Oggetto del Consiglio n. 2573 del 25 gennaio 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2573/XIV - Interpellanza: "Proposte di modifica della legge regionale 18/2015 sull'inclusione attiva e sostegno al reddito".
Rosset (Presidente) - Punto n. 19 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, chiede la parola la collega Certan, ne ha facoltà.
Certan (ALPE) - Questa iniziativa che proponiamo come gruppo ALPE insieme al Gruppo Misto vorrebbe fare un po' di luce, avere dei dettagli riguardo alla legge n. 19/2015, legge regionale definita "Misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito", che è stata attivata da una delibera regionale nel gennaio 2016. Dopo un anno di sperimentazione vorremmo avere dei dati esatti sulla funzionalità e su come ha funzionato per il primo anno questa legge, che andava a toccare un aspetto molto importante, che viene riconosciuto anche tra gli obiettivi della Commissione europea: la crescita inclusiva è uno degli obiettivi per il 2020 che si pone la Commissione europea, quindi sia in Italia che in Valle d'Aosta abbiamo intercettato quest'obiettivo importante e sensibile. È vero però che poi le modalità con le quali si portano avanti questi obiettivi possono decretare il successo o l'insuccesso di una legge. Noi l'avevamo definita una misura con un intervento un po' timido; avevamo detto che questa legge e questa misura che si era messa in più poteva anche essere incardinata nella legge n. 23/2010, poteva essere in qualche modo prevista o rivista anche lì. Il Consiglio regionale aveva deciso di portare avanti la legge n. 18. Noi riteniamo che sia importante e sia molto attuale, pertanto sia importante fare un focus su questa legge, perché crediamo che l'indice di povertà, soprattutto la povertà relativa, non sia così standard e non sia così facile da definire a livello nazionale: dipende in effetti dalle condizioni anche di ogni territorio e quindi, a mio avviso, va calibrata in base ai servizi e alle qualità del territorio stesso.
Sull'indice di povertà l'ISTAT non sta dando dei risultati così positivi per quanto riguarda la Valle d'Aosta, che ha circa 9000 persone in povertà relativa ed è un dato in aumento, questo nel 2016. Dice che sono 9167 i valdostani in povertà relativa nel 2015 secondo le stime dell'ISTAT e il dato è aumentato dello 0,8 percento. Su queste percentuali, su questo aumento quindi credo sia importante capire in che modo sono complementari tutte le misure. C'è poi da aggiungere che, a livello di Governo italiano, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali a settembre ha varato anche un'altra misura: la SIA (Sostegno per l'Inclusione Attiva) ed è interessante capire anche questo intervento dal Ministero come viene integrato nella nostra Regione: se è già stato previsto qualcosa, se come Giunta e come Governo avete già previsto di integrare la legge n. 18, oppure come viene calcolato. Delle 500 persone che intercettava la legge n. 18...con le misure SIA si interviene su 1000 persone oppure si va a dare in misura diversa sempre alle 500? Le possibilità di accesso sono sempre per quei 500, si interviene su una popolazione delicata maggiore oppure no? A nostro avviso, una delle falle che poteva avere questa legge n. 18 era proprio di lasciare fuori troppe persone, di intercettare troppe poche famiglie. Avevo sottolineato già prima che non è chiaramente l'indice di povertà il modo in cui si calcola quali sono le famiglie bisognose che cambiano e variano in base a molti parametri. Non possono essere calcolate in modo frettoloso, ma necessitano anche di sperimentazione: ecco perché noi veniamo oggi a chiedere di avere in dettaglio la situazione.
In particolare, nella nostra interpellanza chiediamo soprattutto nel punto 1: quanti siano stati i beneficiari - nella legge si prevedeva un percorso di reinserimento nel lavoro - che hanno potuto interrompere il percorso di disoccupazione, che abbiano avuto una possibilità di lavoro. Chiediamo poi quale coinvolgimento concreto è stato fatto della rete del terzo settore e quale complementarietà è stata attivata per coordinare l'intervento con il SIA del Ministero delle politiche del lavoro. Da come abbiamo sentito nella conferenza stampa, in particolare che avete fatto come gruppo del PD ad inizio anno, c'è l'intenzione di intervenire su questa legge, vorremmo capire da parte del Governo regionale, se vi è l'interesse di andare ad apportare delle modifiche a questa legge, quali sono queste modifiche proprio a seguito sia dell'intervento del Ministero delle politiche del lavoro di settembre con la SIA e poi, in seguito alla sperimentazione di questo primo anno, quali sono le modifiche che pensate essere utili.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Donzel, ne ha facoltà.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Gentile collega, la ringrazio, ringrazio anche la collega Morelli e il collega Gerandin per l'attenzione che hanno messo su questo tema che ci consente di anticipare di qualche settimana una relazione conclusiva di tutta l'attività, ma lo dico in senso positivo. È evidente, chiarisco che in questa sede intervengo come Assessore facente parte di un Governo e quindi a nome del Governo regionale, pertanto non esprimo posizioni legate al mio gruppo.
Io credo che sia questa legge una grande soddisfazione per tutto il Consiglio regionale per la modalità con cui vi ha lavorato con una grande partecipazione collettiva, perché con la successiva delibera, che ha avuto la collaborazione dei funzionari sia dell'Assessorato, Dipartimento politiche del lavoro, e dell'Assessorato della sanità e dei servizi sociali, è stato messo in piedi un provvedimento che posso definire con orgoglio tra i migliori che in questo momento sono in circolazione nel nostro Paese. Andremo poi a vedere quante risorse ci sono, come lo si può implementare, ma le modalità con cui ha funzionato questa legge sono sicuramente punto di riferimento anche per le cosiddette "misure" che adesso anche lo stesso Stato - lei bene ha richiamato con i colleghi nell'interpellanza - si sta attivando con delle misure di sostegno, la Valle d'Aosta le ha anticipate. I dati che vi presentiamo ovviamente sono ancora parziali perché non si è ancora completato l'iter definitivo. Abbiamo firmato tutti i patti di inclusione, sono stati approvati, ma ci sono i primi cinque mesi, poi c'è una valutazione, la proroga dei tre mesi. Alcuni patti sono stati siglati poco tempo fa, quindi c'è ancora un percorso da compiere. La maggioranza però di questi patti è in fase di proroga e dobbiamo aspettare: nel mese di febbraio si dovrebbero concretizzare anche le prime assunzioni derivanti dall'accordo sperimentale con l'azienda Core Informatica, perché dentro questo progetto in più abbiamo inserito anche un accordo sperimentale con un'azienda.
L'altra premessa doverosa sta nelle dinamiche che caratterizzano il mercato del lavoro e delle politiche attive. È giusto che noi diciamo che gli interventi sono certamente stati promossi e aiutati dal Dipartimento politiche del lavoro, dai centri per l'impiego, dagli sportelli degli assistenti sociali, però alcuni lavoratori hanno magari trovato delle soluzioni anche per conto loro, quindi non vogliamo dire che tutto il successo della misura è frutto del nostro lavoro, però è vero che la misura ha rimotivato delle persone alla ricerca del lavoro, di per sé quindi non è detto che sia tutto lavoro fatto dalle assistenti sociali, dai centri per l'impiego, dalle associazioni di volontariato, ma la misura è stata decisamente sbloccante per molte famiglie. In ogni caso i dati parziali dicono che successivamente alla stipula del patto sono state non completate 64 domande, di cui però 35 - questo è un dato importante - perché i richiedenti risultavano occupati con contratti di lavoro superiori a 180 giorni. Chi lavorava, per esempio, con un voucher quindi non è che veniva tagliato fuori dalla misura, ma chi raggiungeva quell'obiettivo.
È evidente che tutti i firmatari dei patti sono però stati colloquiati dai centri per l'impiego, oltre che dai servizi sociali, e sono stati avviati ad attività previste dai singoli patti quali: colloqui d'incontro domanda/offerta, laboratori di orientamento, tecniche di ricerca attiva, tirocini, partecipazioni ai lavori di utilità sociale (LUS), tutte azioni finalizzate alla riattivazione dei disoccupati nella ricerca di un'occupazione. Va anche segnalato che nel periodo compreso tra maggio e dicembre 2016, quindi per adesso solo in quel periodo, dei 450 richiedenti che hanno stipulato il patto di inclusione 119 hanno avuto almeno un rapporto di lavoro a tempo determinato e 13 di questi - e mancano ancora quelli del contratto con la Core - hanno avuto un'assunzione a tempo indeterminato. Lo dico perché spesso abbiamo detto di non fare misure che siano sempre le solite misure del contributo sociale; qui per una ventina di famiglie alla fine di questo percorso c'è l'uscita dalla condizione di povertà o vicino alla povertà, quando si dice: "non abbiamo dato solo il pesce, abbiamo dato la canna da pesca e insegnato a pescare a queste persone". Complessivamente sono 267 le comunicazioni obbligatorie, quindi avviamenti al lavoro a tempo determinato e indeterminato, assunzioni nei LUS e tirocini, quindi vuol dire che più della metà delle persone hanno avuto un'esperienza lavorativa durante quest'esperienza del reddito d'inclusione. La forza di tutto questo sta nel gruppo che ha lavorato al patto di inclusione, che ci è costato molta fatica scriverlo, e qui riconosco il grande lavoro delle commissioni e del Consiglio regionale, però poi è stata la vera differenza rispetto a misure che vengono attuate in altre regioni.
In questo primo anno di sperimentazione della legge n. 18 la rete del terzo settore è stata coinvolta nella realizzazione di attività inserite nei patti di inclusione, in particolare dai servizi sociali. Questa collaborazione...mentre sul Dipartimento politiche del lavoro c'erano più rapporti con le imprese e con il mondo del lavoro...è stato importante il lavoro congiunto dei due settori, per cui, dal mio punto di vista, se c'è una proposta da avanzare, è di continuare a farli lavorare insieme perché fanno una sinergia positiva su questi temi. Nello specifico l'inserimento nelle attività di volontariato ha riguardato un totale di 116 persone, di cui 99 richiedenti le misure direttamente e 17 i familiari coinvolti nel piano di inclusione. La distribuzione territoriale vede 81 persone iscritte al Centro per l'impiego di Aosta, 32 a Verrès e 3 a Morgex. I progetti hanno avuto esito positivo perché costruiti ad hoc tra assistenti sociali e associazioni di volontariato in base alle caratteristiche del beneficiario da inserire. Ad oggi non è stato ancora definito un percorso per l'attivazione dei progetti di volontariato sociale: si basa sull'iniziativa dei servizi sociali che sollecitano nel territorio il coinvolgimento di associazioni o altri soggetti in base alle modalità condivise di volta in volta. Visti gli esiti estremamente positivi dei progetti già realizzati e la necessità di far svolgere ore di volontariato sociale, in particolare per le persone che non possono essere orientate verso il mondo del lavoro per problemi fisici, o sanitari, o di età, come prossima azione migliorativa si potrebbe inserire nelle modifiche alla legge n. 18 che saranno portate avanti...il Consiglio, la Commissione consiliare, secondo me, dovrebbero valutare sulla base di una serie di proposte che noi siamo pronti ad avanzare, naturalmente sempre di concerto con l'Assessorato della sanità e ai servizi sociali, quindi da discutere insieme, non da prendere oggi la decisione ultimativa, però era per dire che abbiamo delle idee che sia sul piano politico che sul piano tecnico sono maturate durante l'esperienza...si prevede di individuare procedure e modalità organizzative che regolarizzino l'attivazione e la gestione delle attività di volontariato sociale, in particolare: l'attenzione alla questione della copertura assicurativa, elenco degli enti disponibili, comunicazione e registrazione delle ore realizzate a favore dei beneficiari delle misure di inclusione. Il terzo settore, attraverso le cooperative sociali, ha poi avuto un ruolo attivo in particolare nell'ambito dei LUS, impiegando 31 richiedenti delle misure in qualità di operai e ospitando in tirocinio altri 33 richiedenti.
Purtroppo è suonato il gong, il tempo è finito, c'è però una risposta che do velocissima, ma do la disponibilità di essere in aula. Rispetto alla questione del rapporto con il SIA, questo a livello nazionale non sta funzionando bene, quindi la nostra idea è di integrare le misure del SIA con il reddito di inclusione, perché il SIA non risponde alle persone che abbiamo incluso noi: per esempio, i single; c'è bisogno di avere una famiglia e dei bimbi piccoli, quindi esclude moltissime persone. Ha una soglia ISEE solo di 3 mila e poi ha un sistema di qualificazione di punteggi che esclude praticamente tutte le domande. Di 132 domande fatte in Valle d'Aosta solo 25 possono essere accolte secondo i criteri SIA. È importante quindi per noi lavorare ad una misura di integrazione e per farlo bisognerà fare un accordo con il Ministero come ha fatto il Friuli Venezia Giulia.
Dalle ore 16:02 assume la presidenza il Vicepresidente Farcoz.
Farcoz (Président) - Pour la réplique, la parole à la collègue Certan.
Certan (ALPE) - Grazie Assessore per le risposte. Vado un po' velocemente perché poi magari integrano la replica anche i colleghi.
Credo sia interessante soprattutto l'ultimo passaggio, al di là dei dati che magari sono una goccia, però intanto sono una goccia, quindi, per carità, non svalutiamo nulla. Tra le altre cose il nostro gruppo aveva partecipato più che attivamente anche a tutto il percorso di questa legge: l'avevamo trovato un intervento troppo timido e in parte questa nostra percezione è stata confermata. Sicuramente però, come ha detto lei, ha attivato tutta una serie anche di coordinamenti fra vari servizi e di tutte le associazioni di volontariato che noi prendiamo come base di partenza positiva, quindi su questo credo di poter dire che non è sicuramente un dato di secondo piano.
Quello che però, a nostro avviso, è importante è proprio quanto ha detto lei: se su 132 domande solo 25 rispondono al modello SIA, dà l'idea di quante persone siano escluse...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...sì, il SIA è nazionale, 132 domande sono comunque significative e, a mio avviso, questo dà anche l'idea dell'importanza e della necessità ancora di coordinare. Noi in V Commissione negli ultimi mesi abbiamo affrontato molto en passant e proprio in bozza e solo a livello di idee...ad esempio, abbiamo sentito dichiarazioni dell'Assessore, e sarebbe interessante capire anche quale coordinazione c'è fra i vari Assessorati, perché sulla dichiarazione, ad esempio, su questa volontà di fare una misura unica per la famiglia che era stata fatta sarebbe interessante capire come va ad integrarsi con questo.
L'altra cosa interessante è la mappa del welfare. Si è parlato in commissione di questa mappa, dove si va a fare, dopo tutti gli audit e tutta una serie di raccolta dati, una mappa del welfare che come misura di inclusione è complementare, penso, e quindi come si inseriscono queste misure in questa mappa. Sarebbe interessante capire come stanno lavorando i due Assessorati.
In ultimo anche il piano del lavoro credo che abbia in qualche modo a che fare con questo, o comunque sia integrativo di queste misure. Sarebbe importante avere ancora più chiaro, ma anche noi come commissione, magari lei ce l'ha, il Governo regionale ce l'ha, siamo solo noi che non abbiamo questa mappatura e non abbiamo ancora tutti gli elementi per poter vedere una coordinazione fra tutti questi aspetti. Credo che lo studio che c'è sul mercato del lavoro, comunque sull'occupazione oggigiorno sia interessantissimo. Non è detto che chi ha un lavoro sia escluso da questa fascia di povertà perché stanno cambiando anche altri parametri. Allo stesso modo non è detto che chi ha un titolo di studio o una laurea abbia un lavoro. Tutti questi dati che non sono banali, a mio avviso, quindi andrebbero incrociati ancora di più; trovate delle misure ancora più aderenti, ma sicuramente che siano complementari, inglobanti, invece di avere tante misure, se riusciamo ad avere un cerchio e una mappatura generale, a mio avviso, e chiaramente anche l'obiettivo di dove vogliamo andare per combattere la soglia di povertà, meglio è. Presidente, se può concedere un minuto ai colleghi...
Président - Le temps est terminé, je suis désolé.