Oggetto del Consiglio n. 2665 del 4 aprile 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2665/XIV - Interrogazione: "Mancato rinnovo dei contratti di somministrazione lavoro di operatrici ausiliarie dell'USL".
Rosset (Presidente) - Punto n. 5 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola l'Assessore Bertschy per la risposta; ne ha facoltà.
Bertschy (UVP) - Il tema del mancato rinnovo delle operatrici ausiliarie è già stato oggetto di più discussioni; purtroppo ad oggi non c'è ancora una soluzione per le operatrici che sono rimaste in disponibilità per il corso di formazione.
Per venire al punto n. 1 della vostra interrogazione, "le motivazioni alla base del mancato rinnovo dei contratti di somministrazione delle lavoratrici", la risposta è già stata data: in base alla vigente normativa l'ausiliario specializzato è un profilo ad esaurimento, e per tale figura professionale non è quindi possibile procedere all'espletamento di procedure concorsuali finalizzate all'assunzione a tempo indeterminato a deduzione del personale precario operante presso le Aziende sanitarie. Con l'articolo 4, comma 6, della nostra legge regionale avevamo previsto che fino all'espletamento delle corrispondenti procedure concorsuali, e comunque entro e non oltre il termine del 30 aprile 2018, si potesse dare corso a concorsi che potevano dare risposte a questo tipo di necessità. L'azienda però in questo momento, rispetto al personale ausiliario non più previsto negli organici, ha inserito otto operatori sociosanitari (OSS) in regime di somministrazione nelle more dell'espletamento del concorso con deliberazione della Direzione generale n. 1180 del 19/12/2016. Più specificamente le cinque OSS sono state assegnate alla Struttura complessa Radiologia, Diagnostica e Interventistica con sostituzione integrale del personale ausiliario e con indicazione a rivalutare, attraverso un'analisi organizzativa, i profili di posto al fine di assegnare a tali operatori attività di assistenza diretta ai pazienti, oltre alle attività di igiene ambientale contemplate dall'accordo Stato-Regioni e attività oggi assegnate al personale infermieristico ma attinenti anche al profilo professionale OSS. Altre due OSS sono state assegnate alla centrale di sterilizzazione e l'ultima figura deve essere inserita presso la Direzione medica del presidio.
Al punto n. 2 chiede "se nel periodo di assunzione del personale di cui in premessa lo stesso sia stato impiegato in funzioni diverse dall'accompagnamento e spostamento dei degenti (ad esempio la preparazione degli stessi nella fase precedente l'esecuzione dell'esame strumentale e clinico, operazioni di igiene personale, la pulizia del materiale, la pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature". Con lettera protocollata il 18 novembre 2016 da parte dell'azienda, la stessa risponde che, relativamente alle mansioni affidate agli ausiliari in regime di somministrazione - la lettera è a firma del responsabile del SITRA - vengono declinate le sedi lavorative degli stessi e le attività a cui sono stati adibiti in linea con la declaratoria del profilo professionale di ausiliario del contratto collettivo nazionale. Se poi le interessa la lettera, le potrò dare copia.
Il punto n. 3 è la parte dove si è provato a dare una risposta, anche di tipo politico, all'attuale situazione: "le motivazioni per cui le ausiliarie di cui alla premessa non possono accedere ad un percorso di riqualificazione per operatori sociosanitari". Esiste un accordo Stato-Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano del 22 febbraio 2001, nel quale è stato definito il profilo e lo standard dell'operatore sociosanitario, che ha rimandato alle singole Regioni di disciplinare i percorsi di riqualificazione. Le motivazioni per cui le ausiliarie non possono accedere ad un percorso di riqualificazione per operatori sociosanitari si riconducono a quanto previsto dalla regolamentazione in materia. Tale figura di ausiliaria operava già in ambito ospedaliero, ma non poté essere coinvolta quando l'azienda USL riqualificò gli operatori tecnici assistenziali (OTA) in servizio sulla base della delibera n. 2626/2004, che recava le definizioni dei corsi di riqualificazione per operatori sociosanitari (OSS) rivolti agli operatori tecnici assistenziali (OTA) e agli assistenti domiciliari dei servizi tutelari (ADEST) che non avevano ancora la qualifica conseguita in seguito al percorso formativo. Gli atti successivi, la delibera n. 2283/2007 (Recepimento dell'esito dei lavori della Commissione paritetica prevista dalla delibera n. 2626/2004 come modificata dalla n. 3205/2005 mediante l'approvazione di percorsi di riqualificazione degli assistenti domiciliari e dei servizi tutelari non in possesso della qualifica stessa conseguita in seguito a percorso formativo in operatore sociosanitario), quindi la delibera n. 218/2013 (Approvazione delle linee guida per la realizzazione da parte di soggetti privati del percorso formativo con il riconoscimento dei crediti formativi a priori per l'ottenimento della qualifica OSS), stabiliscono come criterio, per accedere ai percorsi di riqualificazione, esclusivamente il lavoro svolto in qualità di assistente domiciliare e dei servizi tutelari nell'ambito dei servizi pubblici e privati con sede legale in Valle d'Aosta. Dunque tutto il percorso normativo si è svolto non tenendo in considerazione evidentemente anche questa figura presente negli organici dell'azienda.
Detto questo, la situazione è stata fino ad oggi oggetto di attenzione sia da parte delle strutture dell'Assessorato, sia dell'Assessore che mi ha preceduto e sia dell'azienda. Il tentativo è stato quello di mettere in atto, attraverso la società interinale (Randstad), un corso di formazione a spese della società che permettesse agli ausiliari di ottenere la riqualificazione necessaria per poter partecipare il prossimo anno al concorso che è stato indetto. La società ha dato la disponibilità, alla presenza delle organizzazioni sindacali, ad un incontro pubblico e il concorso non era dedicato solo alle otto dipendenti ausiliarie, ma anche al personale somministrato di altri ruoli sprovvisto del diploma di scuola media superiore.
Il problema di oggi è che purtroppo delle otto lavoratrici ausiliarie di tutto il personale somministrato e interpellato solo quattro hanno manifestato interesse e disponibilità a partecipare al suddetto percorso formativo, numero che non ha consentito la realizzazione del corso che richiedeva classi da otto/dieci lavoratori. Pertanto la situazione per questi quattro lavoratori che hanno dimostrato la disponibilità è quella di trovare la possibilità - e questo sarà mia cura provare ad incontrare e fare un ultimo tentativo - di accedere a uno dei percorsi di riqualificazione che verrà messo in atto nel prossimo periodo da parte dell'Assessorato per completare tali percorsi di riqualificazione del personale che opera all'interno del comparto. Dovremo vedere in quale maniera si potrà trovare, nell'ambito della legittimità dei percorsi fatti fino ad oggi, un interesse reciproco per dare una risposta a quelle persone che quantomeno hanno dato la disponibilità al percorso di riqualificazione.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz per la replica; ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - La ringrazio Assessore per la risposta e anche per la lettera che mi vorrà poi consegnare alla fine del Consiglio.
Potranno sembrare piccoli numeri quelli di cui parliamo, soprattutto se li raffrontiamo alle centinaia di lavoratori a rischio di licenziamento e già licenziati nel comparto dell'edilizia, dei servizi del Casinò, ma per noi del PD-Sin.VdA ogni lavoratore è importante e va, per quanto possibile, considerato e tutelato. Non vogliamo sostituirci al sindacato, sia ben chiaro, ma vogliamo sollevare il problema di questa decina, o poco, più di ausiliarie, perché può servire a nostro parere a ridare dignità e speranza per il futuro a lavoratrici, perlopiù donne, lavorativamente parlando in età avanzata (alcune hanno più di sessant'anni, Assessore). Qui non chiediamo assunzioni fuori dalle regole, non proponiamo neppure di modificare artatamente la situazione lavorativa per recuperarle in altri ruoli: chiediamo semplicemente che ci si attivi per riqualificare e rimettere nel circuito produttivo persone che hanno dato tanto all'USL, soprattutto che hanno acquisito esperienze e competenze utili per il nostro Sistema sanitario regionale.
È stato riportato che l'Assessore Viérin ha organizzato svariati incontri con queste operatrici e che lo stesso abbia ipotizzato un percorso di qualificazione per operatrici sociosanitarie a carico dell'agenzia interinale che permettesse loro di rientrare nel mondo del lavoro con un buon atout a disposizione. Il titolo di OSS ha ancora un'ottima spendibilità, e non solo nel settore sanitario. Pare però che negli ultimi incontri - così come è stato confermato dall'Assessore Bertschy - questa idea sia sfumata. Mi è stato riferito - e me lo conferma l'Assessore - che ad un certo punto l'agenzia interinale, proprio per una questione di numeri, abbia rinunciato ad organizzare il corso di qualificazione a OSS. Pare che la metà - se non meno - delle ausiliarie non se la sia sentita di affrontare un corso di mille ore: mille ore per persone di oltre sessant'anni non abituate ad affrontare l'aula sono tantissime!
Vorrei solo dire però che sarà pur vero che cinque, sei o quattro persone sono poche per giustificare l'attivazione di un corso di qualificazione, che potrebbe peraltro essere allargato - come ha detto lei - ad altri lavoratori interessati, e mi pare strano che non ci siano state adesioni, ma è anche vero che i lavoratori interinali lasciano mensilmente il 4 percento della propria retribuzione al fondo per la formazione dei lavoratori somministrati che, nel caso delle ausiliarie, significano 800 euro all'anno, e considerate che alcune lavorano da più di dieci anni. Giusto per chiarire, i soldi per le retribuzioni delle lavoratrici sono trasferite all'agenzia interinale direttamente dall'USL: sono soldi pubblici anche quelli che vanno a finire nel fondo per la formazione.
Per tornare all'interrogazione, credo che si debba distinguere in maniera un po' più chiara tra qualificazione e riqualificazione. La qualificazione è rivolta a chi comincia da zero: sono le famose mille ore, mentre la riqualificazione aggiunge formazione a chi, di fatto, ha già in parte acquisito sul campo competenze ed esperienze in compiti che possono ricondursi a quelle proprie dei profili oggetto di riqualificazione. I corsi di riqualificazione OSS sono - come lei ha detto - periodicamente organizzati dalla Regione, dal suo Assessorato, con fondi propri e con fondi del Fondo sociale europeo. Possono tra l'altro essere allargati anche al personale che ha operato in USL, ma presuppongono, Assessore, il riconoscimento di un certo numero di crediti che corrispondono poi ad uno sconto di ore: da mille ore della qualificazione si può arrivare fino a centosessanta, di cui settanta di tirocinio in ambito sanitario.
Io ho sentito alcune delle suddette ausiliare che mi hanno raccontato con dovizia di particolari le funzioni normalmente svolte nel corso dei loro turni di lavoro. Credo di avere una discreta conoscenza del comparto sanitario sanità, essendomene occupato per oltre quindici anni nella mia qualità di sindacalista, e posso dirle, Assessore, che molte delle mansioni svolte dalle ausiliarie nel corso della loro attività sono assolutamente riconducibili a quelle proprie del profilo dell'OSS. Per chi non è molto pratico di declaratoria, l'ausiliaria specializzata dovrebbe svolgere compiti elementari poco qualificati, oggi perlopiù esternalizzati, tipo: la pulizia e il riordino dei locali e l'accompagnamento degenti e il trasporto materiali, mentre le attività delle OSS sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita, e sono ben declinate nel documento della Conferenza Stato-Regioni che lei ha citato del 2001, con cui è stato istituito il profilo. Mi sono fatto dire quali funzioni svolgevano le ausiliarie in questione, tra le altre: assistenza e posizionamento dei pazienti, controllo delle scadenze dei farmaci e dei reagenti, l'aiuto dei tecnici durante l'esecuzione degli esami clinici, la pulizia dei pazienti - quelli che per sventura vomitano o se la fanno addosso, vengono puliti da queste persone - la predisposizione degli ordini per l'economato, il lavaggio dei ferri prima dell'invio alla centrale di sterilizzazione, il ripristino dei mezzi di contrasto, il controllo giornaliero dell'efficienza delle bombole di ossigeno. Direi che non sono propriamente funzione di un'ausiliaria. Nessuno qui vuole suggerire istanze per il riconoscimento delle mansioni superiori, Assessore, ma noi vogliamo che l'USL si assuma la responsabilità di dichiarare che il personale impiegato, in alcuni casi per oltre dieci anni, ha svolto anche a titolo non esclusivo - questo non lo pretendiamo - funzioni che possono scontare ore di corso e quindi permettere alle signore in questione di tornare ad avere opportunità di lavoro accettabili.