Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2035 del 20 aprile 2016 - Resoconto

OGGETTO N. 2035/XIV - Interpellanza: "Condizioni per l'utilizzo gratuito dei trasporti pubblici da parte degli agenti delle forze dell'ordine".

Follien (Presidente) - Punto n. 33 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola al Consigliere Ferrero.

Ferrero (M5S) - È stata diramata di recente dal Dipartimento regionale dei trasporti una circolare in cui si fa riferimento alla legge n. 19/2015 con la quale sono state fatte delle variazioni riguardo alla questione dei trasporti. Tra le variazioni ce n'è una particolare con una formulazione che riguarda la gratuità dei trasporti prevista da leggi statali per i Carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia di finanza, il Corpo forestale quando utilizzano i mezzi pubblici e che andrebbe a restringere, per quanto riguarda la Valle d'Aosta, l'ambito di applicazione delle norme perché all'interno di questa formulazione sono state inserite le parole: "purché in divisa". Vale a dire che il rappresentante delle forze dell'ordine che utilizza il mezzo pubblico non dovrebbe semplicemente esibire il tesserino di riconoscimento, ma dovrebbe essere materialmente in divisa, dovrebbe avere l'abbigliamento che contraddistingue la sua Arma di appartenenza. Questo va ad escludere tutti quei rappresentanti delle forze dell'ordine, che, per incarichi particolari che ricoprono - e parlo, ad esempio, della Digos e di tutti gli ufficiali di polizia giudiziaria che lavorano nelle Procure che devono viaggiare in borghese proprio in relazione all'attività che svolgono -, non devono mettersi la divisa perché non è richiesta la divisa proprio per regolamento, quindi si andrebbe a creare una discriminazione rispetto a tutti gli altri colleghi per il semplice fatto che non sono in divisa. Nell'ipotesi in cui sul mezzo pubblico sul quale viene trasportato l'agente di polizia ci fossero dei problemi, il fatto però semplice di esibire il tesserino sarebbe la garanzia che egli possa intervenire; ci sarebbe quindi un elemento sufficiente per riuscire a capire che c'è questa presenza da parte dell'autista nel caso in cui ne avesse bisogno.

Adesso io non so se si tratta di un'interpretazione un pochettino troppo restrittiva, o magari di un'inesattezza che è stata riportata nella legge, alla quale in questo caso bisognerebbe porre rimedio, anche perché la cosa è stata chiarita per quanto riguarda la Provincia autonoma di Trento. C'era una legge provinciale di Trento, con una sentenza della Corte di Cassazione civile, la n. 5135/2001, si era cercato sostanzialmente di fare quello che è stato fatto con questa circolare e con questa legge in Valle d'Aosta. Alla fine la Cassazione civile, senza fare lettura delle sentenze, aveva detto: "attenzione, questa non è materia di trasporti, ma è materia di sicurezza pubblica, quindi non è di competenza delle Regioni", sostanzialmente aveva annullando le disposizioni che erano state approvate da Trento. Peraltro noi troviamo ancora leggi che sono tranquillamente in vigore, perché c'è il DPR n. 90/2010, che, per quanto riguarda l'Arma dei Carabinieri, all'articolo 236 dice: "il personale dell'Arma dei Carabinieri se in uniforme o munito di tessera di riconoscimento - quindi in alternativa: o l'uniforme o la tessera di riconoscimento -, ha diritto di circolare liberamente e sui mezzi di trasporto pubblico urbano". Lo stesso DPR, per quanto riguarda le forze di polizia, dice: "al personale delle forze di polizia si applica l'articolo 236", cioè quello dei Carabinieri, quindi queste sono normative nazionali che sono in vigore. Se vogliamo andare a vedere la legge n. 36 del 6 febbraio 2004 per quanto riguarda il Corpo forestale dello Stato, vediamo che anche qui si parla di "diritto al libero percorso sulle linee dei mezzi pubblici di trasporto urbano e metropolitano". Io quindi penso che la svista sia stata fatta in buona fede, è ovvio che però bisogna rimediare, anche perché sennò la Valle d'Aosta troverebbe e si troverebbe da sola ad avere un atteggiamento discriminatorio verso alcuni settori delle forze dell'ordine che sono impegnati in servizio, ma che non portano la divisa.

Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Rispetto a quest'interpellanza, giustamente il collega fa riferimento ad una legge regionale che abbiamo approvato nel dicembre 2015 e che non è stata impugnata dal Consiglio dei ministri. Può essere una svista, questo non vuol dire che sia sicuramente giusto, però il riferimento normativo è questo, abbiamo una norma. Semplicemente per rappresentare la ratio di questa norma, ovvero in un momento dove comunque l'ordine pubblico e i fatti di microcriminalità sono in aumento può essere interessante avere le forze dell'ordine che presidiano e che, in virtù di essere in divisa, fungono da deterrente. Non c'è nessuna regola, non è matematico, ma se sul mezzo pubblico si vedono delle persone in divisa, probabilmente c'è un effetto deterrente nei confronti degli eventuali malintenzionati: ecco perché nella norma abbiamo introdotto la necessità di avere la divisa.

Il problema che mi pone il collega Ferrero mi è stato sottoposto per le vie brevi dai comandanti delle forze dell'ordine e, al fine di evitare delle discriminazioni, perché mi hanno fatto presente che nei vari corpi di polizia - il collega Ferrero ha indicato la Digos, ma vale lo stesso per la Guardia di finanza, così come per il Corpo dei Carabinieri -, vi è tutta una serie di soggetti che svolgono un'attività in borghese. L'idea dobbiamo formalizzarla: è quella di far richiedere dai vari comandanti un numero adeguato di tessere da rilasciare al comando che possono essere date a tutte quelle forze dell'ordine che svolgono attività in borghese, in modo tale che vi sia la responsabilità e la garanzia che questo tipo di attività si inserisce nella logica del Corpo, per cui sono tessere ovviamente al "portatore", perché giustamente non deve essere evidente che il portatore della tessera è un rappresentante delle forze dell'ordine, che potrebbe essere anche controproducente ai fini investigativi. L'idea che abbiamo elaborato con alcuni comandanti quindi è un numero adeguato di tessere al portatore che vengono rilasciate ai vari comandi delle forze dell'ordine, che vengono distribuite e vengono gestite; dunque questa può essere una soluzione e pensiamo di andare verso questa direzione.

Presidente - La parola al Consigliere Ferrero.

Ferrero (M5S) - Se questa è la soluzione, è una soluzione decisamente accettabile. È vero, l'Assessore ha fatto notare che la divisa rappresenta un deterrente, però d'altro canto c'è chi lavora in divisa e chi non lavora in divisa. Sono entrambi in servizio e, di conseguenza, ci sarebbe comunque una disparità di trattamento. Io contatterò in seguito l'Assessore, però spero che la questione venga chiarita in tempi ragionevoli, che non andiamo a parlarne l'anno successivo, nel senso che sia una questione che si risolve in un tempo ragionevole, anche perché comunque, dal punto di vista economico, c'è un esborso. Sappiamo bene che in generale i rappresentanti delle forze dell'ordine non è che siano remunerati in maniera super, quindi rappresenta anche un problema semplicemente solo dal punto di vista economico.