Oggetto del Consiglio n. 2036 del 20 aprile 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 2036/XIV - Interpellanza: "Obbiettivo della creazione del nuovo marchio Ombrello per la Valle d'Aosta".
Follien (Presidente) - Punto n. 34 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola al Consigliere Grosjean.
Grosjean (UVP) - Mi ha stupito molto quando abbiamo visto la delibera per l'istituzione di un marchio "Ombrello", mi sono detto: è un anno di pioggia quest'anno, è un anno di cattivo tempo, anche perché mi sembra che per i marchi non so se basta l'ombrello, dovremmo fare quasi un capannone. Pensavo che ce ne fosse una sessantina, poi ho visto sulla delibera, addirittura abbiamo 95 marchi presenti in Valle d'Aosta.
Non vorrei dilungarmi troppo, perché non ne sappiamo più di tanto, quindi chiederei all'Assessore di spiegarci in poche parole qual è l'obiettivo. Io ho alcuni dubbi sulla delibera, che esprimerò dopo in replica.
Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Grazie collega Grosjean anche per la possibilità di rappresentare - però ci saranno sicuramente altre occasioni - la delibera del marchio "Ombrello". Questa definizione, questa quantificazione dei 95 marchi, come avrà potuto vedere, è stata rilevata da uno studio che abbiamo avviato, abbiamo sollecitato all'Università della Valle d'Aosta, che ha fatto un censimento grazie ai professori, e ringrazio la professoressa Mauri, i vari studenti e i vari stragisti che hanno individuato 95 marchi. All'interno di questi marchi abbiamo veramente di tutto, l'unica costante è che sono tutti ragionevolmente sconosciuti, ovvero sono conosciuti a macchia. Abbiamo addirittura delle Comunità montane dove ci sono dei marchi territoriali, quindi che fanno riferimento a delle zone, a dei comuni, che sono tutti in completa contraddizione l'uno con l'altro e tutti sconosciuti. Sono stati studiati da grafici, magari nell'ambito di progetti Interreg, da progetti europei e ognuno ha voluto lanciarsi in una definizione di marchio. L'indagine è stata direi abbastanza scientifica perché c'è stato un censimento, una loro classificazione, un'indagine qualitativa attraverso dei focus group sulla notorietà dei marchi, quindi hanno fatto delle rilevazioni sul territorio e i risultati sono stati abbastanza disastrosi. Vi è stata un'analisi della lettura in materia di identificazione dei temi chiave e poi - e qui credo che il collega Grosjean possa essere con me d'accordo - abbiamo reperito tutta la documentazione dei brand territoriali del Trentino Alto Adige da un lato e del Canton Vallese dall'altro proprio per capire cosa fanno dall'altra parte.
Rispetto alla delibera, avrà avuto modo di vedere che l'aspetto grafico, è un aspetto secondario, l'aspetto principale è quello di definire con correttezza il brand territoriale, una brand identity, cioè capire qual è il disegno a cui vogliamo tendere e successivamente interpretare una strategia e anche un marchio, per cui l'aspetto grafico sarà successivo. Noi abbiamo veramente - e lì convengo - dei brandmark molto elevati, quando guardiamo cosa fa, per esempio, il Südtirol, il fatto di avere o non avere un marchio diventa una discriminante, quando tu hai il marchio "Südtirol" e poi hai sotto il marchio le varie attività. Sapendo che c'è un particolare interesse nel settore dell'enogastronomia, lì va preso con prudenza, perché ci sono delle normative europee che sono molto vincolanti, per cui tutti i marchi DOP, DOC...hanno un registro particolare. È ovvio però che tu sia che parli di cultura, sia che parli di enogastronomia, sia che parli di qualità in genere, devi cercare di anteporre il marchio "Valle d'Aosta" a tutto il resto. Non sarà così facile convincere tutti i Comuni, perché noi abbiamo dei Comuni che si ritengono molto forti, che molte volte fanno difficoltà ad associare il loro nome alla Valle d'Aosta. Sono molto più generosi, molto più disponibili quando vengono a chiedere dei soldi o dei sostegni, ma in linea di principio ritengono che il loro marchio sia superiore al marchio della Valle d'Aosta, ma non ci stupisce, non è una caratteristica solo valdostana. Lei conosce molto bene la realtà del Canton du Valais: per arrivare a "Valais Excellence" e convincere Verbier, Crans-Montana, Zermatt ad associarsi, a stare sotto il cappello di "Valais Excellence", hanno fatto un percorso molto importante. Quella strategia però non ha mortificato nessuno, perché, da un lato, hanno mantenuto la loro denominazione, dall'altra parte, hanno portato la loro notorietà a vantaggio del Canton du Valais. È chiaro che una località come Orsières, che magari è una località minore, associata al "Valais Excellence", ha beneficiato della notorietà delle altre.
Per rispondere agli altri suoi quesiti, sarà fondamentale la parte di studio dove dovranno essere coinvolte non solo le associazioni, ma, come ben può capire, i vari Assessorati, i vari attori, la Chambre, tutti i soggetti istituzionali che devono aiutarci a definire proprio la brand strategy. Rispetto al lavoro fatto, quindi bisogna riuscire a creare un percorso di condivisione che sia inclusivo, ovviamente ci dovrà essere poi un sicuro impianto legislativo dove chi aderisce ha effettivamente dei vantaggi, lo dico nel momento in cui dovesse esserci la definizione di tutto questo. Faccio un esempio pratico, tangibile: nel momento in cui tu vai nei mercatini di Natale a Bolzano, la scelta di coloro che stanno nel mercatino è condizionata al fatto che abbiano il marchio "Südtirol", per cui, nel momento in cui tu hai il marchio "Südtirol", puoi aderire a determinate iniziative. Certe polemiche che abbiamo visto sui giornali su chi va, chi non va, chi viene accettato, chi non viene accettato quindi verrebbero risolte, dopodiché, non è tassativo, possono esserci delle percentuali per cui ad un certo punto si dice: "è tollerata la presenza di "enne" aziende", se tu vuoi avere degli ospiti... Con questo quindi non voglio dire che qua c'è una chiusura totale, però c'è un approccio dove questo marchio deve essere patrimonio di tutta la comunità produttiva: ecco perché, se avete avuto modo di vedere, la delibera è stata presa di concerto con tutto il Governo regionale, perché non è solo un aspetto di turismo: è un aspetto che coinvolge tutti e quindi sarà un percorso credo - e avremo modo di confrontarci in commissione - molto stimolante e, a mio modesto modo di vedere, molto produttivo.
Presidente - La parola al Consigliere Grosjean.
Grosjean (UVP) - Grazie Assessore per le informazioni. Rimangono comunque alcuni dubbi, chiaramente bisognerà approfondire. Di marchi più o meno regionali e più o meno conosciuti ne abbiamo già diversi, mi hanno sempre insegnato nella mia attività imprenditoriale fuori che un marchio nuovo è sempre un problema, con il cambiare marchio ad ogni momento si crea sovente confusione. Io credo che ci siano dei marchi regionali già conosciuti, bellissimi, probabilmente sarebbe molto più facile utilizzare uno di questi marchi già conosciuti andando a lavorare soprattutto sul terzo punto della delibera, dove mettete solo 15 mila euro contro i 90 mila per la parte grafica, che mi sembrano un'esagerazione, ma poi non sono uno specialista in queste cose, quindi non so...ma la stesura del disciplinare e il regolamento d'uso perché la base fondamentale, secondo me, è questa. Più che andare a fare un marchio, fare un regolamento dove vogliamo veramente inquadrare tutto il sistema, perché di marchi bellissimi ne abbiamo tanti, ne abbiamo di già conosciuti, ho dei grossi dubbi sull'andare a mettere un nuovo marchio, ho paura che si crei grande confusione. Io sarei più per invertire la cosa: lavoriamo bene sulla stesura dei disciplinari, lavoriamo bene sui regolamenti, andiamo a valutare bene chi intende aderire e chi intende usufruire poi di questo marchio e rispettare di conseguenza il disciplinare, perché altrimenti rischiamo di fare un altro marchio che magari fra qualche anno non servirà più, perché ci saranno i vari marchi, gli altri 95 marchi che saranno diventati 96 o magari 100, perché nel frattempo cresceranno altre organizzazioni e altre associazioni e continueremo a creare confusione.
Mi fa piacere che si voglia copiare il Vallese e l'Alto Adige, peccato che abbiamo aspettato il 2016. Quando siamo partiti con i primi marchi di Assessorati o della Regione, bisognava sin da subito immaginare un qualcosa di più completo, invece ogni associazione, ogni categoria...abbiamo già anche bisticciato sui marchi, quindi lei sa benissimo come la penso. Comunque spero che veramente si riesca a trovare una soluzione a questo problema, però i dubbi sui 90 mila euro per la parte grafica mi permetta di dire che mi rimangono abbastanza forti.