Oggetto del Consiglio n. 2638 del 23 febbraio 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2638/XIV - Approvazione di mozione: "Sostegno degli Enti locali per l'accesso ai finanziamenti del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo".
Rosset (Presidente) - Punto n. 28 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, chiede la parola il collega Roscio, ne ha facoltà.
Roscio (ALPE) - Torniamo ancora una volta a discutere di questo tema sull'accoglienza ai migranti. Già in precedenti Consigli avevamo fatto delle proposte che purtroppo non erano state accolte, ma ad oggi l'evoluzione è continua, tant'è vero che avevamo già fatto presente - e penso che tutti i Consiglieri qui ne sono a conoscenza - che l'arrivo di alcuni gruppi, o comunque il preannunciato arrivo di alcuni gruppi di migranti con la formula dei Centri di Accoglienza Speciale (CAS), quindi il bando, stanno creando un certo malcontento, una certa preoccupazione nel comune di Aosta, e in particolar modo in quelli che sono toccati direttamente. La questione non è conclusa, perché ad oggi i numeri dicono che altri richiedenti asilo dovranno essere collocati in Valle d'Aosta: ecco perché alcuni Comuni hanno cominciato ad approfondire se vi sono altre modalità per l'accoglienza e soprattutto se vi sono altre modalità che li vedano non subire un'accoglienza da parte di un gestore privato, che comunque non dà garanzie al Comune interessato, ma se ci sono delle modalità che riescono a fare in modo che il Comune possa invece essere attore principale di quest'accoglienza e quindi gestirli direttamente e non subire quegli impatti che conseguono a quest'accoglienza.
Ad oggi la Valle d'Aosta ha sempre puntato sui centri di accoglienza straordinaria, non sul modello che invece è quello di accoglienza, che è quello dello SPRAR. Ultimamente però anche a livello di indicazioni ministeriali l'approccio è quello di cercare di andare verso la direzione dell'abbandono di questo modello emergenziale e di favorire invece un'integrazione che salvaguardi i territori. Noi in alcune iniziative precedenti avevamo lamentato questa mancanza invece di salvaguardia per i territori, che invece altrove era già stata attivata e addirittura, come previsto oltretutto dallo SPRAR, laddove un Comune sceglie di andare in quella direzione, vi è addirittura una clausola di salvaguardia che li esonera dall'avere sul proprio territorio dei centri di accoglienza speciale, per cui il Comune può gestire ed è al riparo da ulteriori arrivi che possono causare problemi nella popolazione, una difficoltà maggiore nell'accoglienza. Vi sono dei modelli - sono venuti, tra l'altro, anche in Valle d'Aosta a presentarli - di accoglienza diffusa che hanno dimostrato di essere efficaci e di dare delle risposte sia ai richiedenti asilo, sia alla popolazione che si sente maggiormente tutelata nella quotidianità.
Recentemente alcuni Comuni hanno preso invece proprio posizione decisa dicendo: "vogliamo aderire a questo modello perché il modello CAS non ci trova d'accordo, non risponde alle esigenze del territorio". Oltretutto, come dice anche la parola, il CAS è un centro di accoglienza straordinaria, non è un'accoglienza ordinaria che viene fatta attraverso il modello SPRAR. Recentemente, se non ricordo male in un comunicato stampa del 15 febbraio, quindi nel tempo che intercorreva tra la presentazione della mozione e la discussione odierna, si è attivato anche presso il CELVA e con i Comuni interessati un tavolo di confronto permanente tra Prefettura, CELVA e Comuni interessati per definire dei criteri di ripartizione più uniformi per tenere conto del piano delle direttive del piano ANCI, che non è nient'altro che il piano ministeriale SPRAR che è stato recepito poi dai Comuni italiani, che oltretutto prevede già i criteri di ripartizione perché - come recitano il piano ANCI e precedentemente le direttive del Ministero - seguendo questi principi che sarebbero tali da garantire la copertura su tutti i Comuni valdostani di tutti i 602 richiedenti asilo previsti...prevedono che per i Comuni fino a 2000 abitanti vi siano sei posti al massimo, per i Comuni oltre i 2000 una proporzione di uno ogni mille e per i Comuni capoluogo due ogni mille. Il che facendo i conti - ci sono già le tabelle predisposte in uno dei documenti che, tra l'altro, hanno ricevuto i nostri Comuni - questo garantirebbe una ripartizione diffusa su tutti i comuni tale da garantire un'accoglienza migliore.
D'altro lato abbiamo sentito anche le parole del Presidente, che ha detto che non vi sono preclusioni per un modello oppure per un altro, fatto salvo che fino ad oggi si è sempre perseguita la strada dei bandi dell'accoglienza straordinaria. Ad oggi, di fronte invece alla presa di posizione di alcuni Comuni, si rende necessario forse ridefinire queste strade: ecco perché, proprio nell'ottica dell'abbandono dell'approccio emergenziale, noi chiediamo, anche in virtù del tavolo di confronto permanente che è stato attivato, di fare un passo ulteriore: non solo aver aperto il tavolo, ma anche favorire i Comuni che si dicono interessati ad aderire allo SPRAR e quindi ad un modello alternativo ai CAS, per andare in questa direzione perché comunque il prossimo bando scadrà a breve.
Il bando è previsto al 31 marzo, il che non impedisce ai Comuni di poter aderire ad altri bandi, ma si parla di bandi semestrali e quindi sarebbe importante cogliere da subito l'occasione. Nella nostra iniziativa si chiede proprio anche al Presidente di farsi parte attiva in questo processo prevedendo sia incontri pubblici di informazione, ma anche incoraggiando la ratifica di protocolli d'intesa tra la Prefettura e i Comuni in alternativa ai centri di accoglienza straordinaria, perché è vero che ad oggi il Presidente ha dichiarato di non voler precludere alcuna strada, ma, a quanto ci risulta, non ci sono giunte notizie di non solo di favorire di andare in quella direzione, ma anche di ratificare la clausola di salvaguardia per il territorio, per i Comuni che scelgono di andare in quella direzione, così com'è già stato fatto, per esempio, per la Prefettura di Torino che ha scelto questa strada, per cui i Comuni che scelgono di aderire allo SPRAR sono garantiti, non riceveranno più altri centri di accoglienza straordinaria sul loro territorio, per cui si trovano nella condizione di poter gestire direttamente l'accoglienza e non di subire l'interesse invece dei privati che giustamente fanno gli interessi dei privati, ma spesso non coincidono gli interessi dei privati con gli interessi della collettività. Noi speriamo che questo nostro impegno possa essere accolto anche in virtù del percorso che è stato seguito ed è partito da un modello di straordinarietà ma che lentamente, anche grazie all'interesse dei Comuni e della popolazione, sta evolvendo invece verso un approccio più consolidato e meno emergenziale.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Nogara, ne ha facoltà.
Nogara (UVP) - In parte per sostenere la mozione del collega Roscio, ma per il fatto che in questo periodo noi, come UVP, abbiamo seguito queste problematiche e proprio poche settimane fa, una settimana fa ad Aymavilles un funzionario dell'ANCI è venuto a spiegare tutta la problematica sui CAS e sullo SPRAR. Questa problematica che colpisce un po' tutti...è chiaro che, tra l'altro, per poter fare un buon lavoro, ci deve essere una grossa collaborazione da parte della Prefettura, perché è proprio la Prefettura che è a capo di questo sistema. Lo SPRAR è il sistema, secondo noi, ma non è per dire che un sistema è meglio dell'altro, sono entrambi sistemi buoni, però con il sistema dello SPRAR si ha la possibilità di limitare e di poter sul territorio mettere un minor numero di migranti, ma non come numero, ma tutti dello stesso Paese, per esempio, perché adesso in questo sistema qua ci fosse un CAS che prende due alberghi nello stesso Paese, è chiaro che se c'è la disponibilità, verrebbero messi tutti nella stessa zona, invece con il sistema SPRAR c'è la possibilità, proprio con i parametri che diceva il collega Roscio, di riuscire a metterli un po' sparsi sul territorio.
Una cosa che ho sentito - e ho fatto una domanda a questo funzionario - era il fatto che questo sistema si adatta proprio ai piccoli Comuni, alle piccole comunità e se si aderisce al sistema SPRAR, per il momento si bloccano i CAS. Presidente, ho già sentito una dichiarazione anche che ha fatto al CELVA in cui ha detto che non è vero, invece è così. Questo è scritto, a questo funzionario dell'ANCI glielo abbiamo chiesto proprio perché lei ha fatto questo intervento e il funzionario dell'ANCI ha detto che non è assolutamente così. Se tu aderisci, hai tempo sei mesi per poter fare un programma che, entro questi sei mesi, poi deve essere attuato. Come le stavo dicendo, si può in questo modo riuscire a mantenere proprio per queste piccole comunità un numero limitato di persone. Poi una cosa non esclude l'altra, ci possono essere benissimo dei CAS sul territorio, ma per la realtà dei nostri Comuni abbiamo sentito sui Comuni della nostra Regione dove ci sono 250 abitanti, si trovano delle realtà dove si mettono una trentina di abitanti. Con il sistema SPRAR invece si arriverebbe con una famiglia con quattro o cinque persone, che è il sistema migliore affinché possano essere integrati. Proprio per queste motivazioni, per questi motivi noi su questa mozione che ha presentato il gruppo ALPE siamo favorevoli.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Per dire che anche noi, il nostro gruppo sostiene convintamente questa mozione, la sostiene anche in considerazione di un percorso che noi abbiamo fatto sia quando eravamo all'opposizione e in seguito quando siamo entrati in maggioranza, un percorso che credo abbia sempre delineato un elemento fondamentale: che non si può continuare e soprattutto con grandi numeri come oramai la situazione si sta delineando, non si può continuare a programmare l'accoglienza delle persone richiedenti, dei beneficiari di protezione internazionale e comunque dei richiedenti asilo in genere, non si può continuare ad effettuare una programmazione sempre emergenziale, i numeri non ci permettono di fare questo tipo di programmazione. L'accoglienza deve diventare un sistema non più emergenziale, ma del tutto programmato, quindi è bene che si cominci a ragionare di sistemi di accoglienza più strutturati. Tra l'altro, com'è stato detto in più di un'occasione anche dai colleghi, sistemi che coinvolgono in maniera molto più diretta le comunità locali, le Unité e i Comuni, e non li tengano fuori dalla programmazione. Noi abbiamo sempre sostenuto e continuiamo a sostenerlo che l'eccessiva concentrazione, tra l'altro, non pianificata, quindi scelta a seconda anche della disponibilità delle strutture e degli edifici, sia poco opportuna soprattutto con questi numeri, perché a nostro parere, soprattutto in piccole comunità, quando vi sono delle immissioni anche non preparate, tra l'altro, non strutturate, non monitorate di persone e un'improvvisa quindi novità che incide sulle comunità, vi è anche - e io credo giustamente - una sorta di timore di allarme sociale che a volte spesso non è neppure motivato, ma che è comprensibile, quindi bene questa mozione, noi voteremo convintamente. Speriamo poi che comunque abbia un seguito.
Dalle ore 18:18 assume la presidenza il Vicepresidente Farcoz.
Farcoz (Président) - La parole au collègue Marquis.
Marquis (SA) - Dico anch'io alcune parole per esprimere l'appoggio del gruppo a questa iniziativa perché riteniamo che il problema dei migranti sia un problema che deve superare la fase emergenziale, così com'è stato gestito sinora. Sicuramente è un problema che impatta in modo significativo e forte sulle nostre piccole realtà territoriali, abbiamo la necessità che questo sistema diventi pianificato e strutturato. Siamo sicuri che il coinvolgimento del territorio con numeri più compatibili rispetto alle singole realtà delle Unité, dei nostri piccoli Comuni di una realtà di montagna, possa consentire anche dei maggiori processi di integrazione e favorire l'accoglienza. Sino ad oggi abbiamo avuto un impatto elevato nelle singole casistiche che sono state affrontate perché spesso e volentieri ci sono state difficoltà di accoglienza dalla realtà che hanno visto queste scelte calate dall'alto. Crediamo quindi che questa esperienza nazionale nel sistema SPRAR sia un'esperienza collaudata già in tante Regioni e che potrà dare anche in Valle d'Aosta i giusti frutti.
Président - D'autres en discussion générale? La discussion générale est fermée. Pour la réplique, la parole au Président de la Région Rollandin.
Rollandin (UV) - Mi dicevano di annunciare che Pellegrino è medaglia d'oro, quindi credo che sia una bella notizia.
Venendo alle nostre considerazioni, credo che i colleghi che mi hanno preceduto abbiano illustrato le differenze tra il CAS e lo SPRAR. Questo distinguo ha fatto oggetto di un incontro al CPEL con tutti i Sindaci, laddove insieme ai responsabili del settore di Prefettura che segue la parte relativa agli immigrati, insieme ai responsabili del CPEL si è fatta una panoramica sull'insieme dei problemi collegati e collegabili con il sistema dell'immigrazione ad oggi. La differenza tra CAS e SPRAR è, com'è stato ricordato, profonda, non sono la stessa cosa. Nel CAS sono collocati i richiedenti asilo per il tempo necessario alla definizione della domanda di protezione internazionale dopodiché (sia in caso positivo che negativo) i migranti escono dalla misura di accoglienza. I bandi sono in capo ai servizi di Prefettura, com'è stato detto, sono stati fatti i bandi e tengono conto del fatto che i soggetti che rispondono al bando...chiaramente non tengono conto di un rapporto di riparto, come giustamente sottolineava, che fosse in qualche modo conseguente alle condizioni del Comune interessato, ma se è libero un albergo e disponibile, prendono un albergo con tutto quello che ne consegue. Sicuramente questo è un limite che è stato detto e che giustamente va affrontato.
Lo SPRAR invece è nato come rete di centri di "seconda accoglienza" destinati all'integrazione sociale ed economica dei migranti già titolari di protezione internazionale. Sono due cose diverse quindi, perché il CAS risponde alla prima accoglienza, mentre lo SPRAR è per quelli che hanno già il riconoscimento internazionale. Anche se a fronte dei numeri in continuo aumento può accogliere anche richiedenti protezione, lo SPRAR mantiene questa filosofia e i suoi obiettivi sono: consentire a richiedenti e titolari di protezione internazionale di avviare percorsi di inserimento socio-economico, com'è stato ricordato dal collega, in vista della conquista della propria autonomia; realizzare percorsi in maniera sostenibile. I migranti che entrano nello SPRAR sono quindi inseriti in un percorso di forte integrazione con il territorio: è sicuramente così.
I posti. La percentuale ricordata (due ogni mille) vale per la città metropolitana, non sono stati trovati altri riferimenti per i Comuni. L'unico riferimento è il decreto del 10 agosto 2016.
I tempi dell'accoglienza. In base al decreto 10 agosto 2016, articolo 35, se il migrante ha già la protezione internazionale, ha diritto all'accoglienza per sei mesi (salvo proroghe) dopodiché esce dallo SPRAR e resta sul territorio comunale e la struttura comunale provvede. Va dove vuole, ma può rimanere naturalmente anche, quindi nello SPRAR viene inserita un'altra persona. Se quindi all'inizio ce ne sono sei, finito questi sei escono dallo SPRAR e ne entrano altri sei...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...ci sono le richieste...se il migrante ha richiesto la protezione internazionale, ha diritto all'accoglienza fino alla decisione e per altri sei mesi in caso di esito positivo; in caso di esito negativo, fa ricorso e ha diritto di rimanere in accoglienza. La durata degli interventi di accoglienza integrata (adesione allo SPRAR) è di tre anni. Tutti gli obblighi per il CAS sono responsabilità dei servizi di Prefettura e delle cooperative, nello SPRAR sono responsabilità degli Enti locali - questa è un'altra questione molto importante perché l'integrazione di secondo livello nello SPRAR non è più sotto la Prefettura, è direttamente sotto l'Ente locale - a partire dall'individuazione dell'ente attuatore dei servizi di accoglienza. Ora queste sono...in assenza delle disponibilità di infrastrutture pubbliche utilizzabili in assenza di risposta da parte dei Comuni...perché chiaramente all'inizio noi avevamo anche chiesto ai Comuni se avevano delle disponibilità e nessuno aveva risposto, questo è comprensibile...
L'unica cosa che volevo dire al collega è che è arrivata due giorni fa una nota del Ministero laddove la famosa "clausola di salvaguardia" a cui si fa riferimento...nel senso che se io inizio il progetto SPRAR, quella clausola di salvaguardia non vale fino a quando non è completo il progetto. Era interpretata...come dire? se io faccio richiesta di aderire allo SPRAR, non rientro più nei CAS, farò la copia, è di due giorni fa, dove dice: "fino a quando non è completo il progetto", ma sono problemi che si stanno accertando, anche perché la direttiva ANCI...come anche i colleghi avranno sentito il Ministro Minniti, è in fase di rivisitazione del tutto.
Nella sostanza comunque io credo che questa mozione, che in qualche modo invita ad impegnarsi per far sì che ci sia sotto questa tematica una responsabilizzazione sempre maggiore, nel senso che viene qui ricordato...credo che vada nella direzione corretta e quindi mi sembra che sia accoglibile nelle sue premesse e nell'obiettivo. Noi quindi voteremo la mozione che è stata adesso presentata. Voglio solo ancora sottolineare che, proprio per chiarire meglio quegli aspetti che sono stati in qualche modo qui adesso abbozzati, questo è un tavolo di lavoro con i Comuni in modo da evitare che succeda quello che adesso diceva il collega Nogara: perché è disponibile un Comune di 200 abitanti ne metto 70. Ci deve essere un criterio di equità, in modo tale che ci sia comunque una ripartizione, perché teniamo conto che nell'insieme la ripartizione regionale rimane per il momento di 602. Non li metto da una parte quindi, devo cercare comunque di metterli perché la ripartizione deve essere comunque fatta. Detto questo, noi aderiamo alla richiesta.
Dalle ore 18:21 riassume la presidenza il Presidente Rosset.
Rosset (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Roscio, ne ha facoltà.
Roscio (ALPE) - Siamo sicuramente soddisfatti dell'accoglienza della nostra iniziativa. Giusto due parole per la situazione, che - abbiamo già detto prima - è una situazione in continua evoluzione, anche il Presidente ha ricordato gli ultimi adeguamenti. Ci sono due questioni: da un lato, quella che la nostra mozione non sceglie al posto dei Comuni il CAS o lo SPRAR, ma dice: "qualora il Comune voglia andare in quella direzione, noi cerchiamo di affiancarlo e di dargli tutto il supporto possibile", quindi questo è un punto qualificante, nel senso che lasciamo comunque libero il Comune di scegliere il proprio destino.
L'altra questione un po' più delicata - ed è quello che accennava il Presidente alla fine del suo intervento - è quella che invece in passato la Prefettura ha proprio fatto degli accordi precisi, per cui ha detto i Comuni che aderiscono allo SPRAR non subiranno il centro di accoglienza speciale. Bisogna continuare a verificare bene questo perché non vorremmo che succedessero tutti e due: che il Comune che aderisce allo SPRAR nel mentre si vede anche arrivare il centro di accoglienza speciale, quindi diventa ancora più oneroso, noi vorremmo che si scongiurasse questo. La ratio che stava dietro la nostra iniziativa era proprio questa: supportiamo i Comuni, vogliamo che i Comuni si rendano padroni del loro destino e che non subiscano invece quello che gli arriva dall'esterno, che poi ha tutte le conseguenze del caso: preoccupazione nella popolazione e alla fine anche una cattiva accoglienza, perché ovviamente se non vi è integrazione nel tessuto sociale, non ci può essere un'accoglienza sostenibile come in questo caso. Noi comunque siamo felici di questo e speriamo che il tavolo di lavoro riesca a lavorare bene e porti i frutti proprio nell'interesse dei nostri Comuni.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Nogara, ne ha facoltà.
Nogara (UVP) - Per tornare su questo punto, devo dire per chiarirmi meglio che il Comune è responsabile di quello che gli succede, nel senso che è il Comune che richiede lo SPRAR, perciò è consapevole e se lo gestisce fino ad un certo punto, perché può fare tutti i piani e poi può essere una cooperativa...è una cooperativa che gestisce questi migranti. Nel CAS invece il Comune subisce e basta, perché se si trova degli alloggi, una casa, la Prefettura gli manda delle persone, se le trova e poi succedono le cose che abbiamo visto anche ultimamente di Comuni che non sono contenti per queste situazioni, è qua la differenza! Nello SPRAR il Comune è consapevole di quello che succede, perché è il Comune che dice di volere lo SPRAR: è solo questa la differenza, che, secondo me, è molto importante.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Rollandin (UV) - Solo per leggerle quello che le dicevo sulla clausola di salvaguardia: "con l'occasione si sottolinea che la cosiddetta "clausola di salvaguardia" che caratterizza l'accordo concluso con ANCI, esonera il Comune dall'attivazione di strutture di accoglienza temporanea solo qualora sia attivo un progetto SPRAR per un numero di posti uguale o superiore a quelli previsti dal piano di riparto", quindi è molto diverso, non è la stessa cosa di prima, attenzione. Io lo voglio dire perché questa è di pochi giorni fa, tanto per intenderci.
Per quanto riguarda il riparto dei Comuni, quello che le dicevo del tavolo che è stato messo in piedi è proprio per evitare quello che era in qualche modo possibile che succedesse: che, a fronte del bando, uno si occupasse in una zona della disponibilità di un certo numero e chiaramente non era direttamente collegato con le esigenze del Comune. Ultimamente nell'ultimo bando avevamo inserito che le cooperative o comunque quelli che prevedevano di avere delle soluzioni nei Comuni interessati prima di...dovevano informare il Comune con il quale doveva essere vista l'accoglienza, ed è quello che ha fatto nascere tutto il sistema. Ad oggi, come dico, c'è questo tavolo che noi ci auguriamo possa chiarire anche questi aspetti che vanno nella direzione giusta: di avere un equilibrio tra quelle persone che ci sono e quelle residenti, sostanzialmente è anche questo. Com'è stato detto in assemblea al CPEL, ci sono Comuni, come, ad esempio Saint-Christophe, che ha fatto un certo lavoro e con i migranti ha previsto che ci sia la disponibilità per lavorare per il Comune, per fare una serie di attività che in qualche modo sono lodevoli e che, di fatto, riducono l'impatto all'interno del comune.
Presidente - Se non ci sono altri interventi, mettiamo in votazione la mozione al punto n. 28. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.
Presenti: 30
Votanti : 30
Favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.