Oggetto del Consiglio n. 2320 del 21 settembre 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 2320/XIV - Interrogazione: "Risultanze emerse dall'attività del gruppo di esperti sull'applicabilità del disegno di legge in materia di agibilità".
Rosset (Presidente) - Punto n. 9 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola l'Assessore Baccega; ne ha facoltà.
Baccega (SA) - A seguito dell'audizione in commissione da parte di alcune Associazioni e degli Ordini, in effetti si sono evidenziate alcune problematiche dal punto di vista tecnico che prima non erano state sollecitate nei precedenti confronti avvenuti. In particolare, mi riferisco all'articolo 63 bis, comma 3, lettera c), che in questo caso sollevava delle perplessità relative al fatto che un'interpretazione letterale del testo, così come era scritto, poteva far presupporre che anche un semplice intervento di sostituzione di una caldaia piuttosto che di sostituzione di serramenti influirebbe sulle condizioni energetiche, e quindi andrebbe ad avere la necessità di una nuova agibilità.
Altro approfondimento sostanziale riguarda l'articolo 63, comma 8, che era valido per gli edifici esistenti non soggetti ad interventi edilizi, là dove viene indicato che alla segnalazione di certificato di agibilità deve essere allegata un'attestazione da parte di un professionista abilitato circa la sussistenza delle condizioni di sicurezza, di igiene, di salubrità, di risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati, quindi valutata secondo quanto dispone la normativa statale e regionale vigente. È chiaro che questo aspetto aveva sollevato alcune questioni circa la possibilità reale che una consistente porzione del patrimonio immobiliare regionale possa rispettare le norme attualmente vigenti; soprattutto parliamo delle nuove norme sulla normativa sismica per gli edifici costruiti prima che il territorio regionale fosse classificato sismico, piuttosto che il rispetto delle altezze minime nelle unità abitative o la rispondenza alle recenti norme per il risparmio energetico.
Dal confronto avviato successivamente con Ordini e Associazioni, dove tutto questo aveva ovviamente fatto sì che si sospendesse l'iter della legge, confronto al quale ha partecipato anche il collega Assessore Bianchi per le competenze urbanistiche che la legge andava a racchiudere, si sono raccolte delle istanze ed è stato istituito un gruppo di lavoro che aveva poi l'obiettivo di chiarire i diversi aspetti. Ci sono stati molti incontri nel mese di agosto, l'ultimo il 9 settembre; si sta ancora lavorando nella direzione della delibera attuativa e questi incontri hanno portato ad anticipare il recepimento di alcune indicazioni già contenute nello schema di decreto legislativo statale, contenuti che si sono resi disponibili soltanto l'11 luglio dopo l'avvio dell'iter del decreto legge n. 89 da noi proposto.
Verranno presentati alcuni emendamenti al disegno di legge n. 89. Per la realizzazione di opere minori, vi sarà la possibilità di presentare una dichiarazione di regolare esecuzione da parte del direttore dei lavori, in sostituzione del collaudo. Vi sarà poi l'adeguamento in diminuzione dell'importo delle sanzioni: i nuovi importi saranno di 77 euro minimo fino a un massimo di 464 (la proposta iniziale era di 250 fino a 1.500, quindi c'è una bella e sostanziale differenza). Il terzo emendamento, all'articolo 63, introduce anche l'attestato di prestazione energetica nei casi e con le modalità previste dalla normativa di settore nazionale. Infine, gli altri aspetti sollevati saranno affrontati e chiariti nell'ambito della delibera attuativa che è in itinere. Ho anticipato alcuni aspetti che ovviamente saranno discussi prima in commissione, nella quale entreremo nel merito degli emendamenti che andremo a proporre. Per quanto riguarda la normativa di settore vigente all'atto della presentazione della SCIA, verrà evidenziato che le singole norme di settore, che spesso sono nazionali, già oggi prevedono specifiche deroghe in funzione dell'anno di costruzione dell'immobile, come ad esempio l'obbligatorietà dell'abbattimento delle barriere architettoniche, previsto per le nuove costruzioni in caso di ristrutturazioni interne degli edifici.
Per quanto riguarda il rispetto della normativa in materia di costruzione in zone sismiche per gli edifici esistenti che non sono soggetti ad interventi edilizi e ad esclusione delle opere strategiche, è stata prevista la possibilità di non procedere alla verifica della struttura rispetto all'azione sismica per quelle opere la cui realizzazione è avvenuta prima che la regione fosse classificata come zona sismica. È un minore onere, ovviamente, previsto in relazione al patrimonio edilizio esistente in regione, che comporterebbe ovviamente degli oneri pesanti e aggiuntivi per i cittadini. Spero di essere stato esaustivo. Il dibattito prosegue e proseguirà certamente in commissione.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Roscio; ne ha facoltà.
Roscio (ALPE) - Grazie Assessore per la risposta, ma vorrei fare alcune osservazioni rifacendo un po' la storia che ha portato al disegno di legge n. 89.
Noi avevamo sollecitato spesso con delle iniziative, in particolar modo relative alle problematiche della sismica, per arrivare ad una risoluzione dei problemi nell'ottica di agevolare i cittadini, cosa che non era, per diverse motivazioni che non sto qui a ripercorrere. Lo scopo finale era quello di andare incontro agli oneri che derivavano dall'applicazione delle norme nei confronti dei cittadini. Avevamo quindi visto di buon occhio il fatto che finalmente si presentasse da parte del Governo una norma che andasse a regolamentare questi aspetti con dei temi anche più di attualità - come ha ricordato lei, Assessore - per esempio il risparmio energetico. Il problema è che quando abbiamo fatto un'audizione in commissione, a luglio, i diversi Ordini hanno detto di condividere la legge, con l'avvertenza di andare a vedere. Era stata chiamata la signora Maria, la signora che vuole fare i lavori non su edifici nuovi ma su edifici esistenti, e leggo le testuali parole che la dicono molto meglio di quanto potrei dirla io: "da come è scritta la legge, si rischia di dover adeguare l'intero fabbricato a tutta una serie di norme, e in questo momento diventerebbe molto complicato, oneroso, quasi impossibile". Questo è quanto è risultato dall'audizione con chi tutti i giorni lavora in questi campi su una norma che il Governo aveva portato nel tentativo di risolvere questo problema.
Un appunto sul metodo: adesso noi abbiamo dilatato i tempi in maniera ingiustificabile, perché comunque noi avremmo voluto che il confronto con i professionisti avvenisse prima, in modo da poter avere una norma che, almeno tecnicamente, stesse in piedi; invece questo non è avvenuto, a meno che gli ordini professionali non vengano a raccontarci delle frottole in commissione, ma non credo. Su questo un appunto ci sentiamo di farlo, perché si perde inutilmente del tempo: anche solo due mesi, ma potevano essere due mesi spesi diversamente. Ora aspettiamo che queste questioni siano risolte.
Un'altra questione che vorrei porre è di carattere più generale. Lei, Assessore, conosce meglio di me la situazione di crisi in cui grava l'edilizia; forse bisognerebbe fare alcuni ragionamenti, alcuni approfondimenti su quale deve essere il ruolo del pubblico. Il ruolo del pubblico forse non deve essere cercare di replicare dei meccanismi tipici dei tempi passati dove si interveniva di prepotenza per rilanciare un settore; forse nel momento in cui la crisi comunque è persistente, e di cui non si vede la fine, il pubblico dovrebbe anche guardare al di là di metodi vecchi e cercare di creare delle condizioni magari per recuperare un patrimonio anche privato, non solo pubblico, che avrebbe bisogno di interventi che oggi non si riescono a fare. Mi sembra che i dati sui finanziamenti pubblici per intervenire in quel settore siano ancora molto limitati. Dalle ultime delibere che abbiamo visto si fa fatica anche ad andare a prendere i soldi dei mutui stanziati, per cui alla fine ci sono delle misure che non vengono utilizzate dai cittadini. La morale della favola è che non si danno risposte, l'edilizia continua a perdere i lavoratori che ormai sono ridotti alla metà di quelli ante crisi, e su questo forse una riflessione più attenta bisognerebbe farla.
Presidente - Il punto n. 10 all'ordine del giorno è rinviato.