Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2325 del 21 settembre 2016 - Resoconto

OGGETTO N. 2325/XIV - Interpellanza: "Valutazioni in ordine alle operazioni di concessione di mutui, da parte della Finaosta, per il finanziamento del piano di sviluppo della Casa da gioco".

Rosset (Presidente) - Punto n. 16 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin; ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Illustrando questo testo proverò a fare una ricostruzione di quello che è successo a partire dalla famosa delibera n. 1465 del 2012. Personalmente penso, in un momento in cui ci si concentra su quella che dovrebbe essere la futura legge sulla trasparenza delle partecipate, che si debba partire facendo tesoro dell'attuale situazione per quello che riguarda le partecipate, e soprattutto le società in house, le società totalmente pubbliche. Ritengo pertanto opportuno ricordare quanto successo a partire dal 2012 poiché nel 2012, con delibera di Giunta regionale, si rileva che il fabbisogno di indebitamento a medio-lungo termine per la realizzazione del piano di sviluppo della Casino de la Vallée è determinato in 50 milioni di euro, pari a circa il 60 percento della spesa totale, per la durata massima di 15 anni e con questa operazione si autorizzano due opposte operazioni di mutuo chirografario senza rischio per Finaosta. La prima operazione è tra Finaosta S.p.A. in gestione speciale e Compagnia valdostana delle acque per il reperimento del fondo necessario per il finanziamento della seconda operazione tra il Casino de la Vallée e Finaosta in gestione speciale per il finanziamento di parte del piano di sviluppo.

A seguito di questa delibera, Finaosta avvia l'iter e mette in piedi questa doppia operazione di mutuo chirografario. C'è una seconda delibera di Giunta regionale, la n. 823 del 23 ottobre 2014, con la quale, a seguito della ricapitalizzazione di 60 milioni avvenuta con delibera di Consiglio regionale, si incarica Finaosta a finalizzare un importo pari a 30 milioni di euro dell'aumento di capitale a rimborso parziale del mutuo per la Casino de la Vallée S.p.A. nei confronti di Finaosta, quel famoso indebitamento ai sensi della delibera n. 1465. A questo punto la Regione quel giorno incarica Finaosta a concedere un mutuo di 50 milioni, poi obbliga con un atto successivo a restituirne 30, per cui il debito residuo è di 20 milioni.

La mia interpellanza va nel senso di capire qual è stata la valutazione della Direzione generale e del Consiglio d'amministrazione della società Finaosta che ha permesso l'erogazione del mutuo di 50 milioni con rischio a carico in favore di Casino de la Vallée, e cosa è successo nel frattempo nella società Casino per indurre Finaosta, nell'arco temporale settembre 2012-bilancio di esercizio 2015, a riclassificare il debito residuo dei 20 milioni tra le esposizioni deteriorate. C'è qualcosa che non torna in tutto questo ragionamento: se io nel 2012 delibero come Direzione generale e Consiglio d'amministrazione che posso erogare un mutuo di 50 milioni e nel 2015, tre anni dopo, dopo che con atto regionale ne ho fatti restituire 30 su 50, gli altri 20 milioni vengono classificati come esposizione deteriorata, vale a dire circa la metà delle esposizioni deteriorate all'interno della relazione di Finaosta. È interessante capire se le responsabilità giuridiche di eventuali danni derivanti da questo tipo di gestione della finanziaria che fa capo al Governo regionale siano da ritenersi esclusivamente imputabili alla Direzione generale e al Consiglio d'amministrazione, perché viene da pensare che ci sia stata probabilmente, all'atto dell'erogazione dei 50 milioni, qualche ingerenza politica, un forzare la mano.

L'ultima domanda è relativa al fatto se questa nuova maggioranza intenda avviare un'operazione di trasparenza comprensibile e tangibile a tutti i cittadini valdostani, almeno sulle società pubbliche controllate, in particolare sulla Casino, visto che si paventa una possibile gestione privata della società stessa. Però sarà difficile che si riesca a rendere appetibile una gestione privata se non si fa trasparenza su un passato quanto meno con luci e ombre.

Qui mi rivolgo a lei, Presidente Rosset, non sono voluto intervenire quando è intervenuta prima la collega Certan. A seguito di questa curiosità emersa, in data 5 luglio 2016 ho chiesto copia di tutta la documentazione verbale con cui Finaosta S.p.A. classifica la società Casino de la Vallée dal 2012 ad oggi, in particolare quella del settembre 2015 con la quale viene classificata "inadempiente probabile". La risposta che mi è stata data è questa: "In riscontro alla sua richiesta, si comunica che Finaosta S.p.A. ha ritenuto inaccoglibile l'istanza di accesso trattandosi di atti interni contenenti informazioni riservate sulla situazione economica patrimoniale e finanziaria dei singoli debitori analizzati, la cui disamina è rimessa all'esclusiva valutazione della Direzione generale e del Consiglio d'amministrazione". Mi rivolgo a lei, perché chiaramente qui non si tratta di una società che opera, ma si tratta di due società in house, la finanziaria regionale e la Casino S.p.A., che è totalmente pubblica, per cui i casi sono due: o per il Regolamento avete i numeri e lo modificate, cancellate il diritto di accesso, fate ciò che volete, oppure intervenite immediatamente, perché queste sono risposte inaccettabili a termini di Regolamento. Non è così che si può pensare di fare chiarezza sul futuro delle partecipate quando si negano accessi ad atti come questi! Qua non c'è strategia aziendale, non c'è nulla che tenga, non ci sono sentenze pregresse, e questo è l'articolo 116 del Regolamento: se c'è, si fa applicare, sennò cancellatelo! Prendetevi la responsabilità come nuova maggioranza di cancellare l'articolo di accesso agli atti.

Detto questo, io penso che i cittadini valdostani, quelli che hanno compreso poco l'iter con cui in questi anni si è cercato di mettere un velo pietoso sull'andamento della Casino, non possano accettare un discorso del genere. In quest'aula, poco tempo fa, quando c'è stata la riduzione dei tassi - e io ritengo anche fossero dei tassi quasi al limite dell'usura, non ho timore di dirlo - è stato detto che la Casino viene trattata alla stregua di tutti gli investitori, di tutti coloro che chiedono l'accesso al credito. Io vorrei capire se un creditore comune avrebbe avuto lo stesso trattamento; voglio anche capire cosa succede, perché quando un creditore comune chiede un accesso alla Finaosta, alla finanziaria regionale o altro istituto, gli vengono domandate delle garanzie solide: non succede come alla Casino che si crea disavanzo e si ricapitalizza come è successo negli ultimi anni, perché questo è inaccettabile. Lo dico anche per voi, io sarei veramente preoccupato - e lo dico con tutta sincerità - per coloro che hanno sottoscritto e comunque hanno votato a favore in maniera nominale all'aumento di capitale, dove il 50 percento dell'aumento di capitale era finalizzato a ridurre un mutuo in cui la rimanenza dei 20 milioni è stata calcolata tra le probabili inadempienze.

Presidente - Non voglio ritornare su un argomento che è all'ordine del giorno di ogni Consiglio, quello della competenza sui 116, ma prima di proseguire vi dico che non possiamo entrare nel merito della risposta, non ci appartiene. Oltretutto voglio ricordare la responsabilità di ogni Consigliere nel divulgare le notizie che ha a disposizione. Prendiamo atto, per esempio, che oggi sul giornale è emerso un qualcosa che è stato risposto ad un 116, quindi c'è anche la responsabilità di non divulgare le notizie.

Per quanto riguarda la risposta nel merito della sentenza, non posso andare a discuterla: o noi affrontiamo il problema in senso globale, oppure mi devo attenere alla responsabilità.

Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta; ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Per mozione d'ordine.

Se cominciamo a parlare del 116 dovremmo fare tutta una serie di questioni, perché io ricordo benissimo quando lei, seduto tra questi banchi, cercava di difendere in tutte le maniere il fatto che non riceveva le risposte. Il discorso della sentenza è un discorso estremamente strumentale che viene portato avanti in spregio a qualunque regolamento da alcune società partecipate, non da tutte. Secondo argomento importante: anche prima della sentenza non arrivavano le risposte. Siccome faccio parte della Commissione Regolamento, se lei volesse anche questo pomeriggio cominciare a convocare la Commissione Regolamento per trovare delle soluzioni... perché anche quando abbiamo fatto una breve esperienza insieme nell'Ufficio di Presidenza mi sono reso conto che comunque sia si poteva fare qualcosa, ma non si vuole fare politicamente. Chiedo scusa per l'interruzione.

Presidente - È un argomento che affronteremo in un'altra sede.

Ha chiesto la parola l'Assessore Perron; ne ha facoltà.

Perron (UV) - Sul punto n. 1, collega Gerandin, la valutazione della Direzione generale e del Consiglio d'amministrazione della società, che hanno permesso l'erogazione del mutuo di 50 milioni che lei citava, è basata su documenti messi direttamente a disposizione da Finaosta e da Casino de la Vallée, tra cui il budget dal 2012 al 2015. Il mutuo è stato concesso su preciso ed espresso mandato del Governo regionale. La Finaosta è iscritta all'albo degli intermediari finanziari del Testo unico bancario (articolo 106) e in tale ambito deve procedere ad una periodica ricognizione dei crediti che ha. Questa ricognizione che - voglio precisarglielo, collega - deve essere operata dagli intermediari soltanto ai fini delle segnalazioni statistiche di vigilanza, rispetta rigidi parametri di valutazione e classifica i crediti non performing secondo tre categorie: le sofferenze, le inadempienze probabili e le esposizioni scadute e/o sconfinanti e deteriorate. Il credito nei confronti di Casino de la Vallée a fine 2015 è stato classificato in via più che prudenziale nella categoria 2 (inadempienza probabile), pur avendo uno sguardo rivolto essenzialmente all'esame dei bilanci passati che presentano dei ripetuti esercizi in perdita. Mi permetto di dire che l'assegnazione alla categoria 2 (inadempienza probabile) non corrisponde a quello che può essere immaginato il reale contenuto intuitivo della locuzione. Ad oggi le rate del Casino de la Vallée sono regolarmente pagate, come tutte; la definizione di "inadempienza probabile" che lei evocava è riferita al glossario della Banca d'Italia e si riferisce alle esposizioni che, a giudizio dell'intermediario circa l'improbabilità che senza il ricorso ad azioni - quali l'escussione delle garanzie - il debitore adempia integralmente alle sue obbligazioni creditizie. Questa valutazione va quindi operata indipendentemente dalla presenza di eventuali importi o rate scadute e non pagate. Ritengo utile sottolinearle che, a seguito di questa classificazione, non c'è stato nessun impatto sulla valutazione del merito creditizio di Casino de la Vallée, anche da parte di tutto il sistema bancario che ha regolarmente rinnovato gli affidamenti in essere, così come Finaosta non ha - giustamente, direi - operato nessuna svalutazione del credito.

Punto n. 2: le responsabilità giuridiche. Credo che Finaosta abbia sempre operato secondo le precise norme sulla vigilanza, avendo ben cura di perseguire un monitoraggio continuo sul credito, tutto il credito concesso, non privilegiando Casino a discapito di altri, come in qualche modo sembrava evocare lei. Dell'attività svolta dalla Direzione generale e dal Consiglio d'amministrazione ovviamente ne rispondono gli stessi organi, in primis la società. Al momento, collega Gerandin, non esiste alcuna azione generatrice di danno, quindi ritengo non ci sia alcuna responsabilità pendente sul Governo regionale.

Punto n. 3. Io credo che su questa vicenda ci si sia sempre mossi con estrema trasparenza, non nascondendo mai nulla, perché tutte le operazioni di finanziamento nei confronti di Casino de la Vallée sono state adottate con deliberazione di Giunta o di Consiglio, quindi sono atti pubblici. Lo stesso tema è stato discusso a lungo in Consiglio regionale, quando abbiamo parlato del bilancio 2015 del Casino de la Vallée; il finanziamento di cui parliamo è stato interamente destinato alla realizzazione degli investimenti previsti dal piano di rilancio e di sviluppo della Casa da gioco, che questo Consiglio regionale ha approvato. Alla luce di tutto questo, credo che le azioni della Regione siano sempre state indirizzate al massimo della trasparenza.

Collega Gerandin, non oggi, ma su questo argomento tornerò, perché quanto meno ritengo che non in questa occasione, ma in tante occasioni, ci sia stato su questa tematica perlomeno della disinformazione, per non usare altri argomenti. Voglio tornarci, ricostruendo sin dall'inizio tutti i percorsi che sono stati adottati dalla delibera da lei citata, quella del 2012, fino agli ultimi atti di finanziamento, per dimostrare in modo inequivocabile che la situazione nella quale si trova oggi Casino de la Vallée è dovuta essenzialmente al fatto che la società - caso unico tra tutti i finanziamenti che avvenuti in questa Regione - ha effettuato direttamente tutte le operazioni di investimento. Su questo mi permetto di ricostruire un dossier, di tornarci pubblicamente per avere modo di confrontarci e ricostruire in modo corretto e dettagliato, anche per l'opinione pubblica, tutto ciò che è avvenuto con la massima trasparenza su questa materia e sul percorso finanziario seguito.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin; ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Non voglio dilungarmi sui 116, ma le torno a ripetere, Presidente, che in merito alla mia richiesta di 116, la sentenza famosa che si cita da tutte le parti non ha alcun riferimento, perché questi sono atti che non fanno parte di una strategia aziendale, ma sono atti sui quali ciascun Consigliere può avere accesso. Probabilmente con l'entrata in vigore della "Madia" non solo i Consiglieri potranno avere accesso a questi atti. Noi ci auguriamo che sia il Governo centrale, con propria legge, a fare chiarezza e trasparenza. Noi arriviamo sempre dopo, e questo è un vero rammarico.

Per quanto riguarda la sua replica, Assessore, lei ha risposto in maniera molto parziale: se veramente lei - e parto dal suo ultimo passaggio - è disponibile a fare chiarezza per far capire tutto quello che è stato il passato, bisogna cominciare a non aver paura e a dare accesso agli atti. La lettera che ho ricevuto e che ho citato, in cui si diceva che non avevo diritto ad avere accesso a questi dati, l'ha firmata lei, Assessore! Se lei vuole veramente essere coerente con quanto ha detto in quest'aula, chiami i vertici delle sue partecipate e dica che l'orientamento politico, come quello di dare 50 milioni di mutuo, è di fare trasparenza, tenuto conto che è tutta gente nominata dalla politica, dalla vostra maggioranza, dal vostro Governo, per cui avete possibilità di incidere! Basta che diciate a queste persone di non trincerarsi dietro a delle palesi scuse e di dare applicazione a quanto lei ha detto in aula. Noi non chiediamo null'altro, non vogliamo fare processi; se avete fatto delle cose in maniera regolare, ben venga. E il fatto che la Casino de la Vallée abbia onorato fino ad oggi le rate mi sembra il minimo, nel senso che normalmente quando la società Casino non è in grado di pagare i creditori, le rate dei mutui, gli stipendi del personale e quant'altro, si procede con ricapitalizzazione. Sarà quello che succederà nel bilancio, lo prevedrete nel bilancio dell'anno prossimo. Glielo dico adesso: a settembre, nel bilancio che prevedrete, ci sarà la ricapitalizzazione del Casinò per evitare che i 20 milioni da probabili inadempienze o crediti deteriorati passino nella terza fascia, quella che lei ci ha detto. Se non è così, dalla seconda passeranno alla terza, Assessore, e lei lo sa. Per cui è inutile nascondersi dietro a delle parvenze che di fatto non sono queste. Questa è la cruda realtà. Quando io le continuo a ripetere che la Casino ha avuto un percorso del tutto preferenziale dico questo: se io do un mutuo ad una società alberghiera per rifarsi l'albergo, succede che se io non pago una rata le banche mi classificano come probabile inadempiente e non ho più alcun accesso a nessun istituto; invece, avendo la tutela da parte della Regione ed essendo una società in house dove i debiti mi vengono ricapitalizzati, qual è la banca che non mi dà i soldi? È ovvio che è così! Però, se io operatore privato non pago una rata di mutuo io ho dato delle garanzie in solido, invece questi sono mutui chirografari dove chi ne risponde è la Regione, chi ne risponde è l'azionista privato, io non metto un euro, non metto un metro quadro di vincolo. È questa la differenza.

Mi dispiace, Presidente, se lei non condivide è una sua opinione, e veramente non mi può importare di meno. Vada a chiedere agli operatori a Saint-Vincent se non pagano la rata di un mutuo... magari gli sequestrano pure l'immobile, invece questi fanno concorrenza come vogliono, tanto qualcuno paga: questa è la cruda realtà, questa è la realtà della trasparenza che volete! Assessore, se lei vuole veramente fare il paladino della trasparenza, con me avrà un'autostrada aperta, però ci si confronta sulla base di garantire il diritto di accesso agli atti. Non ci nascondiamo più dietro a imposte, crediti anticipati o quant'altro.