Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2668 del 4 aprile 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2668/XIV - Interpellanza: "Applicazione della sentenza del TAR Valle d'Aosta n. 7/2017 per l'affidamento diretto di servizi pubblici alle società in house".

Rosset (Presidente) - Punto n. 8 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta per l'illustrazione; ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Questa interpellanza prende spunto dalla sentenza del TAR Valle d'Aosta n. 7 del 20 febbraio 2017 che è scaturita da una discussione avvenuta tra il Comune di Saint-Vincent e la società INVA. Si trattava di un ricorso fatto dalla società INVA contro il Comune di Saint-Vincent che, in quell'occasione, aveva messo a gara la consulenza e l'assistenza informatica del proprio Comune. INVA in sostanza diceva: siccome lavoriamo già per voi, anche se è scaduto il contratto, e siccome facciamo questo lavoro di professione, vorremmo lavorare per voi direttamente, e aveva fatto una proposta economica in tal senso. Il Comune di Saint-Vincent, vista la proposta economica, decise invece di andare in gara e affidò poi la fornitura ad un'altra ditta, risparmiando anche diversi soldi. A questo punto la società INVA fa ricorso al TAR rispetto alla decisione del Comune, perché dice: la nostra è una società in house, a cui partecipa anche con una quota minoritaria il Comune di Saint-Vincent, quindi ci sembra corretto che la fornitura venga data a noi. Il TAR invece dà torto ad INVA e dice: "nel caso in cui sussista una società in house del Comune è legittima la scelta di quest'ultimo di non procedere all'affidamento di un servizio pubblico e indire una gara, atteso che l'affidamento ad una società in house ha natura eccezionale rispetto alla regola generale che impone il ricorso al libero mercato".

In passato noi abbiamo sempre detto che gli affidi diretti non sono la nostra politica preferita; di conseguenza, leggendo questa sentenza, siamo stati contenti perché finalmente anche il TAR dice una cosa che dicevamo pure noi: bisogna andare in gara. A questo punto mi sono informato sullo stato degli affidamenti fatti dall'Amministrazione regionale rispetto ad INVA e, pur tenendo presente che il bilancio regionale dal 2010 ad oggi ha subito delle grosse decurtazioni, sul POA (Piano operativo annuale) del 2015 gli investimenti verso INVA erano di 14,9 milioni, mentre nel 2016 sono passati a 24,1 milioni con un incremento di 9,219 milioni. Oltre a questo, ho poi guardato le spese di funzionamento e quelle che l'Amministrazione regionale annualmente spende per l'assistenza informatica verso INVA. Anche in questo caso dal 2015, con una cifra di 8,1 milioni, si è passati nel 2016 ad una cifra di 9,6 milioni con un incremento di circa 1,469 milioni, quindi circa il 20 percento in più; ovviamente tutto questo è stato fatto in affido diretto.

Ora, tenendo presente che INVA si occupa anche della CUC, di quello strumento che permette di fare gli appalti e di gestire direttamente per conto dei vari enti gli acquisti, io chiedo al Governo una cosa molto semplice: se a seguito della sentenza del TAR è intenzionato a fare le gare di affidamento. Mi sembra una cosa ormai chiara, anche se INVA è una società in house, perché abbiamo detto prima che deve essere una cosa di natura eccezionale, quindi su importi così rilevanti io ritengo invece corretto che si debbano fare le gare. Un'altra domanda è, se facciamo le gare, come gestirle, visto che la CUC non potrà certo farle, perché la CUC è gestita da INVA, quindi mi sembra ovvio che INVA non possa fare le gare alle quali poi potrebbe partecipare. Vorrei quindi capire in linea generale quali sono gli orientamenti.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione per la risposta; ne ha facoltà.

Marquis (SA) - Occorre in primo luogo premettere che la sentenza del TAR n. 7/2017 richiamata si fonda su una considerazione di partenza che è l'esigua partecipazione societaria del Comune di Saint-Vincent al capitale sociale di INVA e soprattutto l'assenza di poteri di controllo o di direzione sull'attività societaria da parte del Comune. Voglio ricordare che la partecipazione dei Comuni e degli enti locali somma allo 0,80 percento del capitale azionario. Il TAR ha pertanto stabilito che non è possibile qualificare INVA come una società in house del Comune. Ciò detto, la sentenza prosegue poi dicendo che, anche se fosse una società in house, l'affidamento diretto ha comunque natura eccezionale rispetto alla regola generale che impone il ricorso al libero mercato.

Ora, la sentenza in argomento non comporta alcuna novità per quanto riguarda la Regione, atteso che INVA è sicuramente una società in house dell'Amministrazione regionale e che l'ordinamento vigente consente comunque l'affidamento diretto alle società in house. La Regione pertanto continuerà, per quanto attiene al tema degli affidamenti, ad attenersi alle norme che regolano i rapporti tra la pubblica amministrazione e le società in house, ovvero gli articoli 5 e 192 del nuovo Codice dei contratti pubblici, provvedendo in particolare - come è sempre stato fatto in passato - a valutare preventivamente la congruità economica dell'offerta della società rispetto alle condizioni al momento reperibili sul mercato. La questione peraltro è stata puntualmente illustrata nel capitolo 1 del POA 2017, approvato con la deliberazione della Giunta regionale n. 51 del 20 gennaio 2017.

Quanto alla seconda domanda: "con quali modalità si intende effettuare tali gare visto che la società INVA opera come Centrale unica di committenza regionale (CUC)", occorre fare alcune puntualizzazioni. Occorre infatti distinguere l'attività di INVA in quanto società in house quando svolge i ruoli di destinataria di affidamenti diretti dell'Amministrazione regionale ai quali risponde o con l'autoproduzione o con il ricorso al mercato tramite CONSIP o con gare pubbliche, dall'altra attività che invece la società svolge come Centrale unica di committenza regionale per lo svolgimento delle procedure di gara dirette all'affidamento di servizi e forniture, ma anche come uno dei trentaquattro soggetti aggregatori in Italia accreditati dall'ANAC, ai sensi del decreto legge n. 61/2014. INVA svolge questa attività sulla base della normativa regionale vigente che le attribuisce detto compito per le strutture regionali e per gli enti locali e che si connota, in termini di obbligatorietà reciproca, sulla base di apposite convenzioni che regolano i conseguenti rapporti.

In definitiva, si concorda che l'affidamento diretto debba corrispondere a soddisfare i criteri di efficienza, efficacia ed economicità sui quali si deve basare l'esigenza della pubblica amministrazione.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta per la replica; ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Presidente Marquis, la sua risposta mi permette di far notare a tutta quanta la Valle d'Aosta che è cambiato il Governo ma le regole non cambiano. Questa è una cosa importante, perché vuol dire che c'è continuità nell'azione politica. Lo dico ai colleghi attualmente di minoranza, anch'io faccio parte dell'opposizione, ma lo dico ai colleghi di minoranza: state tranquilli, perché andrà tutto esattamente come prima, quindi vi dovete rilassare, non vi dovete preoccupare perché continueremo a dare affidi diretti. E va bene, anche questa è una notizia. L'altra notizia è che se diamo affidi diretti ovviamente non ha senso parlare della committenza unica, tanto diamo affidi diretti, mi sembra normale a questo punto.

Un'altra cosa divertente: visto che dobbiamo vedere e valutare aspetti di congruità e di efficienza, io spero di non vedere più delibere come la n. 116 del 3 febbraio 2017 in cui c'era scritto che il SISPREG 2014 allo stato non è usufruibile per utenti esterni all'Amministrazione regionale e, di conseguenza, si è spostato il termine per presentare i progetti, perché voleva dire che quel software fatto da INVA aveva dei problemi (e questa è solo l'ultima di una lunga serie di cose che non funzionano).

Vede Presidente, io capisco che potrebbe essere un problema se domani mattina mettiamo INVA sul mercato, perché avrebbe dei problemi giganteschi. D'altro canto io le chiedo in maniera molto decisa e formale di fare qualcosa per rendere questa società operativa, e soprattutto rispondente ai minimi requisiti di mercato: il che vuol dire che quando fa un lavoro, lo deve fare a regola d'arte, sempre, e non ogni tanto. Altrimenti il fatto che continuiamo a dare soldi ad un qualcosa che poi non funziona mi ricorda qualcosa di già visto. Non so se vi ricordate il Casinò, per esempio. Vogliamo fare la stessa cosa? Poi cosa aspettiamo, il ricorso di qualcuno? Perché la regola del TAR è chiara, l'ha enunciata anche lei: bisogna dare gli affidi diretti solo in modalità straordinarie. Allora o voi tenete presente questa cosa, oppure qualcuno continuerà a presentare alla Corte dei Conti gli affidi diretti che fate e poi vi lamentate, dite che non è giusto, dite che bisogna risolvere i problemi da un punto di vista politico. Io sono qui per cercare in prima battuta di fare questo.

Politicamente vi esorto a cominciare a ragionare secondo questa sentenza, altrimenti continueremo, così come fatto in passato per i colleghi dell'attuale minoranza, a farlo anche con voi.