Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2537 del 11 gennaio 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2537/XIV - Interpellanza: "Adozione di ulteriori misure di prevenzione del rischio di corruzione e infiltrazioni criminali per l'affidamento di lavori, servizi e forniture".

Rosset (Presidente) - Punto n. 12 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, chiede la parola il collega Bertin, ne ha facoltà.

Bertin (ALPE) - Per la prima volta il Tribunale di Aosta alcune settimane fa ha disposto un decreto per l'applicazione dell'amministrazione giudiziaria ad una società valdostana: l'Edilsud dei Fratelli Tropiano, società conosciuta soprattutto per la questione dei parcheggi, che personalmente ritengo uno scandalo. L'amministrazione giudiziaria si applica quando nella propria attività gli amministratori di una società, pur senza rilevanza penale, agevolano individui sottoposti a misura di prevenzione o sotto procedimenti penali per reati particolari. Naturalmente il reato è l'associazione di stampo mafioso, estorsione, sequestro di persona, eccetera: reati gravi per i quali quando nell'amministrazione si agevolano personaggi sottoposti a queste misure, scatta o può scattare l'amministrazione giudiziaria. Nel caso specifico l'amministrazione giudiziaria è stata applicata, poiché è sempre collegato alla vicenda parcheggio dell'ospedale, che è un po' la madre di tutta una serie di questioni giudiziarie che vanno dalle due-tre inchieste e anche quest'amministrazione giudiziaria nasce da quella vicenda, nella quale, come sappiamo, la 'ndrangheta, anche in ragione di questo grande business, interviene e chiede in modo estorsivo il pagamento da parte dei realizzatori di questo parcheggio.

Proprio nel caso specifico, l'applicazione di quest'amministrazione giudiziaria viene disposta poiché il comportamento degli amministratori della società dei Fratelli Tropiano ha agevolato delle persone sottoposte a questo tipo di reati. Nel caso specifico i Tropiano non hanno fornito all'autorità giudiziaria tutti gli elementi a loro conoscenza riguardo all'estorsione per l'individuazione degli estorsori e, oltre a questo, hanno avuto dei rapporti con degli intermediari per gestire questo tentativo di estorsione. Queste sono le ragioni principali per le quali è scattata l'amministrazione giudiziaria, che è un provvedimento preventivo che va un po' ad interessarsi di quell'area grigia nella quale un'impresa, pur non avendo commesso dei reati, ha comunque dei comportamenti potenzialmente influenzabili dalle organizzazioni criminali. Nel caso specifico è stata evidenziata un'adesione in parte a quei codici e a quei valori che sono alla base delle organizzazioni criminali non avendo un comportamento poi conseguente nel cercare di contrastare questo tentativo di estorsione. L'obiettivo di questa misura è quello di permettere di recidere i legami con la criminalità organizzata e di continuare a svolgere le proprie attività d'impresa senza condizionamenti di tipo mafioso. È, com'è evidente, un atto serio e grave che non è da sottovalutare. Nel caso specifico la società in questione poi ha avuto molti rapporti con l'Amministrazione regionale, ricordiamo quello del parcheggio in particolare, ma non solo, in generale si tratta di una società, di un'impresa edile di una certa importanza. Ricordiamoci, tra l'altro, che, sempre nella nostra Regione, recentemente negli ultimi due anni sono state emesse quattro interdittive antimafia evidenziando una situazione preoccupante a riguardo della capacità di infiltrazione della "ndrangheta in particolare nel tessuto economico della nostra Regione.

Proprio in ragione di questa situazione e dei rapporti che ha avuto questa società con l'Amministrazione regionale, pertanto ci chiediamo anche qual era l'ammontare dei trasferimenti finanziari effettuati, dei lavori avuti dalla società Edilsud e dalla Saint-Bernard S.r.l., che sono le due società ricollegabili ai Fratelli Tropiano. Inoltre se è intenzione dell'Amministrazione regionale dotarsi di ulteriori misure di prevenzione del rischio di corruzione e infiltrazioni criminali per affidare lavori, servizi e forniture. Queste sono le domande riferite a questa interpellanza.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'Assessore Baccega, ne ha facoltà.

Baccega (SA) - Un argomento assolutamente delicato, però direi che confrontarsi su questi temi per un'Amministrazione che vuole essere corretta e trasparente è assolutamente doveroso. Da questo punto di vista, ci viene incontro un'evoluzione normativa, che è il decreto legislativo n. 50/2016, che ha sicuramente rafforzato le opportunità di verifica di questi casi, soprattutto con la stazione unica degli appalti, per quanto riguarda la Regione Valle d'Aosta, che da pochi mesi è operativa al 100 percento, che ci permette di avere da parte delle strutture ancora una maggiore sensibilità rispetto a quanto finora è stato fatto.

Entrando nel merito dei quesiti da lei posti, soprattutto rispetto al primo, nelle banche dati dell'Osservatorio regionale dei lavori pubblici non sono stati rilevati affidamenti di lavori con riferimento alla ditta Saint-Bernard, mentre gli affidamenti alla ditta Edilsud sono nove per lavori pubblici, di cui quattro della Regione, uno del Comune di Aosta, uno del Comune di Roisan, uno della Comunità montana Grand Paradis, uno dell'ARER e uno del Complesso ospedaliero Umberto Parini; tutto questo dal 2000 al 2012 per un importo di 14,138 milioni.

Credo di avere già fornito con la risposta a 116 tutte le specifiche di questi interventi. A completamento dell'informazione segnalo anche l'acquisto immobiliare dalla società Saint-Bernard del parcheggio interrato dell'ospedale, quindi non classificabile come lavoro pubblico ma in altro ambito, pari a 18,353 milioni, IVA compresa, che è stato effettuato nel luglio 2013.

Per rispondere al secondo quesito, si fa riferimento a due ambiti diversi dal punto di vista amministrativo: la prevenzione del rischio di corruzione e le infiltrazioni criminali, che hanno sicuramente un legame. Gli aspetti relativi alla prevenzione del rischio corruzione sono indicati nel piano triennale di prevenzione della corruzione, che è aggiornato annualmente ed è redatto ai sensi della legge n. 190/2012 e del decreto legislativo n. 33/2013. Il piano triennale di prevenzione della corruzione vigente è stato approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 78 del 22 gennaio 2016. Le finalità generali del piano sono quelle di individuazione del livello di esposizione dell'ufficio a rischio di corruzione e di definizione degli interventi organizzativi volti a prevenire questo rischio. Nel corso del 2016 le strutture regionali, coordinate dal Segretario generale, hanno lavorato alla predisposizione del piano triennale 2017-2019, approfondendo la tematica della programmazione delle misure di prevenzione della corruzione con particolare riferimento alla fase di definizione, attuazione e monitoraggio delle medesime, con l'obiettivo di adattare le misure ai processi, ai procedimenti da sottoporre al trattamento. Il nuovo piano sarà approvato probabilmente intorno a fine mese. Comunque, in ogni affidamento per un lavoro pubblico, le strutture regionali eseguono, prima della sottoscrizione del contratto di appalto, tutte le verifiche previste dalla legge riguardanti le possibili cause di esclusione previste dall'articolo 80 del Codice dei contratti, compresi i tentativi di infiltrazioni mafiose. È corposa la corrispondenza quando si affida un lavoro ad un'impresa tra gli uffici della Stazione unica degli appalti e tutte le strutture che devono dare risposte in questo senso: procure, tribunali, eccetera. La prevenzione delle infiltrazioni criminali è oggetto del corposo decreto legislativo n. 159/2011, nel quale sono riassunte tutte le misure amministrative, penali, giudiziarie che possono essere adottate dall'Amministrazione, quali: l'informativa antimafia, l'interdittiva antimafia o il sequestro preventivo dei beni. La normativa è già abbastanza consistente e le amministrazioni pubbliche devono assicurarne la piena attuazione attraverso il suo rispetto nella gestione dei procedimenti amministrativi. Anche qui, come ho detto in premessa, c'è grande attenzione da parte della SUA. Poiché la materia è di competenza dello Stato, non sono immaginabili specifici interventi regionali, mentre è a carico dell'Amministrazione regionale il rispetto puntuale delle procedure nell'operatività quotidiana. Al di là delle questioni formali, l'attenzione è però massima e tutte le strutture sono adeguatamente sensibilizzate su questi argomenti. Il lavoro svolto per il nuovo piano triennale di prevenzione della corruzione, così come la puntuale applicazione della disciplina antimafia, sono segnali tangibili dell'attenzione che tutte le strutture della Regione hanno su questi argomenti, passaggio fondamentale per una lotta ai fenomeni mafiosi.

Presidente - Per la replica, chiede la parola il collega Bertin, ne ha facoltà.

Bertin (ALPE) - Una risposta formale e burocratica che ci illustra quello che attualmente esiste, che lo Stato ha elaborato in questi anni, dall'efficacia piuttosto dubbia e che ci lascia evidentemente anche un po' perplessi. Certo, va applicata in modo rigoroso tutta la normativa in materia, ma gli strumenti, a mio avviso, non bastano. Il dato fornito oggi è eloquente: 32 milioni che sono stati trasferiti ad una società, che poi si è rivelata in qualche modo condizionabile o condizionata da un'associazione criminosa, tant'è che è scattata l'amministrazione giudiziaria. Questo fa seguito alle quattro interdittive antimafia nelle quali sono stati affidati 10 milioni di lavori a queste società che hanno subito un'interdittiva, per un totale di oltre 42 milioni che devono fare riflettere. In un momento nel quale i lavori pubblici sono pochi il sistema pubblico valdostano in questi anni ha comunque trasferito 40 milioni a questo tipo di aziende, che in parte sono in una situazione piuttosto delicata e in qualche modo condizionate e condizionabili da parte delle associazioni di tipo mafioso.

Come affermato anche da esponenti delle forze dell'ordine operanti in Valle d'Aosta, certi fenomeni tipici della 'ndrangheta e delle associazioni mafiose sono poco presenti nel nostro territorio, poco significative; immagino tutti quei reati o quelle attività legate al controllo del territorio: dalle estorsioni, al racket o all'usura. Quella di non applicare in Valle d'Aosta questo tipo di modalità di azione - come dicono anche le forze dell'ordine - è dovuta ad una scelta strategica per non allarmare la società civile perché questi tipi di reato allarmano e per lasciare la Valle d'Aosta tranquilla, nella quale non si manifesti troppo un sentimento di allerta verso queste organizzazioni. È una scelta strategica quella di lasciare la Valle d'Aosta fuori da questo aspetto, da questo tipo di reati per dedicarsi, invece, ad un altro tipo di attività: in particolare, alle infiltrazioni nel tessuto economico di questa Regione. Questa è la strategia: non commettiamo reati visibili, ma concentriamoci sull'economia. Questa in generale nel nord Italia, in particolare nella nostra Regione, è una scelta strategica di come ha deciso di muoversi la 'ndrangheta sul nostro territorio. Le quattro interdittive antimafia evidenziano la presenza, la capacità di infiltrazione delle associazioni di tipo mafioso che confermano questa loro strategia. Quattro interdittive e oggi anche l'amministrazione giudiziaria di un'importante società edile valdostana. La situazione è preoccupante. Come dicevo, teniamo presente che 40 milioni di opere pubbliche e in generale di denaro pubblico è finito in società che rischiano di essere in quella zona grigia a cui facevamo in precedenza riferimento.

Lei mi dice nella sua risposta che sostanzialmente va bene così...no, non va bene così, la situazione è sempre più preoccupante e in qualche modo bisogna trovare dei nuovi strumenti per rendere più efficace il fatto che, come ho già detto diverse volte, su 7 milioni affidati ad un'impresa edile che ha avuto un'interdittiva antimafia, 2,5 milioni sono stati affidati per cottimo fiduciario: sulla fiducia. Questo è grave, è una sottovalutazione del fenomeno. Ci vogliono nuovi strumenti, non vorrei che anche nella nostra Regione si finisca un po' come una celebre battuta di un film di Benigni, Johnny Stecchino, che la piaga che infama la Sicilia in quel film si diceva che era il traffico e da noi i parcheggi. Non vorrei che anche noi eludessimo i problemi.