Oggetto del Consiglio n. 2673 del 4 aprile 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2673/XIV - Interpellanza: "Modalità di assunzione di operatori addetti ai servizi di ambulanza del 118".
Rosset (Presidente) - Punto n. 13 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz per l'illustrazione; ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Torniamo a parlare di 118, stavolta con particolare riferimento agli organici.
La Valle d'Aosta, a differenza di molte altre Regioni italiane, è riuscita a mantenere nel pubblico buona parte del servizio professionale di soccorso territoriale. L'USL infatti garantisce, attraverso i propri operatori assunti direttamente con contratti a tempo indeterminato tramite agenzie di somministrazione, le attività di soccorso e trasporto sanitario urgente. Fino a qualche tempo fa l'USL si avvaleva anche della CRI (Croce Rossa Valle d'Aosta), la quale operava in regime di convenzione fornendo una decina di professionisti e le relative ambulanze. Naturalmente qua parliamo del servizio di soccorso che, per semplificare, definisco "professionale", ma non bisogna dimenticare il fondamentale supporto delle associazioni di volontariato, compresi i volontari della Croce Rossa Italiana, i quali permettono di fornire un servizio capillare su tutto il territorio assicurando un'eccellente copertura, anche delle zone più periferiche. Era doveroso ricordarlo.
Dicevo all'inizio della presentazione che la nostra Regione è riuscita a mantenere il servizio di soccorso territoriale professionale quasi esclusivamente in seno al 118, ad eccezione di quello della Croce Rossa (CRI). Dal mese di marzo di quest'anno anche il personale della CRI, che operava direttamente in regime di convenzione, a causa di un processo di dismissione del servizio non volontario, credo avvenuto su tutto il territorio italiano o comunque in via di ultimazione in alcuni territori, è stato assorbito dall'USL mediante contratti di somministrazione lavoro (mi sembra che parliamo di dodici lavoratori). Gli operatori professionisti della CRI non sono potuti transitare direttamente negli organici USL attraverso processi di mobilità, in quanto assunti originariamente dalla Croce Rossa con contratti a tempo determinato. Per questo motivo sono stati assorbiti attraverso contratti di somministrazione, che speriamo un giorno possano essere trasformati, attraverso procedure concorsuali pubbliche, in contratti a tempo indeterminato. Per precisione, questi operatori non si aggiungono a quelli in pianta organica svolgenti le funzioni già in capo agli operatori USL del 118, ma coprono sostanzialmente quei servizi che la CRI forniva già in regime di convenzione. Per essere più chiaro, la Croce Rossa era a tutti gli effetti computata nell'ambito dell'attività di soccorso territoriale e ad oggi gli operatori assunti con contratti interinali non aggiungono nulla al servizio in essere fino al 1 marzo, ma permettono la continuità delle attività già precedentemente effettuate in convenzione. Aggiungo ancora che esiste un piccolo gruppo di operatori in possesso dei requisiti di anzianità con almeno cinque anni di esperienza professionale nel corrispondente profilo in pubbliche amministrazioni e imprese private, assunti tramite agenzia interinale, i quali attualmente sono impiegati nei cosiddetti "servizi secondari", quelli non rientranti nel soccorso e trasporto urgente: il trasporto dializzato, i trasferimenti dei pazienti stabilizzati da un reparto all'altro, le dismissioni, eccetera, e che potrebbero, completando la propria formazione, essere utilmente impiegati anch'essi nei servizi di soccorso ed emergenza.
La situazione per cui la quasi totalità dei servizi di soccorso professionale - parlo sempre del servizio professionale - è direttamente in capo all'azienda sanitaria non è la norma sul territorio nazionale. In molte regioni, infatti, parte del servizio istituzionale è reso da enti privati che operano in regime di convenzione con le ASL, a volte sostituendo del tutto gli operatori del 118 (quando parlo di imprese private mi riferisco anche a quelle facenti riferimento alle ANPAS, alle "Misericordia", e via dicendo). Questa nostra peculiarità pubblica, che io ritengo assolutamente positiva, anche solo per una questione di uniformità nelle procedure operative, nei percorsi formativi, nelle verifiche dei requisiti psicofisici degli operatori, che sono costantemente monitorati dai servizi di prevenzione e dai medici competenti aziendali, presuppone l'attivazione di percorsi assunzionali a carico dell'USL, così come previsti dalla disciplina contrattuale pubblica. Il contratto di lavoro del comparto sanità fissa, infatti, dei requisiti obbligatori che non possono essere derogati quando si tratta di assunzione diretta di personale, e sono: il possesso di patente di tipo B, acquisita secondo il Codice della strada con mi sembra almeno tre anni di pratica, e almeno cinque anni di esperienza professionale nel corrispondente profilo come operatore tecnico specializzato, maturata in pubblica amministrazione o in aziende private. Per capirsi, chi indossa la divisa del 118 deve possedere questi requisiti, a cui si aggiungono naturalmente una serie di certificazioni che attestano l'acquisizione di una specifica formazione effettuata - dice la legge n. 4/2008 - in coerenza con il piano di formazione continua. L'USL fornisce periodicamente gli aggiornamenti del BLSD (rianimazione cardiopolmonare), del BTLS (intervento sui politraumatizzati) e tutti gli altri necessari percorsi operativi utili allo svolgimento dell'attività di autista soccorritore.
Qui, in Valle d'Aosta, con la legge regionale n. 4/2008 e successive modifiche si è istituita la figura dell'operatore tecnico specializzato autista soccorritore, una figura un po' anomala, visto che il contratto collettivo nazionale di lavoro individua solo ed esclusivamente la figura dell'autista di ambulanza. Dicevo che con legge regionale è stata istituita nel 2008 la figura dell'autista soccorritore, che opera nel servizio di emergenza/urgenza sanitario previa - lo dice la legge e lo riporta nell'allegato A - specifica formazione e certificazione riconosciuta dall'azienda USL e in coerenza con il piano di formazione continua sulla base delle disposizioni regionali. Questo infernale combinato disposto tra l'esperienza professionale nel corrispondente profilo in pubblica amministrazione o imprese private - i famosi cinque anni previsti dal contratto - e la previa formazione/certificazione riconosciuta dall'azienda USL della Valle d'Aosta prevista dalla legge regionale, nella nostra Regione crea di fatto una barriera insuperabile ai processi assunzionali, impedendo proprio all'USL di bandire concorsi che abbiano almeno l'aspettativa di una sufficiente partecipazione in termini di iscrizione. È un problema che evidenziavo tre anni fa, quando ponevo la questione all'ex Assessore Fosson e che non ha poi trovato una soluzione adeguata neppure con il suo successore, il collega Viérin.
Naturalmente l'interpellanza vuole sollecitare una soluzione a questo problema che diventa, Assessore, sempre più grave ed impellente, anche in considerazione dei pensionamenti già effettuati e di quelli previsti per i prossimi anni. Si tenga conto tra l'altro che il mestiere dell'autista soccorritore è piuttosto logorante, quindi bisogna prevedere eventuali defezioni anche dovute ad infortuni o addirittura inidoneità per motivi di salute con obbligo di ricollocamento. Credo che qui sia quindi da aprire un ragionamento articolato che abbia come obiettivo nel breve periodo, e prima che la situazione diventi irreversibilmente critica, di recuperare all'attività di soccorso, attraverso anche un meccanismo di riconoscimento dei crediti e un adeguato percorso formativo certificabile - una sorta di riqualificazione -, il personale fidelizzato attraverso contratti interinali e in possesso dei famosi requisiti di anzianità prescritti dal contratto collettivo nazionale di lavoro; di predisporre un idoneo percorso formativo e abilitante per il personale della Croce Rossa Italiana che è transitato in USL con contratti di formazione e che ad oggi non possiede la famosa certificazione prevista dalla legge regionale. Teniamo conto comunque che tale personale possiede un patentino CRI ottenuto attraverso un percorso formativo attestato dalla Croce Rossa, e credo quasi tutti i lavoratori siano in possesso dei requisiti prescritti contrattualmente (forse due o tre non lo sono).
Resta poi da risolvere il nodo dei venticinque - adesso non so quanti ne siano rimasti - che hanno sostenuto il corso con l'USL, ma che a causa della mancanza del requisito di anzianità non possono indossare questa benedetta divisa del 118. Costoro sono purtroppo a bagno da diversi anni e, a parte le mille promesse, non riescono ad essere collocati utilmente nel servizio di emergenza/urgenza sanitario a causa della disposizione contrattuale la quale prevede che i requisiti di accesso siano gli stessi previsti per il tempo indeterminato: i fatidici cinque anni di anzianità. Credo si debba prendere il toro per le corna e decidere una volta per tutte come fare a far acquisire loro questi benedetti cinque anni di anzianità nel corrispondente profilo in aziende pubbliche o private. Assessore, lo dico anche consapevole del fatto che a livello nazionale non si vedono all'orizzonte cambiamenti normativi e contrattuali relativamente alla figura dell'autista soccorritore. Credo - e lo dico all'ex Assessore Fosson che se ne era interessato anche nella sua qualità di Senatore - per opposizioni trasversali di soggetti che hanno tutto l'interesse a che non siano tolti cinque anni di anzianità prescritti per l'accesso al profilo.
Penso che in futuro ci sarà bisogno di tutti gli operatori disponibili: sia quelli della CRI, che - come ho detto - oggi continuano a coprire i turni fino allo scorso febbraio svolti in convenzione con l'USL ma sotto l'egida della Croce Rossa, sia gli interinali di vecchia data, e almeno una parte dei ragazzi che fecero tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014 il famoso corso di qualificazione per operatore addetto al soccorso e trasporto infermi. Li definisco così (ragazzi), perché per poter accedere a quel corso - non so se si ricorda - era stato messo il limite dei trentacinque anni. Oggi qualcuno sfiorerà probabilmente i quarant'anni e, se andiamo avanti così, rischiano di avere i capelli bianchi.
Dalle ore 11:49 assume la presidenza il Vicepresidente Fosson.
Fosson (Presidente) - Ha chiesto la parola l'Assessore Bertschy per la risposta; ne ha facoltà.
Bertschy (UVP) - Collega, mi limiterò a rispondere alle domande che ha posto attraverso la sua interpellanza, ma condivido con lei che l'argomento è molto più complesso e merita un approfondimento in Commissione, perché è il risultato anche di scelte effettuate negli anni. Ho avuto modo di incontrare alcune di queste persone in questi primi giorni, mi hanno rappresentato le difficoltà e anche un po' le speranze non esaudite. Ripeto: per avere una visione forse più globale del panorama valdostano, ma inserito in questo contesto di norme nazionali che non cambiano e delle aspettative che sono rimaste, credo sia opportuno un approfondimento in Commissione.
Rispetto ai temi e alle domande che mi pone: "se vi è l'intenzione di procedere alla copertura dei posti in organico resisi vacanti e che si renderanno tali nei prossimi anni a causa di pensionamenti o di altre cause; in particolare si vuole avere precisa notizia del piano assunzioni e delle modalità assunzionali", nel piano assunzioni dell'azienda per l'anno 2017, che sarà nel prossimo periodo portato dalla Giunta regionale, è prevista l'indizione di un concorso pubblico per l'assunzione a tempo indeterminato di numero dodici operatori tecnici specializzati autisti di ambulanza. È intervenuta una recente internalizzazione dei servizi di trasporto in ambulanza, prima erogati dalla Croce Rossa Italiana con il proprio personale dipendente, in convenzione con l'azienda, ha aumentato il fabbisogno aziendale di lavoratori con il suddetto profilo professionale. La graduatoria degli idonei, che avrà validità triennale, sarà utilizzata per la copertura dei posti attualmente vacanti e che si renderanno successivamente vacanti per qualsiasi motivo nei limiti di quanto stabilito dall'articolo 18, comma 7, del decreto 27 marzo 2001 n. 220 e successive modificazioni. Nelle more dell'espletamento del concorso di cui sopra, l'azienda ha attivato dei contratti di somministrazione di lavoro con l'agenzia interinale Randstad. Le convenzioni attive tra l'azienda, la Federazione regionale dei volontari del soccorso, l'Associazione di promozione sociale e la CRI prevedono l'espletamento dei servizi con il solo personale volontario.
Secondo quesito: "se il personale attualmente assunto tramite rapporti diretti o attraverso agenzie interinali è in possesso dei requisiti previsti dalla normativa e dai contratti nazionali del lavoro vigenti, si chiede di dettagliare per ogni operatore o gruppi di operatori i requisiti considerati ai fini dell'assunzione". Dei diciassette operatori tecnici specializzati autisti di ambulanza attualmente operanti presso l'azienda in regime di somministrazione lavoro, quattordici operatori hanno un'anzianità di servizio superiore ai cinque anni (requisito previsto dal contratto), mentre tre operatori hanno un'anzianità inferiore ai cinque anni. Il criterio utilizzato è quello dell'anzianità di servizio. I suddetti diciassette operatori sono tutti in possesso dei requisiti previsti dalla vigente normativa per la guida dei mezzi d'emergenza, ai sensi degli articoli 115, 116 e 117 del vigente Codice della strada: essere titolare di patente B o superiore da almeno tre anni e avere un'età minima di ventuno anni.
Terzo quesito: "che cosa si intende per "specifica formazione e certificazione", in coerenza con il piano di formazione continua". Per "specifica formazione continua" si intende l'aggiornamento professionale che qualsiasi operatore deve acquisire nell'arco della sua vita professionale dopo la formazione di base per garantire un aggiornamento costante delle proprie competenze.
Infine: "se l'azienda è stata oggetto di censure o di osservazioni da parte delle autorità competenti per il mancato rispetto delle disposizioni in materia contrattuale e, se sì, in relazione a quali specifici casi". L'azienda non è stata oggetto di censure e di osservazioni da parte delle autorità competenti.
Detto questo, come ho detto in premessa, insieme all'azienda stiamo ricostruendo nel dettaglio il dossier ed è mia intenzione portare questa discussione, anche perché il requisito dei cinque anni complicherà oggi e in futuro questo tipo di procedure di programmazione. L'azienda ha individuato una possibile soluzione e, appena sarà definitiva, la daremo come possibilità di discussione in Commissione facendo un programma che tenga in considerazione le cose da lei dette nell'interpellanza, perché la ricaduta di queste scelte è a lungo periodo ed è di estrema importanza per i servizi di soccorso che abbiamo sul territorio.
Mi unisco a lei nel ringraziare i tanti volontari che fanno il loro lavoro e che ci aiutano a mantenere d'eccellenza il nostro servizio.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz per la replica; ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Mi sono permesso di suggerire e di dare dei suggerimenti in un'ottica costruttiva, per far capire che noi non siamo qui solo ad attaccare o a mettere davanti alle proprie le contraddizioni la maggioranza.
Riconosco a lei, a chi l'ha preceduta e anche al Governo precedente, che in sanità comunque si è fatto un buon lavoro, almeno per quanto riguarda il piano assunzionale che comunque credo vada incontro alle necessità e alle carenze di organico. Questo poi ovviamente non assolve dalla gestione organizzativa e dall'invito che le ho fatto con la precedente interpellanza, di monitorare comunque le questioni organizzative interne e i rapporti relazionali tra comparto e dirigenza, perché spesso questi sono un po' tesi e creano anche problematiche di tipo organizzativo.
Vorrei solo ribadire che su questo tema, al di là della nuova ala dell'ospedale che probabilmente è una delle priorità, noi non possiamo perdere altro tempo. I venticinque ragazzi di cui parlavamo prima hanno fatto quel benedetto corso più di tre anni fa, sono a bagno, sono in attesa, è stata loro garantita una possibilità di reimpiego, tanti hanno investito in quello pensando che presto o tardi si sarebbe risolta la questione. Io credo che questo argomento necessiti di un refresh ovviamente di tipo formativo, perché molti di quei corsi inseriti all'interno di questo piano sono scaduti, e poi di una soluzione che porti queste persone ad acquisire questi benedetti cinque anni che attualmente sono una barriera invalicabile.
Rispetto agli operatori della CRI - lo ribadisco - questi ad oggi non possono essere neanche inseriti all'interno di un percorso di assunzione, perché manca loro, ai sensi della legge regionale, questo corso regionale che la legge individua in maniera abbastanza generica. Lì basterebbe fare, a mio parere, sia per loro e sia per gli interinali cosiddetti "fidelizzati", anche semplicemente una delibera di Giunta regionale ben studiata che individui un percorso e la possibilità di crediti all'interno di un eventuale percorso di riqualificazione. Siccome è la legge regionale che demanda al cosiddetto "percorso formativo" stabilito dalla Giunta, ed è la Giunta che fino ad ora ha sempre individuato come devono essere attivati questi percorsi, l'invito è di lavorare affinché il percorso sia creato attraverso un ragionamento all'interno della Commissione con gli operatori, in modo tale che tutti siano messi nella condizione di arrivare poi al concorso e di avere quella benedetta qualifica o riqualifica regionale che permetta di poter assumere le persone. Con questo io non voglio dire che noi dobbiamo assumere solo valdostani, perché ovviamente i percorsi e le procedure concorsuali sono aperti al mondo intero, ma la nostra legge regionale è chiara nell'individuare dei percorsi formativi che sono riconosciuti dall'USL. Pertanto anche su questo aspetto noi dobbiamo probabilmente lavorare in sinergia con l'USL, con l'Assessorato e con tutte le persone che si occupano di questo tema per dare finalmente un senso a questo combinato disposto che, Assessore, fra qualche mese o qualche anno ci porterà davvero a non avere più operatori in grado di poter svolgere le emergenze e il soccorso urgenza. Non vorrei che questo poi ci costringesse in una seconda fase a dover ricorrere ai privati, perché se vuole gliene racconto centinaia di situazioni di imprese private che purtroppo poi alla fine non riescono ad assolvere, per problemi vari, ad un compito che io sempre reputato debba rimanere rigorosamente nel pubblico.
Dalle ore 12:05 riassume la presidenza il Presidente Rosset.