Oggetto del Consiglio n. 2639 del 23 febbraio 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2639/XIV - Approvazione di risoluzione: "Sostegno all'approvazione della figura del caregiver familiare".
Rosset (Presidente) - Punto n. 28.01 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola l'Assessore Laurent Viérin, ne ha facoltà.
Viérin L. (UVP) - Grazie ai colleghi che hanno voluto sottoscrivere questa iniziativa, che è un'iniziativa importante perché impegna questo Consiglio a sollecitare al Parlamento l'approvazione, o comunque una spinta e un sostegno ad un'importante misura che è il caregiver familiare, la cui misura oggi in Italia non esiste in termini di previsione e soprattutto in termini di tutela, e l'Italia è uno dei pochi Paesi in Europa dove non è stata riconosciuta professionalmente e tutelata da un punto di vista previdenziale, sanitario e assicurativo questa figura. Ho distribuito ai colleghi copia del disegno di legge e nella relazione ai Senatori - perché questo disegno di legge è di iniziativa di alcuni Senatori, la prima firmataria è la Senatrice Bignami - con questo termine si designano le persone che volontariamente e gratuitamente si prendono cura di una persona cara consenziente in condizione di non autosufficienza a causa dell'età, a causa di una malattia, di una disabilità. Le prestazioni che sono rese a titolo gratuito in funzione di legami affettivi vengono in qualche sorta riconosciute e hanno tutta una serie di previsioni. Di questa misura si parla da anni, non sappiamo se questo disegno di legge avrà esito positivo - noi lo speriamo - ma negli incontri di questi mesi con l'organismo che in Valle d'Aosta si occupa un po' di disabilità, che è il Coordinamento della disabilità Valle d'Aosta, che riunisce un po' tutte queste associazioni, in particolare con il suo Presidente Corrado Adamo, abbiamo cercato di lavorare su un dossier che potesse sicuramente valorizzare quello che la Valle d'Aosta può fare su un percorso di vita, al di là del "dopo di noi", ma dalla presa in carico da parte della comunità di un individuo dalla sua nascita fino anche al "dopo di noi", cercando di differenziare le misure e l'attenzione e la presa in carico che la comunità, e l'Amministrazione in particolare, può avere nei confronti di una disabilità o di una non autosufficienza o che si manifesta sin dalla nascita o dalla tenera età, o magari anche durante il percorso di vita. Ecco perché su questo tema noi stiamo lavorando nella riforma del welfare e nella legge del welfare valdostano ad una disposizione di legge che, assieme a loro, nasce condivisa e nasce dal basso affinché si possano prevedere delle misure di tutela al di là delle leggi che già esistono in Valle d'Aosta.
Tra le varie iniziative che noi abbiamo condiviso...dalla connotazione di alcune comunità come Saint-Marcel, dove già la Maison Équipée esiste, altri Comuni che hanno manifestato...pensiamo a Rhêmes-Saint-Georges, dove stanno cercando di connotare, anche attraverso l'utilizzo di fondi europei, la comunità e alcuni edifici da recuperare sulla questione della filiera dello sport legato alla disabilità, piuttosto che la questione dei soggiorni marini estivi, che nelle prossime settimane andranno, con l'impegno che avevamo assunto qui in Consiglio, su un bando triennale con tre turni suddivisi sui mesi estivi di riferimento. Abbiamo condiviso con il Coordinamento che saranno soggiorni da due settimane o da una settimana, se gli utenti lo desidereranno, e con loro abbiamo condiviso la costruzione di questo sollievo. Abbiamo lavorato anche su tutta una serie di disposizioni o, meglio, di monitoraggio di situazioni che possono essere migliorate sia all'interno delle strutture o nelle disposizioni regionali che prevedono l'aiuto e il sostegno, piuttosto che anche un dibattito approfondito su questa vicenda del caregiver familiare. Su istanza del Coordinamento si era ragionato sulla possibilità di portare in Consiglio una risoluzione, che chiaramente è stata predisposta assieme a loro, anzi è stata predisposta tecnicamente da loro, in particolare con il lavoro del Presidente Adamo e oggi, visti anche i tempi che in Senato e a livello nazionale si stanno evolvendo nella fase finale di approvazione di questo disegno di legge, ci ha fatto oggi chiedere ai colleghi di sottoscrivere in modo trasversale questa importante iniziativa.
Alcune considerazioni. L'assistenza continua ad un familiare convivente a causa di una malattia, a causa di un'infermità o di una disabilità e che per tali motivi è riconosciuto con un'invalidità in base alla legge n. 104/1992 è una realtà misconosciuta e che necessita di un riconoscimento dell'acquisizione di diritti imprescindibili per il lavoro di cura che queste persone svolgono in ambito domestico volontariamente e gratuitamente. Si tratta dunque di un modo per riconoscere il valore sociale ed economico per la collettività e, quando ho visto che si parla spesso di costi, quando si parla di sanità o di sociale, con questo ossimoro che spesso anche nei bilanci viene definito come costo, mentre spesso noi preferiamo utilizzare la parola "investimento"...questa questione del costo è sicuramente una questione che viene affrontata quando si lavora a delle disposizioni, quindi il modo per riconoscere questo valore sociale ed economico per la collettività, si dice che il valore e il costo di quest'assistenza è spesso insostenibile da parte dello Stato.
Il mancato riconoscimento del familiare assistente, ormai conosciuto nel lessico comune come caregiver, quindi è una prerogativa ormai solo italiana e che vede l'Italia come fanalino di coda in Europa. Molti altri Paesi hanno da tempo legiferato in tal senso riconoscendo i diritti dovuti a queste persone, che spesso perdono il lavoro - perché succede -, perdono la salute, non sono in grado di assicurare a sé stessi delle coperture assicurative e delle tutele previdenziali che permettono loro di sperare in un futuro decente e umano, negando ogni banale e normale vita di relazione, di partecipazione all'integrazione sociale e di pianificazione del lavoro futuro. È quindi sicuramente una misura che andrebbe a sostenere, sia da un punto di vista umano che da un punto di vista assicurativo e anche da un punto di vista di épanouissement di un nucleo familiare, queste persone. La Grecia, la Romania, la Polonia, l'Inghilterra, la Francia, la Spagna, questi Paesi prevedono da tempo specifiche tutele per i caregiver familiari, tra i quali supporti di vacanza assistenziali, benefici economici, contributi previdenziali che permettono l'accesso al prepensionamento. Si potrebbe anche effettivamente manifestare l'esigenza anche solo di un semplice prepensionamento, prepensionamenti che non servono per potersi rilassare o divertire nella terza età, ma che sono prepensionamenti che ti danno la possibilità di rimanere ancora attivi, limitare il logoramento del doppio lavoro di lavoratore e di caregiver, e poter far sopravvivere la propria famiglia nella normalità. Studi che sono stati svolti dal Premio Nobel per la medicina del 2009 - questo ci è stato riferito - Elizabeth H. Blackburn, hanno dimostrato che i caregiver familiari hanno un'aspettativa di vita fino a 17 anni inferiore alla media della popolazione, e questi sono studi. In maniera anche diretta quindi non si tratta di regalare niente a nessuno, di voler essere in qualche sorta essere buonisti o di banalizzare, ma di favorire il mantenimento in vita nel tempo di queste figure, permettendo allo Stato di intervenire il più tardi possibile nella presa in carico dei soggetti disabili o inabili, o che hanno queste problematiche di non autosufficienza, con un'istituzionalizzazione e importanti costi a carico dello Stato, ma di questo aspetto legato al durante e "dopo di noi" il nostro Assessorato sta già facendo i dovuti approfondimenti con il Coordinamento disabilità. Noi stiamo ancora aspettando che arrivino questi fondi stanziati a livello nazionale sul "dopo di noi" e si sta ragionando anche su come utilizzare questi fondi che poi devono essere messi a disposizione. Ci sono interessanti iniziative, come quella della fondazione comunitaria, che stanno raccogliendo già fondi per il "dopo di noi".
Per tornare al disegno di legge, per il tramite del Presidente del Coordinamento disabilità Corrado Adamo, è stato seguito con attenzione e la problematica è viva da ormai più di dieci anni e deve proseguire nei suoi lavori parlamentari. Siamo quindi anche consapevoli che forse sarà solo un atto che da solo non servirà a risolvere o a smuovere l'intera situazione, però è un'opportunità perché siamo di fronte ad un punto di non ritorno e sarebbe un'altra occasione persa. Come Regione, come Consiglio, come massima istituzione della Valle d'Aosta appoggiare in particolare questo testo che porta come prima firmataria la Senatrice Bignami, e i suoi principi fondamentali che sono discussi con il Coordinamento nazionale famiglie disabili, può essere, anzi sarà sicuramente un messaggio molto importante per la nostra Regione.
In considerazione di queste riflessioni e di questi obiettivi, ricordando anche che, da un punto di vista della copertura finanziaria, che spesso è quella che fa fermare i disegni di legge anche a livello nazionale, non solo qui, quindi bisogna ricordare che la sentenza della Corte costituzionale n. 275/2016 sancisce che non è possibile che ogni diritto, anche quelli incomprimibili, debbano essere sempre e comunque assoggettati ad un vaglio di sostenibilità del quadro complessivo delle risorse disponibili. Sappiamo quindi anche che sicuramente sarà un impegno, però seguiamo con attenzione questa questione.
In conclusione, colleghi, è un messaggio che oggi lanciamo come Consiglio regionale, che possa arrivare fuori dai nostri confini con le sollecitazioni, sia attraverso i nostri Parlamentari ma anche attraverso un esplicito avviso/invito direttamente all'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica da parte del nostro Presidente del Consiglio. Sarà sicuramente un messaggio che sarà un messaggio di attenzione e di sensibilità della nostra comunità nei confronti di una problematica che in Valle d'Aosta, al di là di come avrà esito questo disegno di legge, ci vedrà impegnati comunque a prevedere delle misure sui percorsi di vita, sul "dopo di noi" ma anche e soprattutto sulla presa in carico del sollievo e del percorso di vita durante tutta l'esistenza dei nostri individui intesi come membri di una comunità, di una famiglia e di una Valle d'Aosta solidale affinché nessuno rimanga indietro, soprattutto affinché, visti anche i numeri esigui che esistono in Valle d'Aosta come comunità, ci sia una presa in carico differenziata in base alle esigenze e alla dignità che le persone devono vedersi riservata da una comunità attenta com'è quella della Valle d'Aosta.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Naturalmente grazie all'Assessore alla sanità che ha sollevato il velo sul problema della non autosufficienza, ma dal punto di vista questa volta di chi assiste. Ho firmato senza indugio questa risoluzione che, ispirandosi ad un disegno di legge sottoscritto trasversalmente, com'è stato detto, da Parlamentari di varia ispirazione politica - per il PD cito tra gli altri la Finocchiaro e la Puppato, due Senatrici note per la loro sensibilità per le tematiche sociali -, vuole sollecitare un'accelerazione dell'iter parlamentare affinché possa presto trasformarsi in legge.
La questione tocca naturalmente un livello più alto rispetto a quello regionale. Come si sa, il riconoscimento di qualifiche professionali aventi diritto a regimi previdenziali e al riconoscimento di tutele si dicono "parasindacali", spetta alle leggi nazionali, ma è di stimolo questo dibattito e questa discussione sicuramente all'apertura di un ragionamento che può generare idee e proposte interessanti anche per noi, per questo Consiglio regionale e per la nostra Valle. Ricordo che il nostro gruppo, forse nel 2013 o nel 2014...la nostra collega Consigliera Fontana sollecitò con una serie di iniziative il ripristino di quei contributi un tempo previsti per coloro che si prendevano a carico un familiare disabile o non autosufficiente. Dicevamo allora che la cancellazione, operata credo dall'ex Assessore Fosson di quell'emolumento, a nostro parere, induceva le famiglie ad usufruire di servizi pubblici con maggiore frequenza e che sicuramente la cancellazione di quell'emolumento favoriva un aumento del ricorso a ricoveri, a volte impropri, e ad un abuso eccessivo della residenzialità protetta che, com'è noto, costa alla collettività sicuramente di più rispetto ad un contributo corrisposto a favore di un familiare che potrebbe scegliere di assistere lui il disabile o l'anziano non autosufficiente. Il contributo credo non abbia mai superato i 650-700 euro, poi fu ulteriormente diminuito prima di essere tolto del tutto, contro un costo standard pro anziano, colleghi, di circa 3500 euro al mese in struttura protetta. Mi limito agli anziani, poi questa figura professionale, questa qualifica comunque si occupa anche di altre categorie di persone non autosufficienti. Inutile dire che, da un punto di vista sociale, di consolidamento anche dei legami familiari, questa sorta di sistema di modalità di assistenza domiciliare ha sicuramente un impatto positivo. Noi che viviamo in una piccola regione di montagna non possiamo che trarre benefici dal mantenimento dei nostri anziani e dei disabili non autosufficienti presso le nostre abitazioni.
Oggi si riparla di questo argomento, benissimo. Anche se in occasione di una sollecitazione in altra forma, qui si parla di una figura di una qualifica professionale alla quale riconoscere comunque diritti e contributi figurativi alle tutele assicurative e via dicendo, ma è positivo questo dibattito a livello nazionale riportato in Regione per riaprire quel capitolo che, Assessore, credo possa procedere parallelamente alla legge sulla famiglia, di cui si è parlato in questi mesi e di cui aspettiamo comunque di avere novità.
Per tornare alla risoluzione, quindi la sosterremo convintamente; crediamo che la discussione su questa qualifica di caregiver familiare meriti un riconoscimento, una particolare tutela anche in virtù della sua importanza sociale e dei potenziali effetti di ritorno economico sulla collettività e sulle casse anche pubbliche: meno ricoveri, meno permanenze in struttura, meno costi e più solidarietà sicuramente.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (SA) - Abbiamo anche noi sottoscritto questa iniziativa ancorché non interessi direttamente il Consiglio regionale, ma come sostegno verso un settore, verso una figura che viene valorizzata in questo caso. Si tratta di una figura di assistente familiare per i casi di disabilità e di difficoltà in cui c'è necessità di un'assistenza continua e spesso e volentieri quest'assistenza viene data da un familiare. Di solito, questo nella nostra tradizione familiare è un ruolo che viene svolto dalla donna, una donna che si deve sacrificare per far fronte a queste difficoltà che si trova in casa, rinunciando anche a volte al lavoro, e ci sono anche dei risultati statistici, secondo i quali il 66 percento delle donne che si trovano in queste situazioni da dover gestire, in nome degli affetti e della gestione della famiglia, rinunciano al lavoro. Credo sia giusto che anche l'Italia faccia un passo avanti in questo settore, in questa direzione adeguando la propria legislazione a quella dei Paesi europei più avanzati. Ci sono delle situazioni dove il welfare è più garantito e vi è un senso di civiltà più evoluto rispetto ancora a quello nostro, nonostante ci siano delle grosse attenzioni anche da noi in Valle d'Aosta di cultura verso il settore della disabilità, e questo dobbiamo dire anche grazie al Coordinamento della disabilità della Valle d'Aosta, che ci rappresenta anche a livello nazionale, dove sostiene questa iniziativa negli ambiti di partecipazione. È un'iniziativa che riteniamo debba valorizzare il ruolo dell'assistente familiare attraverso una sua tutela giuridica nell'assistenza sanitaria e previdenziale per poter garantire a tutti anche quelle situazioni che oggi la legge non garantisce di fronte alla difficoltà.
Come ha detto bene prima l'Assessore, c'è stata una recente sentenza costituzionale, la n. 275/2016, dove viene sancito che non è possibile che i diritti incomprimibili debbano essere sottoposti, assoggettati al vaglio della sostenibilità. Io credo che questo sia importante sottolinearlo perché spesso e volentieri nel nostro Paese ci sono tante leggi che disciplinano dei principi, che poi trovano ancora con difficoltà attuazione. Pertanto anche dalla nostra piccola Valle d'Aosta ritengo che il sostegno a questa iniziativa possa essere un segnale importante di incoraggiamento verso coloro che si troveranno in Parlamento a sostenerla e a portarla avanti affinché possano essere riconosciuti i diritti anche di chi segue i più deboli.
Presidente - Ha chiesto la parola la collega Morelli, ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Credo non ci sia molto da aggiungere a quanto già detto in modo molto esauriente e articolato dai colleghi. Anche da parte nostra vi è il sostegno e l'apprezzamento per questa iniziativa e un ringraziamento alla CoDiVdA e all'Assessorato e all'Assessore che se n'è fatto portavoce in quest'aula.
Questa è sicuramente una battaglia di civiltà ed è riprovevole che l'Italia non abbia ancora provveduto come tanti altri Stati europei hanno già fatto in questo senso. È una battaglia di civiltà che deve vedere riconosciuto quello che è normalmente frutto di un atto d'amore di familiari, ma che deve vedere la comunità partecipe, assolutamente a sostegno, riconoscente e solidale nei confronti di queste persone che molto spesso sacrificano, com'è già stato detto, il loro lavoro, la loro vita e il loro tempo per un atto di amore gratuito. In questo senso quindi è giusto, è bene che anche la nostra Regione faccia sentire la sua voce e chieda l'impegno da parte del Parlamento affinché si arrivi al più presto a riconoscere non solo delle buone intenzioni, ma anche in maniera formale, in maniera concreta l'impegno delle persone che assistono i loro familiari disabili.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Fabbri, ne ha facoltà.
Fabbri (UVP) - Innanzitutto per ringraziare per il lavoro svolto dall'Assessore e da tutte le organizzazioni che in Valle si occupano di questo problema enorme che coinvolge le famiglie. Una piccola chiosa sull'importanza della famiglia come base della società, soprattutto della famiglia che ha in carico queste persone, che purtroppo devono essere seguite con dei sacrifici che sono enormi da parte delle famiglie stesse. Tutto il sostegno che si può dare a questo tipo di persone e di famiglie quindi naturalmente va nella direzione di uno sviluppo della civiltà e di un riconoscimento di quello che è alla base della società (la famiglia), tanto più quando è colpita da queste disgrazie. Noi non possiamo quindi che ringraziare tutti quelli che si sono occupati di questo problema e auspicare che questa legge al più presto possa essere attuata a livello centrale.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Rollandin (UV) - Solo per ricordare, dopo la relazione dell'Assessore e di chi mi ha preceduto, che iniziative come queste sono purtroppo molto lente. Al Senato il 5 dicembre 2015 è stato presentato il disegno di legge con la firma, tra l'altro, del Senatore Albert Lanièce il 5 aprile 2016, siamo al 2017 e l'iter, come si ricordava, è ancora molto indietro. Dico questo perché comunque il discorso del caregiver - e se parlassero anche italiano ogni tanto, non sarebbe male - poi è un assistente, non è che la figura è da inventare sotto vari profili. Io credo che, sotto questo aspetto, sia importante tenere conto di una prospettiva che tenga in considerazione l'esistente e come dare tutela a queste persone. Non so in che termini sia comparabile, credo che sia stata fatta un'analisi sotto questo profilo delle figure che già esistono e come dare una patente a chi questo fa ad essere almeno riconosciuto. Bisogna capire, se per caso questo durasse più del dovuto, come riuscire a fare qualcosa anche a livello locale, che in qualche modo segua lo stesso principio. Io credo che questo sia il sunto, perché non possiamo fermarci ad un discorso che è sicuramente importante, però a livello nazionale poi bisogna vedere se individuano solo una figura, che sappiamo qual è, e lo mettono anche, perché poi questo vuol dire anche giustamente trovare dei fondi per potenziare, per andare avanti, per intervenire, perché altrimenti il discorso è un po' come tante figure nella sanità che si lotta da tempo, l'autista barelliere e così via, che si lotta da tempo per cercare di vederle riconosciute, e passano progetti, ritornano, non si riesce mai ad arrivare alla fine. Credo sia importante questo atto, questa risoluzione perché si vuole sottolineare l'urgenza di arrivare ad una conclusione, che è condivisa da tutti.
Presidente - Non ci sono altri interventi, possiamo mettere in votazione la risoluzione.
Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.
Presenti: 30
Votanti : 30
Favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.