Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2552 del 11 gennaio 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2552/XIV - Reiezione di risoluzione: "Invito all'Assessore al bilancio, finanze e patrimonio a rassegnare le dimissioni dalla carica".

Rosset (Presidente) - Punto n. 25.01 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian; ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Collega Perron, nulla di personale, la questione è tutta politica, ed è legata ai due anni e mezzo di bugie che sono state raccontate a questo Consiglio, soprattutto ai valdostani.

Presidente Rosset, prima di illustrare la risoluzione che abbiamo voluto presentare come gruppo ALPE, Gruppo Misto e gruppo Cinque Stelle, gradirei eventualmente chiedere all'Assessore Perron se vuole magari comunicare qualcosa a questo Consiglio. Sono venuto a conoscenza che ci sono delle novità; quindi, per non parlare a vanvera e a vuoto, non so se l'Assessore competente vuole magari illustrare la sua posizione politica personale, o comunque la posizione che la maggioranza ha deciso qualche minuto fa.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Perron; ne ha facoltà.

Perron (UV) - Voglio semplicemente dire che, sin dal momento che ho assunto questa carica, ho cercato di affrontare questo dossier con linearità, con coerenza e con senso di responsabilità; in piena sinergia con il Governo regionale, con la maggioranza e con chi mi sosteneva, ho cercato di affrontare un dossier alquanto difficile che ha radici lontane e che vive oggi una situazione di grande difficoltà. Sin dal momento del bilancio, da quando il Governo regionale aveva fatto delle proposte, abbiamo accettato la discussione - direi approfondita e anche proficua - che in sede di II Commissione si è instaurata. Presidente La Torre, credo che il dibattito e l'attività che lei sta svolgendo di indagine, di approfondimento e di ricostruzione del dossier, su cui a volte ci siamo anche confrontati forse con vedute dissimili, sia un lavoro utile ai fini della conoscenza globale che questo Consiglio deve avere su questo dossier.

Guardando al contenuto della risoluzione, dove mi si chiede di fare un passo indietro, se mi permettete vorrei solo dire, non andando a ricostruire nella sua totalità il dossier, che sulle recenti nomine effettuate all'interno della casa da gioco ho preso atto di una situazione esistente all'interno della casa da gioco. L'Amministratore unico mi ha informato della necessità di dover effettuare delle nomine per garantire il minimo funzionamento di questa azienda e credo sia corretto permettere alla stessa, che è dotata di una sua autonomia, di procedere con un minimo di funzionalità. Nulla di più. L'autonomia all'azienda è riconosciuta ed è stata riconosciuta.

Noi ci riconosciamo in questo percorso intrapreso dalla II Commissione; è un percorso di approfondimento che dovrà portare a fare scelte di prospettiva e ancora a scelte di investimento per far funzionare questa casa da gioco. In questo periodo sono avvenuti fatti che credo di non dover riprendere, perché ritengo molto serenamente che siano stati approfonditi dall'Amministratore unico all'interno della Commissione competente.

Tenuto conto di una verifica di maggioranza che inizierà, e che credo debba riguardare anche questo argomento, vorrei precisare che sento il dovere di dire che restituisco o riporto la delega in capo alla maggioranza, al suo Presidente, affinché la maggioranza stessa possa valutare e verificare a trecentosessanta gradi anche su questo dossier quali prospettive dare e quali scelte fare nell'ambito dell'indagine e della verifica che la II Commissione sta svolgendo. Lo faccio con senso di responsabilità, al fine di permettere alle forze politiche che compongono la maggioranza di fare una valutazione totale e serena sulle prospettive da dare a questo dossier, affinché le scelte possano essere portate avanti con tutto l'equilibrio possibile, ribadendo che dal mio punto di vista ho sempre cercato di operare nell'interesse della casa da gioco, della salvaguardia dei suoi dipendenti, di questa azienda che credo sia un patrimonio di questa Regione. Lo faccio per senso di responsabilità politica e amministrativa. È una scelta che faccio io; credo e spero che possa contribuire a rasserenare il clima che deve esistere su questo importante dossier, nel momento in cui dovranno essere fatte delle scelte per garantire il futuro alla Casa da gioco di Saint-Vincent.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Roscio; ne ha facoltà.

Roscio (ALPE) - Solo per chiedere, a nome dei gruppi di minoranza, un attimo di sospensione.

Presidente - Sospensione concessa.

La seduta è sospesa alle ore 18:18 e riprende alle ore 18:24.

Rosset (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori. Ci sono dichiarazioni, richieste di intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian; ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Devo dire con franchezza che mi aspettavo qualche frase in più dal collega Perron, ma che sia chiaro, soprattutto per chi ci ascolta: qui c'è un fallimento di mezzo, c'è un danno politico-amministrativo pesante. Qui parliamo di decine di milioni di euro e purtroppo parliamo di tante informazioni negate a questo Consiglio. Ieri un giornalista mi ha telefonato e ho detto tranquillamente che le cose che stanno emergendo sono ovvie; solo che il collega Perron, forse neanche per sua responsabilità, ha cercato sovente di non dire tutto, di dire solo in parte, per calmierare, quando invece purtroppo l'azienda, questa nave, stava e sta affondando. Non è solo una questione di nomine, probabilmente le ultime due, quelle di qualche giorno fa, non le ha fatte nemmeno lei. Lei in aula ci negò la ricapitalizzazione, quando noi dicemmo, solo due mesi e mezzo fa: siete sicuri che non state mettendo da parte qualche soldo perché lì la situazione è gravissima? Lei ci disse: "No, ad oggi non abbiamo in mente nessuna ricapitalizzazione; valdostani, state tranquilli, non stiamo mettendo in campo e da parte alcuna risorsa pubblica, perché le cose non stanno andando benissimo, ma neanche così male".

Mi ricordo ancora una battuta del Presidente di qualche anno fa: "siamo la maglia rosa". Purtroppo in questa guerra dei poveri, all'interno delle quattro case da gioco - perché è la guerra dei poveri, lo sappiamo, dato che tutte hanno calato - noi siamo i più scarsi, quindi la maglia è nera. Questi non sono dati di Chatrian, di ALPE o della minoranza, sono dati che finalmente i valdostani possono avere e stanno valutando le opinioni, le considerazioni che abbiamo fatto in questi anni, tutte le cose su cui in questi anni ci siamo confrontati in quest'aula. Sono passati due anni e mezzo, però!

Perché non possiamo essere contenti, collega Perron? Perché sembra quasi che oggi la montagna abbia partorito un topolino. Due anni e mezzo di gestione nella quale lei ha accettato una sfida - lo diceva bene - ma la sua sfida è stata persino più negativa rispetto a quella dei suoi predecessori. Se guardiamo solo la gestione tout court, la nostra azienda ha perso quote di mercato: siamo passati dal 21.6 al 21.2 al 20.2 e adesso siamo al 20.0. Il 2016 è stato l'anno disastroso. I suoi dirigenti incaricati, o quelli della Giunta, hanno sicuramente tagliato delle spese, ma non c'è stata nessuna inversione di tendenza per quanto riguarda i ricavi, anzi, è stato l'anno peggiore degli ultimi dieci anni. Questo indubbiamente non basta a mettere invece in evidenza cosa le altre tre case da gioco hanno fatto in questi ultimi anni: hanno aumentato le quote di mercato, hanno abbassato i costi e hanno migliorato un dato principale, il margine operativo lordo (MOL), che è praticamente la sintesi di un'azienda. Il caos interno, magari non dovuto direttamente a lei, perché su tante cose forse non è stato neanche lei a dettare l'agenda all'interno della casa da gioco, e la stessa riorganizzazione: tagli, ma non per tutti e non per tutti i settori, e tante promozioni. Questa è un po' la sintesi della sua gestione all'interno della casa da gioco.

Fino al 4 novembre sembrava non vi fossero difficoltà all'interno della nostra casa da gioco, tranne che poi la Giunta scaricò - e meno male! - quella finanziaria entrata in Consiglio in maniera diversa ed uscita in maniera ancora diversa. Oggi, sì, la montagna ha partorito un piccolo topolino, però qualche passo avanti è stato fatto. Lei oggi rimette le deleghe al Presidente, quindi dal punto di vista politico non possiamo negare che un passo sia stato fatto, ma indubbiamente capisce anche lei, collega, e capite anche voi, colleghi, che questo non può essere sufficiente. Non so se avete avuto modo di avere i primi dati del 2017: fanno paura, il tracollo è totale, e il paragone indubbiamente è con il 2016, non lo paragoniamo neanche con il 2015, perché altrimenti la situazione è altro che disastrosa!

Il dato politico di tutto questo: dal nostro punto di vista, all'interno della maggioranza si sta discutendo per cercare di uscire da questo limbo, per mettere mano a tutte queste omissioni fatte in questi mesi e in questi anni. Lei prima ci diceva di dare quel minimo di funzionalità; capisce però che è un'azienda che sta crollando e si fa quasi finta di niente. La proposta che lei oggi ci fa, di rimettere le deleghe nel momento in cui noi abbiamo presentato una semplice risoluzione, dal punto di vista politico va perlomeno in tale direzione: forse può e potrà aiutare questa maggioranza a prendere delle decisioni più impattanti e più importanti. Le ultime audizioni svolte - e qui sinceramente non vorrei parlare della guida del collega Perron, ma invece delle scelte fatte nel momento in cui si è deciso di investire - stanno venendo tutte a galla, e probabilmente la paura - e vi capisco, colleghi di maggioranza - di mettere mano al portafoglio pubblico per andare a risanare scelte errate, poco strutturate, fatte in maniera superficiale e veloci, farebbe aumentare la paura di chi dovrà sostenere eventualmente una ricapitalizzazione o comunque un prelevamento di denaro pubblico, perché sono tante le cose che non hanno funzionato.

Il grido d'allarme da parte del nostro gruppo su questo dossier è questo: qui ci va una presa di coscienza. Mi sembra che la popolazione valdostana in questo momento stia capendo e si stia facendo una sua opinione sul fatto che forse la cosa è veramente grave: dietro c'è stato uno o più registi e la cosa o è scappata di mano oppure qualcuno ha accompagnato questo crollo, questa malagestione, questo disastro gestionale, indubbiamente anche legato agli investimenti fatti nel 2011/2013. Penso che non sia il momento di negare l'evidenza. Noi pensiamo che sia invece il momento del coraggio e del dialogo tra le forze che hanno voglia di chiudere una parte devastante, pericolosa, dannosa per aprirne una nuova. Peccato che oggi ci sia stato un piccolo passaggio, dal nostro punto di vista si poteva e si doveva fare molto di più, ma prendiamo le distanze completamente da chi ha messo in campo e ha accompagnato le scelte, soprattutto da chi ha autorizzato tali scelte scellerate che oggi sono comunque scritte nero su bianco in questi documenti che ci sono stati consegnati in queste settimane, in audizione e in Commissione consiliare.

Come gruppo ALPE saremo molto interessati e attenti, soprattutto dal punto di vista politico, a sentire le varie forze politiche presenti in Consiglio. Ripeto: un piccolo passo è stato fatto, ma qui bisogna chiudere un'epoca e aprirne una nuova nel momento in cui si decide di cambiare rotta, ma soprattutto cambiare metodo di lavoro e avere quella trasparenza che ad oggi, purtroppo, su questo dossier non c'è stata.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Bertschy; ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Credo che la posizione assunta dall'Assessore Perron sia un primo segnale di cambiamento e di atteggiamento di responsabilità verso la situazione che si è venuta a creare in questi ultimi mesi, che evidentemente è frutto di un percorso più lungo. Per guardare al futuro, è anche il segnale di partenza di una discussione politica che avverrà all'interno della maggioranza e che dovrà coinvolgere un po' tutti -cogliamo pertanto con piacere le parole del collega Chatrian - nella misura in cui ognuno potrà farsi coinvolgere, ma anche nella misura in cui la maggioranza sarà in grado di farsi coinvolgere dai gruppi di opposizione, perché credo che la responsabilità, rispetto a una situazione così grave come quella che vive l'azienda, sia di tutta la politica. Con questa posizione assunta dall'Assessore, che è anche frutto di una discussione svolta all'interno della maggioranza, oggi inizia un momento di riflessione che dovrà portare sul tavolo di lavoro della Commissione le proposte per uscire da questa situazione, le quali non elimineranno tutto il lavoro politico che ognuno vorrà fare sul passato, però siamo evidentemente tutti proiettati per provare a fare delle proposte.

L'aspetto che ritengo da sottolineare oggi è il fatto che si prende finalmente atto che questo dossier è diventato così pesante e a volte anche così imbarazzante che ha bisogno di una discussione come quella avviata negli ultimi due mesi in II Commissione, e si è avviata perché tutti quanti si è convenuto che questa volta non si poteva semplicemente sostituire un manager e trasferire ulteriori finanziamenti senza fare un'approfondita riflessione su cosa era successo e su cosa sta ancora succedendo al Casinò di Saint-Vincent. Sottolineiamo questa nuova situazione, che nei prossimi giorni diventerà anche motivo di priorità di lavoro all'interno della verifica che a breve verrà avviata. Una priorità in senso assoluto, perché è la dimostrazione che si va nella direzione di un cambiamento, che è quello di approfondire finalmente con calma, con dati alla mano, discussioni che permettono a tutti di esprimere le proprie valutazioni, le proprie idee per arrivare al nocciolo della questione: quell'azienda ha bisogno di tornare ad essere gestita come un'azienda con una nuova visione, si deve riposizionare non perché qualcosa può o deve succedere, ma perché la politica è in grado di far scatenare qualcosa che non è mai successo, e cioè di trattarla come in passato, quando era gestita da soggetti che potevano operare senza le briglie, cosa che evidentemente le regole di oggi non permettono più di fare perché stanno intorno ad una società pubblica, e non sono solo di natura politica, ma anche di natura amministrativa e giuridica. Per noi questo è un primo momento di discussione che deve permetterci di accelerare i tempi della proposta.

Le proposte si possono fare nella misura in cui si sgombera il campo dal fatto che si vuole continuare su percorsi che hanno portato alla situazione di oggi. Noi come gruppo saremo pronti a fare le nostre proposte e a portare le nostre idee all'interno della maggioranza e della Commissione nel lavoro che faremo in Consiglio regionale, soprattutto per far sì che il messaggio non sia più quello che la politica salverà l'azienda perché ha qualche denaro da spendere. No, la politica metterà in campo dei progetti che dovranno ristrutturare questo modo di operare e soprattutto per mettere al corrente tutti quanti - come è già stato sottolineato in un'altra occasione qui, in Consiglio regionale - che non ci saranno per il casinò attenzioni maggiori rispetto ad altri settori. Allo stesso tempo verrà data al casinò l'attenzione che merita, perché è ancora un'azienda di grande importanza che può fare la differenziazione con una proposta anche turistica, con grandi possibilità.

Oggi non si tratta di riassegnare semplicemente le deleghe, ma di aprire un modo di lavorare completamente diverso e una porta verso il futuro, che dia la sicurezza di fare un percorso trasparente, ma allo stesso tempo un percorso che dovrà arrivare anche all'interno dell'azienda per far capire che si cambia marcia, si volta pagina, si va verso una gestione completamente diversa.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Marquis; ne ha facoltà.

Marquis (SA) - Il tema del casinò ha assunto una grande centralità nel dibattito politico e amministrativo in questi ultimi mesi a partire dal bilancio e poi, a seguire, nel lavoro della Commissione che è stata incaricata di questa importante materia. La Commissione ha avuto modo in queste settimane di audire molti soggetti e professionalità che hanno competenza nel merito della casa da gioco, del settore del gioco, vuoi anche per una specifica conoscenza delle dinamiche della Casa da gioco di Saint-Vincent. Lo scenario che emerge è sicuramente difficile, con poche luci, uno scenario che ci porta a registrare dei risultati gestionali aziendali sul 2016, sull'anno appena concluso, sicuramente non incoraggianti; non sono incoraggianti sotto il profilo degli introiti, dei ricavi, ma nemmeno sotto il profilo delle presenze dei giocatori.

Credo che siamo chiamati ad un dibattito importante al quale dovranno conseguire delle proposte nei prossimi giorni e nei prossimi mesi di rilancio di questa casa da gioco: una casa da gioco che sta soffrendo, che soffre le dinamiche dell'evoluzione del mercato del gioco, quindi di dinamiche esterne, ma anche interne che la caratterizzano sotto il profilo organizzativo e gestionale. Sicuramente l'offerta del prodotto del gioco deve essere evoluta, più consona alle attese e alle aspettative dei frequentatori di questo tipo di sale, deve essere quindi coerente con un approccio più moderno e più attuale. Sicuramente saremo chiamati ad esaminare o immaginare proposte gestionali che dovranno essere innovative rispetto alla gestione che c'è stata sinora. Bisogna imparare dagli errori fatti nel passato, metterli a frutto per dare un futuro migliore e sostenibile alla nostra casa da gioco nell'interesse di chi ci lavora, del territorio circostante e nell'interesse della Valle d'Aosta intera.

In questo contesto di difficoltà, oggi bisogna dare atto all'Assessore che ha avuto un atteggiamento responsabile e molto dignitoso su questo argomento: ha reso disponibili le sue deleghe in capo al Presidente della Giunta, in una fase che io definirei "di transizione", per agevolare un passaggio di transizione da un momento di gestione ad un altro, per passare ad un modello che mi auguro sia sempre più visto come un modello imprenditoriale, con contenuti di gestione di tipo privatistico. Credo che la chiave di volta stia un po' in questo aspetto: dobbiamo avere la capacità di immaginare un percorso diverso rispetto a quello che c'è stato sino ad oggi nella visione della gestione della casa da gioco per poter garantire la sostenibilità e il futuro di questa azienda.

Apprezzo pertanto anche le parole espresse prima dal collega dell'opposizione Chatrian, quando dice che il momento del dialogo è il momento del coraggio. Sicuramente ci vuole coraggio, e ci vuole soprattutto dialogo all'interno dell'aula, della maggioranza, ma anche nel confronto con le forze di opposizione, perché questo è un tema di una rilevanza elevatissima e di grande difficoltà che richiede sicuramente il confronto e l'apporto da parte di tutti.

Credo sia da sottolineare in termini molto positivi il lavoro che sta facendo la Commissione, perché è impegnativo, robusto di analisi, di lettura della storia più o meno recente della casa da gioco, dove sono stati fatti importanti investimenti. Credo che tutti noi nutrissimo una grossa aspettativa da questi investimenti, di arrivare finalmente a migliorare la produzione, quindi penso sia un po' questa la delusione che tutti assieme abbiamo metabolizzato in questi ultimi anni. È una delusione che comunque non ci deve far arrendere, ma ci deve dare la spinta, il coraggio di progettare in modo serio e anche con ottimismo il futuro di questa casa da gioco, perché comunque rappresenta sempre un'eccellenza in Italia. È comunque una struttura che, sotto il profilo della qualità della riorganizzazione strutturale, ha delle chance da potersi giocare sia nell'offerta del gioco che nell'offerta della ricettività. Oggi bisogna concentrarsi sotto il profilo della gestione, della riorganizzazione e credo che tutte le nostre attenzioni vadano concentrate in questo ambito. Pertanto saremo chiamati nei prossimi giorni, già a partire dalla verifica che verrà avviata, a contribuire, ciascuno con le proprie idee, per offrire soluzioni e contributi al fine di immaginare il futuro di questa casa da gioco: un futuro che auspichiamo possa essere di rilancio, non solo di sostenibilità, che possa dare nuovo vigore e anche nuovo coraggio all'economia circostante.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere La Torre; ne ha facoltà.

La Torre (UV) - Il Consiglio regionale con un ordine del giorno ha dato incarico alla II Commissione di aprire un dibattito sulla questione della casa da gioco, e non sfugge a nessuno che questo è un dibattito delicato, importante, carico di significati.

La prima cosa che voglio dire, come Presidente della II Commissione, è che a questo dibattito nessuno si è sottratto. Questo è un riconoscimento che va fatto a tutto il Consiglio, ma in particolare alla minoranza che forse poteva, mettendosi in una posizione solo di giudice, guardare al lavoro della maggioranza: non è stato così e quindi io voglio riconoscere, anche come Presidente, questa disponibilità che in Commissione è venuta da parte di tutti i Consiglieri. Il dibattito all'interno della Commissione ha preso il significato di un vero dibattito, di un confronto aperto. Credo che oggi, proprio in questa logica e all'interno di questo percorso, si possono collocare le parole dell'Assessore Perron come un gesto di responsabilità che va nella direzione di facilitare questo dibattito. Il plauso va all'Assessore Perron, perché non si può pensare di caricare tutte le responsabilità sulle sue spalle, e io credo che nessuno neanche lo pensi. Questo gesto che oggi viene fatto secondo me va riconosciuto come importante, apre un confronto senza pregiudizi e anche senza imposizioni; un confronto che riporta poi alla dura realtà che il casinò è un'azienda profondamente in crisi: poco lavoro, pochi soldi, molti debiti. Questo in qualche modo bolla come non consono e non adeguato il modello della gestione pubblica, modello che ha dimostrato di non funzionare e le motivazioni possono essere diverse.

A me non piace pensare che la II Commissione debba essere una Commissione di indagine o d'inchiesta, noi dobbiamo lavorare in positivo e quindi non dobbiamo fare una ricerca di tutte le responsabilità, anche se queste ci sono, perché emergono, questo è indubbio; alcune vengono dal passato, e ci sarà modo e tempo per approfondirle, altre sono più recenti.

Abbiamo capito e stiamo capendo che non è puntando sulla ristrutturazione degli immobili che si risolvono le questioni di una casa da gioco, ed è un falso problema andare a dire che la colpa è del mercato, perché il mercato del gioco in Italia nel suo complesso negli ultimi sette, otto anni è aumentato del 180 percento; il mercato del gioco in Italia è di 90 miliardi di euro, quando i quattro casinò italiani nel loro insieme non riescono neanche a fatturare 300 milioni. Questo numero fa capire come la responsabilità di non essere inserite all'interno di un mercato è nell'incapacità delle case da gioco - quindi non solo quella di Saint-Vincent - di interpretare un mercato che cambia. Questo vuol dire che le soluzioni ci sono, che ci sono delle opportunità ed è giusto dire che queste opportunità possono ancora essere colte. Nulla è ancora perduto, è giusto dare anche un messaggio di positività alle persone che lavorano all'interno del casinò, perché non sono dei parassiti. C'è certamente qualcuno che ha le famose rendite di posizione, ci sono sicuramente persone che hanno beneficiato di una vacca grassa negli ultimi anni, magari non rendendosi conto che le vacche grasse tendono poi a dimagrire, ma realmente noi dobbiamo dire che la casa da gioco è un valore per questa Regione che deve essere in qualche modo difeso: deve essere difeso con un confronto e un dibattito vero, in un percorso di trasparenza, ammettendo le cose che non vanno e modificando quelle che possono essere modificate, facendo le scelte che servono.

Il fatto di dire che questa azienda è in stato di crisi è semplicemente affermare la verità, e nel momento in cui si prende atto che l'azienda è in stato di crisi ci sono percorsi adeguati e rispettosi delle normative delle leggi che consentono di affrontare, con una certa serenità, anche l'immediato futuro. Questo significa che se si vuole possiamo trovare insieme - grazie anche alla posizione odierna dell'Assessore - delle soluzioni in tempi brevi. È evidente che la casa da gioco debba essere messa in sicurezza per dare una continuità gestionale, e la sicurezza passa attraverso una sicurezza patrimoniale e finanziaria. La ricerca di una sicurezza patrimoniale e finanziaria non è a senso unico, perché essendo questa un'azienda che ha la possibilità di stare sul mercato, esiste anche la possibilità di portare l'azienda sul mercato trovando all'interno del mercato, anche bancario, le energie, anche finanziarie, per permettere alla casa da gioco di avere una prospettiva. È chiaro che per fare questo bisogna essere credibili e smetterla di dire cose non vere o far finta di non conoscerle o, se le si conosce, mistificarle. Dico questo perché nella politica non funziona più la sufficienza e l'arroganza di alcuni che trattano gli altri come degli imbecilli, perché gli altri non sono degli imbecilli. Non siamo degli imbecilli! Quindi quando qualcuno vuole farmi passare per imbecille io non ci sto! E questo non vale solo per il casinò, vale per numerosi argomenti. Mistificare la realtà può funzionare fino ad un certo punto, perché siamo tutti adulti e le responsabilità poi ricadono sulle persone adulte.

Il casinò è una cosa che si risolve nella misura in cui siamo seriamente tutti disposti a fare la nostra parte. Non sarà nemmeno una legge speciale che salverà il casinò, perché una legge speciale avrà bisogno di essere votata, ma non sarà votata se non sarà chiara, e non sarà sostenuta se non avrà un percorso. E questo percorso non si può inquadrare in tanti elementi, sono elementi molto precisi: quelli di una ristrutturazione aziendale. Non ci inventiamo niente, le aziende esistono da quando esiste il mondo, non c'è niente da inventare. Se non lo vogliamo fare noi, ci sono fior fiore di persone specializzate nella ristrutturazione aziendale: basta prenderle, basta chiedere, basta non ergersi a persone onniscienti, come qualche volta mi capita di ascoltare, avere la modestia e l'umiltà di sapersi confrontare con i piedi per terra, e allora sì che questa casa da gioco ha delle possibilità. Che queste possibilità debbano poi essere giocate tornando verso una visione privatistica potrebbe essere una strada; che debbano essere giocate all'interno delle opportunità date da alcune leggi come la "Madia" che permettono di intervenire in chiarezza all'interno delle società partecipate è un'altra strada. Ci sono tuttavia altre opportunità, quelle del mercato, che sono reali e si possono dimostrare realmente. Non è quindi vero che non ci sono idee e non ci sono proposte; ci sono idee e ci potrebbero essere anche proposte, ma per farle bisogna trovare un terreno dove queste siano veramente confrontabili e non ci siano prese di posizione.

Ecco perché oggi ho apprezzato l'Assessore: non è facile fare quello che ha fatto oggi, perché si è caricato di una responsabilità che in parte certamente avrà per un anno e mezzo o due anni, ma si è caricato anche di una responsabilità che, dopo quello che abbiamo sentito in Commissione, non è solo dell'Assessore Perron. L'Assessore Perron ha il suo pezzettino, io il mio; ci mancherebbe altro, non mi tiro indietro, anch'io rispondo per il mio: se avessi cominciato a parlare un po' prima! Lo dico a me stesso, un po' più di coraggio anche per me stesso, ma lo dico a tutti voi, perché siamo persone che poi nel tempo dobbiamo guardare in faccia i nostri figli. Lo dico più che altro ad alcuni miei colleghi, non mi permetto di parlare alla minoranza, ci mancherebbe!

Concludo dicendo che apprezzo quello che ha fatto, Assessore. La Commissione adesso non andrà avanti, anche perché è anomala la nostra Commissione, bisogna dirlo: non è la II Commissione che si deve occupare di questo. L'ha fatto perché il Consiglio le ha dato un incarico e stiamo cercando di farlo al meglio. Quindi la ringrazio, Assessore, perché ci sta mettendo in condizione di fare quel piccolo tratto di lavoro che dobbiamo fare in maniera serena e liberi.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin; ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Assessore, apprezzo il passo indietro che ha fatto, ma devo dire che dal mio punto di vista personale non è assolutamente sufficiente. Io non penso che lei abbia tutta la responsabilità politica di quello che è successo nella "Casino", per il semplice motivo che quando è stato deciso questo piano c'era qualche altro suo collega con queste manie di grandeur. Sappiamo benissimo che alla base di scelte politiche di questo genere c'erano ben altre persone che trattavano all'epoca. Però lei ha una grande responsabilità, quella che ha in parte sottolineato il collega La Torre: lei si è prestato a questa politica, perché lei in questi anni ha mistificato la realtà. È la parola giusta che ha detto il collega La Torre e che faccio mia: lei si è volutamente prestato a quella politica che tendeva a mascherare la reale situazione economica del casinò. È così, Assessore. All'atto della presentazione del bilancio ha fatto un quadro, alcuni mesi prima lei ha negato che ci fosse la necessità di una ricapitalizzazione. Vogliamo andare oltre? Noi, per tre anni, abbiamo detto in quest'aula che c'erano imposte anticipate e che non erano iscrivibili a bilancio. Avete sempre negato, avete fatto squadra, avete fatto quadrato negando la realtà del casinò! A me questo dispiace, perché probabilmente se la politica avesse preso atto della reale situazione del casinò ad allora, mi riferisco a tre o quattro anni fa, non saremmo in questa situazione! Avete continuato a cercare amici più o meno fidati da mettere a capo di questa società, potevano essere anche persone con una certa esperienza e validità, ma la politica ha sempre inciso pesantemente sulle decisioni. Le dico questo, Assessore, perché lei ha affermato di aver preso atto della necessità di nuove nomine in base all'accordo, al documento votato che si diceva a bocce ferme, in attesa della verifica a trecentosessanta gradi, ma l'Amministratore unico in Commissione ha detto un'altra cosa: ha detto che la decisione di nominare Stefano Silvestri per dare continuità è stata ovviamente condivisa, e questo è fuori ogni dubbio. Per cui non è un prendere atto, è condividere, è totalmente un'altra storia. Bontà vuole che per rispetto di quest'aula avrebbe dovuto imporsi, in qualità di Assessore, e dire che nulla si muove in attesa di fare quella chiarezza.

Voglio tornare anche un po' su quello che si legge: sembra che ci siano trentaquattro, trentacinque Consiglieri, compresi gli Assessori, che cascano dalle nuvole in merito alla situazione del casinò, ma non è così. Noi, in Commissione, abbiamo avuto semplicemente conferma di tutti quei dubbi che abbiamo espresso in questi anni. Lei è responsabile per aver coperto una situazione drammatica del casinò - qualcuno la definisce "situazione di crisi", io dico che è drammatica - perché le ricordo che questa società ha un capitale sociale di 120 milioni di euro, ha avuto una perdita approvata per quel che riguarda l'esercizio 2015 di 18,566 milioni, ha avuto perdite pregresse di 10,3 milioni e ha portato il valore del patrimonio netto a 95 milioni dei 120 originari. Noi andremo ad approvare un bilancio che chiuderà con 41 milioni all'incirca di perdite, compreso il famoso discorso delle imposte anticipate, e questo per quello che riguarda il bilancio di esercizio, ma questa società ha altri 68 milioni di esposizioni finanziarie. Questa società, Assessore, non è in crisi, è sotto il patrimonio netto della società! Se guardiamo le esposizioni bancarie, debiti e perdite di esercizio, siamo all'incirca con 20 milioni sotto il valore patrimoniale. Io chiedo come si possa arrivare ad una situazione del genere, perché si tende a mascherare la reale situazione. Dispiace questo, perché probabilmente lei è stato l'ultimo anello usato per mascherare la reale situazione da parte della politica e di chi decide.

Attenzione, il collega La Torre prima diceva che ci sono delle possibilità di incidere, indubbiamente ci sono, però si è deciso di dire qual è la reale situazione economica del casinò quando nel frattempo è subentrata una legge come la "Madia" che impone tutta una serie di paletti e di responsabilità che devono essere analizzate attentamente. Poi si dice eventualmente di intervenire su queste società, però occorre fare un piano industriale che non è come quello composto da due fogli fronte/retro che lei ci ha trasmesso quando si è parlato di ricapitalizzare. Lei ce lo ha trasmesso in quanto Assessore, è chiaro, non lo ha predisposto lei, l'ha predisposto chi era a capo della "Casino". Non è così, attenzione: qua si parla di indicatore dell'equilibrio finanziario orizzontale, liquidità corrente, indicatori di redditività, indicatori di efficienza e produttività, fatturato per dipendente, valore aggiunto per dipendente, produttività aziendale, indicatori di sviluppo, sviluppo di fatturato, dipendenti, investimenti. Attenzione, per tutto questo c'è poi un percorso molto chiaro: si dice che il piano di risanamento viene approvato dall'autorità di regolamentazione del settore, che verrà comunicato alla Corte dei conti, e che si prevede l'equilibrio finanziario entro tre anni. Questo secondo me la politica doveva dirlo probabilmente a chi in questo momento lavora e a chi continua a fare delle promesse, perché tra le varie cose che si sono apprese, anche a detta di chi ha amministrato, vi è quella che comunque la politica ha sempre calcolato il casinò come un portatore di voti. Questo è stato detto in Commissione, per cui mi ritengo assolutamente legittimato a ripeterlo.

Altra cosa che le dico, Assessore, e che è assolutamente inaccettabile: come mai si è permesso di liquidare 110 mila euro al dottor Scordato? Tutte le decisioni sono state concordate: questo ci è stato detto. Io non so se è stato messo al corrente di questa scelta. È mai possibile che qualcuno si assuma la responsabilità di dire: io liquido 110 mila euro con la clausola che mi tolgo ogni tipo di responsabilità sulle scelte amministrative? È in palese contrasto con il Codice civile, che prevede espressamente che non si può togliere alcun tipo di responsabilità, lo prevede la "Madia"! Io mi chiedo come si possano fare errori del genere. Lei lo sapeva, ne era a conoscenza. Per di più, sempre in Commissione, abbiamo sentito che questo Amministratore si assentava due weekend al mese per andare a curare i suoi affari personali a Malta, e sappiamo che dal giorno dopo che è stato rescisso il contratto con 110 mila euro sta operando a Malta. Come si può gestire un bene pubblico così? Questa è la responsabilità politica, Assessore! Per cui, pur apprezzando il gesto di fare un passo indietro dal punto di vista politico e di responsabilità, personalmente non mi basta. Le chiedo veramente di prendere in esame i contenuti della mozione e di fare un passo indietro rassegnando le dimissioni.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz; ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - È stato detto: si è fatto un attento lavoro in Commissione, lavoro che non è ancora terminato e dal quale è emersa - come si poteva immaginare - una situazione molto delicata della casa da gioco e annessi. Il quadro delle responsabilità è in fase di definizione. A fronte di questo, la maggioranza, credo e spero con la collaborazione, l'aiuto e il supporto dell'opposizione che ha accettato di fare con noi questo percorso in Commissione, farà le sue valutazioni definitive e assumerà poi le opportune decisioni per il futuro.

Condivido le considerazioni fatte dai colleghi, soprattutto dal collega La Torre, il quale ha anticipato in parte l'analisi che credo dovrà poi essere in qualche modo scritta e formalizzata quando il lavoro della Commissione finirà. Noi non siamo in Commissione ma abbiamo partecipato ai lavori, quindi se è possibile parteciperemo anche a redigere questa sintesi che credo e spero servirà a trovare delle soluzioni per quanto possibile.

Noi non abbiamo poi mai avuto problemi a dire che un'attenta analisi della governance debba essere fatta; non è uno scandalo pensare che, oltre a definire il quadro della situazione e le responsabilità, si debba anche sollecitare - non è stato detto, ma sono questioni intervenute direttamente in Commissione - una revisione della squadra. Noi abbiamo applicato questo sistema, lo abbiamo addirittura esplicitato nel nostro programma politico per il precedente Amministratore. Al di là delle responsabilità dei singoli, io credo che quando una squadra incaricata di portare l'azienda o l'impresa verso approdi sicuri non è in grado di metterla in sicurezza si debba anche ragionare nei termini di definire le responsabilità proprio gestionali e di governance, responsabilità che il collega La Torre in merito a questa situazione ha definito "crisi", ma si può definire in tutti i modi, qualcuno l'ha anche definita "dissesto". Sono situazioni evidentemente note di cui bisogna prendere atto, ma la Commissione, siccome svolge un lavoro più certosino e più puntuale, le ha fatte emergere con chiarezza, dando anche a noi degli elementi che ci servono per costruire e per fare un'analisi prodromica alla situazione.

Un'operazione verità è necessaria e urge, e su questo noi ci siamo assolutamente. Lo ricordo spesso: noi ci assumiamo la responsabilità delle decisioni conseguenti a decisioni e politiche fatte negli anni anche antecedenti alla nostra entrata in maggioranza. Noi siamo in maggioranza da un anno e mezzo, ma io credo che, nel momento in cui si decide di condividere un percorso, ci si debba anche assumere la responsabilità delle decisioni che questo percorso comporta. È bene - e qui lo voglio ribadire - che ci sia stato questo cambio di metodo, il perfezionamento di un metodo nuovo, o comunque un metodo che vada nella direzione forse diversa rispetto al passato; noi lo invochiamo a gran voce, l'abbiamo sempre invocato. Io penso che questo passaggio e questo percorso che stiamo facendo - difficilissimo, per quello che mi riguarda, perché effettivamente da queste audizioni sono emerse una serie di situazioni che spesso aprono riflessioni di carattere non solo politico, ma anche personale - è bene che sia stato fatto e fatto in Commissione. Credo che questo metodo della condivisione vada allargato a tutti i temi sui quali ci si confronterà nel futuro. Non c'è solo il casinò, il casinò oggi è à la une, ma io credo che nel futuro questo metodo dell'approfondimento dovrà essere applicato, proprio in virtù dei buoni risultati che auspichiamo, anche su altre tematiche importanti.

Noi accettiamo il passo indietro dell'Assessore Perron sulla delega, lo accogliamo come un atto di responsabilità, ma anche - come ha detto qualcuno, forse il collega La Torre e il collega Marquis - come un atto di coraggio politico, consci che il processo intrapreso di chiarimento e di condivisione del problema del casinò e del Billia fatto a trecentosessanta gradi sia da favorire in ogni modo e, se è utile, anche in questo modo. Se la maggioranza ha reputato utile aprire una discussione anche sulla decisione che vi è stata comunicata oggi è perché l'interesse della maggioranza è quello di creare le migliori condizioni affinché le soluzioni possano arrivare, possano arrivare delle idee, delle indicazioni che servano poi davvero al rilancio di questo che per noi è comunque ancora un grosso atout. Ci è stato detto, dalle persone che abbiamo audito, che i quattro casinò italiani sono dei potenziali attrattori di denaro, quindi di risorse, ma anche di indotto, quindi di turismo: sono un'offerta che per esempio altre Regioni non possono avere e che noi abbiamo, quindi va ragionato anche in questi termini, non sempre nei termini di creare necessariamente solo degli utili. Diciamo che il casinò, così come gli impianti a fune che non sempre sono in attivo, può far parte di quell'offerta che, inserita all'interno di pacchetti e di offerte turistiche promozionali, può aiutare e consolidare la nostra offerta.

Il passo indietro da parte dell'Assessore, per quello che mi riguarda, non significa necessariamente la presa d'atto di responsabilità solo in capo ad una persona. Io qua lo voglio dire: l'Assessore ha probabilmente delle sue responsabilità, penso commesse in massima parte in buona fede, anche perché io francamente non la prenderei la delega sul casinò, è una delega estremamente complessa, bisogna avere anche un gran sangue freddo per poterla affrontare, perché non è una delega che deve essere esplicitata solo dal punto di vista finanziario. È una gestione - come ben sappiamo e ci è stato rappresentato in Commissione da più di una persona audita - che tocca anche altri ambiti: tocca l'ambito della gestione del personale, della gestione delle relazioni industriali e altri ambiti che, sinceramente, sono molto faticosi da sostenere. Per cui io colgo qui l'occasione per ringraziare comunque l'Assessore per il lavoro fatto, e a volte anche per la pazienza con la quale, al di là di tutto, ha affrontato in alcuni casi certi dibattiti pubblici all'interno di quest'aula.

Voglio ancora dire in questi ultimi trenta secondi che è emersa - qualcuno l'ha detto, forse il collega Gerandin - un'eccessiva ingerenza politica all'interno del casinò: è stato detto da più di una persona ed è stato scritto sui giornali. Io penso che il rilancio del casinò debba vedere la politica come elemento di indirizzo, come elemento di garanzia; penso che in questo caso la politica, rispetto all'amministrazione e al governo di questa azienda, debba forse fare un passo indietro, ma debba esserci e non debba comunque farsi da parte delegando eccessivamente ad altri una gestione che - ripeto - non è solo ed esclusivamente di carattere economico e finanziario, ma è una gestione che tocca ambiti anche fortemente politici.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta; ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Mi preme ricordare che non tanto tempo fa dissi al collega Assessore Perron che forse era il caso di rimettere le deleghe; la mia era una battuta sarcastica e lei, invece, oggi ne ha preso atto. Sinceramente non so se il Presidente Rollandin le riprende, questo non lo sappiamo ancora, ma spero di sì, sennò non so dove restano queste deleghe.

Stiamo parlando del casinò, ma stiamo parlando anche all'incirca di 100 milioni di euro mal contati e, da un certo punto di vista, questo potrebbe essere già un argomento importante. Assessore, perché non ritengo che il suo gesto oggi sia sufficiente? Perché lei ha sprecato un'opportunità enorme: lei, quando ha ricevuto la delega, aveva un'opportunità gigantesca. Questo Consiglio, per un certo periodo di tempo, è rimasto in attesa che lei facesse determinate operazioni; lo ricordo con precisione, perché ci sono stati quattro o cinque mesi in cui si è stati abbastanza tranquilli e si attendevano i buoni esiti e gli sviluppi del lavoro di chi aveva messo a gestire la casa da gioco, ma quello che poi praticamente è parso evidente è che la situazione peggiorava anziché migliorare. Al di là dei risultati fantasmagorici che ci sono stati propinati all'inizio dell'anno scorso, in realtà poi si è saputo che le cose stavano via via peggiorando e che tutta la gestione era deficitaria.

La cosa più divertente delle audizioni che ho sentito fino adesso è stata quando Frigerio ha raccontato del sistema. Collega La Torre, l'ex Amministratore è venuto da noi e ci ha raccontato che c'è un sistema - sappiatelo signori, lo dice Frigerio, ma non è importante - di cui non si conoscono i contorni, perché io gli ho chiesto di dirci almeno le persone che vi stanno dietro, chi sono, da dove arrivano, che cosa fanno, ma non ha voluto fare i nomi, quindi un sistema che non so se è un "signor sistema" o se è un sistema di una cosa non meglio definita tipo una nebulosa: una forma gassosa di cui non si conoscono i contorni. Dicevo, questo sistema è quello che di fatto ha messo in ginocchio il casinò, ma è lo stesso che oggi lo salva. È incredibile questa cosa: il sistema che ha distrutto il casinò è lo stesso che oggi lo tiene in piedi! Fino a stamattina questo sistema aveva deciso che forse lei avrebbe dovuto andare a casa, ma dopo una breve discussione ha deciso che forse bastava che lei rimettesse le deleghe. Probabilmente il sistema è talmente grande e articolato che chi ne fa parte non ha le mani libere per poter fare le scelte che politicamente andrebbero fatte.

Collega Guichardaz, è vero, il casinò può essere anche un aiuto al turismo, quindi anche se è un po' in perdita va bene, però sono 100 milioni; se perdesse 1 o 2 milioni all'anno va bene, ma qui è un pochino diverso! Non solo, perché poi c'è un altro aspetto importante: questo sistema ogni tanto tende a prendere i Consiglieri in giro, e finalmente non lo dico solo io. Quando si portano i dati, gli atti, i fatti e i riscontri si è poi in difficoltà e si smette di fare melina o discorsi campati in aria e, in genere, si danno risposte molto brevi, in genere anche di assenso, ci si siede e la questione si chiude lì. Il sistema funziona nella misura in cui sia da una parte che dall'altra c'è accordo; se non c'è accordo da entrambe le parti e se qualcuno non si mette a lavorare in maniera adeguata il sistema comincia a presentare le sue falle: mi sembra sia quello che sta accadendo. Che poi venga fatto per opportunità politica perché qualcuno ci crede o per scelta politica perché qualcuno deve salire una scala e qualcun altro deve scendere, questo dipende. È chiaro che ci sono delle convergenze ad un certo punto sul modo di fare politica rispetto ai risultati che si vogliono ottenere.

Io credo che la sua "esecuzione" - mi passi il termine - ma non quella della ghigliottina come diceva in palazzo regionale il nostro Senatore, è solo rimandata, perché adesso facciamo un discorso sul casinò, ma dovremmo fare un discorso a tutto tondo anche sulla finanziaria, sul Defr, su tutto quanto è accaduto in questi ultimi tre mesi e su come è gestita tutta la questione rispetto al suo Assessorato, che poi sinceramente non è neanche l'unico ad essere messo sotto accusa. Per fare un esempio, collega Marguerettaz, se volessimo parlare di trasporti potremmo stare qui due giorni, ce ne sarebbe! Siamo riusciti ad approvare una legge che è esattamente l'opposto di quello che voleva lei, però è passata. Anche quello politicamente è stato un segnale molto forte, ma va bene, perché il sistema non è ancora arrivato al punto di decidere che, al di là dei proclami, al di là del bisogna fare il cambiamento, bisogna trovare il modo di cambiare, bisogna, bisogna, bisogna, il sistema non ha ancora trovato il coraggio - per la strada dicono qualcos'altro, ma comunque definiamolo "coraggio" - di fare quello che effettivamente va fatto. Ci deve essere un cambio di persone profondo. È da troppo tempo che chi gestisce il potere lo gestisce, e quindi è da troppo tempo che ci sono persone con l'arroganza del potere. È tutto qua quello che è venuto fuori, niente di più, niente di meno: c'è troppa arroganza nel gestire il potere. Quindi anziché venire, discutere, valutare, presentare e ammettere magari qualche volta che si può sbagliare - perché quando lo ammettiamo noi, lo ammettiamo, mentre da voi pare sia un peccato mortale ammettere che si sbaglia - uno magari dovrebbe fare un giro ogni tanto di qua, stare seduto qua un paio d'anni, tre anni, così capirebbe cosa vuol dire stare da questa parte.

Ho degli aneddoti interessanti su: ma com'è che non vi dicono certe cose? Oppure: come mai succedono queste cose fatte dai colleghi che sono stati prima di qua e adesso di là? Stacci di qua e poi vedi che vuol dire! Se poi stai in opposizione è ancora peggio. Questo sistema - oramai è chiaro che non funziona - come ho già detto diverse altre volte non può essere riformato e cambiato da chi lo ha creato. Stiamo sempre girando intorno allo stesso identico problema: mettete in piedi un sistema e poi pretendete di cambiarlo. Non voglio dire nulla, ma è da qualche anno che il Presidente Rollandin gestisce il casinò e non può venire lì e dire che adesso cambiamo tutto. Stiamo dando il miele in mano all'orso, non ha proprio nessun senso. Non lo dico per cattiveria, è il suo modo di agire, è giusto che faccia quello che ha sempre fatto, non ci trovo niente di strano in questo, ma trovo strano che come soluzione politica si trovi questa, questo sì! Questo non è ammissibile, perché sappiamo benissimo come è fatto, qui ognuno di noi sa come è fatto, quindi sappiamo coerentemente come agisce per come è fatto! Non avete avuto il coraggio di dare l'ultimo colpo? Tanto la legge prima o poi arriva, questi 100 milioni dovrete tirarli fuori, qualcuno dovrà votare. Vi convinceranno a votare? Come? Io non lo so.

Credo che stiamo parlando del fallimento politico complessivo della maggioranza, o della maggioranza della maggioranza, o della minoranza della maggioranza - scegliete voi di chi - ma comunque stiamo parlando del fallimento politico complessivo della gestione di una Regione, che in questo caso passa attraverso la questione casinò, ma potremmo parlare di diecimila altri casi. Ragionateci, perché qualcuno ha fatto un accenno al futuro e ai figli; noi dovremmo lavorare per i nostri figli, mica per i nostri nonni, qui invece lavoriamo sempre per i nostri nonni! Pensateci.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Fosson; ne ha facoltà.

Fosson (PNV) - Come Pour Notre Vallée, ma soprattutto come commissario della II Commissione, apprezzo il gesto di responsabilità dell'Assessore Perron, difficile, ma che permette sicuramente, con umiltà e con una presa di coscienza della difficoltà di questo momento, maggiore possibilità ad un confronto, aumenta gli spazi di confronto. In Commissione sono emersi dati importanti che forse nessuno conosceva nella loro interezza, nella loro particolarità; alcuni di questi dati sono addirittura ancora da precisare: penso a cosa vuol dire lo stralcio rispetto ai costi di ristrutturazione. Non è pertanto vero che si sapesse nel dettaglio tutto quanto era successo al casinò in questi anni, e forse neanche i responsabili politici ne erano a conoscenza. Sono quindi emersi dati importanti di un lavoro che vuole costruire, non vuole distruggere, ma che non è ancora stato completato; la precisazione di questi dati non chiari verrà effettuata il prossimo lunedì, quindi mi sembra anche giusto che la Commissione finisca il suo lavoro prima di arrivare ad una decisione definitiva.

È emersa o, meglio, si è ipotizzata in Commissione una non sintonia nei tempi e nelle azioni tra il responsabile politico e l'attività della Commissione stessa, è stata ipotizzata anche per quanto sono venuti a dirci gli auditi. Ora questo gesto - come ho detto all'inizio - è opportuno, perché permette alla Commissione di ultimare i suoi lavori e di fare le sue deduzioni da presentare poi al Governo. Certo, il problema del casinò non si risolve completamente con questa rinuncia alle deleghe. Sicuramente è un segnale positivo il voler modificare insieme il rapporto tra proprietà e casinò, perché se si deve andare verso una privatizzazione - così è stato indicato - sicuramente il percorso sarà lungo, un percorso di messa in sicurezza attraverso scelte ben precise che non possono prescindere anche dal riconoscimento di responsabilità politiche della gestione.

Noi interpretiamo questo segnale come molto importante, significativo dal punto di vista politico del passaggio da un metodo ad un altro, da una decisione univoca ad una corresponsabilità di decisione di percorsi e di analisi. Questo è sicuramente un metodo per modificare il sistema di cui parlava Cognetta: il coinvolgere tutti, anche la minoranza che in questo percorso è stata molto responsabile, nel desiderio di modificare la crisi e di riportarla ad una risorsa per la Valle d'Aosta; mi sembra sia sicuramente un percorso che cambi e che voglia intaccare il sistema finora utilizzato.

Il Presidente ha detto che ci avviciniamo ad una verifica: io penso che la verifica politica e strutturale dovrà essere affrontata proprio con questo metodo, con questo desiderio di un maggiore confronto fra tutti nella conoscenza degli argomenti e dei dati per cercare di passare da un periodo di crisi ad un periodo di risorse, quindi di benefici, per la nostra popolazione.

Dalle ore 19:34 assume la presidenza il Vicepresidente Viérin Marco.

Viérin M. (Presidente) - Ha chiesto la parola la Consigliera Certan.

Certan (ALPE) - Due battute, in quanto membro della IV Commissione che ha seguito in questi anni il dossier casinò, e sicuramente ha apprezzato il lavoro svolto dalla II Commissione: un lavoro sicuramente approfondito, che abbiamo contribuito tutti in qualche modo ad approfondire e anche a dettagliare meglio.

Assessore Perron, diciamo che un complimento non si nega a nessuno, così come in Commissione diciamo che un'audizione non si nega mai a nessuno, però credo che il dato politico di oggi sia disastroso, così come lo sono i dati della casa da gioco. Speriamo che il fatto di avere lavorato con serietà in II Commissione abbia davvero posto le basi per il futuro, per un dialogo e un percorso di trasparenza - così è stato definito da qualcuno - facendo poi nel futuro le scelte che servono e trovare in tempi brevi le soluzioni. Questo credo sia anche l'obiettivo nostro e ALPE - lo ha detto il precedentemente il nostro Capogruppo Chatrian, quando è intervenuto - è sicuramente lì pronta a lavorare, così come ha fatto in questi anni. Nessuno di noi è stato sorpreso da questi dati, lo ripetiamo da anni: oggi non abbiamo scoperto l'acqua calda, e neanche la tiepida.

Tra le altre cose, qualcuno ha detto che oggi si apre un'era nuova perché si potrà finalmente progettare, mettere in campo nuovi progetti, ma bisognava sgomberare il campo: come se fosse quasi l'Assessore Perron, con le sue deleghe, ad ingombrare questo campo. È già successo una volta: abbiamo già assistito alla remissione delle deleghe dell'Assessore Baccega, per motivazioni leggermente diverse, ma diciamo che la manfrina l'abbiamo già vista. Assessore Perron, oggi politicamente occorreva fare scelte a nostro avviso molto più coraggiose.

Ha detto bene il collega Bertschy, può darsi che ci sarà questo confronto che la maggioranza sta decidendo e deciderà quando vuole se farsi o meno coinvolgere anche da quanto la maggioranza dice: è vero. Qualche giorno fa la Stella Alpina, in un comunicato stampa, ha giustamente parlato di verifica di maggioranza, di aggiustamenti. In effetti questa sua remissione delle deleghe, Assessore Perron, oggi è una resa dei conti in realtà fra le animelle della maggioranza. È una resa dei conti fra di voi e purtroppo la sua azione, Assessore, non è un passo avanti per la Valle d'Aosta o per il casinò e non porterà alcun vantaggio ai valdostani. Lei oggi fa questo beau geste che noi apprezziamo: è una bella resa dei conti fra di voi nella maggioranza e la prendiamo così. Sicuramente il gesto coraggioso e la voglia di cambiamento sarebbe stato altro. L'elenco delle bugie - il collega Cognetta e Chatrian lo hanno già ampiamente detto - e dei passaggi sornioni che ci sono stati in questi anni, dove non si capiva bene se si faceva finta di non capire o se non si capiva, stanno ad indicare che sicuramente anche lei non è riuscito a cambiare rotta e ad incidere in questo Governo. In realtà oggi le deleghe ritornano in capo - direi ufficialmente, in modo chiaro e trasparente - a chi sulla casa da gioco ha sempre deciso.

Penso che la Commissione sicuramente farà il suo percorso, però oggi nel vostro Governo e nella vostra maggioranza c'è un nulla di fatto: le deleghe ufficialmente sono in carico a chi ha sempre deciso. Possiamo spendere tante parole e invocare la trasparenza e invocare il dialogo; noi chiaramente questi passaggi li condividiamo, però credo sia finito il tempo in cui si deve invocare: sono finiti i tempi dei salmi, delle lodi, delle preghiere. La Valle d'Aosta credo abbia bisogno di un Governo innanzitutto corretto, di un Governo che la smetta di fare acrobazie e strategie continue per sopravvivere, per rinnovarsi, ricambiando con varie piccole azionincine; la Valle d'Aosta ha bisogno di un Governo con idee e prospettive innovative che sappia confrontarsi con tutto il mondo. Il mondo va avanti, sta andando avanti fuori dalla Valle d'Aosta, solo noi ci avvinghiamo ormai da tre anni con risoluzioni su finte voglie di cambiamento. Il cambiamento credo che sia tale, non un finto cambiamento. Credo l'abbia affermato chiaramente il collega Chatrian: oggi la montagna ha partorito un topolino, piuttosto di niente va bene. Per noi la Valle d'Aosta ha però bisogno di altro, ha bisogno di un cambio di marcia, di fare chiarezza su quel sistema di cui hanno parlato in Commissione i vari Amministratori che si sono susseguiti, perché tutti l'hanno esplicitato: alla fine l'Amministratore unico Sommo ha parlato dei nuovi incarichi dati, condivisi con la politica, e Frigerio ha parlato di scelte fatte su proposte della politica.

Noi possiamo dire tranquillamente di non avere mai fatto parte di questo sistema, non perché non ne avessimo la possibilità, ne abbiamo avute anche noi di possibilità, ma abbiamo sempre preso le distanze - questa è stata una scelta politica - perché crediamo non sia il caso di continuare a prendere in giro i valdostani raccontando continuamente bugie e, soprattutto, fornendo dati farlocchi. Uso un'espressione del collega Chatrian, che qualche mese fa chiedeva insistentemente di smetterla di dare dati farlocchi per giustificare certe scelte: i dati farlocchi sono stati dati sia per il Defr che per la finanziaria. Ricordiamoci che il documento più importante del Governo regionale, che è il bilancio preventivo, è entrato in Consiglio in un modo e ne è uscito completamente trasformato. Questi sono i dati farlocchi che questo Governo regionale e questa maggioranza hanno fornito.

Noi sicuramente siamo disponibili al dialogo, ma siamo anche ben consci che fino a quando ci saranno all'interno della maggioranza le piccole rese dei conti, come oggi, non vediamo alcun vero cambiamento e, per carità, che continuino pure: questo serve solo a chiarire meglio ai valdostani il perché siamo in questa situazione.

Dalle ore 19:37 riassume la presidenza il Presidente Rosset.

Rosset (Presidente) - Ha chiesto la parola il Consigliere Bertin; ne ha facoltà.

Bertin (ALPE) - In precedenza il collega La Torre definiva la situazione del casinò come una situazione di crisi. A mio avviso siamo molto al di là della crisi: siamo in una situazione fallimentare. I dati sono evidenti; adesso vado a spanne e a memoria, ma questa azienda ha 70 milioni di debiti all'incirca per un fatturato di poco superiore ai 50 e un deficit che ormai negli ultimi anni, per ogni anno, va di solito dai 15 ai 20 milioni sino ai 40. I dati a grandi linee sono questi: un debito enorme, un fatturato piccolo e un deficit strutturale ormai consolidato; una situazione che in un'azienda normale non è di crisi, ma di fallimento.

Non vorrei che adesso si creasse una grande illusione del privato, del cavaliere bianco che arriva e ci salva da questa situazione; mi ricorda il pericolo dell'Alitalia a livello nazionale, quando si diceva: arriveranno e ci salveranno. Credo che questa rischi di essere una grande delusione. Trovare un privato che prenda un'azienda in questo stato fallimentare sarà molto difficile, a meno che non si ricopra questa azienda di soldi per riportare la situazione ad un livello accettabile per costui. È più o meno la situazione del Monte dei Paschi: questo è il Monte dei Paschi della Valle d'Aosta. I cittadini italiani dovranno mettere 100 euro a testa per salvare il Monte dei Paschi; i vari cittadini valdostani dovranno mettere minimo cinque, sei, sette volte di più: se non 1.000 euro, poco di meno a testa - questa è la situazione - per poi darla ad un privato. Se non altro, il Monte dei Paschi rimarrà di proprietà pubblica.

Questa chiamiamola "azienda" è stata vista dalla politica come una fabbrica di clientelismo, una macchina da voti e i risultati sono questi: fallimentari. L'intervento dell'Assessore Perron degli ultimi anni non ha funzionato come medicina. Si è soltanto consolidata la situazione che oggi viene a galla, una situazione estremamente grave. Fossi stato l'Assessore Perron avrei votato la risoluzione presentata dalla minoranza e avrei dato le dimissioni da Assessore: mi sarei preso una pausa, anche perché, al di là del dossier casinò, ci sono altre ragioni che mi avrebbero indotto a prendermi una pausa. Non ha sfruttato questa occasione.

In generale non so come si riuscirà a trovare una soluzione per questo casinò; non vedo la situazione così rosea come la presenta il Consigliere La Torre. Ci saranno da fare scelte estremamente drastiche e difficili, e certo oggi questo è il fallimento di una politica e di un'azienda.

Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento, possiamo mettere in votazione? Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian; ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Abbiamo ascoltato attentamente gli interventi che i colleghi di maggioranza hanno fatto...

Presidente - Mi scusi, siamo in dichiarazione di voto... prego.

... non mi sembra di aver abusato o attribuito i tempi ad altro. Stavo dicendo che abbiamo ascoltato attentamente gli interventi fatti dalle forze politiche di maggioranza.

Noi abbiamo voluto presentare questa risoluzione invitando il collega Perron a farsi politicamente da parte. Ho detto prima che un piccolo passettino è stato fatto, ma si doveva fare molto di più: oggi la montagna ha partorito solo questo piccolo topolino. Mi sembra però di avere percepito, dagli interventi dei colleghi delle forze politiche di maggioranza, il desiderio di capire se da parte della minoranza c'è la volontà di confrontarsi e di mettere in campo del coraggio, se ho potuto capire bene.

Tre sono allora le mie considerazioni. Io penso che oggi si sia certificato il fallimento su come è stata gestita la casa da gioco. Qui le cose non vanno, ma in maniera pesante. Ho sentito prima il collega Guichardaz che faceva dei passaggi proprio sulla gestione, però gli ordini di grandezza sono importanti su tutto questo: stiamo parlando di decine e decine di milioni di euro, di fallimenti gestionali legati ad investimenti sbagliati. Noi ci scanniamo sovente all'interno di quest'aula per allocare 100 mila euro su una legge di settore; qui, invece, stiamo discutendo di una perdita di esercizio che nel 2016 sarà di 43 milioni di euro all'incirca. Qui, oltre a certificare il fallimento, oltre al fatto che le cose non sono andate e non vanno bene, c'è fame, necessità, voglia, desiderio - perché non è vero che tutti i Consiglieri non sapevano, tanti erano a conoscenza - e ancora fame di operazione verità. E qui c'è il "ma" dal punto di vista politico: noi accettiamo la sfida di portare il nostro contributo su questo tema, e non solo; ci sono numerosi altri temi dove non vi è solo un discorso di metodo ma di sostanza, di contenuti, di voltare pagina.

Vogliamo fare un appello, come gruppo ALPE, dopo la discussione su questa risoluzione. Il collega Perron dà in mano al Presidente le deleghe e secondo voi il Presidente non è l'unico responsabile di questi anni; sicuramente non lo è, ma è un responsabile pesante. Non dovremmo indubbiamente chiudere oggi, dovremmo quanto meno discuterne, perché la proposta che abbiamo fatto è sull'operato svolto dal punto di vista politico dall'Assessore Perron in questi due anni e mezzo; pertanto l'appello è questo: ha senso ricollocare le scelte, le deleghe, l'arroganza, la libertà di operare, di investire, di fare investimenti milionari e poi a rimetterci è tutta la comunità valdostana? E sicuramente - lo dicevate anche voi colleghi di maggioranza - comunque andrà si dovrà rimettere mano al portafoglio pubblico, quanto meno per provare a rilanciare, però partendo da un altro livello, quello dei professionisti di serie A, che ci sono e sanno rilanciare un'azienda; fuori la politica becera, quella che entra a gamba tesa per promozioni, per cose mal fatte, per malagestione e per incapacità!

Non so cosa farete in fase di verifica della maggioranza - errare è umano, però perseverare è diabolico - ma noi, seppure in posizione nettamente diversa dalla vostra, ci saremo nel momento in cui vi sarà un cambio di rotta politico, un voltare pagina sui metodi e sui contenuti con profili altissimi. Non può portare avanti questo dossier - così come tanti altri - chi ha fallito e ha fatto prendere decine di milioni di euro dal portafoglio di tutti i valdostani.

Presidente - Non ci sono altri interventi. Possiamo mettere in votazione o c'è qualche richiesta da parte del Governo? Ha chiesto la parola il Presidente della Regione; ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Voglio innanzitutto ringraziare il collega Perron per il lavoro svolto durante questo periodo, e non solo.

In questa seduta ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi: si sono dette tante cose, anche con termini molto pesanti, ma non voglio riprenderli oggi perché avremo modo e tempo per ritornarci, in quanto il capitolo vero del casinò è quello sul quale si stava lavorando, per il futuro, trovando delle soluzioni e passando attraverso percorsi non semplici. Si possono fare, ma non sono percorsi semplici, e non certo con la sola invettiva contro il fallimento o quello che non va, perché sembra che di fatto non ci sia mai stato nulla di positivo durante questi anni. Ora io dico: in questi anni ci sono state diverse amministrazioni, cambi di regia, cambi di Presidenti, cambi di Amministratori, ci sono stati i pro, i contro e i momenti difficili in ogni periodo. Se vogliamo, possiamo rileggere serenamente tutto questo percorso sicuramente per imparare - come si sta facendo - dall'esperienza precedente, per lavorare per il futuro, che è diverso da quello che noi abbiamo conosciuto: è un futuro sicuramente da scrivere, ma anche con realtà oggettivamente molto cambiate rispetto a solo cinque o sei anni fa. Lavorare su questo vuol dire immaginare che cosa fare per il casinò, come utilizzare al meglio le strutture rinnovate e, con questo spirito, cercare di rendere appetibile la casa da gioco. Non è facendo alcune affermazioni sulla casa da gioco che facciamo un piacere al futuro della stessa; anzi, rischiamo di fare un danno, e non solo al suo futuro, ma anche al presente.

Io credo che con realismo dobbiamo vedere quali siano le possibilità per operare subito, con la più larga collaborazione possibile - e noi non l'abbiamo mai esclusa - che vada nella logica continuamente perseguita, anche se non sempre si è riusciti, di tutelare l'interesse generale, cercando di capire che il gioco è cambiato e che ci sono difficoltà un po' dappertutto (l'avete riconosciuto anche voi). Occorre quindi, convivendo, trovare le giuste soluzioni anche per la nostra casa da gioco.

Presidente - Non ci sono altri interventi, possiamo passare alla votazione. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti : 22

Favorevoli: 7

Contrari: 15

Astenuti: 12 (Bertschy, Borrello, Fabbri, Fosson, Grosjean, La Torre, Marquis, Nogara, Restano, Rosset, Viérin Laurent, Viérin Marco)

Il Consiglio non approva.