Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2756 del 23 maggio 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2756/XIV - Interpellanza: "Monitoraggio della presenza e della distribuzione territoriale del lupo in Valle d'Aosta".

Rosset (Presidente) - Punto n. 13 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, chiede la parola il collega Cretier, ne ha facoltà.

Cretier (PD-SIN.VDA) - Ho presentato un'interpellanza per portare l'attenzione sul problema o la risorsa lupo in Valle d'Aosta e per le possibili ripercussioni nel settore agricolo e per gli aspetti legati anche ai timori di possibili incontri non tanto con il singolo soggetto, ma con eventuali branchi. Non è un grido d'allarme del tipo: "attenti al lupo", ma una presa di coscienza e una sensibilizzazione seria del problema, una coscienza e una presa in carico della realtà e della sua possibile evoluzione futura.

La bibliografia riporta alcuni elementi che devono essere valutati precisamente. Io non sono un tecnico specialista dell'argomento, ma la segnalazione che giunge dalla vicina Liguria evidenzia una certa sfrontatezza del lupo rispetto all'uomo, per cui audacemente insidia le stalle in pieno giorno. Forse anche a causa di incroci con cani randagi, che producono atteggiamenti diversi rispetto all'uomo e quindi potenzialmente più pericolosi. Wikipedia, da cui ho desunto alcune informazioni, ricorda che i lupi "rabbiosi" sono più audaci e agiscono da soli. In Francia la popolazione del lupo è importante ed è stata istituita una rete di monitoraggio, che ha permesso una formazione di rilevatori corrispondenti che copre tutto l'arco alpino al confine con la Valle d'Aosta. Comprensibili sono alcune azioni proposte dagli agricoltori, come adottare la pecora, ma a volte bisognerebbe scindere certi concetti ideologici piacevolmente sostenibili da casa e sostenere la causa direttamente ed economicamente in una fragile economia rurale di montagna. La segnalazione mi è giunta da un gruppo di agricoltori, che mi hanno espresso le loro preoccupazioni. Nell'eventualità di danni al patrimonio zootecnico, avrebbero smesso di essere anche allevatori. Inoltre aggiungo che alcune persone che praticano l'escursionismo per hobby chiedono lumi sulle zone potenzialmente a rischio non tanto per eliminare totalmente i rischi, ma per conoscere il problema e l'entità della popolazione del lupo e la sua distribuzione territoriale in Valle d'Aosta.

Sappiamo bene che negli anni le tecniche di pascolamento hanno dovuto perfezionarsi per questioni economiche: dal classico pastorello in cui purtroppo la bibliografia mondiale cita i più numerosi casi tra le vittime alle moderne tecniche di recinzione, a volte anche elettrificate, ma che necessitano di molte ore di lavoro per la costruzione della protezione e delle successive manutenzioni, con costi insostenibili per le aziende agricole in questo momento. La sorveglianza e la custodia diventano impossibili e costose, soprattutto nel periodo notturno. Gli animali allevati, sia bovini che ovicaprini, hanno un'alta funzione ambientale, soprattutto quando sfruttano i terreni marginali e in pendenza, dove la fienagione diventa impossibile sia con mezzi meccanici, che oggi è ormai improponibile da fare manualmente. Presidiare il territorio vuol dire anche segnalare le problematiche generali dell'ambiente montano. Ricordo inoltre che nella nostra regione si pratica ancora in molte zone l'irrigazione a scorrimento sui prati nelle ore notturne, che sono quelle preferite per le scorribande del lupo in ambiente antropizzato. Gli avvistamenti che conosco sono tendenzialmente in zone attorno ai parchi nazionali e aree protette.

Notizie ormai ci hanno anche segnalato zone limitrofe nei centri abitati di fondo valle, anche se, ricordo, di singoli capi. Il problema non è solo per il danno economico che può essere compensato economicamente, ma vorrei evidenziare anche un altro aspetto legato al recupero degli animali impauriti. A detta di un allevatore che svolge il suo lavoro alle porte del Parco Mont Avic, per poter recuperare gli animali sfuggiti al predatore, ha dovuto rischiare avventurandosi in zone impervie e pericolose per non abbandonare definitivamente i capi ad ulteriori attacchi e con il rischio che i capi diventino selvatici e quindi irrecuperabili ad ulteriore danno all'azienda e non sottoposti a vigilanza sanitaria. Sicuramente la funzione del lupo va spiegata all'opinione pubblica, anche in termini di biodiversità. Ricordo che ieri era la celebrazione della Giornata mondiale della biodiversità. Gli aspetti di equilibrio tra specie predatrici presenti nella catena alimentare va capito, ma vorremmo anche sapere della situazione reale in Valle d'Aosta. Vorrei evidenziare, attraverso questa interpellanza, le conoscenze certe in merito agli eventuali monitoraggi, attraverso le risorse interne agli uffici dell'Assessorato competente.

La bibliografia disponibile riporta chiaramente che il lupo non è pericoloso verso l'uomo, ma solo in presenza di malattie la sua aggressività aumenta e con lo squilibrio naturale e una limitata disponibilità delle specie cacciabili sul territorio si vede costretto a spostarci nel territorio. Come ho proposto nell'interpellanza, quindi vorrei sapere: quali sono le iniziative ai fini degli indennizzi dei danni per quanto riguarda la parte economica; quali sono le azioni che si intendono mettere in atto e quali azioni possibili dal punto di vista degli avvistamenti nei centri abitati o lungo i sentieri per avvisare i fruitori del complesso sistema ludico sportivo di tutti quelli che giornalmente si muovono a piedi; se non è pensabile di fare eventuali prelievi faunistici per il ripopolamento di aree in cui il lupo era già insediato storicamente con la semplice funzione di limitare la popolazione locale.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Viérin, ne ha facoltà.

Viérin (UVP) - Je remercie le collègue Crétier, qui soulève une thématique qui a été plusieurs fois débattue dans cette salle, en particulier par le collègue Nogara dans les dernières deux années et qui a été objet de discussion aussi avec les catégories, le monde des éleveurs, mais aussi les associations qui défendent les intérêts naturels.

Il s'agit sûrement d'une thématique qui est encore d'actualité et je partirais des données que nous avons sous mains, qui ont été relevées par le Corps forestier et élaborées par les structures et les bureaux compétents de l'Assessorat. On peut affirmer qu'en Vallée d'Aoste il y a une présence d'environ 20 exemplaires de loups distribués surtout dans la partie centrale et orientale de la région.

Comment ce monitorage a lieu? Il y a un monitorage systématique à travers l'utilisation de 28 postations bien délimitées d'ample périmètre, distribuées sur l'entier territoire valdôtain, qui sont présidées par le Corps forestier et qui, avec des cadences programmées, recueillent tous les éléments possibles, donc les empreintes, les excréments, les prédations, des éléments qui sont utiles à établir la présence du loup. Toutes ces données ont été recueillies et élaborées par l'Assessorat, donc nous avons une situation assez précise sur le nombre paramétré aux instruments de contrôle existants. Je rappelle que les instruments importants comme les recensements, qui sont effectués par les chasseurs plutôt que par le Corps forestier sont des éléments d'autant plus intéressants. Pour être plus précis sur le nombre d'exemplaires effectifs, car il s'agit des données techniques, elles sont passées par les bureaux compétents, nous avons commencé à élaborer une recherche génétique sur les échantillons d'un point de vue biologique, cela afin que sur les échantillons, qui soient les excréments, les salives, les tissus, les poils, le sang il y ait une possibilité, à travers les laboratoires compétents, dont je souligne l'importance, en particulier de l'Institut zooprophylactique de la Vallée d'Aoste en collaboration avec l'Assessorat de la santé et les parties aussi compétentes en matière de santé, qui sont en train de travailler sur une tranche scientifique, qui est quand même importante.

Le programme de monitorage donc va être ultérieurement renforcé avec la collaboration d'un expert du secteur, comme dans le passé, à disposition pour préparer un protocole de monitorage spécifique du loup en Vallée d'Aoste, car ce qui manque aujourd'hui est un protocole spécifique de monitorage.

Per quanto riguarda invece le questioni delle azioni, quindi, siamo nella fase di monitoraggio e la novità è sicuramente un programma specifico per la Valle d'Aosta. Questa non è una problematica affrontata solo da questa Regione, esiste una discussione a livello nazionale del famoso "piano lupo", altre Regioni sono state coinvolte, ma abbiamo necessità di mettere in campo questo piano, un protocollo di monitoraggio specifico per la Valle d'Aosta che è in fase di elaborazione.

Tra le azioni che sono state fatte, la prima, nel corso dell'insediamento, è stata scrivere una lettera, coscienti di questa problematica, ai Ministri competenti partendo anche dalle sollecitazioni, da un lato, delle associazioni ambientaliste e, dall'altro, degli allevatori che hanno raccolto circa 600 firme che sono state oggetto di dibattito. Ho incontrato con i dirigenti dell'Assessorato le associazioni di categoria, e quindi chi rappresenta all'interno dell'AREV sia la parte ovicaprina che la parte bovina, per discutere della problematica degli animali selvatici in generale e in particolare, quindi cinghiali, cervi e canidi, perché, più che parlare esclusivamente di lupo, bisogna giustamente, com'è stato ricordato nelle premesse, parlare di canidi, perché spesso ci sono poi anche delle problematiche inerenti.

Dagli incontri che servivano a recepire le istanze del territorio, è stata sollevata la questione anche a livello nazionale per sottolineare questa problematica, che va affrontata sotto due aspetti: le misure di prevenzione, com'è stato giustamente ricordato, ma anche quelle di dissuasione. Oggi esistono tutta una serie di moderne tecniche che possono essere messe in campo e risponderò agli altri due quesiti: quali sono le iniziative che si intendono attuare per i danni, e quali per gli spostamenti. Per gli spostamenti, come dicevo nelle premesse, attraverso il sistema delle postazioni, cioè delle 28 transenne che sono distribuite nell'intero territorio, vengono monitorati sia la presenza che gli eventuali spostamenti. Esistono poi invece le azioni di prevenzione e di dissuasione. A fronte del problema che si è già manifestato, esiste la legge regionale del 2010, che in sede di assestamento di bilancio noi abbiamo richiesto dover essere rimpinguata in termini di risorse finanziarie, che viene normalmente utilizzata in caso di danni. Vi darò, anche se non è richiesto ma credo sia utile al dibattito, i dati. Ci sono attualmente 20 mila euro su questo capitolo: 5 mila sono destinati per i danni e 15 mila per le misure di prevenzione. È qui quindi che chiederemo un aumento dei dettagli, sapendo che bisognerà lavorare maggiormente sulle misure di prevenzione per evitare che ci siano i danni. Le domande del 2016 sono state 20, delle 20 segnalazioni 15 hanno presentato una domanda ufficiale, 11 sono state indennizzate per danni da canidi (lupi o randagi) per un totale di 4 mila euro a risarcire l'uccisione di sei caprini, sette ovini e quattro bovini; dei quattro non indennizzati uno non era residente in Valle, due hanno fatto domanda in ritardo, quindi non è stato possibile accertare il danno e per una domanda è stato trovato il cane responsabile. Nel 2017 tre domande ufficiali per l'uccisione di otto bovini e due caprini, questi sono i dati ad oggi. Chiaramente per le misure di prevenzione noi pensavamo di utilizzare anche soprattutto i fondi del PSR, che sono risorse disponibili come abbiamo cercato di spiegare durante gli incontri di illustrazione del piano, che danno la possibilità di intervenire, attraverso la misura 4.4. Questa mattina ho avuto di nuovo un incontro con i nuovi responsabili dell'AREV per vedere di studiare in modo congiunto delle misure di dissuasione e di prevenzione, quindi acquisto cane piuttosto che guardiania, piuttosto che moderne possibilità che oggi esistono, un piano che stiamo sviluppando in maniera congiunta.

Ringrazio quindi intanto per la sollecitazione, ringrazio anche il collega Andrea Padovani, che, insieme a me, ha incontrato alcune associazioni ambientaliste perché la tematica deve mettere attorno a un tavolo le diverse sensibilità che ad oggi esistono, affinché ci sia la possibilità di affrontare in modo sereno per gli allevatori da un lato che subiscono i danni, e mettendo a disposizione delle misure di prevenzione e lavorando anche per una comunità che sia consapevole della presenza della biodiversità e non deve rappresentare un problema neanche per i risvolti turistici, piuttosto che altri risvolti che queste problematiche hanno. Sono stato sabato a Martigny ad un salone sulla biodiversità "La chasse et la pêche" e c'era una conferenza sul lupo. Dobbiamo rilevare che la Svizzera e la vicina Francia hanno avuto un'evoluzione diversa rispetto al Paese Italia e ci sono delle sinergie che, anche a livello scientifico chiaramente, potremmo sviluppare con queste comunità, sapendo che è una tematica che va affrontata mettendo tutti gli attori coinvolti attorno ad un tavolo e soprattutto nella comunità valdostana, cercando di risolvere le problematiche che si sono prodotte.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Cretier, ne ha facoltà.

Cretier (PD-SIN.VDA) - Ringrazio l'Assessore per la risposta. Io ho semplicemente voluto presentare questa iniziativa per prendere coscienza del problema, perché non vorrei che fosse preso sotto gamba, perché, come già ricordato, con il cinghiale abbiamo avuto una serie di problemi, ma non mi riferisco ai danni provocati, poiché questo è un problema insoluto. Ricordo solo che qualche anno fa in pieno giorno un cinghiale ha ferito una persona a Pont-Saint-Martin in determinate condizioni, con i cani che lo rincorrevano, comunque era una situazione spiacevole. Ripeto infine che lo scopo non è quello di eliminare il lupo, perché non vorrei che il discorso fosse travisato dall'opinione pubblica, ma il mio scopo era di porre in atto delle misure di controllo per non finire soprattutto in antipatiche situazioni, in azioni fuori luogo con iniziative personali non giustificabili. Penso che conoscere il problema sia un passo avanti e prendere in carico seriamente il problema degli uffici competenti sia comunque positivo ed è l'unico scopo di questa iniziativa.

Presidente - Grazie. Prima di passare al punto n. 14, porto a conoscenza che il Consigliere Andrea Padovani ha depositato la relazione sul DL n. 106. Ugualmente l'Assessore Chatrian ha depositato due emendamenti al nuovo testo n. 106 e il Consigliere Cognetta ha depositato otto emendamenti sul piano di ristrutturazione aziendale del Casino de la Vallée. A proposito, comunico che gli emendamenti n. 5 e n. 6 del collega Cognetta non sono ricevibili, in quanto comporterebbero la modifica della legge regionale da parte di un atto amministrativo qual è quello in discussione, questo in contrasto con il principio gerarchico delle fonti. Chiedo di distribuire i documenti ai Consiglieri.