Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2731 del 9 maggio 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2731/XIV - Interpellanza: "Interventi per velocizzare l'attuazione del 'piano cultura'".

Fosson (Presidente) - Punto n. 18 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il consigliere Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Parliamo in questa interpellanza del famoso piano cultura, che è sostanzialmente la possibilità data dalla Giunta di spendere 50 milioni di euro in tre anni (2016/2018) per sistemare tutta una serie di beni del patrimonio culturale della Regione: castelli, piuttosto che altri beni di proprietà. Tale piano attualmente è fermo al palo, perché ho appreso, da una risposta avuta dagli uffici a una mia richiesta sollecitata dal famoso acquisto di quella famosa magnifica opera lignea, di cui non potevamo fare a meno, Assessore, che i 140 mila euro pagati sono, guarda caso, il 10 percento di quello che abbiamo speso: abbiamo usato poco più di 1 milione di euro, di cui 140 mila euro sono per un'opera acquistata e poi messa a disposizione - non so se lo sarà o se è già stata messa a disposizione - all'interno del castello di Sarriod de la Tour.

Ciò che ho notato in questo piano è che da un lato ci sono delle spese giustificate e giustificabili, ma dall'altro ritengo che ci siano delle spese che non sono così urgenti e importanti, a fronte di altri siti archeologici che non sono compresi in questo piano e che sono ancora fermi, o comunque chiusi e non fruibili. Pertanto chiedo se la situazione è realmente questa. Ma di questo ne ho già conferma, perché lei è già venuta in Commissione, ha fatto articoli di stampa e ha detto che sicuramente la situazione è tale. I miei numeri magari non saranno perfetti, ma sicuramente c'è un grosso problema di spesa rispetto a quella che dovrebbe essere. È anche una misura che in qualche modo favorisce il lavoro, perché mettere sul territorio una cifra così ingente genera sicuramente del lavoro, ma se non viene fatta, ritorniamo al problema che dicevamo nelle interpellanze precedenti. Oltre a questo, però, se riuscissimo una volta per tutte ad aprire tutta una serie di siti, grandi e piccoli, sia presenti nella città di Aosta che nel resto della regione, potremmo fare un favore anche ad altri territori da un punto di vista turistico, commerciale e dei beni culturali. Quindi io spero che lei mi dia ragione.

Non voglio entrare nel merito di che cosa io non ritenga opportuno, però faccio un esempio che mi è caro. Quando prevediamo di spendere una cifra così importante per dei beni che non ci appartengono, mi riferisco ai beni ecclesiastici, e invece lasciamo chiusi i beni regionali, io delle domande da cittadino me le pongo. Ritengo che forse dovremmo cominciare dai nostri e poi occuparci anche degli altri, per quanto siano importanti. Oppure si fanno delle scelte diverse: si crea maggiore collaborazione con gli enti ecclesiastici. Altrimenti diventa una questione, secondo me, dal punto di vista dei cittadini, poco comprensibile.

Attendo di avere delle risposte e soprattutto mi aspetto che dia delle modifiche tangibili, quindi con delibera o con altra documentazione, rispetto a ciò che intende fare e anche come intende risolvere il problema del blocco di questi finanziamenti.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Certan, ne ha facoltà.

Certan (ALPE) - Grazie collega Cognetta. Il piano cultura, che non è da confondere con il piano culturale, è definito con deliberazione della Giunta Regionale n. 244 del 2016. È stato predisposto dalle strutture avendo come finalità e obiettivo di destinare dei fondi per determinare delle opere che contribuiscono alla qualità e all'incremento dell'offerta culturale e turistica valdostana, ma che hanno anche l'obiettivo di tutelare il patrimonio valdostano, perché dietro questo piano c'è una forte azione di tutela del patrimonio monumentale e artistico valdostano.

Il quadro delle attività effettuate e che sono in corso è stato, come da lei ricordato, ampiamente e dettagliatamente esplicitato la scorsa settimana in V Commissione. Troverà sicuramente tutto il resoconto, essendo stato registrato, ma d'altronde lei possedeva anche il piano stesso che le avevamo fornito, quindi è tutto dettagliato, anche i tempi e le varie fasi di intervento. Cercherò comunque di riassumere brevemente, delineando le linee fondamentali del suo sviluppo.

Il milione di euro speso riguarda in particolare l'esecuzione di piccoli lavori che hanno agevolato le piccole e medie imprese, le cui pratiche amministrative, per importo e per complessità, sono state gestite totalmente dagli uffici della Soprintendenza, riuscendo in tal modo a fare fronte alle urgenze.

Lei ha citato anche l'opera lignea che, come ben sa, è una scelta precedente all'insediamento della nostra Giunta. Questa opera è stata destinata al castello Sarriod de la Tour, perché congruente con l'epoca e con il castello stesso.

Vi sono ancora 14 milioni 400 mila euro prenotati per il 2016 e di conseguenza, in base all'avvio di questi lavori e poi conseguenti alle varie fasi, 15 milioni di euro per il 2017 e 20 milioni per il 2018. Evidenzio che il settore edile interessato, nel campo dei beni culturali, proprio per la sua delicatezza e anche per la peculiarità del settore, è limitato a ditte qualificate e specializzate nel settore del restauro archeologico, architettonico, storico e artistico, così come previsto dalla norma in vigore. Questa è solo una precisazione, però credo che sia importante tenerne conto.

Il Governo regionale è impegnato a sollecitare le differenti strutture, perché sono diverse quelle che agiscono e che lavorano per questo piano, per accelerare le spese già finanziate, in quanto si ritiene che gli interventi previsti siano urgenti sia per la tutela che per la messa a norma degli edifici già inseriti nel piano, sia - non ultimo - per la messa a sistema con la rete esistente dei beni culturali. Quest'ultima infatti ha una forte valenza turistica: penso, ad esempio, ad alcuni edifici che sono lungo la via Francigena, o comunque lungo le nostre vie di comunicazione.

Non siamo intervenuti nella scelta delle priorità e abbiamo lasciato il piano come era stato predisposto, proprio per non vanificare quanto già avviato dagli uffici, perché avrebbe voluto dire riiniziare tutto l'iter. Eventuali economie di spesa permetteranno una riflessione politica sull'attivazione di ulteriori interventi su altri siti, pur evidenziando che con il piano cultura non si ha certo l'ambizione di far fronte alla risoluzione di tutte le problematiche sugli edifici monumentali, ma di poter intervenire con degli investimenti sulle emergenze più significative. In Valle d'Aosta abbiamo, tra torri, caseforti e castelli, più di ottocento siti.

Nel piano lavori si prevede un intervento al castello di Quart, all'area megalitica di Saint Martin de Corléans, al Teatro romano di Aosta. Sono interventi già inseriti nel programma 2014/2020 del Por Fesr, nel progetto integrato "Rete, cultura e turismo per la competitività". Le somme previste con il mutuo e con il Fondo europeo, perché era una somma di circa 10 milioni, permetteranno di completare i lavori, come quello del castello di Quart, o avanzare significativamente con gli interventi rendendoli valorizzati e fruibili subito. Stesso discorso vale per il castello di Saint-Pierre, dove le somme a mutuo si affiancano a un finanziamento Interreg, e permettono un completamento del restauro del castello, con la sua riapertura come Museo di scienze naturali in collaborazione con l'Assessorato all'agricoltura e la sua messa a sistema, con tutti gli altri castelli di Sarre, Sarriod de la Tour e Aymavilles.

Non so a quali siti archeologici lei faccia riferimento in particolare, come chiusi per mancanza di allestimento segnaletica o adeguamento alle norme di accesso, poiché negli ultimi anni sono stati aperti due siti importanti che sono quelli del Pont d'Ael e di Saint Martin de Corléans, mentre alcuni siti minori, ai fini del controllo dei costi di gestione, sono aperti su richiesta e prenotazione: ad esempio la villa romana che è in regione Consolata, lo spazio fuori della Porta Decumana dove c'è la biblioteca. Preme ricordare che i siti archeologici, senza contare gli ingressi al Teatro romano, hanno totalizzato veramente tantissimi ingressi: per i primi sei mesi del 2016 sono stati registrati duecentomila visitatori, come credo avesse ricordato anche l'Assessore precedente. Allo stesso modo, non si comprende a quali edifici lei faccia riferimento, quando parla di necessità di messa a norma e adeguamenti, in quanto nel piano cultura ci sono già: il completamento di Maison Lostan, la valorizzazione di Palazzo Roncas, l'adeguamento impiantistico dell'edificio ex caserma Challant, la sede del Museo archeologico e, come anticipato in V Commissione, abbiamo aggiunto e stiamo facendo riflessioni sul complesso monumentale del Saint Benin. Quest'ultimo riteniamo sia un'area monumentale in centro ad Aosta che non è stata valorizzata come dovrebbe, vista proprio la monumentalità di questo sito. Chiaramente la sua ristrutturazione eventuale dovrà dialogare strettamente anche con il settore dell'edilizia scolastica, poiché tale è l'indirizzo di questo sito.

Consci anche della mancanza di lavori e della crisi dell'edilizia, l'attività delle strutture è ripartita cercando di attivarsi su molti fronti, tenuto conto però che le restrizioni economiche del bilancio negli ultimi anni hanno fermato anche le attività di progettazione. Si è proceduto con celerità, laddove gli uffici competenti hanno interamente avviato studi e redatto documenti finalizzati all'acquisizione di materiali necessari per l'apertura delle pratiche relative alle fasi di gare e all'individuazione dei professionisti, redigendo dei documenti richiesti dalla normativa e fondamentali per le gare, sia per l'individuazione di professionisti, sia per le gare per l'esecuzione dei lavori. Questa mattina c'era una riunione e la scorsa settimana ne abbiamo fatta un'altra. Contemporaneamente, gli uffici hanno dovuto affrontare la nuova gestione amministrativa in relazione al nuovo sistema di utilizzo dei fondi stessi oltre che, come già detto in Commissione, all'introduzione della stazione unica appaltate, al decreto legislativo n. 50 del 2016, alla legge Cantone e alla centrale unica di committenza.

Presidente - Assessore, deve concludere.

Certan (ALPE) - Concludo. I tempi realistici e normali per la selezione di professionisti e per la progettazione necessitano di almeno undici o dodici mesi, dopo di che la validazione di tutta l'opera almeno quindici, e poi la gara per l'affido dei lavori richiede da sei a quindici mesi. Quindi penso che l'inserimento di alcuni beni e la valutazione per altri verrà fatta, tenendo conto del valore del monumento a cui lei si riferiva.

Termino dicendo che valuteremo anche il rifinanziamento della legge regionale n. 27 del 1993, per quanto riguarda il patrimonio monumentale documentato privato.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Cercherò di essere breve. A cosa mi riferisco, Assessore? Per esempio al castello di Ussel, che è parecchio che sta lì chiuso. Potrei dire anche della Torre del Lebbroso qui ad Aosta. Sono tutti siti che sono a posto, a norma e fruibili, come ad esempio gli scavi che ci sono in Biblioteca regionale: basta andarci e sicuramente si può accedere; c'è un bel cantiere aperto, ma può accedervi quando vuole. È lì aperto che saranno dieci anni, ma è fruibile: non c'è problema.

Capisco che l'unica cosa che non le piace della passata gestione è l'acquisto dell'opera, perché tutto il resto l'ha preso e l'ha riportato pari pari, quindi va bene così. E questo è un plauso a chi c'era prima di lei. Alla fine ha sbagliato una cosa sola, ma capita a tutti e non è niente di grave rispetto a tutto il resto, quindi la prendiamo per buona. Non riusciamo a fare modifiche, perché ormai la stazione appaltante e tutte le procedure sono partite, di conseguenza guai a ricominciare daccapo, perché altrimenti bisognerebbe ripartire da zero e a un anno di distanza dovremmo ricominciare con un altro anno di ritardo.

La morale, Assessore, io credo che sia che per lei vada bene tutta la passata gestione, come è successo in altri settori. Quindi cos'altro aggiungere, se non che va bene così? Teniamo questi siti chiusi e non risolviamo ciò che dobbiamo risolvere. Il fatto che poi non si sia speso nulla, dipende dagli uffici. Un po' come succede per il lavoro, un po' come succede per la sanità, un po' come succede per qualsiasi cosa: dipende dagli uffici. Se dipende tutto dagli uffici, allora forse dovreste fermarvi con qualsiasi tipo di programmazione politica e fare un concorso per assumere tre o quattrocento persone, cinquecento, seicento, mille, quelle che servono per mandare avanti queste cose in maniera corretta e coerente, perché qui stiamo parlando di una cosa che è un anno che è lì e non si sa fra quanto vedremo la fine. Abbiamo i soldi, sono partite le procedure, la gente è senza lavoro e aspettiamo che l'Amministrazione decida che cosa fare. O meglio, aspettiamo che finisca l'iter, che poi nel frattempo, come ha detto lei, è cambiata la normativa e quindi dobbiamo rivederla, riattuarla e così via. È una giustificazione che politicamente non sta in piedi, Assessore. Non sta in piedi quella dei suoi colleghi, quando mi danno certe risposte, e non sta in piedi la sua.

Al termine di questa mia parte ispettiva di oggi, direi che forse dovreste pensare in maniera molto approfondita a come migliorare la macchina amministrativa, se è quello il problema. Altrimenti mi sembrate bloccati: non voi, ma in generale questa Amministrazione mi sembra bloccata. Allora forse dovremmo risolvere prima questo problema. Se riusciamo ad avere le risorse e a non spenderle, voi capite che come Amministrazione facciamo prima a evitare di amministrare, perché non facciamo nulla. Il nostro unico obiettivo e unico lavoro dovrebbe essere quello di prendere le risorse e distribuirle sul territorio, cioè spenderle. Se non lo si fa, uno che ci sta a fare? Ci raccontiamo le cose, facciamo dei magnifici annunci, lei ha detto che il Saint Benin è una cosa importantissima e che va sicuramente valorizzato: con i tempi che mi ha dettato prima, ci vorranno almeno quattro anni! Ora che partiamo con il progetto, facciamo la prima progettazione, la seconda, la terza, la gara d'appalto e così via, ci vogliono perlomeno quattro anni; se tutto va bene. Mi fa piacere che fra cinque anni potrò andare a vedere una nuova sede valorizzata; se tutto va bene. Oppure fate in modo che gli uffici funzionino. Se no è inutile fare gli annunci.