Oggetto del Consiglio n. 2799 del 20 giugno 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2799/XIV - Interrogazione: "Adozione di provvedimenti per la limitazione dei fenomeni di proliferazione dei cinghiali e di diffusione della processionaria del pino".
Rosset (Presidente) - Punto n. 4 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola l'Assessore Viérin per la risposta; ne ha facoltà.
Viérin (UVP) - Ringrazio il collega Ferrero, perché solleva due problematiche - un po' come quelle di AGEA - che abbiamo sentito in tutte le salse, in quest'aula, in questi anni. Vengono segnalate non solo da diversi colleghi, ma anche dal mondo agricolo, dalla comunità in generale: quella della fauna selvatica - in particolar modo dei cinghiali - e quella della processionaria del pino.
Separando giustamente gli argomenti, per quanto riguarda i danni della fauna selvatica, i terreni dei nostri agricoltori ormai sono diventati meta - con conseguenti danni - di qualsiasi tipo di animale selvatico: in particolare i cinghiali, ma anche i cervi in una certa parte della Valle d'Aosta, e non solo animali selvatici; basti pensare alla Plaine di Aosta in cui la problematica dei cani non è indifferente.
Cosa viene fatto per sbloccare questa situazione? Perché in effetti lo stallo c'è. Intanto l'idea è stata quella di rafforzare le azioni. Rispetto al cinghiale, peraltro previsto come massimo contenimento nel Piano faunistico regionale - quindi è una delle azioni già contemplate dalla cornice - d'intesa con le associazioni, con il Corpo forestale e con il Comitato caccia abbiamo previsto un piano straordinario di controllo che è già partito e arriva fino alla stagione venatoria. Abbiamo due modalità di prelievo: quella del piano di controllo, che in questo caso è un piano straordinario, e poi il calendario venatorio, che andrà in approvazione nelle prossime settimane in Giunta - è stato approvato dalla Consulta faunistica - ed è l'altro strumento per riuscire ad intervenire puntualmente. Facendo sopralluoghi in tutte le stazioni forestali sono emerse queste esigenze, al di là delle categorie, e anche l'esigenza di avere, al di là del centro di Arnad, un ulteriore centro per raccogliere gli animali. Una delle problematiche che frena questi piani, che non sono svolti solo dalla Forestale ma spesso d'intesa con i cacciatori, è che comunque diventa spesso complesso spostare gli animali. Stiamo quindi lavorando anche per sollecitare alcune aziende che abbiamo già individuato - una in particolare attraverso l'AREV - che andranno nell'ottica di aprire almeno un altro centro in Alta Valle, per avere così il piano straordinario accompagnato anche da una possibilità di essere effettivamente funzionale nella sua azione. Parallelamente, per quanto riguarda la stagione venatoria, le modifiche che abbiamo concordato - modifiche che dovranno ancora essere approvate da ISPRA - vanno anche, soprattutto per quanto riguarda il cervo, e non solo, nella direzione di migliorie operative per poter intervenire. Basti pensare che, per esempio sul cervo, la percentuale di prelievo nel calendario venatorio è del 76 percento: dieci punti inferiori rispetto agli altri ungulati; una previsione che abbiamo individuato consiste nell'eliminare le classi, perché per il cacciatore individuare la classe di età era uno degli elementi frenanti. Questo per dire che ci sono anche modalità operative che, a detta degli esperti, principalmente i tecnici faunistici, andranno a migliorare. Questo è sicuro: i numeri sono monitorati in modo da avere alla fine dell'anno dati reali sui quali ragionare a fronte della popolazione censita per abbattere questo numero che negli anni si è manifestato.
Per quanto riguarda la processionaria, vale un po' il medesimo discorso: ci si trova costretti ad intensificare. Qui l'ulteriore considerazione è che l'aver disinvestito negli anni sul nostro territorio - pensiamo ai cantieri forestali, piuttosto che alle altre squadre deputate al mantenimento del territorio inteso come risorsa boschiva - è uno degli elementi che ci ha portati comunque a questa cosa. Al di là di questo, il piano messo in atto prevede: corsi di formazione per il monitoraggio delle pinete regionali; monitoraggio dei danni da defogliazione; monitoraggio delle aree verdi di pubblica utilità; monitoraggio delle fasce di rispetto delle pinete che interessano i centri abitati; posa e controllo delle trappole a ferormoni per la lotta e confusione sessuale; trattamenti delle pinete con prodotti microbiologici; trattamenti delle pinete con endoterapia; monitoraggio degli attacchi di processionaria del pino; interventi balistici per la distruzione dei nidi lungo i sentieri; interventi di lotta meccanica da terra e con la piattaforma aerea; interventi silvicolturali di rimboschimenti di pino nero; preparazione di postime per eseguire il rinfoltimento nei rimboschimenti di pino nero; incontri con la popolazione (che in parte sono già stati effettuati). In relazione ai rilievi, emerge una diminuzione dell'intensità da danno ma un aumento delle superfici interessate, quindi questo è un dato da rilevare.
Noi abbiamo predisposto un piano integrativo che porteremo all'approvazione della Giunta e che, al di là delle azioni citate, prevedrà delle novità. La lotta meccanica ai prenidi nel periodo agosto-ottobre (adesso): si tratta di un metodo di lotta sperimentale che viene adottato per la prima volta sul territorio regionale, al fine di valutarne non solo l'efficacia - tra l'altro è già stata valutata - ma l'impatto. La raccolta meccanica dei nidi invernali nel periodo dicembre-febbraio: è quella che poi si evita l'anno successivo nelle pinete caratterizzate da un attacco di forte intensità su una superficie di 215 ettari. Questo è già stato perimetrato, il lavoro è stato quindi di perimetrazione. Si provvederà, però questo solo in ultima battuta, qualora necessario, a realizzare delle fasce di rispetto - perché occorre pensare anche a questo - attorno ai centri abitati o ai fabbricati ad uso civile e agricolo, dove nel giro di trenta-cinquanta metri ci possono essere state delle problematiche. Questa è però l'ultima parte del piano, prima sono previste le prime due parti.
Lo stanziamento di risorse per la realizzazione delle nuove misure di intervento ammonta a 307 mila euro, quindi l'aumento della dotazione finanziaria nel 2017 è di 130.265,32 euro, attraverso aggiustamenti interni.
Per quanto riguarda invece la fauna selvatica in generale - anche questo l'abbiamo concordato con le associazioni - stiamo lavorando sempre sui bandi PSR di cui si parlava, visto che queste sono risorse che arrivano nella stragrande maggioranza dall'Europa, risorse che, con misure adeguate, devono essere utilizzate in modo intelligente e consono alle problematiche del territorio. Stiamo lavorando anche a degli aiuti sul PSR per le aziende, per gli allevatori principalmente che possano prevedere delle misure di prevenzione.
Il piano, da un lato, e le misure di prevenzione dall'altro, sono le azioni che noi pensiamo di mettere in campo e che già si stanno portando avanti per risolvere questa problematica che in effetti esiste.
Dalle ore 9:42 assume la presidenza il Vicepresidente Fosson.
Fosson (Président) - La parole au Conseiller Ferrero pour la réplique.
Ferrero (M5S) - Nonostante le assicurazioni dell'Assessore Viérin, io non ho ancora ben capito se era meglio l'Assessore Testolin o lo stesso Assessore Viérin, perché questa diatriba non è stata ancora risolta. Vedo però nel metodo di approccio ai problemi sostanzialmente una continuità, nel senso che rispetto ai provvedimenti effettivi e concreti c'è questo approccio che è un po' di monitoraggio: guardiamo, esaminiamo, calcoliamo. Per carità, se devo affrontare un fenomeno devo monitorare, però ormai qui sono quattro o cinque anni che si continua a monitorare! Basterebbe fare un giro tra gli agricoltori - e io penso che voi lo facciate - per rendersi conto che la questione cinghiali è decisamente peggiorata, come anche la questione della processionaria. Ci vuole ancora un monitoraggio?
Centotrentamila euro in più: 130 mila in più sono i danni che un gruppo di cinghiali può arrecare a due alpeggi che devono essere rimessi in sesto. Noi abbiamo visto con i nostri occhi delle realtà nella vallata di Champorcher e ci sembrano veramente pochi. Io scorgo purtroppo in queste parole troppa continuità con il passato. Ci sono -l'avevamo già fatto presente anche in passato - dei metodi di lotta a questi fenomeni, metodi moderni, che prevedono anche la posizione di recinti e l'individuazione di specifici capi da abbattere per quanto riguarda i cinghiali in base al sesso, perché abbattendo un cinghiale qualunque si rischia di creare nel branco una specie di disequilibrio che moltiplica i danni fatti dai cinghiali.
Se è possibile, io consiglierei qualche approfondimento con gli esperti in materia, soprattutto di fuori Valle, perché noi siamo relativamente giovani per quanto riguarda l'affrontare questi fenomeni. Noi avevamo interpellato a suo tempo degli esperti toscani che si misurano con queste realtà da anni e che suggeriscono tutta una serie di strategie. Pertanto io continuerò a chiamare questa "Giunta del cambiamento" così, fin quando non si vedrà il cambiamento. Il cambiamento dovrebbe consistere in progetti concreti, in un qualcosa che si veda e che si tocchi, con degli stanziamenti adeguati, non con 130 mila euro in più; per carità, si apprezza lo sforzo, però sono decisamente insufficienti.
Sinceramente la risposta mi lascia sostanzialmente insoddisfatto.
Dalle ore 9:47 riassume la presidenza il Presidente Rosset.