Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2669 del 4 aprile 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2669/XIV - Interpellanza: "Interventi per porre rimedio ai reali bisogni del sistema sanitario regionale".

Rosset (Presidente) - Punto n. 9 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz per l'illustrazione; ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Quello sull'ospedale è un dibattito piuttosto abusato, i valdostani credo si ricordino delle numerose volte in cui la politica ha messo tra le priorità l'ampliamento dell'ospedale di viale Ginevra, ospedale che - ricordo - fu costruito negli anni Trenta: fu inaugurato in piena seconda guerra mondiale, colleghi. Non voglio riaprire il dibattito sull'ospedale vecchio, nuovo, ristrutturato o ampliato, visto anche il risultato del referendum del 2007, referendum di cui peraltro fui tra i promotori, anche se - fatemelo dire - continuo a sostenere l'irrazionalità della scelta di mantenere un ospedale dentro la città sicuramente per motivi urbanistici, ma anche per le difficoltà oggettive di operare con la dovuta flessibilità e razionalità in una struttura vecchia di ottant'anni. Al di là di questa mia sensibilità, mi piacerebbe capire - credo di potermi fare interprete della curiosità di tanti cittadini - dove stiamo andando, e soprattutto se questa che è tornata ad essere la "priorità delle priorità" lo è per davvero o, come è successo nei decenni precedenti, è un mantra che viene tirato fuori dall'Assessore di turno, secondo me per distrarre l'opinione pubblica dall'incapacità di affrontare e risolvere i problemi di cui è afflitto il nostro Sistema sanitario regionale.

Lavoravo già in USL, quando l'Assessore Vicquéry rispondeva ad una petizione sottoscritta da 8.459 cittadini e operatori sanitari - tra i quali anche il collega Fosson, che all'epoca faceva solo il medico - i quali peroravano la causa di una nuova, moderna e più flessibile struttura ospedaliera collocata in una sede urbanisticamente compatibile con l'ambiente circostante. L'Assessore Vicquéry abilmente rispondeva: "La priorità - già allora parlava di priorità - è di ammodernare e ampliare l'esistente; per la costruzione di un nuovo ospedale ci vorrebbero almeno quindici o sedici anni, ma io voglio dare risposte nel breve tempo alla gente, ed è quello che sto facendo". Per la cronaca, queste dichiarazioni l'ex Assessore Vicquéry le faceva ventidue anni fa, ma lo stesso dicevano più o meno il collega Fosson e il Senatore Albert Lanièce quando ricoprirono il ruolo di Assessore alla sanità. Direi un déjà vu, anzi, un "già ascoltato" questo della priorità dell'ampliamento ad est, argomento buono evidentemente per scaricarci dai veri problemi della sanità in tutte le stagioni politiche, non solo nell'attuale.

Dicevo, colleghi, che questa tiritera dell'ospedale nuovo ampliato, ristrutturato come priorità delle priorità è argomento trito e ritrito e abusato da tutti gli Assessori che si sono succeduti negli ultimi 30-40 anni. Pensate che già nel 1970 il Comitato regionale per la programmazione, con l'avallo della politica, dell'Assessore di allora, e nel 1991 l'ex Assessore Beneforti, evidenziavano la loro necessità di un nuovo ospedale come priorità delle priorità. Figuriamoci un po'! La mia sensazione - come dicevo prima - è che il tema riemerga ogni volta che la politica non sa più che pesci pigliare: ogni volta cioè che problemi di tipo organizzativo e gestionale fanno esplodere le contraddizioni di un sistema costruito più sulle persone, e anche sul politico di turno, che sugli obiettivi; ogni volta che emergono prepotentemente gli effetti della mancanza di programmazione, di vision, come si dice oggi, sul medio-lungo termine; ogni volta, colleghi, che viene fuori l'incapacità degli amministratori e della dirigenza di amministrare il difficilissimo settore della sanità.

Assessore, la mia non è una sorta di ossessione ideologica contro la nuova maggioranza, lei sa bene che vi sono argomenti sui quali non ho mai cambiato idea, al di là delle collocazioni, ma credo che lei possa concordare con me che oggi manca del tutto una programmazione, una visione sul medio-lungo termine della nostra sanità. Affronterò la questione del Piano sociosanitario regionale le prossime volte, ma il fatto che il documento programmatorio per eccellenza, quello che definisce gli step, gli obiettivi, le modalità di funzionamento del nostro Sistema sanitario regionale, sia scaduto da quasi due trienni, la dice lunga sulla mancanza di una visione programmatica e programmatoria di chi ha governato il settore della sanità e del sociale fino ad ora. Nel mentre attendiamo che l'Assessore di turno si organizzi per portare in V Commissione la sua idea di Piano sociosanitario regionale - l'unico che non ha portato in V Commissione anche solo una bozza di Piano sociosanitario regionale è l'Assessore Viérin, che direi essere stato piuttosto allergico al confronto in questa sede sugli argomenti concernenti la sanità - pare che siate già particolarmente attivi nel monitoraggio dei primariati e delle strutture operative interne all'USL (almeno questa è la voce che mi è giunta, insieme ad altre voci, di possibili nuovi primariati, di nuovi assetti).

Le prossime volte magari ci spiegherà, Assessore, come intendete procedere a questo monitoraggio, visto che in risposta ad un mio "116", indirizzato al suo predecessore, mi veniva comunicata l'esistenza di un gruppo di lavoro interistituzionale composto da rappresentanti dell'USL, dei sindacati, dell'Assessorato e della V Commissione. Non so se i colleghi della V Commissione ne sanno qualcosa, io personalmente non ne so nulla. Questo Comitato interistituzionale - dicevo che così mi è stato risposto - avrebbe dovuto riunirsi il 13 marzo scorso, proprio per verificare gli effetti della riorganizzazione interna dell'USL attivata con l'atto aziendale nel mese di agosto dell'anno scorso. Chiedo scusa se do la sensazione di perdere di vista il tema centrale dell'interpellanza parlando di organizzazione, di programmazione e di gestione delle risorse, ma è proprio lì il punto, colleghi.

Assessore, lei racconta ai valdostani che la priorità del suo Dicastero è di definire l'ampliamento ad est dell'ospedale senza forse rendersi conto che un argomento così delicato presuppone passaggi che non possono essere liquidati nell'anno residuo di una legislatura, e soprattutto che un argomento così delicato richiede che prima si sistemino i problemi urgenti contingenti della sanità: quelli organizzativi, gestionali, finanziari. Assessore, non abbiamo ancora un Direttore generale! Avete fatto andare via prima Ardissone, poi Veglio, lasciando di fatto un buco di governance gravissimo! È un fuggi fuggi generale di primari, di medici, ma non solo. Qualche giorno fa in TV hanno intervistato alcuni infermieri valdostani, che hanno trovato migliore fortuna all'estero, i quali devo dire non sono stati particolarmente teneri con la nostra sanità, Assessore. In USL c'è una tensione che si taglia con il coltello tra le rappresentanze sindacali e i vertici aziendali, tra comparto e dirigenza. Vi è una sorta d'incomunicabilità atavica irrisolta tra il territorio e l'ospedale, e voi che messaggio date ai valdostani? Che la priorità delle priorità è l'ampliamento dell'ospedale! Mi scusi, Assessore, io capisco che lei è nuovo del mestiere, ma un giretto nei reparti, nei distretti, tra i malati lo ha già fatto? Ha provato a chiedere qual è per loro, per gli operatori, gli utenti, i valdostani, la priorità per la nostra sanità? E se vogliamo tornare a quella che lei ha definito "la sua priorità", l'ampliamento dell'ospedale, cosa mi dice del necessario confronto con l'Amministrazione comunale sull'argomento o con chi rappresenta le maestranze, i cittadini, gli utenti? Avete già attivato un percorso in tal senso, un calendario di incontri? E cosa mi dite dell'aspetto finanziario, dei costi, chi paga? Quali risorse occorrono, sono sufficienti quelle già previste e, soprattutto, sono disponibili all'uso?

Consideri, Assessore, che nella delibera n. 1642 del 25 novembre 2016 vi è un esplicito rinvio a "successivi provvedimenti per l'autorizzazione agli investimenti previsti nelle linee di indirizzo per le annualità successive al 2018". Parliamo, Assessore, di 120 milioni di euro, non di noccioline, da autorizzare dopo il 2018. Ed è ancora coerente secondo lei, Assessore, il programma pluriennale presentato da COUP S.r.l. relativo agli investimenti per l'ampliamento ad est dell'ospedale? Può darsi anche che lo sia, ma vorrei sapere dai colleghi se qualcuno è più informato di me, visto che non ricordo particolari dibattiti in V Commissione sull'argomento. A tal proposito, devo riconoscere che l'Assessore Fosson, al contrario del suo successore Viérin, aveva un maggiore rispetto per gli organi consiliari, e dire quanto avete calcato voi colleghi dell'UVP con la storia del metodo, della condivisione e della trasparenza! Spero che il nuovo Presidente di Commissione, il collega Fosson, sia meno refrattario di quanto non lo fosse il collega Bertschy a parlare di sanità in Commissione.

Concludo con un auspicio, riservandomi le considerazioni finali dopo la sua replica, Assessore Bertschy. L'auspicio è che lei non si faccia prendere dalla stessa malattia del suo predecessore: non faccia come quelli che promettono e che annunciano l'impossibile per poi scappare appena la partita si fa seria. Dia retta a me, in sanità si fa più bella figura a non promettere, eviti le plenarie dentro il suo ufficio con decine di persone, se poi non è in grado di dare soluzione ai loro problemi. Si fa più bella figura, Assessore, a non farsi prendere la mano dalle priorità fantasmagoriche. Si limiti piuttosto ad ascoltare chi lavora in sanità, ad ascoltare gli utenti e ad arrivare alla fine di questa disastrata legislatura cercando di porre le basi per la soluzione dei problemi organizzativi, gestionali, anche quelli quotidiani, senza rifugiarsi dietro alle grandi opere eternamente incompiute.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Bertschy per la risposta; ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Grazie collega Guichardaz per il benvenuto direi ormai ufficiale nel mondo della sanità. Lei sa anche con quale rapporto di stima abbiamo lavorato su tanti dossier, seppure in posizioni diverse in questa legislatura, con quale attenzione abbiamo organizzato le nostre giornate di lavoro in Commissione, e anche con quale metodo di lavoro abbiamo lavorato. Se poi si vuole rappresentare un qualcosa che serve per creare visioni politiche differenti lei è libero di farlo. Lei sa benissimo quanta serietà abbiamo messo nel metodo di lavoro in questi mesi e quanta difficoltà abbiamo avuto nel lavorare insieme con questa maggioranza, questo sì: difficoltà che lei riconduce a noi, ma forse noi potremmo fare la stessa cosa, però non credo che questo interessi i valdostani oggi. Quello che interessa oggi è andare avanti e dare quelle risposte che lei correttamente chiede a chi è al Governo oggi.

Collega Guichardaz, le devo dire che, nel leggere l'ultima frase della premessa della sua interpellanza in cui si dice "ravvisati altri bisogni, ben più impellenti, che, a parere di chi scrive, il governo della sanità degli ultimi anni non ha saputo riconoscere e quindi affrontare", e poi nel leggere alcune firme qua dietro il sorriso mi è un po' venuto, perché il Governo di questi anni quantomeno è stato rappresentato da qualcuno che ha firmato questa interpellanza. Credo però che tutti si siano trovati nella situazione nella quale mi trovo io oggi. Devo dirle che continua ad appartenermi, nonostante un ruolo diverso e con tutte le difficoltà che ci sono, l'umiltà di chi si trova a governare un mondo grande, un Assessorato importante per il bene dei nostri cittadini, per l'interesse della quotidianità della vita delle persone che dobbiamo amministrare, che ha a disposizione 320 milioni di euro tra le due missioni, che deve dare una visione a nuovi bisogni, ma anche ad una nuova realtà che viviamo in termini economici, sociali e culturali, attraverso una politica che deve vedere politiche sempre più integrate tra la sanità ed il sociale. In questo senso è chiaro che molto del nostro lavoro qua in aula è riferito alla sanità, ma io vorrei lavorare perché a partire da questi giorni la sanità trovi una sua autonomia di gestione, visto che le vengono assegnate le risorse necessarie per portare avanti la missione per la quale è lì, a dare un servizio ai nostri cittadini. Io lavorerò insieme al Governo regionale, e tutti insieme in maggioranza, proprio per costruire una visione programmatica e non per farmi prendere da quelle che sono, a mio avviso, situazioni che devono riferirsi ad altri livelli, ad altri ruoli e ad altri settori.

In tale visione programmatica lei ha voluto in questo mese più volte ricordare l'intervista nella quale - lei non era presente, quindi ha letto i giornali - io, in occasione dell'inaugurazione "dell'armadio delle scoperte", prima occasione pubblica - la conferenza nella biblioteca dell'ospedale - ho annunciato una serie di impegni e di obiettivi che avrei cercato di raggiungere lavorando insieme alla maggioranza, tra i quali quello di assumersi la responsabilità di prendere decisioni rispetto al presidio unico ospedaliero. Io credo che questo sia un atto di serietà politica che ci riviene per non rischiare che passiamo un anno di fine legislatura - anno di chi ci sostituirà in questi banchi nella prossima legislatura - ad aspettare di prendere delle decisioni.

Lei lo sa meglio di me: l'ospedale oggi progettato va comunque ripensato, 55 mila metri cubi, 30 mila di volumi e 25 mila di parcheggi sono oggi oggetto di un'occupazione di un importante ritrovamento archeologico che si inserirà nel progetto esistente, quindi a mio avviso è corretto parlarne e spero che lei avrà voglia di parlarne. Questa però non è stata indicata come l'unica priorità, anzi, è stata indicata come un percorso serio proprio nella dinamica di visione del lavoro che spero si potrà fare insieme, spero di poter ancora lavorare in questa direzione, nell'interesse del ruolo che ognuno di noi rappresenta.

Uno degli appuntamenti immediati è proprio quello sollecitato da lei: la nomina del direttore generale. Nella prossima settimana ci saranno le prove di francese, finalmente l'albo sarà completato e si potrà arrivare alla nomina della persona che riterremo più valida e alla quale assegnare un ruolo così importante. Intanto colgo l'occasione per ringraziare chi sta sostituendo in questa fase di vacanza e si sta assumendo questa responsabilità che - come lei sa - non è una responsabilità lieve. Proprio nella novità anche di questa visione che vorrei costruire insieme a voi, la nomina sarà preceduta da una discussione sugli obiettivi di mandato da assegnare a chi verrà nominato a gestire la nostra Azienda sanitaria, e spero che ci sarà la possibilità di farlo sicuramente insieme agli attori e ai ruoli di responsabilità all'interno dell'azienda attuali, ma anche insieme alla V Commissione. Sono obiettivi di mandato che dovranno guidare la nostra visione di modello di organizzazione del futuro della sanità, alla luce di una stabilità delle risorse che stiamo ritrovando, che non vuol dire avere più risorse, ma una stabilità delle risorse nel prossimo triennio, alla luce della messa in sicurezza anche di alcuni passaggi relativi al passato sulla mobilità attiva e passiva, alla luce anche di una visione differente del ruolo che in futuro dovremo avere. Obiettivi di mandato - ripeto - che ci dovranno vedere coerenti rispetto agli altri atti programmatori: il Piano sociosanitario, che rilevava lei, ma anche una valutazione futura del percorso dell'atto aziendale. Su questo mi scuso, come Presidente della V Commissione, perché in piena discussione politica c'è stata l'impossibilità, o comunque la difficoltà, a fare le valutazioni del caso per la nomina del rappresentante; c'è stata una sola riunione, quella del 17 marzo, in cui si è stabilito un calendario. Sarà mia cura far arrivare al Presidente dell'attuale V Commissione una lettera in cui chiederò di nominare un nuovo rappresentante. Mi assumo pertanto le mie responsabilità al riguardo.

Detto questo, l'atto aziendale sarà e dovrà essere coerente a questo modello di sanità che costruiremo, proprio per non infilarsi nella partita dei primariati, nel nome e cognome delle persone, una visione politica differente dalla visione relativa alle persone che si conoscono (in Valle d'Aosta ci conosciamo tutti). Una visione di un'azienda che sappia contenere - perché diventa efficiente e dà servizi di qualità in un modello piccolo come il nostro - la sua mobilità passiva e sappia attrarre qui, con accordi di confine già tracciati da chi mi ha preceduto e che sono fondamentali (accordi di confine con il Piemonte), e sappia attirare qui, nelle sue eccellenze, la mobilità degli altri territori. La mobilità attiva e passiva non dovrà essere vissuta in futuro solo come una questione economica. È quel movimento che un'azienda, se fa bene, può usare: uno, per creare servizi di qualità per i nostri residenti, per i valdostani e, due, per dimostrare che anche nei piccoli territori, se si valorizzano le persone, le specialità e le professionalità oggi ci sono, perché non è tutto negativo come lo si vuole descrivere, oggi ci sono. Le persone che incontro io spero non si vogliano classificare come brave o cattive a seconda se incontrano l'Assessore o il Consigliere Guichardaz; le posso garantire che trovo persone che valutano positivo quanto trovano in Valle d'Aosta e sanno fare le critiche all'Assessore su quello sul quale c'è da lavorare.

Le chiederei quindi di non darmi subito una pagella su chi devo incontrare e non incontrare. In questo periodo ho preferito passare ore in ufficio ad ascoltare prima di presentarmi ai livelli di responsabilità; nel prossimo periodo sarò vicino e incontrerò ufficialmente tutti i ruoli di responsabilità dell'ospedale, ma anche del settore sociale, proprio perché ho voluto prima avere chiarezza di quanto trovo e di quanto c'è da fare. Lo farò, e lo farò spero con la collaborazione di tutti, perché in un ambiente così delicato come quello della sanità e del sociale, dove i bisogni emergenti sono crescenti anche per la situazione che stiamo vivendo, la collaborazione, al di là dei ruoli politici, deve essere totale, e io ve la chiedo, al di là del percorso fatto in questa legislatura.

C'è la possibilità in questa legislatura di dare ancora risposte concrete attraverso atti di programmazione precisi ai bisogni di una visione di un modello della sanità sostenibile in futuro, che sappia valorizzare le sue eccellenze e sappia lavorare sulle sue criticità.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz per la replica; ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Assessore, francamente mi sfugge un po' il nesso del suo ragionamento e soprattutto della sua risposta. Lei, proprio forse anche in virtù del fatto che è appena entrato dentro il suo Assessorato, ha un po' spaziato. Non so sinceramente se sono io che capisco male il filo del suo ragionamento, ma non ho capito cosa vuole fare lei da qui alla fine della legislatura. Lei mi parla di metodo di lavoro, di quanto abbiamo fatto in Commissione. Abbiamo parlato per mesi e mesi, Assessore, di SFOM e di Istituto musicale, dignitosissimo argomento, ma argomento che costantemente la minoranza chiedeva di inserire all'ordine del giorno e che lei, diligentemente, obbedendo alla minoranza di allora che adesso è parte della sua maggioranza, metteva all'ordine del giorno, trascurando temi estremamente importanti come la questione programmatoria. Gliel'ho fatto rilevare apposta, sarà poi tema successivamente di approfondimento: l'ultimo Piano sociosanitario è del 2010. Il piano sociosanitario, Assessore, non è una robetta che si deve fare giusto per venire incontro ad un obbligo o a una prassi, è la programmazione che definisce gli step, i livelli di monitoraggio, è la visione che si dà alla sanità per i prossimi tre anni, non per i prossimi nove o dieci! Non è un atto perpetuo, come qualcuno mi ha risposto in un "116"; che c'entrano gli atti perpetui? Il Piano sociosanitario è un argomento che deve essere affrontato nella contingenza perché le cose cambiano in un anno, figuriamoci in nove anni!

L'atto aziendale. Vogliamo parlare dell'atto aziendale? Lei dice che in piena questione politica non abbiamo fatto in tempo a parlare dell'atto aziendale. Sì, però abbiamo parlato di IMP e di SFOM per dieci incontri, abbiamo approfondito lo scibile sul Casinò, su come sono stati spesi i soldi per le porte e le finestre, e non si è parlato dell'atto aziendale! Nessuno è venuto lì in Commissione a dire che ci sono dei problemi e che si stanno cominciando ad analizzare. Io lo devo sapere dagli informatori interni alla sanità che c'è un disegno di modifica dei primariati dell'organizzazione? Voi, in questa benedetta legislatura, reclamavate la condivisione soprattutto sui grandi temi nelle Commissioni preposte.

L'ex Assessore Fosson, in merito al Piano sociosanitario, veniva quantomeno con il suo compitino, dopodiché facevamo dei ragionamenti, qualcuno gli diceva che non andava bene, ma almeno faceva le cose che doveva fare! Io, in nove mesi, dall'Assessore Viérin non ho visto assolutamente niente in V Commissione! Parliamo di ospedale regionale. Ma è mai venuto a presentarci un aggiornamento, un refresh sull'ospedale regionale, su cosa è stato, su quali sono gli intendimenti, quali sono i risultati finali, qual è la priorità rispetto a questo? Mai!

Il 118 e il Dera. Assessore, lei dice che lascia ad altri - e voi avete la visione programmatica! - le questioni sulle persone: ma quanto tempo ci avete tritato in Commissione con il Dera e il 118, su Visetti e su Moro - che è una posizione organizzativa, povera Crista -, ce li avete portati tutti qua, abbiamo fatto riunioni e riunioni sull'organizzazione interna del 118 e del Dera perché non vi andava bene la posizione organizzativa! E noi parliamo di grandi visioni? Allora forse vi siete dimenticati che voi un tempo vi comportate in un modo e che adesso invece parliamo dei grandi sistemi. Forse sarebbe opportuno quantomeno dire: va bene, facciamo un passo indietro, come dice lei, magari affrontiamo le cose a piccole piccoli passi o in punta di piedi e cominciamo ad affrontare gli argomenti.

L'argomento di oggi - la priorità delle priorità! - è l'ampliamento di un ospedale del 1937, un ampliamento che stiamo discutendo dagli anni Settanta, non da oggi! Assessore, si faccia un giro, non dica che adesso lei deve studiare i dossier, perché questa cosa di studiare i dossier è la scusa per tutte le stagioni, si faccia un giro in ospedale! Io non ho messo in discussione la qualità del servizio sanitario, ma le dico che in ospedale le maestranze sono in difficoltà, c'è una mancanza di governance, ci sono situazioni veramente drammatiche dal punto di vista sia gestionale che organizzativo: sono questi probabilmente gli indirizzi ai quali ci si deve attenere!

Assessore, mancano pochi mesi alla prossima legislatura. Oggi, per quello che mi riguarda - poi lei faccia come vuole, è lei che prende lo stipendio di Assessore - non possiamo concentrarci su questa priorità e dire: studiamo i dossier, dopodiché cominceremo a sentire. Ma sentire chi, visto che oramai è tardi per mettersi lì ad ascoltare? Concentriamoci sugli aspetti organizzativi, facciamo venire le persone, le organizzazioni sindacali, cerchiamo di capire se effettivamente occorre rimettere mano alla governance. Io sono soprattutto contento che lei mi dica che adesso è finita la fase di presentazione delle domande per il direttore generale; spero, com'era auspicato e come auspicava anche lei, che si portino i curricula in V Commissione e che finalmente si cominci a fare una discussione sulle persone, sulle capacità e sulle competenze.