Oggetto del Consiglio n. 2567 del 25 gennaio 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2567/XIV - Interpellanza: "Notizie relative alla convenzione tra la Provincia di Trento e la nostra Regione per favorire l'occupazione".
Rosset (Presidente) - Punto n. 13 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola la consigliera Certan, ne ha facoltà.
Certan (ALPE) - Con questa nostra interpellanza vorremmo, assessore Donzel, avere da lei qualche notizia in più riguardo alla recentissima convenzione siglata dall'Assessorato da lei diretto, quindi dall'Amministrazione regionale, con la Provincia di Trento. È una convenzione che è stata fatta con la delibera n. 16 del 13 gennaio scorso e siglata credo nel mese di dicembre. Ritengo sia estremamente interessante, perché parte innanzitutto dalla competenza primaria che hanno la Regione Valle d'Aosta e la Provincia di Trento in materia di scuola professionale, ma che prende spunto anche dall'affrontare congiuntamente la crisi occupazionale in atto. È estremamente interessante per noi e credo sia anche uno stimolo per riuscire a favorire delle iniziative forse più aderenti al momento presente, per l'occupazione e per la nuova occupazione, oltre che per la formazione.
Credo che gli obiettivi siano estremamente interessanti. Abbiamo preso visione del protocollo d'intesa e dei vari articoli, che riprendono alcuni pilastri della programmazione europea. Pertanto credo che questa iniziativa di cooperazione e le attività che ne scaturiranno, potranno essere estremamente interessanti. So che la Provincia di Trento aveva approvato questo protocollo nel precedente anno, nel mese di novembre mi pare, e che sono stati già previsti sette o otto progetti per quanto riguarda la formazione dei giovani e la disoccupazione giovanile, l'occupazione femminile e tutta una serie di altri progetti. Con questa nostra interpellanza le chiediamo se può definirci meglio i progetti che si intendono realizzare attraverso questa collaborazione con la Provincia di Trento, con il protocollo che è stato siglato. Crediamo che siano punti importanti non solo per l'Assessorato competente per le politiche del lavoro, ma che siano veramente degli obiettivi di cui potranno fruire anche altri assessorati e che sia importante svilupparli il più presto possibile.
Dalle ore 11:28 assume la presidenza il vicepresidente Farcoz.
Farcoz (Président) - La parole à l'assesseur Donzel.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie collega per aver portato in aula questo tema che - delibere ne approviamo tante - rischiava magari di passare inosservato, invece mi fa piacere che lei e il suo gruppo abbiano colto l'importanza del lavoro che sta facendo l'intera struttura del Dipartimento delle politiche del lavoro, con l'ausilio anche dei centri per l'impiego.
Mi permetto solo di precisare le diverse tempistiche di questa convenzione, perché non è tanto che a Trento la fanno e la firmano, mentre la Valle d'Aosta arriva dopo. È stata ovviamente scritta insieme, poi l'Agenzia del lavoro di Trento l'ha approvata nel suo consiglio d'amministrazione, invece noi, siccome il Dipartimento delle politiche del lavoro dipende dall'Assessorato, abbiamo dovuto produrre una delibera che ha richiesto un iter autorizzativo finanziario, e questo spiega il discostarsi di qualche mese. Dopo di che, avendo noi l'autorizzazione della Giunta a procedere alla firma, sia noi che l'Agenzia del lavoro sigleremo formalmente la convenzione che diventerà di fatto operativa. Questa è la parte formale.
La parte informale ci dice che da un anno stiamo lavorando molto fattivamente con l'Agenzia del lavoro di Trento e con altre realtà molto importanti: il Veneto, la Lombardia, l'Alto Adige, il Sud Tirolo. C'è quindi un confronto fra le Regioni del Nord per riuscire a capire come si possa intervenire sempre meglio, attraverso il nuovo indirizzo delle politiche attive del lavoro. Mi ha fatto molto piacere che nella vostra interpellanza abbiate riportato l'importanza delle competenze regionali: in questo ambito, noi esercitiamo anche quelle competenze previste dalle norme di attuazione approvate con il decreto legislativo n. 185 del 2001. Quindi è anche un modo di esercitare quello spazio di autonomia che ogni giorno rivendichiamo con orgoglio.
Si tratta di lavorare insieme, perché in Italia il tema delle politiche attive del lavoro qualche volta ha suscitato qualche polemica con la questione del Jobs Act, ma che di fatto, al di là dei singoli atti, è un tema che sta crescendo e c'è un'evoluzione dalle politiche passive del lavoro verso politiche attive, guardando alle migliori esperienze europee. Fare questo non è così semplice o automatico, soprattutto alla luce di una legislazione nazionale che continuamente evolve, nella quale - ribadisco - noi abbiamo inteso mantenere il controllo diretto della Regione autonoma sulle attività. Per esempio i centri per l'impiego: abbiamo cercato di mantenerli sotto la direzione diretta della Regione e non sotto l'Agenzia nazionale che si andava costituendo, per riuscire a potenziare questi servizi per l'impiego e legarli sempre di più alla realtà del nostro territorio.
Per fare questo servono anche delle azioni sperimentali che vogliamo condividere con altri attori molto preparati, come quelli di Trento, ma anche di altre Regioni con le quali non c'è una convenzione, ma si lavora gomito a gomito. Ad attrarre un po' l'attenzione su di noi, sono state anche esperienze locali. L'esperienza, per esempio, della "Journée des métiers du tourisme", diventata poi la "Semaine des métiers du tourisme", è stata l'occasione di un incontro ad ampio raggio con le altre realtà che si occupano di politiche attive del lavoro ed è nato lo spunto nel mese di ottobre di stringere la convenzione con gli amici di Trento.
Vorrei ricordare l'impegnativo lavoro che ha portato a questo risultato. Dapprima c'è stato un incontro a Trento sui livelli essenziali di prestazione, poi uno a Trieste sul reddito di inclusione - durante il quale abbiamo avuto parecchie cose da dire, e anche in questo Consiglio ci sarà occasione di tornare su questo tema specifico - in seguito c'è stato un incontro a Milano sul rapporto tra servizi pubblici e privati, e poi uno a Torino sui servizi alle imprese.
Dentro questa convenzione noi prevediamo in termini generali di lavorare al potenziamento dei servizi per l'impiego sia pubblici che privati - perché stiamo cercando di favorire anche la partecipazione di soggetti privati alle risposte che dobbiamo dare al mercato del lavoro - al sostegno alla formazione continua del cittadino lavoratore, alla promozione di iniziative locali per l'occupazione, allo sviluppo della quantità e qualità dell'occupazione femminile che rimane uno degli obiettivi strategici, al sostegno all'occupazione giovanile e, mi permetto di dire, anche di coloro che il lavoro lo perdono quando magari sono vicini ai sessant'anni ed è difficilissimo in quel caso trovare nuove soluzioni.
Certamente interveniamo nei bandi e nelle norme. Faccio un esempio per quanto concerne quei lavoratori che perdono il lavoro a un'età molto avanzata: recentemente nel nuovo bando abbiamo previsto che i tirocini si possono estendere fino a sessantasette anni. Quindi non c'è più quella esclusione, per cui alcuni dicevano: se non sono nel Piano giovani, se non ho meno di ventinove anni, sono tagliato fuori dalle opportunità che mi vengono offerte.
Con Trento in più c'è un progetto molto concreto, che stiamo cercando di portare avanti: quello del profiling. In Europa è già largamente utilizzato, mentre in Italia scontiamo un notevole ritardo. Solo nell'ultimo triennio in Italia si è cominciato a confrontarsi sul tema, in particolare con il programma di "Garanzia giovani", dove è stato introdotto per la prima volta un indice di profiling uguale per tutto il territorio nazionale. Quello che però ci interessa è che, mentre l'esperienza che abbiamo fatto e che stiamo ancora facendo qui in Valle d'Aosta era fortemente orientata in termini statistici quantitativi, a Trento è stata sviluppata in modo più performante. Ed ecco il motivo per una collaborazione, perché l'Università di Trento - noi speriamo poi di inserire anche una collaborazione con l'Università della Valle d'Aosta, sperimentando all'interno dei centri per l'impiego - ha introdotto un profiling qualitativo aperto, tarato sull'esperienza territoriale e più mirato alla presa in carico personalizzata, tenendo conto del mercato del lavoro locale. Sulla questione del lavoro personalizzato torneremo su un'altra interpellanza, che riguarda il reddito di inclusione.
Un sistema di profilazione qualitativa degli utenti, attraverso la presa in carico del centro per l'impiego, permetterebbe la messa a punto di un modello di classificazione dei lavoratori tarato a livello locale, che potrebbe tenere conto delle difficoltà e diversità del contesto valdostano, fondato su specifici indicatori soggettivi afferenti all'area psicosociale, in grado di fornire elementi per la valutazione dell'impatto delle diverse variabili e fattori di successo, oggettivi e soggettivi, che incidono sull'esito occupazionale. Quindi si tratta di introdurre modalità di lavoro profondamente innovative all'interno dei centri per l'impiego, che richiedono anche una formazione nuova delle persone e che stiamo già facendo attraverso questi incontri. Devo dire che se i vecchi uffici di collocamento erano considerati marginali e in qualche modo erano dei luoghi, magari dal punto di vista professionale, visti come meno arricchimenti, il grosso sforzo che si sta facendo è di riconoscere invece l'importanza di questi centri, di riconoscere il valore delle professionalità che già abbiamo all'interno di questi centri per l'impiego - abbiamo anche persone che già hanno una formazione di più di vent'anni, passata attraverso l'agenzia del lavoro - ma di arricchire queste esperienze attraverso il confronto con gli amici di Trento. Quindi pensiamo di rendere immediatamente operativa questa convenzione, perché di fatto essa ratifica un processo di lavoro che è in atto da mesi.
Président - La parole à la collègue Certan.
Certan (ALPE) - Grazie Assessore per la sua risposta puntuale. Giusto per chiarire, la nostra iniziativa l'abbiamo proposta perché abbiamo capito il valore costruttivo di questo importante protocollo di cooperazione. Sicuramente non volevamo dire che la Provincia di Trento avesse fatto prima di noi questo lavoro e capiamo che ci sia dietro un percorso di tutto un anno, e anche di più, di collaborazione. Semplicemente mi chiedevo quale sarà il percorso tecnico che lei infatti mi ha definito, perché so che la Provincia di Trento ha già individuato dei temi, che lei adesso mi ha spiegato, e ha già provveduto in parte a una bozza di programmazione e di progettazione di questi filoni.
Lei ha messo sul tavolo tanti argomenti, tra i quali io ne riprendo in particolare due, perché non avrò il tempo di trattarli tutti. Del reddito di inclusione forse ne riparleremo nella prossima iniziativa, ma sull'impiego pubblico e privato credo che sarebbe interessante riuscire a creare un coinvolgimento. Ed è per questo che credo sia importante parlarne anche in Consiglio regionale, visto che a volte questi argomenti di formazione, di impiego e di occupazione vedo che non interessano molto all'aula. Ma non fa niente: noi crediamo invece di metterli in valore, perché possono coinvolgere il tessuto sociale valdostano, oltre che quello economico. Credo che sia importante riuscire a coinvolgere anche le imprese private a questo tipo di tavolo, perché sicuramente potrà essere - come ha detto lei - occasione di formazione e di raggiungimento più performante degli obiettivi che ormai le leggi di mercato ci chiedono.
L'altro aspetto sul quale vorrei soffermarmi è la formazione giovanile. È di pochi giorni fa la notizia di una ricerca molto approfondita, che è stata presentata in questi giorni in Valle d'Aosta, riguardo all'abbandono scolastico. Da questa ricerca risulta che il 13,7 percento della popolazione scolastica valdostana sembra scomparire dal sistema della formazione già negli ultimi due anni di scuola dell'obbligo, e non si dispone di dati per accertare se questi giovani, apparentemente ormai senza più fiducia nelle proprie capacità e senza più speranze, abbiano invece deciso di proseguire il percorso di studi fuori Valle o addirittura all'estero. Questa mancanza di monitoraggio a noi preoccupa un po', e io trovo che questo tipo di intesa potrebbe in qualche modo riuscire anche ad arginare questo abbandono scolastico e questa dispersione. E non vorrei che si facesse confusione - in Valle d'Aosta abbiamo fatto spesso analisi errate, che ci hanno portato delle conseguenze dannosissime e forse adesso dobbiamo mettere delle toppe - perché l'abbandono scolastico e la dispersione non sono indice di maggiore lavoro per i giovani, come a volte viene interpretato: in Valle d'Aosta c'è lavoro per i giovani, quindi lasciano la scuola perché entrano nel sistema lavorativo. Abbiamo visto che questo è stato smentito e quindi dobbiamo trovare le cause.
Io credo che un lavoro sinergico e serio sulle politiche dell'impiego sia davvero una delle vie più importanti. Credo che sarebbe interessante coinvolgere quel coordinamento sugli stati generali delle donne che c'è a livello nazionale - lei ne è sicuramente a conoscenza - ma che poi è capillare nelle varie regioni e province. Noi stiamo cercando di seguirlo pian piano, ma sarebbe interessante riuscire a dare più sostegno e una maggiore competitività a tutto quel settore che noi definiamo spesso "pari opportunità" per quanto riguarda l'occupazione femminile, che sappiamo essere ancora in qualche modo penalizzato, per esempio, sulle pensioni. Sarebbe interessante riuscire in qualche modo a coinvolgere e approfondire.