Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2667 del 4 aprile 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2667/XIV - Interpellanza: "Modalità di gestione della frazione organica dei rifiuti nella Regione".

Rosset (Presidente) - Punto n. 7 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il Consigliere Bertin per l'illustrazione; ne ha facoltà.

Bertin (ALPE) - Questa interpellanza era stata presentata a metà febbraio, circa due mesi fa, in un contesto evidentemente molto diverso da quello attuale, e tra l'altro nel frattempo è pure cambiato l'Assessore. La questione della gestione della frazione organica dei rifiuti rimane un aspetto rilevante e centrale per una corretta gestione degli stessi. È un'interpellanza che non perde la sua attualità, indipendentemente dal contesto mutato. Peraltro questo è un tema che abbiamo affrontato in questo Consiglio in diverse occasioni: una anche in ragione di una sottoscrizione da parte di migliaia di cittadini (nel 2009, se ricordo bene).

Veniamo all'interpellanza. Qualche mese fa abbiamo letto sui quotidiani nazionali di una classifica per Regioni riguardante la percentuale di raccolta dei rifiuti urbani. In questa classifica la Valle d'Aosta - erano dati relativi all'anno scorso - si collocava al diciottesimo posto: usando una metafora calcistica, era nella parte destra della classifica, lontano dalla Coppa Uefa e più vicino alla zona retrocessione. Una posizione certo non lusinghiera, che peraltro ha evidenziato un certo ritardo nella crescita di questa raccolta differenziata rispetto alle altre Regioni. Le classifiche, lo sappiamo, valgono quello che valgono, ma certo registrano un ritardo rispetto agli obiettivi che ci eravamo posti e anche alle aspettative che i cittadini valdostani avevano evidenziato con il loro voto in occasione del referendum sul pirogassificatore. È un ritardo che va in qualche modo colmato al più presto. Le responsabilità di questo ritardo sono conosciute, certo non ricadono sull'attuale responsabile dell'Assessorato, che nel frattempo è stato peraltro fusionato con un altro.

La raccolta della frazione organica permette di far crescere rapidamente le percentuali di raccolta, l'abbiamo visto in molti casi, recentemente anche nel caso della Valle d'Aosta con il Comune di Sarre, che ha raggiunto il 78 percento in poco tempo anche grazie alla raccolta della frazione organica. La gestione corretta dell'umido e una tariffa puntuale sono due elementi essenziali per un rapido miglioramento, sia in termini quantitativi che qualitativi della raccolta, come sappiamo. Per queste ragioni abbiamo incentrato l'interpellanza su questi aspetti legati alla raccolta della frazione organica e, nello specifico delle domande, volevamo conoscere: "quale sia ad oggi il numero di Comuni che attuano la raccolta della frazione organica e quanto questa rappresenti sul totale della Regione; se e quando la raccolta della frazione organica verrà estesa all'intero territorio regionale e i motivi del ritardo nell'attuazione di questo obiettivo (obiettivo che era previsto anche dal piano); con quale modalità si intenda gestire la raccolta della frazione organica nella nostra Regione anche in relazione agli investimenti effettuati da alcune Unités des Communes per la realizzazione dei cassonetti seminterrati per la raccolta dei flussi indifferenziati". È una problematica che conosciamo, che ho già evidenziato in diverse occasioni, che pone degli oggettivi problemi per una raccolta dell'umido e, in generale, per la raccolta dei rifiuti.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Roscio per la risposta; ne ha facoltà.

Roscio (ALPE) - Saluto il collega Bertin, che mi pone questa interpellanza a cui cercherò di dare risposta, come ha detto il collega, come ereditiero, nel senso che eredito l'Assessorato e quindi eredito la situazione che andrò a spiegare adesso.

Va fatta innanzitutto una premessa: come il collega ha detto, questa era una questione posta già alcuni mesi fa. Conosciamo molto bene le classifiche e sappiamo che fino a pochi anni fa la Valle d'Aosta figurava tra tutte le Regioni italiane come forse l'unica a non aver avviato nessuna iniziativa per la raccolta dell'organico. Oggi non siamo più lì, perché qualcosa ha incominciato a muoversi e alcuni primi piccoli risultati incominciano ad esserci. Tutta la questione va ricondotta al piano regionale di gestione dei rifiuti. Ovviamente anche quello è un piano che è stato ereditato e che, per quanto ci riguarda, avremmo voluto modificare non con modifiche sostanziali; sarebbero forse bastate cinquanta parole all'interno del piano per renderlo più aderente anche solo a quanto contenuto nelle istanze dei cittadini del 2012 con il referendum. Comunque, al di là delle modalità e tutti i dati relativi alla raccolta, che sono comunque a disposizione di tutti i Consiglieri, ovviamente riteniamo opportuno dare risposte.

Come prima considerazione, va detto che l'organizzazione del servizio di raccolta e di trasporto non è in capo alla Regione, né al singolo Comune, ma è in capo ai sottoambiti, i cosiddetti "subATO". Va detto oltretutto che i singoli sottoambiti, in virtù della riorganizzazione, ad oggi stanno predisponendo i piani di sottoambito che dovranno essere poi valutati per la loro coerenza rispetto al piano regionale di gestione. Ad oggi ufficialmente non è ancora pervenuto alcun piano di sottoambito, se non una bozza di un primo che è all'esame degli uffici.

Va detta poi anche un'altra questione. Un recente documento del Garante della concorrenza evidenzia come negli anni - ed è quello che è successo anche in Valle d'Aosta - il fatto di avere una frammentazione della raccolta della gestione dei rifiuti, ha fatto in modo che ci fosse una "variegazione" enorme di risultati molto difformi, sia in termini di raccolta che di prestazione, ed è quanto si è cercato di correggere portando per esempio nel piano i sottoambiti da nove a cinque, perché nel frattempo ci si è resi conto che il sistema molto frammentato era antieconomico, soprattutto non portava dei risultati.

Venendo alle questioni, rispondendo alla domanda n. 1: "quale sia il numero dei Comuni...", ad oggi i dati sui singoli Comuni non sono disponibili, anche se io ritengo che sia opportuno attivarsi in tale direzione per avere i dati, fermo restando che la gestione spetta non ai Comuni ma ai sottoambiti. Questo è un qualcosa su cui bisogna lavorare, anzi, va detto che alcuni Comuni lo stanno già facendo in proprio, nel senso che si pagano proprio le valutazioni e tutto ciò è precursore di altre attività che noi riteniamo importantissime, nel rispetto del principio del "chi inquina paga": il passaggio ad una tariffa puntuale che debba garantire di pagare rispetto al rifiuto indifferenziato prodotto e non sulla parte variabile della tariffa, e non solo in base - come avviene oggi - ai metri dell'abitazione o al numero degli occupati, che peraltro dovrà rimanere come una parte di valutazione riguardante invece la parte fissa.

Una cosa da sfatare è la questione dei costi, nel senso che siccome noi dobbiamo passare dalla "fase 1" (riorganizzazione dei flussi) alle altre fasi del piano, ci dovranno essere per forza degli investimenti che ricadranno in tariffa. Ad oggi le valutazioni fatte sono quelle di contenere i costi a carico dei cittadini, cercando di introdurre anche modalità di raccolta per esempio dell'organico e di introdurre delle correzioni là dove sono stati fatti degli investimenti da parte dei Comuni. Sto pensando per esempio ai seminterrati, che anche quelli sono stati ereditati: noi avevamo delle idee e delle perplessità che stanno mostrando delle criticità, per cui bisognerà intervenire per cercare di correggere soprattutto la frazione organica, ma anche il riconoscimento dell'utenza e l'attivazione della tariffa. È un qualcosa su cui gli uffici stanno lavorando in questo momento ed è già quasi in via di definizione una delibera che dia degli indirizzi relativi all'avvio della tariffa puntuale. Ciò detto, ad oggi, principalmente nelle valli e fuori dalle zone più ad alta densità abitativa, si è privilegiato di andare sul compostaggio domestico, anche se tutti i sottoambiti hanno avviato modalità di forme di raccolta dell'organico; i primi sono partiti nel giugno del 2015 per arrivare fino al luglio del 2016. Ovviamente queste sono fasi in cui vi è un'evoluzione, vi sono dei ragionamenti da fare, bisogna probabilmente cercare non solo di partire, ma di implementare e di migliorare quanto si sta facendo.

Per dare alcuni dati, ad oggi la quantità di organico che viene raccolto in Valle d'Aosta - quindi che viene raccolto, non vuol dire la produzione, ma quello che viene intercettato - si aggira sulle 4.500 tonnellate all'anno. La quantità del compost domestico viene invece stimata - perché ovviamente questa non è strettamente misurabile, ma si fanno valutazioni in base agli abitanti - intorno a circa 250 grammi al giorno per ogni utente, quindi si stima una quantità di poco inferiore alle 2.000 tonnellate annue: il totale è all'incirca di 6.500 tonnellate all'anno di organico. Probabilmente non è tutto l'organico prodotto, ma è solo la parte che viene intercettata, tenuto conto di quella realmente intercettata e quindi avviata a compostaggio attualmente fuori Valle, che invece la fa la frazione che si ritiene invece che si fa il compostaggio domestico. Per dare altri dati, ad oggi i dati del 2016 della produzione totale danno come quantità di raccolta differenziata circa 42 mila tonnellate e rimane invece una frazione di indifferenziato che è poco sotto le 30.000, per cui ci stiamo lentamente avvicinando ai valori limite o, meglio, ai minimi valori posti dalla normativa: quel famoso 65 percento che costituisce comunque il minimo livello prestazionale al quale bisogna aspirare e che ovviamente, anche nel piano di gestione dei rifiuti, è il livello minimo al quale si aspira ad andare negli anni, anche fin oltre l'80 percento.

Secondo punto: "se e quando la raccolta della frazione organica verrà estesa all'intero territorio regionale". Ho già in parte risposto dicendo che è già avviata tutta la raccolta dell'organico. Ovviamente in questo momento non è una frazione che viene raccolta in maniera puntuale, bisogna fare delle evoluzioni, ma è una forma di raccolta che cerca di minimizzare i costi dell'avvio.

L'ultima domanda: "con quale modalità si intende gestire la raccolta della frazione organica nella nostra Regione anche in relazione agli investimenti effettuati da alcune Unités des Communes per la realizzazione di cassonetti seminterrati per la raccolta di flussi differenziati". Qui la premessa è che la Regione non può sostituirsi direttamente ai sottoambiti per la gestione, quindi il compito, e anche la volontà politica, sono stati quelli di lasciare liberi i sottoambiti nella predisposizione dei piani. La Regione dovrà poi fare delle valutazioni se questi piani sono in coerenza con quanto contenuto nel piano di gestione complessivo. Ad oggi noi conosciamo che alcuni limiti dei seminterrati vi sono, ci attiveremo per tenere sotto controllo i sottoambiti nella stesura dei piani dei subATO, quindi bisognerà ritornare nel tempo ad analizzare puntualmente l'evoluzione dei dati di raccolta.

Volevo in chiusura ricordare che ad oggi noi siamo a cavallo tra la "fase 1" e le successive fasi, dove per esempio nella "fase 2", che è all'esame attualmente, vi è la realizzazione degli impianti, e poi la "fase 3", che prevede proprio appositamente un ragionamento relativo alla parte dell'organico. È nostra intenzione, rispetto al progetto di quanto contenuto nel piano regionale, avvicinare quanto più possibile queste due fasi successive per cercare di dare immediatamente delle risposte e anche per dare una visione d'insieme a tutta la raccolta dei rifiuti, che non può essere limitata solo ad alcune parti, ma dovrebbe essere contemplata nel suo insieme.

Chiudo, collega Bertin, però le chiederei comunque di sollecitarci nel tempo ancora per controllare se a queste intenzioni, di cui ho detto in premessa, seguiranno dei fatti misurabili.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Bertin per la replica; ne ha facoltà.

Bertin (ALPE) - Questa è anche l'occasione per fare il punto della situazione da dove partire per andare avanti. Certo, è una situazione che evidenzia molte criticità, ma da qui bisogna partire e cercare di realizzare gli obiettivi che ci eravamo posti. Lei mi sembra la persona giusta al posto giusto per farlo, pertanto bisogna essere fiduciosi, poi ovviamente le sollecitazioni ci saranno comunque, perché bisogna sempre tendere al meglio.

Detto questo, come dicevo rimangono molti problemi. Innanzitutto - come sosteneva anche lei - il fatto che bisogna avere tutte le informazioni possibili, ad iniziare da quelle a livello comunale: è necessario raccogliere per avere il quadro complessivo e anche per stimolare, all'interno dei diversi Comuni, una migliore gestione comparando le diverse modalità. È un elemento essenziale quello delle informazioni, che ben conosciamo. Un altro elemento critico è quello dei cassonetti, investimenti significativi fatti, a mio avviso, fuori tempo massimo. Già all'epoca, nella Commissione speciale istituita dopo il referendum, avevamo evidenziato in diverse occasioni le problematicità emerse con questa scelta in parte incoerente rispetto all'indicazione del referendum: che avrebbe trovato dei problemi e oggi lo vediamo, anche perché soltanto il fatto che non sia prevista la raccolta dell'umido nel caso dei moloch crea problemi oggettivi. Tra l'altro i moloch con la calotta sono anche poco funzionali, oltre che costosi, difficoltosi nell'utilizzo - pensiamo alle persone anziane o alle persone con problemi di mobilità - oltre a non essere particolarmente resistenti, perché spesso queste calotte si rompono con costi aggiuntivi.

Bisogna trovare una soluzione che potrebbe risolvere questa questione della raccolta dell'umido anche con le Comunità montane, o Unités des Communes che dir si voglia, che tra l'altro hanno fatto questa scelta non particolarmente azzeccata. Probabilmente una delle soluzioni è stata già adottata in diverse occasioni fuori Valle, può essere una raccolta mista utilizzando i cassonetti per alcuni flussi e poi la raccolta porta a porta per quanto riguarda i flussi dell'umido e dell'indifferenziato, rendendo tra l'altro più facile il passaggio ad una tassazione puntuale che è elemento fondamentale insieme alla gestione dell'umido per raggiungere obiettivi di livello in questo settore. Il porta a porta rimane la modalità di gestione migliore - lo sappiamo - per migliorare la qualità e la quantità della raccolta, ma ovviamente bisogna prevedere l'intervento degli investimenti fatti e cercare in qualche modo di riuscire a compensare le due cose. Ovviamente vi sono anche una serie di problemi di spostamenti della raccolta dell'umido all'interno della Regione, perché vengono dirottati ad Aosta e poi inviati a Piacenza dove verranno gestiti nella fase finale, e vi ricordo un po' la vecchia questione della gestione della frazione organica nei Comuni di montagna con le compostiere domestiche, quelle elettromeccaniche, collettive. Vi ricordo a tal proposito la vecchia sollecitazione fatta dall'allora Sindaco Massimo Tamone, che si era speso moltissimo per realizzare nel suo Comune una compostiera collettiva elettromeccanica e che all'epoca non era stato possibile, nonostante l'impegno del Sindaco, realizzarla. Oggi forse la normativa facilita maggiormente l'utilizzo di queste soluzioni, sono soluzioni che devono essere incentivate. È inutile portare a spasso i rifiuti, come si diceva in precedenza, e poi c'è tutto un problema di controlli, sia sulla parte organica che sull'altra. Concludendo, buon lavoro, di lavoro ce n'è.