detto io in premessa che non intendevo andare a sviscerare il passato - non c'erano condizioni diverse o, meglio, c'erano condizioni diverse, ma non su questa tematica. Gli accordi e le collaborazioni con le Regioni limitrofe erano, sono e rimarranno una priorità e avranno sempre una funzione strategica. Io sono contenta che l'allora Assessore Viérin, e lei in questo momento, abbiate ripreso in mano la questione. Io chiedo davvero che si proceda però questa volta senza indugi e andando verso l'obiettivo. Come ha ricordato lei, è importante che il suo collega, l'Assessore Saitta del Piemonte, abbia ancora una volta espresso - credo che l'avesse già fatto in passato - tutta la volontà della Regione Piemonte di aderire a questo accordo, anche perché il beneficio è evidentemente bilaterale, perché la mobilità attiva e passiva ne giova e da una parte e dall'altra, quindi diventa davvero per noi strategico.

Io concludo dicendole che le sue parole mi rincuorano, ma mi hanno insegnato che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, quindi le garantisco, collega, che avremo e manterremo alta l'attenzione su questa tematica. Le chiedo sin d'ora anche una disponibilità a poter trattare la tematica in V Commissione, dove magari anche delle audizioni, un percorso di approfondimento potrà dare una mano anche a portare avanti in tempi possibilmente più snelli...davvero un iter che sia davvero snello e rapido proprio perché capiamo che mai come in questo momento diventa fondamentale e urgente arrivare alla conclusione e alla stipula di questi accordi.