Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2682 del 5 aprile 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2682/XIV - Approvazione di mozione: "Attivazione di interventi per scongiurare la crisi della Casino S.p.A.".

Rosset (Presidente) - Con 27 Consiglieri presenti possiamo iniziare i lavori.

Siamo al punto n. 19 dell'ordine del giorno. Ricordo che siamo in discussione generale. Chiederei per gentilezza un po' di puntualità, grazie. Ha chiesto la parola il Consigliere Rollandin; ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Il tema che ha impegnato l'aula questa mattinata seguiva l'ultima discussione molto accesa fatta in questo Consiglio, dedicata quasi interamente al problema della Casino e dei riverberi che su questo c'erano in relazione a tutta una serie di condizioni. Vi sono poi stati una serie di incontri preparatori con le forze sindacali che hanno seguito fin dall'inizio queste problematiche e le ringrazio, per allora e per oggi, per quanto stanno facendo a difesa di una situazione che conosciamo e con le difficoltà di cui stiamo parlando. In quell'occasione avevamo preso in considerazione i principali problemi che erano proiettati sulle preoccupazioni emerse, e soprattutto su come si poteva evitare di giungere a certe conclusioni.

Con la presentazione di questa mozione - e come hanno già detto molto bene i colleghi che mi hanno preceduto - si vuole sostanzialmente capire alcune situazioni e soprattutto poterle spiegare all'interno della Commissione competente. Oggi qui si è detto molto, anticipando anche alcuni problemi che verranno riportati nella Commissione competente, è abbastanza normale. Sostanzialmente, però, si vuole capire perché non si è dato applicazione alla legge n. 20 appena approvata per quanto attiene il tema della trasparenza e della pubblicizzazione delle norme e che deve essere fatto obbligatoriamente; se ci sono degli indirizzi dell'Amministrazione al neoamministratore e, soprattutto, come si intende intervenire per evitare i due aspetti che sono particolarmente urgenti, al di là del risanamento: evitare i licenziamenti e i problemi degli esodati, problemi che già in quell'occasione erano stati messi in evidenza. Sempre allora, si era detto chiaramente che l'unica soluzione a queste problematiche era quella di trovare dei fondi che permettessero di uscire da questa impasse. Sotto questo profilo io credo sia giusto fare un po' di chiarezza, perché - come qualcuno ha già ricordato - su questo noi ci eravamo concentrati già in fase di preparazione della finanziaria 2017, cercando di mettere in evidenza l'esigenza di alcuni interventi, che non erano una regalia o un qualcosa fatto a casaccio e a spot, ma interventi mirati per la restituzione delle somme spese per la ristrutturazione del Casinò, utilizzando anche il fondo di 28 milioni che la Casino aveva.

All'inizio nella prima bozza si era parlato di "ristoro" e si faceva riferimento ad una lettera inviata ufficialmente dall'allora responsabile contabile, il quale diceva che in base ai conti della società si aspettavano dalla Regione 48 milioni; allora si era ragionato su quella situazione. Parliamo di fine ottobre, anzi, fine settembre, quindi avevamo logicamente tutto il tempo per discuterne e per cercare di capire come intervenire. Su questo si è aperto un dibattito molto ampio, c'era chi diceva che questi soldi potevano anche non essere dovuti, ma tutti gli atti che abbiamo prodotto dicono che sono soldi dovuti. Quando si parla del famoso "può", non vuol dire che si può o no, è autorizzato, il "può" vuol dire che "è autorizzato a". Questo stava a significare e a dire in modo chiaro che questi soldi sono dovuti alla Casino. Successivamente c'è stato un lungo dibattito, molto approfondito, con i responsabili finanziari della Casino, con i responsabili contabili e con il Collegio sindacale che ha permesso di evidenziare come poteva essere ulteriormente chiarita quella famosa somma a disposizione dei 19 milioni riferita agli investimenti che possono essere utilizzati normalmente: i famosi "investimenti speciali" di cui parla sempre il collega Gerandin e che sono finanziabili (l'abbiamo già spiegato tre volte, e lo spieghiamo per la quarta). È un termine utilizzato per indicare gli investimenti che non sono legati al patrimonio. Questo è l'unico chiarimento che voglio fare ancora una volta.

Fatta questa disamina, si era arrivati ad un dovuto di 43 milioni nei confronti della Casino, che era quanto noi dovevamo mettere. Perché torno lì? Perché oggi, con molta leggerezza da una parte, si parla di interventi, e in che termini se ne parla? Perché possono essere visti in diverso modo. Voglio anche ricordare che, siccome vi erano alcune perplessità su questo intervento di 43 milioni, avevamo chiesto il parere pro veritate - di cui abbiamo già detto molto - che prima non era voluto; adesso è stato fatto, ma non abbiamo ancora le conclusioni. Nel contempo avevamo addirittura immaginato di fare un prestito garantito da parte della Regione per poter dare contezza, sviluppo e il tempo giusto per intervenire. Soprattutto volevamo fosse chiaro che l'intervento avrebbe permesso alla Casino di non sprecare soldi - perché, come qualcuno dice, se le diamo i soldi poi li spende - evitando alla stessa di dover fare ricorso alle banche con oneri che, alla fine, sarebbero in più, sono oneri che in qualche modo vanno a gravare sulla finanza pubblica e possono essere addirittura considerati come danno erariale. Io, dando direttamente il dovuto, evito che ci sia un intervento fuori dalla normalità e quindi risparmio dei soldi che oggi invece sto sprecando. Voglio dire questo perché è legato alla problematica importante di cui parliamo da giorni.

Sul discorso dell'evitare i licenziamenti adesso mi sembra siano tutti d'accordo, però per evitarlo se non ci sono i soldi è automatico che scatterà questa tagliola; tagliola che non è stata voluta dagli amministratori - vorrei ricordarlo - ma quando c'è stata l'assemblea c'è stato un provvedimento obbligatorio dell'amministratore della Casino, era "obbligatorio". È stato spiegato anche ai sindacati, i sindacati conoscono molto bene la questione e ciò che si vuole evitare in modo assoluto. Perché siamo andati su questa linea? Perché questa mattina ho sentito fare affermazioni un po' azzardate su come si è interpretato quello che noi avevamo messo nella legge finanziaria sulla privatizzazione. Noi avevamo detto che per "privatizzazione" non s'intendeva dare la società a qualcun altro, ma di privatizzarne la gestione. Se qualcuno ha la cortesia di andare a vedere il programma siglato a suo tempo, vedrà che si parlava proprio di questo, il che è molto diverso da quello che invece qualcuno adesso adombra come possibile: di far pure dei debiti, li trasformiamo in azioni e poi qualcuno se le prende, e buonanotte! Noi vorremmo evitare questo, francamente, e per evitarlo occorre uscire da questa importante differenziazione che a qualcuno non è assolutamente chiara. Quando parlavamo di privatizzazione, di incontri ufficiali con Hard Rock, era riferito alla gestione e non alla proprietà, come invece stamattina tanti hanno detto in modo assolutamente non corretto.

Perché non abbiamo chiesto questi chiarimenti in Commissione? Perché oggi tutto questo è nebuloso e si trasforma in un "procrastiniamo, vediamo" o "rilanciamo con il famoso piano". Io l'avevo anche chiesto in questo periodo, quando si è voluta fare la prima dichiarazione di avere un piano entro il 31 dicembre, ma ricordo tra parentesi che tra fine dicembre e gennaio il dottor Scordato se n'è andato, quindi non c'era più nessuno che poteva automaticamente predisporlo, tranne i responsabili amministrativi rimasti, e chiaramente non l'hanno fatto. Vorrò vedere comunque il piano che adesso voi avete procrastinato con la legge n. 2: se non vado errato, avevamo detto che con la legge n. 2 dal 31 marzo il piano avrebbe dovuto esserci, legge che adesso è stata ancora prorogata, mi sembra di aver capito. Comunque, al di là di questo, per quel poco che abbiamo potuto vedere ultimamente dopo aver lungamente riflettuto, sostanzialmente i piani che circolano e che verranno predisposti - e possiamo quasi scommettere che anche per il nuovo piano sarà così - non potranno prescindere da tre punti sostanziali: personale, clientela e gestione.

Il personale è il punto clou. Sul personale voglio tra l'altro ricordare che intanto procrastinando è scaduto il contratto precedente, per cui oggi il personale costa più di prima, perché è scattato di nuovo il meccanismo precedente. Pertanto il meccanismo del contratto che era stato oggetto di un referendum adesso è scaduto, non è più applicato, e quindi si paga di più di prima in attesa del nuovo contratto. Questo è uno dei punti chiave della discussione.

La clientela. La clientela italiana - hanno già detto molto bene alcuni colleghi - sappiamo che non ha più molto da dire. Sulla clientela straniera, invece, per carità, ci saranno stati dei difetti nell'immaginare la clientela cinese, non avevamo nemmeno la capienza per il loro gioco articolato su ventiquattro ore, di avere i soldi nel caso di vincite straordinarie per pagarli, detto tra di noi, quindi diventava un problema importante. Sulle fasi del gioco qualcuno ha detto che oggi si va sul gioco elettronico o sul gioco on line: queste sono le due posizioni su cui, soprattutto sul gioco elettronico, si andrà ad impostare il nuovo piano. Non ci saranno altre scelte.

Sul problema del personale oggi abbiamo anche fatto una discussione "segreta". La collega Morelli aveva chiesto notizie sulle dieci assunzioni che ci sono state. Io ho capito dieci, poi vedremo il verbale se non ha detto dieci, ma secondo me ha detto dieci. Comunque su queste dieci persone è emerso in modo chiaro - come avevamo detto e come è stato confermato - che non c'è stato nessun avanzamento non giustificato. Ci sono tutti i dati e li avremo, anche con il resto che abbiamo chiesto. Non ci sono state promozioni. Ci sono stati avanzamenti, attribuzioni di funzioni, e ci sono state due declaratorie contrattuali, ma sono cose diverse.

Voglio solo chiarire che sul personale - forse è bene ribadirlo, e qui l'abbiamo già detto diverse volte - non mi sembra siano mai stati fatti concorsi per assunzioni alla Casino, mai, quindi le dita nella marmellata le hanno messe tutti: chi più, chi meno.

Presidente - Collega Nogara, per favore.

... Non stiamo a dire certe cose adesso, solo perché...

Presidente - Non attiviamo la gazzarra, per cortesia.

... se qualcuno non mantiene la stessa casacca vuol dire che non era prima in una certa compagine. Non stiamo a dire questo, perché altrimenti andiamo ancora più lunghi.

Il problema di oggi è la posizione relativa al Casinò: siamo partiti nel 2013 con una Casino che si doveva chiudere, sono stati fatti degli investimenti, e io non entro nel merito se sono stati fatti perfettamente o no. Noi abbiamo tutti i pareri, i controlli, i collaudi di quanto è stato fatto, poi se ci sono altre cose vi saranno dette. Non so se ho capito male o se non si è espresso bene il responsabile attuale, ma mi pare abbia detto che la Casa da gioco è una casa importante, fatta bene dal punto di vista della struttura, almeno dalle notizie che abbiamo. "Era una Ferrari": questa è l'affermazione dell'attuale responsabile, e comunque tutte le affermazioni sono di quel tipo.

Con questa mozione noi volevamo una cosa abbastanza semplice: che tutte queste spiegazioni, che cosa si vuole, come, con chi, come sono state prese, quali indicazioni, fossero fornite in Commissione. Qui si è voluto fare un dibattito e noi l'abbiamo accettato volentieri, però la nostra richiesta andava in questa direzione: tenuto conto che non abbiamo avuto nessuna notizia in merito - alcune sono pervenute oggi - vi chiediamo solo di andare in Commissione e dircele. Non abbiamo fatto nessun'altra affermazione che non sia in linea con quanto abbiamo detto periodicamente in quest'aula e che siamo ancora qui a sostenere.

A noi interessa il fatto che si trovino i soldi per evitare i licenziamenti e per rispettare gli impegni, in particolare quelli degli esodati. È chiaro che poi bisogna mettere mano a tutto il resto del programma e spero che venga presentato. Nel programma io credo però che non ci si potrà esimere dal parlare dei tre temi da me appena accennati, declinandoli nel modo che sicuramente sapranno fare i nuovi amministratori, o almeno speriamo.

Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento. Dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto la parola l'Assessore Chatrian; ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Devo dire che ho apprezzato molto i toni pacati di questa mattina. È un dossier difficile, complesso, su cui in questi ultimi sei mesi, più di prima, abbiamo avuto modo di discutere e di confrontarci tantissime volte. Ho accettato questa delega importante tre settimane fa. Vi assicuro che, incontrando le persone, numerose sono quelle che mi chiedono se sono stato un incosciente o se ho magari quella follia di chi non ha ancora una certa età. So di essermi preso un'alta responsabilità, ne sono cosciente; poi magari qualcuno non apprezza queste parole, ma comunque volevo dirvelo, serenamente. Altro passaggio dopo la discussione di questa mattina: vorrei tranquillizzare il Consiglio e la comunità valdostana perché abbiamo un disegno, un percorso, e questo percorso sarà confrontato nelle sedi opportune, prima in Commissione, poi in Consiglio, e dopo entrerò nel merito.

In prima battuta abbiamo a cuore il salvataggio dell'azienda, e questo già da quando eravamo all'opposizione. Penso che l'opposizione abbia un suo ruolo: quello di pungolare il Governo, la maggioranza, di mettere in evidenza eventualmente certi fatti, quantomeno la situazione, e ogni tanto di portare anche delle proposte. In seconda battuta, ma non per importanza, vogliamo salvare i posti di lavoro. Terzo: l'economia del territorio, diretta e indiretta. Quarto: vorrei rassicurare anche qui il Consiglio e la comunità valdostana che nessuno ha intenzione di svendere la nostra Casa da gioco. Il quinto è un preambolo dopo aver ascoltato l'ampio dibattito di questa mattina. Vorrei puntualizzare le dichiarazioni che ho fatto sui lavoratori, perché in questi giorni mi sono permesso di dire che tutti devono fare la loro parte: la proprietà, noi, l'azienda tramite il nuovo Amministratore unico che è stato nominato e, in terza battuta, molto importanti, i dipendenti. Non mi soffermerò su altre considerazioni fatte, ma vorrei metterne in evidenza una. C'è stato solo un intervento questa mattina, che io reputo di cattivo gusto, non bello, soprattutto non utile al dibattito, da cui prendo in maniera serena le distanze; di cattivo gusto, brutto, fuori luogo, soprattutto indubbiamente non utile al dibattito, secondo me.

Ho voluto fare queste premesse, proprio a seguito della discussione che c'è stata questa mattina, per mettere in evidenza il fatto che, come Governo e come maggioranza, accogliamo la mozione che ci avete presentato e illustrato. Chiederei subito alla Presidente Morelli di calendarizzare l'audizione con il nuovo Amministratore unico e, se ritenete, anche con il sottoscritto; sarà comunque la Commissione a decidere il percorso.

Collega Marguerettaz, o collega Perron, io penso che non ci sia l'esigenza di emendare il punto n. 2 della mozione illustrata questa mattina; sui nuovi piani di risanamento ça va sans dire, penso che nel momento in cui il piano di ristrutturazione è confezionato, costruito e messo in campo, a quel punto si farà un altro incontro a livello di Commissione.

Qualche considerazione su cos'è successo negli ultimi sei mesi. Diversi colleghi oggi hanno fatto un po' di storia, di cronologia sul dibattito amministrativo e politico che abbiamo avuto in questi ultimi sei mesi. Io penso sia importante ripercorrere brevemente, in maniera molto sintetica, cosa è successo. A fine ottobre, all'interno del documento di economia (Defr), nessuna particolare criticità era stata evidenziata dall'allora Giunta regionale. È stato detto anche da altri, ma è importante comunque ripercorrere un po' il dibattito che io definisco politico e amministrativo. Successivamente l'idea del passato Governo era quella di finanziare ed integrare, tramite l'articolo 19, un ristoro prima di 48 e poi di 43 milioni di euro. Non mi dilungo, questo lo diceva bene il collega Baccega: questa è la strada individuata dal passato Governo. Il 14 dicembre 2016 poi, durante la discussione sulla finanziaria, si decise di congelare quella liquidità e approvare un ordine del giorno in cui si diceva di scrivere prima nero su bianco un documento, un piano che dica cosa si deve fare, come si deve rilanciare, quali sono le solite tre azioni da mettere in campo: clientela, riorganizzazione dell'azienda e personale (sono sempre le tre che da diversi mesi riproponiamo). Quell'ordine del giorno sanciva quindi la necessità di scrivere prima di tutto un piano. Successivamente, mi sembra - da come ho capito in queste due settimane e mezzo - che nessuno abbia incaricato nessuno, né all'interno, né all'esterno, di redigere un piano, nonostante l'ordine del giorno approvato all'unanimità il 14 dicembre 2016, ma ormai quella è storia.

Il 7 febbraio - questa è storia molto recente -il Consiglio regionale ha invece approvato una legge che modifica un po' il passato percorso, la legge n. 2/2017, in cui si dice che prima bisogna predisporre un piano di ristrutturazione aziendale finalizzato alla valorizzazione degli investimenti. Se sono stati fatti grossi investimenti, bene, male, di chi è la responsabilità non è adesso à la une, ma nella legge è stato inserito proprio questo passaggio. Prima si fa il piano di ristrutturazione aziendale che in pancia deve avere un proprio piano industriale: chi fa che cosa, come, in che maniera da poter rilanciare la Casa da gioco ed evitare comunque la perdita di posti occupazionali, e poi eventualmente si scelgono le due strade, che sono molto importanti. C'è il problema della liquidità, che chi mi ha preceduto conosce molto bene, penso quanto me in queste prime due settimane, e la legge, approvata all'unanimità, sulla quale abbiamo scritto il passaggio proprio per evitare ogni equivoco: "L'eventuale sostegno finanziario è comunque disposto successivamente all'approvazione del piano di ristrutturazione aziendale da parte del Consiglio". Questa è la legge che abbiamo approvato tutti insieme e che, secondo me, in questo momento è quella che detta un po' l'agenda e l'operazione, al di là di quello che non è andato prima ad ottobre, novembre, dicembre. Qualcuno non ha dato gambe però a quello che è stato fatto ad ottobre, novembre e dicembre: c'erano degli ordini del giorno ma l'azienda non ha dato gambe, c'erano delle leggi ma qualcuno non ha dato seguito. Ciò detto, quello ormai poco ci interessa.

Per tornare a noi, dopo la legge, l'Amministratore unico lancia la procedura di licenziamenti il 20 febbraio. Nel mentre c'è un altro passaggio importante: il dottor Scordato ci abbandona, mi sembra nel mese di dicembre, e nel mese di febbraio l'avvocato Sommo rassegna le proprie dimissioni. Questo è un dato che comunque non possiamo sottovalutare. Il 1° marzo poi, la Giunta - tranne il Presidente e il collega Viérin - dà le dimissioni; il 10 marzo si instaura la nuova Giunta e vengo nominato Assessore con questa delega.

A questo punto cosa ho fatto e cosa abbiamo fatto come Governo? Abbiamo cercato subito una persona che avesse un alto profilo, disponibile, che accettasse la sfida di un dossier delicatissimo senza risorse, sapendo perfettamente che c'era una legge approvata dal Consiglio regionale, che diceva: prima mi fai il piano, mi confezioni un piano di ristrutturazioni, c'è una procedura di licenziamento in mezzo, ma prima di questo il tutto deve essere approvato in Consiglio regionale, e dopo eventualmente il pubblico o gli istituti bancari possono nuovamente mettere in campo delle liquidità. Cosa abbiamo fatto in queste due settimane e mezzo? Siamo sotto una totale emergenza, non posso negarlo, abbiamo la scadenza dei posti occupazionali e poi c'è l'altra scadenza importante: la società è completamente e totalmente impiccata. Lo sapete, lo sappiamo, e penso che anche la comunità valdostana lo sappia.

Nel momento in cui è stato nominato il nuovo Amministratore unico gli abbiamo subito messo un obbligo fondamentale: nel giro di un mese deve produrre un piano di ristrutturazione aziendale, in modo che si possa avere un piano industriale serio, robusto, profondo, non farlocco come è successo in altre occasioni, per poter rilanciare un'azienda che in questo momento è in grandissima difficoltà. L'Amministratore in questi nove giorni ha cercato di ristabilire un rapporto informativo e continuativo con il sistema bancario, per quanto si può, perché prima ci deve essere indubbiamente l'approvazione da parte del Consiglio (così è scritto in legge). Ha incontrato il Direttore dell'INPS di Aosta per favorire una soluzione per i quarantuno lavoratori oggetto di "procedura Fornero". È stato nominato il 24 e la scadenza era il 30 marzo. Penso che chi mi ha preceduto conosca molto bene lo stato dell'arte per quanto riguarda le quarantuno persone. L'azienda ha sottoscritto una proroga - come dicevo - sino al 31 marzo maggio 2017 per i lavoratori oggetto di "procedura Fornero" (isopensione), periodo entro il quale si attiveranno tutte le iniziative necessarie al completamento della procedura cercando di accompagnare i lavoratori alla pensione. Dal giorno dell'insediamento, dal 24 marzo ad oggi, l'Amministratore unico ha avuto cinque incontri con le organizzazioni sindacali ed è stato previsto in questo momento un ulteriore incontro.

Il sottoscritto, nel mentre, insieme al Presidente, ha incontrato le rappresentanze sindacali per due volte, sottolineando qual è la strada che noi intendiamo perseguire che non è solo quella della legge n. 2/2017. In tempi rapidissimi, nel mese di aprile, perché questi sono i limiti e le possibilità che abbiamo (questa mattina si discuteva sul piano industriale, sui tempi, sulle procedure...), dovremo costruire e confezionare un piano robusto e scaricarlo - anche se in legge non c'è ma nulla c'entra - il prima possibile in Commissione consiliare per poi affrontarlo politicamente dal punto di vista amministrativo, piano che dovrà garantire un rilancio della nostra azienda, delle prospettive e soprattutto delle tre principali azioni che si devono mettere in campo. In questi nove giorni di lavoro da parte dell'Amministratore e in queste tre settimane da parte del sottoscritto, abbiamo comunque cercato di fare, da una parte, una radiografia e, dall'altra, di dare corso e gambe agli obblighi, anche perché il dossier deve essere affrontato dal punto di vista temporale e la strada percorribile non può che essere questa: seguire l'indicazione della legge che abbiamo approvato all'unanimità.

Concludo, Presidente, mi scuso se ho preso qualche secondo in più, ma le sollecitazioni che il collega Marguerettaz ieri e oggi mi ha fatto lo richiedono. L'Amministratore unico è a conoscenza della legge n. 20/2016 che io ho voluto insieme a tanti altri colleghi e che tutti abbiamo votato.

Per quanto riguarda questo Governo e questa maggioranza, l'intenzione è di comunicare nelle sedi opportune (Commissione e Consiglio), ma anche alla comunità valdostana che cosa si sta facendo, avendo come base di tutto questo un unico obiettivo: rilanciare la nostra Casa da gioco, non lasciare a casa nessuno e spiegare cosa si intende fare in maniera serena, tranquilla e pacata.

Mi permetta ancora una battuta, collega Marguerettaz, ma proprio perché oggi mi ha dato qualche spunto per quanto riguarda il nostro interesse ai giochi on line. Io penso che in un momento del genere - poi lo verificheremo - ci confronteremo sulla proposta che ci sarà nel piano industriale per quanto concerne le tre azioni principali riguardo alla parte produttiva: il gioco lavorato, il gioco elettronico e l'on line. Penso che l'obiettivo sia che tutti e tre tirino, funzionino, e se poi uno tira anche l'altro ritengo che questo nel prosieguo possa aiutare il rilancio della nostra Casa da gioco.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Perron; ne ha facoltà.

Perron (UV) - Collega Chatrian, lei evocava un intervento di non buon gusto guardando me, spero non si riferisse al sottoscritto. Se ha potuto apprezzare i toni con i quali abbiamo presentato stamattina l'impostazione della mozione - parlo per me - è perché abbiamo cercato di usare toni diversi da quelli che usava lei con noi. Ha ragione, tutti devono fare la loro parte, ma a noi continua a non essere chiaro quello che intende fare la proprietà come input. Provo a spiegarglielo, perché se lei non perdeva tredici minuti per ricapitolare ciò che è successo da ottobre fino ad ora in quest'aula... abbia pazienza, c'eravamo anche noi, con visioni diverse, con giudizi diversi, con opinioni diverse, ma abbiamo visto anche noi ciò che è successo. Non serve a niente ricapitolare per filo e per segno cosa è successo da ottobre ad oggi!

Questa mattina abbiamo cercato di avere delle risposte su tre questioni fondamentali, sulle quali continuiamo a non avere risposte: qual è l'idea della proprietà nel momento in cui bisogna cercare dei finanziamenti. Su questo mi permetto di evidenziare quanto già evocato molto bene dai colleghi Rollandin e Marguerettaz, ma voglio farlo anch'io: guardare al privato come a un possibile gestore. Non a caso abbiamo modificato la legge regionale, perché altrimenti non ci avrebbe permesso di rivolgerci ad un mercato privato per avere un possibile gestore. Certo, ci sono stati dei contatti, non abbiamo mai nascosto qual era il problema! Ricordo che all'interno di quella compagine fui severamente ripreso perché mi ero permesso di avere un contatto di questo genere, guardando se c'era un'azienda con un profilo internazionale potenzialmente disponibile ad investire sul Casinò nel momento in cui avevamo preso la decisione di modificare la legge e di aprirci, se la maggioranza lo avesse deciso (e noi eravamo molto favorevoli a questa impostazione), ad un possibile gestore privato.

Collega Fabbri, è un ragionamento radicalmente diverso da quello che noi abbiamo cercato di capire questa mattina facendo le domande all'Assessore, perché quando si chiedono dei finanziatori privati non è la stessa cosa! Vorrei che fosse molto chiaro. È in questo senso che cerchiamo di avere delle risposte: capire qual è l'idea della proprietà, perché quando ci si rivolge a degli stakeholder finanziari e si pensa di far sottoscrivere dei prestiti obbligazionari per arrivare fino ai fondi private equity, li conosciamo questi meccanismi! Sono ragionamenti totalmente diversi e noi vorremmo solo capire. Se l'intenzione della proprietà è di andare in questa direzione, ditecelo; se così è, se permettete noi faremo poi valutazioni ben diverse.

Mi permetta, collega Chatrian, le riconosco che non ha avuto il tempo, anche se è passato un mese - lei non è mai stato così clemente con noi, glielo assicuro, e non glielo voglio ricordare - ma lei però ad oggi non ci ha detto niente. Se non ho capito male, il tutto verrà demandato al piano. Noi aspettiamo questo piano. Nel frattempo non abbiamo capito se, una volta attuato il piano, c'è l'intenzione di ricorrere a dei finanziamenti da parte del socio, se c'è la volontà e in che modo di intervenire nuovamente con il sistema bancario. Attenzione, è chiaro che in questa fase il sistema bancario guarda con occhio positivo l'azienda, perché da una parte c'è il clivage dei 267 licenziamenti. Per il sistema bancario questa è una cambiale in bianco, perché purtroppo drammaticamente c'è una certezza: se va avanti questa procedura, il peso finanziario all'interno dell'azienda viene alleggerito. Le abbiamo chiesto a più riprese questa mattina di dirci se lei intende dare mandato all'Amministratore unico di sospendere questa procedura oppure no.

Ci risulta sia iniziata adesso una riunione con i sindacati, in cui il primo input dell'Amministratore unico è quello di chiedere una proroga di sessanta giorni affinché venga mantenuta in piedi la procedura attivata. Se questo è quello che intende fare quell'Amministratore noi ne prendiamo atto, ma le chiediamo di essere chiaro e di dirci se è anche la sua intenzione. Ci permettiamo di chiederglielo perché lei, a chiare lettere, come abbiamo evocato stamattina senza fare polemica, in un'occasione ha chiesto a noi, proprietà, di procedere in tal senso, e nel momento in cui è stato Assessore ha dato un input all'interno dell'Assemblea radicalmente opposto! Ci faccia soltanto capire. Noi abbiamo bisogno - credo sia un nostro diritto - di capire in che direzione pensa di andare, in questa fase, la proprietà. A noi sembra che, al di là della ricostruzione cronologica di ciò che è avvenuto - e c'eravamo - non ci abbia dato grandi notizie. Il tutto verrà demandato al piano. Aspettiamo di vedere e di leggere i contenuti di questo piano, ma continuiamo a ribadire la preoccupazione per ciò che succede.

Assessore, deduco che accetterete la mozione per poterla discutere... non ho capito, ci sarà un voto favorevole? L'ha detto, perfetto. Prendiamo quindi atto con soddisfazione di questo impegno e, per quello che ci riguarda, rimandiamo ad un confronto certamente più approfondito all'interno della Commissione consiliare competente, se possibile anche alla presenza dell'Amministratore unico.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Chatrian; ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Per sgomberare il campo da equivoci. Mi sembrava di essere stato pacato e diretto sulle due domande che questa mattina il collega Perron mi ha e ci ha posto: non vi è alcuna intenzione di svendere o di vendere la nostra Casa da gioco. Non so se non è chiaro. Prima ho letto la traccia che mi sono appuntato in tarda mattinata, dopo aver sentito le sue argomentazioni e le sue domande.

La seconda. Conosco bene la differenza - e con il collega Rollandin ci siamo confrontati diverse volte - tra la vendita di una società e la gestione di una società, sono due cose un po' diverse. Ne abbiamo discusso anche in sede di finanziaria. Non so a chi parlava lei, ma ne ho discusso in maniera diretta con l'allora Presidente Rollandin, quindi conosciamo la differenza nel merito e non nella forma.

La terza domanda. Collega Perron, per quanto riguarda la procedura n. 223 messa in campo dall'avvocato Sommo, nei giorni scorsi ho sentito qualcuno dire che qui si parla solo di proroghe... Evviva! Se c'è una proroga vuol dire che da parte dell'azienda c'è la volontà di trovare delle soluzioni. Non scherziamo su queste cose. Parlando di proroga "ex Fornero" dei quarantuno esodati, colleghi, il timer era partito il 1° ottobre 2016. Se questo nuovo Amministratore ha prorogato di sessanta giorni è perché ha la totale volontà di trovare delle soluzioni, ma che ad oggi - scusatemi - dal 24 marzo al 30 marzo non aveva: non aveva né la liquidità, né la possibilità per darvi gambe e corso dal 1° ottobre 2016 ad oggi.

L'ultima domanda del collega Perron mi chiede di dirgli cosa ne penso io e cosa ne pensiamo noi sulla procedura: l'indirizzo dato all'Amministratore unico per quanto riguarda la procedura n. 223 messa in campo dall'allora Sommo è quella di reperire, cercare qualsiasi soluzione per non mandare a casa nessuno.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione; ne ha facoltà.

Marquis (SA) - Il dibattito sull'argomento oggi è stato molto partecipato, ha evidenziato posizioni differenziate, anche se il tutto è avvenuto con toni che abbiamo potuto apprezzare, adeguati. La mozione presentata, stante il tema, ha dato occasione di fare una disamina e un confronto sulla tematica che hanno dato la possibilità di evidenziare aspetti differenti. Non ci si può esimere dal fare alcune considerazioni anche sul passato, seppure noi vogliamo guardare con uno sguardo di prospettiva.

Oggi siamo in questa situazione perché c'è stato un passato, collega Perron. Occorre avere capacità di autocritica sotto il profilo politico.

Ho avuto modo di apprezzare poc'anzi le parole del collega Rollandin secondo il quale qualcuno ha avuto le dita nella marmellata: non tutti, non tutti qui dentro hanno avuto le dita nel barattolo della marmellata. Noi quest'autunno dicevamo che la politica doveva prendere le distanze dalla Casa da gioco e intendevamo proprio questo: intendevamo che la politica doveva fornire degli indirizzi e la società doveva adempiere alla gestione, un modello gestionale che è diventato destrutturato e deficitario nel tempo.

Noi abbiamo piena consapevolezza delle difficoltà che ci sono sotto il profilo finanziario, delle difficoltà che ci sono per salvare i posti di lavoro e del riverbero di queste difficoltà sul territorio circostante. Quello che però mi spiace e di cui oggi non ho sentito cenno dall'opposizione è che la musica deve cambiare. Noi, in diverse occasioni, abbiamo sostenuto e continuiamo a sostenere che occorre voltare pagina, occorre guardare in modo nuovo verso la gestione della Casa da gioco, perché diversamente è difficile uscire da una situazione di difficoltà.

Stamattina, collega Perron, lei ha asserito che il Casinò è stato utilizzato a fini politici: così non è. Il Casinò è uno dei temi che ha acuito la distanza all'interno della maggioranza tra le forze politiche da quest'autunno. Questo è vero, perché si confrontavano due modi di vedere, due modi di impostazione rispetto all'affrontare il futuro di questa azienda. Non possiamo non dire che c'è stata anche un po' di improvvisazione sotto il profilo dell'approccio politico, non solo sotto il profilo della gestione. La scorsa estate si sentiva parlare di segnali positivi attraverso le ANSA prodotte. A settembre non si ipotizzava la necessità di risorse e ad ottobre sul documento di economia e finanza (Defr) non c'era traccia della presenza della Casa da gioco. A novembre si parlava della richiesta di 48 milioni da un giorno all'altro per poter risanare una situazione di grande difficoltà. Da qui è iniziato un confronto anche serrato e difficile all'interno della maggioranza, è iniziato un lavoro all'interno delle Commissioni, in particolare della II Commissione, nella quale si è affrontato questo tema con grande senso di responsabilità. Tale lavoro ha portato poi a produrre la proposta della legge n. 2/2017 approvata a febbraio, che è stata poi condivisa all'unanimità internamente a quest'aula. Detta proposta faceva seguito ad un periodo di inerzia, perché il piano industriale avrebbe dovuto essere predisposto a partire dal 15 dicembre, da quando è stato approvato un ordine del giorno all'interno di questo Consiglio. Evidentemente in questa fase tutta quell'inerzia che c'è stata in quei tre mesi non ci ha aiutato.

Ora, in venti giorni, bisogna arrivare alla definizione di un piano industriale che, così come previsto dalla legge nazionale "Madia", deve essere un piano di risanamento che deve evidenziare le possibilità di uscita da una situazione di profonda difficoltà della Casa da gioco. Devono però essere possibilità veritiere, non possono più essere piani finanziari come quelli visti in passato che, per tutta una serie di situazioni, non hanno potuto avverarsi o concretizzarsi. Ora evidentemente la situazione è difficile, la nuova governance è impegnata nella definizione di questo piano di risanamento, che dovrà essere presentato prima possibile all'attenzione di questo Consiglio e della Commissione consiliare. È per questo che non possiamo che condividere la proposta di partecipare come Consiglieri all'approvazione e, anche se non è previsto per legge, alla condivisione di questo strumento fondamentale per tracciare un futuro sostenibile alla nostra Casa da gioco. È solo con la predisposizione di questo piano che ci sarà la possibilità di valutare le azioni per poter risanare l'azienda. Sicuramente le azioni dovranno essere concentrate sul fronte dei ricavi per migliorare gli incassi, ma dovranno essere anche poste delle attenzioni sotto il profilo dei costi della gestione, una razionalizzazione rispetto alla situazione ereditata e a quella in essere.

Come è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto, le leve sono quindi due o tre, bisognerà lavorare su tutte con senso di grande responsabilità, e tutto questo andrà fatto nei limiti previsti dalla legislazione vigente, legislazione sicuramente molto stringente, che determina anche le possibilità di intervento da parte della pubblica amministrazione. Credo che anche all'interno del piano saranno evidenziate e declinate le possibilità per finanziare questo tipo di intervento. Potranno essere declinate le fonti, che possono essere quelle derivanti dalla pubblica amministrazione, così come potranno essere evidenziate le possibilità di attingere al mercato per poter reperire le risorse necessarie onde garantire l'attuazione di un piano.

Noi crediamo sia fondamentale l'attuazione di un piano per superare questa fase di grande difficoltà, per poter interrompere questa procedura di licenziamento collettivo attivata dalla n. 223, per portare a termine e a compimento le procedure dei quarantuno esodati, ma soprattutto per dare uno sviluppo sostenibile all'azienda, un futuro ai lavoratori e specialmente al territorio circostante per i riverberi positivi che questa azienda dovrebbe avere sull'economia locale.

Presidente - Non ci sono altri interventi, possiamo mettere in votazione la mozione. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti : 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.