Oggetto del Consiglio n. 2330 del 21 settembre 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 2330/XIV - Interpellanza: "Valutazioni in merito alla richiesta di subconcessione di derivazione d'acqua dal torrente Chalamy ad uso piscicoltura da parte della S.F.E.G.I. 2 Srl di Champdepraz".
Rosset (Presidente) - Punto n. 21 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta; ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Con questa interpellanza vorrei sapere cosa sta accadendo nel Comune di Champdepraz relativamente ad una richiesta di subconcessione fatta da una società (S.F.E.G.I. 2) riferita alla possibile apertura di un'attività di piscicoltura.
La vicenda risale all'aprile del 2014 con una richiesta di subconcessione di acqua; a novembre dello stesso anno viene fatto un incontro tra i tecnici dell'Assessorato e la società stessa e viene redatto un verbale, in cui viene fuori sostanzialmente che ci sono alcune cose non chiare. Io ne ho rilevata una, quella che riguarda secondo me la cosa più importante: in fase di presentazione, tra la varia documentazione è necessario che i proponenti forniscano adeguate delucidazioni in merito all'attività gestionale illustrata, che sembrano prevedere l'utilizzo di specie quali la trota fario mediterranea e il gambero della Louisiana; quest'ultimo, specie autoctona, invasiva e portatrice della peste del gambero. Dalla documentazione presentata parrebbe si voglia in qualche modo allevare questo crostaceo, e mi sono preoccupato, perché ci sono tantissime zone d'Italia invase da questo animale del quale non riescono più a liberarsi. È un animale che tra l'altro distrugge tutta la fauna e la flora che trova, e questo mi ha portato ad accendere i riflettori su tale vicenda. Andando avanti nella richiesta di documentazione, si scopre che l'acqua di cui se ne prevede l'uso attualmente è utilizzata da un consorzio di miglioramento fondiario e che, da quello che so io, non è stata data nessuna autorizzazione per un'ulteriore subconcessione, nemmeno pareri o altro.
Aggiungo ancora che è stato chiesto diverse volte di fornire completa documentazione da parte della società per arrivare al termine dell'istruttoria della domanda; è stata chiesta in due momenti differenti, e complessivamente sono 18 mesi che si aspetta la documentazione definitiva. Al di là della questione esclusivamente tecnica sull'iter autorizzativo, io credo che il Governo regionale dovrebbe anche preoccuparsi del fatto che se, da un lato, bisogna incentivare la possibilità di creare lavoro e di fare impresa, dall'altro questo non deve essere fatto con una possibile distruzione dell'ambiente. Per quanto poi certi impianti possano essere sicuri, è capitato che in altre zone d'Italia questi siano stati i primi a creare problemi, poiché basta che si disperda un uovo e questo crea tutto quello che sappiamo.
Assessore, le chiedo a questo punto di farmi capire qual è la situazione; soprattutto se insieme all'Assessore all'ambiente, che credo sia direttamente più interessato alla questione, avete parlato di un possibile problema come questo, ed eventualmente spiegate a quella società che forse una cosa del genere non andrebbe assolutamente fatta.
Presidente - Per la risposta ha chiesto la parola l'Assessore Baccega; ne ha facoltà.
Baccega (SA) - La corposa documentazione inoltrata attraverso il 116 corrisponde altrettanto corposa interpellanza che ci chiede della subconcessione ad uso piscicoltura della società S.F.E.G.I. 2. In realtà la novità sta nel fatto che in data 6 settembre la società ha presentato all'Ufficio gestione demanio idrico una nuova soluzione progettuale, in base alla quale l'alimentazione degli impianti di piscicoltura avviene mediante la cessione di parte dell'acqua che è già nella disponibilità della derivazione ad uso idroelettrico della società Euriver, pertanto senza la necessità di effettuare un nuovo prelievo idrico dal torrente Chalamy. L'ufficio, ai fini dell'accoglimento della suddetta domanda e della sua valutazione, ha chiesto una serie di chiarimenti ovviamente a Euriver, in particolare in merito alla garanzia di approvvigionamento invernale, ossia nel periodo più critico dei due impianti. Qualora questa richiesta sia ritenuta accoglibile, la domanda presentata dalla società S.F.E.G.I. 2 in data 21 aprile 2014 - quindi quella a cui fa riferimento lei - verrebbe rigettata e istruita una seconda istanza. È ovvio che nel rilasciare questa autorizzazione dovranno essere poste delle clausole affinché i prelievi idrici dal torrente non vengano aumentati rispetto a quelli attuali, e che le specie ittiche allevate nell'impianto di piscicoltura della società S.F.E.G.I. 2 siano conformi alle indicazioni fornite dalla Struttura flora, fauna, caccia e pesca dell'Assessorato dell'agricoltura e risorse naturali, e dal Consorzio regionale per la tutela, l'incremento e l'esercizio della pesca in Valle d'Aosta, che saranno sicuramente coinvolti. L'iter istruttorio della nuova domanda è quindi avviato e in corso, non risulta ancora concluso, e pertanto non mi sento di anticipare l'esito di un'istruttoria di cui non conosco gli aspetti tecnici e altre valutazioni in merito.
Presidente - Per la replica ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta; ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Assessore, non so se ho compreso bene, provo a riepilogare. La prima domanda che è stata fatta a marzo 2014, se ho capito bene, è stata accantonata e ne è stata fatta una nuova; è stato presentato un nuovo progetto, quindi sulla stessa domanda c'è un nuovo progetto. Tra le varie richieste fatte alla società, l'ultima diceva che entro il 31 luglio 2016 bisognava dare risposta puntuale e precisa. Lei mi dice che è stata fatta una nuova risposta il 6 settembre, quindi è un po' oltre il limite massimo del 31 luglio; non importa, o meglio forse importa, perché io continuo ad avere dei grossi problemi e sarei anche curioso di capire. Adesso non so esattamente qual è, però io so per esempio che alcuni impianti hanno una portata ridotta d'inverno e funzionano solo in certi mesi d'estate, perché chiaramente la portata del fiume è quella, quindi si lascia un minimo per evitare che gelino i tubi e il resto dell'acqua è utilizzabile soltanto in certi mesi dell'anno. Non vorrei che in questo caso il problema fosse anche quello tra Euriver e S.F.E.G.I. 2, che poi, se non ricordo male, entrambe fanno parte della stessa famiglia, e questa è la cosa ancora più divertente. C'è poi anche una questione sul posizionamento della vasca sul territorio, perché dove si era pensato in un primo momento, da un punto di vista catastale non era possibile farlo. Ci sono tante cose su questa situazione che ancora non funzionano, ma siccome siamo ancora durante l'iter, forse si possono risolvere. A questo punto sospendo anch'io il giudizio, le farò un'ulteriore 116, rivedrò di nuovo tutto e cercherò di capire se riusciamo magari a fare una cosa corretta.
Resta un fatto, però: se un'azienda arriva e propone di allevare delle specie che sinceramente sono poco utili per l'ambiente, forse sia lei che l'Assessore all'ambiente - al quale poi lo chiederò - dovreste fare qualcosa per evitare questo problema; non importa l'iter autorizzativo, non si può fare e fine del discorso, senza aspettare in questo caso 18 mesi di discussione, poi magari altri 18 per poi farglielo fare.