Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 249 del 4 ottobre 1973 - Resoconto

OGGETTO N. 249/73 - Tutela dei diritti degli abitanti della Valsavaranche per la chiusura della caccia nell'intera vallata. (Interpellanza)

Chabod (DC) - Ho fatto questa interpellanza perché confesso che sono veramente preoccupato e la preoccupazione non è solo mia ma di tutta la popolazione residente e proprietaria di Valsavaranche e parte del Comune di Introd. Così vorrei sapere quali azioni sono state proposte dalla Giunta regionale per la tutela dei diritti di queste popolazioni.

Dolchi (Presidente) - Chi risponde? La parola al Presidente della Giunta.

Dujany (DP) - Non vorrei polemizzare Chabod, ma il contenuto dell'interpellanza e l'illustrazione sono permeati da un fondo confuso per cui non sono riuscito a capire con esattezza che cosa vuole l'interpellante. Ad ogni modo cercherò di rispondere in base, naturalmente, così, alle deduzioni e alle cose che ho potuto intravvedere attraverso questa frase contenuta nell'interpellanza che non ha certamente il pregio della chiarezza.

Dice: "Avendo appreso che l'Ente Parco del Gran Paradiso ha predisposto la chiusura dell'intera Valsavaranche nell'esercizio della caccia, il sottoscritto interpella il Presidente per sapere quali azioni sono state promosse dalla Regione a tutela dei diritti degli abitanti della zona". Mi pare che sia opportuno precisare che la gestione del Parco è rimasta quest'anno quella che era in precedenza, quest'anno la Regione, attraverso il decreto dell'Assessore all'Agricoltura, ha ritenuto di costituire un'oasi di protezione e di rifugio della selvaggina denominata "della Valsavaranche", cioè del famoso budello.

Perché la Regione, attraverso il decreto dell'Assessore ha ritenuto opportuno di costituire questa oasi di protezione? Per due motivi: prima di tutto per evitare gli abusi durante il periodo della caccia, il secondo motivo è per evitare un'azione di pubblicità fatte molte volte in malafede dal Parco del Gran Paradiso che utilizza e sfrutta certi abusi che non coincidono certamente con gli interessi della popolazione locale. Quindi direi ... il Parco, pare che abbia utilizzato questo atto, il Parco, i funzionari del Parco - perché anche qui bisogna distinguere molto quando si parla di Parco - pare che abbia utilizzato questa iniziativa e questa decisione della Regione per dare una interpretazione di estensione territoriale del Parco, per utilizzare questa costituzione di oasi come un atto estensivo della proprietà del Parco del Gran Paradiso.

Ora, questo... se è stato fatto un atto di questo genere con questa intenzione, naturalmente il Parco si è posto in una posizione falsa, si è posto in una posizione di malafede. Ho avuto contatto l'altro ieri con il Presidente del Parco; non l'ho potuto fare prima in quanto voi sapete che gli organi del Consiglio di Amministrazione del Parco del Gran Paradiso erano in un periodo pre-elettorale e quindi si sono solo ricostituiti attraverso la nomina del suo Presidente l'altro ieri. Ho chiesto al Presidente un colloquio per chiarire questo problema e ritendo opportuno precisare in questa sede che certi direttori del Parco, quale il Dr. Framarin, dovrebbero cercare di fare tutto il possibile per stabilire un rapporto di convivenza e di gestione del Parco che tenga conto delle necessità della popolazione locale; mi pare che tanti fraintesi siano la conseguenza di un certo comportamento di certi tecnocrati i quali hanno contatti con la popolazione, prendono contatti con la popolazione senza nessuna sensibilità e senza nessun senso umano, senza tener conto delle esigenze reali e concrete di chi vive in quelle zone. E sarebbe opportuno che, naturalmente, questo Direttore generale agisse anche in relazione alle indicazioni che ha dal Consiglio di Amministrazione suo perché spesso mi è risultato che il suo Consiglio di Amministrazione gli dà alcune indicazioni e questo Signore ritiene di agire secondo invece la sua testa e secondo il suo comportamento, stabilendo un rapporto di tensione con la popolazione e chiudendo ogni suo discorso, nel senso che queste sono dichiarazioni personali, sono dichiarazioni che, naturalmente, queste non coinvolgono le responsabilità del Consiglio di Amministrazione e ritengo che questo comportamento non serva assolutamente a nulla.

Quindi la soluzione che la proposta... che ritengo di fare è questa: prima di tutto istituzione di oasi da parte della Regione, e riteniamo di averlo dovuto fare anche in relazione alle indicazioni date dal Consiglio sul problema della caccia, in occasione della discussione sulla legge della caccia, che era verso una direzione di restrizione e non di ampliamento. In secondo luogo dobbiamo affermare che la costituzione di quell'oasi ha solo lo scopo di proteggere dagli abusi di caccia quella zona e non ha nessun valore, anzi, ha il valore opposto, non ha nessun valore e non vuole per nulla ammettere l'estensione territoriale del Parco del Gran Paradiso, la proprietà rimane immutata. In terzo luogo ritengo di dover prendere opportuni contatti con il Presidente del Gran Paradiso, pardon, del Presidente del Parco, per chiarire questi problemi nella settimana ventura.

Chabod (DC) - Signor Presidente, non voglio polemizzare come dice lei - ma perché ci sarebbe veramente da polemizzare - ma io dico: questo decreto dell'oasi perché non è stato fatto l'anno scorso, così si potevano evitare tante cose? Noi vediamo che c'è una... del Parco che la Valsavaranche praticamente è già chiusa, la Valsavaranche è già Parco, sulla stessa pianta, sullo stesso fusto a Chevrère, dove c'è la tabella della venatoria, c'è la cartina come questa, più ben fatta, del Parco. Dunque, in partica, Valsavaranche è Parco, allora immaginatevi un po' uno che vive lassù e poi, sentendo tutta la popolazione, sentendo tutti quelli che vi abitano, i proprietari di terreni, in che situazione ci troviamo perché noi sappiamo cosa vuol dire abitare nel Parco. Un bel giorno ci metteranno anche a noi una piccola etichetta nell'orecchio e diranno: questi sono gli abitanti del Parco. I turisti arriveranno da Torino, da Milano coi bambini e faranno vedere gli abitanti del Parco. Capiterà questo, purtroppo. Allora io non polemizzo di più, vorrei solo che il Presidente della Giunta invitasse il Parco a modificare queste cartine, a togliere quelle cartine a mò di pallina, che sono state messe sui fusti, su quel fusto a Chevrère e su a Pont, e questo vorrei che sia messo a verbale e girerò la mia interpellanza in mozione e chiederò a tutti i Consiglieri che vogliono firmarla.

(Mappelli in lontananza: siamo qui per fare il gioco del Parco, far ridere i polli).

Dolchi (Presidente) - Punto 6 all'ordine del giorno.