Oggetto del Consiglio n. 2340 del 21 settembre 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 2340/XIV - Interpellanza: "Interventi per garantire la presenza del medico d'emergenza su tutto il territorio regionale".
Rosset (Presidente) - Punto n. 28 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Abbiamo ritirato questa iniziativa qualche mese fa, era stata presentata dal nostro gruppo e ci sembrava giusto creare le condizioni per il nuovo Assessore di capire quali sono le soluzioni che l'Assessorato, l'azienda e il Governo, a seguito di un'importante modifica del punto di vista politico, intendono mettere in campo.
Faccio solo qualche considerazione sul tema che abbiamo voluto portare all'attenzione di questo Consiglio. Nelle ultime due finanziarie con il Presidente Rollandin abbiamo voluto proprio entrare nel merito di questa questione per dire che la nostra Regione la conosciamo bene dal punto di vista geografico, geomorfologico, sappiamo perfettamente i costi di una sanità di montagna dei piccoli centri, dei piccoli numeri, ma alla base di tutto questo indubbiamente dobbiamo mettere al centro il cittadino, le comunità piccole e grandi che siano distanti o vicine dal Pronto soccorso. Da qui l'iniziativa che oggi noi poniamo al Governo regionale, le domande che poniamo su come pensate di riportare a regime il sistema di emergenza valdostana. Non sono dati di Chatrian o del gruppo ALPE, ma fino a sei mesi fa-un anno fa avevamo i livelli più alti d'Italia per quanto riguarda l'emergenza-urgenza numeri alla mano, dati alla mano e soprattutto interventi alla mano; nel mentre, metà 2015-inizio 2016, l'azienda insieme all'Assessorato ha deciso di prendere una strada alternativa: quella della riorganizzazione. C'erano due filosofie di pensiero, perché abbiamo passato in commissione numerosissime ore: il pensiero del progetto DERA messo in campo era quello di andare in una direzione diversa rispetto a quello che si è fatto fino a fine 2015. Secondo noi, comunque i livelli sono sempre alti: così ci dicevano il Direttore generale e l'allora Capo del Dipartimento, quindi si decise di mettere in discussione il medico a Donnas. Dopo una sollevazione della comunità, dei Sindaci della Bassa Valle, si decise nuovamente di garantire il medico a Donnas. In mezzo c'è quella cosa un po' ibrida che diverse volte abbiamo affrontato in quest'aula, ma non si è ancora capito cosa si intende fare, cosa l'Assessorato intende fare: Châtillon a livello di emergenza e urgenza ha il medico presente dalle 7:00 fino alle 15:00. Sinceramente non sono un medico, però faccio un ragionamento e chiedo perché dalle 7:00 alle 15:00 e perché dalle 15:00 alle 7:00 non c'è la copertura H24 come c'è a Donnas. Le tre fasce sono suddivise abbastanza bene. Questo è un po' lo stato dell'arte. Allo stato attuale nel nuovo piano aziendale il 118 viene trasferito sotto il Pronto soccorso, prima era sotto la Rianimazione: questa è l'unica novità. Ad oggi, oltre a questa novità, permettetemi un passaggio, che è una novità formale: il 118 viene trasferito sotto il Pronto soccorso e prima era sotto la Rianimazione, ma, oltre a questa novità, rispetto al vecchio progetto DERA, è tutto molto simile. Se la filosofia è quella di andare in quella direzione e se la filosofia è quella di avere comunque, per quanto riguarda il cittadino, un filtro indispensabile ai ricoveri ospedalieri in tutto il territorio regionale e che ci sia un'emergenza sanitaria in risposta all'immediato bisogno assistenziale e sanitario in tutta la regione, chiediamo al Governo regionale: "come intende risolvere il problema legato al medico di emergenza territoriale assente per gran parte delle ore a Châtillon e completamente assente a Morgex"; se esistono o se si è deciso di garantire cittadini di serie A o di serie B per quanto riguarda il medico d'emergenza H24 alla identica distanza dall'ospedale; "quali sono gli intendimenti e gli indirizzi di natura politica e le relative azioni concrete che si intendono dare all'USL per tenere alto il livello di guardia e non esporre i cittadini più distanti dall'ospedale ad una risposta inadeguata nei tempi o nelle competenze".
È un dibattito che abbiamo fatto in commissione, è stato un confronto anche serrato, e ad oggi - per quanto mi risulta, poi magari l'Assessore mi corregge se ho dato un'informazione non corretta - probabilmente si farà solo un unico concorso e non si sa ad oggi ancora quando.
Rispetto alle domande che noi abbiamo posto, gradiremmo avere anche un discorso, oltre a quali sono le indicazioni, tempi, modi, con che risorse e qual è dal punto di vista politico, dato che mi sembra si voglia andare in un'altra direzione rispetto a quanto è stato fatto fino ad oggi, nelle intenzioni capire chi fa che cosa, con che risorse, con quali medici e soprattutto che non ci siano dei doppioni. Sicuramente il tema è di una grande importanza, perché riteniamo che, per quanto riguarda quanto meno l'urgenza e l'emergenza, siano alla base di una società evoluta e soprattutto di una Regione a Statuto speciale.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Viérin, ne ha facoltà.
Viérin L. (UVP) - Ringraziamo i colleghi per questa iniziativa che ci dà la possibilità effettivamente di fare il punto della situazione sulla riorganizzazione in tema di emergenza territoriale per quanto riguarda il sistema che pensiamo di mettere in piedi sul territorio.
In premessa crediamo che la riorganizzazione sia necessaria e il primo passo verso questa riorganizzazione, che traduce le intenzioni in atti concreti, è l'approvazione dell'atto aziendale, perché nella bozza di atto aziendale che esisteva la struttura dell'emergenza territoriale non esisteva più. Il primo passo quindi è attraverso l'atto che, con l'approvazione della V Commissione e dell'azienda, il Governo ha licenziato, è un atto che crea questa struttura dell'emergenza territoriale e la centrale operativa che non esistevano più, perché erano state inglobate all'interno di Anestesia e Rianimazione nella stessa struttura, quindi la prima attenzione si legge in questo atto. Viene inquadrata al di sotto del MCA, del Pronto soccorso per capirci, ridando dignità e dando dignità a un intervento quotidiano che necessita in un territorio di montagna di certi crismi, di certe attenzioni e assieme alla riorganizzazione dell'intero dipartimento, cioè del DERA, a seguito delle scelte di chi dirigeva e nel mese di agosto ha lasciato questo settore delicatissimo, anche in un periodo molto particolare, con tutte le problematiche del caso, abbiamo gestito in emergenza il periodo estivo. Abbiamo dovuto agire con una reggenza, prevista dalla normativa, con delle regole ben precise, che prevedono dei titoli per poter affidare questa reggenza. Oggi abbiamo una situazione e in prospettiva - e vengo alla sua ultima domanda per dire i tempi - nelle prossime settimane verrà bandito; in questi giorni stiamo preparando tutta la questione dello sblocco dei concorsi, delle assunzioni in azienda per avere, non solo in questo senso ma soprattutto per quanto riguarda la domanda che lei ha fatto, per bandire il concorso di anestesia (la struttura complessa) e per ridare equilibrio assieme anche al rilancio del Pronto soccorso, che anche oggi è una realtà scoperta. Questo per dire che nell'atto l'attenzione di creare questa casella dell'emergenza territoriale sta a significare che c'è di nuovo un punto di riferimento e c'è sul territorio un'attenzione, non ci sono, e non ci saranno, cittadini di serie A e di serie B, assolutamente. Ci sono sicuramente anche in campo tecnico delle visioni diverse su questo argomento, ma noi siamo convinti che l'attenzione al territorio faccia parte delle sensibilità che abbiamo messo in campo in questo periodo e che metteremo in campo. La filosofia quindi di avere, da un lato, l'ospedale, ma l'attenzione al territorio attraverso questa rivisitazione è sicuramente un atout, assieme anche alla parte del Dipartimento che si occupa del territorio, cioè dei servizi per evitare che si arrivi all'ospedalizzazione al 100 percento di tutto ciò che avviene sul territorio, che ci sia un pre-triage sul territorio che possa agire, evitando lo spostamento dei cittadini, degli utenti ed evitando anche che ci sia l'impossibilità di gestire le emergenze.
Come si risolve questa questione? Intanto l'atto è fortemente, attraverso queste modifiche, valorizzante il territorio e l'emergenza territoriale. Le cose che abbiamo rivisitato sono queste: come si può pensare che il territorio, attraverso degli interventi urgenti che vengono classificati in base alla gravità, possa essere efficace in termini di tempi e di qualità? Sicuramente un ragionamento che stiamo facendo è la riflessione sull'auto medica, perché esiste l'ambulanza, esiste il medico, esistono le infermiere, ma esiste anche l'auto medica che viene già utilizzata in certe parti di territorio: da Aosta in su, per capirci, e dà la possibilità di avere una prontezza di intervento, di evitare che magari su un intervento meno grave non ci sia poi la possibilità di avere l'ambulanza presente, come nel caso di Châtillon, che invece potrebbe vedere la presenza di un intervento più grave. Questo per dire che assieme alla rivisitazione delle persone che andranno a gestire i dipartimenti ci sono delle riflessioni che già stiamo mettendo in piedi in termini di indirizzo amministrativo politico, per poi confrontarci tecnicamente con l'azienda su questi punti.
Il tema dei medici rianimatori a Donnas lo sappiamo, perché le distanze sono diverse rispetto ad altre zone, copriamo sei turni. Oggi abbiamo però anche l'esigenza di contemplare la necessità di avere degli anestesisti rianimatori in sala. Si faceva una riflessione: che magari in modo sperimentale per un periodo, invece di applicare le 8 ore che erano state riviste, si potrebbe applicare la questione delle 12 ore ai rianimatori di Donnas, in modo da liberare 30 turni - al di là delle persone che sono sempre le stesse - per avere sia la garanzia di copertura sul territorio che una necessità ospedaliera che i tecnici ci manifestano. Questo per dire alcuni spunti e, collega Chatrian, credo che avremo occasione e in modo più organico di discuterne anche in commissione, però ci tenevo e ci tenevamo a veicolare il messaggio di ciò che si sta facendo, contemplando i passaggi tecnici che devono essere fatti per ricollocare le figure attraverso dei concorsi, perché possano avere dei punti di riferimento sullo skill che noi politicamente e tecnicamente abbiamo mandato avanti. Quello che è certo è che come la questione delle 12 ore è stata affrontata all'interno del Dipartimento, e già è stata data disposizione di vedere questa questione...la questione del pre-triage, la questione di riuscire ad avere un sistema equilibrato sul territorio. Stiamo anche cercando di lavorare a dei progetti sperimentali sul territorio, stiamo avendo accesso ad un fondo nazionale sulle aree interne, che vede, e che vedrà, nell'Unité Grand Paradis, che, per i parametri nazionali che vengono applicati, risulta essere una delle zone disagiate, avremo accesso ad un fondo - e stiamo lavorando ai contenuti - proprio per aumentare in particolari zone di montagna la possibilità di essere presenti verso l'utenza rispetto al fatto di dover scendere dalle valli per tutta una serie di servizi. Come dicevo, questo va contemplato non solo per la questione dell'emergenza territoriale, ma anche dell'organizzazione territoriale, di tutto ciò che si è costruito negli anni sul territorio e che va in termini di contenuti e di servizi applicati differenziata per territorio e per servizi offerti. Il lavoro quindi lo stiamo facendo, l'impegno è quello nelle prossime settimane, come ho avuto modo di annunciare in V Commissione tra i vari temi dicendo che avevamo delle questioni da condividere con la commissione prima di voler procedere...è proprio in questo senso che intendevamo agire. L'attenzione al territorio quindi deve essere un'attenzione generale, differenziata chiaramente in base alle distanze chilometriche e all'organizzazione che vogliamo mettere in piedi. Alcuni spunti però come l'auto medica o la questione della riorganizzazione sul territorio e anche della presenza del medico sono questioni che possono essere con delle leggere modifiche che non vadano a stravolgere un'organizzazione che in termini di competenze e di professionalità è un'organizzazione che ha delle dotazioni di personale, che bisogna contemperare tra territorio e ospedale...ha, secondo noi, una possibilità effettivamente di avere uno sviluppo positivo.
È quindi un modello che stiamo elaborando e un modello che avrà una particolare attenzione al territorio perché siamo pienamente consapevoli che l'emergenza-urgenza sul territorio è un servizio che deve essere garantito, soprattutto in un territorio di montagna e anche nella questione degli accordi di confine abbiamo discusso con la Regione Piemonte proprio nei mesi scorsi per salvaguardare la questione della centrale, che fosse con una deroga nazionale, che nelle prossime settimane, tra l'altro, verrà ratificata dal Presidente a Roma...per andare in deroga e avere la possibilità, malgrado i nostri numeri, di avere una centrale a Torino e una ad Aosta, con una rivisitazione e un inserimento di tutto ciò che viene fatto in emergenza territoriale anche con la centrale unica: la centrale che è oggi una delle prerogative per garantire non solo in ambito sanitario e medico del territorio di emergenza il servizio, ma in generale l'emergenza che può essere necessaria in certi momenti. La disponibilità quindi al confronto e arrivare già con un'idea più o meno articolata c'è; ci riserviamo attraverso un dibattito...di discutere dei contenuti di ciò che oggi abbiamo parzialmente anticipato.
Dalle ore 17:15 assume la presidenza il Vicepresidente Marco Viérin.
Viérin M. (Presidente) - Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Avevo provato a fare delle domande puntuali; il collega Assessore Viérin ha fatto un po' di riflessioni, ma, oltre alle riflessioni, per adesso c'è poca roba. Come dicevo già nelle premesse, il 118 viene trasferito sotto al Pronto soccorso e prima era sotto la Rianimazione, ma attualmente - lo diceva anche lei - l'unico concorso che si farà, e non si sa quando, ma lei mi dice che tra poco si farà se ho capito bene, ci sarà questa possibilità in più. Non è scomparso il 118 ad oggi, era sotto la Rianimazione ma nulla è cambiato, è cambiato a livello di forma...come dire? ad oggi è rimasto tutto come prima. Mi chiedo, mi faccio una domanda: l'auto medica ad Aosta è usata dal medico di centrale e praticamente, nel momento in cui il medico di centrale utilizza l'auto medica, lascia la stessa centrale sguarnita. Mi sembra dalle risposte un po' il gioco delle tre carte. La domanda era, è e sarà: abbiamo la forza di garantire a tutto il territorio la stessa assistenza di emergenza-urgenza o no? Sei mesi fa mi sembrava che quella fosse quanto meno la proposta che arrivava da questi banchi, insieme ai colleghi: mi sembrava che fosse quella. Mi sembrava che quando si è deciso di congelare la riforma del DERA - io la chiamo così -, a Donnas si è garantito H24 il medico. L'iniziativa che abbiamo cercato di porre andava in quella direzione: diteci quando, se c'è la volontà e poi c'è la parte importante: come, giustamente. Non so se vi ricordate quando abbiamo parlato del Pronto soccorso, che, sottraendo del personale al Pronto soccorso, poi lo facciamo rientrare dall'altra parte della porta, pagando 50-60 euro all'ora in LPA, ma non abbiamo risolto il problema. Questa è un po' la sintesi dell'iniziativa che abbiamo posto e sinceramente, Assessore Viérin, ci aspettavamo, al di là della proposta che in parte si fa già adesso con il discorso dell'auto medica, ma ad oggi il rischio è di sguarnire comunque la Bassa Valle nel momento in cui fa l'operazione a Breuil Cervinia, che in questo momento è scoperto dalle 7:00 alle 15:00. C'è il medico, ma dopo quest'orario non c'è nessuno. Come a dire, con il gioco delle tre carte noi pensiamo che non si vada da nessuna parte. Il nostro unico obiettivo è che si crei...e ben venga la proposta dell'Assessore di confrontarci anche in commissione, ma, oltre al confronto in commissione, noi gradiremmo sapere quali sono le soluzioni: quanti medici ci vanno per poter garantire l'H24 nei quattro presidi; quante risorse in più ci vanno per garantire la stessa qualità, efficienza, tempismo, efficacia in tutti i 74 Comuni della Valle d'Aosta suddivisi da Donnas, Châtillon, Pronto soccorso di Aosta e Morgex.
Ultimo: voi sapete meglio di me che tra i candidati al concorso vi sono già probabilmente diversi medici, che operano a contratto nello stesso all'interno; anche su questo che non sia un gioco delle tre carte perché alla fine non andiamo assolutamente a migliorare la situazione, quanto meno - e mi riallaccio alla premessa che ho fatto all'inizio presentando questa iniziativa - come pensate di riportare a regime il sistema di emergenza valdostano, che comunque, dati alla mano, è calato di qualità. Questo era un po'...partendo dal presupposto che indubbiamente bisogna mettere sul tavolo delle soluzioni, proposte, immagino risorse e la volontà di condire i quattro punti se si decide di andare in quella direzione e fare da filtro al Pronto soccorso. Questo è un po' lo sconcerto da una parte, perché solo pochi mesi fa sostenendo il fatto di mantenere l'H24 a Donnas, l'obiettivo di congelare, secondo noi, il DERA come era stato organizzato all'epoca con il Signor Visetti a capo, che ha fatto delle scelte diverse dal punto di vista professionale...ma, al di là del gioco delle tre carte e della reggenza che avete dovuto mettere in campo a seguito della scelta del Signor Visetti, praticamente nulla è cambiato se non a livello di targhette. Il 118 oggi è sotto un altro cappello, ma a livello di sostanza poco è cambiato. Torneremo sicuramente su questo tema troppo importante.
Io penso che non più tutto si potrà fare a livello sanitario in Valle d'Aosta, ma c'è una cosa sola che sicuramente dovremo fare meglio ed è l'emergenza. Scusi, Presidente, ma il tema è un po' interessante soprattutto per chi dista 50-70 chilometri dall'ospedale e dal Pronto soccorso.