Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2626 del 23 febbraio 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2626/XIV - Interpellanza: "Tempistica per l'esecuzione dell'ordinanza di sgombero di beni confiscati alla famiglia Nirta".

Rosset (Presidente) - Punto n. 19 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, chiede la parola il collega Bertin, ne ha facoltà.

Bertin (ALPE) - Ritorniamo sulla vicenda di qualche tempo fa, un'annosa vicenda che riguarda la confisca dei beni alla famiglia Nirta. La Cassazione diversi anni fa ha reso definitiva la confisca di alcuni beni situati in Valle d'Aosta appartenenti alla famiglia Nirta. La confisca faceva seguito ad un maxi sequestro nel quale venivano sottoposti a tutela una serie di beni sia in Valle d'Aosta che in Calabria, in particolare nei comuni di Quart, Charvensod e Aosta e Bovalino nella provincia di Reggio Calabria. A questi si aggiungeva poi un maxi sequestro - poi diventato confisca definitiva - di ben 950 mila euro presenti su dei conti svizzeri. Recentemente questo denaro confiscato sui conti svizzeri è stato restituito all'Agenzia per la gestione dei beni confiscati, dalla Svizzera trasferiti questi denari all'Agenzia italiana per la gestione dei beni confiscati (notizia recente, conosciuta per un'inchiesta da parte della stampa nazionale, in particolare del Corriere della Sera). Rimangono gli immobili che sono confiscati e che al momento continuano ad essere utilizzati dalla famiglia in questione. Questa confisca era il risultato di indagini svolte dai Carabinieri legate al traffico internazionale di stupefacenti dalla Colombia all'Italia, passando per la Spagna; stupefacenti la cui commercializzazione non riguardava il mercato valdostano, perché troppo piccolo, ma quello del nord Italia in generale. Venivano coinvolti ed arrestati proprio in ragione di questo traffico internazionale di stupefacenti Giuseppe Nirta e i fratelli Di Donato e si procedeva in seguito alla confisca dei beni in questione a cui facevamo riferimento. Peraltro alcuni di questi avevano anche dei precedenti in questo settore e sono stati tenuti per molto tempo sotto osservazione da parte dei Carabinieri, peraltro ritornano d'attualità sempre per indagini disposte dalla Direzione antimafia, sono comunque considerati personaggi vicini alla 'ndrangheta e attenzionati dalle indagini.

Ormai da tempo questi beni sono stati confiscati in via definitiva e nell'estate scorsa l'Agenzia per la gestione dei beni confiscati aveva emesso un'ordinanza per lo sgombero di questi beni, in particolare di quelli situati a Quart che erano ancora occupati dalla famiglia in questione. Questo sgombero poi non era stato attuato, anche perché si parlava di un ricorso, di una richiesta di sospensione da parte degli interessati. Chiedevamo pertanto se si confermava questa richiesta di sospensione, quali effetti aveva questa richiesta di sospensione; inoltre quale sia il ruolo della Presidenza della Regione nell'attuazione dell'ordinanza di sgombero e quali erano soprattutto i tempi previsti per lo sgombero e quindi l'entrata in possesso piena da parte della comunità di questi beni confiscati per attività criminali.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - L'interpellanza riguarda una questione che esula dalle competenze degli organi regionali e rientra invece nell'ambito delle funzioni prefettizie attribuite dalla Regione al peculiare ordinamento valdostano. Nel caso specifico, inoltre, la pratica è gestita direttamente ed esclusivamente dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, non ho quindi alcun elemento di novità rispetto a quanto è stato comunicato in passato su questa questione, che in ogni caso non può fare oggetto di atto di sindacato ispettivo da parte dei Consiglieri regionali.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Bertin, ne ha facoltà.

Bertin (ALPE) - Al di là della delicatezza, che evidentemente impone il massimo della riservatezza riguardo a questa questione, sappiamo però anche dai mezzi di informazione che vi è stata su questo dossier un'accelerazione. Volevamo capire se l'Amministrazione regionale, nell'ambito delle competenze prefettizie, era a conoscenza di questa richiesta di sospensiva e qual era il risultato di questa richiesta grazie al fatto che al momento i beni sono ancora in possesso della famiglia in questione. Mi auguro che al più presto si possa intervenire anche perché, come ricordavo in altre occasioni, relativamente ai beni confiscati, il Consiglio regionale nel 2010 aveva anche adottato una legge per favorire un utilizzo sociale di questi beni e che gli permettesse di farlo nei tempi più celeri possibili. È un fatto importante, non soltanto simbolico e mi auguro che al più presto si passi allo sgombero e soprattutto la collettività acquisisca questi beni nella totalità.