Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2691 del 18 aprile 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2691/XIV - Interrogazione: "Presentazione all'esame della competente commissione consiliare della bozza di piano socio-sanitario regionale".

Rosset (Presidente) - Punto n. 7 dell'ordine del giorno. Per la risposta, ha chiesto la parola l'Assessore Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Relativamente alla presentazione del nuovo piano socio-sanitario regionale, abbiamo avuto modo in V Commissione l'altro giorno di iniziare un approfondimento sul tema e credo sia corretto ricordare che l'ultimo piano socio-sanitario approvato da questo Consiglio regionale è quello del 2010 (legge n. 34). Da allora sono stati fatti dei percorsi, in particolare è stata presentata alla V Commissione a fine luglio 2015 una bozza di piano da parte dell'allora Assessore Fosson, una bozza di piano che ha avuto un periodo di valutazione da parte della V Commissione, che si è comunque fermata alle buone intenzioni e poi dovrà essere ripreso da questo Consiglio regionale attraverso la Commissione lavoro dell'Assessorato per vedere una sua definitiva conclusione. È bene ricordare che a livello nazionale addirittura si è fermi ancora alla data ancora anteriore dell'ultimo piano approvato: quello per il periodo 2006-2008.

Direi che pur, non avendo un piano approvato, nell'ultimo periodo si sono fatti notevoli passi avanti, almeno rispetto al welfare. L'azione direi energica fatta dall'Assessore Viérin, che mi ha preceduto, rispetto all'importanza di certi temi, di certi servizi e attività da portare avanti, non la sto a ricordare, ma è enunciata da documenti che hanno visto anche la sottoscrizione delle forze sindacali. In questo momento in ogni caso realizzare un piano socio-sanitario sarebbe stato difficile per chiunque, tant'è vero che non c'è nessuna Regione italiana che ne ha uno recente approvato, anche perché sono molte e numerose le questioni che si sono inserite nell'ultimo periodo: oltre a quella economica, è bene ricordare il nuovo Patto per la salute 2014-2015, il decreto ministeriale n. 70/2015, il vincolo sugli accordi di Confidi, i nuovi LEA di gennaio 2017 e la nuova rete oncologica Piemonte-Valle d'Aosta, per esempio, confermata con delibera n. 248/2017, tutte tematiche che incidono anche in una valutazione di proiezione futura della nostra politica socio-sanitaria. In questo senso, tenendo in considerazione questi aspetti, cercherò di venire in commissione con delle idee, e arrivo alla risposta.

Nelle premesse però credo sia anche utile ricordare che qualsiasi programmazione finanziaria dell'ultimo periodo sarebbe stata assai difficile visto che gli ultimi cinque anni sono stati sottratti, o non finanziati per scelta e per volontà, più di 200 milioni di euro (206 milioni) dal bilancio 2012 dell'azienda a quello di oggi. Sono quindi venuti a mancare 206 milioni all'investimento sulla sanità e il bilancio di quest'anno, rispetto a quello del 2012, pur essendo un bilancio che ha cominciato a confermare una stabilità, è di 58 milioni inferiore a quello di cinque anni fa, quindi programmare in senso socio-sanitario...vi è necessità anche di valutare se insieme, come Consiglio regionale, intenderemo ritornare a valutare in maniera positiva gli investimenti che in quest'ultimo periodo sono iniziati dando stabilità al bilancio. Fare una programmazione teorica su un piano socio-sanitario senza accompagnarla da una programmazione finanziaria credo sia un esercizio che, per quello che ci riguarda, non ci vuole vedere coinvolti. Nel prossimo triennio le risorse sono stabili, sono risorse che però andranno verificate rispetto agli impegni che il piano si darà.

Noi vorremmo ripartire dalle valutazioni fatte dalla V Commissione alla bozza di piano presentato, tenendo in considerazione gli elementi che le ho descritto cercando nel più breve tempo possibile di arrivare ad un documento da riportare in bozza alla discussione della V Commissione: nel più breve tempo possibile per avere la possibilità, nella fase conclusiva di questa legislatura, di aprirsi alla partecipazione di tutti i soggetti che incidono per gli obiettivi dei loro servizi, ma che noi vorremmo vedere propositivi e costruttivi nella valutazione di un piano che deve guardare alle politiche socio-sanitarie e al futuro, per aprirsi quindi ad una concertazione - che, tra l'altro, lei giustamente ha sottolineato in commissione - costruttiva anche rapida, perché i tempi di approvazione di questo documento speriamo possano essere quelli di fine anno per far sì che la politica socio-sanitaria del futuro veda un documento definitivo e conclusivo.

I punti qualificanti del piano che, come Governo, intenderemo portare all'attenzione della V Commissione sono molteplici e alcuni si possono elencare e altri saranno valutati ancora nei prossimi giorni, comunque: sicuramente dare un'attuazione al piano regionale della prevenzione; completare quella parte di riorganizzazione territoriale che è stata avviata in passato, ma anche avviare una riorganizzazione territoriale nuova con una nuova visione rispetto agli elementi legislativi che incideranno sugli accordi che dovremo andare a fare - questa riorganizzazione dovrà essere vista come un potenziamento, perché l'idea che si torni o si vada definitivamente sul territorio, valorizzando tutto quello che oggi può essere dato dai servizi ospedalieri, completandolo con buoni servizi sul territorio, è l'attenzione che noi vorremmo dare -; qualificare evidentemente l'assistenza ospedaliera e nello stesso tempo valutare come migliorare quegli aspetti legati alla mobilità passiva. Oggi la Valle d'Aosta sviluppa una mobilità passiva di quasi 20 milioni di euro, una mobilità attiva intorno agli 11 milioni di euro, quindi saper valorizzare la mobilità attiva che possiamo attrarre per ridurre questo gap e qualificare sempre meglio la mobilità passiva per quello che qui non possiamo sostenere in termini di qualità, evitando invece di sostenere quelle mobilità che, con miglioramenti dei nostri servizi, possono essere evitate, è quello che si è iniziato a fare in questi mesi. In questo senso, riuscire a garantire, attraverso dei buoni accordi di confine, e qui ci sarà bisogno della collaborazione e della concertazione anche con la V Commissione, la realizzazione di un progetto di una comunità. Una qualità nei servizi da proporre ai territori confinanti e allo stesso tempo una qualità dei servizi che andremo a sostenere, accompagnando le nostre famiglie, cercando di sostenerle anche quando i servizi sanitari dovranno essere realizzati fuori dalla Valle d'Aosta, ma nello stesso tempo sapendo sostenere chi verrà in Valle d'Aosta e accogliere chi verrà e continuerà a venire in Valle d'Aosta per farsi curare.

L'intenzione è quella di proseguire nella visione del rinnovare il nostro welfare regionale: politiche sugli anziani su tutte, arrivare alla misura unica per la famiglia e valutare quello che abbiamo detto l'altro giorno in maniera molto chiara: gli effetti di una variante al progetto che dovrà essere fatta e pensata sulla sede ospedaliera. Infine una revisione dei nostri modelli di audit e una valutazione ancora più attenta della presa in carico dei bisogni delle nostre famiglie. Evidentemente tutto questo nella misura del welfare e nella valutazione delle politiche sociali con una grossa attenzione ai nostri giovani e a tutto il tema dei bisogni crescenti nella disabilità.

Presidente - Per la replica, la parola al collega Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Anche questa interrogazione va nella direzione di stimolare cioè un'azione che purtroppo fino adesso è stata più paventata e più pubblicizzata che attivata. Lei ha citato una serie di punti che, a suo parere, dovrebbero essere qualificanti, io me li ero scritti, facendo un po' l'Houdini della situazione. Sapevo che lei avrebbe citato questi punti, perché sono i refrain che tutti gli Assessori di buona volontà tendono a rappresentare quando gli viene posta la domanda su qual è il proprio intendimento rispetto ad una programmazione. Devo dire che la nostra Regione ha sempre piuttosto ragionato, e questo non solo il suo predecessore ma il predecessore del predecessore, e comunque negli anni è sempre stata una programmazione abbastanza messa sulla carta e poi ci si è sempre arrangiati giorno per giorno a fare le cose senza che ci fosse una linearità anche in questa programmazione. Spesso, contrariamente a quanto avviene, per esempio, in Regioni che io prendo spesso a riferimento (Toscana, Emilia-Romagna) e la Provincia autonoma del Trentino, questa programmazione è una programmazione abbastanza settoriale, abbastanza chiusa in sé stessa, poco interdisciplinare. Io la invito, Assessore, a prendere il piano per esempio che è decisamente più recente del nostro, a dimostrazione che non è vero che tante Regioni, o tutte le Regioni, hanno piani antiquati come il nostro, a prendere il piano per esempio socio-sanitario della Toscana, o quello del Trentino. Se lei legge anche solo i titoli del piano toscano, si renderà conto di come la sanità e il sociale riescono a raggruppare non solo argomenti specifici di questo settore, ma riescono ad ampliare un'analisi e a creare delle relazioni che alla fine servono sì a programmare, ma a programmare l'azione di un'intera Giunta, l'azione di un'intera legislatura. Le faccio l'esempio del piano socio-sanitario sociale integrato 2012-2015, al di là dell'analisi attenta dei fattori proprio di salute della situazione anche socio-sanitaria e sociale, che prende in considerazione, per esempio, i diritti di cittadinanza: addirittura parliamo di immigrazione, una società che cambia, la libertà religiosa. Uno si chiede come mai all'interno di un piano socio-sanitario si ha un intero capitolo, per esempio, sul contrasto alle forme di discriminazione; il diritto alla casa, che non riguarda solo l'Assessorato che si occupa dell'emergenza abitativa, ma evidentemente la promozione di nuove politiche sociali e abitative, lo sviluppo dell'edilizia sociale rientra in un piano più ampio di compartecipazione tra dicasteri con una visione unica; il contrasto, per esempio, alla fragilità e alle disuguaglianze, la sanità di iniziativa, quindi tutto il discorso degli screening. Noi purtroppo qui abbiamo una programmazione degli screening che è spesso lasciata un po' alla libera iniziativa del singolo operatore, che propone lo screening mammografico, piuttosto che lo screening del colon retto o di altri tipi di screening, ma non all'interno di un disegno più complessivo che tiene conto magari proprio delle caratteristiche specifiche anche della nostra società; vedo la tutela dei bambini adolescenti, le famiglie multiproblematiche, eccetera. Se noi riusciamo a cogliere anche il meglio delle altre esperienze, cercando di farle nostre, non è che violiamo chissà quale prerogativa e peculiarità nostra. Noi siamo una Regione piccola e credo che andando ad imitare le realtà più virtuose, riusciamo anche a fare un buon lavoro, comunque aspetto l'approfondimento in commissione e questo argomento sarà poi oggetto di discussione e di approfondimenti.