Oggetto del Consiglio n. 2781 del 6 giugno 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2781/XIV - Interpellanza: "Creazione di un servizio di odontoiatria a favore di persone con disabilità psicofisica".
Rosset (Presidente) - Come concordato, il punto n. 12 viene discusso con il punto n. 15, quindi punto n. 13 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, chiede la parola il collega Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Ho preso l'abitudine di presentare una o più iniziative in ogni Consiglio con l'obiettivo di sollecitare la presa in carico di problematiche avvertite da alcune specifiche categorie di persone, con la prospettiva certamente di trovare delle soluzioni, di stimolare azioni concrete, ma anche con l'idea di sollecitare una maggiore attenzione da parte della politica, quindi della comunità che noi rappresentiamo, verso i più deboli: verso coloro che spesso per condizione personale, fisica, sociale devono purtroppo vivere la propria condizione di malattia, di disabilità o anche solo il proprio essere "diversi" con fatica maggiore rispetto a chi è considerato "normale". Abbiamo parlato, ad esempio, dei problemi della fornitura dell'ossigeno, il servizio di ossigenoterapia in Valle d'Aosta, del supporto alle famiglie dei malati di leucemia o le famiglie che subiscono il cosiddetto "lutto prenatale" e "perinatale". Abbiamo discusso proprio durante lo scorso Consiglio dei problemi di persone affette da malattie tipo il diabete, che devono fare la visita della patente con tempi di attesa incredibili. Ho portato all'attenzione di quest'aula fatti riguardanti comportamenti deprecabili nei confronti di persone provenienti da altri Paesi, nostri ospiti, nostri concittadini. Abbiamo cercato fino ad ora di sollevare, in un'ottica spero costruttiva, problematiche specifiche di singole categorie, ma che una società che si dice civile deve saper affrontare almeno con lo stesso impegno di quelle più diffuse. Le società considerate evolute sono anche quelle che sanno stare vicine prima di tutto ai cittadini più bisognosi di cura e di attenzione, ai più fragili. Chi dimentica queste categorie, chi trascura in ossequio ad altre priorità fa il danno degli interessati e delle loro famiglie, ma soprattutto mette in discussione le basi costitutive del modello di società moderna, che è un modello di società solidale e universale.
Assessore, tra l'altro, ne approfitto per anticiparle che nel prossimo Consiglio chiederò conto del perché l'USL ha tolto le prestazioni di agopuntura per i malati oncologici, una pratica che sicuramente non guarisce dalla malattia, ma che allevia in modo efficace gli effetti collaterali della chemioterapia e della radioterapia. Una prestazione che magari sembra un "di più" a noi che siamo in salute, ma che ha dimostrato che la nostra sanità sa, anzi, ha saputo fino ad ora affrontare non solo la cura della malattia, ma anche gli effetti secondari, spesso dolorosi e devastanti, delle cure della terapia. In buona sostanza, che fino ad ora ha saputo farsi parte delle sofferenze e del disagio dei propri malati. Era solo per anticipare una questione che richiede tatto e che, come al solito, viene affrontata dai mega dirigenti dell'USL come una cosa di normale amministrazione, di scarsa importanza, trascurabile se raffrontata alla cura della patologia, le mille priorità della nostra sanità, scusa sempre in auge quando si tagliano servizi.
Per tornare all'iniziativa, vogliamo qui affrontare il problema dell'assistenza odontoiatrica a favore delle persone disabili, in particolar modo di quelle poco o per nulla collaborative. Se il problema non mi fosse stato evidenziato da un parente di una di queste persone sfortunate, non mi sarebbe mai venuta in mente la necessità di applicare protocolli e metodiche differenziate per questo tipo di pazienti. Mi spiegava il genitore di una persona affetta da una disabilità gravissima, non solo fisica ma anche psichica, che sua figlia deve essere sottoposta ad anestesia generale anche solo per un'otturazione o per una seduta di igiene dentale, in quanto totalmente incapace di seguire ogni tipo di istruzione da parte dell'odontoiatra e soprattutto totalmente incapace di stare ferma. Sembra una banalità. Quando andiamo dal dentista, ci chiede di aprire la bocca, di posizionare la lingua in un modo o nell'altro, di fare dei gesti e dei movimenti che facilitino nelle sue operazioni di cura e di prevenzione, ma per una persona non in grado di intendere e di volere, o incapace di stare ferma in una determinata posizione queste semplici operazioni diventano un'impresa a volte impossibile. Pensiamo anche a un anziano malato di Alzheimer, o a un paziente affetto da patologie che lo fanno muovere in modo scoordinato e incontrollato: mi viene in mente il morbo di Parkinson, ma non so se è appropriato come riferimento. Pensiamo ad un bambino autistico e pensiamo alla difficoltà insormontabile di operare con le consuete tecniche adottate per una persona cosiddetta "normale".
È per questo motivo che ho imparato, non ne sapevo niente, che esiste una branca dell'odontoiatria che si occupa proprio di queste persone, che sono - quello di prima è un piccolo elenco - molte di più di quelle che immaginiamo, colleghi. Una branca - dicevo - che prende il nome di odontoiatria speciale. Ho fatto un po' di ricerca su internet e i centri che operano su pazienti di questo genere sono relativamente pochi, esistono perlopiù nelle regioni del Nord e del Centro, con qualche eccellenza nel Sud e spesso esistono, colleghi, se dietro ci sono persone sensibili e autorevoli, bisogna essere convincenti con la propria organizzazione per attivare un servizio del genere, se dietro ci sono professionisti che decidono di mettersi in gioco dedicando al problema buona parte del loro tempo e delle loro energie, ma soprattutto organizzazioni sanitarie - e qui viene l'obiettivo dell'interpellanza - che decidono di investire nel settore risorse umane ed economiche e soprattutto che sappiano gestire le proprie professionalità interne secondo una vera e propria azione coordinata. Si tratta di attività che richiedono sensibilità individuale, certo, ma anche un lavoro multidisciplinare condiviso, che sappia far operare insieme diversi professionisti: l'anestesista, il geriatra, il pediatra, lo psicologo, l'odontostomatologo, il gastroenterologo, l'igienista dentale. Teniamo conto che questa categoria di pazienti, che spesso non sono neppure in grado di comunicare le proprie sensazioni, i propri bisogni, i propri disagi, il dolore che provano, presenta delle problematiche acuite rispetto a chi è autosufficiente. Leggevo che sono molte di più in queste persone le patologie connesse alla scarsa igiene orale, le parodontiti, ad esempio, o le patologie del cavo orale che, se non affrontate correttamente e adeguatamente, costringono all'uso più massiccio - e forse più comodo da parte degli operatori non sensibilizzati - di medicinali quali antidolorifici, antibiotici fino alla definitiva estrazione dei denti, soluzione che potrebbe tranquillamente essere evitata con una prevenzione normale e continuativa. Mi dicono che queste persone, per le difficoltà che ho appena evidenziato, hanno spesso una dentatura compromessa, esteticamente sgradevole. Sono maggiormente soggette al deposito di tartaro, all'ingiallimento dei denti, al guasto della dentatura, a problemi gengivali: questo anche per la mancanza di centri specializzati, di strutture che utilizzino, per le operazioni anche più banali di prevenzione, protocolli differenziati.
Parlavo prima della necessità per i pazienti non collaborativi di operare in ambiente operatorio sotto anestesia, ma ho letto anche di percorsi lunghi, ma efficaci, con psicologi, magari con figure di supporto. Leggevo giusto ieri dell'utilità del supporto dei medici clown, per esempio, nel caso di bambini affetti da autismo, con gravi patologie dello spettro autistico. Io di questa materia ne capisco molto poco, le informazioni derivano tutte da approfondimenti miei personali sul tema e non da confronti diretti con gli operatori interessati, tranne l'esperienza che vi ho citato all'inizio.
Con questa interpellanza quindi, Assessore, vogliamo sollecitare la presa in carico nella nostra regione, nella civile Valle d'Aosta di un problema che non è solo di una piccola categoria di persone, e ribadisco "di persone", ma è di tutti. Non ci sono cittadini di serie A e di serie B, tutti siamo cittadini allo stesso modo, anzi quelli più sfortunati, le loro famiglie che si fanno carico spesso con fatica della loro assistenza devono essere messi in cima alle priorità, perché una società moderna, evoluta e civile si costruisce proprio intorno alle persone più indifese e bisognose.
Presidente - Per la risposta, chiede la parola l'Assessore Bertschy, ne ha facoltà.
Bertschy (UVP) - Grazie Consigliere Guichardaz, la sua ampia esposizione mi permette anche di annunciare che, rispetto al tema della disabilità o della diversamente abilità, si sta facendo un percorso e faremo un percorso nel corso dell'autunno per costruire insieme una visione per il futuro. Rispetto all'attenzione che, come dice lei, va data alle persone che rappresentano nella società magari una minoranza, un numero di persone che ha più difficoltà di farsi sentire e ascoltare, ci sono tutte le attenzioni politiche personali del governo, della maggioranza e in questo senso credo del Consiglio tutto. L'intenzione è, a partire da questo mese, di incontrarci con i responsabili delle associazioni, dei CEA per arrivare nell'autunno a dedicare una giornata al mondo della disabilità per porre attenzione a cosa si sta facendo, ai servizi che probabilmente in certi casi andranno rivisitati e ripensati rispetto ai bisogni e anche ai bisogni emergenti. Soprattutto per costruire insieme, intorno alle famiglie, una rete ancora più forte di quella presente ad oggi, per costruire un progetto politico di visione per il futuro, nel quale rientrano a pieno titolo evidentemente le attenzioni di tipo medico, di tipo sanitario anche come quella che oggi lei ha portato in aula.
Per venire invece puntualmente alla risposta e per invitarla eventualmente a collaborare a questo periodo di lavoro, che ci porterà nell'autunno a confrontarci su tanti temi, le rispondo puntualmente rispetto all'incarico, alla situazione relativa all'odontoiatria, che è uno di quei problemi che in questo momento l'azienda vive. Nel mese di febbraio si è dovuto sospendere l'incarico ad un odontoiatra, che era convenzionato con l'Azienda sanitaria di Cuneo a causa dell'incompatibilità del suddetto a ricoprire l'incarico. Tale odontoiatra effettuava per l'azienda della Valle d'Aosta sia l'attività ambulatoriale, sia l'attività di sala operatoria. Allora l'azienda ha avviato una trattativa per avere, insieme all'azienda sanitaria Torino 4, la condivisione di un medico odontoiatra, trattativa che si è conclusa in questi giorni e che è in fase di approvazione. In questa nuova convenzione si prevede la messa a disposizione della nostra azienda del dottor Giovanni Crosa, Responsabile della struttura di Odontostomatologia dell'Azienda 4, per l'espletamento di consulenze di odontoiatria, di interventi in sala operatoria presso l'Ospedale Parini per un numero di 400 ore fino al 31 dicembre 2017. Questa collaborazione potrà permettere gli interventi di odontoiatria a quei pazienti che, per le particolari condizioni psicofisiche, necessitano di ambienti protetti e di procedure di sedazione o di valutazione degli interventi non effettuabili negli ambulatori territoriali. Evidentemente si tratta anche qui, io rispondo da qualche mese, un po' in emergenza rispetto a certi servizi...non può essere questa la visione futura, anche per la premessa che ho fatto alla risposta della sua interpellanza.
Tra l'altro, condivido il fatto che in aula si riesca insieme ad approfondire bisogni specifici, che a volte sembrano non interessare i più, ma vanno a considerare nella maniera più corretta possibile i bisogni di tutte le persone ed è questo che la civiltà della nostra comunità e della comunità valdostana deve rappresentare in ogni settore. Questa quindi non è la configurazione definitiva, non è la risposta ad un servizio che deve nel prossimo futuro, invece, essere in termini di organizzazione pubblica ripensato e riorganizzato. La cosa positiva è che è in corso da parte dei due chirurghi attualmente a nostro servizio una specializzazione da parte di uno di questi due chirurghi, che si sta specializzando in questa direzione e potrebbe nel giro di due anni dare in questo senso delle risposte. Se da un lato quindi abbiamo per qualche mese una copertura attraverso l'Azienda sanitaria, abbiamo anche da immaginare per il 2018 e il 2019 come dare un servizio stabile, che risponda al meglio anche a tutte le sollecitazioni che lei ha portato in aula.
Credo quindi che l'impegno del nuovo Direttore generale, della Direzione strategica che verrà formata attraverso gli obiettivi di mandato che colgono comunque tanti aspetti, compresa l'umanizzazione delle cure, compresa l'attenzione dei bisogni più piccoli...nei prossimi mesi dovremo lavorare a far sì che, al di là delle convenzioni che servono per trovare risposte puntuali, si trovi un'organizzazione definitiva del servizio che dia risposta a problemi importanti non per il numero che rappresentano, ma per l'attenzione che va data alle famiglie e a queste persone. Da parte mia, da parte nostra quindi tutta l'attenzione a seguire, da un lato, questa prima fase, dall'altro, ad immaginare un servizio stabile in futuro nel tempo.
Presidente - Per la replica, chiede la parola il collega Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Questa è l'idea della perfetta integrazione tra sociale e sanitario, il welfare che si incrocia così com'è stato voluto anche con i piani socio-sanitari, che si incrocia con le questioni sanitarie, perché spesso i disabili, i malati di queste categorie necessitano di un'assistenza particolare, è bene che si intenda fare un percorso in questa direzione. Noi ci siamo, credo che non ci siano maggioranze e minoranze, colori. Se volete coinvolgerci, ci sono le commissioni apposite, ci sono eventualmente i gruppi di lavoro, però l'importante è che i tavoli che si fanno e che si faranno non siano però dei tavoli giusto per dire che si è fatto qualcosa, perché di promesse vane, di aspettative se ne sono create fino ad oggi troppe e credo che pochi tavoli, ma produttivi siano probabilmente una soluzione adeguata, risultati un po' per volta senza far vedere alle persone che si sta lavorando tantissimo su più filoni e poi non si conclude un accidente di niente.
Credo che sulla questione vada posta non solo l'idea della soluzione immediata. È bene che ci sia questa convenzione con l'ASL 4, con il dottor Crosa, 400 ore non sono tantissime, ma è sempre comunque un inizio. Si deve però veramente ragionare in questo ambito, nell'ambito proprio dell'Odontoiatria rivolta a queste categorie in termini di progetto perché, come dicevo prima, l'ho imparato - non sono un tuttologo, io della questione non ero mai stato investito - ed è necessario un lavoro attento di équipe, un lavoro che metta insieme proprio sotto magari un unico coordinamento più professionalità. È bene quindi che la politica, l'azienda si metta nell'ottica proprio per dare quell'idea di società solidale attenta ai più bisognosi di creare una struttura di Odontoiatria speciale, magari in collaborazione con l'ASL 4 o con le ASL a noi vicino.
Credo potrebbe diventare anche, come altre strutture d'eccellenza che noi abbiamo, anche una fonte di ritorno in termini di mobilità attiva - attiva o passiva, adesso ho un buco rispetto alle due definizioni -, comunque un ritorno di tipo economico nel momento in cui si investe, si crea un centro d'eccellenza. Ne abbiamo nella nostra sanità, abbiamo: la Medicina nucleare, la Pneumologia, la Radiologia, la Chirurgia dell'obesità, sono tutte strutture sulle quali sarebbe bene fare anche un ragionamento proprio di marketing, perché, nel momento in cui esistono, è possibile anche utilizzarle e metterle sul mercato in un'ottica di do ut des, quindi io creo la struttura, la potenzio, serve ai cittadini e contestualmente contemporaneamente però creo degli introiti e dei ritorni di tipo economico.
Spero che il nuovo Direttore generale sappia, come lei ha auspicato, lavorare sull'umanizzazione delle cure. Spero che sappia anche lavorare sull'umanizzazione del rapporto di lavoro all'interno dell'Azienda USL. Poi discuteremo di un'interpellanza sui presunti demansionamenti in USL. Io credo che sarà un compito arduo, perché purtroppo oggi ci scontriamo con una dirigenza miope, che ha degli obiettivi spesso settoriali, degli obiettivi di budget che vede le persone come delle risorse, come dei numeri L'obiettivo, la sfida invece è proprio quella di umanizzare sì le cure, quindi di creare sempre di più una situazione per cui il malato non è un numero, ma è un essere umano, è una persona, ma di umanizzare anche l'organizzazione, perché glielo dico proprio con il cuore, Assessore: se noi non siamo in grado di ridare alla nostra azienda una mission che vada al di là dei semplici numeri e dei semplici risultati, io la vedo molto male.