Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2723 del 9 maggio 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2723/XIV - Interrogazione: "Valutazione delle condizioni di inconferibilità o incompatibilità relative alla nomina di un rappresentante della Regione nel Consiglio di amministrazione della società SAV".

Rosset (Presidente) - Punto n. 10 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Marquis (SA) - Per quanto concerne la prima domanda, "se all'atto della nomina siano state valutate le condizioni di inconferibilità/incompatibilità previste dallo Statuto della SAV e dalle norme vigenti", si riferisce quanto segue. Gli uffici competenti dell'Amministrazione regionale hanno previamente verificato il rispetto, in capo a tutti i candidati elencati nella deliberazione della Giunta regionale n. 502 del 21 aprile scorso, delle condizioni previste dalla legge regionale n. 11 del 1997 e dalle altre normative vigenti per la designazione dei componenti dei consigli d'amministrazione delle società a partecipazione pubblica. Per quanto invece riguarda i requisiti previsti dallo statuto della società, le valutazioni sono fatte dagli azionisti a seguito del conferimento dell'incarico e il confronto istruttorio su questi aspetti è in corso.

Per quanto concerne la seconda domanda: " se la condizione di dipendente dell'azienda e di rappresentante sindacale è condizione tale da rendere quantomeno inopportuna la nomina del Signor (omissis) in seno al CdA della Società Autostrade Valdostane S.P.A.". Credo che qui, come è stato evidenziato, si parli di opportunità e questo è un argomento di carattere prettamente soggettivo sul quale ci possono essere distinte visioni. Da questo punto di vista, il consiglio d'amministrazione della SAV presenta delle peculiarità rispetto a quello di altre società partecipate regionali, perché in questo Consiglio è anche presente la figura di un dirigente della società, presenza che noi abbiamo ritenuto sin dall'inizio che rappresentasse un valore aggiunto per l'agire sociale, così come è stato ritenuto al momento della nomina del rappresentante regionale (omissis), che è dipendente della società, pur con ruoli diversi. Comunque, al di là di tutto, la volontà del Governo regionale è di procedere attenendosi al rispetto delle normative vigenti, e così sarà anche nel caso in questione.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Immaginavo una risposta in tal senso. Non avevo dubbi che avreste difeso questa nomina tutta politica, tutta connotata da logiche spartitorie di schieramento, di partito. Non avevo dubbi che avreste anche invocato la mancanza di motivi di incompatibilità, così marchiani, e di inconferibilità; che non avreste sfiorato, se non marginalmente e forse un po'strumentalmente, le questioni di opportunità che noi abbiamo sollevato con la nostra iniziativa. Siete purtroppo prevedibili e questo conferma quanto diciamo da mesi riguardo alla originalità del vostro progetto politico, che avete venduto ai valdostani come diverso, anche da un punto di vista etico. Un progetto che, alla luce anche degli eventi e delle prime avvisaglie, riassumerei nel detto "parlare bene e razzolare male", che è un po' la cifra della vostra azione politica di questa prima fase di legislatura.

Ho accumulato qualche esperienza in questi mesi sul tema delle nomine nei consigli d'amministrazione, essendo stato, in qualità di capogruppo, dentro la maggioranza, anche se il nostro gruppo ha volutamente evitato di occupare i vari consigli d'amministrazione, lasciando che fossero altri a esprimere i nominativi. Noi, come noto, abbiamo ritenuto di inserire un nostro rappresentante solo nel Cda della Compagnia Valdostana delle Acque, allo scopo di seguire e vigilare la delicata fase della quotazione in Borsa della società, di cui poi credo sarà opportuno magari dire qualcosa.

Come ho scritto in qualche occasione e forse anche detto pubblicamente, non mi scandalizza che il Governo regionale metta persone di sua fiducia dentro gli organi di amministrazione delle società a partecipazione o a totale controllo regionale. Anzi, io penso addirittura che le nomine dovrebbero decadere a ogni cambio di governo, quando vengono meno le condizioni fiduciarie. Il rapporto di fiducia tra nominato e nominante, secondo me, è alla base dell'azione di rappresentanza in seno agli organi delle società partecipate e controllate. Rende esplicite, colleghi, anche le responsabilità dei politici che nominano e in qualche modo evita anche le fughe in avanti di alcuni soggetti, che non appena annusano un cambio di indirizzo politico, diventano dei veri e propri camaleonti. Anzi, mi voglio ancora di più allargare. Io credo che si dovrebbe addirittura sapere chi nomina chi, a quale movimento o a quale politico fa riferimento il singolo nominato, perché - diciamocelo, colleghi - non sempre si fanno valutazioni così attente alle competenze, quando si nominano i rappresentanti negli organi di amministrazione. Non ho alcuna difficoltà a dire che vi sono degli amministratori nominati per motivi politici e non per le loro competenze. Basterebbe però che i cittadini sapessero che il tale presidente, il tale consigliere non è lì perché particolarmente esperto in quel settore, ma piuttosto perché ben inserito in strutture partitiche e politiche. Non so se lei, collega, fu nominato consigliere della SAV e presidente della RAV per le sue competenze autostradali, o perché era un elemento di primo piano della Stella Alpina. Bisognerebbe interrogarsi anche su questo.

Ora, nel caso specifico del signor (omissis), credo che non si possa negare che allo stato attuale lo stesso ricopra un ruolo di primo piano nel movimento maggiormente rappresentativo all'interno della maggioranza regionale, e che quindi la sua nomina potrebbe essere anche stata condizionata da questa sua appartenenza politica. È un'ipotesi, ovviamente. Ma ho detto che la cosa non mi scandalizza più di tanto. Piuttosto mi preoccupa che il signore in questione sia anche un lavoratore della SAV. Mi dicono che si occupa di sgombero neve e lui, sul suo profilo Linkedln, dice di essere un HR Organization Manager, che non so cosa voglia dire, e di essere anche un sindacalista, forse ex da qualche giorno. Ciò mi inquieta, anche perché per esperienza guardo sempre con sospetto a queste commistioni tra sindacalisti, lavoratori e amministratori. È una cosa che ho sempre considerata anomala nel privato, figuriamoci nel parapubblico o nel privato pubblico, dove a nominare è direttamente il politico.

Non conosco il signor (omissis), se non per alcune battute che scrive su Facebook, però vorrei capire, colleghi della rinnovata maggioranza, se non siete preoccupati che un lavoratore, ex sindacalista, attivo politicamente, possa usare il suo potere di controllo amministrativo contro un collega, solo perché non è iscritto al suo sindacato o perché è di un'altra opinione politica, o più semplicemente perché gli sta sulle scatole in quanto collega. Siete così sicuri - lo chiedo anche ai colleghi Padovani e Bertin, le persone generalmente più sensibili a questo argomento - che questa scelta garantisca la necessaria terzietà e direi quel necessario distacco che dovrebbe connotare l'azione e la figura dell'amministratore? Attenzione, perché in un Cda si decidono anche le politiche premiali e gli incentivi per i singoli lavoratori. Si trattano casi individuali, casi anche disciplinari. Non conosco a sufficienza il personaggio, ma io credo che la sommatoria di fattori incompatibili tra loro porti a pensare che avete fatto una topica mondiale. Vi consiglio davvero di rivedere questa nomina.

Dalle ore 10:25 assume la presidenza il vicepresidente Fosson.