Oggetto del Consiglio n. 2703 del 18 aprile 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2703/XIV - Interpellanza: "Predisposizione di progetti per la realizzazione di un efficiente sistema musicale valdostano".
Rosset (Presidente) - Con 30 consiglieri presenti, possiamo iniziare i lavori. Punto 19 all'ordine del giorno, per l'illustrazione ha chiesto la parola il consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) -. Abbiamo accennato, nel corso della precedente interpellanza, della necessità di fare sistema tra le varie agenzie che si occupano di formazione musicale, ma non solo, anche con i cori, le bande, tutti i soggetti che in qualche modo fanno musica nella nostra regione. La Valle d'Aosta detiene un patrimonio di competenze e di conoscenze musicali unico nel panorama nazionale. Il livello di alfabetizzazione musicale della nostra regione è altissimo, credo che ognuno di noi abbia nella propria famiglia qualcuno che pratica musica. Molti sono quelli che per diletto suonano uno strumento, con competenze a volte superiori al semplice approccio amatoriale.
Io stesso, nel mio piccolo, ho avuto la possibilità di studiare musica in Valle dando gli esami da privatista al Conservatorio di Torino, e oggi canto in un coro polifonico in un "ensemble" amatoriale. Mia moglie si è diplomata da privatista in pianoforte dopo aver studiato all'Istituto musicale di Aosta. Una delle mie figlie è iscritta all'AFAM, dopo aver fatto un percorso di apprendimento musicale da piccola con i corsi SFOM passando per le scuole medie musicali e poi per il pre-accademico. Oggi canta in due cori polifonici e suona stabilmente in un "ensemble" di clarinetto. L'altra ha fatto la SFOM, le medie musicali e oggi canta in un coro. Mio fratello ha cominciato a suonare in banda dopo i quarant'anni. Mia nipote suona il clarinetto in banda. Mio cognato si è diplomato, da adulto, in chitarra, dopo aver studiato all'Istituto musicale di Aosta, e mio nipote suona e pratica il liceo musicale di Aosta.
Non è per raccontare i fatti miei, ma uso questo breve excursus personale per dire di una rete di opportunità che soddisfa le esigenze più diverse e soprattutto che arricchisce il tessuto socioculturale della nostra regione in modo unico, direi inedito, quantomeno per quanto riguarda il nostro Paese.
I giovani e i meno giovani che studiano e praticano la musica imparano a stare insieme, a fare squadra, imparano anche un linguaggio nuovo. Possiamo dire che in Valle molti sono almeno trilingue, considerando la musica una vera e propria lingua. Forse ancora più universale dell'inglese. Tanti che praticano la musica impiegano il loro tempo in modo produttivo per se stessi e per gli altri, con ciò contribuendo ad innalzare il livello culturale complessivo di una comunità.
Parlavo tempo fa con un amico direttore di un importante conservatorio svizzero, e, nel fargli una panoramica dell'offerta musicale in Valle d'Aosta, l'ho visto sinceramente colpito. Al di là della realtà conservatoriale, di cui ho detto nella precedente interpellanza, si è molto stupito per la formula SFOM. Credo che non esista altrove una scuola di formazione e orientamento musicale come la SFOM, che riesca a coniugare lo studio della musica colta con lo studio e la pratica di altri stili, che riesca ad esplorare, con rigore anche didattico, linguaggi e strumenti generalmente poco praticati nei conservatori: il jazz, la vocalità moderna, il basso elettrico, le percussioni etniche, ma anche il rock e il pop, la street band e l'improvvisazione.
È rimasto piuttosto impressionato dalle molteplici attività fatte dalla SFOM a favore delle persone con disabilità. Pensate ai percorsi misti, alla Taxi Orchestra, alla musica diversa, a "Suono anch'io" ad "Altre note" a "MistInMusica". Queste ultime due esperienze si rivolgono ai bambini in difficoltà delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
O pensate al grande lavoro che SFOM riesce a fare sull'infanzia: alla musica in gravidanza, gli atelier dagli zero ai tre anni e dai tre ai cinque anni; agli atelier orientativi, al "Suzuki" o agli atelier per adulti; agli atelier per organo liturgico o di composizione e scrittura musicale, che sono due percorsi estremamente qualificanti e - direi - utili per chi vuole fare e scrivere musica senza doversi iscrivere a un corso di organo di composizione al conservatorio. Sono corsi molto difficili a cui si arriva generalmente dopo aver praticato altri strumenti.
Si stupiva questo mio amico direttore anche dalla grande quantità di bande, di buono e di ottimo livello, presenti nella nostra regione. Ho contato sedici organizzazioni bandistiche valdostane, novecento musici, oltre seicento allievi. Alcune bande esistono da oltre centocinquant'anni: la banda di Aosta è stata fondata nel 1832, la banda di Châtillon addirittura nel 1780. Questo direttore di conservatorio si è detto molto colpito dalla nostra realtà corale, che esprime anche una grande qualità, malgrado i nostri piccoli numeri. Pensate, colleghi, che sono sette i coristi valdostani, cinque effettivi e due supplenti, che cantano nel Coro Giovanile Italiano. Una formazione di venticinque elementi finanziata dalla federazione dei cori italiani che seleziona le migliori voci d'Italia tra i diciotto e i ventotto anni nell'ambito delle migliaia di cori iscritti alla Feniarco. Questo solo per rimanere nell'ambito della musica istituzionalizzata. Ma non dimentichiamo che in Valle esiste una realtà diffusissima di gruppi folcloristici, di gruppi musicali non istituzionalizzati, che alimentano a loro modo un fermento che chiunque venga nella nostra regione riesce a cogliere.
In Valle si è sempre investito moltissimo nella musica, rendendo molto fertile quel substrato di conoscenze e sensibilità che ci rendono unici nel nostro Paese ma non solo, mi spingo a dire, senza tema di smentita, in tutta Europa. Si è investito tanto quando le risorse erano abbondanti, e si continua ad investire tanto anche adesso che le risorse sono pressoché dimezzate. Certo, la minore disponibilità ma anche il grande investimento fatto negli anni presuppongono ragionamenti nuovi per mettere a sistema l'enorme patrimonio musicale di cui siamo detentori, per renderlo più efficiente, sostenibile, soprattutto per renderlo visibile all'esterno.
Quando parlo di restituzione intendo questo. Non tanto per dimostrare, colleghi, che siamo più bravi e più avanti degli altri, ma perché la comunità ha il diritto di poter usufruire di questo investimento. Non ne faccio né una questione politica, né una questione ideologica - non sono un nostalgico del Minculpop - ma di utilità, anche. Quando si dice "mettere a sistema", significa far dialogare tutti i soggetti che fanno e insegnano musica, con lo scopo di portare vantaggio alla comunità e di innalzare la già elevatissima qualità della nostra offerta musicale. Noi oggi abbiamo diverse agenzie che si occupano di orientare e di formare la musica: le scuole medie musicali, il liceo musicale, la SFOM, il Conservatoire. Agenzie, se le vogliamo chiamare così, per semplificare, che spesso non dialogano tra loro. Non si interfacciano. Non mettono a disposizione le proprie competenze e strutture in un'ottica sinergica. Diciamo che collaborano poco tra di loro. Pensate, colleghi, che a volte la stessa attività e attività analoghe sono svolte da soggetti diversi. La propedeutica musicale, quell'attività che dovrebbe occuparsi dei bambini dai sei ai dieci anni, per esempio, è fatta da anni dal Conservatoire e dalla SFOM con un raddoppio di costi sia organizzativi che logistici. Si è provato a mettere insieme quest'anno, in un'ottica di razionalizzazione ma anche di accrescimento di competenze e di travaso di conoscenze, le due realtà, cercando di stemperare nella fase iniziale la tensione per la scelta dello strumento con l'obiettivo nei primi anni di fornire un'esperienza strumentale ad ampio raggio, cosicché la scelta nel biennio successivo fosse più dettata dalla consapevolezza delle proprie attitudini personali. Io ho l'esperienza delle mie due figlie che hanno iniziato con uno strumento - quello che piaceva a noi: a me e a mia moglie, a dire la verità - e che hanno continuato per svariati anni, frustratissime peraltro, e poi l'hanno cambiato con lo strumento che interessava loro. Dopo questo primo periodo sperimentale IMP-SFOM, stabilito con una apposita delibera di Giunta, il collegio docenti di IMP ha deciso che dall'anno prossimo le due propedeutiche saranno di nuovo separate con un aumento dei costi e probabilmente con la duplicazione di molte attività oggi gestite in comune tra SFOM e IMP.
Si è provato anche a far collaborare i docenti dell'IMP con il liceo musicale. Anche qui con l'obiettivo di far dialogare agenzie formative che negli obiettivi nazionali dovrebbero essere in continuità. In altre realtà, i corsi pre-accademici sono in capo ai licei musicali. Peraltro pare che sia in fase di ultimazione la riforma che toglierebbe i corsi pre-accademici ai conservatori per lasciare che questi si occupino solo dell'alta formazione universitaria. Pensate che qui da noi su 298 iscritti al Conservatoire, cinquantuno sono AFAM, ventiquattro "vecchio ordinamento", quindi settantacinque sono i diplomandi/laureandi, e 185 sono pre-accademici. Via questi 185, diventerebbe difficile giustificare quaranta docenti e 4 milioni di euro di bilancio.
Colleghi, chiudo per poi riservarmi una breve replica, ma voglio ancora dire che il "fare sistema" tra chi orienta, forma, tra chi fa musica, per passione e diletto, oggi diventa quasi un imperativo al quale non si potrà sfuggire, pena - lo dico senza catastrofismi - la chiusura e il ridimensionamento estremo delle nostre massime istituzioni musicali. Mettere insieme, fare sinergia con l'obiettivo di creare un modello originale, un sistema musicale valdostano forse ci riparerà dalle inevitabili razionalizzazioni che quando arrivano da fuori, colleghi, non hanno alcuna attenzione per la storia, la cultura e le tradizioni del territorio.
Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Certan. Ne ha facoltà.
Certan (ALPE) - Grazie collega Guichardaz, riprendiamo un po' l'argomento di cui abbiamo già parlato questa mattina. Lei questa mattina, in conclusione, mi ha un po' richiamato, dicendo "stiamo cercando di mettere ordine alla gestione dell'Istituto e richiamiamo quindi l'Assessore alla ricerca della trasparenza". Guardi collega Guichardaz, io la ricerca della trasparenza l'ho avuta come punto fermo in tutto il mio mandato da consigliere, quindi - quando vuole - possiamo farla insieme la ricerca dei dati e andare a cercare tutto quello che ritiene - come ha detto questa mattina - non aver trovato in questi due anni. Tra le altre cose, io ho fatto dei 116 e ho sempre ottenuto la documentazione. Anche per la risposta di questa mattina, mi sono appoggiata ai miei 116, che avevo fatto da consigliere, e quindi immagino che lei, essendo stato due anni in maggioranza, abbia ricevuto molte più informazioni di me. Mi risulta un po' strano che non abbia tutta questa documentazione. So che da parte dell'attuale presidente dell'Istituto musicale c'è stata la massima disponibilità ad aprirle tutti gli archivi. Quando lo vorrà, potrà presentarsi e sicuramente, accordandosi, contare su tutta la disponibilità degli uffici. Così mi è stato detto. Certo è che non perderò tempo - in parte le conosciamo - a cercare quali siano state le azioni che avete portato avanti in maggioranza che non hanno portato alcun risultato. Cercheremo di farne altre, e la invito a cercare insieme a noi altre soluzioni.
Io rispondo puntualmente alle sue domande, perché lei ha fatto una panoramica che io condivido totalmente. Non posso decantare come lei un livello così alto in famiglia. Io suono solo il fleyé (patois: strumento musicale folkloristico valdostano), sono autodidatta, ma sicuramente sono convinta che in ogni famiglia ci siano persone molto competenti in musica, anche grazie a tutte le formazioni che ha ricordato lei.
Per quanto riguarda la domanda n. 1, lei mi chiedeva quali siano gli intendimenti in merito al progetto di messa a sistema delle realtà che erogano musica sotto le varie forme. Nella stesura della sua interpellanza, credo abbia assimilato un po' il linguaggio della relazione della commissione degli esperti, laddove definisce gli attori della formazione musicale delle "agenzie di formazione". Io preferisco - visti anche i non pochi problemi, anche in termini di contenziosi legali che ci sono stati, causati dall'operato di quella commissione - prendere le distanze anche da un punto di vista terminologico e mi attengo ai termini utilizzati dalla legge sulla "Buona Scuola", laddove parla di armonizzazione. Credo che anche lei adesso nel presentare l'iniziativa, abbia parlato di "armonizzazione" dei percorsi formativi di tutta la filiera del settore artistico musicale. Ecco quali sono i nostri intendimenti: ripartiamo dal tavolo tecnico composto da tutti, nessuno escluso, i soggetti operanti nel settore. Tavolo invocato nel settembre 2015, convocato per due sole sedute nell'inverno successivo e poi misteriosamente arrestatosi per lasciare il posto a una molto meno democratica commissione di esperti di vostra nomina, fatta dagli allora governo, assessore e maggioranza. Nomina fiduciaria. Commissione che tutto ha fatto, tranne, a mio avviso, produrre risparmi concreti e una rete. Credo che non sia necessario ricordarle che questo tavolo tecnico partì proprio da una azione fatta dai capigruppo di maggioranza, con un documento di maggioranza in cui si evocava proprio questa sinergia. Noi partiremo da lì, perché crediamo che sia proprio lì il punto che non è stato poi sviluppato, ma ha preso una strada diversa. Io non so trovare, collega Guichardaz, le ragioni di questo cambio di rotta.
Per quanto riguarda la domanda n. 2 ("Quali sono stati i percorsi intrapresi fino ad oggi"), quanto alla restituzione sul territorio, come ha sempre affermato l'allora assessore Rini in tutte le interpellanze passate, l'offerta formativa musicale valdostana - lo ha detto anche lei oggi - è di livello eccellente e costituisce un fiore all'occhiello per la nostra regione.
In questi giorni a "Les Mots" c'è quotidianamente una classe di ragazzi che suona, e credo che il livello sia davvero alto e visibile a tutti. Anche la grande disponibilità, devo dire. E di questo ringrazio sia SFOM che Conservatoire, ma anche il liceo musicale che sta partecipando, e ha partecipato, a queste giornate. La SFOM persegue da anni un obiettivo di forte presenza anche nel sociale, nella disabilità e in progetti speciali e il Conservatoire vede la quasi totalità degli studenti in uscita - che hanno fatto della musica la propria professione - in qualità di insegnanti, professori d'orchestra o, in ogni caso, soggetti attivamente operanti all'interno del "sistema musica" valdostano, rappresentato dall'attività di bande, cantorie, biblioteche e scuole amatoriali. La stessa SFOM ha degli insegnanti, che si sono laureati con il nostro sistema, distribuiti su tutto il territorio. Quanto a una razionalizzazione dell'offerta in merito ai percorsi intrapresi fino ad oggi, credo che questa domanda andrebbe fatta al consigliere Rini, che è stata assessore fino a un mese fa.
Per quanto riguarda la terza domanda ("Come intende rilanciare il sistema musicale valdostano e quali forme di finanziamento si intende mettere in atto"), il sistema musicale valdostano va innanzitutto messo in rete. Lo ha detto lei e condividiamo questo passaggio. Purtroppo questo non è mai stato fatto. Si lavorerà in tal senso, prima di tutto attraverso una conoscenza della materia, senza la quale qualunque azione risulterebbe superficiale, avventata, per non dire pericolosa. E di leggerezze per un approccio superficiale al problema, credo che in questo periodo ne abbiamo già commesse molte, anzi, ne sono già state commesse. Esaurita la fase di studio attraverso il tavolo tecnico e una prima ricerca di tutti gli attori di questo tavolo tecnico la stiamo facendo non appena riusciremo a convocare il tavolo tecnico, glielo farò sapere, collega Guichardaz, perché penso che sia importante incontrare tutti e conoscere bene la situazione di partenza. Lo ha ricordato lei. Chiaramente non solo SFOM e IMP, ma liceo musicale e le sei scuole medie ad indirizzo musicale, più le bande e i gruppi folcloristici, che comunque operano anche loro sul territorio, e i gruppi di corali. Quindi esaurita questa fase di studio, credo che debba essere l'Amministrazione a farsi carico - anche in linea con quanto indicato nella n. 170/2015 che lei conosce bene (legge della "Buona Scuola") - della creazione di una rete tra le istituzioni d'istruzione delle discipline musicali e dello strumento musicale presenti sul territorio regionale esercitando, secondo la facoltà riservata alle norme di attuazione (decreto legislativo n. 136/2007) "la funzione di raccordo delle medesime istituzioni con il sistema scolastico ed universitario nell'ambito del proprio territorio. Tale rete innanzitutto consentirà una ripartizione efficiente ed efficace sulle risorse pubbliche. In secondo luogo, contribuirà in maniera decisa a garantire la continuità della formazione musicale e a realizzare anche nella nostra regione la verticalizzazione dei curricula e degli studi musicali dalla scuola primaria sino all'alta formazione artistico musicale". Questo lo integro con quanto ha detto lei, che credo essere molto coerente. Sappiamo che ci sono diversi atti al Senato, sono già stati visti alla Camera, adesso non so precisamente l'iter a che punto sia, però sicuramente ci sono dei nuovi passaggi da analizzare nel concreto, sia la "statizzazione" che il discorso dei politecnici artistici da verificare.
Per quanto riguarda la quarta domanda, sarò sintetica. Devo ritenere adeguato l'attuale sistema, collega Guichardaz. La situazione di oggi è il punto d'arrivo di un percorso avviato con i primi pareggiamenti dell'anno accademico 1999/2000. Pareggiamenti decretati dall'allora Assessore Pastoret. Il Conservatoire è passato da allora a oggi da diciannove cattedre pareggiate alle attuali trentotto, assorbendo via via docenti dalla SFOM, che avrebbe per contro dovuto snellirsi. Ciò non è avvenuto. Anzi, sono invece aumentate sia AFAM che le cattedre SFOM: trentotto più, credo, trentaquattro, con cattedre e classi anche doppie o triple senza essere complete. Questo lei lo conosce meglio di me. Ogni analisi sull'adeguatezza o meno di tutto ciò avrebbe dovuto farla l'Assessore all'istruzione di turno, ma prima. Prima di autorizzare tutti questi incrementi di cattedre. I costi sono rappresentati oggi dal 90 percento di posti di lavoro a tempo indeterminato. Quindi se lei mi chiede se io ritenga o meno adeguata questa situazione, le dico che di fronte a posti di lavoro a tempo indeterminato, devo ritenere adeguato questo attuale sistema, cercando chiaramente di portare le modifiche, sapendo che abbiamo a che fare con dei contratti.
Presidente - Ha chiesto la parola, per la replica, il consigliere Guichardaz. Ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente e grazie Assessore. Sull'assessore di turno lo dica a chi era prima di me, che credo sia nella sua maggioranza, quindi magari vi confrontate fra di voi. Io purtroppo non sono riuscito, sul tema della musica, ad avere grandi informazioni quando ero in maggioranza. Forse ne sto avendo di più adesso con interpellanze e altri sistemi. È il paradosso dello stare in maggioranza.
Io non voglio decantare la mia carriera musicale, io ho cominciato con lei al Comité des traditions valdôtaines - non so se si ricorda - ballavamo insieme. È vero, eravamo ballerini fissi io e la collega Certan. Poi, proprio perché mi sono innamorato della musica, a ventisei, ventisette anni senza conoscere una nota, ho avuto la possibilità di iscrivermi al conservatorio. Ed era solo per dire ciò che il nostro modello valdostano permette agli adulti, addirittura, agli amatori, alle persone che si appassionano, passando anche attraverso il percorso del gruppo folcloristico, del canto parrocchiale - io ho cantato inizialmente senza sapere una nota in un gruppo gospel - per evidenziare l'opportunità di un modello, il "modello Valle d'Aosta", che è un modello unico che dà a tutti la possibilità di progredire. Era solo questo il motivo, per cui ho raccontato di esperienze diverse nella stessa famiglia, ma credo che si replichino in tantissime famiglie. Ed è proprio questo modello originale che noi vogliamo salvaguardare, perché, collega Certan, il problema qua è che - forse per colpa di nessuno o per colpa di tutti, per colpa anche nostra che siamo stati in maggioranza o di chi vi è stato prima - noi abbiamo delle visioni, un modello spesso settoriale: la SFOM è la SFOM; l'Istituto musicale e Conservatorio è l'Istituto musicale e Conservatorio; le bande sono le bande; i cori sono i cori.
È un modello che probabilmente poteva sostenersi fintanto che c'erano delle grandi risorse che davano la possibilità alle bande, per esempio, di fare i corsi finanziati di approccio alla musica. Mio fratello e mia nipote hanno fatto i corsi di apprendimento musicale in banda, pagati anche dalla Regione, perché la Regione metteva e ha messo dei soldi anche in banda. Quindi, poiché le risorse si sono dimezzate, quello che noi cercavamo di dire è che lei parla di "armonizzazione" riferendosi alle agenzie formative, io parlo invece di armonizzazione in senso completo, cioè di sistema dove i cori, le bande, l'Istituto musicale, la SFOM e le realtà che ci sono possono collaborare tra di loro in un'ottica sinergica per elevare il livello culturale dei Valdostani, perché la musica è comunque un elemento di educazione. Le persone stanno insieme, le persone suonano insieme, imparano spesso a lasciare da parte i protagonismi, imparano spesso a concertare tra di loro. Parte da lì l'idea della concertazione all'interno di un gruppo musicale, di un coro. Lei ha cantato in un coro, credo che non siamo tutti solisti: quando canta lì dentro, ognuno deve cercare di mantenere basso il tono e cercare di amalgamarsi con gli altri.
Rispetto poi alla questione della commissione, collega Certan, la commissione è stata costituita dopo otto mesi di tentativi di mettere allo stesso tavolo persone che non volevano dialogare tra di loro, perché col collega Marquis e col collega Farcoz avevamo fatto un documento in cui si dava un chiaro messaggio politico e un mandato agli organi di amministrazione di SFOM e dell'Istituto musicale di mettersi intorno a un tavolo, nell'ottica della razionalizzazione dell'offerta. Razionalizzazione che non vuol dire risparmio o abbattimento dei costi, vuol dire sinergia: far dialogare persone e agenzie che spesso fanno le stesse cose.
Quando noi abbiamo provato a mettere insieme un progetto sulla propedeutica... poi uno può contestare la propedeutica perché vorrebbe che il bambino a sei anni scegliesse già il pianoforte - le dico che le mie figlie a sedici anni hanno scelto lo strumento vero, non l'hanno scelto a sei -. ma a sei anni si indirizza all'amore per la musica! Infatti quel progetto si chiamava - credo - "Vado a musica", o qualcosa del genere, e aveva quell'obiettivo.
Quando noi abbiamo cercato di costituire questa commissione e di dare l'indirizzo di mettersi intorno a un tavolo, affinché anche con le famiglie, con gli utenti, con gli enti territoriali si potesse fare qualcosa, qualcuno è arrivato lì a dicembre a dire "noi non dialoghiamo, dialoghiamo solo con quelli che fanno formazione istituzionalizzata, con la SFOM non si dialoga". Dopo di che lei sa benissimo quali sono stati gli indirizzi di razionalizzazione. Non sono stati di mettersi intorno ad un tavolo e di cercare di mettere insieme, in sinergia, le potenzialità. Gli indirizzi di razionalizzazione di qualcuno sono stati: "lasciare a casa qualcuno e il continuare a fare noi questo ragionamento".
La commissione - lei lo sa benissimo - è stata fatta ad aprile, e se è stato investito del ruolo di presidente Efisio Blanc, è perché già nel 2007 si era fatta una commissione in cui presidente era lo stesso Blanc, che ha fatto questo documento sulla formazione in Valle d'Aosta nella musica. Nel 2008 ne è stata fatta un'altra, con dentro la Bartolucci, Bongiovanni e compagnia bella, che non ha partorito assolutamente nulla. Ma la signora Bartolucci dice che con questa relazione loro ci tappavano i buchi della finestra. Vorrei capire con la loro, quella che non hanno prodotto, che razza di buchi andavano a coprire.