Oggetto del Consiglio n. 2324 del 21 settembre 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 2324/XIV - Interpellanza: "Verifica del possesso dei certificati di prevenzione incendi degli edifici siti in località Autoporto".
Rosset (Presidente) - Punto n. 15 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta; ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Questa interpellanza richiama quella fatta dal mio collega il 20 aprile 2016, sempre riferita alla situazione della normativa antincendio dei locali dell'Autoporto. In quell'occasione l'Assessore Perron - credo mi risponda nuovamente lui su questa - disse che c'erano due pratiche in corso, la n. 7787 e la n. 7788, e che era stata fatta una SCIA per la quale si poteva gestire tranquillamente tutto quanto l'iter. Sulla base della risposta data dall'Assessore Perron ho fatto alcune ricerche che mi hanno portato a capire una cosa: quell'edificio è in classe C, per cui non basta fare la SCIA, tant'è che l'ho chiesto ad un professionista. Poi magari è l'Assessore Donzel che mi risponde, quindi le lascio copia, Assessore, di ciò che mi ha scritto questo professionista in materia di infortunistica e antincendio, riferita alle attività di cui stiamo parlando. La risposta al quesito dice che "per gli edifici in classe C non si può esercitare attività soggetta a controllo di prevenzione incendi in assenza di CPI, a meno che non si sia all'interno di intervalli temporali di adempimento burocratico indicati dalla normativa". Quali sono gli intervalli di adempimento burocratico? In sostanza, senza andare troppo nel dettaglio, sono 90 giorni: 60 giorni dall'inizio della richiesta e altri 30 successivi alla conclusione dei lavori. Chiaramente ci sono delle piccole deroghe, che nella documentazione che ho io non sono state fatte, di conseguenza mi sembra che gli edifici posti in località Autoporto non rispondano alle normative, nel senso che non hanno il certificato che servirebbe. Da qui viene l'interpellanza che chiede sostanzialmente se effettivamente è questa la situazione, quali sono le intenzioni del Governo da riferire alla società per cercare di sistemare e sanare questa situazione.
Le preannuncio che posso lasciarle copia della risposta al quesito puntuale fatto al professionista, in maniera tale che finalmente si faccia chiarezza su questo punto. Il semplice fatto che - sempre ricordando la risposta dell'Assessore Perron - due attività abbiano probabilmente - lo sottolineo, perché ho provato a chiedere ma non mi sono stati dati - il relativo certificato, non significa che ce l'abbia l'intero complesso. Anzi, l'intero complesso, da quello che ho visto io e da tutta la documentazione che ho chiesto e mi è stata inviata, non ce l'ha, perché io non l'ho trovato. C'è una SCIA, ma, ripeto, questa soluzione non funziona per gli edifici in classe C, e di conseguenza io credo che non ce l'abbia. Attendo quindi la risposta.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Donzel; ne ha facoltà.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Mi permetto di fare gli auguri al collega Ferrero che seguiva questo dossier, aspettiamo che torni presto tra di noi.
In merito alla situazione che lei ha rappresentato correttamente, proprio in ripresa dell'attività ispettiva svolta dal collega Ferrero, effettivamente le indicazioni trasmesse dal Governo regionale alla società Autoporto Valle d'Aosta sono quelle di procedere al più presto alla regolarizzazione della situazione che, al momento attuale, risulta essere rispondente alla normativa per quanto riguarda le singole attività, ma effettivamente - come lei ha rilevato - rispetto all'edificio globale risulta mancante ancora del certificato definitivo. Vorrei chiarire per non creare facili allarmismi, non è perché ci sono situazioni disastrose. È stato affidato un incarico, il professionista ha individuato le due grosse criticità che ci sono relative a due possibili vie di fuga, una peraltro esistente, ma ai sensi della nuova normativa la scala a chiocciola sul versante deve essere perfezionata, ampliata.
Lei avrà seguito in dettaglio la cosa per capire e dare concretezza a questa materia e non lasciarla nel fumo, dal momento che - poi avremo modo di vedere anche su un altro documento l'importanza che ha quell'area - è effettivamente un'area su cui insistono oltre 700 lavoratori, è frequentata da migliaia di persone ed è particolarmente attrattiva in questo momento, pertanto deve esserci tutta l'attenzione. L'attività di concerto con il Comando dei Vigili del fuoco è quindi stata fatta. Il motivo per cui non si è intervenuti a breve è perché è arrivata l'indicazione da parte di un soggetto - parlo del Carrefour, quindi non un soggetto qualunque - di intervenire con una modifica sostanziale degli accessi che favorirebbe la circolazione delle persone all'interno di tutta l'area, con grande beneficio anche per le altre attività. Lei capisce che se, come società pubblica, noi andiamo a costruire una scala antincendio che riguarderebbe la parte a sud dell'edificio e dopo pochi mesi ci troviamo il Carrefour che cambia l'impostazione delle uscite, ci troviamo di fronte a quei paradossi che dobbiamo ricominciare tutto daccapo avendo fatto un investimento di soldi pubblici che non avrebbe le ricadute corrette. Lo studio è avviato e si va nella direzione di sanare questa cosa. Si sta semplicemente verificando con il Carrefour, e naturalmente si terrà conto anche di qualche altro soggetto importante se dovrà fare delle modifiche, di modo che l'intervento di ottenimento del CPI globale possa arrivare in una situazione in cui il giorno dopo non ci rimettiamo di nuovo a lavorarci sopra, perché sennò diventa un lavoro infinito, con un utilizzo non corretto - io direi - del denaro pubblico.
La situazione attuale è in sicurezza, anche i singoli soggetti hanno presentato delle SCIA a cui è importante che sia dato il seguito dovuto e, per quanto mi concerne in questo momento, solleciterò ulteriormente la società onde trovare un preaccordo con il Carrefour, in modo da poter eventualmente accelerare le procedure burocratiche che ci portino ad avere questa condizione. La condizione in cui si trovano gli edifici del Carrefour è particolarmente performante perché tutti gli impianti sono a norma. Non siamo quindi in una situazione di emergenza, ma le risposte che voi state chiedendo è corretto chiederle ed è corretto sollecitare l'Amministrazione regionale per arrivare ad un punto finale che - sappiamo - in una situazione di evoluzione normativa permanente non c'è mai. Pertanto la vigilanza deve esserci e non soltanto di tipo burocratico, ma anche sostanziale.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta; ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Assessore, non volevamo fare dell'allarmismo, abbiamo semplicemente spiegato qual è la situazione. Siamo così tesi su questa situazione perché ci sono stati dei contenziosi in passato rispetto ad alcune attività che si erano insediate e proprio riguardanti questo argomento; quei contenziosi hanno poi generato dei danni a quelle attività, perché - come lei saprà sicuramente - una in particolare è stata costretta poi ad andare via. Come noi, come Amministrazione regionale, siamo molto fiscali verso l'esterno nel voler essere puntuali, precisi, accorti e molto specifici nell'avere tutta una serie di documenti, io credo che dovremmo esserlo anche per quando trattiamo noi le cose. Sono certo che se questa situazione non fosse in capo a un edificio di proprietà di una società regionale probabilmente adesso sarebbe completamente diversa, al di là dei 700 lavoratori: è questo che non va a bene. È una questione che sembra di forma, ma in realtà va a toccare la sostanza di ciò che accade normalmente in Valle d'Aosta: se un privato deve aprire una finestra in un immobile c'è un iter che non finisce più, succede di tutto; se lo fa la Regione, può fare qualsiasi cosa che tutto va bene.
Assessore, io non ce l'ho con lei personalmente, perché il suo lavoro lo sta facendo; sistemare le cose ed evitare di farle due volte mi sembra sacrosanto, però qui andiamo avanti dal 2012, forse anche da prima! Adesso che si stia cercando di trovare una soluzione ottimale ben venga, però andiamo avanti da anni e anni su questa situazione. Ne abbiamo già parlato diverse volte in questo Consiglio e forse vedremo la luce non si sa quando. Lei dice adesso che dobbiamo sistemarla, che la stiamo sistemando, forse arriveremo al dunque, però siamo in una situazione che non è perfettamente nei termini di legge: questo è il punto. Che poi la cosa non sia direttamente in capo a lei, nel senso che l'altra volta mi ha risposto il collega Perron, può essere un mio errore, ma non è questo il punto. La questione è che il Governo nel suo complesso, secondo me, doveva attivarsi già prima; se si attiva è comunque tardi e se poi arriveremo alla conclusione della questione sarà finalmente una cosa buona e giusta. Però non si può andare avanti in questa maniera: usare due pesi e due misure in continuazione. Se usiamo le regole le usiamo per tutti, e devono valere anche per le cose che fa l'Amministrazione regionale, non soltanto quando ci rivolgiamo ai privati. Spesso negli uffici si dice al privato cittadino di fare ricorso nel caso in cui non gli stiano bene le cose, ma poi alla fine sappiamo benissimo che non succede perché per fare ricorso ci vogliono migliaia di euro. Tutto qua.