Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2609 del 22 febbraio 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2609/XIV - Dibattito sulla situazione della società Casino S.p.A..

Rosset (Presidente) - Chiedo se ci sono interventi e inviterei chi ha intenzione di prendere la parola ad iscriversi. Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta; ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Comincio io, così magari rompo il ghiaccio e vediamo di scaldare un po' l'Assemblea. Faccio riferimento a quanto detto nell'incontro appena svolto con i sindacati, e più in generale alla situazione del Casinò, senza fare tutta la strada che ci ha portati fino a qui, perché penso che chi ci sta ascoltando in questo momento la conosca abbastanza bene.

Vorrei però dire un paio di cose. La prima è che in questo Consiglio regionale qualcuno ve l'aveva detto che sarebbe andata a finire così: per la precisione noi, io e il mio collega, ve l'avevamo detto già dal 2014. Qualcuno oggi è riuscito anche a dire che siamo tutti quanti consapevoli e colpevoli. Calma, "siete" per quanto mi riguarda, non "siamo", perché noi abbiamo votato contro, a cominciare dai famosi 60 milioni che sono stati buttati - qualcuno ha spiegato bene come e dove - io dico semplicemente in una stufa, a bruciare. La responsabilità politica di tutto questo, Presidente Rollandin, è esclusivamente sua. Poi lei in subordine fa fare le cose all'Assessore Perron e a qualcun altro, ma in realtà ha gestito tutto lei. È stato magnifico, oggi, quando ha detto che Sommo ha deciso lui di adottare questa procedura e che lei non ne sapeva nulla... spettacolare! Lei riesce a raccontare delle fesserie talmente grandi, ma talmente grandi, che veramente ci si crede. Voi ci credete, perché il sottoscritto non ci ha mai creduto. La sua parola è pari a zero, secondo me. Tantissime volte l'ha disattesa, continua a disattenderla e a dire una cosa per un'altra.

Adesso siamo qua: i sindacati vogliono i soldi, bisogna dare i soldi, ma a fronte di che cosa? La legge parla chiaro, e già i 60 milioni non dovevano essere dati in quel modo, perché bisognava poi sistemare le cose e non sono state sistemate. Anzi, è successo anche di peggio: abbiamo continuato a fare avanzamenti di carriera, superminimi a tutto spiano, persone senza né arte né parte che comandano e fanno tutto; i nomi, qui, in quest'aula, noi li abbiamo fatti decine di volte. Abbiamo denunciato decine di volte anche il fatto che i piani di rilancio e i piani marketing non esistevano. Abbiamo denunciato decine di volte tutto quello che stava succedendo con chiarezza, con fermezza. Abbiamo denunciato anche la questione dei debiti fuori bilancio, non so se ve la ricordate. Siamo stati presi in giro con un "volevate fare i commercialisti, ma chi vi credete di essere?". Questo però è il risultato, e venite a dire a me che nessuno sapeva nulla? È da tre anni che vi sto raccontando come andava a finire!

La metà delle persone che sono venute di là a parlare probabilmente è connivente con questo sistema, perché se conoscesse le cose realmente non avrebbe fatto certe affermazioni. È anche colpa dei sindacati, non è soltanto colpa dei politici - non diciamoci balle, almeno tra di noi - o perlomeno di una parte di sindacati, perché poi c'è sempre l'ultima ruota del carro che lavora e alla fine paga, e tutti gli altri raccomandati fanno i belli, vengono e discutono sul fatto che non si può fare! E magari coloro che vengono lì a discutere e a difendere i diritti dei lavoratori sono i parenti di chi dovrebbe essere tagliato. I valdostani a cui dovremmo dare conto dicono che il Casinò è una casta di privilegiati. Io non dico questo, io affermo che se continuiamo a buttare risorse in un pozzo senza fondo e ci dimentichiamo di tutto quello che invece serve in giro, forse come politici siamo veramente il nulla. È questo che ho sempre detto io. Si potevano sistemare le cose per tempo, farle in maniera decente, da persone molto più esperte di me, ma voi ve ne siete strabattuti e siamo arrivati a questo punto.

E lei, Presidente, vuole ancora dare la colpa a chi invece fa le cose con buon senso? Bastava avere i soldi, cos'è questo fatto che prima volete un piano che sistemi le cose e poi dopo diamo i soldi? Ma è assurdo, basta dar loro dei soldi! La politica di dare i soldi - forse il Presidente non se n'è accorto - è finita, gliel'ho già detto! È finita la politica che diamo i soldi a tutti e chi se ne frega. I soldi vanno spesi con giudizio, Presidente, vanno spesi per il benessere di tutti, non solo per una categoria di protetti, va bene? E lei continua imperterrito su questa strada. La realtà che qui ci stiamo raccontando e non abbiamo ancora definito è che lei dovrebbe fare una cosa sola: andarsene a casa. Non ci sono altre diciotto persone che prendono il suo posto? Andiamo a casa tutti, Presidente, non è un problema per me! Una volta per tutte ci si assume le proprie responsabilità, tutti: lei, i sindacati, i lavoratori stessi che sono stati raccomandati, i valdostani che vi hanno votato. Tutti si assumono le proprie responsabilità fino in fondo e pagano per ciò che hanno fatto, anche per girarsi dall'altra parte. Invece qui ci raccontiamo le balle tra di noi, va bene Presidente? Io sono un po' stanco, perché ve l'avevo detto, e non perché mi sono svegliato adesso, no, no, io ve l'avevo detto già nel 2014, nel 2015 e anche nel 2016, tanto per cambiare! Quindi al sottoscritto, e al mio collega che adesso non c'è, certe cose politicamente non ce le potete imputare, neanche per sbaglio! Due o tre settimane fa - adesso non ricordo con precisione - ero a Châtillon a spiegare, a chi è venuto, quale sarebbe stato l'evolversi di questa cosa, gliel'ho detto chiaro. Pochi erano i presenti, ma c'erano, perché poi si ha persino paura di venire a sentire la verità, c'è anche questo. E gliel'ho detto che questa balla dei soldi che arrivavano era finita, che non funziona più così. No, ma figurati, vedrai che ci pensa "Rolli", non ti preoccupare... preoccupatevi invece, perché è finita! Vi parla qualcuno che non è stato raccomandato, ce ne sono pochi forse qua dentro, e ce ne sono pochi anche fuori... ma poi non è così, in realtà, perché sono moltissimi quelli che annaspano e non trovano lavoro.

Non è una vendetta, è giustizia, ma non quella dei tribunali, è quella della gente comune. È facile stare seduti, trovare le soluzioni e dire: si fa così anziché cosà. È facile fare l'imprenditore quando ti arrivano le commesse in automatico, lì sì che sei bravo! Fallo senza coperture, poi vedi se sei bravo o meno in Valle d'Aosta; fallo senza amicizie, trovati un lavoro senza amicizie e poi vedi quanto sei bravo! E ti senti mortificato e ti senti uno che non conta nulla, quando invece la realtà è un'altra: la realtà è che non ti vuoi piegare ad un sistema mafioso, questa è la realtà. Tra l'altro, non è manco mafioso, è la Sacra Corona Unita: l'avete messa in piedi voi!

Presidente - Chiederei al collega di mantenere dei toni più consoni a quella che è l'Assemblea.

... Presidente, sono tre anni e mezzo che mantengo toni adeguati e lo sto facendo anche adesso.

Presidente - Li mantenga anche oggi, continui su quella strada che va bene. Grazie.

... Se vuole mi interrompe.

Presidente - No, non la interrompo.

... Faccio una piccola parentesi, così ci chiariamo. Fisicamente forse in questo momento non sono al 100 percento della forma e i farmaci che sto prendendo ora forse mi stanno facendo uscire un attimo dal mio sentiero standard di incontri e di presenza all'interno di quest'aula, ma fino adesso non credo che questo abbia prevaricato o offeso qualcuno.

Detto questo, quindi, attendo con ansia che il Presidente Rollandin finalmente prenda atto e coscienza della situazione e faccia esattamente ciò che deve fare: andarsene.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere La Torre; ne ha facoltà.

La Torre (GM) - Che triste momento per la nostra Regione, veramente un triste momento! La Valle d'Aosta in un momento come questo, dove ci sono mille difficoltà alle porte, dovrebbe essere un esempio di buon senso, di buon governo, dovrebbe essere l'esempio di una Regione a Statuto speciale che si deve difendere poi dalle Regioni a Statuto ordinario, dove in qualche modo tracciamo un solco di trasparenza, di correttezza, di partecipazione, di senso di valdostanità, dell'orgoglio di essere valdostani. Invece ci troviamo ad affrontare dei problemi in un modo drammatico e - oserei dire - inaudito. Il Casinò ha diritto sicuramente ad una risposta e i lavoratori del Casinò hanno diritto ad una risposta, perché non c'è solo un posto di lavoro, c'è anche la loro dignità; non possono essere sicuramente il Casinò o i suoi lavoratori che pagano con la loro dignità quello che ormai è diventato un sistema di governare inaccettabile.

Perché oggi non si riesce a dare una risposta? Oggi non si darà una risposta perché non c'è più una maggioranza. E perché non c'è più una maggioranza? Perché quando la politica diventa per qualcuno un mestiere - e a volte forse ho corso anch'io questo rischio - quando la politica diventa il centro della tua vita esiste solo quello, si fa tutto in funzione della politica, non esistono più i rapporti personali, non esiste più una visione d'insieme, la politica perde di vista completamente il bene comune e, a quel punto, diventa tutto personale. Certo, perché se uno alza il dito è un affronto personale; se uno ha un'idea diversa è un affronto personale; se uno ha un suggerimento che può essere per il bene di questa Regione dà fastidio; se uno non è d'accordo se ne deve uscire: devi andare fuori! Userei dei termini anche duri: ma vai fuori! È così che abbiamo distrutto anche un concetto di forze regionaliste e autonomiste, dove in una Regione di 130 mila abitanti siamo riusciti a dividerci in cinque, sei, sette movimenti regionalisti autonomisti, senza mai fare un briciolo di autocritica, senza mai dire se c'è un obiettivo comune di questa Regione che tutti insieme dobbiamo difendere: l'autonomia. No, vengono prima le questioni personali! E quante volte io ho detto che non è sufficiente essere un buon amministratore, ma bisogna anche avere una visione della propria Regione, perché magari qualcuno poteva anche diventare uno statista! La scelta non è quella di fare un passo avanti, la scelta è quella di continuare a gestire in questo modo così disastroso che oggi ci porta a non avere più la maggioranza. E ci sono delle responsabilità politiche, altroché!

Io ho partecipato a parecchi Consigli regionali, ma non ho mai visto distruggere tutto come in questo Consiglio. I rapporti personali non ci sono neanche più: distrutti; i rapporti con le forze politiche: distrutti; i rapporti di fiducia all'interno del Consiglio: distrutti; i rapporti con i dirigenti della Regione: distrutti. Persone che non si riesce a capire se danno un parere perché sono obbligate o se lo danno perché è giusto. Persone che oggi, quando parlano con noi, ci dicono che si difenderanno; ma da cosa ci dobbiamo difendere, dalla nostra via di un lavoro che dovrebbe essere trasparente e corretto? Io mi devo difendere da che cosa? Dalle scelte che qualcuno decide di fare sulla testa della gente e sulla nostra testa? Già nell'altro Consiglio ho detto che non sono un imbecille, e non lo sono i lavoratori del Casinò, che non si comprano con 15 milioni per tenerli appesi e magari arrivare alle elezioni del 2018 dicendo loro che facciamo gli elenchi: tu sei fuori, tu sei dentro. Ma vergogniamoci! Diamo loro la dignità che si meritano, sono dei padri di famiglia, sono persone che devono essere rispettate!

Abbiamo distrutto tutto in questa legislatura, è la legislatura che ha distrutto tutto. Oggi non c'è più una maggioranza e non si riesce più a ricostruire. Ci sono però delle responsabilità politiche, così come ci sono le responsabilità amministrative al Casinò, perché questo percorso non è di ieri. Solo un anno fa, quando si era messo Scordato, si usciva dal percorso di Frigerio che aveva sollevato un'infinità di problematiche: ordini del giorno, questioni... ma gli ordini del giorno non sono rispettati! Questo Consiglio può prendersi in carico tutti gli ordini del giorno che vuole, può fare tutte le leggi che vuole - e questo problema si è posto anche in Ufficio di Presidenza - ma non vengono rispettati. Noi chiediamo a uno di dimettersi e non si dimette, ci fa pure causa. Questo Consiglio è delegittimato. Gli ordini del giorno non sono rispettati. Le leggi? Abbiamo approvato una legge facendo uno sforzo enorme per cercare di dare un percorso serio, credibile, trasparente e rispettoso della legge stessa. La legge è stata approvata venti o trenta giorni fa... ma secondo voi qualcuno si è preoccupato di applicarla? Che gliene frega delle leggi che facciamo noi? Il piano non si poteva già fare entro il 31 gennaio? L'ordine del giorno del Consiglio non aveva stabilito che entro il 31 gennaio ci doveva essere un piano di riorganizzazione? E dov'è, perché non è stato fatto? Non lo devo fare io, ma chi deve farlo allora? Se non si capisce chi deve fare che cosa... perché il Consiglio deve fare l'ordine del giorno, ma poi ci deve essere qualcuno che lo applica. Ci sono delle responsabilità, e come possiamo continuare a sfuggire da queste responsabilità? Noi ci siamo presi anche la responsabilità dei fondi dei gruppi: per anni il Consiglio regionale ha avvalorato la correttezza della nostra procedura, quando bastava che ci dicessero il giorno stesso che la procedura era sbagliata e noi l'avremmo corretta due minuti dopo. No, per anni siamo andati avanti così, e poi magari eravamo anche responsabili perché c'era anche la costituzione di parte civile. Io non me lo dimentico. Qui dobbiamo aprire le questioni perché, se si distrugge tutto, distruggiamo tutto fino in fondo e poi ricostruiamo, poiché oggi siamo arrivati a questo!

Si era chiesto di arrivare al 14; siamo arrivati al 14, Presidente, e adesso? Perché se dobbiamo distruggere tutto distruggiamo tutto e ricostruiamo tutto, ma non è che lo ricostruiamo com'era fino adesso, perché com'era fino adesso ha causato questo disastro! A me non va bene sentirmi accusare da Cognetta - che rispetto - che noi qui siamo legati a visioni - come ha detto - pseudo-mafiose; non mi piace, non mi va bene, non lo accetto, non voglio che questa Regione possa essere accusata di queste cose! Non voglio leggere sui giornali quello che leggo! Insomma, un po' di dignità come persone, come valdostani! E la capacità di dire: lasciamo lavorare anche gli altri, diamo spazio ai giovani, lo dico per me, ma ben venga che ci dobbiamo togliere di mezzo e abbiamo il coraggio di lasciar andare avanti anche gli altri. Senza di noi il mondo va avanti uguale. La presunzione di essere il centro del mondo, di avere sempre ragione è inaccettabile! Questi sono i danni, e i lavoratori che oggi sono lì si chiedono se rientrano nei duecentosessanta... ma chi li fa questi elenchi, chi mette i nomi dei lavoratori, su che base vengono messi dentro i nomi dei lavoratori? Simpatici, antipatici, giovani, vecchi?

Anche Sommo... mi dispiace, io ho una grande stima di Sommo, ma non si fa così: è venuto tre volte in Commissione, è stato invitato tre volte a prendere posizioni chiare e ogni volta ha detto che non faceva niente, tranne poi presentare i 270 - o quanti sono - così, rimettendo poi però il mandato. Non è che dice ve lo presento e mi assumo la responsabilità, no, lo presenta e rimette il mandato, chiaramente lasciando lì dei consulenti. Io non so, ma questo Frattini è un dipendente del Casinò? È un consulente, quindi lasciando anche i consulenti, nemmeno i dipendenti, i consulenti! La fuga dalle responsabilità, la manleva a Scordato: 120 mila euro e la manleva. Ma chi l'ha autorizzata questa manleva? Io chiedo chi l'ha autorizzata! A parte che poi voglio vedere se questa manleva ha un valore; probabilmente ce l'ha, perché l'altro è residente a Malta così come Frigerio è residente in Svizzera, e non sono particolari da poco. Sono stati scelti con grande attenzione: uno residente in Svizzera, l'altro residente a Malta. Io dico: ma un po' di buon senso, un po' di rispetto per noi stessi! Dove dobbiamo andare a finire, dove ci dovete portare?

La maggioranza non c'è più, è questa la mia preoccupazione, perché oggi, non essendoci più la maggioranza, che risposta daremo, che risposta possiamo dare? Una risposta la potete dare: si prende la sua responsabilità, porta in Giunta un mutuo... cosa ha detto? Lei ha le idee chiare, si porta in Giunta un bel mutuo, se lo vota con la sua Giunta e si prende questa responsabilità. Sarebbe un gesto finalmente di responsabilità chiara, non sempre mascherando sul Consiglio e cercando di coinvolgere il Consiglio facendoci votare e facendoci credere che era una legge quando invece era un atto deliberativo, facendoci credere quello, mistificando i fatti! Su questo, poi, andremo a fondo, ma parecchio a fondo. Comunque anch'io non voglio scaldarmi, vengo da influenze e da situazioni troppo delicate, però questa roba qui ormai... come si fa? Ma si può parlare di politica in una situazione come questa? Io devo venire di là a mettermi d'accordo: facciamo diciotto, no, facciamo diciassette, poi se tu fai diciotto io ti do un posto da Assessore, così poi ti sposti; se poi magari al posto mio entra un altro quell'altro viene lì, allora all'altro gli diamo un altro posto, così tu sei a posto e siamo tutti a posto. Complimenti! Questa è una visione che fa onore a questa Regione, questa sì che è la strada veramente per farci commissariare con tutto quello che sta succedendo!

Non parliamo poi di Finaosta, possiamo aprire anche tutto il capitolo sulla Finaosta, possiamo aprire quello sulla CVA, possiamo aprire quello sull'aeroporto. Possiamo aprirne di capitoli, ne possiamo aprire tanti e ne apriremo tanti. Ce ne sono da aprire: ferrovie, bimodali, raccolte di rifiuti, appalti della raccolta dei rifiuti; ce ne sono da aprire, perché poi quando deve andare tutto male allora mandiamo tutto a quel paese. Poi le palle si vedono quando si devono tirare fuori, perché c'è chi le ha e chi non le ha (quando volete vedere le mie ve le faccio vedere, tanto per essere chiaro).

Oggi la preoccupazione è grande e a me dispiace, parlando di lavoratori, perché si è fatto carne di porco del Casinò, mentre invece il Casinò era veramente una grande ricchezza per questa Regione. Proprio perché è una grande ricchezza ci deve essere una discussione vera, sincera, corretta e, proprio perché è una grande ricchezza, questi posti di lavoro devono in qualche modo essere tutelati. Oggi devono essere bloccate queste richieste sui 270 posti, perché sono inverosimili, sono calate come una mossa di ricatto, come una pressione indebita nei confronti dei lavoratori, cercando di metterli uno contro l'altro (chi resta contro chi deve andare via) e di metterli contro la politica (questo è buono, questo non è buono; questo è cattivo, quello non è cattivo).

Io credo che qui la politica debba veramente guardarsi negli occhi e cominciare a ragionare seriamente su come può e su come deve cambiare. Il dramma però è che non c'è più spazio per fare questo ragionamento, il cambiamento deve avvenire subito, perché se non avviene subito non c'è nessun futuro per questa Regione. Già quello che sta succedendo oggi è l'ultimo atto, è l'ultimo capitolo, Presidente. Lei mi aveva chiesto di arrivare al 14 e io le ho detto: arriveremo al 14. Al 14 siamo arrivati, adesso siamo arrivati all'ultimo capitolo.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Qualcuno chiede la parola? Per cortesia, lo chiedo un'ultima volta: non ci sono altre richieste? La melina esiste nel calcio... per cortesia, siate responsabili! Non ci sono richieste di intervento? Poi non vi lamentate, perché se chiudo la discussione vedo già che cosa può succedere. Capisco la riflessione e l'attesa, ma c'è un limite.

Ha chiesto la parola il Consigliere Fabbri; ne ha facoltà. Chiedo di iscriversi a chi ha intenzione di prendere la parola.

Fabbri (UVP) - La lentezza con cui è stata richiesta la parola è perché questi interventi - almeno per me personalmente, ma credo anche per altri - sono stati estremamente scioccanti, hanno coinvolto tutta l'Assemblea, perché hanno riassunto nella loro enfasi e nella loro profondità ciò che si sta verificando in questa Assemblea. Mi sembra che siamo arrivati ad un momento veramente cruciale, un momento in cui ognuno deve prendere la propria responsabilità e deve affrontare questo tema come è nella sua giusta importanza, tema che è anche emblematico di una situazione generale.

Secondo noi la ragione vuole che chi ha gestito finora una politica basata sul ripiano, sul conto a fine riga del finanziamento pubblico e che è sempre stata perdente ma che si è sostenuta sul benessere regionale, riconosca che questa politica è ormai al capolinea. Chi l'ha attuata in questi anni deve prenderne coscienza e deve trarne le conseguenze.

È vero, in tutti questi anni ci sono state tantissime contestazioni - lo ricordava prima il collega Cognetta - su come veniva gestita questa nostra Casa da gioco. La II Commissione, di cui sono onorato di aver fatto parte, ha messo in atto quella che abbiamo chiamato "operazione fierezza": un'operazione che ha portato veramente a rendersi conto di com'era la situazione e di com'era stata gestita negli anni. Nessuno ha preso in considerazione queste grida d'allarme e questi inviti che venivano dal profondo lavoro svolto dalla Commissione e da tutto il Consiglio. Ci siamo di nuovo lasciati sedurre - e mi ci metto anch'io - dal "pifferaio magico" che ci conduceva verso il baratro. Questa politica del pifferaio magico che ci ha condotto verso il baratro non riguarda solo il Casinò della Valle, ma - come ha detto il collega La Torre - ha riguardato tantissimi dossier che adesso stanno venendo in evidenza. È ora dunque di affrontare tutti questi problemi che sono così tragicamente attuali.

Ultimo colpo di coda di questa politica, a mio avviso abbastanza dissennata, anzi dissennata, è stata questa presentazione delle liste di proscrizione che abbiamo visto in questi giorni: una cosa orribile! Avevamo avuto tutto il tempo per affrontare con coscienza, con lealtà e con correttezza questo tipo di problema. Abbiamo fatto e abbiamo attuato la politica dello struzzo, la politica dell'ultimo momento. Non ci sono parole per descrivere questa distorsione e dispersione di valori materiali e immateriali: materiali nelle nostre strutture, immateriali nella nostra società, perché questa è una ferita profonda, una ferita che il popolo valdostano avrà a lungo nella propria coscienza e ci metterà molto tempo per rimarginare. Dicevo che purtroppo è un capitolo emblematico di quella che è stata la gestione della politica, attraverso dei meccanismi che sono fra loro collegati come una ragnatela, che esulano forse da quest'aula e da questa politica consiliare, ma è una ragnatela che ha intrecciato tutta la società e che l'ha impoverita profondamente. È ora di cambiare questo modo di affrontare il problema per poter dare veramente una speranza di rinascita per noi tutti.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz; ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Oggi pare che il dossier Casinò sia stato gestito in solitudine da qualcuno, come si legge sui comunicati stampa di questi ultimi giorni, comunicati che, malgrado io non sia un fine lettore di sfumature, sembrano più un tentativo per uscire dall'angolo da parte di qualcuno che l'espressione di un progetto e di una qualche soluzione.

Per quanto io non sia tifoso di nessuno, anzi di "qualcuno" in questo caso, posso dire tranquillamente che questo dossier ha visto troppe mani indaffarate a gestirlo, direi anche a pasticciarlo. Sin dall'inizio è stato oggetto di approssimazione, di tentativi di colpi di mano. Vorrei ricordare che nella prima versione della legge di bilancio si era buttato lì un finanziamento di 48 milioni di euro, diciamo per nulla preannunciati e contrattati - questo lo devo dire anche al Presidente - perlomeno con noi della maggioranza: 28 milioni di euro presentati come una sorta di ristoro per costi sostenuti e altri 20 per chiudere un mutuo pregresso. Facemmo rilevare pubblicamente, alcuni di noi della maggioranza, la mancanza di metodo e di condivisione, e da lì cominciammo un processo di approfondimento che quasi portò all'amministrazione provvisoria. Ricordate che l'approvazione del bilancio slittò di diverse settimane proprio a causa dell'articolo 19 relativo al finanziamento sulla Casa da gioco. Fin lì, bene: credo che richiedere chiarezza sui conti e sulle poste di bilancio fosse doveroso e necessario per fare delle valutazioni al fine di poter esprimere eventualmente un voto consapevole.

Non ricordo poi più con quale colpo di mano fu delegata la II Commissione ad approfondire il dossier Casinò. Mi sono un po' perso, credo fosse una risoluzione che alla fine devo aver votato anch'io all'interno di questo bailamme. Non fu chiesta una Commissione d'inchiesta, contrariamente a quella sulle turbine cinesi di CVA, ma i colleghi proponenti vollero proprio che fosse la Commissione del collega La Torre ad occuparsi del delicato dossier. Chi ci sta ascoltando tenga conto che il Casinò è di competenza della IV Commissione, non della II. Dico i colleghi proponenti, perché di questo che io definii una sorta di "colpo di mano" molti si fecero vanto anche qui, in aula, compreso il collega Cognetta. Si disse che la II Commissione avrebbe in qualche modo preso in mano la situazione e, fatti i dovuti approfondimenti, avrebbe infine partorito una soluzione. Fu interessante da parte mia ascoltare le testimonianze degli ex manager del Casinò di Saint-Vincent: per quello che mi riguarda confermarono ciò che tutti sanno, cioè che una certa politica al Casinò l'ha sempre fatta da padrona. Devo dire - e questo lo devo riferire qui, in aula - che quando dissi in Commissione che questo aspetto si sarebbe dovuto approfondire, anche per risalire alle responsabilità dei singoli amministratori, mi fu detto che bisogna pensare al futuro e che era inutile rivangare il passato. Comunque questo approfondimento, fatto anche durante le vacanze natalizie, avrebbe dovuto portare nelle intenzioni ad una relazione risolutiva. Oggi mi piacerebbe che qualcuno di quella Commissione ci spiegasse come avrebbe potuto risolvere l'annoso problema del Casinò. Lo dico da esterno della Commissione che ha partecipato comunque a tutti i lavori, riconoscendo anche l'impegno dei commissari che la scrissero: quella relazione non mi pare proponesse soluzioni così efficaci; anzi, mi permetto di dire che conteneva una serie di ovvietà che probabilmente avrebbero potuto essere scritte senza bisogno di prendersi tutto quel tempo.

Non la voglio fare lunga. La mia sensazione, colleghi, è che questo delicatissimo affaire sia stato gestito non come un problema da risolvere, ma come uno strumento da usare politicamente per altri fini. Lo dico senza paura di smentite, collega La Torre, anche perché in beata solitudine andiamo a dire da più di due mesi che, a furia di rinviare, di approfondire, di scavare - ed è stato pure scritto - alla fine si è perso del tempo prezioso che rischiamo di non recuperare più. Se mai riusciremo a chiudere questa vertenza, auspico che si riprenderà con calma il filo del discorso per capire una volta per tutte perché una certa politica ha pervaso il Casinò in modo così importante e francamente - l'ha detto il collega - così poco produttivo. E non scaviamo solo negli ultimi anni, scaviamo negli ultimi trenta o quarant'anni.

Ora siamo qui forse alla resa dei conti, con una casa da gioco sofferente a causa di un mondo che cambia, di una crisi economica e di consumi conclamata, anche a causa dell'incapacità della politica - io non voglio scaricare le responsabilità - di assumersi fino in fondo queste responsabilità. Siamo qua con un Casinò che, ancora una volta, scatena nella politica pulsioni che vanno oltre la semplice ricerca di una soluzione. Noi abbiamo cercato di dare il nostro contributo di idee e di proposte fuori dalla schermaglia di chi pensa di essere il portatore di un primato, se lo possiamo chiamare così, sul Casinò. Abbiamo cercato di dire, nel nostro piccolo, che il tempo stringeva e che questa non è una partita a carte in cui uno vince e qualcuno perde; qua si perde tutti, colleghi! L'ho detto anche nella riunione con i sindacati: se non smettiamo di fare strategie e tattica politica... ma cosa sono questi comunicati su chi bara e su chi non bara? Cos'è questo entrare e uscire dalla partita a seconda dell'aria che tira? Solo due giorni fa quel "qualcuno" ha dichiarato in riunione che si sarebbe fatto da parte, mentre oggi leggiamo che sarà questo "qualcuno" a trovare una soluzione, a dare una svolta alla governance. Tiriamo fuori queste soluzioni, questi nomi, evitiamo però di usare la politica, il nostro potere per farci e fare del male, per tirare su qualche applauso, che in questo caso tra l'altro neanche arriva. Qua o si esce tutti insieme da questa partita, come d'altronde si è voluto fare con la II Commissione - e c'erano tutti, maggioranza e minoranza, con le varie iniziative dell'opposizione di maggioranza e minoranza - altrimenti perdiamo tutti: noi, i lavoratori, il Casinò, il territorio, l'intera Valle d'Aosta. Perdere qui vuol dire uccidere una storia, disperdere colpevolmente un immenso patrimonio di competenze, ma anche economico e di indotto. Se vogliamo mettere in sicurezza la Casa da gioco in prospettiva di quel benedetto percorso di gestione privata, a cominciare dal Billia, quell'intendimento che campeggia tra i primi punti del nostro programma di legislatura dell'ultima maggioranza, tiriamoci su le maniche e assumiamoci la responsabilità di fare degli atti politici e non solo delle accuse.

Qui lo voglio dire: la politica, quantomeno noi, io - parlo per conto mio - persona prestata alla politica, che quindi è qui di passaggio e crede di fare le cose con coscienza e onestà, fino a prova contraria come faccio ad operare serenamente se non sono mai svelati i confini della liceità? Girano tra queste mura strani avvertimenti su possibili azioni, di non so quale magistratura, sulla precedente ricapitalizzazione dei 60 milioni della Casa da gioco. Per la cronaca noi eravamo all'opposizione, quindi non la votammo, ma io penso che non cambi nulla, perché quando si parla di interrogare qualcuno si interroga la politica tutta. Non so se questa cosa è leggenda o verità, di sicuro non contribuisce a creare un clima sereno volto alla soluzione della vertenza.

Qual è, colleghi, lo spazio di azione di un legislatore? Un amministratore - chiedo - può affrontare una partita come questa, con una spada di Damocle perennemente sulla testa, con la paura di fare qualcosa sulla quale poi dovrà fare un passo indietro e che magari dovrà scontare per il resto dei suoi giorni? Io non credo, quantomeno in questa fase, che le decisioni che la politica dovrebbe assumere siano finalizzate a creare un danno erariale, anzi, il contrario, ad evitarlo. Lasciare per l'incertezza dell'interpretazione delle norme che le cose vadano alla deriva è forse il peggiore degli atteggiamenti, ma muoversi a rischio di non fare il giusto, con il pericolo che i propri atti siano vanificati da una qualche azione giudiziaria, che siano illegittimi, diventa un dilemma a volte addirittura irreversibile. Allora qua lo dico: ben vengano i pareri pro veritate da chiunque provenienti, di parte o non di parte; ben venga il coinvolgimento di tutti i soggetti che un domani potrebbero contestare un comportamento illecito; ci dicano, o quantomeno proviamo a chiedere - poi non è detto che ci rispondano - entro quali spazi ci si può muovere per tamponare, per mettere in sicurezza il Casinò nell'alveo delle regole, perché qua, se si fa se ne esce male, se non si fa se ne esce peggio, colleghi.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta; ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Il collega Guichardaz mi ha dato la possibilità innanzitutto di calmarmi, ha detto cose veramente molto importanti, e poi di farmi fare dei ragionamenti, perché poi uno quando ascolta gli altri - almeno io - tende a ragionare.

Se non ricordo male, quando siete passati in maggioranza lo avete fatto spinti dal fatto che finalmente c'era un cambio di Amministratore al Casinò. L'avete sbandierato ai quattro venti, è giusto quello che sto dicendo? Visto il risultato, forse era meglio se restavate all'opposizione (detto tra di noi, così, en passant). Visto quello che sta accadendo, questo è il primo "risultato enorme" che avete raggiunto. Per non parlare dei 60 milioni che non avete votato: adesso il Presidente magari tira fuori una magnifica delibera, avete anche un esponente in Giunta, la votate e così siamo tutti tranquilli. Voi ve la votate, noi che siamo qui non vogliamo votarla, quindi voi fate vedere la vostra "enorme responsabilità" nel gestire questo dossier.

Per quanto riguarda invece la questione della II o della IV Commissione, lei forse non ricorda; ho notato che a volte è poco attento, ma non per colpa sua, perché è pieno di cose da fare, come me, e quindi ogni tanto le sfugge qualche dettaglio. È stata incardinata sulla II Commissione - cosa che, se non sbaglio, ha votato anche lei - perché si parlava di bilancio ed è stato uno strascico del bilancio: è questo il motivo. Come lei ha ricordato, non è stato detto manco a lei perché venivano messi 48 milioni all'interno della finanziaria, pur se lei fa parte della maggioranza. Consideri quanto è considerato: praticamente niente! Però è bravissimo a parlare, io devo dire che lei è veramente molto bravo: chiederò poi agli uscieri, ogni volta che finisce il discorso, di pulire la bava che c'è a terra...

(lamentele e disappunti in aula)

Presidente - Per favore, vi chiedo per cortesia di rimanere sull'argomento senza scendere a specifiche...

... Non ho detto nulla, era per sistemare la questione... no, c'è la moquette, mi scusi, ho sbagliato.

Che cosa succede a questo punto? Succede che lei riesce in qualche modo a far sembrare che il lavoro che facciamo debba essere un lavoro collegiale, ma quello che dice lei, perché quello che viene fatto da qualcun altro è un lavoro comunque sbagliato. Le soluzioni che sono state date - l'ha detto anche il Presidente Rollandin nella riunione di prima, ed è questa la cosa divertente - sono state controllate e scelte per operare poi successivamente a favore della Casino. Invece pare che abbiamo fatto cose assolutamente inutili. Ma se volessimo guardare all'utilità e all'inutilità, sa che elenco abbiamo noi, Consigliere? Vogliamo parlare delle cose che sono state proposte e che non servono a nulla? Vogliamo parlare delle leggi che sono state portate avanti?

Consigliere Guichardaz, lei sta cercando di occuparsi di una cosa dando delle difese a questa cosa che è indifendibile. Vede, Consigliere Guichardaz, se lei avesse l'onestà intellettuale di dire fino in fondo com'è la situazione non farebbe certe affermazioni. Uno cerca di portare in quest'aula del buon senso - che ormai è finito, direi - e, nonostante questo, il suo Assessore di riferimento potrebbe tranquillamente aiutare a votare un provvedimento e poi magari dimettersi dalla carica di Assessore, come hanno fatto - ci tengo a dirlo - altri colleghi con problemi del tutto analoghi. Vede, Consigliere, io non devo giudicare perché non siamo qui per giudicare, però mi faccia fare un ragionamento finale: da qui si esce tutti insieme? Non si esce affatto tutti insieme, perché siete voi che dovete trovare la soluzione, siete voi della maggioranza, siete voi che governate! Che vuol dire "si deve uscire tutti insieme"? Io mi devo prendere la responsabilità di una scelta che non voglio fare perché è tecnicamente sbagliata e soprattutto perché colpisce tutti coloro che non vengono giustificati da questa scelta? E perché dovrei farlo? Non si capisce... perché è una mia responsabilità politica, di che cosa non si sa bene, però! Ma di cosa sta parlando? Prendete le vostre decisioni, portatele avanti come avete sempre fatto, e così, voi che governate, ci risolverete il problema come avete risolto i problemi dei valdostani fino ad oggi!

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian; ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Faccio prima due considerazioni di natura politica e poi ne faccio qualcuna sulla Casa da gioco.

Oggi è un po' l'epilogo di quanto si discute e si affronta in quest'aula da troppi anni. Noi, gruppo di ALPE, siamo nati per combattere questo sistema. Peccato che alla fine arrivi quasi precipitando - come dicevo prima - con troppi danni, troppo tempo, e tutto questo sarà sicuramente difficilissimo da recuperare. Non siamo però ancora al capolinea. Noi siamo molto amareggiati, lo diciamo sinceramente e con forza: amareggiati soprattutto per i troppi errori messi in campo volutamente in questi anni. Pensiamo che il "dossier Casa da gioco" sia uno degli emblemi di questi principali danni alla collettività valdostana. Troppe le bugie raccontate ai valdostani, non a noi; troppe le cose omesse in questi anni; troppe le cose mai affrontate e lasciate andare. Capite che, in una società in cui c'è un padrone indiscusso quasi come fosse un'azienda di natura privatistica, in cui la proprietà è in capo ad un'unica persona, le cose sono state volutamente lasciate andare, e non parliamo di queste ultime settimane o di questi ultimi mesi, ma di questi ultimi anni, questo sì.

Pochi minuti fa abbiamo terminato la riunione della Conferenza dei Capigruppo con i responsabili dei lavoratori della Casa da gioco. Non mi sembrava corretto nei loro confronti, e soprattutto nei confronti dei valdostani, fare un comizio o portare la posizione di ALPE in quell'aula. Ci sembra invece corretto portare la posizione del nostro gruppo nell'aula di questo Consiglio regionale per dare una possibilità ai lavoratori che sono stati presi in giro, che sono tanti, tranne quelli che hanno fatto parte del "cerchio magico" e che non sono stati presi in giro, perché quelli del cerchio magico in questi anni hanno avuto veramente grandi opportunità economiche e di carriera; oltretutto erano decorati, hanno avuto in questi anni veramente delle stellette importanti. Se non facevi parte del cerchio magico venivi messo da parte, non ti toccavano lo stipendio in rialzo e venivi comunque accantonato. Cose che si sanno, e penso che dobbiamo dirle tranquillamente.

C'è poi un fatto troppo importante che, dal nostro punto di vista, i valdostani devono sapere: fino ad ottobre 2016 sembrava che il "problema Casinò" non esistesse. Da troppi anni, studiando i bilanci, decifrandoli, facendoci anche aiutare, cercavamo di denunciare che forse c'era qualcosa che non stava andando nella direzione giusta. Sembravamo degli alieni in questo Consiglio regionale! Parlate con l'altissima percentuale di lavoratori oggi qua presenti: non ce n'è uno che vi dica che i soldi spesi dal 2011 al 2013 sono stati spesi bene, sono stati utili, e soprattutto che il risultato portato a casa ha fatto sì che negli anni successivi avrebbe comunque aumentato gli introiti, non c'è un dipendente!

Noi ci chiediamo allora, e soprattutto cerchiamo di spiegarlo ai valdostani: chi ha autorizzato tutti questi lavori, tutte queste risorse pubbliche che ammontano - lasciamo da parte quanto è stato detto più volte in quest'aula - ai famosi 103 milioni di euro? Ma voi conoscete un'azienda in Italia, in Europa o nel mondo che, dopo una ristrutturazione pesantissima di 103 milioni di euro, tre anni dopo il termine dei lavori, ha perso quote di mercato e i cui introiti lordi sono diminuiti? L'ultima decade è di due giorni fa, è la quinta: siamo sotto di 2 milioni di euro rispetto ad un anno disastroso, il 2016. Spiegatemi chi è il genio della lampada, spiegateci Governo regionale chi ha gestito tutto questo! Come pensate che questo Consiglio - quantomeno da parte del nostro gruppo - possa metter mano al portafoglio pubblico per pagare errori e soprattutto ristrutturazioni sbagliate ed inutili, quando non c'è un dipendente o un lavoratore che ci dica che i lavori siano stati utili e fatti bene, ma che sicuramente si poteva fare diversamente con tantissimi soldi in meno?

Qui arriviamo al dato politico. Il collega Perron, nell'ottobre 2016, su una nostra mozione ci disse: nessuna ricapitalizzazione. Nell'ottobre 2016 il Governo regionale ci scarica il documento principale (Defr), e questo Esecutivo non scrive mezza parola sul disastro della Casa da gioco e sulla necessità di mettere dei soldi pubblici, perché altrimenti bisognerebbe dare gambe e corso ad una procedura di licenziamento collettivo, quella che è stata depositata ieri. Nel dibattito della finanziaria, senza se e senza ma, si dice che bisogna mettere mano al portafoglio pubblico di tutti i valdostani perché la situazione è drammatica. Fino a novembre 2016 il Casinò stava andando molto bene, i nuovi manager stavano dando ottimi risultati, l'andamento era tranquillo e praticamente non c'era bisogno di nulla. Queste sono le due frasi inserite nel Defr che il Governo regionale ha scaricato nel mese di ottobre: "Il Casinò di Saint-Vincent, uno dei quattro presenti in Italia, svolge un ruolo trainante per la promozione del turismo rivestendo una considerevole importanza per l'economia locale di Saint-Vincent e di tutta la Regione. La società ha l'obiettivo prioritario di assicurare una gestione sempre più efficace ed efficiente, improntata al recupero della redditività, con azioni mirate al rilancio commerciale e al conseguente incremento degli introiti di gioco, associato ad una continua razionalizzazione dei costi". Questo è quanto è stato scaricato dal Governo regionale nel mese di ottobre 2016, tre mesi fa - penso che i lavoratori lo sappiano molto bene - questo è quanto la politica ha saputo fare.

Dopo un mese, su nostra proposta, durante il dibattito della finanziaria abbiamo suggerito di fare qualcosa perché la situazione stava sfuggendo di mano e probabilmente qualcuno ci stava giocando. La colpa ricadrà su una parte della maggioranza che ha preso le distanze, e anche sulla minoranza, anche sull'opposizione che in questi anni ha cercato di spiegare ai valdostani che li stavano prendendo in giro. I conti non sono quelli! Il cerchio magico sta facendo dei casini, sta mettendo in campo riorganizzazioni che fanno paura e costano più di prima. La sintesi finale è che, nonostante l'investimento messo in campo, i risultati sono pessimi: dal 2013 al 2016 vi sono 100 milioni di euro di perdita di esercizio!

Poi ci troviamo la mozione presentata il 15 dicembre. Se ci sono ancora dei ruoli - perché probabilmente oggi siamo all'epilogo, la maggioranza, il Governo regionale non ha più i numeri per sostenere non solo le leggi, ma neanche i propri ruoli - questo Consiglio approva un ordine del giorno su nostra proposta all'unanimità: entro il 31 gennaio 2017 il Governo regionale deve fare questo, quello e quell'altro prima di mettere mano al portafoglio dei valdostani e per evitare procedure di licenziamento. Dobbiamo dire queste due cose. Ciononostante nella Casa da gioco tutto andava avanti normalmente; il cerchio magico continuava a fare il cerchio magico, gli aumenti di carriera continuavano ad essere fatti tranquillamente nel mese di dicembre, e in questi mesi si è assunto del nuovo personale. Capite che è drammatica la situazione? Nonostante tutto questo la colpa adesso è del Consiglio regionale, sebbene vi sia un impegno assunto da tutto il Consiglio regionale.

Il Governo cosa ha fatto in questi due mesi e mezzo? Nulla, se non cercare di forzare per far arrivare qualche milione di euro alla Casa da gioco senza alcuna prospettiva. Oggi un rappresentante dei sindacati ci ha chiesto una cosa molto semplice: dateci questi soldi. Innanzitutto sono soldi della collettività. Ma ci sarà un responsabile politico di tutto questo e anche dei complici principali? Perché da sola una persona non può fare tutto questo. Io sono convinto che ci siano dei complici dal punto di vista politico che hanno dei nomi e dei cognomi. Ogni tanto in politica essere complici vuol anche dire stare zitti, come in tutte le occasioni, anche a stare zitto uno diventa complice, perché se sa le cose alza il ditino e dice: io non ci sto! Altrimenti c'è una seconda opzione che mi hanno insegnato a casa: prendere le distanze. Io non ci sto perché quella cosa non mi quadra, perché mi dite di tagliare e dall'altra parte stanno facendo danni, mi dite che dobbiamo mettere mano al portafoglio e dall'altra parte invece le cose che mi state dicendo non sono corrette. Le bugie hanno le gambe corte.

In questi dieci anni il gruppo ALPE non l'hanno preso per il naso, tant'è vero che eravamo presi abbastanza in giro in questo Consiglio nella passata legislatura, quasi come degli zimbelli nel momento in cui, nel 2011/2012, avevamo iniziato a chiedere al Consiglio se stesse verificando gli andamenti, se stesse monitorando il margine operativo lordo, che è il dato più semplice e più facile da analizzare in una società. Di tutto questo indubbiamente noi siamo stati derisi volutamente, non solo politicamente, ma anche dal punto di vista professionale, come a dire: la cosa è più complessa e ve la spiegheremo nelle dovute sedi.

Oggi siamo invece qui ad affrontare il dossier Casinò. Un Consiglio responsabile, al di là della maggioranza e dell'opposizione, non può approvare un impegno di spesa senza avere alcun tipo di prospettiva e di certezza del rilancio della società di nostra proprietà. Una cosa però può e deve farla subito: sospendere immediatamente l'apertura ufficiale della procedura n. 223/1991 (licenziamento collettivo), che è quello che abbiamo presentato con una risoluzione. Poi c'è anche un secondo passaggio, ma prima chiediamo al Presidente della Regione di sospendere immediatamente l'apertura ufficiale della procedura n. 223, perché, conoscendo l'avvocato Sommo, dubito che lo stesso abbia dato corso alla procedura senza una copertura politica; anzi, ne sono certo, mi assumo completamente la responsabilità di quello che dico: l'avvocato Sommo non avrebbe mai messo in campo una procedura per licenziare più di duecento persone senza la proprietà. Alcuni sindacalisti ci hanno ricordato molto bene che "la proprietà" è il Presidente della Regione, ma in tutte le Regioni parlamentari non funziona così, perché per adesso in Valle d'Aosta - anche se poi le leggi non vengono sovente applicate, vedi le partecipate - chi legifera è il Consiglio regionale, non è il Presidente della Regione. Il Presidente della Regione è uno dei trentacinque Consiglieri all'interno di quest'aula, solo per informazione. Io penso che questo sia il punto centrale di questo dibattito.

Ascolteremo come gruppo ALPE le repliche di questo Governo regionale su questo tema troppo importante, che però è l'emblema della fine di un sistema; è l'emblema di chi ha voluto nascondere comunque i conti, di chi ha voluto comunque omettere certe posizioni, di chi non ha voluto comunque affrontare certi temi, tipo questo, quattro anni fa, al termine dei lavori. Al termine dei lavori si poteva fare il punto della situazione, si tirava una linea dicendo: questi sono gli investimenti fatti e, se non mettiamo mano al portafoglio, se non andiamo a rivedere i costi, se non andiamo ad incrementare gli introiti lordi, sappiate che ogni sei mesi saremo qui in Consiglio a chiedere dei soldi pubblici a tutta la collettività, a tutti i valdostani. Sono queste le cose che non possiamo più permettere a questo Consiglio, perché poi tutto questo ricadrà su tutta la collettività, sui valdostani. Se le cose vanno male ad un certo punto bisogna avere la forza e la capacità di fermarsi, di chiudere un'era - una brutta epoca, una brutta storia con troppi danni - e di aprirne una nuova.

Termino rileggendo l'impegno che abbiamo presentato oggi al Consiglio regionale, perché è troppo importante. Come gruppo ALPE abbiamo cercato di portare il nostro contributo avendo un ruolo di opposizione che sovente ha cercato di portare anche soluzioni a temi grandi, medi o piccoli, e pertanto vorrei rileggerlo: "Il Consiglio regionale chiede al Presidente della Regione, che è in possesso delle deleghe sulla Casa da gioco, di operare per sospendere immediatamente l'apertura ufficiale della procedura n. 223 del 1991 di licenziamento collettivo - discussa questa mattina con i sindacati - prima di procedere a rimettere il proprio incarico". Noi pensiamo che questa sia la sintesi, la fine di un sistema, la fine di troppi dossier che volutamente qualcuno ha deciso di lasciar andare fino in fondo per poi cercare di passare come il salvatore della patria. In questo caso la situazione è drammatica, fa male, tocca la pelle delle persone, tocca il portafoglio di 130 mila abitanti che abitano in Valle d'Aosta.

Presidente - Considerato che non ci sono altri Consiglieri iscritti, possiamo sospendere i lavori mattutini. I lavori riprenderanno alle 15:30.

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La seduta termina alle ore 13:01.