Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2681 del 5 aprile 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2681/XIV - Inizio discussione generale sulla mozione: "Attivazione di interventi per scongiurare la crisi della Casino S.p.A.".

Rosset (Presidente) - Con 30 presenti possiamo dare inizio ai lavori. Siamo giunti al punto n. 19 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il consigliere Perron, ne ha facoltà.

Perron (UV) - Su questo argomento, collega Chatrian, noi sentiamo la necessità di fare il punto e, volendo farlo, non vogliamo partire da troppo lontano. Non vogliamo rivangare tutto ciò che è stato, tutte le cose che avremmo da dire e anche le contraddizioni che sono state portate avanti dal bilancio in poi, quando qualcuno ha radicalmente cambiato opinione e atteggiamento. Non vorremmo neanche rievocare tutto ciò che è successo e l'atteggiamento tenuto in II Commissione: ricordo i rimproveri sul metodo, fatti in modo particolare al sottoscritto e al presidente Rollandin.

Noi oggi vorremmo soffermarci, collega Chatrian, sulle prospettive. Vorremmo capire su questo argomento dove si va e quale futuro la proprietà e l'azionista (la Regione) immagina di dare alla casa da gioco. Con quale occhio e con quali azioni immaginiamo di guardare al futuro, perché per certi aspetti è dal bilancio - lo penso io - che questo dossier è stato usato come un forte strumento per fini politici. È dal bilancio che si rinvia ed è dal bilancio che non si fanno delle scelte.

Noi avevamo ipotizzato un percorso che era molto chiaro, nel senso che, forse sbagliando un po' la comunicazione, avevamo immaginato che nella legge finanziaria, quindi nello strumento principale di programmazione economico finanziaria della Regione, si facessero dei passi e si mettessero in piedi degli interventi. Uno di questi interventi era contenuto in un ragionamento di restituzione finanziaria, perché gli investimenti erano stati fatti dalla proprietà e, quindi, a noi sembrava corretto regolare i rapporti con la società che aveva fatto gli investimenti per conto della proprietà, cioè dell'Amministrazione regionale. Su questo - voglio ricordarlo - avendo delle opinioni anche molto diverse, avevamo chiesto addirittura di avere un parere. Io non ero in Giunta il 3 febbraio, ma voglio ricordare con quale forza un collega si oppose anche solo alla richiesta di un parere! Volevamo chiedere un parere a Finaosta, affinché ci dicesse se c'erano delle contraddizioni, se era tutto a posto da un punto di vista giuridico e per ottenere anche dei suggerimenti su come andare a impostare questo genere di pratiche. Questo non fu fatto e si arrivò al 24 febbraio per trovare un accordo in Giunta e per poter chiedere a Finaosta un parere.

Su questo primo aspetto, collega Chatrian, io le ho fatto un 116 al quale non ho avuto risposta. Ci piacerebbe sapere cosa dice questo parere, perché è passato quasi un mese e mezzo: noi vorremmo sapere i contenuti di questo parere, che credo ci aiuterebbe a sviluppare dei ragionamenti.

Io non voglio infierire, ma neanche dimenticare, collega Chatrian, quello che per anni è stato il suo disco. Per anni abbiamo sentito in quest'aula soltanto fare delle critiche alle scelte, avanzare dei dubbi e delle perplessità a priori, invocare in tutti i Consigli regionali con regolarità la necessità di un cambio di metodo, di una nuova governance, di nuove scelte, di una nuova filosofia, di un nuovo approccio. Finalmente il tempo le ha dato ragione e ora ha l'occasione di mostrare a tutti noi, alla Valle d'Aosta e al mondo intero, questo nuovo cambio di metodo. Ora tocca a lei, che tante volte in mozioni, interpellanze e interrogazioni ci ha dispensato consigli ed elargito giudizi, avanzando - mi permetta - tantissime critiche in ogni occasione, ma con poche proposte.

Noi vorremmo fare il punto, perché a un mese dall'insediamento di questa Giunta non abbiamo ancora avuto un'occasione ufficiale per poterci confrontare. Abbiamo chiesto un confronto in Commissione che non è avvenuto e non ci sono state delle comunicazioni neanche ieri, alla ripresa del Consiglio regionale, circa questa nuova governance, per cui abbiamo ritenuto necessario fare questa iniziativa per poter fare il punto sulla situazione. Io credo che tutto il mondo si stia rendendo conto - e anche lei - come a volte è più facile fare dei proclami, piuttosto che poi realizzare dei fatti. Di questo se ne rendono conto tutti coloro che l'hanno ascoltata in questi anni e se ne rendono conto i dipendenti della casa da gioco. Se ne rende conto la Valle d'Aosta, perché nei fatti il suo esordio sulla materia non è stato francamente così brillante. Lei più di una volta ha evocato la centralità di questo Consiglio regionale e oggi siamo noi a chiederle che lei sia coerente con quanto ha indicato.

Veniamo ai fatti. Lei, presidente Marquis, se non ricordo male, in una conferenza stampa ha parlato di continuità, a proposito della nuova nomina dell'amministratore unico, richiamando un principio di continuità nella scelta. Io le richiamo un ordine del giorno che impegnava il Governo regionale a rivedere radicalmente l'organizzazione della Casinò. Tra parentesi, se non abbiamo capito male, ricordo che l'impostazione che lei pensava di dare non era quella dell'amministratore unico, ma di un consiglio d'amministrazione con una ripartizione delle deleghe. Guarda caso, uno di questi era uno dei titolari dello studio al quale poi venne affidato il parere legale del presidente Rosset per la soluzione della controversia. Ma questo sarà un dettaglio, sarà casuale! Però questo è uno dei primi dati che abbiamo potuto notare in questa scelta. Noi su questo chiediamo di capire: qual è l'impostazione della governance che intende dare al casinò! Perché francamente non l'abbiamo capito. Se il giorno prima l'impostazione era quella di un consiglio d'amministrazione con una ripartizione di deleghe, ma poi, per i fatti che ben sappiamo legati alla cronaca giudiziaria, nella notte si cambia opinione e si stabilisce un amministratore unico, le chiediamo soltanto di farci capire qual è l'impostazione che intende dare.

Lei ha parlato di evitare il rientro dei quarantuno esodati, se non ricordo male. Noi gradiremmo capire qual è l'impostazione, l'atteggiamento, l'idea della proprietà, perché anche questa è una partita difficile che comporta - lei lo sa quanto me - degli oneri finanziari di un certo tipo per l'azienda. Non abbiamo capito quale sia il nuovo corso e come intenda comportarsi su questa materia.

Si è parlato di uno degli argomenti più difficili: di rimettere in sicurezza i conti. Abbiamo sentito francamente un po' di tutto: da una indisponibilità iniziale a intervenire, nel senso che era necessario rompere con una logica del passato, a un possibile intervento, qualora ci sia il piano aziendale sul quale torneremo dopo, fino a paventare un possibile intervento da parte di privati. Su questo noi vorremmo chiarezza, perché lei giustamente nell'assemblea dei soci - anche nel verbale che correttamente ci ha mandato - auspica un sostegno finanziario delle attività di sviluppo e di investimento, che avvenga con il coinvolgimento di terzi. Noi chiediamo chiarezza, collega Chatrian, perché noi vogliamo capire fino in fondo cosa la proprietà immagina di fare, visto che lei dichiarava che "occorre attivare prontamente tutte le attività di coinvolgimento dei potenziali finanziatori".

Se il ragionamento è quello di coinvolgere gli stakeholder finanziari, se il ragionamento è quello di attivare dei prestiti obbligazionari a media e lunga scadenza con la sottoscrizione dei partner finanziari o altre forme innovative di finanziamento, allora li conosciamo anche noi questi sistemi. Questo avviene attraverso la negoziazione con i debitori: parliamo degli accordi in bonis, parliamo delle procedure stragiudiziali ex articolo 67, delle procedure giudiziali ex articolo 182, per arrivare ai fondi di private equity. Se l'intenzione della proprietà è quella di arrivare a queste forme di finanziamento e di intervento per sostenere il casinò, noi chiediamo chiarezza, perché questo credo sia uno degli elementi principali sui quali tenere alta l'attenzione. Le assicuro, collega Chatrian, che noi su questo saremo non vigili, ma molto di più, perché questo è uno dei passaggi sulle prospettive che ci preoccupa davvero tanto. Chiediamo chiarezza e chiediamo che lei su questo argomento ci dica qualcosa in più.

Vorremmo anche capire - è uno degli ultimi punti della mozione - quale futuro si immagina per i dipendenti. Quando si immaginava un percorso, certamente uno degli interventi per cui si doveva intervenire come Amministrazione regionale era per regolare i rapporti di tipo finanziario, ma era anche per mettere in sicurezza l'azienda, per evitare che si dovesse procedere a forme di intervento di riduzione dei costi come quella che è avvenuta, perché questo è stato necessario poiché non intervenendo da una parte, si è dovuto agire drasticamente con la riduzione dei costi. Lei diceva il 22 febbraio, alla presenza del numeroso pubblico presente in quella occasione: "una cosa però può e deve farla subito - rivolgendosi al Presidente della Regione, cioè alla proprietà - sospendere immediatamente l'apertura ufficiale della procedura n. 223/91 (licenziamento collettivo), che è quello che abbiamo presentato con una risoluzione. Chiediamo al Presidente della Regione di sospendere immediatamente l'apertura ufficiale della procedura". Salvo poi che la proprietà diceva, come scritto nel verbale dell'assemblea, che - intervento suo -: "il nuovo organo di amministrazione dovrà - sottolineo il "dovrà" - proseguire nella gestione della procedura per la riduzione del costo del personale avviata ai sensi della n. 223". Chiediamo di capire: da una parte quando era consigliere bisognava stoppare la procedura, invece adesso che lei è il titolare del dossier e oggi rappresenta la proprietà, nel momento in cui viene fatta l'assemblea l'input che dà la proprietà è di continuare nell'attivazione di questa procedura; ci faccia capire.

Noi chiediamo di avere chiarezza su questo dossier, chiediamo di fare il punto della situazione. Non sto a rievocare le impegnative che abbiamo formulato, perché sono chiare e le ho illustrate per sommi capi. Abbiamo ritenuto importante attivare lo strumento della mozione, con cui si chiede un'impegnativa in Commissione. Lei credo non sia la persona che si sottrae al dibattito, anzi: se vuole darci queste rassicurazioni in aula, meglio ancora, nel senso che la formulazione della mozione ci poteva portare soltanto a chiedere un impegno in Commissione, ma se lei ci dà rassicurazioni in aula, per noi è ancora meglio. Era l'occasione che chiedevamo per poter fare il punto, perché finora non abbiamo avuto ancora una circostanza per confrontarci, per capire quale filosofia, quale impostazione questa nuova governance intenda dare a un'azienda fondamentale per il futuro della nostra regione.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Il collega Perron ha spiegato bene la mozione nei dettagli tecnici, mentre io cerco di rimanere piuttosto sugli aspetti politici, che credo siano importanti anche per inquadrare il contesto e per tracciare un quadro.

Colleghi, quando eravamo in maggioranza insieme al UVP e alla Stella Alpina, confesso di non aver apprezzato il modo con cui colleghi che oggi siedono nella nuova maggioranza hanno condotto la partita sul casinò. L'ho detto anche pubblicamente: non mi è piaciuto lo spostamento del dibattito dalla IV alla II Commissione, quella presieduta dal collega La Torre, perché mi sembrava strumentale ad altro che non fosse un opportuno approfondimento sul tema della casa da gioco. Non mi è piaciuto il modo con cui è stata presentata e depositata la legge regionale sul casinò, senza nessuna condivisione e dibattito con alcuni dell'allora maggioranza, tra cui noi del PD-Sinistra-VdA. Soprattutto non mi è piaciuto l'uso strumentale della "questione Casinò" per indebolire e infine abbattere la vecchia maggioranza. Questo nostro disappunto l'abbiamo sempre espresso, accompagnandolo con una riflessione di tipo metodologico: come si può mettere in stato di accusa qualcuno per la scarsa trasparenza e condivisione, se poi ci si comporta allo stesso modo, se non addirittura peggio.

Questo aspetto della futura nuova maggioranza, questo dire le cose per poi magari farne altre: mi riferisco anche alle strategie d'aula, quando ci si accordava in un modo, ma poi all'ultimo momento si tirava fuori una risoluzione o qualche ordine del giorno non concordato, giusto per mettere in difficoltà qualcuno. Queste cose hanno portato noi del PD-Sinistra-VdA a restare dove siamo oggi, cioè all'opposizione, non accettando le lusinghe di un ruolo di governo e altri eventuali benefit.

Ricordo bene, colleghi della maggioranza, quando facevamo i nostri grandi dibattiti sul metodo, quando immaginavamo percorsi di condivisione sui grandi temi. Noi eravamo assolutamente d'accordo a cambiare registro, a cambiare metodo, questa parola abusatissima negli ultimi dieci mesi. Pensavamo che sui dossier più delicati - il casinò era uno di questi - si potesse trovare un'intesa tra maggioranza e opposizione, sempre nell'esclusivo interesse dei valdostani, sempre nell'esclusivo interesse dei lavoratori e dell'indotto - lo dicevate allora, rivolgendovi alle maestranze presenti sugli spalti - ma anche per socializzare un problema che riguarda trasversalmente ogni forza politica, tanto che abbiamo votato mozioni e risoluzioni che andavano nella direzione di affrontare tutti insieme in Commissione le problematiche più cogenti. Sul casinò ci siamo riuniti un sacco di volte, pure durante le vacanze di Natale. Era forte la necessità di lavorare insieme, maggioranza e opposizione, anche con i sindacati, anche con le maestranze per trovare una soluzione concreta al problema della casa da gioco, soprattutto dopo che l'azienda aveva intrapreso la procedura di licenziamento collettivo.

Il collega Chatrian era sempre in prima linea a reclamare un doveroso cambio di passo. Lei, Assessore, ha coniato l'espressione "la casa di vetro", per indicare l'esigenza di una totale trasparenza e condivisione delle strategie sul casinò. Oggi siamo qui a verificare se le belle parole e il richiamo alla trasparenza che facevate ogni due per tre, valgono anche per voi. Avete fatto un cambio di governo, che io non amo chiamare ribaltone o golpe per non offendere nessuno. Lo avete fatto in nome del cambio di metodo, del "basta con l'uomo solo al comando". Ma oggi, colleghi, siamo qua a elemosinare un passaggio in Commissione per farci dire da voi, i campioni della trasparenza, come avete selezionato la nuova governance del casinò, quali idee avete per evitare i licenziamenti. Quali sono le indicazioni che intendete dare agli amministratori per il nuovo piano di risanamento aziendale? Poi, si riuscisse a capire chi sono questi nuovi amministratori! Sono partiti in tre, oggi è uno, domani saranno cinque: non si capisce niente.

Non vi sembra un po' strano, colleghi, che noi si debba chiedere, dopo tutte le manfrine sulla "casa di vetro" e sulla "barra a dritta", che voi veniate ad aggiornarci in Commissione sulle vostre strategie e sui percorsi ormai intrapresi? Non esistessero i giornali, non sapremmo assolutamente nulla di ciò che state combinando laggiù. Non esistessero i sindacati, che ci fanno la cortesia di aggiornarci su ciò che succede, non sapremmo assolutamente nulla di ciò che state combinando laggiù. Se ci fossimo comportati in questa maniera quando eravamo in maggioranza, se l'ex presidente Rollandin avesse fatto come state facendo voi oggi, lo avreste messo alla gogna! Naturalmente parlo in termini politici. I colleghi della "casa di vetro" avrebbero fatto un pandemonio. Avrebbero probabilmente istituito, con l'aiuto di qualche collega della minoranza, l'ennesima Commissione d'inchiesta, mettendo in stato d'accusa il "sistema Rollandin". Invece qui tutto passa in silenzio.

Apprendiamo dalla televisione della nomina di un amministratore unico, pagato ben di più del precedente. Leggiamo che questo signore, che neanche avete avuto la cortesia e la delicatezza di presentarci, o quantomeno di farci avere un suo curriculum, ha fatto una manifestazione di interesse, anzi, un bando di gara. Poi vorrei capire quanti in Valle d'Aosta sono in grado di riuscire a risalire a questo bando di gara: bisogna fare otto passaggi e non è neanche sulla home page del sito internet della Saint Vincent Resort & Casinò; bisogna scavare per riuscire. Probabilmente lo sanno i cinque predestinati che il bando di gara si trova lì. Il nuovo amministratore ha fatto un bando di gara per costituire una squadra che lo aiuti nell'elaborazione del piano di risanamento. Qualcuno sa dirci quanto ci costeranno questi signori, per fare un piano che fino a ieri pretendevate fosse fatto in beata solitudine dall'ex amministratore unico o dalla Giunta? Oggi ce ne vogliono sei.

Collega Cognetta, colleghi Gerandin e Padovani, voi che siete quelli delle "mani libere" e del "voto a seconda", cosa mi dite di questa bella novità? Siete contenti del nuovo corso, del nuovo metodo che contraddistingue questa maggioranza? Probabilmente vi accontentate, colleghi, di vedere qualcuno seduto tra i banchi della minoranza sperando che, passata l'emergenza, ci sarà una fase di normalizzazione e si tornerà alla fantomatica "casa di vetro".

Ieri il presidente Rosset ci ha raccontato che fate delle gran belle riunioni di maggioranza che durano ore e ore. Probabilmente in quelle chilometriche riunioni voi venite informati su tutto ciò che succede. Forse, con i dovuti omissis, un minimo di informazione potreste darla. Non dico a noi dell'opposizione, ma alla gente che vi guarda da fuori e che non capisce quali valutazioni avete fatto per scegliere l'uno al posto dell'altro. Perché l'avvocato Di Matteo? Abbiamo dovuto fare tre mesi di Commissione per scavare, per capire il significato delle scelte delle precedenti amministrazioni e voi scegliete una persona, dignitosissima: io sono andato a guardare il suo curriculum sul sito del suo studio e mi sono fatto un'idea anche delle competenze che ha. Ci chiediamo e i cittadini si chiedono perché dagli ipotizzati tre amministratori siete passati a uno. Qualcuno sa dire qualcosa? Sembrava fosse certa questa triade che avrebbe risolto i problemi del casinò. Quali competenze specifiche ha o avrebbe l'avvocato Di Matteo in materia di risanamento aziendale? Quali garanzie è in grado di dare il famoso team di super esperti di cui lo stesso intende circondarsi? Torno a ripetere: quanto ci costerà, colleghi, questo misterioso team? Non è che poi questi signori, assessore Chatrian, ce li troveremo a libro paga dopo il 15 maggio?

Collega Morelli, lei che usa spesso toni apocalittici, che si dispiace per la degenerazione della politica, cosa ci dice di questo nuovo corso della politica valdostana: è contenta e felice?

Cari colleghi, vi confesso che più passa il tempo e più sono convinto che abbiamo fatto la scelta giusta a non saltare sul carro dei vincitori. Preferisco sinceramente una onesta e umile opposizione, a un cambio di registro come quello che avete fatto voi non appena vi siete seduti su quelle poltrone. Vedremo quando verrete a chiederci di socializzare le responsabilità dei vostri fallimenti, sempre nell'esclusivo interesse dei valdostani, dei lavoratori, dell'indotto, del territorio. Forse allora ci riaprirete la vostra casa di vetro.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Morelli, ma forse l'aveva già chiesta anche il consigliere Marguerettaz? La parola al consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Solo per mozione d'ordine. Volevo chiedere al Presidente, come faceva di solito, di invitare a un'alternanza degli interventi tra maggioranza e minoranza. Ma sono stato anticipato, perché la collega Morelli si è prenotata, quindi mi scuso.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Morelli, ne ha facoltà.

Morelli (ALPE) - Nel merito, questa mozione direi che non ha nulla di strano. È una perfetta mozione da minoranza che chiede giustamente delle informazioni, che chiede di puntualizzare. E vi assicuro che io di esperienza in questo campo ne ho. Ha una premessa stringata, corretta, puntuale e anche l'impegno contiene delle richieste assolutamente plausibili. È giusto, è comprensibile che la minoranza voglia capire quali sono le intenzioni, quali sono gli indirizzi, quali sono i nuovi piani riguardanti un'azienda come il casinò.

È risaputo che questa azienda è in enorme difficoltà, non da oggi: è sull'orlo del collasso. È noto come ci sia una procedura di licenziamento collettivo aperta il 20 febbraio scorso dalla dirigenza precedente. Si parla di 264 esuberi, di 41 esodati: sono numeri importanti, perché ognuno di questi numeri corrisponde a una persona con dei suoi problemi, con una situazione familiare personale e quindi le vostre preoccupazioni sono assolutamente legittime e corrette, così come le nostre. Il 24 marzo, nemmeno dieci giorni fa, si è insediata una nuova governance, un nuovo amministratore unico che arriva dopo una serie di esperienze deludenti, vogliamo definirle così. Quindi, anche in riferimento a questo argomento, l'interesse e la necessità di essere informati da parte della minoranza sono assolutamente legittimi e corretti. Così come ci sta nella normale dialettica l'appello a convocare la Commissione. Tra l'altro il problema è già stato affrontato nella prima riunione della IV Commissione di questo nuovo corso e non ci sarà assolutamente nessun problema a calendarizzare una seduta o più, quante sedute verranno ritenute necessarie, per affrontare questo tema.

Però in questa mozione c'è qualcosa che dà quella sensazione di grincement de dents - non so se avete presente quel un piccolo formicolio - che me la fa percepire un po' come qualcosa di anacronistico. Intanto il fatto che i firmatari, a eccezione dei due nuovi colleghi Cretier e Contoz, ai quali non possiamo attribuire nessuna responsabilità pregressa, tutti gli altri firmatari sono coloro che hanno determinato le sorti di questa azienda più di altri, che l'hanno accompagnata passo passo verso la situazione nella quale si trova ora. Il primo firmatario, il collega Perron, di cui peraltro io apprezzo sempre i toni misurati - a me piacciono gli interventi in cui si misurano le parole e si dà alle parole il significato corretto - è quel signore che circa sei mesi fa dichiarava: "Je crois avoir répondu de façon très claire qu'à ce moment il n'y a à l'étude aucune intention de recourir à des financements extraordinaires en plus de ceux qui ont été adressé dans le temps à la maison de jeu". Come a dire che non sarebbero stati necessari: io la interpreto così questa frase che è già stata citata più volte in questo Consiglio, perché è una frase emblematica, significativa e non era detta da chiunque, ma dall'Assessore alle finanze con delega al casinò. Così come, assieme agli altri firmatari, votava il 14 dicembre 2016 un ordine del giorno che impegnava il Governo regionale "a condizionare qualsiasi altro aiuto pubblico alla Saint Vincent Resort & Casinò alla presentazione entro il 31 gennaio 2017 in II Commissione consiliare...". Qui potremmo aprire una parentesi e discutere sul fatto che fosse competente la II o fosse più competente la IV Commissione: trattandosi di aspetti finanziari, se n'era fatta carico la II Commissione, ma non credo che alla fine la sostanza cambi. I commissari della IV Commissione partecipavano in massa anche alle riunioni della II. Dicevo, "...in II Commissione consiliare di un piano di riorganizzazione" che era stato definito certo, strategico e misurabile. Anche qui è giusto dare il peso e il significato alle parole: certo, strategico e misurabile. Siamo ancora in attesa di quel piano.

In compenso - faccio un ulteriore inciso - abbiamo saputo che a gennaio qualcos'altro si è mosso, mentre si era in attesa del piano. A pochi giorni dall'apertura della procedura di licenziamento collettivo di 264 lavoratori, che l'avvocato Sommo non ha certamente deciso in solitudine - questo è giusto dirlo - a gennaio qualcosa si è mosso all'interno del casinò e sono state fatte delle promozioni. Con quali criteri? Giustamente voi vi ponete delle domande: con quali criteri è stato nominato l'amministratore unico? Beh, noi chiediamo con quali criteri siano state fatte delle promozioni all'interno della casa da gioco. Forse anche su questo è necessario approfondire, collega Guichardaz.

(Voce fuori microfono)

Presidente - Collega Marguerettaz, per cortesia! Vi chiedo per cortesia di lasciare proseguire la collega.

Morelli (ALPE) - Collega Guichardaz, le ricordo che sul carro del vincitore forse voi ci siete saltati in altri tempi precedenti, ben precedenti. Non voglio innescare una polemica, però visto che lei mi viene a cercare, mi trova!

Ripeto, c'era l'azienda sull'orlo del baratro, ma c'era chi pensava a fare delle promozioni e - pare - fior di promozioni, se sono quelle che ci sono state riportate. Io non voglio fare dei nomi, come mi sollecitano i colleghi di minoranza, perché ho imparato ad andare a verificare puntualmente. Ma non temete, perché non voglio fermarmi alla prima notizia - questa mi è giunta ieri - e andremo a verificare. Però se saranno confermati, state tranquilli che daremo la giusta pubblicità.

Dicevo che siamo ancora in attesa di quel piano certo, strategico e misurabile. Fortunatamente però all'epoca il Consiglio non era rimasto con le mani in mano, le Commissioni si erano attivate e avevano prodotto degli atti votati in questo Consiglio all'unanimità, sui quali forse oggi qualcuno sembra avere delle riserve e dei dubbi, ma io ricordo che erano stati votati da tutti: una legge, la n. 2 del 2017, che definisce azioni precise; un ordine del giorno votato all'unanimità il 7 febbraio che indica azioni chiare da intraprendere.

A quegli atti mi pare si stia cercando di dare applicazione. Non voglio entrare nel merito, perché molto meglio di me lo faranno altri colleghi e potrà farlo l'assessore Chatrian, ma lo si sta facendo con tempi molto serrati, perché nel frattempo - ve lo ricordo - dopo l'approvazione di quei due atti, il 1 marzo la Giunta uscente ha dato le dimissioni: il 1 marzo! Con gli enormi problemi che c'erano sul tavolo e la procedura di licenziamento aperta, la Giunta ha dato le dimissioni. Non ha cercato condivisione. Io sono convinta che ci fosse la possibilità di arrivare a un accordo. Non con noi -credo che noi abbiamo cercato di avere percorsi più lineari - ma con l'allora maggioranza, probabilmente nei termini giusti e mettendo davanti a tutto l'interesse comune, forse ci sarebbero state le possibilità. Ma non lo si è fatto e il 1 marzo la Giunta ha dato le dimissioni, con tutti i problemi che c'erano. E quella nuova si è insediata il 10 marzo!

È chiaro che questo ha portato a grandi scombussolamenti e nessuno pensava che si sarebbe riusciti in così poco tempo a trovare un accordo sugli obiettivi. Perché è vero - qualcuno lo dice spesso - che questa maggioranza è fatta di pezzi disparati, di persone che rappresentano posizionamenti politici talvolta inconciliabili, ma sui temi e sugli obiettivi si è trovato l'accordo. La nuova Giunta si è insediata il 10 marzo e il nuovo Assessore ha preso in mano la situazione dal 13 marzo, quindi meno di un mese fa: ventuno giorni, per l'esattezza. E dobbiamo riconoscere che di cose per il casinò - cose di cui non si vedono ancora i risultati, questo è certo - di azioni per andare verso una soluzione possibile - nessuno ha la bacchetta magica, come ci ricordava sempre l'allora presidente Rollandin, e neanche noi - ne sono state fatte forse di più in questi ventuno giorni che negli ultimi sei mesi; promozioni a parte. Però questo gruppo così responsabile e così attento alla crisi del casinò, di cui è portavoce il collega Perron, primo firmatario della mozione, nel frattempo - lo abbiamo appreso ieri - ha presentato ricorso, mettendo a repentaglio tutto quanto si sta facendo e rischiando di andare a fermare tutto. Se questa è una dimostrazione di responsabilità, io credo che comunque i valdostani faranno le loro valutazioni su questo comportamento. Forse è per questo che, nonostante il contenuto assolutamente politicamente corretto, questa mozione mi dà questa sensazione di grincement de dents.

Vorrei concludere, approfittando di questa tribuna, per fare alcune precisazioni, perché ieri mattina è stata fatta un'iniziativa da parte del collega Marguerettaz e di altri colleghi nei confronti dell'assessore Chatrian, e giustamente gli organi di informazione hanno dato risalto a questa iniziativa, perché era un pochino le plat du jour. Farei però un invito agli organi d'informazione: quando si trattano questioni così delicate, forse è bene essere precisi. Questa cosa non riguarda nessuno dei colleghi, che invece sono stati molto precisi: io questo al collega Marguerettaz lo riconosco. Non voglio nemmeno adesso stigmatizzare gli organi di stampa a cui mi sto riferendo, ma si è scritto che l'assessore Chatrian è condannato per peculato. Non mi riferisco naturalmente alle sue dichiarazioni, collega Marguerettaz, e so bene che lei conosce esattamente il significato del peculato, ma qualcuno ha scritto che l'assessore Chatrian è condannato per peculato. Fosse condannato per peculato, non potrebbe sedere nei banchi della Giunta e sarebbe tra "color che son sospesi". Quindi forse è il caso che chi ha scritto queste inesattezze le rettifichi, perché peculato ha un significato molto diverso rispetto al finanziamento illecito ai partiti. Peculato vuol dire utilizzare il denaro pubblico per scopi personali. Il finanziamento illecito al partito è un'altra cosa. È ugualmente condannabile, ma è un'altra cosa. Si utilizza il denaro per scopi politici, e non certo per scopi personali. Quindi inviterei gli organi di informazione a fare attenzione.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Bianchi, ne ha facoltà.

Bianchi (UV) - Inizierò con delle premesse, prima di entrare nel merito della mozione. Il dossier Casinò in questa legislatura, e non solo in questa, è stato uno dei temi penso più discussi in quest'aula, ma anche sui diversi organi di informazione. Si tratta di un'azienda importante, direi quasi indispensabile per l'economia valdostana, che nel passato ha dato molto a tutti e potrà dare ancora tanto: io lo spero e mi auguro che all'interno di questo Consiglio lo sperino tutti. Purtroppo oggi il casinò sta attraversando un momento di grave crisi, come peraltro sta succedendo in altre realtà. È stato evidenziato anche durante le audizioni in Commissione da chi oggi ricopre cariche importanti all'interno di case da gioco italiane ed europee, che tutte, o quasi, stanno perdendo quote di mercato, soprattutto a causa del gioco on line.

Possiamo vedere quante pubblicità di casinò on line vengono trasmesse alla tv, oppure tutte quelle sale slot (parlo delle VLT): 4600 sul territorio italiano. Anche perché c'è stato un boom di possibilità di giocare nei tabacchini o nei bar: basta vedere quanti "gratta e vinci" esistono. Infatti lo Stato, le Regioni e i Comuni hanno dovuto intervenire con leggi contro la ludopatia. Possiamo arrivare a una prima conclusione, magari banale: oggi chi vuole giocare, non è obbligato ad andare nelle case da gioco, ma lo può fare tranquillamente da casa o sotto casa senza doversi spostare, soprattutto alle slot machine.

Un altro fattore importante dell'abbandono da parte dei clienti delle case da gioco, sono le norme sull'antiriciclaggio (il cambio dei contanti), che sicuramente non hanno aiutato.

Quindi i giocatori in Italia esistono, il mondo del gioco esiste ancora ed è rilevante per l'economia italiana. Basta guardare i bilanci del Monopolio di Stato per quanto riguarda il gioco in generale. Il mercato del gioco non è passato di moda e non è sparito, non è un qualcosa che non esiste più. È da qui che credo dobbiamo partire per cercare di portare di nuovo il nostro casinò a essere una risorsa per tutta la nostra comunità.

Negli anni passati chi ha pensato di ristrutturare il casinò e l'hotel Billia, ha sicuramente fatto delle valutazioni positive e - direi - lungimiranti. Oggi non entro nei particolari della qualità dei lavori: ne parleremo. Sicuramente il casinò, che ha dato molto ai valdostani, potrà dare ancora molto in futuro, e mi sembra che sia stato sottolineato anche da altri consiglieri in altre sedute; qualcuno è ancora qui e altri no, perché temporaneamente sospesi.

Condivido tuttora la scelta fatta di dare impulso e continuità al nostro casinò, da un punto di vista politico, ma soprattutto nell'interesse della comunità. Pertanto, mi rivolgo a lei, assessore Chatrian e alle le sue affermazioni al veleno contro i dipendenti, fatte in una delle sue prime dichiarazioni da Assessore, con le quali ha dipinto i dipendenti come persone poco volenterose - premetto che sto riprendendo le parole messe sugli articoli dei giornali, che immagino tutti abbiamo letto - con orari invidiabili, che devono mettere maggiore impegno, eccetera. Sicuramente qui parlo anche da dipendente, che ha un'anzianità di quasi trent'anni e che ora vive la situazione della casa da gioco in un altro ruolo, ma che desidera risollevare le sorti del casinò in entrambi i ruoli. Chi in quest'aula non ha delle conoscenze all'interno della casa da gioco tra i dipendenti? Sono magari amici o talvolta anche parenti stretti. Io non mi rispecchio nelle sue dichiarazioni e posso dire che nessun dipendente si rispecchia nelle sue affermazioni, neanche quelli in pensione. Le sue dichiarazioni servono solamente a sollevare polemiche e a mascherare la sua superficialità. Forse è stato solo del basso populismo, alla ricerca di ticket elettorali: scarichiamo la colpa sui dipendenti, così l'opinione pubblica è con noi; perdiamo i voti dei croupier e dei dipendenti del casinò, ma prendiamo tutti gli altri. Mi dispiace, Assessore, non sarà così.

Dall'approvazione della proposta di bilancio di previsione avvenuta a novembre 2016, come ha già ben ricordato il collega Perron, e da tutti gli atti che sono stati discussi dopo, ci si può rendere conto che qui c'è chi crede ancora nell'importanza della casa da gioco per tutta la Valle d'Aosta e chi invece molto probabilmente - queste sono voci - vuole svenderlo al miglior offerente. Forse a Gamenet, forse a Velvet, forse a Olympic Group o forse a Play Inn: tutte ditte collegate tra loro. Sono voci, ma il più delle volte ci azzeccano. Voci, sicuramente malelingue, Assessore, ma proprio da Milano si sente che ci sono interessi forti, interessi verso il nostro casinò. Qualcuno afferma - sempre malelingue - di personaggi milanesi molto vicini a qualcuno che siede qui in Consiglio. È imbarazzante! Personaggi milanesi con società in Estonia, Lituania, Lettonia, Malta, Slovacchia, proprietari di case da gioco in questi territori e proprietari di sale slot a Milano. Ecco forse da dove arriva l'iniezione di denaro privato che le ricordava il collega Perron, tanto decantato da lei, Assessore.

Tutti devono essere curiosi di sapere e di informarsi su certe manovre. Non solo i dipendenti, non solo noi consiglieri, ma tutta la comunità: penso che su questo sia d'accordo anche lei. Mi permetta questa battuta: se no che casa di vetro è? Ve lo ricordava anche il collega Guichardaz.

Collega, non siamo d'accordo: se vuole svendere, svenda qualcosa di suo, ma non il casinò e neanche i suoi dipendenti. Lei mi dirà che non è vero. Non le credo: né io, né nessun dipendente, nessun valdostano le crederà. È ancora fresca nella memoria -qualcuno glielo ha già ricordato - la prima mossa del "nuovo modo di fare politica". Lei ha dimostrato sin da subito di avere le idee chiare: siamo partiti dal "si cambia tutto" e da un triumvirato, ma poi, dopo un piccolo pasticcio di probabile incompatibilità in un caso e di non opportunità in un altro, è arrivato di nuovo un amministratore unico. Molto probabilmente è finita male la spartizione. Una nomina ancora da verificare se poteva essere fatta, come le abbiamo ricordato ieri con un'interrogazione a risposta immediata.

Lei qui in aula, quando sedeva all'opposizione, richiedeva a gran voce di ritirare i licenziamenti: basta una telefonata, diceva. Adesso che siede tra i banchi del Governo, ha dichiarato di continuare con le procedure di licenziamento, come emerge dai verbali dell'assemblea degli azionisti. Mi creda, visto che oggi pomeriggio c'è una riunione dei vertici del nuovo AU (Amministratore Unico) con i sindacati, ritiri la procedura dei licenziamenti! Anzi, emerge dal contratto - poi sicuramente ci darà delle spiegazioni - proprio sulla remunerazione e sui benefit del nuovo AU, che più taglia i dipendenti e più guadagna.

Oggi diciamo che i sindacati fanno politica - è stato detto in alcune riunioni - e che sono contro questa maggioranza. Mandiamo WhatsApp intimidatori! Sono sicuro che chi ha mandato il WhatsApp è stato indirizzato a mandarlo.

Smettiamola, Assessore! Non a caso lei gestisce tutte le partecipate. Non voglio essere un chiaroveggente - lo è già stato un mio collega lo scorso Consiglio - ma non vorrei che la quotazione in Borsa di CVA - sempre se si farà - veda quelle società milanesi, quelle che le ricordavo prima, appropriarsi oltre che del casinò, anche di parte di CVA. Alla faccia della casa di vetro! Allora si parlava di "cerchio magico": ecco dov'è il vero cerchio magico. E su questo, ripeto, bisogna essere curiosi e informarsi: i valdostani devono sapere quanto siamo vicini a Milano.

Fino a ieri, perché sedevo in Giunta e il dossier Casinò non era sulla mia scrivania, ho cercato di mantenere una giusta distanza, in quanto di parte, perché sono un dipendente. Ho cercato di collaborare con chi seguiva direttamente la questione e il silenzio era doveroso. Sì, doveroso! Anche se più volte sollecitato da colleghi in aula, ho sempre voluto astenermi da dichiarazioni, in quanto posso essere di parte, non lo nascondo. Ma allora, prima del ribaltone o del golpe, una strategia esisteva - lo ha già ricordato il collega Perron - ed era chiara. Sicuramente era una situazione difficile, ve ne do atto, ma che non pesava solamente sui dipendenti. In Giunta, il bilancio di previsione lo avevamo approvato con i fondi al casinò. Essendo stato tolto su richiesta della Commissione, ero poi d'accordo sulla legge per restituire i fondi che la casa da gioco ha investito sulla ristrutturazione, ed ero d'accordo sul piano di ristrutturazione che avrebbe dovuto avvenire all'interno della società. Ma non sono d'accordo che questo sforzo debba essere fatto solo dai dipendenti: non è giusto. Il parere legale che le ricordava il collega Perron, sulla possibile restituzione di liquidità, non è stato richiesto a Milano, me ne rammarico: spero che arrivi e chiarisca, anche a lei, che si può fare. È una volontà: non lo volete fare? Volete far pesare tutta l'operazione sui dipendenti? Allora diciamolo in maniera chiara.

Per noi la casa da gioco ha un'importanza strategica e può tornare una risorsa per i bilanci regionali, ecco perché potevamo ipotizzare di metterci del denaro pubblico: dare oggi per raccogliere domani. Pensi a quelle persone che sono a casa e che non prendono nessuna remunerazione da mesi: abbiamo protratto per altri due mesi e spero che non sia solo una maniera per rimandare il problema. Io spero che questo nuovo AU con i suoi tanti consulenti - vedremo quanto ci costeranno - dia delle risposte. Però anche qui mi permetta di evidenziarle una cosa: la questione del metodo. Mi chiedo - anzi, le chiedo - come mai se i bandi per le consulenze escono di lunedì pomeriggio, al mattino il nuovo AU presenta il responsabile del marketing a una parte di dipendenti.? Premetto che non metto in dubbio la professionalità della persona del signor Manno Salvatore. Non lo conosco e, anzi, a quanto dicono è una persona molto professionale, molto brava. Però vi chiedo: se il mattino questa persona viene presentata ai dipendenti come nuovo responsabile del marketing e il pomeriggio esce il bando, non riesco a capire. Mi sa che qui qualche spiegazione ce la deve dare! Cerchiamo di non prendere in giro nessuno, soprattutto i valdostani, vista l'entità dell'azienda.

La collega Morelli ricordava che abbiamo avuto modo di segnalare in IV Commissione che ci saremmo aspettati che l'Assessore competente, prima di rilasciare innumerevoli dichiarazioni, fosse venuto in Commissione, come lui ha sempre sottolineato più volte in quest'aula, a spiegare ufficialmente cosa intende fare, come intende procedere, come intende proseguire, visto il pluridecantato cambio di metodo. Quindi con questa mozione chiediamo - io immagino che voi la voterete, perché chiediamo una cosa che avrebbe già dovuto avvenire nella normalità - di audire l'Assessore, il nuovo AU e aggiungerei i consulenti, oggi ufficiosi, ma magari tra qualche giorno ufficiali. Però, prima che venga presentato il piano industriale. Per usare una frase che lei, Assessore, conosce bene, che aggiungo alla "casa di vetro" e alla "barra a dritta", non vorremmo audirli "a babbo morto".

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Intervengo perché non ho ancora capito se l'alleanza di governo voterà o meno questa mozione. Dalle parole della presidente della IV Commissione sembrerebbe di sì, sembrerebbe che il testo sia condivisibile. Comunque nell'attesa faccio solo un inciso, al fine di dare qualche elemento di valutazione ai commissari e ai consiglieri, visto che non ne abbiamo avuti direttamente e personalmente, non avendo avuto la possibilità di confrontarci né suoi criteri né sulle valutazioni. Ieri abbiamo posto un problema rispetto alla nomina dell'amministratore unico, che avevo già anticipato dicendo che il decreto Madia aveva abrogato l'articolo 71 della legge n. 69, ma non è stato abrogato il comma 734 della legge finanziaria del 2007: quella è rimasta. È vero che è stata dichiarata anticostituzionale per le Regioni, però, collega Chatrian, la nomina non l'avete fatta in Giunta, ma in assemblea dove ha votato anche il Comune. Quindi, essendoci anche il Comune, le avevo semplicemente detto di verificare; ma non è che abbiamo delle certezze. Non è stato tutto superato e quello che abbiamo detto è ancora lì. Però questo è un aspetto che interesserà poco e che valuteremo.

Posso assicurare che nell'ambito delle discussioni sembrerebbe ci sia una tendenza a dire: guarda questi poveretti che sono scesi dai banchi della Giunta e adesso sono pieni di livore. Su un tema come questo non stiamo dicendo di essere contenti di essere minoranza, stiamo semplicemente dicendo che su argomenti come questi il confronto e la voglia di far bene debbano prevalere. Avremo tanti altri terreni per confrontarci, perché - lo abbiamo detto tante volte - qua all'interno di questo consesso possiamo raccontarcela ma, "signori dell'alleanza", prima o poi ci saranno le elezioni! Prima o poi ci si conterà, prima o poi ci saranno dei programmi, quindi questa sarà la prova principe su chi è maggioranza e chi è minoranza.

Al di là di questi aspetti, io credo che ormai si debba fare un ragionamento cercando di condividere e di mettere sul tavolo quel poco che conosciamo, per poter fare delle valutazioni. Dalle prime notizie dei giornali abbiamo avuto modo di leggere che vi era una terna: Di Matteo Giulio, avvocato; Corrado Feriani, ragioniere; Maila Pietrangeli, dirigente d'azienda. Anche lì - cosa volete! - abbiamo dovuto scatenarci con internet, cercando di avere qualche informazione, ma onestamente non è che siamo riusciti a trovare un collegamento così chiaro: sono supposizioni, sono ragionamenti che potrebbero anche essere tutti infondati.

Uno dei primi elementi che arriva sul tavolo, ci viene da Google Maps che ci porta in via Visconti di Modrone. Ma cos'è via Visconti di Modrone? Sarà un caso, ma in via Visconti di Modrone n. 2 c'è lo Studio Carnelutti di cui fa parte, o comunque è partner o collaboratore, il ragioniere Corrado Feriani. E in via Visconti di Modrone n. 3 c'è lo studio dell'avvocato Di Matteo. Attenzione: è un indirizzo e non ci sono ovviamente collegamenti! Ma è l'unica cosa che possiamo capire. Poi, guarda caso - in questo momento il presidente Rosset non è in aula - la via Visconti di Modrone spunta di nuovo su un parere che il presidente Rosset ha chiesto per avere dei convincimenti, per avere delle certezze; guarda caso ritroviamo quell'indirizzo.

C'è poi questa che è una stupidaggine: essendo che sono iscritto all'albo dei dottori commercialisti ed essendo che nei nomi era circolato anche quello di Lorena Pellissier, iscritta all'albo dei dottori commercialisti di Aosta, sono andato a vedere. E cercando di guardare - torno a dire che queste sono supposizioni, perché non è che noi sappiamo nulla - ho visto che nell'albo dei dottori commercialisti del 2012 c'era una sede a Milano, via Visconti di Modrone n. 11. Però non è che con questo noi possiamo fare delle relazioni: lo leggiamo e voilà !

Un altro ragionamento che possiamo fare è rispetto a Maila Pietrangeli, consigliera di Verve S.p.A. che è una società partecipata al 49 percento dalla Casinò di Campione e al 51 percento da Gamenet. Andiamo a farci una visura della società Gamenet, perché non possiamo fare altro, e troviamo che è al 79 percento di proprietà di una società con sede in Lussemburgo. Questa situazione potrebbe dirci che il legame tra i giochi elettronici e la casa da gioco di Campione comincia a essere un po' particolare. Noi ci portiamo in casa l'ex presidente del casinò di Campione e un rappresentante di Gamenet, società che controlla Verve. Il presidente di Verve è Pagan Carlo, anche presidente di Federgiochi, nonché attuale amministratore della casa da gioco di Campione e prima ancora amministratore del casinò di Venezia.

Queste relazioni ci pongono degli interrogativi. Dove vogliamo portare il casinò di Saint-Vincent? Se leggiamo le indicazioni che vengono da questi soggetti, sono indirizzate particolarmente ai giochi elettronici, ma noi abbiamo sempre detto che erano i giochi lavorati, i tavoli verdi, quelli che volevamo valorizzare. Se noi andiamo a vedere le dichiarazioni dell'avvocato Di Matteo che, in virtù di una fusione per incorporazione che ha fatto cessare la vecchia società Casinò di Campione in una nuova newco, società totalmente del Comune, quando partecipa a Venezia, dice: bisogna rilanciare e il futuro sono i giochi elettronici. Allora noi ci interroghiamo su quali sono le indicazioni che diamo al casinò di Saint-Vincent, perché, se questi sono i presupposti, andiamo su una strada che fino a oggi noi non abbiamo voluto intraprendere e abbiamo sempre cercato di dire delle cose diverse.

Sempre cercando di fare un'azione ispettiva - ha detto bene la collega Morelli che questa è l'attività della minoranza, perché non potendoci confrontare, cerchiamo -l'altro giorno c'è stato un tweet di Sonia Marchese che dice "toh, guarda: c'è il bando!" e poi cita una serie di soggetti: Pellissier e gli altri consulenti di cui girano i nomi. Ma a un certo punto c'è un soggetto che io non ho mai visto: un certo Considi. Allora mi sono messo su internet a cercare notizie e, se voi andate a vedere, trovate nel portfolio di questa Considi, che probabilmente è una società molto importante, l'elenco dei clienti più qualificati: troviamo Casinò di Venezia e Casinò di Campione d'Italia! È una ricerca che potete fare anche voi su internet. Quindi ritroviamo questo fil rouge particolare che lega Campione e Venezia che, guarda caso - ma sono supposizioni - erano amministrate in fasi diverse e in tempi diversi da Carlo Pagan, e diventano i nostri riferimenti. Collega Chatrian, io spero che le mie siano esclusivamente delle fantasie, perché altro che cerchio magico! Se questo fosse vero, la situazione sarebbe molto preoccupante!

Una delle dichiarazioni che ha avuto modo di fare il collega Chatrian con un po' di vanto - io non le farei - è di dire: "fuori la politica dal casinò di Saint-Vincent". Lei è un politico, io sono un politico e credo che abbiamo tutto il diritto. Poi, possiamo fare bene, possiamo fare male. Se ci mettiamo qua ad analizzare le attività di ognuno di noi, potremmo tirare fuori cose di cui siamo fieri e cose di cui potremmo essere meno fieri; non è preoccupante. Però lei dice "fuori la politica da Saint-Vincent", perché abbiamo nominato un manager. Allora, sempre tramite internet - ovviamente siamo un po' periferici - vediamo che l'avvocato Di Matteo è stato nominato a Campione e si è candidato a Venezia, ma non sappiamo perché Venezia l'abbia scartato. Però quando ci sono state queste nomine, in tutta una serie di articoli si parlava dell'avvocato Di Matteo come di un importante esponente dell'UDC. Io penso che siano Tsipras o qualcuno che abbia dato delle indicazioni per la prossimità politica dell'UDC con Tsipras o con soggetti di quest'area, perché ovviamente deve esserci un vento nuovo. Per cui quello che viene fuori è: fuori la politica, ma mettiamo un importante esponente lombardo dell'UDC. Ovviamente, collega Marquis, è un'area politica lontana da lei, però probabilmente più vicina a Tsipras e più vicina a queste sensibilità. Da questo punto di vista, ci sono un po' di contraddizioni.

Il collega ieri ha avuto modo di dire - cerco di riprendere le cose che lei dice e cerco di andare a vedere - che in quei tre anni dove sono state maturate perdite per 80 milioni di euro, la Casinò di Campione ha dato circa 40 milioni di euro, milione più milione meno. Sono andato un po' a vedere - ma lo vede anche lei e basta andare a fare una piccola ricerca su internet - e ho trovato che il Comune di Campione è in grande difficoltà, perché il casinò di Campione gli deve 64 milioni di euro: da un lato gli dà i 40 milioni, ma dall'altra parte ha dei debiti che non vengono pagati. Noi non abbiamo debiti della Casinò nei confronti della Regione. Io le sto parlando dei debiti della Casinò di Campione che, da quello che si capisce, ha debiti per più di 100 milioni di euro, di cui 60 milioni nei confronti del Comune. Non voglio dire che è moneta virtuale, dove da un lato ti do i quattrini, ma dall'altra parte non te li do e quindi ci sono dei debiti, però sarei prudente nel dire che ci sono questi proventi. Tant'è che tutto questo ragionamento ha dovuto poi essere avvalorato dalla Corte dei Conti, perché questi debiti, che vengono poi rinviati di anno in anno, fanno parte di un carteggio. Come lei potrà immaginare, anche la minoranza del Comune di Campione non è tanto tenera nei confronti di queste operazioni, quindi credo che la cosa vada guardata un con un po' di attenzione.

Non voglio ritornare sul contenuto del verbale dell'assemblea, perché l'hanno già fatto i nostri colleghi. Ma nel verbale dell'assemblea lei dice proprio - questo è quello della Camera di Commercio - "in parallelo il nuovo organo di amministrazione dovrà proseguire la gestione della procedura per la riduzione del costo del personale avviata ai sensi della legge n. 223". Io la invito - non credo che basti una telefonata e lei probabilmente ha un po' sottovalutato il problema - a fare di tutto per stoppare i licenziamenti. Faccia veramente di tutto per bloccare l'operazione, non ovviamente con dei rinvii, ma dando qualche serenità. Ci sono tutti gli strumenti e se ci saranno dei provvedimenti da votare, le assicuriamo la nostra collaborazione. Ovviamente valutando: è una disponibilità condizionata. Ma se lei ha in testa delle operazioni, con le quali bisogna mettere della finanza, bisogna fare dei versamenti al casinò, stia sicuro che prenderemo in considerazione con grande attenzione questo suo provvedimento per dare un po' di tranquillità ai dipendenti.

In ultimo, ma non per ultimo, c'è il problema di queste benedette consulenze. C'è una questione di forma e c'è una questione di sostanza. Sono due argomenti pesantissimi. Dal punto di vista della forma, gliel'ho accennato ieri ma glielo ridico oggi: io farei molta attenzione anche nella sua funzione di pubblico ufficiale. Qua noi abbiamo dei consulenti che stanno lavorando, ma c'è un bando e io mi chiedo a che titolo lavorino: volontariato? Ma se è volontariato, stiamo mettendo a disposizione di consulenti, che potrebbero anche non essere scelti, dei dati aziendali! Dove sono le norme della privacy, le norme di tutela di un'azienda? Ci sono delle persone che circolano in azienda senza un contratto? Se c'è contratto, è un disastro, perché quel bando è fantoccio. Se, al contrario, quel bando è vero, come fanno a girare nelle sale, ad avere dei documenti e ad interloquire con i dipendenti? Mi creda, collega Chatrian, faccia attenzione! Ma sicuramente l'avvocato saprà il fatto suo. Io personalmente la vedo male.

Nella nostra legge, che lei ha voluto, è prevista una doppia pubblicazione, ma può darsi che, in virtù della difficoltà, io la pubblicazione sul sito della Regione non l'abbia ancora vista (ho guardato l'altro giorno). Nella legge si dice: sul sito aziendale e su quello di Finaosta o Regione. Può darsi che lei poi mi dica che c'è, ma fino a ieri non c'era, quindi c'è un altro inadempimento. Anche perché se un bando ha un significato, deve essere visto, perché se lo nascondiamo è un bando per modo di dire.

Dal punto di vista del bando ci sono delle cose che stridono. Quant'è l'entità di questi compensi, quanto ci costa? Anche dal punto di vista delle regole - per quello che posso do un contributo all'aula - c'è scritto che queste proposte devono essere fatte con PEC (Posta Elettronica Certificata). Ma attenzione: quando ci sono delle proposte - chieda agli uffici che si occupano di appalti - le proposte economiche devono essere in busta chiusa e presentate in modo diverso, perché probabilmente se lei mi manda tutto con PEC, è tutto appiattito e c'è il dubbio che l'ultimo che la manda abbia la conoscenza... È un dubbio, non è un'accusa! Però chi è interessato può dire: se mando le proposte economiche via PEC, qual è la sicurezza e la garanzia che ci sia trasparenza? Generalmente quando c'è una proposta economica, c'è da un lato la proposta delle prestazioni e dall'altra il resto.

Mi faccia dire un'ultima considerazione, Presidente: ci metto trenta secondi. Mi chiedo a cosa serva un amministratore unico, se poi ci riempiamo di consulenze. Mi spiega qual è la funzione dell'amministratore unico, se tutte le attività vengono demandate a cinque consulenti? 80 mila euro, più il premio di 32 mila euro, sono veramente uno sproposito per firmare dei bandi, perché tutto il lavoro lo fa fare a questo staff di consulenti. Ci ragioni!

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Il mio problema in questo momento è di chiedere a lei, Presidente del Consiglio, se è possibile secretare il mio intervento per un motivo molto chiaro: voglio evitare eventuali querele rispetto ai nomi che sto per fare.

Presidente - Quindi chiede la discussione in seduta segreta. Ci dia solo il tempo di attivare tutti i meccanismi. Il Consiglio può, in base all'articolo 45 del Regolamento interno, proseguire la discussione su determinati argomenti in seduta segreta, quindi chiederei al personale in galleria di far uscire i giornalisti e il pubblico.

Il Consiglio procede in seduta segreta dalle ore 10:25 alle 11:37.

Rosset (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori in seduta pubblica. Siamo in discussione generale sulla mozione iscritta al punto n. 19 dell'ordine del giorno. Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il consigliere Contoz, ne ha facoltà.

Contoz (UV) - Solo due parole, tanto per tagliare questa atmosfera e per sbloccare la discussione. Visto che sono stato chiamato in causa dalla collega Morelli, volevo solo ricordare che io non voglio entrare nelle varie polemiche, perché giustamente sono qui solo da un mese. Il motivo della mia firma su questa mozione è solamente perché, visto che sono qui e forse mi pagano alla fine del mese, è giusto dare delle risposte a quegli amici cittadini che mi chiedono quali sono le cose che si intendono fare per il casinò. Quindi, per chiarire questa cosa, ripeto che non voglio entrare nelle discussioni che giustamente non mi competono. Sono qui che ascolto e cerco di imparare, ma ho firmato questa mozione per avere dei chiarimenti in più. È per questo motivo che voterò a favore di questa mozione.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Padovani, ne ha facoltà.

Padovani (GM) - Per rispondere a chi mi chiamava in causa. Intanto vorrei ribattere al collega Marguerettaz, quando mi chiedeva se c'erano delle affinità tra me e il neo amministratore unico Di Matteo, visto che aveva un'esperienza politica nell'UDC. Collega Marguerettaz, io non sono abituato a guardare quale tessera ha in tasca chi va ad amministrare il casinò, sono abituato a guardare i curricula. Mi pare che il curriculum sia solido e vedremo come lavorerà l'amministratore unico e vedremo se riuscirà - io lo spero e penso che ci riuscirà - a far uscire la casa da gioco dalla situazione nella quale voi avete contribuito in gran parte a farla arrivare.

Per rispondere al capogruppo del PD-Sinistra-VdA Guichardaz, se non ricordo male quando il PD ebbe quella folgorazione sulla via di Brusson e cambiò opinione sul governo Rollandin, mi pare - non vorrei sbagliare - che il primo atto della nuova maggioranza fu il cambio di Frigerio con Scordato. Andò tutto bene su quella nomina? L'operato di Scordato fu proficuo per la casa da gioco? Io leggo le interviste del nuovo AU, il quale in un'intervista all'ANSA di forse due o tre giorni fa (il giorno preciso non lo ricordo) ci parla di un'azienda destrutturata, nella quale mancano responsabili. Io mi chiedo, da "verginello" della politica - per citare di nuovo il collega Marguerettaz - chi sia responsabile di questa destrutturazione?

L'altra cosa che mi chiedo, è come si possa chiedere a una Giunta, che si è insediata da neanche un mese, i miracoli per far risalire la casa da gioco in tre settimane. Come si possono chiedere le risposte in tre settimane a una situazione di gravissima difficoltà economica, nella quale avete fatto precipitare la casa da gioco? Io poi ve lo ricordo di nuovo, ma credo che lo sappiate bene: quando voi avete tentato di bloccare questo Consiglio, la procedura dei licenziamenti era già in corso e non sta a me ricordarvi che, se la vostra strategia fosse continuata, quei licenziamenti avrebbero sicuramente avuto esito. Voi con quella strategia - mentre noi eravamo qui in Consiglio e voi eravate al piano di sopra - avete rischiato di rendere realtà quella procedura di licenziamenti. Collega Bianchi, quando lei dice che le strategie della vecchia maggioranza sul casinò erano proficue, a che cosa si riferisce? Mi pare che le strategie che avete adottato fino a ora abbiano fatto precipitare la casa da gioco: non lo dico io, lo dicono i numeri. Il contratto con i cinesi, le ristrutturazioni, la chiusura della sala Gold River sono strategie che hanno portato un beneficio alla casa da gioco? È per questo che stiamo parlando del rischio di 264 licenziamenti, che io penso - perché leggo e ascolto le dichiarazioni dell'Assessore e del nuovo AU - si vogliono scongiurare in ogni modo? Io mi chiedo, se queste strategie sono state così proficue, perché oggi stiamo parlando del rischio di 264 licenziamenti? Perché?! Forse lei mente sapendo di mentire.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Baccega, ne ha facoltà.

Baccega (EPAV) - Questo è sicuramente uno dei passaggi e dei momenti più delicati che il Consiglio deve affrontare. Questo dibattito di oggi, dopo venti giorni di silenzio completo - per quanto ci riguarda, le informazioni noi le prendevamo dai giornali - in realtà ci riporta a capire, a valutare, ad approfondire nuove situazioni e questo chiaramente ci preoccupa. Siamo fortemente preoccupati per i dipendenti che sono in una procedura di licenziamento e per i 41 esodati, siamo preoccupati per il Comune di Saint-Vincent e per la Valle d'Aosta tutta.

Io credo che in questo momento aver sentito dal nostro collega Marguerettaz, con il quale non c'eravamo confrontati ieri, di azioni in essere per eventualmente vendere o svendere il casinò, è stato sicuramente per noi oggetto di grande preoccupazione questa mattina. Con l'altra Giunta e con l'altra maggioranza - molti dei presenti nella Giunta di adesso, collega Padovani, erano presenti anche in quella maggioranza, quindi conoscevano e sapevano quali erano i percorsi - noi avevamo individuato una strada molto chiara.

Noi, quando abbiamo esordito in questo Consiglio nel 2013, avevamo di fronte due piani di sviluppo, del 2009 e del 2010, che si stavano portando avanti. Uno doveva determinare il rilancio della casa da gioco, poi è stato integrato, dopo l'acquisto, con la ristrutturazione del Grand Hotel Billia. Abbiamo poi avuto modo di vedere questa ristrutturazione, sulla quale non voglio entrare nel merito: bella, brutta, materiale di livello, di qualità, questo è un passaggio che abbiamo già fatto nelle diverse Commissioni. Abbiamo avuto un casinò che è rimasto aperto con grande difficoltà, anche da parte dei dipendenti, per il fatto di lavorare in un ambiente che ovviamente era complicato. Alla fine - vengo ai giorni nostri - si è arrivati a una determinazione sancita dalla legge n. 49 del 2009, dove all'articolo 13 si diceva che il Consiglio regionale aveva approvato il piano di sviluppo e su proposta della Giunta regionale finanziava gli investimenti! Noi la strada che avevamo individuato era che i 60 milioni di euro li avevamo dati e che 43 milioni dovevano essere dati! In Giunta ci siamo anche preoccupati di dire: siamo così sicuri che questi 43 milioni di euro debbano essere dati? Chiediamo un parere pro veritate? Il parere non c'è ancora! Arriverà o è nel cassetto di qualcuno? Quella era la strada che noi avevamo individuato per dare una risposta immediata.

Poi ovviamente le problematiche e le tensioni della politica avevano suggerito un'altra proposta: quella della soluzione ponte. Cominciamo a dare un acconto e poi vediamo. Giusto perché il nostro obiettivo è uno: salvare questa azienda, salvare l'occupazione in una logica di ristrutturazione, ovviamente anche dal punto di vista manageriale. Quindi torno a dire quello che il collega Lanièce e il sottoscritto hanno detto in occasione dei confronti che ci sono stati, pesantissimi, all'interno della Stella Alpina, esplicitati anche in Giunta. Cosa volevamo? L'individuazione di un manager nominato con pubblico avviso e nominato sulla base dei requisiti, con obiettivi ben precisi da raggiungere. Erano obiettivi di presenze, di incassi, di ottimizzazione dei costi del personale, di ottimizzazione dei costi dei servizi, della costruzione di eventi di prestigio, di un certo livello, della ricerca di sponsorizzazioni e di un nuovo brend nell'ambito del marketing e soprattutto una grande attenzione alla comunicazione e alla pubblicità, che è diversa dal marketing. Noi abbiamo in Valle d'Aosta in alcuni periodi centinaia di migliaia di persone e di turisti, ma in questi anni non abbiamo mai visto un flyer, un manifesto, una comunicazione che richiamasse i turisti che potevano andare al casinò.

Questo è un intervento che il nuovo processo dovrà avviare in modo quasi inequivocabile. Ma per fare questo, hanno bisogno di risorse. I soldi non ci sono! Ecco perché noi sosteniamo che i 43 milioni vadano dati, perché lo dice la legge e diciamo che la Casinò ne ha fortemente bisogno per rilanciarsi. Come fa ad attuarsi un piano di marketing senza soldi? Non è pensabile.

Quello che noi diciamo è che vogliamo un ulteriore approfondimento in Commissione ed è questo il senso della mozione. Un approfondimento che guardi avanti, che lasci da parte i bisticci del passato e che dia delle risposte importanti.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Cretier, ne ha facoltà.

Cretier (PD-SIN.VDA) - L'argomento del casinò per me è un po' ostico, nuovo, ma volevo ringraziare la collega Morelli che mi ha citato e stuzzicato un po' alla discussione.

Brevemente vorrei dire che, diversamente da quanto dichiarato dal collega Contoz, io non ho né amici, né parenti, ma semplicemente ho letto nella mozione che era il caso di pensare a questi 264 lavoratori che rischiano il posto di lavoro. Vi dico che in questo momento di crisi spesso e volentieri ci sono condizioni in cui non è sufficiente in famiglia una sola persona che lavori, ma ce ne vogliono due. Questo è successo in altri settori: in un momento di crisi rimangono a casa padre e madre, e sono veramente situazioni pesanti da gestire. Io ho firmato la mozione con coscienza, la sostengo e credo che vada sostenuta, perché semplicemente vi leggo di richiedere delle spiegazioni al Governo regionale. Dico inoltre che credo profondamente alle cose che sono scritte qui: ho valutato questa mozione e - scusate se mi ripeto - secondo me deve essere sostenuta.

Presidente - Altri colleghi che intendono prendere la parola? Siamo in discussione generale. Ha chiesto la parola il consigliere Nogara, ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - Questa discussione in aula mi pare surreale e vi spiego anche perché. Come ricordava la consigliera Morelli, se guardiamo chi ha firmato la mozione, sembra strano che poi si facciano determinati interventi. Vorrei cominciare subito da quanto ha asserito il consigliere Perron, che diceva "non cominciamo da troppo lontano". No, dobbiamo cominciare da lontano per le problematiche del casinò: non troppo, ma da lontano, perché tutti gli interventi che sono stati fatti finora, sono stati rivolti a una Giunta che da un mese è seduta lì. Persone che sono qua in quest'aula già da prima del 2008 si sono interessate del casinò e dobbiamo cominciare proprio da lì.

Mi ricordo, consigliere Marguerettaz, quando lei era responsabile del casinò - questa è una cosa che mi era rimasta impressa già allora - una sua dichiarazione con cui diceva che entro sei mesi avrebbe risolto tutti i problemi della casa da gioco. La discesa a picco è cominciata proprio da lì, da quando lei era stato responsabile della casa da gioco. Vogliamo poi ricordare, come ha già fatto il collega Padovani, tutta la vicenda dei cinesi, che dovevano portarci chissà cosa. Quante volte abbiamo discusso in quest'aula delle problematiche legate a questi cinesi, ma eravamo presi per matti che dicevano delle cose senza senso. Eppure furono situazioni che sono state difese. Mi ricordo l'ex presidente Rollandin come difendeva questa posizione.

Vogliamo parlare anche di quanto e di come si è speso per ristrutturare tutta la casa da gioco? Qui vorrei allacciarmi a quanto, penso quasi tutti in quest'aula, abbiamo sentito nella II Commissione. Mi riferisco alla persona che era responsabile del Billia, la quale in Commissione ci ha detto che l'unico suo intermediario era all'epoca il presidente Rollandin: non c'erano altri e discuteva con lui persino del suo contratto. Ma non solo su quello, anche su tutti gli altri lavori che venivano fatti nella casa da gioco.

Vogliamo parlare anche di quanto si è speso per i vari amministratori unici? Però prima, vorrei dire cosa si è trovata la Giunta quando ha messo il naso nel casinò. Si è trovata con 50 milioni di euro di debiti della vostra gestione, 17 milioni di fidi, ma che in realtà sono 20 milioni, perché si dice che ci sono 3 milioni di liquidità, ma fanno parte dei 20 milioni dei fidi, perciò la liquidità è a zero. Adesso ci sono ancora 3 milioni di euro di liquidità, perché i 17 milioni non ci sono più. Questa è la situazione perfetta che è stata lasciata dal casinò.

Io voglio fare questa dichiarazione, perché noi in tutte le cose nelle quali adesso mettiamo il becco, troviamo questa situazione! Consigliere Baccega, lei ci ha letto un programma di tanto tempo fa, che diceva che si spaccava il mondo nel casinò, ma questa è la situazione in cui ci si è trovati! Anche lei è responsabile di questo, perché all'inizio della legislatura mi ricordo che c'era lei seduto lì a parlare di casinò, e non solo.

Tanto il consigliere Marguerettaz quanto il consigliere Guichardaz ora alzano la voce per dire: chissà cosa andiamo a spendere! Ricordo anche quello che diceva lei ieri, consigliere Marguerettaz: a chi mettiamo in mano questo casinò! Guardi, il signor Frigerio mi era anche simpatico, se devo dire la verità, ma quando l'avete scelto il suo era un curriculum eccezionale? Addirittura gli avete dato in mano tutti i lavori del casinò: tutto in mano a lui, tutta la gestione, anche un pezzo del programma che ha letto lei adesso, collega Baccega, mi ricorda quello che diceva Frigerio. Al signor Frigerio davamo 240 mila euro, più 72 mila, per un totale di 320 mila euro all'anno. Al signor Scordato - qua mi riferisco a lei, collega Guichardaz, che ha detto chissà cosa andiamo a spendere - davamo 180 mila euro, più 60 mila all'anno e più i 50 mila euro di Sommo. A Di Matteo diamo 80 mila euro più 32 mila euro di premio, come avete detto con enfasi, denunciando anche che bisogna prendere dei collaboratori! Certo, bisogna prendere dei collaboratori, e penso che sia una cosa logica e normale per mandare avanti una casa da gioco. Però ricordatevi di quanto si era speso e, come diceva giustamente il consigliere Padovani, non mi ricordo che lei, consigliere Guichardaz, quando c'è stato il passaggio con Scordato abbia detto qualcosa su quanto avesse preso o quanto doveva prendere. Che poi anche il signor Scordato ce lo siamo perso per strada e gli abbiamo dato anche una buona uscita, tanto per chiudere il cerchio.

Sono stupito di quanto il consigliere Guichardaz continui a dire. Come ripeto, è da due giorni che siamo qua: non condividiamo niente in Commissione? Io vorrei chiedere al capogruppo dell'Union Valdôtaine e a tutti i capigruppo che hanno partecipato alla riunione della Conferenza dei Capigruppo prima dello scorso Consiglio, quando c'era stata una discussione perché non si voleva convocare il Consiglio per la data in cui poi è stato convocato. Noi avevamo detto che era urgente fare le Commissioni, ma proprio il consigliere Guichardaz e il consigliere Perron ci dicevano: ma a cosa servono le Commissioni! Ma a cosa servono in questo momento - non in generale: in questo momento - qual è l'urgenza delle Commissioni? Servono proprio a condividere queste cose. Nelle Commissioni a cui ho partecipato abbiamo condiviso tutto quello che c'era da condividere e nella IV Commissione si è già messo in programma di sentire i vertici del casinò. Ma non ci si può inventare in un secondo tutto quello che bisogna fare.

Lei, consigliere Guichardaz, parla di bipolarismo politico?! Lei me lo dovrebbe spiegare, ma dovrebbe anche farsi vedere da uno bravo, perché lei il bipolarismo politico in questi anni l'ha avuto! Io mi ricordo di lei con i fogli in mano, quando ne diceva di tutti i colori: sono cose che non mi sentirei e non avrei neanche il coraggio di dire all'ex presidente Rollandin. Oppure quando, con il suo collega Donzel, andava a fare i sopralluoghi al casinò e poi arrivava con le fotografie di dove era andata la roba. Probabilmente la parola "opposizione" le fa scattare un qualcosa: la ritrovo di nuovo e mi fa piacere, perché la sento nuovamente in forma a parlare. Come anche, devo dire, il consigliere Marguerettaz: trovo che sia più efficace all'opposizione che in maggioranza, perché è bello avere un dialogo politico con lui.

C'è un'altra dichiarazione che mi è un po' dispiaciuto sentire fare dal consigliere Marguerettaz, dopo la famosa conferenza stampa che avete fatto, mi pare, lunedì. Me la sono andata a leggere sull'ANSA e poi l'ho sentita da una registrazione: "Siamo fortemente preoccupati per la casa da gioco, per i dipendenti e per la ricaduta sulla collettività". Non mi risulta che lei fosse così preoccupato, quando sono stati mandati a casa gli ottocento operai forestali, mentre qualcuno continuava a dire che si era obbligati a farlo. Erano ottocento famiglie: lì grande preoccupazione? Niente! Anche se poi è divenuto lampante il fatto che non era assolutamente necessario mandarli a casa, e si potevano benissimo tenere per il lavoro che stavano facendo.

Un'altra cosa. Si continua a dire: noi avevamo trovato la soluzione; bisogna dare i soldi che noi dovevamo dare al casinò. Io mi sono letto la legge n. 49 e c'è una parola che penso che in italiano sia significativa: c'è scritto "può". Il dire che può, non vuol dire che deve dare questi soldi per i lavori. Poi ne sono stati dati in altri modi e in altre maniere al casinò di soldi, però il "può" c'è, esiste e ha un significato.

C'è ancora un fatto che nessuno prende in considerazione. Venti giorni fa è uscita un'ANSA circa un invito della Corte dei Conti a dedurre 100 milioni di euro per danno erariale, proprio sui lavori del casinò. Questo non vi fa pensare un pelino che forse un qualcosa è stato sbagliato? Io avrei voluto vedere: potevate anche votarvela subito! Avrei voluto vedere chi alzava la manina ulteriormente per dare altri 48 milioni di euro al casinò! Qua si fa tutti i grandi, ma avrei voluto vedere in quella situazione cosa si sarebbe fatto.

In conclusione, si parla sempre del bene dei lavoratori e dei valdostani: l'ho sentito dire diverse volte in questa sede. Ho sentito anche le parole del consigliere Bianchi - non so come dire, sono un po' in imbarazzo - ma lei, mi scusi, è solo capace di insultare i consiglieri e i suoi colleghi o riesce magari a fare ogni tanto un discorso politico, senza doversi leggere il compitino che le è stato dato? Mi sembra un po' riduttivo, tutte le volte che lei prende la parola, che debba insultare a turno qualcuno. Ci vorrebbe un po' di savoir-faire, non so come definirlo, ma se magari riuscisse a fare un discorso politico! Non so se sia in grado di farlo, ma comunque mi ha fatto piacere, per la prima volta da quando siamo in questo Consiglio, sentirla parlare di casinò, perché, come ha ben detto, lei è un dipendente della casa da gioco. Con tutte le problematiche che ci sono state, lei era stato sollecitato tante volte a prendere la parola: questa volta anche lei ha preso un po' di coraggio ed è riuscito dire due cose sul casinò.

Dicevo prima del bene dei lavoratori e dei valdostani. L'Union Valdôtaine ieri ha annunciato di aver presentato un ricorso al Tar. Io dico che mi sembra un po' assurdo, perché in politica si dovrebbero accettare anche le sconfitte. Ieri il consigliere Marguerettaz ha parlato in modo colorito di una "maggioranza millefoglie". La sua invece è di foglie cadenti, perché non esiste proprio una maggioranza! Bisognerebbe a volte essere sportivi e accettare l'esito di quello che succede in politica.

Volevo solo ricordare che se questa cosa verrà accolta, annullerà quanto si è fatto e si sta facendo per risolvere delle problematiche vitali in questo momento. Come avete fatto quando volevate licenziare tutti i dipendenti del casinò: avete pensato bene di far saltare tutto, di far saltare la Giunta e tutto. Non so, probabilmente era una cosa studiata per dire: purtroppo la colpa è di certe persone, se non abbiamo potuto andare avanti nel Consiglio; è colpa loro se poi voi siete stati licenziati. Probabilmente il vostro obiettivo era quello di licenziare delle persone.

Con problematiche come quelle che stiamo affrontando in questi giorni, è chiaro che non pretendo che ci sia una grande collaborazione da parte della minoranza. Ieri abbiamo parlato di agricoltura e sappiamo benissimo tutti i problemi che ci sono, così come oggi si sta parlando del casinò e dei problemi che conosciamo. Noi non siamo qua a cercare di affossare il casinò, noi stiamo cercando di salvare il casinò, perché anche la casa da gioco, come CVA, è importantissima per la Valle d'Aosta. Se voi pensate che conviene minare e bombardare tutte le migliorie e tutto quello che si cerca di fare per salvare questa azienda, allora buon lavoro!

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Fabbri, ne ha facoltà.

Fabbri (UVP) - Vorrei esprimere la mia opinione, in quanto anch'io, insieme alla stragrande maggioranza dei colleghi che sono qui in aula, ho partecipato a quel profondo lavoro che è stato fatto in II Commissione e che ha portato a quell'operazione verità, la quale poi ha avuto come conseguenza l'emersione della gravità in cui si trovava il casinò.

Oggi qualcuno ha detto che non è il caso di rivangare il passato. Secondo me, bisogna invece partire dal passato, anche se da quello recente, se vogliamo ripercorrere l'ultimo e drammatico periodo della vicenda del casinò. Dobbiamo quindi risalire allo scorso autunno quando, dopo aver ricevuto ripetute rassicurazioni che al momento non vi erano preoccupazioni per la liquidità e che conseguentemente non vi erano urgenze nella gestione della società, ci siamo visti invece arrivare, con la legge finanziaria, una richiesta di esborso di 48 milioni di euro, il cosiddetto "ristoro", con un articolo che era stato preso nelle camerille di non si sa bene quale situazione. Dico camerilla perché non è stato assolutamente discusso da nessuna parte e soprattutto era anche all'oscuro della Giunta regionale. Questo fulmine è stato l'occasione per dare inizio a quella operazione che dicevo prima: l'operazione trasparenza, che ha portato poi alla luce la situazione attuale. Una situazione che è conseguenza della gestione della società, che si è rivelata una voragine di risorse e che ha portato a una situazione debitoria insostenibile, anche con un ricorso al credito piuttosto dubbio.

Ci sono 50 milioni di euro di mutui chirografari, quindi vuol dire che se la società Casinò non sarà in grado di fare fronte a questi mutui, sarà la società valdostana a doversene fare carico. Gli ultimi 20 milioni sono addirittura stati emessi dopo una valutazione negativa sulla solvibilità della società. Questo tanto per far capire la trasparenza della cosa.

Credito bancario per 17 milioni di euro: adesso io mi chiedo come le banche possano aver emesso questa linea di credito, rassicurate da chi e come. Forse da alcune lettere di patronage partite all'oscuro di tutti.

Ricapitalizzazione per 60 milioni di euro che andavano già allora a ristorare delle spese che venivano poi ripresentate in seguito - i famosi 43 milioni di euro - pur essendo già iscritte a bilancio, per essere dunque ristorate una seconda volta, come dicevo prima.

Tutta una strategia per nascondere la gravità della situazione di bilancio. Pensiamo a quell'escamotage che è stato riportato in bilancio per ben tre anni: l'inserimento dell'anticipo delle imposte che scontavano le imposte stesse sui bilanci costantemente in perdita. Passaggi veramente difficili da capire.

Dopo aver rilevato tutta questa situazione, il Consiglio tutto prendeva in mano la vicenda e chiedeva di imporre alla società la produzione di un piano credibile di risanamento. Arriviamo così al 31 gennaio di quest'anno, ma il piano non è arrivato: un nulla di fatto. Con un'azione ancora più incisiva, il Consiglio approvava la legge n. 2 che chiedeva a quel punto di correre necessariamente ai ripari della situazione. Ecco scaturire di qui, collega Cretier, la necessità di questo piano di licenziamento di 264 persone, che quindi nasceva da un'azione pregressa del Governo - glielo dico con tutta la simpatia, per carità - e dunque dalla vecchia dirigenza e dalla vecchia amministrazione.

Chi doveva agire con rapidità, coloro che dovevano allora agire con rapidità, chiedono alla nostra amministrazione, a questa nuova amministrazione, che cosa ha fatto in venti giorni? Mi sembra che le cose si stiano mettendo in moto abbastanza celermente. Si chiede di rimediare celermente alle conseguenze della n. 263 e di interrompere questi licenziamenti. Sono licenziamenti che naturalmente non fanno e non farebbero il bene della società valdostana, a cui credo che l'azione del Governo si opponga con tutta la sua forza. Quanto poi ai timori di essere osservata da gruppi ad altissimo livello, che si occupano con successo della gestione del gioco, ricordo che è stata una prospettiva condivisa da tutti la necessità di privatizzare la gestione. Ricordo anche che c'erano già stati dei contatti dell'Assessore precedente con una ditta, in cui si prevedeva l'intervento di società ad altissimo livello che potessero sanare questa gestione.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Collega Morelli, lei è vecchia del mestiere e probabilmente, visto che vi siete tolti il vincolo dei due mandati, maturerà ancora ulteriore esperienza. Spesso è anche abile a girare un po' la frittata. Lei ha messo molta carne al fuoco, rivangando questioni di nomi e cercando di attribuire alla vecchia maggioranza la responsabilità dello sfascio. Le ricordo, collega, che sul casinò la vecchia maggioranza è stata commissariata da una maggioranza/minoranza trasversale, che si è assunta l'onere di affrontare e risolvere il problema della casa da gioco. Colleghi, già a novembre nella discussione sul DEFR (Documento di Economia e Finanza Regionale) sul tema del casinò si era costituita una maggioranza/minoranza trasversale che ha portato a modificare addirittura la legge di bilancio, la quale prevedeva un trasferimento a titolo di ristoro per spese assunte dal casinò in luogo della proprietà. Non so se vi ricordate. Vi ricorderete poi la grande discussione, i vari emendamenti che avevano cominciato a circolare, alcuni dei quali ero anche d'accordo di promuovere e di portare avanti: il famoso emendamento che trasformava la parola "ristoro", se ben ricordo, in "restituzione". Fino alla decisione di mettere da parte l'articolo 19, per andare in II Commissione con l'obiettivo tutti insieme, maggioranza e minoranza, di approfondire l'argomento per trovare una soluzione, se ben ricordo, entro il mese di febbraio.

Lei, collega Morelli, usa la retorica del "c'eravate voi fino a tre settimane fa", facendo passare l'idea che voi siete quelli "del fare", coloro che risolveranno i problemi, mentre gli altri, incapaci, non l'hanno fatto. Le ricordo, collega Morelli, che nella nuova maggioranza avete un presidente e un assessore che sono lì dall'inizio della legislatura, che non hanno mai cambiato e che coerentemente - un po' come il geometra Bertolino che diceva: io non cambio mai posizione, sono gli altri che cambiano - sono da sempre in maggioranza. Quindi com'erano in maggioranza prima, lo sono adesso. Quando lei si riferisce alla vecchia maggioranza, si ricordi bene che ha il massimo rappresentante di questa maggioranza, che oggi è il Presidente, e una persona in Giunta che erano lì dall'inizio della legislatura. Si rivolga a loro, quando dice che voi purtroppo adesso dovrete assumervi questo carico di risolvere i problemi che la passata maggioranza non ha risolto.

Poi, collega Morelli, nella sua maggioranza sono sedute sei persone, che erano in maggioranza quando è stato sottoscritto un impegno che avrebbe portato addirittura alla privatizzazione dell'hotel Billia prima ed eventualmente del casinò dopo. Quindi, collega Morelli, lei fa l'ingenua sapendo di non esserlo. Meno elegantemente il collega Padovani - ma glielo perdoniamo, perché è appena arrivato - direbbe: lei mente sapendo di mentire; solitamente in politica si evita di usare questo codice. Lei fa l'ingenua sapendo che la nuova maggioranza è stata sostituita ben prima che avvenisse questo ribaltone, tant'è che l'avete detto in tutte le salse che non è un ribaltone: è un'operazione che si perde nel tempo, un'operazione di assunzione di responsabilità e di consapevolezza che è partita molto prima. Beh, collega Morelli, io non lo sapevo! Io sono rimasto, colpevolmente probabilmente, dentro uno schema che ingenuamente pensavo fosse quello di un'alleanza con Stella Alpina e Union Valdôtaine, poi allargata al UVP, pensando che quella fosse la maggioranza. Se voi mi dite che il ribaltone non è avvenuto e che quindi non è un golpe, ma una cosa maturata illo tempore e che quindi c'era già, allora io devo dire che sono scemo, ma probabilmente non così tanto da non accorgerci che, tra risoluzioni presentate da qualcuno della minoranza, movimenti fatti escludendoci sistematicamente - noi dicevamo: siamo un po' in imbarazzo, evitiamo magari di fare certe manovre - c'era un processo in itinere.

Perciò, collega Morelli, non venga adesso a dire che sono tre settimane che siete voi ad essere qua! Sono mesi che state lavorando su questi dossier e noi abbiamo accettato in maggioranza di socializzare il dossier del casinò, di socializzare quello su CVA, perché questi sono problemi - lo abbiamo detto in tutte le salse - che riguardano la collettività. Al di là dei 264 dipendenti, qua c'è di mezzo un patrimonio della nostra regione, un patrimonio che ha un valore intrinseco anche di tipo patrimoniale che si avvicina ai 200 milioni di euro. C'è un indotto, c'è una situazione che gravita intorno al casinò. Quindi, che possano piacere o non piacere i lavoratori del casinò, ognuno poi ha le sue idee, ma ci siamo messi intorno a un tavolo e in Commissione a ragionare su come fare per cercare di salvare un patrimonio, che fino a qualche anno fa tra l'altro era pure una cassaforte della nostra Regione.

Vorrei fare una precisazione ai colleghi che sono intervenuti scandalizzati. La nostra mozione leggetevela! A parte che è una mozione e non è una risoluzione, quindi anche da un punto di vista di stile non ve l'abbiamo piantata lì all'ultimo minuto, senza darvi il tempo di ragionare. La mozione chiede semplicemente, adesso che sono costituite pure le Commissioni, collega Nogara, di andare in quella sede tutti insieme. Non volete socializzare questo problema? Non socializzatelo, ma assumetevi la responsabilità di risolvere il problema del casinò da soli! Siete bravissimi, siete veramente fighissimi se siete capaci di risolvere questo problema! Ma strategicamente, avendo io fatto la maggioranza e la minoranza, devo dire che, se si possono socializzare i problemi, tante volte è meglio che non assumerseli, da un punto di vista di tattica politica e di strategia. Volete farvi le vostre cose, volete mettervi l'amministratore unico, il team, il contro team, i super esperti? Fatelo! Dopo di che risponderete eventualmente del fatto che vi siete assunti e avete intrapreso una strada univoca, nella quale voi vi prenderete meriti e demeriti. Se siete bravi a risolvere il problema del casinò, io sono il primo! L'abbiamo detto subito e lo diciamo da sempre: se ci sono delle buone soluzioni, siamo i primi a condividerle. Le abbiamo condivise quando eravamo in maggioranza e le abbiamo condivise quando eravamo all'opposizione. Va bene, facevamo i tribuni ogni tanto, ma chi non lo ha fatto? Chi non è andato su con i fogli a replicare alla maggioranza, quando la maggioranza poverina era lì silente in diciotto. È il teatrino della politica: la minoranza e la maggioranza, collega Nogara.

Riguardo alla questione che qualcuno viene qua a dire: voi la politica, la politica! Colleghi, guardate che io forse sono quello che ha la minore anzianità politica qua dentro. Ma qui c'è qualcuno, insieme forse al collega Padovani, che era segretario particolare di un assessore che faceva parte di una Giunta e che ha assunto delle decisioni che oggi ci ha portato. Collega Padovani, lei rivanghi! Anche a me piacerebbe ritornare indietro. Io ho provato in II Commissione a dire che mi sarebbe piaciuto rivangare sul casinò: come sono state assunte le persone, cosa è successo. Qualcuno che oggi è seduto in Giunta mi fa: è inutile rivangare, i problemi sono quelli! Come diceva Vicquery con il nuovo ospedale: bisogna risolvere subito i problemi, se no ci vorrebbero quindici anni; siamo ancora lì. Qualcuno mi diceva: non rivanghiamo, perché certo che se andiamo a rivangare, dopo vengono fuori delle questioni un po' strane. Bisogna capire com'è che sono state fatte nei decenni passati certe operazioni. È questa la questione.

Qua non c'è nessun "verginello" evidentemente - questo è stato detto - però cerchiamo di capire il vero significato di questa mozione. Il significato non è di fare polemica politica - ci sta la polemica quando si presenta una mozione - il significato è di andare in Commissione e cercare di condividere una strategia su un patrimonio, che è di tutti e non è una cosa esclusiva della maggioranza. Se la maggioranza, invece, si vuole prendere la paternità di una soluzione, che lo faccia. Io personalmente, fossi in maggioranza, preferirei socializzare questo che oggi è un discreto problema dal punto di vista politico.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Ho ascoltato attentamente quanto è stato detto e, a ruoli invertiti, ci sta che ci siano delle riflessioni che, quando venivano sottoposte da noi, erano regolarmente rispedite al mittente. A me fa molto piacere che qualcuno solleciti il discorso della trasparenza, della casa di vetro e quant'altro, ma io ricordo che, quando eravate in altri ruoli e seduti su altre poltrone, tali richieste erano regolarmente rispedite al mittente.

In tutto quello che è stato detto, ci sono alcuni passaggi che sinceramente poco condivido e poco mi tornano. Quando nel suo intervento iniziale, collega Perron, lei dice che questo bilancio della casa da gioco e questo dossier sono stati usati per fini politici, a me dispiace, perché non è così: almeno per quello che mi riguarda, non ho mai pensato di usare la situazione della Casinò a fini politici. Semplicemente - penso me ne possa dare atto - in questi anni nei miei interventi ho manifestato tutte le mie perplessità, a iniziare dalla gestione dei bilanci. Io per tre anni di seguito in quest'aula ho detto che iscrivere a bilancio imposte anticipate, quando si hanno delle perdite di esercizio, era taroccare i bilanci. Adesso i nodi sono arrivati al pettine e, tra le voci più significative della perdita di esercizio di quest'anno e della necessità di abbattimento del capitale sociale, c'è il fatto che dopo tre anni che si dicevano queste cose la Casinò nel bilancio ha dovuto prendere atto che queste imposte erano farlocche. Non è che non se ne ha diritto, ma è semplicemente un discorso contabile: quando c'è un esercizio in perdita, sono perdite di esercizio a tutti gli effetti.

Parlo con lei, collega Perron, perché abbiamo avuto negli anni queste visioni diverse e le dico qualcosa di più. Gli istituti di credito che stanno analizzando in questo momento i bilanci degli anni pregressi della Casinò per aprire linee di credito - non sono quello che qualcuno ha paventato potessero essere, cioè società di comodo per finanziare: sono istituti di credito, banche nazionali - nell'analisi dei fatti, calcolano le imposte anticipate che venivano iscritte a bilancio come perdite, al fine del rilascio di linee di credito. È questo che stride in quella che è stata la ricostruzione! Che poi non la voglio fare tanto lunga, perché probabilmente in questo momento è molto più importante guardare in prospettiva. Parlo di questo, ma potrei parlare senz'altro di investimenti: ci sono voluti anni per capire la situazione degli investimenti. Soprattutto, è una ricostruzione del tutto - io dico - autoreferenziale da parte della Casinò, perché negli investimenti dei 120 milioni di euro ci hanno messo dentro i rimborsi pasti - per fare un esempio - ci hanno messo dentro di tutto e di più, cose molto poco riconducibili a un discorso di investimenti.

Quando avete deciso nel 2014 di ricapitalizzare, personalmente ho detto che una ricapitalizzazione aveva un senso se c'era un piano di riqualificazione aziendale. In questo momento, paradossalmente, ai fini della credibilità o della solvibilità aziendale, è molto più importante aver avviato una procedura di licenziamento. Torno a dire che questa maggioranza si è data come obiettivo basilare che nessuno vada a casa e che gli esodati non rientrino al lavoro. Ma ai fini della credibilità e della solvibilità di una società come la Casinò, in questo momento vale molto di più una minaccia di licenziamento, che non vogliamo in nessun senso, piuttosto che una liquidità di 43 milioni di euro, come pensavate di dare. Io parlo della credibilità aziendale. La verità che vogliamo e sulla quale crediamo sia logico confrontarsi, è che non possiamo impostare il futuro della casa da gioco su una serie di bilanci che non erano credibili. Ricapitalizzazioni negate: poco tempo fa lei ha negato che c'era la necessità di ricapitalizzare questa società. Soprattutto è mancata la credibilità in quella che doveva essere la risposta della proprietà. Si è parlato di ristoro e di investimenti spesati, ma in termini giuridici amministrativi nel pubblico non esistono investimenti spesati, anche perché ci avevate messo di tutto e di più: costi per l'esternalizzazione del servizio ospitalità e mensa, costi per il personale dipendente impegnato nell'attuazione del piano di sviluppo, oneri finanziari sostenuti per l'attività di investimento (questi ultimi ci stanno). Scusate, ma nella pubblica amministrazione gli investimenti sono per legge dichiarati! Non si possono mettere spese correnti negli investimenti.

C'è stata una serie di sottovalutazioni e non-verità volutamente celate. Non potete parlare di strumentalizzazione politica di fronte a una serie di verità, che noi abbiamo dovuto scovare quando qualcuno è stato obbligato a darci la documentazione. Noi abbiamo avuto la necessità di un ricorso del Movimento Cinque Stelle e di una sentenza per avere accesso agli atti: vi sembra normale? Non lo è!

Io, poi, vorrei parlare un po' di prospettive, ma quello che non è accettabile è che si parli di scelte lungimiranti o di superficialità con cui si è trattato i dipendenti. A me non interessa quali siano state le formule di assunzione, perché in questo momento ci sono dei dipendenti e non c'è differenza - io l'ho sempre detto - tra quelli delle pulizie e quelli della Casinò. Abbiamo avuto atteggiamenti diversi e c'è stata meno attenzione alle persone che guadagnavano 800 euro al mese: abbiamo accettato ribassi fino al 44 percento e adesso costoro prendono meno di 400 euro al mese; su appalti pubblici! L'attenzione dev'essere uguale per tutti e, proprio perché sono dipendenti, io mi sono battuto e mi batterò anche per i dipendenti della Casinò: l'obiettivo è di non mandare nessuno a casa.

Parlo con lei, ex assessore, e chiaramente con l'ex presidente, perché avete gestito in linea diretta tutta questa fase, per cui quando parlo al passato non posso che rivolgermi a voi due, che siete la storia degli ultimi anni della Casinò. Permettetemi di dire che in questo momento non si possa parlare di mancanza di rispetto, quando si chiede che ci sia un piano aziendale che preveda un futuro per tutti i dipendenti. Io su questo mi batterò fino alla fine: un futuro per tutti i dipendenti, ma eliminando i privilegi, eliminando una serie di benefit, seppure siglati personalmente e che paiono intoccabili. Io voglio dirlo in questo contesto: i superminimi non sono materia contrattuale, per cui non possono essere messi in discussione se non con il consenso di tutte e due le parti. Ma io voglio che qualcuno metta nel piano aziendale la questione di tali superminimi, che sono dei benefit che potevano avere un senso quando la casa da gioco ripartiva utili, ma io voglio capire se hanno ancora un senso in questo momento che la Casinò ha un deficit. Vogliamo mettere tutto sul piatto? Vogliamo parlare di equità? Certo, lo sappiamo che i dipendenti hanno fatto i sacrifici che sono stati chiesti, ma io vorrei capire se i sacrifici sono stati equamente divisi. Se i superminimi noi non li tocchiamo e rimangono un benefit che vale milionate per la Casinò, voglio capire se magari i più deboli, coloro che non hanno i superminimi, non abbiano pagato anche per gli altri. Un piano aziendale significa mettere in discussione l'organizzazione e tutta una serie di benefici che qualcuno - beati loro e solo qualcuno - ha all'interno di questa azienda.

Chiusa questa parentesi, di certo io non penso che all'interno dell'obiettivo, che si è dato questa Giunta e in particolare l'assessore Chatrian, ci sia quello di svendere la casa da gioco. Sarebbe una grande novità di cui non sono a conoscenza. Anche perché di contatti con i privati, se vogliamo, ce ne sono stati in maniera forse un po' più ufficiale prima: le visite del Hard Rock e queste cose qua.

(Voce fuori microfono)

Sono state delle visite ufficiali? Perfetto, io l'ho letto. Come giustamente diceva lei, collega Marguerettaz, a volte si leggono i giornali e noi abbiamo letto di questo, per cui non ci meraviglia. L'impressione che si volesse privatizzare ce l'avevamo prima. L'impressione che si volesse celare la vera verità, per poi dire che questa è una società insanabile, che è una società da mettere in liquidazione, per cui bisogna metterla sul mercato privato, magari chissà in che condizioni, tale impressione ce l'avevamo prima. Noi faremo il possibile perché questo non avvenga. Io non lo so con quali risultati, ma io vigilerò almeno quanto voi.

Qualcuno ha parlato dell'obbligo che avrebbe avuto la Regione di restituire questi 43 milioni di euro, in base alla legge n. 49. Non so se è vero, perché non ne sono a conoscenza, che ci sia un'indagine della Corte dei Conti, per chiedere un riscontro su quella ricapitalizzazione che c'è stata. Ma semmai vi chiedessero di giustificare il perché di questa ricapitalizzazione del 2014 da 60 milioni di euro, che è stato letteralmente denaro buttato, io sinceramente vi consiglierei di non appellarvi a questa legge per dare delle giustificazioni, perché secondo me non ha molti presupposti. Qua c'è una legge che ti dice che si può ricapitalizzare, ma solo se c'è un piano di investimenti la cui entità è determinata annualmente con legge finanziaria: vi andate a infilare in un discorso di debiti fuori bilancio, perché se voi andate a riconoscere 43 milioni di euro che non avete erogato, allora sono debiti fuori bilancio. La pubblica amministrazione non fa sconti e non usa termini come "ristoro" o "investimenti spesati". La legge si basa sui principi e non ne faranno una apposta per la Valle d'Aosta.

Sicuramente la partita è difficile e a mio parere voi - mi rivolgo a tutta la minoranza - potete avere un ruolo determinante, perché le cose le conoscete. Le informazioni, rispetto forse ai nostri primi anni in cui abbiamo dovuto acquisirle con difficoltà, le avete a disposizione. Avete anche le competenze, per cui, davvero, io in questo momento voglio voltare pagina e vi invito a sollecitare l'attività del Governo, perché io penso che questo esecutivo comunque delle capacità le abbia: sollecitate, chiedete regolarmente a ogni Consiglio che ci sia una risposta efficace. Chiedete che ci sia trasparenza nell'azione, quella che non sempre avete avuto voi, ma chiedetela. E sicuramente io penso che avrete in questa maggioranza chi vi sosterrà, perché nessuno vuole nascondere nulla. Ci sta anche la polemica, perché ognuno ha dei ruoli, ma forse è ora di finirla tra i buoni e i cattivi, nell'interesse dei valdostani e in questo caso dei dipendenti della Casinò. Prima i buoni erano alcuni e adesso i buoni sono altri, i cattivi erano altri e adesso sono qualcun altro, per cui è ora di finirla, nell'interesse dei valdostani. Ma è anche ora - come qualcuno ha detto giustamente - di dire ai valdostani la verità. I valdostani devono saperla la verità e noi non possiamo nasconderla. Non possiamo neanche nel futuro prossimo avere due pesi e due misure, per cui l'interesse che c'è in questo momento - e deve esserci - va salvaguardato, perché un dipendente, che sia della Casinò o che sia delle pulizie, è un dipendente con pari dignità! Portiamo avanti assieme questa azione e penso che i risultati dovranno esserci.

Il consigliere Guichardaz mi chiedeva se sono soddisfatto. In questo momento, dopo un mese o forse meno, è un po' prematuro chiedermelo. Io non ho mai cambiato idea e penso che la strada sia quella della trasparenza, di dire la verità. Quello che ho contestato tante volte al presidente Rollandin, è di non dire la verità, di celare la verità. Poi magari erano degli obiettivi politici e non voglio nemmeno dire che ci fosse malafede tutte le volte, però la realtà è stata questa. Celando la verità, non dicendo la verità, si è arrivati a questa situazione: una società che è tecnicamente sull'orlo del fallimento, se non già oltre. Ora non si può continuare a celarsi dietro la casa degli specchi. Io penso che chiunque entri dentro questa casa degli specchi, anche del Governo precedente, probabilmente la frantuma, perché la trasparenza non è sempre stata alla base dell'azione politica.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Io vorrei ritornare su quello che ha detto il collega Guichardaz e che poi hanno detto altri: guardiamo il contenuto di questa mozione. Nel testo non ci sono polemiche, ma una serie di domande. A volte nelle premesse si introducono delle frasi sibilline - qualcuno era maestro in questo - ma in questa mozione non c'è polemica nemmeno nelle premesse. Vede, collega Nogara, noi potremmo chiedere un Consiglio monotematico sulla storia del casinò: potremmo partire dal decreto Chabod per passare alla gestione commissariale e poi alla S.p.A. Ci sono state tante vicende e tante cose che si possono dire. Poi ovviamente e giustamente voi fate il vostro lavoro e raccontate di qualcuno, che non ha avuto un rinnovo all'interno di una società, che dice "io parlavo direttamente con Tizio", ma ovviamente non dite quello che ha detto Caio, per cui nell'ambito della gestione commissariale sarebbero state fatte assunzioni a mani libere.

Io non so, però ci stiamo allontanando dalla mozione! Al di là della presentazione - magari mi sono espresso male - io ho cercato di parlare di futuro e ho voluto ragionare in termini prospettici. State dicendo che abbiamo amministrato male? Va bene, è il vostro pensiero. Ovviamente poi dovete mettervi d'accordo tra vicini, nel senso che - non ho mai detto "verginello" - chi ovviamente viene qua, ha un bagaglio o un background politico di un certo tipo, che vedevo male in prossimità con l'UDC. Non è che uno deve guardare la tessera, io leggo. Però non è questo il problema, collega Padovani. Nell'ambito di questa legislatura c'è stato un tale tremblement che diventa difficile trovare coerenza, quindi abbiamo persone oggi che sono in minoranza che fanno certi discorsi, delle persone che erano in maggioranza e che dicono che prima in maggioranza si sbagliava tutto. Per carità, o si è in malafede, oppure non si è tanto lucidi. Però rispetto a questo, noi abbiamo cercato di mettere all'ordine del giorno una mozione per parlare del futuro.

Io ho detto che sarebbe interessante capire se il fatto di gravitare attorno a dei colossi del gioco elettronico voglia indicare un cambio di strategia. Con la Gamenet il futuro è il gioco elettronico? Vogliamo cambiare strategia? Qua non possiamo portare indietro le lancette del tempo. Non vi chiamo maggioranza, ma adesso l'alleanza di governo siete voi e quindi a nulla vale il fatto di dire "avete sbagliato tutto". Se dite che ci sono delle operazioni sbagliate e che voi le fate in modo diverso, allora ditecele! Questa mozione vuole semplicemente farvi dire dove volete andare. Noi abbiamo sbagliato tutto: va bene, ci cospargiamo il capo di cenere e guardiamo quella che sarà la proposta. Però, non possiamo non introdurre in aula certi ragionamenti.

Quando abbiamo parlato di privatizzazione, collega Gerandin, nessuno lo ha mai nascosto. Abbiamo letto i giornali e quello che è stato scritto era in virtù di dichiarazioni che erano state fatte: c'erano stati dei contatti con un colosso in modo trasparente. Un altro conto è intuire delle operazioni finanziarie - qualcuno prima di me le ha accennate - che porterebbero a una svendita del casinò senza dichiararlo. Qualcuno ha parlato di emettere obbligazioni - io non avevo mai sentito di questa operazione - ma se io emetto un prestito obbligazionario, senza voler entrare nel tecnicismo, dovrò dare delle garanzie; oppure, se faccio un prestito obbligazionario convertibile, le obbligazioni diventano azioni e io da maggioranza divento minoranza. Ma sono sempre supposizioni e nessuno ce lo ha mai detto. Da questo punto di vista, sono operazioni importanti - sono un po' sterili, perché sono riconducibili a operazioni societarie - ma dietro alle operazioni societarie c'è un ragionamento, c'è un disegno.

Senza voler polemizzare - è chiaro che un po' di pepe esiste e poi sono anche contento degli apprezzamenti che mi fa il collega Nogara - ma da questo punto di vista noi vogliamo semplicemente chiedervi. Io non ho sentito da parte di nessuno, ad eccezione della Presidente della IV Commissione, dire che la mozione è votabile. Io mi sarei aspettato da parte vostra una discussione molto più secca. Se aveste detto di accettare e di trovarsi in Commissione, tutto questo ragionamento non ci sarebbe stato. Da questo punto di vista, credo che il nostro tentativo sia stato di mettere sul tavolo dei ragionamenti che possano servire anche a voi a prepararvi per venire in Commissione.

Anche sull'aspetto delle consulenze, sul quale noi abbiamo detto al collega Chatrian di fare attenzione, perché lì sotto potrebbero esserci delle mele avvelenate, non abbiamo fatto il gioco di nascondere e aspettare che qualcuno sbagli per poi denunciarlo. Lo diciamo qua, prima che succeda qualche cosa: abbiamo cercato di dare un contributo. Dico al collega Chatrian: guarda che questa delle consulenze è un'operazione che a nostro giudizio, da una prima lettura, a noi non sembra così regolare - poi sicuramente c'è fior fiore di avvocati che dice che tutto è regolare - tant'è che la pubblicazione postuma di un bando, avvenuto parzialmente, con un pasticcio tra offerte di prestazioni e offerte economiche, l'abbiamo fatto prima. Non stiamo cercando di giocare a coloro che distruggono, andando ulteriormente a creare delle situazioni per fare delle imboscate. Credetemi: il tema del casinò è così importante, che a noi le imboscate non interessano! Vogliamo semplicemente avere un confronto per il futuro, dopo di che ognuno di noi manterrà il proprio giudizio etico, morale e politico sulle responsabilità che ognuno di noi dovrà portarsi sul groppone. Noi riteniamo di aver fatto anche degli errori, ma pensiamo anche di aver fatto tante cose fatte bene. Però adesso guardiamo al futuro.

Presidente - L'accordo formulato ieri in Conferenza dei Capigruppo era di chiudere i lavori questa mattina alle ore 13:00. Siccome questo difficilmente potrà avvenire, perché se ci sono tre o quattro consiglieri iscritti a parlare, è chiaro che sospendo i lavori del mattino e riprendiamo al pomeriggio. Altrimenti dovrei chiudere ora la discussione generale e dare la parola per la replica. Per cui giunti a questo punto, credo che possiamo sospendere la seduta del mattino e riprendere al pomeriggio, alle ore 15:30.

La seduta termina alle ore 12:51.