Oggetto del Consiglio n. 2296 del 27 luglio 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 2296/XIV - Disegno di legge: "Nuova disciplina degli aiuti regionali in materia di agricoltura e di sviluppo rurale". (Reiezione di un ordine del giorno)
Rosset (Presidente) - Proseguiamo con l'ordine del giorno considerato il fatto che fino a mezzogiorno è possibile presentare emendamenti, affronterei il punto n. 13.02. Ha chiesto la parola il Consigliere Follien, ne ha facoltà.
Follien (UV) - Il presente disegno di legge ha una duplice finalità: da un lato, prevede un'unica e organica disciplina degli aiuti regionali in materia di agricoltura e di sviluppo rurale in sostituzione del titolo III (Disciplina degli interventi regionali in materia di agricoltura e di sviluppo rurale) della legge regionale 12 dicembre 2007 n. 32 e delle leggi regionali 4 settembre 2001, n. 21, e 2 aprile 2002, n. 3, recanti rispettivamente: "Disposizioni in materia di allevamento zootecnico e relativi prodotti" e "Incentivi regionali per l'attuazione degli interventi sanitari a favore del bestiame di interesse zootecnico". Dall'altro lato rappresenta l'adeguamento della disciplina regionale di settore alla nuova normativa europea di riferimento, costituita: dagli orientamenti dell'Unione europea per gli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali; dal nuovo regolamento di esenzione n. 702/2014 della Commissione del 25 giugno 2014, che dichiara compatibili con il mercato interno, in applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, alcune categorie di aiuti nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali; dai nuovi regolamenti de minimis generale, agricolo e per la pesca e l'acquacoltura, rispettivamente n. 1407 e n. 1408 del 18 dicembre 2013 e il n. 717 del 27 giugno 2014.
Per quanto riguarda la tipologia di aiuti previsti, si evidenzia che gli aiuti per il sostegno agli investimenti nel settore della produzione primaria, della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli saranno concessi sotto forma di mutui a tasso agevolato in linea con l'indicazione politica a suo tempo approvata dal Governo regionale. In alternativa ai mutui sarà possibile stipulare contratti di leasing a canone agevolato. Nelle medesime forme sono previsti aiuti agli investimenti anche per il settore dell'acquacoltura. Sono previsti nuovamente, sotto forma di aiuti a fondo perso, contributi per la ricomposizione fondiaria, la gestione dei consorzi di miglioramento fondiario, il settore zootecnico (tenuta dei libri genealogici, controlli funzionali, organizzazione delle rassegne, prevenzione controllo ed eradicazione di epizoozie), il pagamento di premi assicurativi, la formazione e i servizi di consulenza, la promozione e infine le spese per il funzionamento nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli (canoni di locazione degli immobili e spese di trasporto del siero residuo delle lavorazioni al centro essiccamento di Saint-Marcel).
Tra le principali novità troviamo: l'istituzione di uno sportello unico per l'agricoltura, anche al fine di garantire una corretta informazione agli utenti circa le opportunità offerte dalla normativa regionale in materia di aiuti al settore agricolo; una gestione informatica unitaria delle domande e il coordinamento tra gli aiuti agli investimenti previsti dalla presente legge e le corrispondenti misure cofinanziate nell'ambito del programma di sviluppo rurale. Si sottolinea infatti che la legge oggetto di esame e il PSR rappresenteranno gli strumenti di attuazione della politica di sviluppo rurale regionale. Sono inoltre disciplinati in maniera più dettagliata e funzionale rispetto alle precedenti leggi i casi di revoca delle agevolazioni e le modalità di restituzione degli aiuti a fondo perso erogati, del capitale residuo del mutuo o delle somme erogate nel periodo di pre-ammortamento. Tali previsioni rispondono all'esigenza di garantire una normativa chiara e puntuale sia per i soggetti beneficiari degli aiuti, sia per gli uffici chiamati a vigilare circa il rispetto dei vincoli e dei divieti cui sono soggetti i beni oggetto di agevolazione.
Presidente - Ci sono richieste di intervento? Siamo in discussione generale. È pervenuto un ordine del giorno in merito al disegno di legge, che verrà distribuito. Ha chiesto la parola il collega Roscio, ne ha facoltà.
Roscio (ALPE) - Aspettavamo che ci fosse l'annuncio della presentazione dell'ordine del giorno da parte del gruppo ALPE e del Gruppo Misto; ad ogni modo su questo DL n. 88 che disciplina gli aiuti regionali a favore dell'agricoltura noi rileviamo, anche dopo aver audito nella commissione diversi soggetti interessati da questo mondo, che sostanzialmente non ci sono grandi novità, semplicemente si tratta di una ratifica di decisioni che ormai risalgono a un paio di anni fa, precisamente a ottobre 2014, nelle quali si passa da una logica contributiva a una logica del mutuo, per cui, sotto questo punto di vista, anche gli operatori del settore hanno ravvisato l'opportunità di operare in questa sede; tuttavia, cooperare in questo modo è solo per il vincolo che c'era a monte, cioè la scelta di non finanziare più le leggi regionali di settore, spostando tutti gli aiuti all'agricoltura sugli aiuti provenienti dalla Comunità europea, quindi tutto sul PSR, il che, ad oggi, come abbiamo già avuto modo di discutere quando il PSR è stato approvato, con i nuovi bandi mostra tutta la complessità e la difficoltà a carico di chi intende avvalersi di questa opportunità per accedere veramente agli aiuti, direi addirittura che si disincentiva in parte chi vuole operare in questo settore.
Sul DL n. 88 noi rileviamo che esiste ancora una minima parte di quello che una volta era il fondo perso, ma sostanzialmente è tutto sbilanciato a favore di un settore, che è quello zootecnico, che pure merita attenzione, ma altrettanta attenzione meritavano gli altri settori, che invece sono stati tralasciati completamente; questo è stato riportato in commissione, dove si è detto che anche altri settori partecipano alle rassegne, puntano sulla qualità, hanno bisogno di fare formazione, hanno bisogno di servizi di consulenza e pagano premi assicurativi, ma vengono completamente estromessi da qualunque tipo di aiuto a fondo perso; inoltre la consistenza dei fondi e l'ordine di grandezza è decine di volte inferiore rispetto al passato; in più c'è una lamentanza da parte dei soggetti che però non è relegata solo a questo DL, ma è un leitmotiv che ricorre in ogni disegno di legge e cioè che non vi è stato alcun coinvolgimento tra le strutture e l'Assessorato e chi opera nel settore, ma sembra che ormai questo succeda a ogni livello e che si vada comunque avanti senza ascoltare nessuno, convinti di fare il meglio della società.
Le richieste avanzate in quella sede non erano relative solo ai contributi, è stata sottolineata la complessità del PSR, soprattutto a carico dei soggetti più piccoli, che vengono però quasi completamente estromessi da questi aiuti, ma che sono numerosi e importantissimi per il nostro territorio...una cosa denunciata da chi opera nel settore è stata la grande mancanza di dinamicità, perché è stato portato come esempio che non solo si potevano ottenere contributi, ma esistevano anche aiuti a costo zero che però non sono stati minimamente presi in considerazione, si è parlato di agevolazioni sull'IVA, snellimento delle procedure. Inoltre una preoccupazione è stata espressa in merito alla sburocratizzazione, perché questo rimane comunque una spada di Damocle che grava su chi lavora in questo settore e in parte lo sportello unico cerca di dare una risposta e l'intento, riconosciuto da tutti, è lodevole; purtroppo, come spesso succede, agli intenti non seguono i fatti, per cui qualcuno è arrivato a parlare di rischio di aggravio della burocrazia a carico di chi deve operare, ma questo non possiamo conoscerlo, solamente il futuro ci dirà se la linea è corretta, certamente però le perplessità rimangono.
Anche gli emendamenti presentati in seguito dalla commissione sono un po' in linea con il DL; noi oseremo parlare di interventi di buon senso, ma alla fine sono tutti a euro zero perché non trovano alcun finanziamento se non attraverso i mutui. Un intervento molto interessante e che vale la pena cogliere anche dal punto di vista politico è che forse manca una visione di dove si vuole portare l'agricoltura di montagna, perché, com'è stato detto, non costituisce una semplice attività, ma è proprio un modo di vivere diverso rispetto alle esigenze e a quanto accade in pianura; su questo forse manca ancora oggi una risposta definitiva in grado di chiarire sia dal punto di vista degli aiuti che della diversificazione che bisogna dare rispetto alla taglia delle aziende, ma anche rispetto a questo peso che grava su chi opera nel settore, ovvero la burocrazia.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Nogara, ne ha facoltà.
Nogara (UVP) - Io volevo un po' chiarire il motivo della presentazione di questa legge, sulla quale abbiamo discusso ampiamente in commissione. Su un punto ci siamo trovati tutti d'accordo, ovvero questa non è una legge di modifica dell'agricoltura in Valle d'Aosta; io sono pienamente d'accordo con il Consigliere Roscio sulle cose che ha detto, ma quanto ha espresso non fa parte della legge oggetto di discussione, che invece mira a fare il punto della situazione sull'agricoltura in questo momento.
L'agricoltura in questo momento aveva bisogno di un po' di chiarezza; è chiaro che non si tratta di una legge migliorativa per il mondo agricolo, perché si è passati dai contributi ai tassi a mutuo agevolato, questa è la prima pecca, ma è la situazione che viviamo attualmente, non è che si possono fare dei miracoli. Se vogliamo che questa legge, grazie agli aiuti e ai mutui, si intersechi con il PSR, c'è anche il grosso problema della burocrazia, che è un altro punto su cui abbiamo discusso in commissione. Grandi novità in questa legge non ce ne sono; come vi dicevo, questa legge mira a inquadrare la situazione degli aiuti all'agricoltura; si vuole poi avere in futuro una legge che dia degli obiettivi all'agricoltura, ma non è certo questa la mission della legge che viene presentata oggi.
Rimangono, tuttavia, degli aspetti positivi, che sono quelli degli aiuti che vengono dati ai consorzi di miglioramento fondiario; purtroppo, tali aiuti non arrivano immediatamente, perché fino al 2018 non possono partire, partiranno più avanti. È chiaro che si tratta di punti che vengono a supporto del lavoro che bisognerà fare in questo settore.
Altre cose importanti sono relative al settore zootecnico, è vero che con questa legge non si danno aiuti a tutti in generale. Noi siamo favorevoli al fatto che rimangano ancora questi aiuti per le manifestazioni, soprattutto i contributi che vengono dati all'AREV e vengono girati direttamente al mondo zootecnico valdostano.
Per quanto riguarda il resto, ci auguriamo che lo sportello unico sia più efficace rispetto ad altri sportelli e che sia in grado di fornire assistenza agli agricoltori al momento della presentazione delle domande, evitando di farli andare da un ufficio all'altro, come accade attualmente; questo potrebbe essere un grande aiuto a questo settore.
Come vi dicevo, aspettiamo e ci impegniamo alacremente per fare una legge di riforma dell'agricoltura; non dobbiamo confondere le cose, questa infatti non è assolutamente una legge di riforma: è una legge che ti dà l'inquadratura di come in questo momento l'agricoltura può accedere ai contributi. È chiaro, come dicevo prima, che, quando si intersecano aiuti regionali ed europei, la burocrazia certamente non diventa più snella, ma anzi aumenta.
Non abbiamo da dire altre cose, anche perché ne abbiamo parlato ampiamente in commissione, dove forse il Consigliere Roscio ha un po' sottovalutato gli emendamenti che sono stati presentati, ma sono emendamenti che hanno tenuto conto delle persone audite in commissione e delle diverse sensibilità all'interno della stessa. Al Consigliere Roscio, che continua a parlare di risorse, vorrei dire che se possiede la formula per trovare dei contributi a fondo perso da elargire a tutto il settore, l'accettiamo volentieri, come l'accetterebbero tutti gli agricoltori; è facile parlare di contributi, noi siamo i primi a dire che il mondo agricolo è in grossa difficoltà e che dovrebbe essere supportato in tutti i modi; ci sono dei sistemi che si possono dare a costo zero, ma tutte queste cose devono essere portate a una legge regionale sull'agricoltura, questo glielo riconosco.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Grosjean, ne ha facoltà.
Grosjean (UVP) - L'agricoltura è un argomento importante, basilare per la nostra Regione, ma sicuramente non è questa legge che va a rilanciare il settore. Il mio richiamo è semplicemente a quello che abbiamo sentito nel corso delle audizioni da parte delle organizzazioni di categoria, che chiedono con forza un confronto molto più serrato. La nostra agricoltura deve cambiare marcia, non è sufficiente cambiare il sistema finanziario, non è sufficiente dire ai nostri agricoltori: "non vi do più il contributo, vi permetto di prendere il mutuo", "oltre il contributo potrai avere anche il mutuo", perché credo che in questo momento gli agricoltori provino repulsione nei confronti del mutuo, perché va poi restituito e se noi non riusciamo a trovare delle soluzioni per aumentare il valore aggiunto del prodotto, con il mutuo andiamo a complicare ulteriormente le condizioni.
Approfitto di questo intervento per ribadire all'Assessore il concetto espresso nella mozione del 29 settembre scorso, che chiedeva l'attivazione di un tavolo di lavoro per l'agricoltura, perché dobbiamo parlare di agricoltura, non solo di soldi. La parte finanziaria non risolve alcuna problematica, ma abbiamo bisogno di valutare nuove possibilità, nuove tecniche, nuove opportunità di produzione e se ci limitiamo ad affrontare solo la parte finanziaria, non risolveremo mai le problematiche del settore. Non è possibile che dopo un anno non mi abbia ancora dato delle risposte, quindi approfitto di questo momento per chiederle un impegno in questa nuova sfida, che deve contemplare una legge per il rilancio dell'agricoltura, affrontando l'organizzazione delle aziende agricole, la valorizzazione delle produzioni agricole, perché se non riusciamo a valorizzare la produzione, non so dove andremo a finire.
Ieri ho vissuto un'esperienza interessante: sono passati in azienda dei giovani della Val di Non, hanno visitato la cantina, poi siamo scesi nel vigneto, abbiamo discusso di tutte le problematiche: dalla flavescenza alla drosophila, a tutte le tecniche di coltivazione, abbiamo anche parlato dell'aspetto economico e abbiamo visto che anche loro hanno il problema delle mele pagate solo 40-50 centesimi al chilogrammo, ma è altrettanto vero che noi facciamo 300 quintali per ettaro, mentre loro ne fanno da 700 in su, quindi la resa è nettamente diversa. A un dato momento questi giovani hanno chiesto il motivo per cui ci sono tanti terreni destinati esclusivamente alla produzione di erba e non all'agricoltura, si tratta di una riflessione pesante. Ho già detto una volta che un ettaro di prato produce tra i 3 mila e i 4 mila euro, mentre un ettaro di frutteto può produrre 30 mila euro, quindi probabilmente è proprio su questi concetti che dobbiamo valutare l'agricoltura. È finito il tempo in cui si facevano delle bonifiche per fare dei prati, salvo poi per fare la fontina vedere arrivare i camion pieni di fieno da fuori, dobbiamo cambiare marcia se vogliamo veramente valorizzare il prodotto finale e l'agricoltura la salveremo solo ed esclusivamente valorizzando la produzione. Sono pertanto d'accordo con questa legge, che finalmente semplifica e finalmente raggruppa tutte le possibilità di mutui e quei pochi finanziamenti, che erano dovuti perché forse altrimenti rimaneva bloccata anche la possibilità di finanziamento queste associazioni, ma è urgente iniziare a lavorare concretamente e seriamente sul rilancio dell'agricoltura.
Presidente - Ha chiesto la parola la Consigliera Morelli, ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Dopo l'intervento del Consigliere Grosjean mi pare che l'occasione sia ghiotta per ribadire alcuni concetti, che per noi sono particolarmente importanti e ribadire l'importanza del settore agricolo della nostra Regione; il Consigliere Grosjean lo ha fatto con cognizione di causa, ma credo che anche da altri punti di vista si possa condividere la sua visione. Il settore agricolo è importante in primo luogo per il sostentamento di tante famiglie, perché l'agricoltura è un'attività che contribuisce in maniera importante agli equilibri idrogeologici, perché è un settore che deve procedere di pari passo con il turismo. Tutti continuiamo a ribadire l'importanza del turismo, ma in Valle d'Aosta un turismo che non prevede al proprio fianco uno sviluppo agricolo diventa un turismo che coinvolge pochissime località di altissima montagna. Credo che non sia questo lo sviluppo turistico che immaginiamo per la nostra Regione, questo perché l'agricoltura contribuisce al mantenimento del paesaggio, produce cibi, vini di grande qualità, che diventano un fattore di attrazione importante e l'attività agricola diventa complementare per l'identità, per la diffusione della nostra identità culturale, sociale e sappiamo quanto anche in ambito turistico questi aspetti siano diventati interessanti e importanti. L'agricoltura di montagna però, a dispetto delle tecnologie, rimane un'agricoltura eroica e va sostenuta. Questa legge, lo diceva il collega Nogara, era una cornice necessaria, ma si ferma lì alla cornice, mentre è veramente importante una riflessione approfondita sulla direzione che l'agricoltura valdostana deve imboccare, sulle attività da incentivare, da sviluppare maggiormente e questo non lo fa certamente questa legge, che se da un lato è una legge onesta e prova a proporre alcune semplificazioni, dall'altro non affronta in modo reale il problema della sburocratizzazione, che regolarmente viene evocato dagli operatori quando si parla di agricoltura.
Qualche giorno fa ho letto un comunicato del Presidente della Provincia di Trento, il quale ha affermato: "ci sono tre territori in Italia in cui è stato evitato lo spopolamento delle montagne: il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia e la Valle d'Aosta, perché sono state fatte politiche per la montagna, nelle quali l'agricoltura fa la parte del leone; in montagna si resta, se ci sono le condizioni per farlo". Io credo che il Presidente Rossi ha giustamente utilizzato il verbo al passato, perché sicuramente in Valle d'Aosta l'agricoltura non fa più la parte del leone; lo dicono regolarmente i bilanci regionali, che hanno visto i finanziamenti per l'agricoltura precipitare. È vero che non è facile reperire i fondi, ma bisogna che l'agricoltura rientri in un discorso generale di riorganizzazione, di riallocazione, di riprogrammazione, di ricerca delle priorità reali all'interno del bilancio regionale e questo è un lavoro impegnativo, che richiede ben altre energie e soprattutto una volontà ben più forte rispetto a quella che rileviamo in questo pur onesto disegno di legge.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Mi associo a quanto già detto dai colleghi; infatti mi sembra che il DL n. 87 faccia più cose per l'agricoltura rispetto al disegno di legge attualmente in discussione, soprattutto per quanto riguarda la sburocratizzazione, perché va a toccare delle cose che sono migliorie che si fanno all'interno dell'agricoltura, ad ogni modo avremo occasione di riparlarne più avanti.
Certamente il problema della qualità dei prodotti agricoli è un aspetto che abbiamo discusso tantissime volte in questo Consiglio e, nonostante i grossi proclami, nonostante le prese di posizioni, tutte favorevoli a migliorare, a sistemare, a gestire e a valutare tutto quanto dovrebbe avere a che fare con il miglioramento dell'agricoltura anche in funzione turistica, di difesa del territorio e via dicendo, poi si svilisce all'interno di un provvedimento che riguarda esclusivamente delle questioni di mera burocrazia. Vede, Assessore, ci aspettavamo, da un lato, un po' più di coraggio e di programmazione e, dall'altro, un indirizzo politico più importante, perché i problemi dell'agricoltura in Valle d'Aosta sono problemi che ormai si protraggono da tempo e che non è più possibile rimandare. Non possiamo più aspettare che qualcuno ci venga a dire come dobbiamo valorizzare il nostro latte, come migliorare la qualità della nostra fontina o come premiare le aziende che lavorano in maniera corretta, tralasciando invece quelle che non lo fanno; tutti questi elementi non vengono affatto presi in considerazione in questo DL e lo stesso vale per l'Assessorato in questa sua lunga gestione che si protrae da più di tre anni. Se abbiamo deciso di non elargire più risorse - e giudico questa decisione corretta perché non vedo il motivo di elargire fondi a fondo perso come sono stati dati fino ad oggi -, forse però bisognava puntare sulla qualità, forse bisogna decidere quali strategie intraprendere per migliorare la qualità dei nostri prodotti. È una questione politica quella che viene posta in questo momento, ovvero se lei, Assessore, non riesce a dare queste indicazioni, di fatto non svolge il suo ruolo. Mi rendo conto che non ci sono risorse e che il suo Assessorato ha subito un drastico taglio, tutto quello che vuole portare come giustificazione può portarlo, ma manca la base, manca quello che dovrebbe essere un indirizzo politico rispetto a ciò che l'agricoltura dovrebbe fare per migliorare sia lo status di chi ci lavora sia l'immagine complessiva della Valle d'Aosta. In diverse occasioni è stato previsto, anche in accordo con altri Assessorati, di fare una serie di operazioni che puntualmente non si sono sviluppate.
Allora, Assessore, credo che insieme agli uffici competenti, e in particolare alla sua Giunta, debba portare avanti un ragionamento, ovvero chiedersi la direzione che l'agricoltura deve intraprendere in questa Regione. Abbiamo detto che non esiste più il mero assistenzialismo, ben venga, d'altro canto non abbiamo nemmeno intrapreso la strada del miglioramento del prodotto, dell'efficienza e dell'efficacia del prodotto, della valorizzazione degli operatori. Assessore, pertanto, se lei alla fine ci porta a un compendio di quella che dovrebbe essere la gestione dei fondi riferiti all'Europa, in fondo si tratta dei soldi che l'Europa ci ha sempre dato, che ci dà e che continuerà a darci, ma di fatto non sviluppiamo nulla. È inutile poi lamentarsi esclusivamente della scarsa capacità o delle frammentazioni che ci sono all'interno del mondo agricolo e che sono numerose. Il punto è che non si danno indicazioni e questa è una colpa politica che lei deve assumersi, Assessore, lei dovrebbe fare di più, meglio e dovrebbe dare una direzione precisa alle politiche che dovrebbero essere messe in atto in questa Regione relativamente all'agricoltura. Questo vale per la questione dei cinghiali, per la questione dei riordini e di tutto ciò che è stato oggetto di discussione in tantissime riunioni di questo Consiglio e in merito alle quali non si è fatto nulla.
Allora, Assessore, per quanto mi riguarda, questa proposta di legge non troverà il mio voto favorevole, cosa abbastanza ovvia, ma soprattutto non fornisce alcuna risposta, è questa la mancanza più importante, perché non dando alcuna risposta, lei, di fatto, non risolve alcun problema e questo ci consente di interrogarci sul suo ruolo, che potrebbe tranquillamente essere assunto in delega da qualcun altro, dal momento che non lo svolge con completezza e con cognizione di causa.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Restano, ne ha facoltà.
Restano (UV) - L'inversione dei punti all'ordine del giorno mi porta a intervenire adesso su questo disegno di legge, prendendo spunto da quanto dichiarato dal collega che mi ha preceduto, vale a dire il riferimento al DL n. 87.
Questa norma è una norma obbligata perché abbiamo in finanziaria una scelta ben precisa: quella di non continuare sulla linea dei contributi, ma di procedere con il finanziamento e quindi bene ha fatto il Governo regionale a proporre questa norma. Certamente nelle audizioni che abbiamo fatto qualcuno tra gli auditi ha sollevato l'opportunità di essere un po' più coraggiosi e di avere un po' più di fantasia, come già sottolineato da qualche collega che mi ha preceduto. Quello che invece voglio dire in questa sede è che probabilmente servirebbe un testo coordinato che metta insieme tutte le normative. Appare un po' particolare il fatto che nel disegno di legge n. 86 si trovi una cosa a me ben gradita, che più volte avevo sottolineato, ovvero le normative che riguardano l'agricoltura, la zootecnia e non ultimo l'aspetto sanitario, quando in un analogo disegno di legge, quello che discutiamo adesso, avremmo tranquillamente potuto trattarlo e discuterlo preventivamente in commissione. Ciò non toglie che il mio parere è positivo sia rispetto alla norma che stiamo discutendo, sia rispetto alle iniziative che seguiranno e riguarderanno gli stessi argomenti. Quello che sottolineo e chiedo per il futuro è di continuare su questo percorso, di andare avanti e di cercare di mettere insieme le leggi, perché a volte, mettendo insieme le cose, discutendole insieme in un contesto più organizzato si riescono a ottenere dei risultati migliori.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - I colleghi Roscio e Morelli hanno già evidenziato lo stato dell'arte su questa proposta che oggi viene discussa in aula. Si tratta di una proposta che appare quasi surreale e dalla quale tutti un po' prendono le distanze e che non ha una paternità se non quella di riordinare, perché obbligati, la legge n. 21 del 2001 e la legge n. 3 del 2002.
Al fine di portare qualche elemento alla discussione, provo a illustrare l'ordine del giorno che abbiamo presentato e a fare qualche esempio perché mi sembra che le normative non siano cambiate in queste ultime settimane, anche se ascoltando i colleghi sembra quasi che tutto sia stato azzerato in seno a questo settore. Anche per chi ci ascolta credo sia corretto fare delle precisazioni - se poi vado fuori dal seminato, il Governo mi riprenda e mi riporti pure sulla strada maestra -: per esempio, collega Restano, non è vero che non ci sono più gli aiuti diretti, infatti la misura 4 sul PSR, presentata qualche settimana fa, elenca punto su punto tutti gli aiuti diretti possibili, per un ammontare di circa 18 milioni di euro, di cui le aziende agricole e non solo possono usufruire. Qual è la criticità e l'elemento di discussione di questa misura e che i colleghi sostengono non essere una riforma - ne parleremo più avanti -? Nessuno prende la paternità di questo DL 88, penso che nessuno abbia le soluzioni in tasca spendibili nel giro di poche settimane. Noi, come gruppo ALPE, pensiamo che il minimo...non il minimo, ma quello che si deve fare sia coordinare e mettere insieme a livello di complementarietà gli strumenti legati al PSR e quello che invece possiamo attuare subito noi legiferando delle normative come Regione autonoma Valle d'Aosta.
Quali le criticità quando è stata presentata la misura 4? Tra le criticità riscontrabili c'è la burocrazia e le lungaggini dovute alle normative europee; inoltre, ci sono dei costi obbligatori, così come inserito nella misura 4; infatti, Assessore Testolin, avete deciso politicamente che la soglia per poter accedere agli aiuti diretti del 35 percento - non è vero che non ci sono più aiuti diretti - è di 10 mila o 20 mila euro a seconda della dimensione dell'azienda. Cosa vuol dire questo? Che così com'è stato scritto il bando - ma ci sarà stata un'approvazione dal punto di vista politico, non penso che siano stati i funzionari a decidere il percorso della misura 4 -, probabilmente così com'è stato incasellato l'impianto, le aziende medie, medio-piccole ma anche quelle un po' più strutturate, al di sotto di quella cifra, non presenteranno neanche la domanda, perché è stato inserito probabilmente come volontà... È un ragionamento a voce alta che facciamo. Il PSR pertanto è stato considerato lo strumento per fare medi e grandi investimenti e ci può anche stare e noi siamo d'accordo su questo. Qualcuno sostiene che si tratta solo di un problema di natura economica o finanziaria, di capire dove reperire le risorse. Mi sembra che in questa legislatura, in occasione di altre leggi, abbiamo visto che le risorse ci sono e si possono anche reperire. Qual è la proposta che avanziamo senza pretendere alcuna primogenitura? La domanda giunge dal settore agricolo e da chi interviene e investe ancora in questo settore, che comunque va rivisto, che necessita di un quadro di insieme, che in alcuni aspetti non presenta utili d'impresa, che mostra una differenza molto risicata se non in negativo e che vede l'intervento pubblico solo in caso di necessità e in cambio di un buon prodotto che deve essere immesso sul mercato e veicolato dal punto di vista turistico e agricolo, perché ricordiamoci che le azioni che vengono messe in campo fanno anche da prevenzione sul nostro territorio perché nel momento in cui succederanno certe cose...ad oggi comunque in media e alta montagna il territorio è ancora coltivato. Diciamo questo perché con pochi milioni di euro - questa è una proiezione che abbiamo condotto con i nostri piccoli strumenti, il Governo, la maggioranza allargata hanno altri strumenti sicuramente più pesanti dei nostri - si può subito dare un segnale diretto; pertanto chi decide di reinvestire e rimettere mano al portafoglio su cose medie e medio-grandi accede a questo PSR, misura 4, sapendo che è complicato, che la burocrazia è alta, che ci sono dei costi che la media e la piccola impresa non possono sobbarcarsi, ma noi dall'altra parte dobbiamo essere più rapidi. Collega Grosjean, certamente lei conosce meglio di me la situazione e allora mettiamo subito in atto. Se ci sono le condizioni, creiamo le condizioni per l'aiuto diretto che c'è ancora, non è vero che il sistema è a mutuo, ma questo riordino che avete messo in campo riprende la legge n. 21 e la legge n. 3, finanzia ancora l'AREV, giustamente, finanzia ancora le rassegne - e noi diciamo giustamente - ma poi si ferma lì perché i buoni propositi che lei ci ha illustrato con l'Assessore Testolin in commissione sono solo buoni propositi e lei sa che la scadenza rispetto alla misura 4 è del 30 settembre.
Noi oggi avremmo voluto discutere del fatto di presentare una proposta di legge subito e di far dialogare in maniera complementare il grande e medio investimento con il PSR e subito la nostra parte, cioè c'è spazio. Oggi invece stiamo discutendo di una legge che...i colleghi ci dicevano: "sui riordini c'è un articolo", sì, ne parleremo a partire dal 2018. In merito alla domanda del collega Grosjean che chiedeva di sapere chi restituisce i mutui, però qua sopra non c'è trippa, però dall'altra parte sul PSR c'è l'aiuto al 35 percento. Allora il ragionamento per il momento è sicuramente una pezza, perché la situazione va rivista nel suo insieme, ci deve essere la possibilità di far dialogare i due strumenti: quello del PSR, che è vigente perché il bando è aperto e scade il 30 settembre, oggi sarebbe stato bello aprire l'altro fronte: sotto quelle soglie ci mettiamo noi l'aiuto, facciamo noi le cose più rapide, avete deciso di mettere lo sportello unico per essere più rapidi? Benissimo, ma poi diamo gambe allo sportello unico! Diamo la possibilità alla media azienda di investire sotto i 10 mila euro qualcosa di modo che il margine operativo lordo anche dell'azienda agricola rimanga in piedi e ci sia reddito sul territorio della vallata centrale, ma anche su quello della media e dell'alta montagna. Questo è lo spirito con il quale abbiamo predisposto l'ordine del giorno, che può essere forse semplice ma è il principio, è il dato politico che noi, Assessore Testolin, abbiamo voluto cibler con quest'ordine del giorno.
Lei insieme al collega Grosjean ha presentato degli emendamenti che vanno verso una direzione...come possiamo essere contrari rispetto agli emendamenti che ci avete messo in campo? Tuttavia, non sono sufficienti, perché, da un lato, costituiamo lo sportello unico per l'imprenditore agricolo, dall'altro, non diamo gambe rispetto agli aiuti diretti, in modo da passare da uno spot elettoralistico o dallo slogan a quello che potrebbe essere il dare corso e gambe a degli aiuti diretti, rapidi al fine di valorizzare quello che già c'è, senza escludere una riflessione più d'insieme, che dovremmo fare al più presto perché ne va della nostra regione, dei nostri agricoltori, ma anche dal punto di vista turistico - lo diceva molto bene la collega Morelli prima - perché, senza un territorio coltivato, soprattutto d'estate l'appeal delle nostre potenzialità sarebbe molto ridotto. Questo è lo spirito con cui abbiamo presentato quest'ordine del giorno; se è necessario un tempo più lungo, va bene, se 60 giorni sono troppo pochi, mettiamone pure 90, però la sfida, l'auspicio di quest'ordine del giorno è...da una parte c'è il bando aperto sul PSR, scadenza 30 settembre...riusciamo magari, entro il 30 settembre, a legiferare e ad approvare una legge che finanzi da quell'asticella, da quel livello dei 10-15, se dobbiamo abbassarlo o rialzarlo...siamo molto laici, l'unico obiettivo è quello di mettere in atto un secondo strumento, che non è quello del PSR, che abbiamo giudicato lungo, burocratico, costoso e al quale le piccole e medie aziende non possono accedere, di conseguenza non dobbiamo gambe alle necessità.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (SA) - Prima di addentrarmi in qualche considerazione di carattere personale, mi pare opportuno dare conto del lavoro svolto in commissione, un lavoro sul quale si sono già soffermati alcuni colleghi prima di me. Abbiamo ascoltato l'Assessore, che ci ha presentato il disegno di legge e sono stati auditi tutti i portatori di interesse: dall'AREV, alla Vival, dalla Coldiretti alla CIA VdA, all'Unione agricoltori, Confagricoltura, alla neo costituita ARPAV. Credo che questo sia stato un percorso interessante, nel corso del quale abbiamo avuto modo di ascoltare sia il parere dei soggetti interessati al disegno di legge, ma anche per fare un po' il punto della situazione sullo stato di salute del comparto agricolo. Voglio ringraziare tutti i colleghi per la disponibilità offerta in commissione e voglio anche ringraziare il relatore per la sua illustrazione.
Passando al merito del disegno di legge, credo sia stato detto da chi è intervenuto prima che si tratta di una legge importante, una legge di riordino, di accorpamento, di una legge quadro di tutte le iniziative nei confronti del settore agricolo e questo è stato anche apprezzato, nel corso delle audizioni, da parte dei soggetti interessati. È una legge quadro, una legge che recepisce tutte le novità di carattere europeo anche per quello che va incontro al recepimento del regolamento, che tratta delle esenzioni nell'ambito delle notifiche all'Unione europea per le iniziative che diversamente erano considerate aiuti di Stato. È un disegno di legge che va nella direzione di comprendere tutti i settori del comparto agricolo e anche questa è una cosa positiva ed è stata sottolineata da tutti. È del tutto evidente che le iniziative fanno riferimento a una politica nuova, come sottolineato da più intervenuti, si è passato al finanziamento degli investimenti attraverso dei mutui a tasso agevolato, attraverso la costituzione di un fondo di rotazione e questa certamente è un'opportunità a disposizione in sinergia con le azioni del PSR, in cui ci sono dei contributi a fondo perso nell'ordine del 35 percento; si tratta di iniziative ancora tutte da sperimentare, ma vanno nell'interesse di dare sviluppo al settore. È quindi una legge che sostanzialmente copre quelle che possono essere le esigenze di sviluppo e di innovazione del settore agricolo; sicuramente rimangono ancora delle problematiche: quelle relative alle piccole imprese, a quelle polverizzate sul territorio che ragionano invece sulla sussistenza, che hanno cioè difficoltà a far quadrare il proprio piccolo bilancio.
Le novità importanti ritengo che si riscontrino nell'ambito della sburocratizzazione a livello di principio nell'articolato disposte con la previsione dello sportello unico. Lo sportello unico è un approccio che, a mio avviso, dovrà essere sensibilizzato nei confronti anche delle strutture dell'agricoltura, perché ci rendiamo conto delle difficoltà esistenti nella gestione dell'iter di pratiche imposte anche dall'Europa e da questi programmi, ma questa è una delle emergenze delle audizioni, sottolineate da tutti i soggetti. Si chiede soprattutto la sburocratizzazione, si chiedono anche questo tipo di aiuti, che sono a costo zero, ma che metterebbero nella condizione di meglio operare e sono ritenuti utili a ridurre i costi di gestione, perché, come tutti sappiamo, si tratta di aziende scarsamente strutturate sotto il profilo amministrativo e dopo il più delle volte i titolari, insieme ai familiari, sono impegnati nelle attività quotidiane, per cui una giornata persa per svolgere delle attività amministrative è una giornata sottratta al lavoro e alle incombenze del quotidiano.
Credo quindi che sia positivo il fatto che nel disegno di legge siano ancora mantenuti il sostegno e gli aiuti per l'AREV, per l'ANABORAVA, per gli interventi sulle problematiche presenti nei consorzi di miglioramento fondiario; tuttavia, tutto questo fa sì che bisogna comunque ancora pensare a delle strategie di sviluppo del settore a livello innovativo. Nell'ambito delle audizioni io ho appreso anche con soddisfazione il fatto che si sta diffondendo la consapevolezza che bisogna cercare di valorizzare i prodotti nell'ambito di coloro che esercitano queste attività anche attraverso la sperimentazione, l'innovazione, perché sicuramente, per quanto riguarda il futuro, per dare sviluppo a un settore, bisogna lavorare sul valore della produzione, bisogna aumentare i ricavi, bisogna cercare di innovare sia i processi che i prodotti. Questa è una consapevolezza che ci rendiamo conto richiede anche un cambio di approccio culturale, del tempo per essere attuata, ma che la politica deve anche cercare di sostenere e indirizzare nella giusta direzione.
A conclusione di questo breve intervento e delle considerazioni ritengo che la legge andava fatta, che sia una legge positiva, perché, almeno per quanto riguarda l'aspetto della sburocratizzazione, aiuta chi vive il settore a leggere i sostegni in un unico provvedimento legislativo che prima era caratterizzato da quattro leggi. Di strada ce n'è sicuramente ancora tanta da fare, ma essa rappresenta sicuramente un passo in avanti.
Presidente - Ci sono altri interventi? Siamo in discussione generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin, ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - Ho ascoltato attentamente chi mi ha preceduto e devo dire che ho molto apprezzato anche lo spirito con cui è stato presentato e com'è stato valutato questo disegno di legge. È quanto mai curioso che una legge, di cui sicuramente l'agricoltura ha necessità, ma, com'è stato espresso da più parti, non costituisce certamente la nuova legge sull'agricoltura, abbia difficoltà ad avere delle paternità, nel senso che pochi sono veramente convinti che questo possa essere un aiuto per quanto riguarda il proseguo di un'attività: quella del settore agricolo, che è fondamentale e chi mi ha preceduto lo ha ben ricordato, non solo per la parte legata all'attività produttiva e quant'altro, ma anche perché - forse a volte ce ne dimentichiamo - senza un'agricoltura coraggiosa che mantiene il territorio molto probabilmente pagheremmo costi importanti anche per quello che riguarda l'assetto del territorio e il futuro del turismo in Valle d'Aosta, pertanto è un'agricoltura che va ascoltata e aiutata.
Se fino a poco tempo fa l'agricoltura poteva beneficiare di aiuti importanti a fondo perso, con questo disegno di legge ci troviamo di fronte a due realtà, a mio parere, molto delicate: infatti passiamo a un finanziamento esclusivamente a mutuo per quello che riguarda l'accesso al credito e, relativamente a questo primo aspetto, bisogna tenere conto di quanto ci è stato detto e illustrato in commissione. Presidente Marquis, lei ha dichiarato che è stato utile per capire qual è lo stato di salute del settore agricolo; io penso che in commissione sono state dette delle cose che fanno rabbrividire, perché, quando viene detto che comunque...se devo accedere a un mutuo per chiudere un altro mutuo, è solo un espediente per provare a sopravvivere...io credo che si tratti di un grido d'allarme che non va sottovalutato. Soprattutto è stato detto che mai come in questo momento la Confidi Agricoltura ha ricevuto un numero elevato di affidamenti, per cui abbiamo un sistema che si sta indebitando, un sistema che a breve non sarà più in grado di far fronte agli impegni, a fronte di un valore della produzione che sta precipitando. Si tratta quindi di un sistema che in Valle d'Aosta non ha alcun futuro, per cui se volevamo avere una conferma, io penso che questa è arrivata in commissione e veramente, Assessore, io la inviterei a rileggere attentamente i verbali della commissione, perché quello che è emerso in quell'aula è più di un grido di allarme: è un grido di disperazione!
Sentirci poi dire che la parte riferita alla misura 4, così com'è stata presentata peraltro in una presentazione ufficiale, ha non solo spaventato, ma allarmato tutti, nel senso che...è stato detto in commissione: "le prime aziende che faranno richiesta faranno da dissuasori per le altre che vorranno presentare domande", io credo che probabilmente ci sia qualcosa che non funziona anche su questo, poi è chiaro che le norme europee non le possiamo inventare, ma a volte c'è anche una certa mania di protagonismo, nel senso che, se c'è un'interpretazione un po' più penalizzante, ebbene, questa in Valle d'Aosta viene regolarmente applicata. Questo perché, a fronte dell'unica misura che può dare un minimo di contributo a fondo perso, che è quella del PSR, la misura 4, abbiamo una serie di risorse definite da tutti come poche e di breve durata, per quanto riguarda il discorso dell'affidamento dei mutui, che probabilmente porteranno il sistema valdostano a implodere: ecco perché ho sottoscritto anch'io la richiesta dell'ordine del giorno che si prefigge di agire. Assessore, se in passato il settore valdostano era finanziato dai fondi europei e c'era una fetta importante di bilancio regionale che andava a supportare il settore agricolo e in questo momento abbiamo solo i fondi europei, significa che qualcosa non funziona. Io dico che certamente il bilancio regionale è in sofferenza, ma questa non può essere una giustificazione per far fallire un sistema che in questo momento è fondamentale per il futuro dell'agricoltura.
Non voglio aggiungere altro se non invitare l'Esecutivo e in primo luogo l'Assessore a fare un esame di coscienza sul grido di allarme manifestato da tutti nelle diverse commissioni e a provare a dare un minimo di prospettiva al settore agricolo valdostano.
Concludo dicendo che ho apprezzato gli interventi dei colleghi Nogara, Restano e Grosjean perché hanno evidenziato una necessità impellente, ovvero la Valle d'Aosta ha necessità assoluta di avere una legge sull'agricoltura, ma se una legge sull'agricoltura deve nascere in fretta, la inviterei, Assessore, a non fare una legge basata sulle risorse finanziarie che le hanno assegnato, perché così facendo o la legge non nascerà mai o sarà una legge del tutto inutile.
Presidente - Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale. Per la replica, chiede la parola l'Assessore Testolin, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Anch'io ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi, che parzialmente ricalcano quello che ci siamo detti in commissione. Vorrei ribadire il fatto che si tratta di un disegno di legge che va a trattare la disciplina degli aiuti regionali in materia di agricoltura. Non entra nello specifico di altre iniziative, che, come ricordava qualcuno, potranno far parte anche di un altro disegno di legge, ma cerca di dare delle indicazioni il più possibile precise e attendibili sulle possibilità di intervento che nella situazione congiunturale che le amministrazioni stanno vivendo può dare come risposta al mondo agricolo, cercando di sintetizzare in un'unica disposizione normativa una serie di iniziative che nel tempo erano state spalmate su più leggi.
Nell'ottica di una continuità delle iniziative a supporto del sistema agricolo che si vedevano esplicitate anche in contributi importanti a fondo perso, c'è e c'era comunque la necessità di proporre un disegno di legge come questo, che non ha l'ambizione di rivoluzionare il mondo agricolo valdostano, ma di essere utile allo stesso relativamente alle possibilità che l'Amministrazione regionale può mettere sul tavolo per cercare di supportare il miglioramento delle nostre aziende. Un'utilità che è ancora più importante in questo particolare momento, in cui si è partiti con l'attivazione di alcune misure sul programma di sviluppo rurale, misure che prevedono un contributo a fondo perso che oscilla tra il 35 e il 45 percento, che, rispetto a situazioni pregresse, può sembrare del tutto marginale, ma che necessita di tutta una serie di passaggi amministrativi che si è cercato di condividere - contrariamente a quanto qualcuno ha sottolineato - con gli operatori, che si è cercato di snellire, per quanto possibile, nella parte burocratico-amministrativa e che si è cercato di racchiudere anche nell'allestimento di una nuova struttura: quella dello sportello unico, che evidentemente è stata messa in piedi per cercare di dare supporto alle attività delle aziende.
Come tutti i passaggi, una cosa è valutare gli aspetti sulla carta, un'altra cosa è invece agire quotidianamente con le problematiche che si possono instaurare da un punto di vista informatico, relazionale, dal punto di vista dell'informazione precisa e puntuale e questo è il lavoro che si cercherà di mettere in piedi assieme all'Amministrazione, all'Assessorato e ai tecnici dell'Assessorato, agli amministrativi dell'Assessorato, ben coscienti che ci potranno essere dei momenti di impasse e ben coscienti che le cose vanno spiegate agli utenti per quelle che sono, con l'obiettivo di cercare di vivere quest'opportunità in maniera positiva. Questo disegno di legge mira a dare una possibilità di chiusura delle esigenze del mondo agricolo, che possono essere complementari all'offerta di questo PSR: questo è l'obiettivo, insieme alla necessità di chiudere un disegno di legge che vuole proporsi come un documento chiaro delle possibilità di intervento. Grazie anche all'attività svolta all'interno della commissione, è stato analizzato e valutato con estrema sollecitudine, il tutto per dare una risposta immediata alle necessità del comparto agricolo, che da qua a settembre potrà vedere l'affiancamento di questi sostegni tramite mutuo in attività di modernizzazione delle nostre attività e delle nostre aziende agricole nel loro complesso.
Detto questo, mi permetto di riprendere alcuni passaggi che sono emersi dalla discussione in aula: innanzitutto partendo dal principio che non è vero che i piccoli produttori sono stati abbandonati: il programma di sviluppo rurale ha cercato di conglobare all'interno delle sue misure nel suo complesso, molte volte a discapito di quelle che sono le aziende agricole vere e proprie, come vengono definite dagli addetti ai lavori, a beneficio anche delle aziende più piccole che però sul territorio valdostano hanno un'importanza estremamente alta, perché sono quelle che fanno la differenza tra il mantenere il territorio in toto e il mantenere invece un territorio più produttivo. Credo che questo aspetto sia da includere anche nelle scelte definite troppo penalizzanti per questo tipo di aziende. Evidentemente l'obiettivo di una misura come la 4 è un obiettivo di potenziamento, di miglioramento aziendale all'interno delle capacità produttive di un'azienda e che mira essenzialmente a poter accrescere la capacità reddituale delle aziende stesse, quindi anche l'obiettivo di porsi come ristrutturazione o miglioramento all'interno di un'azienda nel biennio, nel triennio che è concesso a livello di possibilità e di durata dell'investimento, quindi all'interno di un piano di sviluppo aziendale che permetta di accedere a questo tipo di contributi...pensare che un piano di investimenti possa partire da 20 mila euro per un'azienda agricola a tutti gli effetti...credo che siano delle soglie assolutamente accessibili e che minimizzano la frammentazione delle risorse che vanno allocate anche in maniera puntuale su chi inizialmente pensa di fare dell'agricoltura la propria attività principale. Evidentemente questo non preclude l'opportunità anche a chi ha delle soglie di produzione standard o un fatturato minore di poter accedere, con degli investimenti minimi di 10 mila euro su un triennio, alla possibilità di avvicinarsi a questo tipo di sostegno.
Si è poi parlato di attività che potrebbero essere svolte a costo zero; ebbene, le attività a costo zero - alcune delle quali sono anche esplicitate nella norma e che riprenderò alla fine del mio intervento - si compongono anche di tutta un'altra serie di azioni che l'Assessorato svolge a complemento delle disponibilità finanziarie proprie o del PSR. Recentemente si sono discussi a Roma e sono stati approvati in sede di Conferenza Stato-Regioni, dopo un'attenta analisi all'interno della Commissione politiche agricole di tutte le Regioni italiane - e dove si è cercato di valorizzare ancora e maggiormente sburocratizzando -, una serie di interventi a favore delle aziende zootecniche che producono latte in montagna. Questi sembrano passaggi scontati - magari la pecca è quella di non pubblicizzarli nel dettaglio - ma essi hanno permesso di regolamentare in maniera differenziata l'accesso a questo tipo di misure, che per la Valle d'Aosta valevano quest'anno circa 1 milione di euro e dal prossimo anno varranno circa 1,5 milioni di euro, che andranno direttamente nelle tasche dei nostri allevatori e che permetteranno di accedere a questo tipo di misure con delle clausole agevolative rispetto alle condizioni che invece sono poste in essere per altri territori; nello stesso tempo sono state aumentate le risorse a disposizione di queste aziende che operano in montagna. Questo è per sottolineare che in tutte le occasioni ove ci sia la possibilità di intervenire a favore delle produzioni di qualità e di quelle caratteristiche del nostro territorio lo si fa e lo si fa anche in collaborazione con altre Regioni che venivano citate poc'anzi e che svolgono lo stesso tipo di attività di stimolo presso il Governo centrale. Si tratta di un'attività che viene svolta ancora a sostegno della marginalità dei nostri territori e che magari non viene portata avanti in maniera puntuale come prima, perché evidentemente si fa sempre il riscontro anche con le risorse a disposizione ma anche di quelle scelte che hanno determinato poi l'assegnazione di punteggi che indicheranno la priorità e la finanziabilità dei progetti di sostegno.
Un ruolo interessante e importante è giocato anche dalla dislocazione delle aziende sul nostro territorio e l'obiettivo è quello di andare a potenziare o di privilegiare, per quanto possibile, le aziende che permetterebbero o permetteranno di mantenere delle attività agricole, in particolare nelle zone svantaggiate e di montagna.
È stato poi fatto un riferimento all'attenzione, alla qualità dei prodotti e alla sostenibilità delle nostre aziende; ebbene, solo per dare due numeri, dico che il 90-95 percento della produzione agricola valdostana è rappresentata dal sistema zootecnico, un sistema nei confronti del quale c'è più attenzione rispetto agli altri, un'attenzione che sul PSR deriva da priorità che bisogna fissare a livello di quadro generale e che sono state anche sancite dalle indicazioni dell'Unione europea e che sono state valutate anche all'interno di questo disegno di legge come necessarie per mantenere un sistema che ha difficoltà a trovare nel proprio prodotto la sostenibilità aziendale. Il tutto tenendo conto di un paio di aspetti che sono ripresi anche all'interno della norma: si tratta di aspetti per i quali l'Amministrazione regionale, per quanto possibile e di competenza, è sempre stata molto attenta nel cercare di fornire tutta una serie di iniziative che vanno dal laboratorio analisi all'assistenza aziendale, che nel tempo si è trasformata anche in funzione del personale a disposizione, ma che va esattamente nell'ottica di dare dei supporti, che sono stati formalizzati in modo che nessuno possa eccepire l'opportunità e la possibilità da parte dell'Amministrazione di rendersi disponibile verso questo tipo di interventi per cercare di migliorare le attività produttive. Cerca di farlo sotto altri aspetti con una promozione adeguata e con una condivisione con gli operatori che operano nel settore.
Evidentemente ci sono molte volte marce diverse nell'attivazione di politiche aziendali che possono dare i propri frutti, le proprie positività e i propri ritorni all'azienda stessa. L'attenzione però è certamente importante sia per quanto riguarda l'aspetto preventivo e di scelta delle attività che si svolgono all'interno dell'azienda per migliorare la produttività e la qualità delle nostre produzioni e dall'altra parte per valorizzare in tutte le sedi opportune le nostre caratteristiche. A questo proposito - e mi avvio alla conclusione - direi che non è banale lo sforzo fatto anche a livello finanziario all'interno di questo disegno di legge, soprattutto considerando il periodo di criticità marcata che sta vivendo il sistema zootecnico; tale sforzo fa un po' seguito agli impegni assunti nel mese di aprile dal sottoscritto e in primis dal Presidente della Regione in merito alla possibilità di sostenere in maniera importante delle attività in ambito zootecnico, per cui questo disegno di legge prevede per il 2016 una disponibilità finanziaria implementata di circa 2 milioni di euro, che saranno destinati alla valorizzazione delle rassegne e di un mondo zootecnico che ha delle criticità, ma che anche attraverso questo tipo di iniziative tende a valorizzare e a certificare che certi tipi di politica legati alle qualità autoctone...così come in altri ambiti si presta molta attenzione e molta sollecitudine per lavorare per la ricerca di varietà autoctone anche in ambito vegetale, questo ci permette di contraddistinguerci anche per quanto riguarda la valorizzazione del nostro prodotto. Evidentemente è un prodotto che deve essere di qualità, ma che ha le caratteristiche per rappresentare la sua unicità, a differenza del latte che viene venduto in Piemonte, perché il latte prodotto da razze valdostane è l'unico che può essere utilizzato per fare la fontina e la fontina si può fare solo in Valle d'Aosta. Evidentemente dobbiamo lavorare di più, meglio e collegialmente per cercare di massimizzare da questo prodotto i ritorni da un punto di vista economico, ma questo tipo di scelte, questo tipo di attenzioni cercano di andare in questa direzione.
L'Assessorato non si è mai sottratto al confronto e la recente risoluzione relativa ad alcune problematiche oggetto di confronto anche con le associazioni sindacali e l'Associazione degli allevatori dimostra che, lavorando per risolvere i problemi e non per cercare di aumentarli, si possono ottenere dei buoni frutti. Questa legge vuole andare in questa direzione, con tutti i limiti che sono stati sottolineati e che evidentemente fanno parte di una coscienza per chi presenta un disegno di legge come questo; tuttavia, ha anche la sicurezza di essere una legge utile per chi avrà voglia di investire e di migliorarsi nell'attività agricola nella nostra regione.
Presidente - Dopo la replica possiamo continuare con le dichiarazioni di voto per portare a compimento il punto all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola l'Assessore Testolin sull'ordine del giorno, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Si tratta di un ordine del giorno che va esattamente nella direzione opposta alla filosofia di una norma, con la quale, com'è accaduto per altre norme presentate nelle scorse sedute del Consiglio regionale, si è passati, relativamente al sistema di sostegno per tutta una serie di iniziative a favore delle aziende, dal fondo perso al mutuo a tasso agevolato. Pur capendo l'iniziativa messa in campo, io credo che la nostra sarà una posizione di astensione nel merito di questa proposta, anche perché si tratta di una scelta che si è cercato di spiegare all'interno del disegno di legge e che è di accompagnamento e di supporto alle iniziative a fondo perso ancora previste sul PSR.
Per quanto ci concerne, in questo momento le iniziative che saranno ancora a fondo perso saranno delle iniziative di sostegno a dei comparti, ma questo avverrà in maniera non puntuale e non finalizzata a delle modernizzazioni che sono previste a fondo perso sul PSR e con un sostegno, per quanto riguarda i mutui a tasso agevolato, sulle iniziative di carattere regionale.
Presidente - Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Devo dire che è difficile per noi comprendere la posizione dell'Assessore su questo nostro ordine del giorno; rispettiamo la posizione dell'Assessore, che dice che va nella direzione opposta. Cari colleghi, mi prendo qualche minuto perché chi può accedere alla misura 4 presentata qualche settimana fa? Gli agricoltori in forma singola o associata. Abbiamo detto tutti, mi sembra, chi conosce un po' lo stato dell'arte del sistema agricolo che sul PSR la burocrazia è molto più alta, i tempi sono incerti, la certezza di avere il finanziamento non c'è, in più c'è la necessità di "redigere un piano di miglioramento a firma del professionista qualificato sul fac-simile predisposto al fine di attestare un miglioramento delle prestazioni e della sostenibilità dell'azienda con l'investimento o gli investimenti proposti - per cui aggravio di costi per l'azienda -, spesa minima di 10 mila euro o di 20 mila euro in base alle dimensioni dell'azienda...", nel caso di giovani agricoltori l'intervento per il quale è richiesto il sostegno deve essere previsto nel piano aziendale approvato altrimenti non se ne fa nulla; bisogna ottenere un punteggio superiore a 30 e che sia utile al finanziamento. Si tratta dei requisiti che sono stati inseriti, è una scelta che è stata fatta e che noi non mettiamo in discussione, ma portiamo all'attenzione dell'aula che questo è quanto è stato approvato. Collega Marquis, lei ha detto che è cambiata la modalità su questo DL n. 88 e siamo passati ai mutui; no, collega Marquis, non siamo passati ai mutui su questo settore, perché le leggo l'entità del finanziamento per tutte le aziende che possono presentare domanda: "l'intensità degli aiuti diretti va dal 35 percento per gli investimenti nella produzione primaria, trasformazione e commercializzazione, al 45 percento di aiuto diretto per interventi nelle produzioni primarie proposte da giovani agricoltori e investimenti collettivi e al 55 percento per interventi collettivi proposti da giovani agricoltori per produzioni primarie" e questa è la misura 4 PSR, alta burocrazia, alti costi obbligatori, sono scritti sui documenti approvati.
Cosa propone questa opposizione ridotta? Questa opposizione ridotta propone una cosa molto semplice: per tutti coloro che non possono accedere alla misura 4, visti i costi, vista l'incertezza, vista l'asticella messa a 20 mila o a 10 mila euro, abbiamo voglia di cercare, di reperire, di creare le condizioni per sostenere un'adeguata percentuale di intervento. Non abbiamo neanche detto se l'intervento deve essere del 15, 20 o 25 percento: "...non superiori ai 10 mila euro, reperendo nelle pieghe del bilancio una somma congrua per finanziare tale norma". Non mi sembra che vada nella direzione opposta della misura 4 che avete approvato, Assessore Testolin, è una scelta politica quella di non finanziare aiuti diretti per cose necessarie, su impostazioni comunque limitate quella che è secondo noi...non è la ricetta per i problemi della situazione agricola valdostana, ma era un primo aiuto rapido per dare una risposta complementare alla scadenza del bando della misura 4. Ci dispiace molto dal punto di vista politico, si tratta di temi di cui abbiamo discusso per mesi anche con colleghi che oggi hanno fatto scelte diverse dal punto di vista politico, che sono all'interno di una maggioranza allargata, ma pensavamo che su temi così pratici, pragmatici si potesse trovare una sintesi.
La parte più delicata è che...l'intervento che rispetto del collega Testolin...è che stiamo andando in un'altra direzione; questo mi fa paura perché l'Assessore ha detto: "noi andiamo in una direzione..."
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...ho sentito bene anch'io? Perché ogni tanto forse la fame...io non voglio mettere in bocca niente a nessuno, ma mi sembra che, dal punto di vista politico, noi stiamo andando in una direzione alternativa, ci dispiace.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Testolin, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Solo per una precisazione che mi sembra doverosa, perché sarà la fame come ha detto il collega Chatrian ma ha capito qualcosa di diverso da quello che intendevo dire io o perlomeno va nella direzione opposta dall'indicazione di questa norma, dove il sostegno per gli investimenti aziendali è squisitamente a mutuo, quindi non in senso generale, perché lo abbiamo detto prima che una parte degli investimenti viene finanziata per quanto concerne il fondo perso sul PSR. Lo spirito di questa norma, riconosciuto da tutti, di supporto quindi è quello di andare a integrare questo tipo di sostegno su un aiuto che è sotto forma di mutuo. Pertanto, non lo dicevo in senso generale, ma relativamente alla norma.
L'altro discorso è che importi inferiori ai 10 mila euro su un piano di sviluppo aziendale che può durare due-tre anni non mi sentirei di definirli indispensabili per il miglioramento della produttività di un'azienda.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Grosjean, ne ha facoltà.
Grosjean (UVP) - Su questo argomento ci sarebbe veramente da discutere tanto. Per voi 10 mila euro sono una cifra esorbitante, il concetto del piano triennale, biennale di sviluppo per quanto riguarda la misura 4...perché qui stiamo parlando di una normativa e ne stiamo interpretando un'altra...10 mila euro costituiscono una cifra elevata per un giovane che inizia un'attività tenendo conto soprattutto dei settori vegetali: viticoltura, frutticoltura, orticoltura, cose di cui fino a sette o otto anni fa non si parlava affatto, oggi l'orticoltura è una realtà molto importante, e vi garantisco che 10 mila euro di attrezzature, ad esempio, perché non è detto che tutti debbano anche fare investimenti sulla struttura, sono già una cifra importante. Fare un piano di investimento per una cifra oltre i 10 mila euro quando ne devo spendere un po' per far fare una relazione ad un tecnico specializzato, ad un professionista, ad un agronomo non so quanto convenga all'agricoltore.
Stiamo cambiando sistema di agricoltura, con la misura agroambientale nel settore vegetale si era data un'indicazione per andare verso un'agricoltura biologica, ma se vogliamo, per esempio, incentivare o favorire l'acquisto di attrezzature che vanno in questa direzione, non sempre dobbiamo superare i 10 mila euro, possiamo avere eventualmente diverse attrezzature tra i 4 e i 5 mila euro e i 7 mila euro e non è detto che per forza un agricoltore debba comprare qualcosa in più per arrivare ai 10 mila euro per avere diritto al contributo del 35 percento. A mio avviso, qui quindi c'è tanta confusione; noi come gruppo abbiamo deciso che ci asteniamo, perché è un argomento che vorremmo approfondire, perché tagliare completamente la fascia sotto i 10 mila euro ci sembra una presa di posizione che non condividiamo.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Roscio, ne ha facoltà.
Roscio (ALPE) - Credo che il collega Grosjean abbia colto in parte lo spirito che ha mosso il nostro gruppo a predisporre quest'ordine del giorno e noi lo ribadiamo, riteniamo che 10.000 per chi inizia un'attività o per chi si occupa di certi settori non siano un aiuto banale; è altrettanto vero che accedere a pari aiuti del PSR diventa complicato e incerto, ma su questo è già stato detto. Vale però la pena fare una piccola riflessione perché, quando si dice: "eh, ma voi volete trovare altre risorse, è tutto molto bello, ma dove andate a prenderle?". Ecco, se noi guardiamo solo dal punto di vista delle contrazioni di bilancio, si dice: "eh, le risorse sono sempre di meno", ma tra poco andremo a discutere quello che una volta era l'assestamento e oggi è una variazione di bilancio, mi sembra che di punto in bianco dove interessa trovare le risorse si trovano milioni di euro presso Finaosta in gestione speciale, si ricorre ai debiti fuori bilancio che poi vengono sanati, si fanno gare di trail che occupano risorse pubbliche e non mi sembra che si tratti di cose inevitabili e ineluttabili, ma sono scelte, per rispondere al collega Nogara, dove le risorse che ci sono vengono allocate per fare delle cose anziché farne delle altre: questa è la realtà, non è che le risorse non ci sono, quindi volendo le scelte possono essere indirizzate in altro modo.
Presidente - Ci sono altre dichiarazioni? Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - Ho ascoltato attentamente l'Assessore nei suoi due interventi e ho provato a capire quale poteva essere la logica con cui ha risposto a questa nostra richiesta. Forse c'è una logica che può essere condivisibile, ma lo può essere in un momento ordinario, in un momento in cui c'è tutto il tempo per elaborare una fase intermedia tra quello che era una volta il sistema contributi per passare al sistema mutuo. In questo momento, Assessore - l'ho detto nel mio primo intervento e la invito a rileggersi quanto è emerso in commissione -, siamo in un sistema di emergenza. Il sistema di emergenza presume che ci sia una fase intermedia, non si può passare da quello che era un sistema, nel quale io prima mi compravo anche il trattore più grande solo perché avevo il contributo...adesso non è più così, siamo in una fase in cui lei ha detto che stiamo accompagnando le aziende, non vorrei però che fosse un mesto accompagnamento, perché poi sarà tardi per accorgersi di aver sottovalutato la situazione.
Quando viene detto che in questo momento l'accesso al credito Confagricoltura, come si chiama...comunque il credito che viene elargito al settore agricolo, o anche tramite gli agricoltori che accedono a Finaosta, sta aumentando a dismisura e i lavoratori hanno difficoltà a pagare, fanno il mutuo per pagare il mutuo, allora significa che il sistema non regge. Allora, perché, come giustamente ha detto il collega Grosjean, non provare, senza prendere impegni su cifre che non siete in grado di onorare in questo momento, senza prendere impegni su percentuali a fondo perso che non siete in grado di garantire in questo momento, a impegnarsi ma su un principio dicendo: "noi ci impegniamo a vedere se è possibile aiutare un sistema in sofferenza", che sta morendo, perché, di fronte all'indebitamento, c'è una progressiva riduzione del valore della produzione, è un sistema che non regge per cui imploderà. È inutile fasciarsi la testa dopo e dire: "non ci abbiamo pensato prima". Questa è una questione di principio, di impegno senza mettere né cifre, né percentuali, quale può essere la tempistica con cui ci si impegna a fare questo, però è un segnale diverso, di fiducia, è un segnale di approvazione di un sistema intermedio, dove si passa da quello che una volta era il contributo a fondo perso al sistema mutuo in vigore in questo momento, ma una fase intermedia è necessaria perché il sistema agricoltura e le aziende valdostane stanno morendo.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Rollandin (UV) - La discussione rischia di portare su un terreno che credo sia un po' diverso rispetto al disegno di legge con cui si è partiti, il quale, pur non esaustivo, andava nella direzione di dare una risposta che in qualche modo interveniva nel settore per riqualificarlo e dire cosa si poteva fare. Oggi in coda si sta dicendo: "attenzione, non stiamo facendo nulla per i piccoli, i piccolissimi". La domanda della misura 4 dice che tu ti puoi organizzare per creare le premesse per individuare una modalità di intervento nei tre anni a partire da 10 mila euro - i 10 mila euro si intendono per tre anni -, allora io mi devo organizzare o riorganizzare...a parte l'emergenza, che esiste dal 2008, non è di oggi, e se l'agricoltura è salva è perché le misure sono state messe in atto, come ultimamente - lo ha ricordato l'Assessore - i 2 milioni di euro, ovvero i contributi per le mostre, che sono stati dati in più in quanto erano necessari e indispensabili per attivare certi meccanismi. Per il resto, la misura 4...correttamente il collega Chatrian ha ricordato che ci sono ancora degli interventi diretti, devo riconoscerlo, però se andiamo a vedere le situazioni relative per esempio alla zootecnia, al settore vitivinicolo e al settore dell'apicoltura, che sicuramente ha più difficoltà...in questi settori se non faccio un programma almeno di 10 mila euro, ma quale programma ho? Su questo c'è la possibilità di individuare l'intervento e nell'intervento c'è anche la possibilità di calcolare il professionista che me lo fa.
Allora, dov'è il problema? Non è il fatto che noi non vogliamo vedere l'emergenza, noi l'abbiamo vista da tempo, purtroppo, ma il discorso dell'emergenza non si copre dicendo: "bene, ti do di nuovo 2-3 mila euro", questo è a livello di reddito di inclusione, e non siamo a questo livello in agricoltura, mi permetto di dire, ci sono dei casi difficili, ma non a questo livello. Allora, andiamo a seguire con una certa logica gli interventi, dopo tutte le critiche al contributo a pioggia siamo passati al discorso dei mutui e adesso si dice: "no, andiamo a vedere se si possono dare 1000-2000 euro". Siamo a questo? Cerchiamo allora di essere un po' coerenti con una valutazione che si sta cercando di fare nel settore, con misure che sicuramente non sono più a pioggia. Anche negli altri provvedimenti che andremo a vedere ci sono delle misure per l'agricoltura, nel sistema sanitario e nel sistema organizzativo, che vanno nella direzione di poter sostenere e agevolare la piccola azienda, sollecitate anche da colleghi, che sono state accolte e inserite nella legge. Allora, non diciamo che stiamo abbandonando il settore, questo è assolutamente falso; ci sono, invece, le premesse per portare avanti un lavoro corretto che sicuramente darà dei risultati molto positivi.
Presidente - Non ci sono altre richieste, per cui possiamo mettere in votazione l'ordine del giorno. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.
Presenti: 30
Votanti: 7
Favorevoli: 7
Astenuti: 23 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Donzel, Fabbri, Farcoz, Follien, Fosson, Grosjean, Guichardaz, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Rosset, Testolin, Laurent Viérin, Marco Viérin)
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Per dichiarazione di voto sul DL n. 88, abbiamo discusso poc'anzi l'ordine del giorno che abbiamo proposto. Due considerazioni: la prima è che non possiamo non accettare in maniera positiva il fatto che si metta ordine in alcune normative e si mettono insieme. Seconda considerazione: con questo DL n. 88 vengono garantiti i finanziamenti che sulla legge n. 21 e sulla legge n. 3 erano in essere, è stato detto: le mostre, il finanziamento all'AREV. Ci sono degli aggiustamenti dal punto di vista giuridico-legislativo e poi c'è una novità che cogliamo noi, ovvero questo sportello unico. Non vorremmo che fosse una novità che rimane poi nella forma, perché poi se vicino non si mette la sostanza...organizziamo, Presidente Rollandin, lo sportello unico ma per chi? Deve servire a semplificare il grido che arriva da tutte le associazioni audite in III Commissione, che, in merito alla semplificazione e alla sburocratizzazione nel settore agricolo, nulla è stato fatto, non è il Consigliere Chatrian a dirlo, né il gruppo ALPE, ma le associazioni.
Quarta considerazione. Noi, colleghi, non abbiamo detto che il settore è stato abbandonato: noi abbiamo proposto il piccolo investimento. Lei poi la fa semplice - noi rispettiamo il suo intervento - "10 mila euro...", 10 mila euro per un'azienda piccola nel triennio non è poca roba e per i motivi che abbiamo detto prima, questo è uno strumento che secondo noi...noi non vogliamo di nuovo mettere in circolo il fondo perso, il fondo perso c'è per l'agricoltura e lo ha detto molto bene anche lei, come lo ho detto prima.
Lo strumento che noi abbiamo provato a mettere in campo con l'ordine del giorno dava una direzione per integrare, secondo noi, la mancanza che c'è all'interno del DL n. 88. Questo è lo spirito con cui abbiamo presentato l'ordine del giorno e non degli emendamenti sul DL n. 88. Conoscete meglio di me la difficoltà nel momento in cui si va al primo piano per reperire le risorse: o c'è la possibilità di pescare nel pozzo della gestione speciale - come discuteremo questo pomeriggio o domani mattina per quanto riguarda, faccio un esempio, il presunto acquisto dell'area Polma (6 milioni di euro) - oppure eventualmente di caricarli direttamente su altre poste che non possiamo fare, per cui è inutile perdere tempo. Come opposizione, ci siamo mossi per fare in modo che ci sia un serio impegno politico per trovare delle soluzioni complementari all'impostazione che condividiamo: quella del PSR, che era quella di sostenere e aiutare un investimento più robusto. Questo è lo spirito con cui abbiamo presentato questo emendamento, certi invece di avere una votazione positiva da buona parte di questo Consiglio, perché nelle audizioni abbiamo percepito questa volontà che però non viene tradotta nel momento in cui si vota. Noi quindi su questa legge che va a garantire le vecchie parti delle leggi n. 21 e n. 3 ci asterremo.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Vicepresidente Marco Viérin, ne ha facoltà.
Viérin M. (SA) - Credo che sia bene affrontare questo tema, che è molto delicato e importante per la Valle - com'è stato detto da tutti non solo per il discorso in sé del settore agricolo, ma come settore trainante perché collegato a tutti gli altri settori: turistico, ambientale, del commercio ecc. e quindi vitale per il futuro della Valle -, in maniera molto seria, com'è stato fatto, ascoltando tutti.
Credo che il Presidente abbia detto - e condivido - che oggi parliamo di un riordino della materia sotto un certo aspetto, mentre altri aspetti vanno poi verificati nel proseguo. Io credo che il nostro movimento dica proprio questo: oggi noi siamo favorevoli a questa normativa, chiaramente si tratta di un riordino, chiaramente esistono ancora dei problemi, lo diciamo tutti, quindi da qui a quello che può essere il mese di novembre con il bilancio del 2017 dovremo fare anche delle valutazioni ulteriori, proprio perché è stato sostenuto da tutti, in maniera diversa, che non si tratta dei 3 mila euro l'anno e quindi di 10 mila euro nel triennio, ma si tratta di fare dei ragionamenti in senso complessivo, anche perché - io sintetizzo in questa battuta - noi oggi non abbiamo solo i problemi in questo settore, ma in questo settore soprattutto non abbiamo solo il problema del rilancio, ma anche quello della sopravvivenza, che è un discorso molto diverso perché rilanciare qualcuno che vuole ripartire lo si può fare, ma, quando abbiamo delle situazioni che sono al limite della sopravvivenza, credo che non basti il discorso del rilancio. Noi quindi voteremo questo provvedimento, ma saremo molto puntuali da qui al bilancio di novembre nel lavorare su questo tema, che è la sopravvivenza dell'azienda agricola valdostana.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - Intervengo solo per annunciare il mio voto favorevole pur non cambiando idea rispetto a quanto detto prima. Mi compiaccio che il Consigliere Marco Viérin abbia parlato anche lui di un settore al limite della sopravvivenza. Nel mio intervento precedente ho sempre parlato di un settore in difficoltà e della necessità di avere un regime di transizione. È chiaro che le difficoltà non nascono quest'anno, né l'anno scorso, questo indubbiamente è vero, però basta leggere gli ultimi bilanci per capire che quello che la Regione ha investito nel settore dell'agricoltura negli ultimi anni è veramente poco rispetto alle risorse che si mettevano in gioco anni fa. Questo ci tengo a ribadirlo e, pur rimanendo nella mia convinzione, voterò a favore proprio perché almeno ci sia la possibilità, per chi lo riterrà opportuno, di avvalersi di questa misura 4. Attenzione, è vero che 10 mila euro non sono tanti o comunque costituiscono il minimo per un investimento di tre anni, ma è pur vero che chi deciderà di avvalersi di questo dovrà comunque avvalersi di professionisti senza avere nessuna certezza di finanziamento, per cui rischia anche di fare degli investimenti che non porteranno alcun tipo di aiuto o di contributo.
Presidente - Non ci sono altre dichiarazioni di voto. Metto in votazione l'articolo 1. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.
Presenti: 31
Votanti: 26
Favorevoli: 25
Contrari: 1
Astenuti: 5 (Bertin, Certan, Chatrian, Morelli, Roscio)
Il Consiglio approva.
Articolo 2. Stesso risultato. Articolo 3. Stesso risultato. Articolo 4. Stesso risultato. Articolo 5. Stesso risultato. Articolo 6. Stesso risultato. Articolo 7. Stesso risultato. Articolo 8. Stesso risultato. Articolo 9. Stesso risultato. Articolo 10. Stesso risultato. Articolo 11. Stesso risultato. Articolo 12. Stesso risultato. Articolo 13. Stesso risultato. Articolo 14. Stesso risultato. Articolo 15. Stesso risultato. Articolo 16. Stesso risultato. Articolo 17. Stesso risultato. Articolo 18. Stesso risultato. Articolo 19. Stesso risultato. Articolo 20. Stesso risultato. Articolo 21. Stesso risultato. Articolo 22. Stesso risultato. Articolo 23. Stesso risultato. Articolo 24. Stesso risultato. Articolo 25. Stesso risultato. Articolo 26. Stesso risultato. Articolo 27. Stesso risultato. Articolo 28. Stesso risultato. Articolo 29. Stesso risultato. Articolo 30. Stesso risultato. Articolo 31. Stesso risultato. Articolo 32. Stesso risultato. Articolo 33. Stesso risultato. Articolo 34. Stesso risultato. Articolo 35. Stesso risultato.
Metto in votazione il disegno di legge nella sua interezza. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.
Presenti: 31
Votanti: 26
Favorevoli: 25
Contrari: 1
Astenuti: 5 (Bertin, Certan, Chatrian, Morelli, Roscio)
Il Consiglio approva.
Ricordo all'Assemblea che i lavori riprenderanno alle ore 15:30. Porto a conoscenza anche che le sedute avranno la notturna e proseguiranno nella giornata di sabato, come concordato nella riunione dei Capigruppo. Buon appetito.
La seduta è sospesa.
---
La seduta termina alle ore 13:37.