Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2298 del 27 luglio 2016 - Resoconto

OGGETTO N. 2298/XIV - Discussione generale congiunta sulla relazione della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti su "la gestione del servizio sanitario della Regione Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste. Esercizio 2014", sul DL n. 85 (Approvazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2015), sul DL n. 86 (Primo provvedimento di variazione al bilancio di previsione della Regione per il triennio 2016-2018) e sul DL n. 87 (Disposizioni collegate alla legge regionale di variazione del bilancio di previsione per il triennio 2016-2018). (Reiezione di cinque ordini del giorno. Ritiro di un ordine del giorno)

Rosset (Presidente) - Punti n. 13.01, n. 14.01, n. 14.02 e n. 14.03 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il collega La Torre, ne ha facoltà.

La Torre (UV) - Prendo la parola come relatore per la relazione congiunta sui DL n. 85, n. 86 e n. 87. Penso che la relazione della Corte dei conti sia una presa d'atto, sostanzialmente si è già preso atto in commissione.

Inizierò dal DL n. 85, quindi dal rendiconto. Le entrate della Regione nell'anno 2015, escluse le partite di giro, ammontano a 1,348 miliardi, più alte rispetto alla previsione iniziale, ma inferiori rispetto al precedente esercizio. Rilevante, data la composizione delle entrate del nostro bilancio, è l'esame dell'andamento delle entrate registrate nel Titolo I che rappresentano oltre l'80 percento delle entrate totali e che includono il gettito delle imposte erariali compartecipate (nella misura dei 9 decimi) e dei tributi propri, nel caso di specie afferenti sia a entrate tributarie proprie della Regione, sia a quelle altrove di competenza delle Province.

Il calo del Titolo I rispetto al dato del consuntivo 2014 ha riguardato sia la compartecipazione ai tributi erariali, sia il gettito dei tributi propri, ma in entrambi i casi la riduzione è attribuibile in parte ad interventi normativi statali (accise e IVA sostitutiva). Tra i tributi propri la riduzione si è verificata nel gettito dell'IRAP in conseguenza della legge di stabilità per il 2015.

Tutte le altre entrate hanno fatto registrare per contro un incremento rispetto all'esercizio precedente, in misura anche molto significativa: ciò ha permesso di mantenere il livello complessivo di risorse disponibili sul livello degli anni precedenti.

Le spese. La previsione di spesa definitiva alla chiusura dell'esercizio finanziario 2015 è pari a 1,643 miliardi, in aumento di circa 268 milioni rispetto alle previsioni iniziali di 1,375 miliardi, pari al 19,48 percento, per effetto dell'applicazione dell'avanzo di amministrazione dell'anno 2014 e dell'iscrizione nel corso dell'anno di fondi statali ed europei. Escludendo le contabilità speciali e le partite di giro, le previsioni definitive ammontano a 1,497 miliardi, mentre gli impegni (1,322 miliardi) corrispondono a un 88,36 percento degli stanziamenti definitivi. Se si esclude dal calcolo il contributo dovuto allo Stato, accantonato e trattenuto dalle compartecipazioni, le previsioni definitive ammontano a 1,239 miliardi e la percentuale degli impegni diventa del 86,92 percento (1,077 miliardi). Su tali somme i pagamenti ammontano a 820,6 milioni. La capacità di spesa, data dal rapporto tra i pagamenti e gli impegni, pertanto è del 76,22 percento.

Le principali funzioni obiettivo. La spesa complessiva relativa alla parte I del bilancio, "Spese per l'attività della Regione", impegnata nell'anno 2015, al netto dell'accantonamento per il contributo allo Stato quale concorso della Regione e dei Comuni al riequilibrio della finanza pubblica (pari a 245,5 milioni) è stata di oltre 1,077 miliardi ed è inferiore complessivamente di 23 milioni rispetto alla spesa impegnata per la parte I nell'anno 2014, che era di 1,099 miliardi, al netto dell'accantonamento per il contributo allo Stato di 237 milioni.

Si osserva che il 66,29 percento delle somme impegnate nel bilancio regionale sono destinate alle funzioni obiettivo Sanità, Personale e agli interventi di finanza locale, che ricomprendono sia la funzione Finanza locale che la funzione Diritti sociali, politiche sociali e famiglia - Interventi di finanza locale.

Le spese impegnate nella funzione Sanità (251,9 milioni) sono così ripartite: spesa sanitaria corrente, comprendente i trasferimenti all'Azienda ASL per 250,5 milioni; spese di investimento nel settore sanitario per 1,3 milioni; altri interventi nel settore sanitario, compresi quelli finanziati con risorse statali per 0,15 milioni.

Le spese impegnate nella funzione Personale ammontano a 244,3 milioni (245,1 milioni nel 2014) e ricomprendono tutto il personale dipendente, ovvero: il personale dei servizi regionali per 120,9 milioni (119,2 milioni nel 2014); il personale direttivo e docente delle scuole per 115,6 milioni (117,3 nel 2014); il personale assunto con contratto nazionale nel settore dell'agricoltura, delle risorse naturali e dei lavori pubblici per 7,8 milioni (8,6 nel 2014). Si evidenzia un lieve aumento della spesa per il personale dei servizi regionali dovuto principalmente ad una diversa imputazione a bilancio di alcune voci di spesa per adeguarsi a quanto disposto dal decreto legislativo n. 118/2011 che ha inciso sulle due annualità considerate.

Per quanto riguarda il personale direttivo e docente della scuola, si è registrato un incremento degli impegni rispetto al 2014 dovuto principalmente all'erogazione del contributo per il sostegno alla formazione continua dei docenti.

Per quanto concerne infine il personale assunto con contratto nazionale, la riduzione della spesa riguarda principalmente il personale assunto nell'ambito del settore delle risorse naturali.

Per gli interventi di finanza locale si registra una spesa impegnata complessiva di 228,1 milioni (incluso il contributo dei Comuni allo Stato per il riequilibrio della finanza pubblica pari a 10,5 milioni) di cui:

- 154,1 milioni per la funzione Finanza locale, destinati nel modo seguente: 90,1 milioni ai trasferimenti senza vincolo di destinazione (compreso il contributo dei Comuni allo Stato per il riequilibrio della finanza pubblica pari a 10,5 milioni); per 54,3 milioni ai trasferimenti con vincolo al settore di destinazione; per 7,7 milioni agli speciali programmi di investimento (FOSPI); per 2 milioni ai trasferimenti statali e ad altri interventi di finanza locale;

- 73,9 milioni per la funzione Diritti sociali, politiche sociali e famiglia - Interventi di finanza locale, destinati nel modo seguente: 26,6 milioni ad interventi per gli anziani; 27,5 milioni all'erogazione dei trattamenti di invalidità civile; 9,2 milioni ad interventi per l'infanzia, i minori e gli asili-nido; 3,8 milioni ad interventi per la disabilità; 3 milioni ad interventi di assistenza sociale finanziati con entrate con vincolo di destinazione; 2,1 milioni ad interventi per la programmazione e il governo della rete dei servizi socio-sanitari e sociali; 0,47 milioni ad interventi per le famiglie; 0,86 milioni ad interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale; 0,25 milioni ad interventi per la cooperazione e l'associazionismo; 0,15 milioni ad interventi per i servizi necroscopici e cimiteriali.

Analisi delle spese sostenute in base alle principali leggi finanziate.

L'analisi delle spese nel rendiconto può anche essere declinata secondo un'altra prospettiva esaminando, per ciascuna funzione obiettivo, le principali leggi finanziate. Adesso non so se volete che diamo anche una lettura delle 15 funzioni o se ritenete che possano essere date per lette...come volete, se non le chiedete, le avete in copia. A questo punto le 15 funzioni che sono state riassunte tra le entrate e le spese le darei per lette e credo che a vostre mani ci sia tutta la documentazione per poterle analizzare.

Vengo ora alla presentazione del disegno di legge n. 86 recante il primo provvedimento di variazione al bilancio di previsione della Regione per il triennio 2016-2018. L'importante risultato positivo di amministrazione del rendiconto 2015, che ammonta a 217.599.338,95 euro, non sarà oggetto di distribuzione quale disegno di legge di variazione/assestamento annesso al rendiconto. Come avrà modo di illustrarvi meglio l'Assessore competente, il risultato di amministrazione dovrà essere rideterminato con il riaccertamento straordinario dei residui, al fine di aggiornare i saldi contabili alle nuove regole di contabilità pubblica armonizzati di cui al decreto legislativo n. 118/2011 in vigore da quest'anno per la nostra Regione. In questo frangente il disegno di legge n. 86 assume particolare rilevanza perché permette di adattare la programmazione alle esigenze maturate in questo periodo dell'anno. Si tratta di un intervento che ridistribuisce 29,4 milioni di euro. Prima però di autorizzare nuove spese, com'è giusto che sia, il Consiglio regionale è chiamato e deve prendere atto dei debiti maturati negli anni precedenti e che non trovano i rispettivi accantonamenti nel bilancio (i cosiddetti "debiti fuori bilancio"). Questa particolare tipologia di debito, che esce dalle normali procedure di gestione finanziaria della pubblica amministrazione, deve essere legittimata da un voto del Consiglio regionale, deve perciò avere sostegno e motivazioni che ne qualifichino l'utilità, la necessità, l'urgenza e il beneficio per la pubblica amministrazione. I debiti "fuori bilancio" sono comprensibili ed accettabili all'interno di una dinamica gestionale vasta e complessa come quella di una pubblica amministrazione, ma con l'attenzione che essi non debbano mai diventare uno strumento per superare la programmazione del bilancio o le assegnazioni specifiche approvate dal Consiglio su determinati servizi che sono definiti in sede di bilancio sulla base di scelte collegiali e politiche ben ponderate negli equilibri tra i diversi Assessorati e le rispettive competenze.

Preoccupa verificare che, senza una corretta applicazione del decreto legislativo n. 118/2011, con i debiti "fuori bilancio" le previsioni politiche o finanziarie di alcuni settori e servizi vengano o possano venire disattese e snaturate dopo essere state discusse e necessariamente ridotte in fase di bilancio, proprio alla ricerca di quegli equilibri in un contenimento complessivo della spesa pubblica come richiesto dallo Stato e dall'opinione pubblica in generale. I debiti "fuori bilancio" ammontano a circa 2 milioni di euro. Appare subito evidente nella lettura dell'allegato A, al riepilogo fornito dall'Assessorato delle finanze, che vi è una sperequazione tra le diverse gestioni degli Assessorati e dei servizi. Alcuni debiti restano all'interno di un accettabile sforamento, ma si evidenziano quello dell'Assessorato dei trasporti, che da solo crea più del 70 percento dell'intero debito, con oltre 1,4 milioni di euro su un totale complessivo di 2 milioni di euro circa, seguito dall'Assessorato della sanità con circa 300 mila euro tra le varie strutture dirigenziali.

Si pone perciò la necessità e il dovere di comprendere come atto di trasparenza su quale base ciò sia potuto accadere, quale sia stata la giustificazione a chiarimento di una corretta gestione delle assegnazioni di bilancio su quei specifici servizi che dovevano essere rispettati e monitorati nel quadro delle indicazioni della Giunta e del Consiglio regionale. La commissione ha perciò acquisito la documentazione di tutto il debito fuori bilancio e l'ha analizzata. Particolare attenzione hanno suscitato le motivazioni del Coordinatore del Servizio trasporti, inviate all'Assessorato delle finanze in data 16 maggio 2016 e trasmesse per conoscenza all'Assessore ai trasporti in medesima data. L'analisi della documentazione fornita in data 14 luglio genera legittime perplessità alla luce di una valutazione politica sui metodi di lavoro per contenere il debito del Servizio trasporti all'interno di una normale dinamica di spesa, o comunque nell'ambito della spesa autorizzata dal bilancio, come se in qualche modo l'Assessorato non avesse tenuto gran conto delle indicazioni precise del bilancio, agendo conseguentemente di volontà propria e con liberalità, giustificata o meno, nella gestione della spesa che ha generato il debito pregresso che ora si chiede al Consiglio di avvalorare.

In conclusione resta il fatto che una pubblica amministrazione ha il dovere di pagare i fornitori o comunque tutti i prestatori d'opera con cui ha stabilito dei legittimi rapporti e che anche in questo caso i debiti "fuori bilancio" dovranno essere onorati. Ciò non toglie che dall'esame della documentazione fornita risultino incongruenze e comunque tempistiche dilatate per la soluzione di problemi che si erano verificati o che si stavano verificando, ma che di fatto, protratti nel tempo, hanno comunque causato dei debiti "fuori bilancio", giustificabili o meno; per il futuro, come ben specificato nella circolare delle Finanze n. 6507 dell'aprile 2016, non potrà e non dovrà più avvenire.

I servizi aggiuntivi, le variabili di costo, il maggior numero di utenti, le previsioni o qualunque altro fattore di possibile debito dovevano e dovranno essere valutati, segnalati e quindi autorizzati prima comunque dal competente ufficio, che avrebbe dovuto agire in sintonia con le assegnazioni di bilancio di cui era perfettamente a conoscenza e su cui - parrebbe logico - avrebbe dovuto esercitare un costante ed attento monitoraggio il Coordinatore del Servizio stesso, limitando lo sforamento o riducendolo, come per gli altri Assessorati, all'interno di una normale prassi di gestione finanziaria.

La commissione conclude, dopo l'audizione del Responsabile dei trasporti, che se i servizi in oggetto fossero stati considerati essenziali e non potevano essere sospesi, l'Assessorato avrebbe dovuto fare esplicita e urgente segnalazione e quindi richiesta di copertura alla Giunta, in particolare all'Assessorato delle finanze, comunicando alle competenti commissioni, per ottenere modifiche o ulteriori assegnazioni atte a sostenere la continuità dei servizi e non creare nessun danno agli utenti. Ciò non è avvenuto e non può essere a sostegno, com'è stato dichiarato in audizione dall'Assessore, che al momento della costruzione del bilancio l'Assessorato competente e il Servizio in oggetto avessero chiesto più risorse che non gli furono concesse, perché questa dichiarazione è un'esplicita affermazione del fatto che l'Assessorato e il Servizio fossero consapevoli di avere meno risorse per tali attività e, nonostante ciò, comunque aver continuato ad esercitare servizi e forniture indipendentemente dalle disponibilità di bilancio emanate dalla Giunta e dal Consiglio regionale.

Politicamente non è accettabile, anche se finanziariamente motivato, che gli Assessori agiscano di moto proprio, al di là delle scelte collegiali assunte nella programmazione del bilancio.

In conclusione, ai sensi del decreto legislativo n. 118/2011, è compito dell'Assessorato delle finanze, e non del Consiglio regionale, definire in via ultimativa la correttezza per la regolarizzazione del debito pregresso oggi in esame (allegato A) e se i dirigenti o gli Assessorati competenti hanno rispettato le indicazioni procedurali obbligatorie per legge.

La II Commissione, ottenute queste assicurazioni da parte dei dirigenti dell'Assessorato delle finanze in audizione, ha votato la variazione di bilancio che viene presentata oggi all'aula.

Un importante rilievo riguarda il fatto che la maggior parte delle risorse rese disponibili dal disegno di legge di variazione derivano dal minor accantonamento per il contributo regionale al risanamento della finanza pubblica complessiva. L'accantonamento si riduce così dai 206,5 milioni di euro stanziati nel bilancio di previsione 2016 a 185,5 milioni per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 125/2015. Il ricorso riguardava la legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 22, del decreto-legge spending review del 2012 e prendiamo atto che l'esito, sebbene sia a favore della Regione, arriva con molto ritardo. L'effetto calcolato in 21,1 milioni di euro sul 2016 ovviamente è l'effetto del cumulo dei contributi trattenuti dallo Stato nel periodo 2011-2015. Le risorse destinate nella parte spesa in ordine di importo sono destinate nel seguente modo:

- per 12 milioni al finanziamento della spesa sanitaria corrente per il finanziamento dei LEA, della mobilità sanitaria e del pay-back;

- per 10 milioni alle provvidenze di invalidità civile;

- per 3,3 milioni, di cui 500 mila euro per la "Buona scuola";

- per oltre 2,5 milioni ai servizi di trasporto;

- per oltre 1 milione per garantire la viabilità stradale;

- quasi 500 mila euro per la cultura;

- 350 mila euro per il riconoscimento di un bonus una tantum al personale del Corpo valdostano dei vigili del fuoco e del Corpo forestale;

- 265 mila euro per lo sviluppo del settore agricolo;

- 250 mila euro per la formazione professionale.

Concludo anche con la relazione del disegno di legge n. 87 che reca le disposizioni collegate alla legge regionale di variazione del bilancio di previsione per il triennio 2016-2018, in conformità a quanto previsto dall'articolo 25, comma 1, della legge regionale 4 agosto 2009, n. 30 (Nuove disposizioni in materia di bilancio e di contabilità generale della Regione autonoma Valle d'Aosta e principi in materia di controllo strategico e di controllo di gestione), il quale stabilisce che la Giunta regionale possa presentare al Consiglio regionale, anche contemporaneamente al disegno di legge di bilancio o di assestamento del medesimo e al disegno di legge finanziaria, uno o più disegni di legge collegati alle linee della pianificazione strategica, con decorrenza dal primo anno considerato nel bilancio.

Il presente disegno di legge si compone di 13 articoli suddivisi in 6 capi in base alla materia sulla quale incidono le modificazioni proposte che saranno poi esplicitate dall'Assessore.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Perron, ne ha facoltà.

Perron (UV) - Inizio con i ringraziamenti al relatore e Presidente della II Commissione e ai membri di tale commissione; mi sia permesso di estendere questo ringraziamento alle strutture del Consiglio regionale per il lavoro fatto in questa fase, che è una fase anche di radicale e profondo cambiamento da un sistema rispetto ad un altro sul quale tornerò. Molto è già stato detto dal relatore, quindi tratterò alcuni argomenti a latere per tornare ad approfondire, dal mio punto di vista, alcuni argomenti in modo particolare che sono già stati oggetto di discussione anche nelle commissioni.

Il rendiconto 2015 chiude con 1,642 miliardi di euro, a cui vanno tolte le partite di giro, quindi le risultanze mettono in risalto - ed è il primo argomento che voglio portare all'attenzione del Consiglio - una riduzione delle risorse disponibili. Questa è una conseguenza di tutti gli interventi normativi che ci sono stati nel periodo 2010-2015, interventi importanti per l'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta; sono tutti interventi che sono andati nella direzione di assicurare il contributo forte, importante di una piccola Regione come la nostra all'equilibrio della finanza pubblica. Nel 2015 questo contributo, finanziariamente parlando, è di 245 milioni di euro: è quasi il 20 percento del nostro bilancio. La programmazione del 2015 e anche la gestione del 2015 sono state determinate dai vincoli del Patto di stabilità, questo è giusto ricordarlo in questa fase, sono vincoli che discendono dall'accordo tra la Regione e lo Stato, accordo raggiunto nel luglio del 2015. Cosa prevedeva in sintesi questo accordo? Prevedeva un ampliamento di 60 milioni di euro del tetto di spesa per il Patto di stabilità, conseguentemente questo determinava che l'obiettivo per lo stesso anno, l'obiettivo eurocompatibile, quindi il tetto di spesa che avevamo, fosse determinato in 701 milioni di euro annui. Per il 2016 la trattativa è ancora in corso, ma mi sento in dovere di precisare e ricordare al Consiglio due aspetti: con il decreto-legge n. 113 lo Stato ha ampliato, per il 2016, di 70 milioni di euro l'obiettivo eurocompatibile che quindi a legislazione vigente è di 702 milioni di euro, sarebbe stato di molto inferiore, quindi questi 70 milioni di euro andranno ad incrementare i trasferimenti di cassa alla Regione rispetto ai 70 milioni già previsti dalla legge di stabilità 2016.

L'altro aspetto che vorrei ricordare è che nel 2015, essendoci una materia "robusta" da un punto di vista del contenzioso tra lo Stato e la Regione, la Corte costituzionale si è pronunciata in più occasioni a favore della finanza regionale. Voglio ricordare la sentenza n. 125/2015 - è citata anche negli schemi - che è uno dei principali motivi che ci consente in questa fase di avere una maggiore disponibilità di 21 milioni di euro. Il frutto di questa sentenza è dovuto alla necessità di un minor accantonamento e quindi abbiamo più risorse da mettere a disposizione per la nostra Regione. Nel 2015 l'Assessorato, in sinergia con la Presidenza, ha lavorato in base alle indicazioni che il Consiglio regionale ci aveva dato; voglio ricordare a questo proposito la mozione del 5 novembre 2015, approvata all'unanimità da quest'aula, che impegnava la Giunta regionale, in sinergia con i Parlamentari, a sollecitare il Governo italiano per una revisione dei rapporti finanziari tra Stato e Regioni. In quella mozione c'erano quattro punti: il primo ci impegnava a "raggiungere l'intesa attuativa del punto n. 7 dell'accordo previsto a compensazione della perdita di gettito subita dalle accise dal 2011 al 2014". Su questo punto la mozione è stata pienamente realizzata, nel senso che lo Stato ha riconosciuto la fondatezza del credito, non a caso ha previsto il pagamento di 140 milioni di euro nel 2016. Al punto 2 ci impegnava a lavorare per farci autorizzare, a partire dal 2016, il regime di armonizzazione o pareggio di bilancio. Su questo punto l'accordo per il passaggio all'armonizzazione o al pareggio di bilancio è quindi informalmente raggiunto, nel senso che per il 2016 è entrata in vigore l'armonizzazione dei bilanci, il pareggio di bilancio è rinviato al 2017 e su questo tornerò a precisare meglio in seguito. Il punto 3 ci impegnava a lavorare per "integrare il finanziamento previsto a compensazione del mancato introito delle accise", il trasferimento è stato incrementato per l'anno 2016 di 70 milioni di euro, quindi in questo senso credo che un lavoro positivo sia stato fatto anche in sinergia con i Parlamentari della Valle d'Aosta. Al punto 4 ci si impegnava "a sostituire, o a lavorare per sostituire nel metodo di riparto fra le Regioni il criterio SIOPE con il criterio PIL. Su questo punto la sostituzione con il criterio PIL non è stata presa in considerazione, ma è da rilevare che i 70 milioni di euro in più in termini di trasferimento per le accise sono stati anche oggetto di incremento del tetto di spesa ai fini del Patto di stabilità. Questo per dire che durante il 2015 abbiamo lavorato non poco anche su questa materia.

Lo ha già in qualche modo detto il relatore, ma voglio riprenderlo: dove si colloca il rendiconto? Il rendiconto si colloca in una fase di grande trasformazione, di importanti passaggi anche sotto il profilo contabile. Il rendiconto 2015 è stato redatto con le regole contabili tradizionali e quindi il risultato dello stesso, che per motivi che spiegherò è un risultato alto (avanzo), dovrà essere rideterminato con un'operazione contabile che la Giunta regionale dovrà fare immediatamente dopo l'approvazione di questo atto; è un'operazione contabile una tantum che si chiama riaccertamento straordinario dei residui. Questa operazione non può essere completata prima che il rendiconto 2015 sia stato approvato dal Consiglio regionale, pertanto l'avanzo di amministrazione, determinato con le regole contabili tradizionali, non può essere applicato al bilancio di esercizio 2016. Il decreto legislativo n. 118 che citava anche il relatore prevede che tutte le amministrazioni pubbliche utilizzino delle regole comuni, al fine di avere delle strutture e dei contenuti di bilancio pubblici tra loro omologati e quindi in qualche modo confrontabili. Questa omogeneità esiste già a livello europeo per quello che riguarda i bilanci delle aziende e anche dal 2011 questo ha interessato gli enti pubblici italiani che con diverse fasi hanno iniziato questo percorso di armonizzazione. La regola sull'armonizzazione quindi è una regola impattante dal punto di vista amministrativo, nel senso che vanno definiti gli schemi di bilancio, va definito il piano dei conti, vanno definite le regole contabili per la definizione del contenuto delle registrazioni. Questi sono cambiamenti che si sono inseriti nel corso della vita contabile della nostra Amministrazione, che è una vita contabile che ovviamente si svolge in modo continuo e costante - non si può immaginare di avere delle interruzioni -, quindi è stato necessario impostare una grande attività di revisione, anche programmatoria, al fine di gestire questo processo di cambiamento cercando di garantire, con qualche difficoltà a volte, l'operatività ordinaria. Questo per dire che il bilancio di previsione 2016-2018 è stato affiancato da un documento contabile armonizzato, che riclassifica lo stesso bilancio ai fini conoscitivi, mentre il bilancio di previsione 2017-2019 verrà predisposto unicamente secondo il nuovo schema armonizzato. Un lavoro importante quindi è stato svolto, ci tenevo solo a ricordarlo, perché è un lavoro che ha coinvolto tutta l'Amministrazione regionale, in primis le nostre strutture perché ha previsto la sostituzione anche del sistema informatico a supporto della contabilità. Questo è stato gestito in sinergia con INVA ed Engineering, che ringrazio, e che hanno permesso in qualche modo di avviare il nuovo sistema dal mese di giugno.

Cos'è il pareggio di bilancio? Il pareggio di bilancio è un concetto quasi intuitivo, nel senso che le spese autorizzate devono essere in equilibrio rispetto alle entrate che sono previste e le spese sostenute, cioè le spese pagate, devono essere in equilibrio con le entrate incassate. L'applicazione di questi principi quindi non si può effettuare tout court nella gestione corretta di un bilancio; è stato necessario stabilire un punto di partenza, una situazione di saldi contabili rivalutati alla luce dei nuovi criteri. Ci tenevo a dirlo perché rimanesse, perché con questo rendiconto, con l'approvazione del rendiconto 2015 si chiude un'era, si chiude un'epoca dal punto di vista amministrativo e contabile e anche l'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta si avvia verso una nuova era.

Da un punto di vista delle entrate - lo ha già detto il relatore, voglio solo riprenderlo -, esse ammontano nel complesso a 1,348 miliardi di euro, sono significativamente superiori a quanto inizialmente iscritto - lo trovate descritto nella relazione, ci sono stati alcuni avvenimenti che hanno influito su questo -, le entrate accertate nel 2015 sono in diminuzione del 3,3 percento sull'anno precedente. Ci sono state delle sentenze della Corte Costituzionale, tornerò sulla sentenza relativa all'Agenzia delle dogane; un'altra sentenza importante riguarda la cosiddetta "sentenza sulla Robin Hood Tax", sentenza che ha dichiarato l'illegittimità dell'addizionale IRES posta a carico delle imprese operanti nel settore dell'energia. Questo ha avuto un impatto negativo sul gettito IRES introitato dalla Regione, che è stimato in circa 17 milioni di euro. Ci sono state nuove assegnazioni derivanti dall'avvio del periodo di programmazione dei fondi europei; c'è stato un recupero a carico degli Enti locali del gettito IMU di competenza 2015; c'è stata un'operazione importante di conferimento ad una società partecipata degli immobili ad uso agricolo di proprietà della Regione. Ne abbiamo già parlato in altre occasioni in quest'aula, ma mi pare corretto ricordarlo.

Una parola sui principali tributi. L'IRPEF e l'IRES complessivamente valgono ancora per questa Regione 455 milioni di euro. Mi sembra un dato importante, a testimonianza comunque, pur nelle difficoltà, di un'economia che tiene. La differenza, rispetto all'anno prima, è assolutamente minima: parliamo di neanche 2 milioni di euro in meno, quindi io credo che su questo si possa esprimere un giudizio positivo.

Sulle spese devo dire che l'azione del Governo regionale è sempre stata, su forte input del Presidente Rollandin, di lavorare per cercare di contenere, per quanto possibile, le spese. L'attività dell'Amministrazione regionale quindi è un'attività continua e costante anche di spending review per andare a verificare laddove è possibile operare per risparmiare e per contenere e tutti i vari Assessorati, da questo punto di vista, cercano di svolgere un'azione che vada nella direzione di contenere le spese. Le spese impegnate nel 2015 sono in diminuzione rispetto all'anno prima; le spese dell'esercizio finanziario 2015, al netto delle partite di giro, sono pari a 1,030 miliardi di euro.

Lo ha già richiamato il relatore, ma voglio solo evidenziare ancora una volta dove vanno le nostre spese. Devo ricordare le tre principali voci. Se voi pensate che per sanità, per funzione di personale e per finanza locale noi assorbiamo quasi il 60 percento del nostro bilancio: 251 milioni di euro l'anno scorso sono andati alla sanità; 244 milioni di euro sono andati per il personale; 143 milioni di euro sono andati alla finanza locale; 82 milioni di euro vengono investiti per infrastrutture, per mobilità e per reti. A questo seguono interventi minori che ricapitoleremo se sarà il caso di dettagliare di più.

Abbiamo cercato di lavorare molto sui residui, nel senso che, passando da un sistema contabile ad un altro, è stato assolutamente necessario dare alla struttura il mandato forte di lavorare per andare a sistemare il più possibile quelle situazioni in sospeso. I residui attivi in carico al 1° gennaio 2016 sono 747 milioni di euro, i residui passivi sono 656 milioni di euro. La Regione quindi ha più residui attivi, quindi ha più crediti rispetto ai residui passivi, cioè rispetto ai debiti, perciò c'è un saldo assolutamente positivo che aumenta. In questo caso credo sia un altro elemento a testimonianza dello stato florido dell'Amministrazione regionale.

Come detto poc'anzi, il risultato di amministrazione chiude con un avanzo importante. L'avanzo di amministrazione nella sua interezza non può essere applicato all'esercizio 2016, nel senso che è necessario procedere al riaccertamento dei residui previsto dalla nuova normativa che citavo e successivamente la Giunta approverà il riaccertamento straordinario che determina il risultato. Accanto a questo approviamo un disegno di legge di assestamento, che il Consiglio esaminerà dopo la pausa estiva. Rispetto agli anni scorsi, abbiamo approvato un disegno di legge, che il relatore ha già in qualche modo accennato ma che voglio riprendere: è un disegno di legge di variazione e non di assestamento al bilancio della Regione che destina 29 milioni di euro. Questo importo che ci troviamo a gestire è lontano dagli anni dove avevamo avanzi di amministrazione di 200 o 300 milioni di euro. Abbiamo cercato in questa fase di avere uno sguardo in tutti i settori e dove vanno principalmente questi 29 milioni? Ventidue milioni di euro vanno alla sanità, all'Azienda USL, al sociale, 10 milioni di questi anche per le pensioni di invalidità civile, una parte importante va all'istruzione e cultura: immaginiamo già di prevedere investimenti per il modello di Buona scuola; una discreta parte (1,3 milioni) va all'Assessorato dell'agricoltura, tra questi sono previsti contributi per AREA, sono previsti i contributi per il Centro essicazione siero di Saint-Marcel e per un rifinanziamento importante all'Institut agricole; regolarizziamo una parte dei debiti sulla parte trasporti - su cui tornerò nel dettaglio in seguito - riconosciamo un'indennità al Corpo forestale della Valle d'Aosta, ai vigili del fuoco; investiamo 1 milione di euro in opere di viabilità e manutenzione strade; finanziamo ancora con 180 mila euro l'ARPA con un'attenzione che abbiamo continua e costante anche al mondo dell'ambiente.

Nel dettaglio presentiamo un disegno di legge (n. 86) che andrei ad illustrare. Sull'articolo 1, come ho detto poc'anzi, prevediamo un intervento che va a riconoscere al personale appartenente al Corpo forestale della Valle d'Aosta e al Corpo valdostano dei vigili del fuoco, non destinatario di un trattamento retributivo dirigenziale, un contributo straordinario pari a 960 euro all'anno: sono i famosi 80 euro al mese, quindi anche qui abbiamo applicato un'impostazione che è stata determinata a livello nazionale.

L'articolo 2 è una modifica alla finanza locale, introduciamo una modifica per consentire la piena applicazione, il pieno utilizzo degli avanzi di amministrazione degli Enti locali. Se vi ricordate, quando abbiamo approvato la legge finanziaria, c'era un limite che prevedeva di poter utilizzare fino a 20 milioni di euro, stiamo definendo gli avanzi dei Comuni, ci pare di poter dire che gli avanzi sono certamente superiori, quindi con questa norma consentiamo la possibilità di poter spendere quegli avanzi e di destinarli sempre alle finalità che sono previste dalla legge come in origine avevamo approvato.

L'articolo 3 promuove la realizzazione di un deposito fiscale. Questo voglio riprenderlo perché è stato oggetto di grandi e importanti chiarimenti e approfondimenti anche in commissione. A noi pare che questa sia un'idea importante, nel senso che l'Amministrazione regionale è obbligata a mettere sul campo tutte le iniziative, anche sul suo territorio, che vanno nella direzione di poter immaginare di avere nuovi introiti e quindi abbiamo fatto un ragionamento che ci dà la possibilità, realizzando un deposito fiscale, di avere il riparto sulle accise, sul gasolio da riscaldamento. Oggi, come sapete, la creazione di un deposito fiscale in Valle d'Aosta permetterebbe di introitare l'intero gettito dell'accisa sui carburanti ad uso riscaldamento, che sono immessi in consumo sul territorio regionale, e sono dati importanti - lo abbiamo già detto in commissione - relativi al 2013 parliamo di una cifra di 18 milioni di euro; sul 2014 parliamo di una cifra intorno ai 17 milioni di euro.

Qui mi rivolgo al collega Cognetta, che ha fatto delle considerazioni anche molto dure sul fatto del perché arriviamo adesso. Interveniamo adesso, collega Cognetta, perché questa materia si è resa evidente a seguito di un'interpretazione data dalla Corte costituzionale (sentenza n. 31/2015), quindi arriviamo adesso e non nel 2011 perché soltanto adesso abbiamo la possibilità di intervenire. Oggi non è più possibile ritenere che la quantificazione del consumo di carburanti per il riscaldamento in Valle d'Aosta - questo è determinante al fine di poter quantificare l'accisa - sia desumibile dai quantitativi di carburante immessi in consumo dalla rete di venditori sul territorio. Per quello che vale, sono le transazioni rilevate dai depositi fiscali, non altri. Non esiste quindi, a nostro modo di vedere, alternativa - ed è il mandato che chiediamo al Consiglio regionale di poter lavorare su questa materia - per avere un deposito fiscale sul territorio al fine di avere un corretto riconoscimento del gettito delle accise sui quantitativi di gasolio consumati in Valle d'Aosta. Ci sembrava quindi un'iniziativa importante, la norma prevede di dare mandato di poter costituire un deposito fiscale; abbiamo ampliato con un emendamento in commissione la possibilità di procedere in tal senso anche attraverso l'acquisizione societaria perché, qualora ci fossero, e ci sono, delle società che già dispongono delle autorizzazioni, che già dispongono di tutti i permessi relativi a questa materia, il mandato che vogliamo poter avere è anche quello di procedere attraverso l'acquisizione societaria in questo senso e quindi in qualche modo di avviare l'iter al più presto. Noi proponiamo questa norma di legge perché ci permette di poter avviare, quindi è una norma di legge autorizzativa, il tutto sarà ovviamente oggetto di iter, di perizie, di valutazioni, però è importante per poter ragionare sin da subito in quanto dà la possibilità a questa Regione di avere degli introiti in tal senso. Interverrò credo dopo perché il collega Cognetta ha presentato su questo anche un emendamento di tipo urbanistico, se non ho capito male, quindi mi riservo di precisare dopo nel dibattito, perché credo che lei su questo, presentando l'emendamento, farà delle valutazioni sulle quali mi riservo quindi di intervenire successivamente.

In seconda battuta, ma non meno importante, questa norma ci consente di avere una riserva in questo senso, anche per poter svolgere sul territorio della Valle d'Aosta un'opera di prevenzione qualora si verificassero degli eventi catastrofici. È un punto di riferimento importante quindi anche per la Protezione civile di poter procedere in tal senso e di avere quindi un nostro deposito, che permetta di dare delle risposte puntuali, come abbiamo già avuto modo di vedere, in situazioni di calamità naturale.

L'articolo 4 è un articolo che tratta il tributo speciale per lo smaltimento in discarica dei rifiuti solidi. Prima gli introiti erano soltanto il 20 percento, erano interventi che andavano soltanto per il 20 percento a favorire la minore produzione di rifiuti, attività di recupero di materie prime e di energia, con questo articolo sono interamente devoluti su questa materia e quindi è una norma importante che andiamo a presentare.

L'articolo 5 prevede il rifinanziamento della Gestione straordinaria, che rimane oggi in piedi unicamente ed esclusivamente per gestire il contenzioso con la società dei Lefebvre, lo abbiamo discusso due Consigli fa quando abbiamo constatato che le risorse disponibili per Gestione straordinaria andavano esaurendo; prevediamo in questa fase il rifinanziamento di 300 mila euro al fine di permettere a questa società di poter continuare ad esercitare la sua funzione.

L'articolo 6 autorizza un rimborso degli oneri correlati alla definizione delle procedure: sono le procedure già poste in essere da AREA per il pagamento dei premi relativi alle annualità 2008 e 2009. Questa materia è stata oggetto di numerose sollecitazioni anche in Consiglio regionale attraverso delle iniziative, quindi con questo andiamo a regolarizzare le pratiche che non erano state inserite. Gli agricoltori hanno avuto i soldi e noi rimborsiamo ad AREA una parte che la stessa aveva in qualche modo anticipato. Nel complesso questo non incrementa lo stanziamento che diamo ad AREA, ma permette la chiusura di alcune pratiche che sono ancora in corso del 2008 e del 2009. Al tempo stesso permette un'anticipazione sulle spese legali, nel senso che in alcuni casi AREA ha dei contenziosi da un punto di vista legale e qui c'è in qualche modo il finanziamento per quanto riguarda questa parte.

All'articolo 7, come ho già detto prima, incrementiamo il finanziamento dell'USL con 12 milioni di euro; il finanziamento in origine era stato previsto a 233 milioni e quindi lo stesso articolo autorizza il ripiano della perdita che si registra nel 2015, attraverso l'utilizzo anche delle riserve che sono disponibili nel bilancio stesso dell'azienda. Il finanziamento di questo settore credo testimoni ancora una volta l'attenzione che la nostra Regione, l'Amministrazione regionale ha nel complesso di questo settore, che è un'attenzione verso le persone, verso un settore delicato e importante.

L'articolo 8 prevede che, qualora ci sia l'uso di un autobus di linea per effettuare dei servizi di noleggio, questo sia soggetto ad una tassa regionale di concessione e la modificazione si rende necessaria per definire l'importo della tassa regionale: qui l'abbiamo previsto in 5 euro per veicolo, quindi una misura direi assolutamente non impattante, ma che regolarizza anche questa parte.

L'articolo 9 è un argomento che abbiamo avuto modo di affrontare in modo approfondito anche all'interno della commissione. Questa nuova procedura ci obbliga e per certi aspetti, ed è un bene, aumenta l'atteggiamento di trasparenza al quale il Consiglio regionale deve attenersi, nel senso che su tutta una serie di norme obbliga il passaggio in Consiglio regionale. Su questo aspetto vorrei dire che, dal nostro punto di vista, ma lo ricapitolo solo perché è stato ampiamente trattato in commissione, tutte le richieste di questi debiti fuori bilancio sono state da parte del nostro Assessorato attentamente vagliate, sono state tutte ricapitolate al fine di circoscrivere il debito, di quantificarlo con esattezza e di inserirlo in una norma di legge. Vorrei dire quindi in modo molto chiaro che lo abbiamo fatto adesso (2016), anche quello del 2015, perché adesso applichiamo questa normativa.

Abbiamo raccomandato - e credo sia un po' l'auspicio che ha anche la commissione - a tutti gli Assessorati, a tutte le strutture, di avere il massimo di attenzione nella programmazione. Vorrei dire in modo molto chiaro che il debito fuori bilancio è un atto dovuto; non espone il Consigliere regionale e il Consiglio regionale a responsabilità, nel senso che è nostro dovere in fase di accertamento dell'avanzo prima analizzare se ci sono dei debiti, riconoscere se ci sono dei debiti che l'Amministrazione regionale ha il dovere di assolvere e, prima di autorizzare nuove spese, abbiamo l'obbligo di andare a sanare questo. Lo facciamo con un atto legislativo in modo molto chiaro, quindi è un processo di trasparenza fatto con tutti i crismi, con tutte le valutazioni del caso. Nel caso specifico, avendo noi questi 29 milioni di euro di avanzo, prima di destinare questi, la normativa ci dice di accertare se ci sono dei debiti che devono essere pagati, l'abbiamo fatto perché abbiamo i soldi per poter pagare. La norma prevede che per questi debiti ci deve essere la certezza, quindi l'effettiva esistenza dell'obbligazione di dare, ci deve essere la liquidità. Deve essere individuato con certezza il soggetto creditore, il debito deve essere definito con puntualità nel suo ammontare, l'importo deve essere determinato o determinabile attraverso una semplice operazione di calcolo e deve essere esigibile, nel senso che il pagamento non sia dilazionato da termine e subordinato a condizioni. Tutto questo è stato verificato, quindi il procedimento che abbiamo messo in piedi è un procedimento all'insegna della trasparenza, è un atto dovuto, un atto necessario, non è una sanatoria, perché la sanatoria si fa con un provvedimento amministrativo, qui siamo di fronte ad un provvedimento di legge, quindi c'è anche un valore normativo assolutamente diverso. Il debito non costituisce un danno, eventualmente il danno ci sarebbe qualora accettassimo il debito e non provvedessimo a pagare: questo esporrebbe l'Amministrazione regionale ad una possibile rivalsa nei confronti dei creditori e quindi ad una possibile pretesa dei fornitori per un servizio che c'è stato. Credo che durante la commissione siano state approfondite le motivazioni, la consistenza; i Consiglieri e le commissioni conoscono molto bene di quali servizi si tratta e quindi, colleghi, mi permetto di dire con molta serenità, assumendomi la responsabilità di quello che dico, che su questa materia non c'è nessuna gestione da Far West: è un'operazione di accertamento alla luce del sole, fatta con legge, con pareri legali anche dei dirigenti che propongono gli atti. È fisiologico che in un'amministrazione questo possa succedere perché parliamo di un 1 per mille: parliamo di 1,5 milioni su un bilancio di 1 miliardo e passa. Lo regolarizziamo, quindi l'operazione contabile che facciamo è un'operazione contabile in tutta la sua trasparenza, in tutta la sua legalità. Ci tenevo a dirlo per fornire anche un chiarimento, dal nostro punto di vista, che presentiamo questo atto su ciò che è stato fatto.

Terminerei dicendo che mi riservo di intervenire in coda agli interventi. Credo che, senza enfatizzare nulla, presentiamo un'Amministrazione nel suo complesso sana, è un'Amministrazione che certamente ha meno risorse rispetto al passato. Presentiamo un sistema che, a mio modo di vedere, nel complesso tiene, perché è un sistema che ha dei rallentamenti rispetto al passato, ma credo che ci siano delle progressioni in quasi tutti i settori; presentiamo una Regione che ha un'ottima capacità di utilizzare i fondi europei messi a disposizione; perdura la capacità di fare fronte alle spese correnti con delle entrate correnti, questo lo dimostra il saldo corrente positivo: abbiamo un saldo di cassa importante, intorno ai 130 milioni di euro. Continua a permanere l'assenza di nuovo indebitamento diretto a carico del Consiglio regionale; ci sono dei rating attestati da società internazionali che ci danno una Regione con prospettive stabili. C'è l'assenza di richiesta di interessi moratori che possono derivare dai ritardi dei pagamenti, quindi siamo una Regione più di altre che paga con regolarità. Non a caso i tempi di pagamento ai fornitori, se fate dei paragoni con le altre amministrazioni a livello italiano, sono ancora tempi su livelli di prim'ordine.

Ringrazio le commissioni, il relatore, le nostre strutture per il lavoro fatto e credo che nel complesso, senza enfatizzare, presentiamo un rendiconto 2015 del quale possiamo essere nel complesso assolutamente soddisfatti.

Presidente - Sono pervenuti sei ordini del giorno da parte del gruppo ALPE e del Gruppo Misto, quindi chiederei gentilmente di consegnarli perché possono essere utili per la discussione generale. Ricordo che siamo in discussione generale sui disegni di legge, quindi chi è intenzionato a prendere la parola è pregato di prenotarsi. Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Étant donné que les quatre projets de loi ont été présentés ensemble, je crois qu'il est opportun de dire deux mots aussi sur cette initiative. En effet, par rapport aux autres qui ont été présentées et qui vont dans la direction du compte rendu et des propositions budgétaires, cette initiative est constituée d'une série d'interventions qui vont dans la direction d'améliorer ce qui a été et ce qui est une série de propos sur les Communes, sur les Entités locales, sur les Unités. De plus il y a des aspects intéressants par rapport à la partie liée aux interventions des différentes entreprises sur notre territoire.

Credo che nell'articolato le prime parti vadano nella direzione di specificare meglio i punti di raccordo per quanto riguarda i primi tre articoli (1, 2 e 3) e delineano meglio com'è il rapporto tra i singoli Comuni, le singole Unité e quanto questo porta all'articolarsi rispetto al pareggio di bilancio, non c'è più la differenza tra Comuni sopra i mille e sotto i mille abitanti, è armonizzato per tutti i Comuni della Regione.

Per quanto riguarda il capitolo 2, in materia di sanità e politiche sociali, qui si specifica in termini propositivi in particolare un riferimento al personale, per quanto concerne l'esigenza di "indire, entro il 30 aprile 2017, e concludere, entro il 30 aprile 2018, procedure concorsuali - credo che questo sia un dato importante - dirette all'assunzione di personale medico, tecnico-professionale, infermieristico e amministrativo, necessario per far fronte alle esigenze assunzionali emerse in relazione alle valutazioni effettuate nel piano di fabbisogno del personale, con particolare riferimento a quelle finalizzate alla riduzione del numero dei contratti di lavoro a tempo determinato...". Qui quindi andiamo nella logica della stabilizzazione, dunque del tenere conto di come valutare questi aspetti nel modo più corretto.

In più il comma 5 prevede che il 50 percento sia individuato tra il personale in servizio "alla data di entrata in vigore della presente legge che abbia maturato con l'Azienda medesima, alla data di pubblicazione del bando, almeno tre anni di servizio". Anche qui andiamo a toccare un tasto delicato, perché, come sappiamo, c'è stata una serie di riassunzioni dopo un anno, dopo due o tre, qui si tiene conto, giustamente per il 50 percento, di questo numero che viene individuato e si considera anche questo fattore che non è secondario. Vi è il comma 7 rispetto al quale andrà un attimo rivisto il tema del rapporto nel suo insieme organizzativo che potrà essere in qualche modo articolato in termini diversi.

All'articolo 5 c'è una serie di aspetti importanti in favore della zootecnia. Qui si è cercato di tenere conto della particolarità che noi abbiamo, soprattutto riguardo alla situazione degli alpeggi, che non è così comune, dove all'inizio e alla fine della monticazione, soprattutto alla fine, si tiene conto dell'esigenza di poter utilizzare le strutture che ci sono senza ulteriori aggravi di controlli, di penalizzazioni, di come viene smaltito il latticello, di come si può prevedere la presenza e il trasporto degli animali, in modo tale che con i mezzi già esistenti ci possa essere un adeguamento corretto a queste situazioni.

Altro aspetto che credo vada un po' nella logica, che è un po' la caratterizzazione della nostra mini economia nel tempo, è quello della macellazione domiciliare. Questo è un dato molto sentito e in qualche modo anche nella direzione auspicata da tanti in quest'aula, credo che questa mattina se ne sia anche parlato: il fatto che se io devo macellare un vitello, devo prendere il vitello, portarlo nel macello CE, prendere un camion autorizzato, andarlo a riprendere, pagare la macellazione, faccio prima ad andare a comprare la carne...non ho più il guadagno. Con questo invece c'è la possibilità di prevedere una macellazione domiciliare, con dei limiti comprensibili, chiaramente legati al fatto familiare: non è che se siamo in tre, macelliamo tre vitelli. È evidente che l'esagerazione non può nemmeno valere, e qui sono indicati i termini con cui questo viene fatto, che va nella direzione, come dicevo, di approfondire questo tema. In merito ancora ai sottoprodotti della macellazione degli animali morti, qui lasciamo l'utilizzazione di mezzi adeguati in modo che, quando ho un mezzo che non crei un danno ambientale, possa permettere di portare nella zona di smaltimento senza dover ricorrere a ditte specializzate. Dunque "già ho un animale morto, per cui prendo poco, lo devo vendere come vivo alla ditta che in qualche modo se lo prende in carico...", quindi questa era un'osservazione pertinente che era stata fatta nel tempo.

L'articolo 7 tiene conto della nostra situazione della rinotracheite e delle principali malattie, quindi la non necessità di rifare tutte le volte i vari esami.

Il Capo III riguarda le disposizioni in materia di politiche del lavoro e prende in considerazione alcuni aspetti delle introduzioni portate a livello nazionale con gli adeguamenti, quindi delle varie indennità che devono essere tenute nella giusta considerazione.

Il Capo IV contiene disposizioni in materia di politiche educative, interventi a favore della Fondazione per la valorizzazione e la divulgazione del patrimonio musicale e tiene conto di un'esigenza che in qualche modo è sentita e su cui si sta lavorando per portare delle modifiche sostanziali.

Al Capo V, l'articolo 11 dice in modo chiaro quali sono le esigenze per gli enti economici dipendenti dalla Regione e chiarisce, a seguito della nuova disciplina in materia di contratti pubblici prevista, come devono essere attuate le norme sull'aggiudicazione dei contratti, sulle procedure degli appalti pubblici, sulle procedure di appalto agli enti erogatori ed infine ci sono le materie di inconferibilità e incompatibilità. Sostanzialmente questa disposizione tiene conto di una serie di integrazioni a normative vigenti che in qualche modo vanno ad agevolare la procedura in ambiti che sono anche economici, oltre che naturalmente per quanto riguarda l'adattamento nelle singole realtà: USL, Regione, Enti locali.

Dalle ore 16:32 assume la presidenza il Vicepresidente Marco Viérin.

Viérin M. (Presidente) - Siamo in discussione generale. Chi chiede la parola? Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - I tre disegni di legge ci danno la possibilità, ci obbligano a fare il punto della situazione sia sul rendiconto 2015 che sulla prima variazione di bilancio che avete messo in campo, più il disegno di legge n. 87 che ci ha illustrato poc'anzi il Presidente: una piccola omnibus che va a modificare altre leggi già in essere.

Prima di cercare di mettere in campo gli elementi principali, soprattutto di questo rendiconto, una considerazione di natura politica. L'anno scorso quando il Presidente Rollandin firmò con il Ministro dell'economia e delle finanze, come gruppo ci eravamo soffermati soprattutto sul punto n. 7 dicendo che la sintesi, dal punto di vista politico per quanto riguarda il pregresso, era il punto n. 7 nei modi, nei tempi, nei raccordi con lo Stato, una parte importante era stata...risorse nostre, risorse della Regione autonoma della Valle d'Aosta ma che lo Stato non ci aveva riconosciuto. Riconosciuto il debito dei 500 e rotti milioni di euro, 580 mi sembra l'ammontare dal 2011 al 2014, risorse già impegnate dall'Amministrazione regionale, lo Stato ci avrebbe dato la possibilità di poterli spendere, quindi utilizzare. Dico questo perché nel 2015 120 sono i milioni di euro all'interno di questo pacchetto, altrimenti avremmo avuto sicuramente grosse difficoltà a pagare, se non gli stipendi, gli impegni assunti. Questa è storia, soldi nostri che lo Stato doveva riconoscerci. La partita con lo Stato, al di là di maggioranza e opposizione, mi sembra difficile per riuscire a farci riconoscere non tanto le nostre esigenze, ma le nostre competenze e questo era un ragionamento che volevo fare prima di addentrarmi nelle riflessioni dal punto di vista politico su questi tre disegni di legge, quindi soldi che erano già nostri, che lo Stato però non ci aveva riconosciuto, non sono nuove risorse.

Per quanto riguarda invece il rendiconto, questo è il primo rendiconto di questa legislatura travagliata, dal punto di vista politico, che è allargata a tre Consiglieri in più, perché nel 2015 c'è stata una modifica di assetti all'interno di questo Consiglio e questo è il primo documento vero politico che oggi si discute allargato a tre Consiglieri in più. E qual è il dato politico, il risultato? Perché poi alla fine bisogna tirare le somme e per farlo bisogna avere sul tavolo comunque i dati e fare delle riflessioni a voce alta. Ci sono diverse novità che ci sono state imposte a livello statale - lo diceva prima l'Assessore Perron - dal punto di vista contabile, è cambiato non solo un mondo, ma è cambiato un modo di contabilizzare la finanza e l'economia pubblica. I 245 milioni di euro in entrata che lo Stato praticamente ci ha già tolto in anticipo, prima di giocare la partita, gravano pesantemente sulla discussione che facciamo oggi e che abbiamo in essere. Abbiamo recuperato qualche soldino sull'IMU dei Comuni e la disponibilità vera - poi mi corregga l'Assessore Perron se sugli ordini di grandezza sono fuori strada -, le vere risorse, non quelle delle partite di giro, non quelle dello Stato, non le altre che comunque sono state mutate negli anni, sono all'incirca di 1077 milioni di euro: questo è il dato finanziario vero. Di questi 1077 - darò pochissime cifre, ma sono quelle significative - 820 sono state pagate. Il rapporto pagamenti/impegni è diminuito rispetto al 2014, siamo stati meno bravi a pagare, comunque di pochissimo, è irrilevante in un'analisi che uno cerca di mettere insieme a livello di ordini di grandezza. Interessante invece ci sembra l'equilibrio che è stato messo in campo di parte corrente, che mira comunque ad evitare che si utilizzino entrate in conto capitale per finanziare spese correnti; in altre parole che si intacchi il patrimonio per dare copertura a spese di funzionamento. Questa mi sembra una parte comunque forse troppo tecnica, ma importante.

Vorrei fare un altro passaggio soprattutto per chi ci ascolta. Prima soprattutto l'Assessore e il relatore hanno cercato di sviluppare, di dettagliare numerosissimi dati e cifre, ma l'altro dato che ci deve aiutare a mettere sul tavolo degli elementi in più - questa mattina parlavamo delle poche risorse nel settore dell'agricoltura ad esempio - è che all'interno del rendiconto 2015 l'indebitamento autorizzato (articolo 40 legge n. 40/2010)...non so se ricordate quei 371 milioni di euro che erano un po' la valvola di sfogo tramite Finaosta per poter fare degli investimenti, ebbene, 60 sono i milioni autorizzati solo nel 2015, per dire che c'è la possibilità e la manovra di poter utilizzare delle risorse per investimenti. Lo dico in senso positivo e dall'altra parte dico che, quando sovente in quest'aula - in questi giorni probabilmente ne discuteremo - si parla di scelte, non è vero che non abbiamo più risorse, ne abbiamo di meno, abbiamo meno disponibilità, abbiamo però anche la possibilità di poter scegliere, decidere e fare delle scelte.

Per quanto riguarda invece i beni immobili, le operazioni che sono state fatte durante l'anno 2015 vanno a gravare nel contesto generale del nostro bilancio.

Qualche considerazione in più invece sul DL n. 86. Ci ricordiamo molto bene la discussione che abbiamo fatto durante la finanziaria, quando, vista la situazione finanziaria dell'Amministrazione regionale, si era detto che al 30 giugno avremmo dovuto fare il punto della situazione per quanto riguarda l'USL. È stato detto, però volevo fare un ragionamento in più. Tutti sapevano all'interno di quest'aula che con 233 milioni di euro al 99 percento l'azienda non avrebbe potuto dare gambe e corso, se non ci fosse stata un'enorme riforma - io penso, noi pensiamo - all'interno dell'azienda. Immagino, non avendo fatto l'Assessore alla sanità, ma avendo seguito abbastanza bene in questi mesi il dibattito politico avvenuto in quest'aula. Come dire che quei 12 milioni erano già scritti a dicembre - poi mi corregga, Presidente Rollandin, se dico delle cose non corrette -, era scritto che all'assestamento sicuramente 10 o 12 milioni dovevano essere destinati nel momento in cui si discuteva la prima variazione di bilancio, quindi non c'è nessuna novità su questo. Questo è quello che diciamo noi, poi nel dibattito politico mi piacerebbe avere qualche elemento in più da parte dell'Esecutivo. Stessa considerazione gli altri 10 milioni: quelli sono dovuti. Questa quindi è la normale e ordinaria amministrazione, che prende praticamente il 70 percento dei 29 milioni di euro a disposizione, non c'è nessuna novità. Il messaggio è soprattutto per chi ci ascolta fuori, perché se il rendiconto è stato chiuso con tre Consiglieri in più, questa variazione di bilancio è stata scritta con nove Consiglieri in più, ma nessuna di queste è una novità perché era una novità già scritta nero su bianco sulla finanziaria del mese di dicembre 2015. Pertanto nulla è cambiato perché quelle risorse dovevano essere comunque allocate all'interno del bilancio.

Per quanto riguarda invece il discorso sui Comuni, violenta fu la discussione che facemmo in finanziaria sulla possibilità di utilizzare gli avanzi di amministrazione, poi ci fu anche un emendamento, inserendo sia il 2014 che il 2015, perché non si aveva ancora contezza del vero avanzo, non si sa ancora adesso la sommatoria tra 2014 e il 2015, perché non tutti i Comuni hanno ancora chiuso il rendiconto 2015. Da proiezioni che ci sono state fornite, dette anche nell'ultimo Consiglio del CPEL che è stato fatto, probabilmente la somma dei due anni sarà superiore ai 40 milioni, se sono dati corretti, o vicino ai 40 milioni, comunque l'ordine di grandezza potrebbe essere quello.

Al di là della questione numerica, che poco importa, è il principio, con questa variazione di bilancio con il DL n. 86 la maggioranza decide di togliere praticamente il tetto. C'era un tetto inserito, se ricordo bene, in finanziaria di 20 milioni di euro, con questa modifica praticamente il pacchettino degli avanzi di amministrazione dei Comuni valdostani potrà essere utilizzato dall'Amministrazione regionale per sanità e scuola, anziani e scuola. Dico questo perché probabilmente questo da analisi che abbiamo cercato di fare...scherzando questa mattina con il collega Perron dicevo che siamo poco strutturati come opposizione sia come dipendenti, sia la possibilità di avere dei collaboratori che possono aiutare, perché uno non può essere un tuttologo e, quando interviene su dei temi così complessi, deve avere anche la possibilità di avere sottomano lo stato dell'arte vero, altrimenti perde il filo e gli spot non aiutano né il dibattito, né la politica. Sembra che su questo - poi ne discuteremo direttamente sull'articolato del disegno di legge n. 86 - un minimo di margine per poter utilizzare parte di questo avanzo di amministrazione da parte dei Comuni forse c'è. Su questo sicuramente ci sarà un dibattito più tardi con il Presidente della Regione, perché se così è, non ci trova assolutamente d'accordo vista la situazione, il rapporto che c'è fra Stato e Regione.

Quali le sfide per poter affrontare comunque i prossimi mesi e i prossimi anni, innanzitutto basilare è il rapporto con lo Stato, perché è inutile stare qui a nasconderci dietro un dito: al di là di avere liberalizzato quelle risorse già nostre, che dovevano essere riconosciute come debito, è basilare che noi non possiamo compartecipare, come stiamo facendo oggi, per centinaia e centinaia di milioni di euro con lo Stato, perché il nostro modello non regge più dal punto di vista finanziario. Dall'altro, indubbiamente tocca anche a noi innovarlo, creare quelle condizioni per poter inserire delle novità forti che servono al modello qualitativo per poter migliorare.

Qualche considerazione. Indubbiamente serve un ente pubblico che sappia interpretare bene le istanze e le esigenze, quindi molta meno burocrazia, lo sappiamo: è semplice come elemento da mettere sul tavolo, difficile da applicare, ad oggi mi sembra che su questo siamo ancora molto lontani dall'essere efficaci ed efficienti. Questa mattina discutevamo sul DL n. 88 dell'agricoltura, mai come in questo momento, anche se le risorse sono inferiori, il singolo cittadino, la singola impresa si aspetta dall'ente pubblico tempi certi e soprattutto - io penso che questa sia la sfida dei prossimi mesi, sembra banale come concetto - delle risposte chiare dalla pubblica amministrazione. Per poter migliorare il clima di fiducia generale che è basso, al di là di maggioranza e opposizione, iniettare a favore della comunità risorse che possano essere rapidamente spendibili, utili, quindi capaci soprattutto - e qui la parte forse più delicata - di generare effetti di macroeconomia positivi su che cosa principalmente? E qui mi fermo perché vorrei declinare meglio. Sull'occupazione indubbiamente. Due dati: il Nord-Est in questo momento sta aggredendo in maniera violenta la disoccupazione, cercando di inventarsi di tutto e i risultati che stanno ottenendo sono veramente eccellenti, perché la disoccupazione è tra il 4,8 e 5,5: quasi la metà rispetto alla Valle d'Aosta. Guardando dei modelli che hanno avuto delle difficoltà e che stanno avendo delle difficoltà, ma i risultati che stanno portando a casa dal punto di vista micro e macroeconomico sono veramente interessanti e ci obbligano comunque a guardare con attenzione alle soluzioni che stanno mettendo in atto.

La terza considerazione è sul discorso - più volte affrontato in quest'aula negli ultimi mesi e negli ultimi anni - di trovare quel quid sugli investimenti pubblici, che sono inferiori rispetto a prima, che però devono essere capaci di generare valore economico in tempi brevi. Penso che questa sia un'altra sfida capitale che ci obbliga a mettere al centro la comunità e dire: "deve essere un modello pragmatico, ma spendibile" o, se volete, per essere più chiari: pragmatico e spendibile; le due cose, dal nostro punto di vista, devono andare di pari passo.

Indubbiamente le criticità rispetto a pochi anni fa sono ancora numerose e in certi settori sono esponenziali, facevamo un ragionamento con il collega Roscio sul settore edile, sul settore edile legato soprattutto ai privati, quindi agli investimenti privati, e lo facciamo soprattutto legato al discorso della riqualificazione energetica. Bene gli strumenti che sono stati messi in campo in questi mesi, perché bisogna riconoscerlo, ma lo strumento non ha dato quel quid, quel plusvalore che probabilmente ci si aspettava tutti al di là di maggioranza e opposizione, quindi non c'è ripartenza. Le "bollicine" neanche in quel settore non stanno riprendendo, nonostante anche le capacità delle famiglie valdostane di avere risorse che ad oggi non utilizzano ancora, dovuto anche alla non certezza di poter investire dei capitali privati.

Un'ultima considerazione. Lo dicevate voi, il Governo, il Presidente, l'Assessore Perron: non sono più gli assestamenti di una volta, e lo si sapeva perfettamente, anzi, tolti i 22 milioni certi che erano già scritti a dicembre sulla sanità, stiamo parlando di una ridistribuzione di 7 milioni, meno i 2 milioni di debiti fuori bilancio, che forse - ne parleremo dopo con l'Assessore Marguerettaz - si potevano anche evitare. Sono usciti allo scoperto perché è cambiato il modello finanziario regionale, altrimenti non uscivano allo scoperto. Sono usciti allo scoperto il milione e quattro dell'Assessore Marguerettaz e gli altri 600 milioni di altri due o tre Assessorati. Se tutti avessero fatto come l'Assessore Marguerettaz, probabilmente oggi...non so se si potevano portare in aula i disegni di legge n. 85 e n. 86, perché non avremmo avuto le risorse per poter rimpinguare soldi che non c'erano e poi metterli a posto sei mesi dopo. Non so se ho detto delle cose non corrette, ma mi sembra che se tutti e otto gli Assessori avessero fatto 1,5 milioni di debiti fuori bilancio, sarebbero stati 12 milioni di euro e non avremmo avuto le risorse...per poter allocare delle risorse alla sanità...i 22 milioni di euro. Se ho detto delle cose non corrette, dopo ascolteremo volentieri, perché non abbiamo la bacchetta magica su questi temi, però è una considerazione. Se avessero fatto tutti così gli Assessori, probabilmente qualche soldino in meno oggi ci sarebbe stato da ridistribuire.

Al di là di quello, come gruppo ALPE, insieme al collega Gerandin, abbiamo deciso, vista la pochezza della variazione di bilancio che è stata messa, oltre a soldi dovuti alla sanità, di non presentare degli emendamenti - tranne uno molto legato al ragionamento che vi dicevo prima degli avanzi di amministrazione dei Comuni, gli altri sono degli emendamenti tecnici, perché vanno a chiedere, prima di decidere delle tariffe o delle scelte come Giunta, che ci sia l'approvazione della commissione competente - ma di presentare su dei temi sentiti e, dal nostro punto di vista importanti e che hanno bisogno di un posizionamento politico, sei ordini del giorno: uno sulla Casa da gioco, due sull'agricoltura, uno sull'articolo 3 del DL n. 86 legato alla potenzialità dell'Amministrazione regionale di acquistare un deposito di carburanti, un altro sui tributi legati ai rifiuti e poi un altro sull'ARER, dove ci sono delle criticità oggi in essere, se c'è la volontà da parte di questo Consiglio di cercare subito delle soluzioni, in modo da dirimere queste criticità. Comunque, ascolteremo attentamente le riflessioni del Governo regionale, però la sintesi dal punto di vista politico che vorrei fare come ALPE, come gruppo, principalmente è che se non c'è la volontà, la forza dal punto di vista politico di affrontare prendendo il toro per le corna i rapporti con lo Stato, vista la situazione com'è, e inserire delle idee all'interno del nostro impianto, delle regole nel modello, penso che saremo qui tutti i mesi nei prossimi due anni a discutere di spostare magari qualche decina di migliaia di euro, ma sicuramente non andiamo ad affrontare e a riscrivere il nostro modello.

Dalle ore 16:41 riassume la presidenza il Presidente Rosset.

Rosset (Presidente) - Non ci sono altre richieste, chiudo la discussione generale. Per la replica da parte del Governo, ha chiesto la parola l'Assessore Perron, ne ha facoltà.

Perron (UV) - Credo che avremo modo di confrontarci sia sull'articolato che sugli ordini del giorno perché forse l'impostazione è un po' diversa rispetto alla discussione generale.

Collega Chatrian, io credo che nel complesso, senza enfatizzare, sia interessante il raffronto che lei faceva con altri territori; io penso che presentiamo, con le difficoltà che conosciamo, una Valle d'Aosta dove il PIL, rispetto all'anno precedente, è cresciuto e continua a crescere più del dato nazionale; presentiamo una regione dove la spesa per i consumi delle famiglie è cresciuta più dell'anno scorso ed è cresciuta ancora rispetto a ciò che succede al dato nazionale. Certamente riscontriamo anche noi delle difficoltà nel mondo delle imprese, conosciamo le difficoltà legate, ad esempio, ad un settore come quello edile, come quello delle costruzioni, ma credo che anche questo modello per la Valle d'Aosta sia da rivedere, nel senso che non è più pensabile di sostenere un mondo delle costruzioni che nel complesso era abituato ad avere piani e lavori che l'Amministrazione regionale metteva di anno in anno sul mercato. Credo sarà necessario nel complesso immaginare una ristrutturazione di questo settore, anche dal punto di vista della sua dimensione, mentre cresce comunque il mondo delle imprese legate al terziario, legate al turismo, legate ai servizi, legate al commercio. È un dato positivo quindi che il mercato del lavoro dia nel complesso dei segnali di miglioramento: l'anno scorso abbiamo assistito ad un primo semestre buono, ad un secondo semestre un po' più critico, ma comunque è un settore anche quello del mercato del lavoro che dà segnali complessivi di miglioramento.

Lei, collega Chatrian, citava alcune posizioni rispetto ad altri territori; io vorrei solo dire che, dal mio punto di vista, la Regione comunque, se guardiamo i dati nella loro complessità, continua a collocarsi su posizioni di eccellenza rispetto al panorama italiano. Questo non ci autorizza a dire che non bisogna fare di più e meglio, ma siamo per alcuni parametri soltanto inferiori alla provincia di Bolzano; siamo assolutamente allineati con quell'esempio che si cita spesso che è la provincia di Trento: se uno si sofferma a fare delle comparazioni, i nostri dati sotto tanti profili sono assolutamente in linea con ciò che succede nella provincia di Trento. Il tasso di occupazione è un tasso nella nostra regione di molto superiore a quello italiano, è il tasso migliore che abbiamo in una zona assolutamente importante come quella del Nord-Ovest italiano. Il nostro tasso di occupazione è il migliore di quest'area. Auspicheremmo che fosse più alto? Certamente. Il tasso di disoccupazione, che certamente è una delle nostre preoccupazioni ed è il rovesciamento di questo una delle nostre priorità politiche, è certamente inferiore di gran lunga a quello italiano ed è in linea con quello che succede nel Nord-Ovest italiano.

Il reddito medio pro capite della Valle d'Aosta è un reddito ancora superiore del 15 percento alla media nazionale; siamo ancora la regione con la minore diseguaglianza reddituale. Questo è un dato che merita di essere analizzato, perché credo che anche i profondi interventi fatti in questi anni con le leggi anticrisi, che erano leggi che intervenivano sul settore delle imprese, ma erano leggi che intervenivano in modo robusto anche sulle dinamiche delle famiglie, hanno permesso nel complesso una tenuta anche sociale della nostra regione dal punto di vista dell'individuo, ma da un punto di vista della famiglia e i risultati sono lì a testimoniarlo. È una regione che vede la riduzione del rischio povertà e la riduzione del numero di soggetti che si avvicinano al concetto di esclusione sociale. In questo senso possiamo dire che siamo stati attenti anche a questi settori. Non a caso recentemente abbiamo approvato delle leggi apposite che vanno anche in questa direzione per cercare di arginare quei fenomeni, per cercare di prevenirli e per dare quelle risposte puntuali che lei citava anche in settori come questi. È una regione che si caratterizza come la regione che ha il minor prelievo fiscale d'Italia e credo che tutti quegli accorgimenti che in questi anni abbiamo adottato non facendo leva fiscale su imprese e famiglie sono interventi che nel complesso hanno comportato delle entrate in meno per l'Amministrazione regionale, ma hanno caratterizzato il nostro territorio come un territorio che comunque conserva una sua appetibilità, comunque conserva, rispetto ad altri territori del panorama italiano, una sua credibilità.

È un territorio che, nonostante una crescita che esiste, un livellamento generale che esiste, dovuto al fenomeno della globalizzazione, continuiamo a considerare come una risorsa importante. Se c'è un concetto che è emerso in questi anni, è che consideriamo una risorsa importante non soltanto la montagna, ma direi anche la media montagna, che è un territorio che inizia a caratterizzarsi come un territorio luogo di economia e un elemento di forte peculiarità. Non solo la montagna quindi, ma anche la media montagna si identifica nella nostra regione come un valore. Sono d'accordo con lei quindi che bisogna intervenire sulle cose che lei citava: meno burocrazia, tempi certi, sui quali penso che si possa fare di meglio, ma, rispetto ad altre amministrazioni, è comunque una Regione performante per certi aspetti. Vero, nostro dovere di tutta l'Amministrazione è dare risposte chiare e certe. Certo, bisognerà interrogarsi - e quest'aula lo dovrà fare - in che modo immaginiamo di buttare sul mercato quelle risorse che lei citava e che francamente in questa fase qui non sappiamo dove andare a recuperare. Ecco perché - ma ne parleremo nell'articolato - tutte quelle iniziative che possono contribuire o possono portare nuove entrate per l'Amministrazione regionale il Governo regionale le valuta con attenzione, cerca di sostenere, cerca di caldeggiare tutte quelle idee che possono portare l'Amministrazione regionale in questa fase ad avere entrate sue, entrate proprie, quindi accrescere la propria disponibilità. Io quindi non sono certamente qui a dipingere una realtà tutta rose e fiori, né a nascondere le difficoltà, ma credo che gli interventi di questi anni abbiano permesso all'Amministrazione regionale di amministrare una Regione dove il sistema tiene, dove, pur nelle difficoltà, ci sono anche dei segnali incoraggianti di una Valle d'Aosta che investe. Abbiamo visto quando abbiamo discusso gli interventi sul credito, sulla politica dei mutui come questo sia stato accolto non soltanto come un elemento che abbatte i costi, ma come un elemento che permette, sul territorio, a tanti operatori di investire ancora sulle loro strutture, di investire in nuova economia, di creare quindi PIL e nuovi posti di lavoro, una regione quindi nella quale credo chi investe e chi lavora ha ancora un suo spazio, questo deve essere uno stimolo anche per la politica a fare meglio e di più. Molto umilmente quindi - lo dico senza polemica - non presentiamo una Regione che ha i conti da Far West, collega Cognetta - lo dico sorridendo -, ma una Regione che ha i conti in ordine: conti controllati, certificati e rendicontati fino all'ultimo euro. Questo voglio dire, nella massima trasparenza, deve essere un elemento molto chiaro a tutti i Consiglieri, come molto chiaro a tutti i cittadini di questa Regione che ci onoriamo di amministrare.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Solo per una precisazione credo corretta al collega Chatrian, sull'esposizione, soprattutto quando si diceva che la parte relativa alla variazione di bilancio è assorbita dalla sanità, "cosa che - è stato detto - sapevate già allora". Vorrei sottolineare due aspetti. Il primo: non lo sapevamo allora e non sappiamo ancora adesso quale sia la contabilizzazione della mobilità passiva, tant'è che a livello di Conferenza dei Presidenti non abbiamo adottato questo atto, come di solito avveniva per poter chiaramente fare in modo che le Regioni potessero in qualche modo attrezzarsi, ma si è detto di fare riferimento a quello dell'anno precedente. Non abbiamo ancora fatto questo. Abbiamo nella sanità un problema molto grosso dei medicinali salvavita, che sono ormai obbligatori, si devono utilizzare ed hanno dei costi proibitivi, in quanto ci sarebbe dovuto essere da parte dello Stato un intervento che ancora non c'è stato, quindi tutto questo viene in qualche modo a gravare su questi conti. Così come nella parte relativa, al momento in cui è stato previsto il bilancio, non c'è stata la possibilità di immaginare quali potessero essere le riorganizzazioni, che hanno già dato dei riscontri positivi, ma che in qualche modo portano ancora ad avere delle esigenze per il 2016, di cui stiamo parlando. Giusto per dire che non era una cosa voluta di dire che non mettiamo i soldi. Solo per correttezza, non era possibile arrivare ad una definizione che fosse in qualche modo più corretta.

L'altra nota, ma poi ne parleremo in relazione all'emendamento che c'è, per quanto riguarda i Comuni voglio rappresentarvi che mai come quest'anno c'è una difficoltà anche per i Comuni di arrivare ad un rendiconto, di arrivare all'operazione verità sugli avanzi di amministrazione, che ci permettono di fare la valutazione globale su questo settore. Noi abbiamo permesso anche una dilazione dei tempi necessari. Poi spiegheremo di un caso specifico e particolare, che era già stato segnalato, di un Comune che ha delle difficoltà nel riuscire a fare in qualche modo il bilancio, e dunque di non trovarsi nella situazione di essere commissariato, quindi ci sono oggi delle situazioni difficili. Sostanzialmente in questi due anni, sotto il profilo della parte finanziaria, della parte della gestione del bilancio, c'è stata una rivoluzione a livello regionale con l'armonizzazione. A parte i sistemi che devono essere usati, è proprio stata una rivoluzione sotto tutti i profili, quindi anche l'adattabilità del sistema, che vale per la Regione e vale per i Comuni, ha creato non poche difficoltà nell'impostare questo nuovo sistema. Esso ha dei vantaggi, ma, rispetto all'indicazione base con cui si lavorava nei vecchi bilanci, ci si ritrova ad operare in modo più difficoltoso e comunque più complicato. Anche i debiti fuori bilancio, che oggi giustamente sono presi in considerazione, domani diverranno una cosa quasi ordinaria, perché ci può essere un debito fuori bilancio minimo di 50 euro, di 150, però è sempre un debito fuori bilancio, per cui bisogna in qualche modo intervenire.

Un'ultima piccola nota sul discorso del modello. Io mi permetto di dire che, anche con le ultime affermazioni che sono state fatte, abbiamo cercato di creare un modello per la Valle d'Aosta sia nell'ambito della parte occupazionale, sia nell'ambito della parte scuola, sia nell'ambito della formazione, sia nell'ambito della sanità. È stato fatto. È un modello da affinare, ma è un modello valido perché funziona. Se noi guardiamo quello che è successo, i modesti investimenti che sono stati fatti, sono piccoli sì, però sono un segno che vanno nella direzione giusta. La formazione non è più fine a se stessa, ma è una formazione modello scuola-lavoro, è il legame che è una novità. Tutta la parte legata al Politecnico di Torino, tutta la parte di ricerca, è comunque un'iniziativa che si sta realizzando. È chiaro, alcune Regioni sono partite prima di noi, hanno già dei centri di ricerca strutturati, modulati, è di questi giorni la richiesta di portare al Nord un nuovo modello, sempre sulla ricerca, e si sta lavorando per agganciarsi, perché quello è il settore. Vale comunque l'osservazione di base: in Valle d'Aosta, finché non riprende l'edilizia, il problema sostanziale rimane, perché tutto il settore edilizio, malgrado gli sforzi che sono stati fatti con gli appalti, è ancora in difficoltà in quanto quello che è stato costruito non si vende, malgrado il modello, malgrado i mutui, però tutto il personale che lavorava in questo settore non è riciclabile: o si trova nelle aziende qualcuno che li riprende, sennò questi lavoratori dove vanno? Questo è il lato debole, che non è costruibile così a priori. Anche con tutte le regole che adesso evolvono, anche con gli appalti che si è cercato di fare, non di dimensioni macroscopiche ma di dimensioni più piccole, affinché possano accedere anche le nostre aziende, su sollecitazione di tutti, c'è un limite: si arriva fino a lì. Ormai da fuori Valle arrivano in modo intensivo le richieste e le presenze sul nostro territorio, il che naturalmente non agevola. Questo vale per le grandi imprese, ma vale anche per il settore dei servizi, che una volta veniva regolato a livello locale e adesso è sparito... Sono quindi, tutti questi, dei problemi che credo debbano essere anche capiti in relazione a questo, poi non è una discussione sul bilancio, è una discussione sulla variazione, quindi limitiamola a quello che è, però la tendenza è questa.

Presidente - Possiamo prendere a questo punto in considerazione gli ordini del giorno. Ha chiesto la parola la Consigliera Certan, ne ha facoltà.

Certan (ALPE) - Aspettavo che ci desse l'ordine degli ordini del giorno. Seguo quanto ci avete dato con i numeri, quindi con quest'ordine del giorno i nostri gruppi chiedono al Governo regionale in questo momento...

Presidente - Chiedo scusa, collega Certan, i numeri li avete messi voi, li avete chiesti voi, quindi ovviamente vanno discussi seguendo l'ordine.

Certan (ALPE) - ...pensavo che voi in qualche modo li chiamaste...

Presidente - L'ordine è in funzione di quelli che avete presentato.

Certan (ALPE) - ...avevo già iniziato ad illustrarlo, grazie Presidente. Con quest'ordine del giorno chiediamo al Governo regionale di intervenire in questo momento per risolvere in qualche modo la diatriba che è nata fa ARER, Federcasa e i CAF in sede di compilazione delle dichiarazioni dei redditi e sia data la possibilità agli inquilini degli alloggi di edilizia residenziale della Valle d'Aosta di poter usufruire, ricorrendo alla presentazione a questo punto del modello unico nel mese di settembre, della detrazione fiscale prevista dalla legge: di 900 euro per i redditi inferiori a 15.493 euro e di 450 euro per redditi sino a 30.987 euro.

Questa nostra richiesta nasce dal fatto che, in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi, quest'anno molti inquilini titolari dei contratti ARER non hanno potuto usufruire della detrazione con il modello 730 ed è scaduto questo il 22 luglio. Non hanno potuto usufruire di questa detrazione, che ricordo essere abbastanza importante, così importante che - faccio un esempio - ci sono dei casi con affitti di 20 euro al mese con un reddito di 7 mila euro annui, che possono detrarre - ed è una detrazione secca, non si scala da altre detrazioni - 900 euro, quindi capite che 900 euro su 7 mila annui di reddito sono una cifra importante. Questa possibilità l'anno scorso era stata possibile, quest'anno no. Parto un po' dall'inizio: per il triennio 2014-2016 la normativa nazionale (DL n. 47/2014) consente ai titolari dei contratti di locazione di alloggi sociali utilizzati come abitazione principale una detrazione d'imposta di 900 euro per redditi inferiori a 15.493 euro e 450 euro per i redditi sino a 30.987 euro. È una detrazione particolare, diversa dalle altre detrazioni, perché comporta un rimborso anche se detta detrazione non trova capienza nell'imposta pagata. Si tratta quindi di un importante contributo per le persone che hanno un reddito molto basso.

La definizione di alloggio sociale è data dal decreto ministeriale del 22 aprile 2008: "Unità immobiliare adibita ad uso residenziale in locazione permanente, che svolge la funzione di interesse generale...", eccetera. A tale requisito quindi corrispondono gli alloggi di edilizia residenziale pubblica gestiti in Valle d'Aosta dall'ARER, come indicato dalla legge regionale n. 3/2013 relativa proprio alle politiche abitative, che all'articolo 15 prevede che gli alloggi di edilizia residenziale siano considerati alloggi sociali. Anche Federcasa, a cui l'ARER è associata, ha sempre considerato gli alloggi di edilizia residenziale pubblica come alloggi sociali, tant'è che per gli stessi ha indicato agli enti associati di non pagare IMU e TASI proprio perché sono alloggi sociali, come previsto dalla normativa vigente proprio per questi alloggi. Nella compilazione della dichiarazione dei redditi quest'anno invece sono sorti dei dubbi sull'interpretazione del significato di alloggio sociale, dal momento che la normativa relativa alle agevolazioni fiscali in materia di IMU distingue alloggi sociali e alloggi di edilizia pubblica, introducendo quindi questo dubbio che non tutti gli alloggi di edilizia residenziale pubblica possano rientrare nella categoria di alloggi sociali.

C'è stata a riguardo anche un'interrogazione parlamentare del Senatore Mirabelli del PD e la risposta del Governo conferma il carattere sociale degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ma in risposta a questo Senatore il Governo dice: "si rappresenta l'opportunità di precisare che, laddove la natura di alloggio sociale non risulti espressamente nel contratto di locazione, il proprietario dell'alloggio - che in questo caso in Valle d'Aosta è l'ARER - dovrà rilasciare al locatario un'attestazione in cui sia specificato, analogamente a quanto previsto per la dichiarazione IMU, che l'immobile possiede le caratteristiche e i requisiti previsti dal decreto ministeriale del 22 aprile 2008".

In sede di dichiarazione dei redditi i coordinamenti dei CAF hanno dato disposizione di non procedere all'applicazione della detrazione fiscale per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica in mancanza di una dichiarazione espressa di appartenenza alla categoria sociale da parte dell'ente proprietario (ARER). Purtroppo i contratti di locazione dell'ARER non indicano che gli alloggi sono di tipo sociale e inoltre l'ARER non rilascia dichiarazioni in tal senso avendo ricevuto disposizioni da Federcasa di astenersi dal farlo, c'è una circolare. In definitiva a farne le spese sono i cittadini e i locatari, che già hanno chiaramente delle difficoltà economiche, però in definitiva succede che i CAF aspettano che sia l'ARER che attesti che gli alloggi sono sociali, l'ARER, pur avendo come riferimento operativo la legge regionale che indica chiaramente il carattere sociale degli alloggi, si rifiuta di attestarlo, la Federcasa da una parte sostiene che gli alloggi sono di tipo sociale, dall'altra dà disposizioni agli enti associati di non rilasciare dichiarazioni nel timore di incorrere in un errore interpretativo della legge; nel contempo però dispone che non venga pagata l'IMU, tralasciando quindi i dubbi interpretativi quando la cosa la riguarda. Il Governo interpella l'Agenzia delle entrate e riconosce il carattere sociale degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ma rimanda agli enti proprietari la responsabilità di attestarlo. In tutto questo, per quanto riguarda la dichiarazione dell'anno 2014, è dato per certo che vi sono stati casi in cui i CAF hanno applicato la detrazione lo scorso anno, probabilmente non ancora a conoscenza dell'indirizzo scelto a livello centrale da Federcasa - non lo sappiamo - ma non vi sono dubbi sul fatto che quest'anno nessun titolare di contratto ARER abbia potuto usufruire della detrazione e noi riteniamo essere veramente molto negativo questo passaggio. È forse possibile che in tutta la Valle d'Aosta non vi sia un solo alloggio di edilizia residenziale pubblica considerabile di tipo sociale? Ripeto: ci sono dei casi di affitti pagati 20 euro al mese con un reddito di 7 mila euro annui, quindi i 900 euro sono assolutamente importanti.

Noi chiediamo che il Governo intervenga e in qualche modo, proprio per l'utilità e l'importanza di questa detrazione, permetta a questi inquilini di presentare almeno nel mese di settembre, come abbiamo scritto nell'ordine del giorno, in sede di presentazione del modello unico, tutta la documentazione di modo che possano avere questa detrazione, che chiaramente adesso andrà più avanti. Aspettiamo la risposta.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Farcoz, ne ha facoltà.

Farcoz (UV) - Per chiedere una sospensione per una riunione di maggioranza.

Presidente - La sospensione è concessa.

La seduta è sospesa dalle ore 17:32 alle ore 17:50.

Rosset (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Siamo in discussione generale dopo l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1 presentato da ALPE e Gruppo Misto. C'è qualcuno che vuole intervenire? Per la risposta da parte del Governo, ha chiesto la parola l'Assessore Baccega, ne ha facoltà.

Baccega (SA) - Consigliera Certan, chi le ha illustrato la problematica certamente era competente rispetto a questa materia, problematica che sicuramente l'Assessorato ha affrontato con grande determinazione attraverso una serie di incontri con l'ARER e di confronti con Federcasa. La sua illustrazione è perfetta, quindi non fa una grinza, io la do per assodata; il discorso è che gli alloggi di edilizia residenziale pubblica non sono considerati, nemmeno dal Governo, alloggi sociali. Federcasa ha chiesto al Governo di dichiararsi in questo senso rispetto a quali sono gli alloggi considerati sociali, rispetto agli alloggi di edilizia residenziale pubblica che vengono assegnati con bandi di ERP e ancora, da questo punto di vista, il Governo non si è pronunciato, per cui, attraverso i pareri anche di Federcasa, non vengono considerati in questi termini.

Non credo che ci sia una diatriba in corso tra ARER e Federcasa, perché l'atteggiamento è univoco, soprattutto con i CAF. Esaminerò la questione nel percorso, ma, per quanto riguarda quest'impegno, diciamo che abbiamo già approfondito e quindi noi, rispetto a questa impegnativa, non concordiamo con quanto lei ci evidenzia.

Presidente - Ci sono richieste di intervento? Ricordo che stiamo discutendo dell'ordine del giorno n. 1. Ha chiesto la parola la Consigliera Certan, ne ha facoltà.

Certan (ALPE) - Certo, il gruppo ALPE di solito, quando presenta qualche iniziativa, è perché crede di dover portare proprio la voce anche di problematiche che i cittadini hanno riscontrato e quindi generalmente cerchiamo di non portare cose non veritiere o problematiche non reali. Lei mi dice che il Governo non ha dato risposta: il Governo ha interpellato l'Agenzia delle entrate e ha riconosciuto il carattere sociale degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, semplicemente ha rimandato agli enti proprietari la responsabilità di dichiararlo. Vale quindi la pena di ritornare un attimo sul fatto che, se veramente vi fosse una differente classificazione degli alloggi nell'ambito dell'edilizia residenziale, perché non viene individuato un criterio per definire sociale un alloggio? Secondo logica, il criterio dovrebbe essere per reddito dal momento che il decreto ministeriale del 2008 per definire gli alloggi sociali fa proprio riferimento a "persone disagiate non in grado di accedere ad alloggi del libero mercato". La legge concede benefici fiscali per alloggi sociali occupati da inquilini con reddito sino a 30 mila euro, che non pare essere neanche proprio una miseria. Relativamente agli alloggi ARER, gli inquilini con reddito superiore a 30 mila euro quindi sarebbero comunque esclusi dalla detrazione fiscale, come dice il decreto-legge. Anche per quanto riguarda la definizione all'articolo 1 del decreto del 22 aprile 2008 dell'alloggio sociale come "unità immobiliare adibita ad uso residenziale in locazione permanente che svolge la funzione di interesse generale, nella salvaguardia della coesione sociale, di ridurre il disagio abitativo di individui e nuclei familiari svantaggiati..." ci sembra che sia assolutamente aderente a questo e che non vada a fare questa distinzione, tant'è che Federcasa ha dato disposizioni che non venga pagata l'IMU. Pertanto non ha avuto dubbi sul fatto che non devono pagare l'IMU su questi alloggi perché gli alloggi di edilizia residenziale e gli alloggi sociali vengono equiparati per quanto riguarda l'IMU da dover pagare, quando però bisogna permettere la detrazione o meno agli inquilini, invece solleva dei dubbi. Crediamo che sia un modo un po' ambiguo di considerare un articolo di legge, considerare anche una definizione - come ha detto lei - e per quello credevamo che davvero il Governo regionale volesse prendersela in carico questa problematica, poi mi fa piacere che lei lo abbia già fatto. Sta di fatto che tutti i locatari che rientrano in questa casistica attualmente non potranno avere questa detrazione e credo che sia davvero uno svantaggio che si somma ad un altro svantaggio, soprattutto in alcuni casi. È chiaro che c'è un ventaglio di casi che rientrano in questi tipi di alloggi, però le ho portato prima un caso: 20 euro di affitto pagato su 7 mila euro di reddito annuo, e credo che 7 mila euro sia molto diverso da 30 mila, per cui ci sono davvero casi che necessitavano di questa detrazione. Io sono un po' stupita dal fatto di non voler neanche prendere in considerazione l'eventualità di occuparsene, mi auguro che l'estate porti consiglio e che per il mese di settembre si proceda diversamente.

Presidente - Ricordo che stiamo discutendo dell'ordine del giorno n. 1 presentato da ALPE e dal Gruppo Misto. Non ci sono altre richieste di intervento. Dichiaro aperta la votazione sull'ordine del giorno. La votazione è chiusa.

Presenti: 30

Votanti: 30

Favorevoli: 6

Contrari: 24

Il Consiglio respinge l'ordine del giorno.

Ordine del giorno n. 2 presentato da ALPE e Gruppo Misto. Chi lo illustra? Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Solo due settimane fa abbiamo affrontato il bilancio 2015 della Casa da gioco. Dato che parliamo di rendiconto, di situazione di disponibilità di cassa, di liquidità, di situazione del nostro modello, non parlare di Casa da gioco oggi non ci sembrava corretto. Il collega Perron capisce che un giocattolino che registra ogni anno 18-20-21-22 milioni di euro di perdita di esercizio, in un momento dove facciamo il punto della situazione, ed è stato fatto da parte sua, da parte del Presidente, da parte di chi è intervenuto...una diagnosi abbastanza approfondita... Dal punto di vista politico questo, secondo il nostro punto di vista, è un ordine del giorno sicuramente non amministrativo, dato che nell'ultimo Consiglio avete espresso la volontà di cercare delle strade alternative, diverse, delle ipotesi, delle soluzioni diverse per gestire la Casa da gioco, gli hotel, il Centro congressi e il Centro benessere, questo è un ordine del giorno non di buon senso, di più. Immagino sia legittimo che la maggioranza al suo interno si confronti, prenda le sue iniziative, ma in un'Assemblea parlamentare io penso che sia d'obbligo il fatto che tutto il Consiglio regionale abbia le pari informazioni di cosa state mettendo in campo, di come le state mettendo.

Come vede, collega Perron, non ci soffermiamo, chi è interessato alla situazione della nostra Casa da gioco...non sono i 60 giorni, se avete bisogno di 30 giorni in più, non è il cuore di quest'ordine del giorno. Io penso che sia un ordine del giorno assolutamente votabile proprio vista la drammaticità della situazione. Chiediamo all'Assessore al bilancio, finanze e patrimonio, per quanto riguarda il fatto di esplorare nuove ipotesi, di "trasmettere al Consiglio regionale, entro 60 giorni, una relazione esaustiva in merito alle ipotesi di soluzioni vagliate per le nuove modalità di gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent". Questa è un po' la mission, l'obiettivo di quest'ordine del giorno e, come dicevo prima, dato che avete ipotizzato e ventilato che c'è la possibilità di un'eventuale gestione privata della Casa da gioco, il nostro gruppo non si opporrà alla ricerca di nuove e più efficienti modalità di gestione dello stesso vista la drammaticità e la situazione in essere. Chiediamo ai Consiglieri e al Governo regionale di sostenere quest'ordine del giorno. Come ho detto, non è un problema di tempi, 60 giorni, se per fine settembre è troppo poco il tempo, comunque possiamo tranquillamente emendare la proposta che oggi vi sottoponiamo.

Presidente - Vi sono richieste di intervento? Se non ci sono altre richieste, chiudo la discussione generale. Ha chiesto la parola l'Assessore Perron, ne ha facoltà.

Perron (UV) - Il collega Chatrian è molto bravo a tentare di legare un tema a lui molto caro, come quello del Casinò, ma mi permetto in punta di piedi di dire che legare questo ragionamento al momento del rendiconto della Regione è un po' fuori tema. Il tema che lei evoca conserva comunque sempre la sua attualità, ne abbiamo parlato approfonditamente per un giorno intero lo scorso Consiglio regionale e io per primo ho riconosciuto la necessità su questo argomento di fare il punto della situazione e di dover lavorare in tempi celeri per immaginare delle soluzioni radicali sul tema della Casa da gioco. Io sono assolutamente cosciente che la Giunta regionale deve accelerare nella ricerca delle soluzioni, in questo senso abbiamo lavorato e stiamo lavorando in sinergia con la nuova Direzione della Casa da gioco, abbiamo chiesto la predisposizione alla nuova Dirigenza di un piano che, dal loro punto di vista, presenti un indirizzo, una direzione di marcia a lungo termine da poter presentare al socio, quindi alla proprietà. In questo senso credo che, non appena sarà pronto, sarà immaginabile un confronto approfondito in commissione.

Abbiamo riaffermato, collega Chatrian, di non essere alla ricerca di un privato; l'abbiamo detto, l'abbiamo scritto nel programma di legislatura che non precludevamo nessuna ipotesi, quindi da lì a dire che stiamo procedendo alla ricerca di nuove soluzioni...non è esattamente così. Io quindi sono cosciente di lavorare in tal senso, credo che vada data un'accelerazione, non ritengo sia necessario impegnare con un ordine del giorno a lavorare in tale direzione, abbiamo l'assoluta sensibilità di doverlo fare. In questo senso ritengo di mantenere aperto un rapporto con la commissione consiliare competente, dove sono presenti tutte le forze politiche e, non appena ci saranno delle soluzioni che il Governo regionale e la maggioranza intendono proporre, sarà mia cura presentarle nel più breve tempo possibile e in modo approfondito alla commissione consiliare competente. Da questo punto di vista, quindi non ravviso nessuna necessità di impegnarci con un ordine del giorno e su questo noi ci asterremo.

Presidente - Ci sono richieste di intervento per la replica? Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Sono leggermente sconcertato dal non accoglimento. Mi sembra che da sempre, nel momento in cui si discute un rendiconto, una variazione di bilancio, un assestamento, si cerca di fare il punto della situazione, lo stato dell'arte del nostro modello, dei punti di forza e di criticità. Ci sembrava, come gruppo ALPE, che questa fosse una criticità in questo momento non indifferente, per cui l'impegno è molto chiaro e diretto, non parla di privatizzazioni, di esternalizzazioni, ma se non ritenete interessante da parte vostra far avere a tutto il Consiglio regionale una relazione esaustiva in merito alle ipotesi delle soluzioni vagliate per le nuove modalità di gestione. Lei ritiene che siamo andati fuori tema, se siamo andati fuori tema...un giocattolino che perde - oggi parlavamo di qualche milione di euro sul DL n. 88 questa mattina - quasi 20 milioni di euro all'anno a livello di perdita di esercizio...oggi se siamo andati fuori tema, non so quale potrebbe essere il tema principale da discutere oggi. Comunque, prendiamo atto della vostra chiusura totale: cosa vostra.

Quando sarete interessati di farci sapere e conoscere le ipotesi che il Direttore generale, o chi per esso, sta vagliando, noi saremo presenti e cercheremo di portare il nostro contributo. Il dramma però principale è che questo giocattolino in questo momento drena risorse pubbliche in maniera violenta e, se facciamo la somma degli ultimi anni, pesano veramente sulla testa di tutti i valdostani.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Ho ascoltato quanto ha detto l'Assessore. Io sono un po' più ottimista rispetto al collega Chatrian, nel senso che io prendo il suo impegno personale come un punto di partenza e sarò molto attento a ricordarglielo, anche in un lasso di tempo relativamente breve, che si proceda nella direzione che lei ha annunciato. Peraltro, è un punto importante del vostro programma di governo...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...che ho condiviso: io questo passaggio l'ho condiviso e non ho timore di dirlo. Peraltro, Presidente, quando ho condiviso questo passaggio - visto che lei me ne ha dato l'occasione -, io al mio gruppo di appartenenza di prima ho chiesto anche di introdurre quella che doveva essere una richiesta di assunzione di responsabilità di chi aveva portato il Casinò in questa situazione. Visto che lei ha toccato il tema, approfitto per dire che, visto che era un punto condiviso, io nel mio gruppo - lo può testimoniare il mio Capogruppo - avevo posto anche questa richiesta. Chiaramente non è passata, ma era per avere il quadro completo della mia posizione personale su questo punto, ma è del tutto indifferente chiaramente.

Quello che volevo dire è esclusivamente che, contrariamente a quello che ha detto l'Assessore, io sono convinto che, quando si parla di assestamenti di bilancio e di variazioni di bilancio importanti - in questo caso non è assestamento, è una variazione di bilancio -, quando si parla dell'approvazione di un consuntivo, soprattutto quando si parla di una società che molto opportunamente chi mi ha preceduto ha ricordato avere circa 18-19 milioni di deficit annuale, di sbilancio, e ci tengo a ricordare che ha ancora 29 milioni iscritti di imposte anticipate, che potranno essere eventualmente contabilizzate, o comunque vengono contabilizzate ma potranno essere veramente utilizzate solo quando ci sarà un utile...io ci tenevo proprio a sottolineare l'importanza di fare presto, perché può darsi che a breve sarà di nuovo necessario intervenire per una ricapitalizzazione di questa società. Prima di arrivare ad una ricapitalizzazione, ad una richiesta di sottoscrizione di capitale, io penso sia quanto mai opportuno arrivare ad un'analisi, che poi deve essere un'analisi - molto correttamente lei ha ricordato - di un modello di gestione privato, su cui concordo, come qualcuno mi ha ricordato.

Presidente - Non ci sono altri interventi. Dichiaro aperta la votazione sull'ordine del giorno n. 2 presentato da ALPE e dal Gruppo Misto. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 7

Favorevoli: 7

Astenuti: 25 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Donzel, Fabbri, Farcoz, Follien, Fosson, Grosjean, Guichardaz, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Nogara, Péaquin, Perron, Restano, Rollandin, Rosset, Testolin, Laurent Viérin, Marco Viérin)

Il Consiglio non approva.

Ordine del giorno n. 3 presentato da ALPE e Gruppo Misto. Qualcuno vuole illustrarlo? Chiede la parola il Consigliere Roscio, ne ha facoltà.

Roscio (ALPE) - Quest'ordine del giorno del gruppo ALPE e del Gruppo Misto si riferisce in particolar modo all'articolo 3, riguardante la promozione di un deposito fiscale di carburanti e oli combustibili, del DL n. 86. Quest'ordine del giorno ha la motivazione che, nel momento in cui il disegno di legge è stato presentato in commissione, è arrivato un po' come una novità, mi sembra che anche i colleghi di maggioranza non conoscessero i dettagli dell'operazione fino in fondo, né mi sembra che nei famosi 27 punti di legislatura sia contenuta questa questione del deposito fiscale, però è un'operazione interessante sotto il punto di vista delle possibilità di vantaggi per la Valle d'Aosta: si parla di circa 17 milioni di euro l'anno a seconda degli andamenti dei consumi.

Ho ascoltato attentamente l'illustrazione dell'Assessore Perron, che ha illustrato dicendo che è comunque un'iniziativa importante, e su questo non abbiamo nulla da ridire, effettivamente è una cosa importante visti i ritorni per la Regione. È anche vero che questo articolo ha avuto diverse formulazioni perché la commissione ha già introdotto un primo emendamento, successivamente - ho visto adesso - è arrivato un secondo emendamento, forse a riprova che l'operazione forse non è così chiara e così ben definita, al di là del fatto che poteva essere interessante come ricadute per la Valle d'Aosta.

Qui vengo a parlare un po' del metodo perché l'Assessore ha detto che - mi sono segnato le parole -: "è importante partire, bisogna dare un mandato, dal punto di vista legislativo, per operare e poi faremo le perizie". Qua noi riscontriamo un'illogicità nella cosa, anche perché nel disegno di legge si dice che c'è già una stima, quindi se la stima è stata fatta senza nessuna perizia, ci chiediamo com'è potuta arrivare, quale motivazione ha spinto ad arrivare a quella stima: perché 6 milioni di euro e non 7 e non 10 se a monte non c'è nessuna perizia, nessuna valutazione? Questa non è l'unica cosa perché vi sono delle questioni irrisolte anche tecniche non secondarie: quanto sarà la volumetria di questo deposito fiscale? Ad oggi non è dato sapere. Quale sarà la localizzazione migliore e la localizzazione più sicura di questo deposito? Ad oggi, in una breve nota che ci è stata consegnata a seguito della nostra sollecitazione in commissione, si dice che c'è un solo sito che potrebbe ospitarlo, ma nulla viene detto sulla localizzazione, se la localizzazione consentirà o meno ampliamenti. In più si rimanda ad un articolo del decreto legislativo n. 504/1995, dove si dice che si può arrivare ad attuare un regime di deposito fiscale, però si dice che: "il regime del deposito fiscale - questo è stato omesso nel parere - è consentito per le raffinerie e per altri stabilimenti di produzione dove si ottengono oli minerali e altri prodotti sottoposti ad accisa". Si parla quindi di impianti che lavorano in qualche modo, non solo i depositi. Questo nella legge non è contemplato, ma è un'altra cosa su cui bisognerebbe fare chiarezza.

Dal nostro punto di vista, è positivo il fatto che si possano avere degli introiti aggiuntivi derivanti dalle accise per il consumo in Valle d'Aosta, è altrettanto positivo che si faccia l'ipotesi di una riserva che possa servire per eventi catastrofici, va molto meno bene il metodo che si è seguito. Noi vorremmo che, prima di dare seguito all'operazione, ci fosse la dovuta chiarezza su cosa si intende fare, come lo si intende fare, dove lo si intende fare; in caso contrario vorrebbe dire: "dateci carta bianca, dopodiché vedrete". Questo accordo di fiducia magari la vostra maggioranza ve lo dà, ma capite che noi qualche perplessità in più ce l'abbiamo.

Ci sembra che la logica della procedura sia un po' invertita e per questo noi vorremmo che si facesse la dovuta chiarezza e che il Consiglio si esprimesse in base a questo. Anche perché, siccome stiamo parlando di volumi di gasolio e carburanti che sono di circa 50 mila tonnellate all'anno - il che vorrebbe dire, se devo metterli in un contenitore, un cubo da 40 metri di lato, non una robetta proprio insignificante -, vorremmo che su questo ci fossero delle perizie che attestassero bene cosa si vuole fare e come. Magari lei, Assessore, lo sa, ma a noi non è dato sapere, neanche la commissione è stata messa in condizione di conoscere le modalità dell'operazione.

A margine di questo una piccola osservazione. Si è parlato prima, quando si discuteva del rendiconto, del DL n. 85, anche della crisi dell'edilizia e di tutte le iniziative che vengono in campo anche legate al contenimento energetico degli edifici: da un lato, si fanno delle azioni che ad oggi non ci sembra che abbiano questa grande ricaduta, ma in prospettiva si vorrebbe che la ricaduta sul contenimento energetico andasse avanti, quindi questo dovrebbe comportare un molto minore ricorso all'utilizzo del gasolio come combustibile da riscaldamento; anche questo trend quindi, a meno che l'Assessore ci dica: "no, noi vogliamo puntare...il futuro è il gasolio". Vi è quindi una discrepanza tra le cose che dice un Assessore e quelle che dice un altro Assessore, ma prenderemo atto se...in questo caso... L'idea di andare in questa direzione, però, vorrebbe dire che si punta molto sul gasolio e molto meno invece sul contenimento energetico, quindi sarebbe da capire quale delle due scelte la Regione deve mettere in campo; in ragione di questo, fare delle valutazioni anche tecniche per capire di depositi si intendono fare, quali volumetrie e non sto a ripetere quello che ho già detto.

Per venire al nostro ordine del giorno, a noi sembra che approvare e dare seguito, così com'è scritto, anche se c'è stato un piccolo emendamento, che dice: "andiamo in commissione ad illustrare"...a noi sembra che la logica sia invertita: prima di dare seguito a questo articolo, si deve fare la dovuta chiarezza circa le modalità che si intendono mettere in campo, solo dopo si può andare a chiedere la fiducia al Consiglio per andare a completare l'operazione. Ci sembra che questa sia la logica corretta da seguire, ma poi l'Assessore ci dirà meglio.

Presidente - Ci sono altri interventi? Per la replica, ha chiesto la parola l'Assessore Perron, ne ha facoltà.

Perron (UV) - Intervengo molto brevemente. Onestamente io non capisco questa sorta di processo alle intenzioni, nel senso che se c'è un'iniziativa - e noi gradiremmo che ce ne fosse più di una anche da parte dell'opposizione - che porta in quest'aula un'idea in grado di creare delle entrate per l'Amministrazione regionale, se ci permette, valutiamola! Ben vengano le iniziative che quest'aula ha la capacità di mettere in piedi per creare delle nuove entrate per il bilancio regionale. Discutiamo spesso di come spalmare la spesa, di dove andare a collocare la spesa, dove sono i settori prioritari da finanziare, ma purtroppo troppo poco abbiamo la forza e la capacità di portare qui delle iniziative che creino nuove entrate per l'Amministrazione regionale. Qui abbiamo fatto soltanto questo: constatato che c'era una modifica - e l'ho già spiegato prima, non credo di doverlo ripetere - del modello o della modalità con la quale noi rileviamo le accise, questo è pervenuto in seguito ad una sentenza della Corte, ci siamo mossi molto semplicemente con nessuna tempistica particolare per immaginare un'idea che ci permettesse la possibilità di tenere qui le accise che derivano dall'olio combustibile usato per il riscaldamento.

In una prima fase quindi molto semplicemente, collega Roscio, noi abbiamo immaginato un articolo che prevedesse la costruzione di un deposito fiscale, c'è stato un solo emendamento, ce n'è uno adesso in aula che amplia il passaggio in commissione, credo che di questo non si possa che essere d'accordo, il Governo regionale su questo sarà assolutamente d'accordo di dettagliare ogni passaggio in commissione, ma di dire: ampliamo la facoltà. Se in una prima fase abbiamo immaginato la costruzione, in una seconda fase abbiamo proposto di ampliare la facoltà al Governo regionale di poter procedere in tal senso anche - sottolineo "anche" - attraverso l'acquisizione di quote societarie.

Io non credo quindi che sia compito, collega Roscio, del Consiglio regionale oggi soffermarsi sulla perizia: se la perizia viene fatta prima, viene fatta dopo, viene fatta durante. Va da sé ed è ovvio che noi procederemo rispettando tutti i parametri, tutte le valutazioni, tutte le normative, ci prendiamo la libertà di poter valutare se è più opportuno procedere con la costruzione di un nuovo deposito o di procedere all'acquisizione di una quota societaria. Ho già spiegato più di una volta in commissione cosa significa l'acquisizione di una quota societaria: permette di verificare se esiste una società che dispone di tutte le autorizzazioni che, essendo autorizzazioni di prodotti che lei citava, sono autorizzazioni ottenibili in anni; acquisendo la quota societaria si è sin da subito nella condizione di poter operare, tutto lì. Non c'è nessuna arrière-pensée, nessun ragionamento particolare: c'è un'esigenza molto sincera, molto genuina dal nostro punto di vista di procedere in fretta perché prima realizziamo questo prima introitiamo le accise, quindi va da sé che se c'è questa necessità - e un emendamento è stato predisposto dai Capigruppo in tal senso - di informare la commissione di come procedere, abbiamo la disponibilità di informarla. Per il resto ci date la possibilità di poter procedere, di lavorare sin da subito in questa direzione per le motivazioni che abbiamo esposto. Ad oggi quindi io non ravviso anche su questo, e me ne dispiace, la necessità e l'opportunità di accettare un'impegnativa in questo senso, pertanto su questo atto ci asterremo.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Ho ascoltato attentamente la risposta del collega Perron, ma ben venga se ci sono delle soluzioni per reperire risorse, disponibilità da subito, ma è sul come. La proposta che noi facciamo, dal nostro punto di vista, è importante: non mettiamo il carro davanti ai buoi. Ci state lavorando sicuramente, avete delle proiezioni sicuramente, state mettendo in campo, costruendo l'operazione, se poi con un privato direttamente, indirettamente o con delle compartecipazioni - oltretutto è stato emendato due volte l'articolo, la prima con la possibilità autorizzata alla partecipazione in società già operanti e adesso l'ultima con l'inserimento della deliberazione della Giunta regionale attuativa - ma proprio perché, come dice lei, ben venga, noi con quest'ordine del giorno, che è tutto politico, non è amministrativo...ma da dove spunta fuori che promuove per i 6 milioni di euro? In commissione, come gruppo, avevamo chiesto delle delucidazioni, anche per i colleghi, perché mi sembra una buona parte dei commissari non avevano informazioni su questo articolo 3, che comunque è importante. Io l'ho definita l'unica novità della variazione di bilancio, poi è una mia definizione, voi potete dire che la novità sono i 22 milioni della sanità, per noi la novità è questa. Se questa è la novità, facciamola bene! La facciamo talmente bene che cerchiamo di proporre un ordine del giorno in cui si dice: "impegniamo il Governo regionale a subordinare l'applicazione...", ma non mettendoci di traverso, chiedendo all'Assessore competente, perché noi all'Assessore Donzel abbiamo chiesto in commissione delle delucidazioni, poi ho chiesto delle delucidazioni all'Assessore Perron, che ci ha fatto pervenire una piccola memo, dove ci spiega cosa ad oggi è stato fatto.

Abbiamo sorriso un attimo leggendo il punto n. 5, perché questo punto di un atto dell'amministrazione pubblica ci dice: "situazione della trattativa in corso e documentazione ufficiale". Noi abbiamo fatto delle domande puntuali in commissione: "la trattativa per l'acquisizione sarà affrontata a seguito dell'entrata in vigore dell'articolo in questione". Oggi noi stiamo trattando la variazione di bilancio, dove viene inserita la disponibilità fino a un massimo di 6 milioni di euro, per questo motivo la norma proposta stima in 6 milioni il costo complessivo. Ovviamente si dovrà procedere ad acquisire le perizie necessarie per procedere all'acquisto: questo è quello che noi abbiamo come documento.

L'ordine del giorno che vi proponiamo è...scusate, ma forse non possiamo operare una strada naturale, che è quella di..."in merito alla promozione di un deposito fiscale di carburanti e di oli combustibili alla presentazione a questo Consiglio - indubbiamente, o alla commissione competente - di una dettagliata perizia tecnica sul deposito...", e questo è il discorso del valore. Poi la parte importante su "eventuali impianti collegati, oltre al business plan relativo all'operazione, con la definizione delle modalità gestionali, volte ad evitare interferenze con gli operatori privati del settore".

Quest'ordine giorno va nella vostra stessa direzione, però da un altro punto di partenza: viste le potenzialità dell'articolo 3, viste le potenzialità poi di avere delle ricadute al più presto per quanto riguarda le accise, prima di inserire dei soldi in finanziaria, in variazione di bilancio, scopriamo tutte le carte nelle sedi opportune. Voi vagliate tutte le ipotesi possibili e immaginabili all'interno del Governo e della maggioranza e poi si inseriscono i soldi fra tre mesi, fra sei mesi. In più c'è anche una criticità che voi conoscete meglio di noi, o di me, che è quella del punto di vista urbanistico, collega Perron: se ci sono delle criticità, non mettiamo adesso delle liquidità in campo: questo era lo spirito dell'ordine del giorno.

Concludo dicendo: ben venga, evviva, troviamo delle soluzioni, ma facciamole bene, c'è la possibilità, facciamole bene.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - L'Assessore mi ha tirato in causa già due volte, a questo punto assolutamente devo risponderle. Una parte della risposta me l'ha anticipata il collega Roscio: è dal 1995 che si poteva fare questa cosa, quindi mi sembra strano che arrivi adesso in fretta e furia. Lei ha citato la sentenza del Consiglio di Stato, se non sbaglio, ma non cita il fatto che se l'avessimo avuto già sul nostro territorio, le avremmo già comunque prese, quella sentenza ha semplicemente cambiato la gestione.

Detto questo, aggiungo ancora una cosa: io non ho detto quale sarebbe stata la soluzione, l'ho ipotizzata. È chiaro poi che se tre indizi fanno una prova, è quello che sta venendo fuori, ma io non ho detto che quella sarebbe stata la soluzione: io ho soltanto detto che se si fosse scelta la società all'interno del comune di Aosta, ci sarebbero stati dei problemi, è questo, non ho detto altro, tant'è che se veramente vuole fare tutto come da programma, allora quest'ordine del giorno lo dovrebbe assolutamente approvare. Fa una relazione tecnica, valuta tutte quante le possibilità e poi si decide quanto spendere, invece voi siete arrivati già con il totale fatto.

Per quanto riguarda poi la bellissima frase che ha detto all'inizio del suo secondo intervento, nel quale ha citato il fatto: "ben venga quando abbiamo delle possibilità per far degli introiti", e non solo per spendere, io sono d'accordissimo con lei. C'è solo un piccolo problema: ogni volta che trovate una soluzione per far degli introiti, guarda caso, c'è sempre il trucco sotto o, meglio, in questo caso non è ancora palese che ci sia il trucco, ma potrebbe esserci, è già successo in passato per tante altre cose. Assessore, uno comincia ad avere un leggero sospetto, plausibile da parte nostra: che certe operazioni sono mascherate in un modo per farle diventare in un altro. Uno come me mantiene il beneficio del dubbio rispetto a quello che viene detto, poi magari non succede quello che ho previsto, vorrà dire che le dirò che questa volta avete fatto una cosa fatta bene. Vediamo cosa succede. Capisce, Assessore? Quando vi facciamo delle proposte, qualunque esse siano, per dare maggiore chiarezza e trasparenza su ciò che avviene all'interno dell'Amministrazione e all'interno delle società partecipate, 9,9 volte su 10 sono bocciate. Il fatto che poi ci provochi dicendo pure che dovremmo dare delle soluzioni e che non siamo propositivi, diventa un po' esagerato. Lei capisce che alla fine, provocazione per provocazione, andiamo avanti in questo modo, perché non siete assertivi, nel senso che, quando uno vi fa una proposta, la valutate per quella che è e poi dite: "va bene", "non va bene", "si potrebbe migliorare", "si potrebbe modificare questa parte", "si potrebbe togliere questa parte", no, voi quando qualcuno vi dà un'idea, magari buona, la prendete, la cassate sul momento, poi all'occorrenza presentate voi un disegno di legge del tutto simile, e non dite che non è vero, perché è quello che fate normalmente!

Per concludere questo breve intervento, se lei veramente ha l'onestà intellettuale di dire che l'operazione non è già conclusa, quest'ordine del giorno lo vota perché non c'è niente di male in esso; se vuole, il mio emendamento è un po' provocatorio, ma questo no.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Sapete come la penso, nel senso che la Valle d'Aosta se non sarà capace nel breve tempo di aumentare le entrate, difficilmente, anche portando a casa un buon principio come quello del pareggio di bilancio, riuscirà a dare una prospettiva alla Valle d'Aosta. Io l'ho sempre detto in quest'aula, lo ribadisco, il pareggio di bilancio è un ottimo obiettivo ad una condizione: una Valle che cresca, che sappia aumentare le entrate e le disponibilità finanziarie.

Dico questo come premessa perché, quando ho sottoscritto quest'ordine del giorno, non avevo ancora letto l'emendamento presentato dalla maggioranza. Ora, Assessore, a me pare che l'emendamento presentato dai quattro Capigruppo di maggioranza vada nella direzione giusta, almeno, a mio parere, è assolutamente condivisibile, ma ci tenevo a sottolineare che quest'ordine del giorno è a complemento di quell'emendamento, almeno per come lo leggo io. Se mettessi in discussione l'articolo 3 del DL n. 66, avreste probabilmente ragione ad essere titubanti, ma quello propone semplicemente un articolo 3 del DL n. 66 modificato in quella direzione, come propongono gli emendamenti, io non ci vedo nulla di male magari a presentare a questo Consiglio, prima di prendere una decisione così importante, qualcosa che avvalori il discorso di una scelta tecnica e del modello gestionale. Questo, tra le altre cose, metteva in discussione il fatto che sul primo testo non c'era neanche una forma di tutela, di non concorrenza al privato; sull'emendamento c'è questo, per cui è nella giusta direzione. Questo era nato esclusivamente, a mio parere, per poter condividere qualcosa di più, perché non mette in discussione i contenuti e propone di cancellare l'articolo 3 del DL n. 86, prevede esclusivamente, una volta trovata una soluzione tecnica e una situazione gestionale, di rendere partecipe quest'aula, che, a mio parere, non è l'aula di per sé, sono i cittadini, perché è un sistema anche per tranquillizzare i cittadini. Poi, sappiamo benissimo che a volte si opera più con un discorso di allarmismo e un deposito è comunque un qualcosa di importante che potrebbe creare anche allarme, se non è spiegato bene e comunque condiviso. Io veramente lo vedrei ad integrazione degli emendamenti che i Capigruppo hanno presentato. È la mia opinione.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Fabbri, ne ha facoltà.

Fabbri (UVP) - Su questo argomento un po' mi ha preceduto il collega Gerandin. Volevo intervenire per specificare la nostra posizione, perché, proprio in considerazione di questo passaggio molto importante, a nostro avviso, che è questo articolo e che caratterizza - come ha detto il collega Chatrian - un po' anche questa nostra legge, abbiamo chiesto, come Consiglieri, come Capigruppo, di emendare l'articolo per poter riuscire in commissione a fugare tutti i dubbi, specificare quelle che saranno le applicazioni della legge, in modo da dare la trasparenza assoluta a questa operazione, che bisogna sempre tenere conto che ha come obiettivo finale - quello lo abbiamo detto tutti - di introitare le accise, che purtroppo adesso ci siamo persi, così da dare un input, una specie di sviluppo alla nostra regione. Il collega Chatrian diceva che si potrebbe fare questo senza dover impegnare questi 6 milioni, ma, da quello che so io, qui c'è un'autorizzazione, non c'è un impegno...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...6 li andremo a discutere, proprio vedremo in commissione - prima di tutto si dice: "fino a 6" e non si dice: "6" - quali saranno le reali condizioni per attuare questo tipo di piano, in assoluta chiarezza che vogliamo tutti.

Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento. Dichiaro aperta la votazione sull'ordine del giorno n. 3 presentato da ALPE e dal Gruppo Misto. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 7

Favorevoli: 7

Astenuti: 26 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Donzel, Fabbri, Farcoz, Follien, Fosson, Grosjean, Guichardaz, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Nogara, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Rosset, Testolin, Laurent Viérin, Marco Viérin)

Il Consiglio non approva.

Ordine del giorno n. 4 presentato da ALPE e Gruppo Misto. Chi lo vuole illustrare? Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Sarò sintetico nell'illustrare quest'ordine del giorno, perché stamattina ne abbiamo parlato a più riprese; fino all'anno scorso la cosa non era trasparente, io immagino, penso e sono sicuro, vista anche la tranquillità del Responsabile delle finanze, che c'era comunque un controllo. Nel confronto di prima si diceva: se tutti avessero fatto così...in qualsiasi famiglia, a maggior ragione al momento in cui si gestiscono soldi pubblici...i conti non tornerebbero. Abbiamo voluto presentarlo - spero che si approvi almeno questo - con un duplice obiettivo: "impegnare il Presidente e l'Assessore competente a garantire il monitoraggio attento e circostanziato delle modalità e dei tempi di rientro del debito..." fuori bilancio 2015; "ad agire affinché gli Assessori e le strutture dirigenziali tornino ad agire nell'assoluto rispetto delle disposizioni nazionali che regolano i bilanci pubblici, ma anche nel rispetto - noi diciamo - del Consiglio regionale stesso...", soprattutto di voi colleghi di maggioranza che votate i bilanci preventivi in quest'aula. Ripeto: questo non è il gioco delle parti, questa è trasparenza amministrativa e politica, perché altrimenti qualsiasi Assessore che non ha disponibilità in bilancio decide di forzare e mettere in campo dei debiti fuori bilancio, dei soldi che non ci sono sul bilancio e poi saranno regolarizzati sei mesi dopo.

Il Far West, collega Perron, quindi era stato utilizzato proprio come termine legato a plus on est...et plus on rigole e se uno decide di forzare, va a vanificarsi un bilancio triennale, quello che dovrebbe teoricamente programmare una pianificazione dal punto di vista politico-amministrativo: questo è l'impegno che chiediamo al Presidente e all'Assessore. Immagino che questo sia quanto meno sostenuto, ripeto, non tanto dalla Giunta, ma soprattutto dai colleghi di maggioranza, Consiglieri che votano i bilanci triennali e mi sembra corretto che tutti stiano nelle disposizioni, poi se si devono modificare i bilanci, si fanno delle variazioni di bilancio come nelle migliori famiglie.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Perron, ne ha facoltà.

Perron (UV) - Il tenore di quanto lei scrive, collega Chatrian, non è un tenore molto lusinghiero nei confronti di ciò che è stato fatto: dà quasi la sensazione che all'interno del Governo regionale si sia legittimato chissà cosa. Io credo di aver già detto molto semplicemente, sia in commissione che nell'esposizione questa mattina, che tutta la procedura che abbiamo fatto è una procedura all'insegna della trasparenza e della legalità, di quello che facciamo oggi e di quello che è successo, poi che fosse necessario richiamare tutti ad una più attenta e puntuale programmazione, l'abbiamo detto e l'abbiamo riconosciuto.

Detto questo, io credo che va da sé, collega Chatrian, che noi garantiamo il monitoraggio attento e circostanziato delle modalità dei tempi di rientro del debito fuori bilancio: è quello che abbiamo scritto in norma di legge, quindi è ovvio, va da sé, è pleonastico che succeda questo. Se poi lei vuole che noi informiamo il Consiglio regionale di ciò che succede, io prendo l'impegno, quando questo sarà regolarizzato, ad informare.

Volevo aggiungere che - e l'ho spiegato stamattina, ma lo ripeto - la nuova normativa che ci obbliga a questo passaggio obbligherà, qualora sorgessero in futuro situazioni di questo genere, a tornare puntualmente e regolarmente in Consiglio regionale, quindi va da sé che il Consiglio regionale sarà regolarmente informato su ciò che succederà.

Sul punto n. 2 io mi permetto - anche qui in punta di piedi - di dire che, laddove lei dice che "le strutture e gli Assessori tornino ad agire nell'assoluto rispetto delle disposizioni" sembra quasi che fino adesso si sia legittimato e si sia avallato quello che lei cita nelle premesse: un qualcosa fuori dalle regole, fuori dalle disposizioni. Credo di avere ampiamente spiegato che così non è stato, e così non è, quindi noi non possiamo impegnarci su un ordine del giorno che ci indica di dover andare in questa direzione, pertanto su questo ci asterremo.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Non so se utilizzare il termine "in punta di piedi" o meno...des deux l'une, nel senso che ne abbiamo parlato questa mattina: ci sono stati dei debiti fuori bilancio, negli altri anni è successo comunque, ma non è stato reso pubblico per ovvi motivi che non stiamo qui a declinare e che oggi ci siamo detti, mi sembrava politicamente, non tanto dal punto di vista amministrativo... Il collega Testolin - abbiamo discusso questa mattina del DL n. 88 sull'agricoltura - avesse avuto il peso politico del collega Aurelio a forzare la mano: un milioncino in più, un milioncino e mezzo in più nel 2015, penso che avrebbe dato qualche risposta in più; per fare un esempio pratico.

Questo non è un discorso "in punta di piedi", non banalizziamo: il problema non sono i 500 mila euro o 1 milione di euro su un impianto così ampio, lo sappiamo, ma ne va anche della dignità politica di ogni singolo dicastero, Assessore! Poi, secondo l'Assessore Perron, siamo stati troppo zelanti, ma abbiamo chiesto al Presidente della Regione e all'Assessore competente di monitorare la situazione, lo stato dell'arte, le scelte che vengono prese dall'Assemblea, in sintesi questo documento dice quello. Se Testolin deve forzare la mano su due leggi su cui non c'è copertura finanziaria, si fa una variazione di bilancio. Questo è il senso di questo nostro ordine del giorno.

Presidente - Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Semplicemente per riallacciarmi a quello che diceva prima l'Assessore perché non vorrei ci fossero malintesi. Il riconoscimento del debito fuori bilancio è una procedura del tutto legittima, ci mancherebbe, è quanto prevede e impone il n. 118, per cui non è neanche facoltà riconoscerlo o meno. Una volta il privato o comunque un soggetto danneggiato da un debito fuori bilancio non aveva le tutele che vengono espresse in questo momento nella pubblica amministrazione con il decreto n. 118, perché avrebbe dovuto attivare tutta una serie di procedure. In questo caso il decreto n. 118 è chiarissimo: prevede l'obbligo di riconoscere il debito fuori bilancio e l'obbligo di pagarlo, per cui su questo siamo assolutamente in linea. Perché si è verificato questo in tale contesto? Perché, applicando il n. 118, la Regione - bisogna dircelo fino in fondo - per la prima volta si trova davanti ad una norma sul debito fuori bilancio. Addirittura non c'è una normativa di riferimento sul debito fuori bilancio per le Regioni; per il debito fuori bilancio si applicano gli articoli n. 193 e il n. 194 del Testo unico degli Enti locali, perché fino ad oggi questa regola si applicava solo per gli Enti locali.

La preoccupazione che ne deriva, Assessore, non è quella della legittimità del riconoscimento del debito fuori bilancio, che è del tutto legittima, anzi, obbligatoria: la preoccupazione deriva dal fatto che, visto anche il pregresso, l'interpretazione della Corte dei conti per quello che riguarda gli Enti locali, perché l'applicazione di riferimento è il Testo unico degli Enti locali, il rischio vero e proprio di tutta questa operazione non sono le responsabilità di quest'aula, che andrà a riconoscere il debito fuori bilancio, sono le responsabilità del dirigente, che, a conoscenza di non avere risorse sufficienti per arrivare a coprire la spesa non preventivata perché regolarmente, soprattutto legata al discorso dei trasporti, c'era una rendicontazione mensile, per cui si sapeva già all'atto dell'approvazione dell'assestamento di bilancio che le risorse non erano sufficienti per coprire gli ultimi tre mesi...il fatto grave è che la politica non ha ascoltato le sollecitazioni di questi dirigenti, che si sono trovati di fronte ad una scelta: o interrompere il servizio per i disabili, che non mi pare proprio una cosa ottimale, oppure assumersi la responsabilità di vedersi contestati dalla Corte dei conti dei provvedimenti sui debiti fuori bilancio. Su questo non si fanno sconti, guardate che ci sono delle sentenze che hanno condannato dei dirigenti, che addirittura avevano capienze sul capitolo e non hanno fatto gli impegni. Immaginatevi di fronte a quella che può essere la Corte dei conti, perché questo provvedimento ha l'obbligo di essere trasmesso alla Corte dei conti, vedete un po' quale sarà il rischio effettivo: che, malgrado le sollecitazioni, perché erano a conoscenza che il capitolo non era sufficientemente capiente, non potevano fare impegni, la politica probabilmente ha deciso comunque di mandare avanti questo provvedimento, comunque non prendendosi le responsabilità...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...è così, abbia pazienza, le abbiamo sentite in commissione queste cose, lo stesso relatore La Torre ha detto delle cose...rileggetevi cosa è stato detto, non ha salvato la politica da questi debiti fuori bilancio, tutt'altro: ha detto che la politica era a conoscenza di questi debiti.

Il vero problema, secondo me, è che nel futuro bisogna evitare probabilmente di prendere delle decisioni dal punto di vista politico che poi responsabilizzino o facciano incorrere i dirigenti...che in questo momento hanno tutto il mio sostegno perché probabilmente a fronte di una decisione così difficile, non c'era altra via che non comunque assumersi la responsabilità di non interrompere un servizio così importante, però, quando avete approvato l'assestamento di bilancio del 2015, la Giunta, o comunque in quella fase una parte della politica era già a conoscenza che le risorse non erano sufficienti perché la rendicontazione era mensile, questo è registrato, è agli atti...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...Presidente, è così, mi dispiace che lei non condivida, ma è così. È questo, secondo me, che preoccupa: che si metta davanti a delle responsabilità qualcuno che magari non ha colpe.

Questo era quanto ci tenevo a dire perché la legittimità dell'atto è indubbia e pertanto volevo richiamare ad una particolare attenzione in futuro per evitare di reperire delle risorse... Quando ci sono delle manifestazioni, o comunque ci sono delle esigenze del tutto particolari, si trovano le risorse, però quando si tratta di trovare magari delle risorse per mantenere un servizio così importante, a volte si fa finta di non sentire, o comunque non si recepiscono queste risorse, mettendo tutta una serie di persone di fronte a delle responsabilità che, a mio parere, sono assolutamente sproporzionate rispetto alla responsabilità della scelta che hanno.

Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento. Dichiaro aperta la votazione sull'ordine del giorno n. 4 presentato da ALPE e dal Gruppo Misto. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 7

Favorevoli: 7

Astenuti: 25 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Donzel, Fabbri, Farcoz, Follien, Fosson, Grosjean, Guichardaz, Isabellon, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Nogara, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Rosset, Testolin, Laurent Viérin, Marco Viérin)

Il Consiglio non approva.

Ordine del giorno n. 5 presentato da ALPE e dal Gruppo Misto. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Nella piccola relazione che abbiamo fatto come gruppo ALPE nel valutare il rendiconto e la variazione di bilancio abbiamo utilizzato tre concetti forti, semplici, ma è difficile trovare delle soluzioni: il primo, meno burocrazia; il secondo, tempi certi garantiti dall'Amministrazione: il terzo, risposte chiare, ecco perché vi abbiamo presentato quest'ordine del giorno. Stiamo parlando dell'annualità 2015 denominata ex "Verde agricolo", affrontata diverse volte in quest'aula, dove i tempi certi non ci sono, dove le risposte chiare non ci sono, dove la burocrazia è altissima e dove la politica non ha fatto bene il suo lavoro, perché altrimenti non saremmo qui a discuterne.

Pochi mesi fa avete deciso di mettere in campo uno strumento; noi non abbiamo solo criticato, ma abbiamo cercato delle soluzioni alternative più efficienti, più efficaci e più rapide e a costo zero soprattutto per gli agricoltori valdostani. Per chi non è del mestiere o del settore e che non conosce a fondo la cosa, altre Regioni stanno liquidando l'annualità 2015. Siamo a fine luglio, lo strumento che avete messo in campo tre mesi fa non sta dando dei buoni frutti - lo ha detto l'Assessore Testolin qualche settimana fa -, nel senso che è bassissimo il numero di agricoltori che finora hanno fatto ricorso all'anticipazione tramite Finaosta pagando l'istruttoria e pagandoci degli interessi sopra. Lo strumento che avete messo in campo quindi non funziona, non è valido; non è il gruppo di ALPE a dirlo, non è Chatrian, ma sono i risultati certificati che dicono che lo strumento messo in campo non è utilizzato.

Noi oggi presentiamo un ordine del giorno dicendo che sono soldi dovuti, sono tanti soldi, sono gli unici soldi praticamente che devono essere certi, sono le tre misure più importanti: l'agroambientale, le indennità compensative e il benessere animale, che rappresentano la parte più corposa nel PSR, ed è la parte più importante a misura che arriva direttamente nelle tasche dell'agricoltore, a condizione che uno abbia tutti i parametri: le locazioni o le proprietà coltivate, verificate e controllate.

La proposta che facciamo al Governo e a voi Consiglieri di maggioranza è di "impegnare il Governo regionale ad individuare, entro 45 giorni - anche qui "entro 45 giorni", poi se ci chiedete di emendare e mettere "60 giorni", non è lì il problema -, una soluzione per anticipare i corrispettivi netti delle indennità spettanti al settore agricolo per l'annualità 2015, senza che spese o costi supplementari siano posti a carico dei singoli agricoltori". Questa è la proposta che sottoponiamo a voi colleghi, a voi Consiglieri e Governo regionale, proprio tenendo in mente le considerazioni che facevamo questa mattina: che il cittadino mai come in questo momento si aspetta da un ente pubblico efficienza, efficacia, tempi certi e soprattutto risposte chiare.

Dalle ore 18:59 assume la presidenza il Vicepresidente Marco Viérin.

Viérin M. (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Nogara, ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - Su questo tema per diverse volte, per diverso tempo ho portato in aula queste problematiche e penso che adesso la problematica principale - ho letto il suo ordine del giorno, collega - non è tanto di anticipare nei 45 giorni, ma io mi auguro, come penso di aver capito, anche da incontri che l'Assessore ha avuto, che nei 45 giorni ci siano i pagamenti del PSR da parte di Roma. Vista una mezza assicurazione che è stata data, io auspicherei che anche nel periodo estivo, quando si può, si vada a Roma per pungolare ancora la Presidenza di AGEA affinché questo avvenga. Ora come ora, sarebbe da dare un anticipo: finora si è dato un anticipo dell'80 percento a chi lo ha chiesto, con dei costi che purtroppo chi ne aveva assolutamente bisogno ha dovuto sostenere. Io adesso non so se, anche volendo, l'Amministrazione regionale un'operazione del genere la possa fare, con che fondi. Questo non lo so, sarebbe da chiedere probabilmente all'Assessore alle finanze. La cosa principale è che si continui a spingere visto che le assicurazioni verbali date da AGEA all'Assessore e all'Assessorato sono che dovrebbero essere pagati entro il mese di settembre. Con questa speranza auspico che il personale di AREA e il personale dell'Assessorato continuino ad insistere con Roma affinché questo periodo, questo tempo sia sempre...anzi magari che venga anticipato.

Presidente - Non vedo altre richieste, pertanto chiudo la discussione generale. Per la replica, ha chiesto la parola l'Assessore Testolin, ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Questa è la riproposizione di una proposta che era già stata avanzata nel mese di aprile quando il Governo, sulla scorta di criticità che toccavano, e toccano tuttora, soprattutto il panorama agricolo degli allevatori, aveva messo in campo delle misure che andavano nell'ottica delle misure che erano state attrezzate anche a livello nazionale e che anche lì avevano dei costi per la loro attivazione, sia per l'anticipazione della PAC, peraltro con delle percentuali intorno al 70 percento del premio dovuto. Questa è stata una scelta per dare una risposta - che è una risposta avvenuta in tempi celeri - per cercare di dare la liquidità a quelle aziende che ne avevano bisogno in tempi molto brevi, non per incentivare un avvicinamento al credito, perché evidentemente chi non ha bisogno di liquidità e può cercare di aspettare i pagamenti che deve avere evidentemente non ha alcun motivo di avvicinarsi a delle opportunità che l'Amministrazione ha messo in atto, in alternativa, peraltro, ad altre iniziative che erano già state intraprese dal mondo del credito per agevolare chi aveva bisogno di anticipazioni sul verde agricolo.

La risposta, che è stata già parzialmente anticipata dal collega, perché ne avevamo in qualche modo condiviso i passaggi, è una risposta che rispecchia esattamente quello che è stato detto nella risposta alla vostra interrogazione dello scorso Consiglio regionale. In un recente contatto con i vertici di AGEA alla fine del mese di giugno era stato prospettato e calendarizzato un insieme di interventi che sarebbero partiti da giugno per arrivare a settembre per dare una risposta alle istruttorie di pagamento, che sarebbero propedeutiche alla liquidazione dei premi anche per la nostra Regione. Due settimane fa io avevo annunciato che il 20 ci sarebbe stato un incontro con il nuovo Direttore di AGEA, incontro che c'è stato: abbiamo avuto modo di esplicitare tutta una serie di problematiche, che sono state analizzate anche all'interno di questo Consiglio, tra le quali la prima era quella dei tempi per il pagamento dell'annualità 2015. Questo è stato recepito in maniera precisa da parte del nuovo Direttore di AGEA, che è anche tecnicamente preparato e che, arrivando da una realtà regionale, sa le impellenze degli agricoltori, non soltanto in Valle d'Aosta ma in tutta Italia, perché le problematiche poi si ripresentano un po' su tutto il territorio nazionale. Il suo impegno, seppur verbale, preso all'interno di quell'incontro, alla presenza anche dei tecnici regionali (sia l'Autorità di gestione che il Direttore di AREA), è stato quello di far sì che il calendario, così come prefissato per l'istruttoria ai pagamenti, vedrà il suo compimento entro il mese di settembre, per poter cominciare ad effettuare questi pagamenti, quindi credo che lo sforzo debba andare in questa direzione.

Per quanto riguarda la disponibilità da parte dell'Amministrazione regionale, c'è stato il supporto con quest'anticipazione al 90 percento, che io credo chi aveva necessità di liquidità abbia sfruttato. Per chi fortunatamente non ha un'impellenza così pressante, credo che la risposta migliore sia di riuscire a sollecitare ancora AGEA affinché rispetti questo impegno di modo che il pagamento possa partire dalla fine di settembre. Con questa valutazione il nostro sarà un voto di astensione.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Abbiamo ascoltato attentamente la risposta dell'Assessore, l'impegno che ha messo in campo in queste ultime settimane, dopo aver avuto anche l'incontro con il nuovo Direttore, quindi noi oggi ritiriamo quest'ordine del giorno. Lei oggi ci ha detto che, entro settembre, se ho capito bene, ci dovrebbero essere i primi pagamenti dell'annualità 2015. Ci dispiace che tutti gli sforzi amministrativi che avete messo in campo ad aprile, maggio e giugno praticamente siano stati inutili, serviti a poco. Dobbiamo dirci le cose anche come stanno, altrimenti parliamo veramente a vanvera, ma il nostro obiettivo, l'unico obiettivo è quello di far arrivare al più presto risorse che spettano alle nostre aziende, ai nostri agricoltori. Lei oggi si è assunto l'impegno, ci ha detto che per settembre l'annualità sarà pagata, erogata, quindi ritiriamo l'ordine del giorno che abbiamo presentato.

Presidente - L'ordine del giorno n. 5 presentato da ALPE e dal Gruppo Misto viene quindi ritirato. Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 6, presentato sempre da ALPE e Gruppo Misto. Ha chiesto la parola il collega Roscio, ne ha facoltà.

Roscio (ALPE) - Su quest'ordine del giorno noi espressamente richiamiamo l'articolo 4 del DL n. 86, e non solo: anche l'emendamento che è stato predisposto a seguito dell'articolo 4, che si riferisce alla tematica dei rifiuti, in particolar modo al tributo speciale per lo smaltimento in discarica, dove si fanno alcuni ragionamenti: da un lato si dice, in maniera corretta, tutto quello che viene introitato dal tributo speciale viene utilizzato principalmente - noi vogliamo sperare - per diminuire la produzione di rifiuti, che comunque è una cosa che da sempre abbiamo sollecitato, anche perché ovviamente, se dovessimo mettere una regola, è che il miglior rifiuto è quello che non si produce, quindi da quel lato non possiamo che essere felici. Per quanto riguarda la determinazione del tributo, vi è un aumento dello stesso per chi conferisce...o, meglio, vede un aumento del tributo per chi non raggiunge gli obiettivi di legge e una riduzione per chi invece raggiunge gli obiettivi di legge scaglionati e mutuati direttamente dal decreto legislativo nazionale, e questo ci sembra un atto dovuto, né più, né meno che un adeguamento.

C'è un però ed è quello su cui vorremmo andare un po' oltre: da un lato gli obiettivi, i livelli di legge sono obiettivi minimi, non sono obiettivi a cui tendere, e questo è stato anche recepito nel nostro nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti, ma vorrei fare alcune riflessioni soprattutto sui dati che sono recentemente stati pubblicati dall'Osservatorio regionale sui rifiuti, con dati recenti (2015), dove vi sono ancora oggi, anche tenendo conto degli abitanti equivalenti, dei sottoambiti che hanno una produzione di rifiuti che è enorme: senza gli abitanti equivalenti, siamo oltre gli 800 chili per abitante all'anno; con gli abitanti rimaniamo comunque sull'ordine dei 500 chili. Tanto per avere un raffronto, ci sono amministrazioni esistenti in Italia dove l'ordine di grandezza è quasi 10 volte inferiore, e questi sono dati esistenti. Oltretutto, andando anche a vedere le analisi merceologiche che si fanno sui rifiuti che vengono smaltiti in discarica, facendo una somma sulle medie, si può vedere che il 50 percento circa di quello che viene conferito potenzialmente sarebbe recuperabile. Ciò quindi vuol dire che i margini di miglioramento rispetto a quello che noi abbiamo messo in campo sono ancora ampi, quindi, da un lato, produzione alta, dall'altro, comunque ampi margini di miglioramento, anche intervenendo sulla discarica. Perché dico questo? Perché ad oggi una cosa che mi sembra ormai passata e condivisa è che la discarica è un valore, cioè preservare quanto più possibile la discarica e protrarre la sua vita è un valore che viene riconosciuto a tutti i livelli e viene riportato anche nel piano di gestione dei rifiuti.

In più qual è la conseguenza possibile dell'applicazione di questa norma? Se da un lato si dice che vado ad introdurre dei meccanismi premianti o penalizzanti a carico dei sub-ATO - e questo è corretto -, manca però un passaggio, perché il sub-ATO che fa male pagherà di più; quello che farà bene pagherà di meno. Che succede però? Nel sub-ATO, soprattutto in quello che fa male, ci saranno comunque dei cittadini invece che lavorano bene, che vorrebbero vedersi riconosciuto il merito di fare bene la raccolta e cercare di contenere la produzione, senza il passaggio ulteriore quest'applicazione vedrebbe questi cittadini penalizzati. A noi sembra che questa cosa sia ingiusta, perché invece noi vorremmo che i cittadini bravi vengano premiati, non penalizzati. Siccome è emerso qualche Consiglio fa che c'è comunque all'opera un team che sta lavorando per la tariffazione puntuale, l'applicazione ai cittadini, quindi introdurre anche ai cittadini quei meccanismi che sono riconosciuti, ed è prevista nel piano regionale l'introduzione a partire dal 2017 dei meccanismi che vedano il riconoscimento dell'utenza e l'applicazione di quel principio del "chi inquina paga", quindi "tanto meglio faccio, tanto più riesco a risparmiare".

Siccome alcune iniziative sono partite, abbiamo visto la risistemazione di alcune frazioni come il multimateriale, che vede anche dei risultati positivi; abbiamo visto che è partita in alcuni sottoambiti la raccolta dell'organico, che è una cosa che abbiamo sollecitato da tempo, il passaggio ulteriore che ci sembra molto opportuno è che ad oggi si vada ad accelerare anche sull'introduzione dei metodi tariffari. Come? L'Assessore faccia la sua parte. È vero che l'Assessorato non può entrare a gamba tesa nelle decisioni dei sottoambiti perché quello spetta ai sottoambiti, ma comunque l'Assessore ha facoltà di presentare delle linee guida precise per i sottoambiti, che poi hanno facoltà di adeguarsi oppure no, ma sarà una loro precisa responsabilità quella di dire: "io non mi adeguo e non faccio pagare ai cittadini". L'Assessorato però nel frattempo ha dato le linee guida per ottemperare a questo. Noi vogliamo che ognuno per le proprie competenze faccia quello, e noi su questo chiediamo di accelerare. L'Assessore metta in campo le indicazioni che consentono ai sottoambiti di andare avanti e poi sarà compito dei sottoambiti cercare di andare avanti, ma a quel punto non potrà più nessuno dire che la Regione non ha comunicato cosa si può fare. In questo modo, anticipando i tempi del piano, non ci sarebbero più scusanti a carico dei cittadini. Quello che noi vogliamo è che i cittadini paghino correttamente proporzionalmente in base alla frazione che non si può riciclare, che è quella che poi non trova nessun incentivo a nessun titolo, ed è quello che invece poi comporta un costo per lo smaltimento come invece noi abbiamo detto: lo smaltimento andrebbe ridotto il più possibile perché dobbiamo preservare la discarica, sennò dobbiamo pensare di fare altro.

Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento, chiudiamo la discussione generale. Per la replica, la parola all'Assessore Bianchi, ne ha facoltà.

Bianchi (UV) - Non sto a ripercorrere, come lei ha già ben descritto, tutti i passaggi che sono stati fatti in quest'ultimo anno per quanto riguarda il discorso dei rifiuti ed è indubbio - come è stato peraltro riconosciuto - che, avendo scritto nel piano rifiuti, il discorso della tariffazione puntuale, lo condividiamo.

Mi permetta di fare un passaggio perché nelle premesse lei fa riferimento ad alcuni dati dell'Osservatorio del 2015: chiaramente diciamo anche che la riorganizzazione dei flussi è stata fatta dal 1° giugno 2015, quindi quel miglioramento si riferisce solamente a 6 mesi su 12. Vi è quindi in atto un miglioramento sulle percentuali di raccolta differenziata anche notevole rispetto alla media regionale di qualche anno fa. Chiaramente il miglioramento sarà ancora più consistente nel momento in cui tutti i sub-ATO avranno attivato la raccolta dell'organico, perché - come ha spiegato anche lei - la raccolta dell'organico è proprio propedeutica anche a migliorare qualitativamente tutti gli altri flussi, proprio come qualità della raccolta.

Fatte queste considerazioni, si conferma che le linee guida contenenti le indicazioni per la riorganizzazione dei servizi di gestione dei rifiuti all'interno dei nuovi sub-ATO, quindi dei cinque tanto per capirci, sono state completate per quanto di competenza dell'Assessorato, come ho avuto modo di dire un po' di tempo fa, ma devono essere integrate con la documentazione in corso di predisposizione in collaborazione con gli uffici del CELVA, in modo particolare per gli aspetti convenzionali per la formalizzazione dei nuovi sub-ATO, nonché di tutti gli aspetti per la regolamentazione dei servizi, la determinazione delle tariffe e l'applicazione della riduzione. Sto pensando anche per esempio ai programmi dei computer all'interno di ogni Unité.

Le linee guida pertanto saranno utilizzate dai nuovi sub-ATO una volta costituiti per la predisposizione dei nuovi piani di sub-ATO, piani che conterranno anche i piani economico-finanziari e tariffari che costituiranno la base per la determinazione delle tariffe e l'applicazione agli utenti della tariffa puntuale attraverso le riduzioni della quota parte di tariffa afferente agli oneri di smaltimento di rifiuti - come diceva lei - del flusso indifferenziato.

In relazione a quanto ho detto appare chiaro che l'attivazione del sistema complessivo di gestione, anche amministrativa...soprattutto amministrativa, sarà possibile solo successivamente alla formazione ufficiale dei nuovi sub-ATO e all'adozione degli atti di competenza dagli stessi conseguiti, ivi compresa l'adozione del regolamento per la determinazione dell'applicazione della tariffa, atto che dovrà definire le modalità di applicazione della famosa legge di "chi inquina paga". Proprio per queste motivazioni, quindi per tutto il quadro amministrativo, noi non ci possiamo impegnare su quest'ordine del giorno, benché condividiamo il principio di accelerare questa situazione, quindi noi ci asterremo.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Roscio, ne ha facoltà.

Roscio (ALPE) - Noi con quest'ordine del giorno cosa chiediamo? Fondamentalmente partiamo da un punto oggettivo della situazione della Valle d'Aosta, che è sì in miglioramento, ma il problema è che noi siamo partiti con notevole ritardo rispetto ad altre realtà; non per colpa dell'Assessore, ma il quadro è quello. Noi, rispetto ad altre realtà, anche di montagna, anche turistiche, siamo partiti con un notevole ritardo. Se andiamo a vedere Roma, è sicuramente peggio della Valle d'Aosta, però il discorso, dal nostro punto di vista, è cercare di vedere chi è un po' più bravo e chi ha fatto meglio, non rispetto a quelli che fanno peggio. Vero è che l'abbiamo scritto nel piano regionale e ci sono delle indicazioni ben precise, ma quello che noi volevamo, il nostro obiettivo era accelerare il più possibile i tempi. Su questo noi avremmo gradito un impegno dell'Assessore nel dire: farò di tutto per spingere in quella direzione e farò di tutto anche perché i sub-ATO, che pure dovranno avere il loro percorso anche di gestione amministrativa, ma comunque si sentano un po' il fiato sul collo per arrivare a questo. Dico di più: cercare di avere non solo l'applicazione della tariffa, ma una tariffa che sia quanto più possibile omogenea su tutto il territorio della Valle. Su questo quindi noi ci sentivamo di sollecitare, perché è il momento in cui sono emersi i dati: fino a poco tempo fa non erano pubblicati, ma anche vedendo i dati, noi riteniamo che un'accelerazione in tal senso bisogna darla: bisogna darla proprio perché più passa il tempo meno possibilità di utilizzo dell'impiantistica esistente abbiamo per la collettività. Vuol dire quindi che noi andiamo a mangiarci dei pezzi di discarica che non saranno più recuperabili in seguito: questo dobbiamo cercare in tutti i modi di evitarlo se non vogliamo ricorrere ad utilizzare il famoso quarto lotto. Da questo punto di vista, quindi noi continuiamo a seguire, e apprezziamo l'impegno dell'Assessore, ma avremmo gradito veramente un'accelerazione e un impegno di più sui tempi.

Dalle ore 19:23 riassume la presidenza il Presidente Rosset.

Rosset (Presidente) - Possiamo pertanto porre in votazione l'ordine del giorno n. 6 presentato da ALPE e dal Gruppo Misto. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 7

Favorevoli: 7

Astenuti: 26 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Donzel, Fabbri, Farcoz, Follien, Fosson, Grosjean, Guichardaz, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Nogara, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Rosset, Testolin, Laurent Viérin, Marco Viérin)

Il Consiglio non approva.