Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1886 del 9 marzo 2016 - Resoconto

OGGETTO N. 1886/XIV - Interpellanza: "Individuazione delle linee di indirizzo operative da indicare all'Institut valdôtain de l'artisanat typique per lo sviluppo del mercato nell'anno 2016".

Viérin M. (Président) - Point n° 32 à l'ordre du jour. La parole à la Conseillère Certan.

Certan (ALPE) - Grazie Presidente.

Con quest'interpellanza il nostro gruppo vuole aprire il dibattito riguardante l'Institut valdôtain de l'artisanat de tradition. Ritengo che quest'istituto sia per un luogo in cui si possa ancora sviluppare il nostro artigianato d'eccellenza e tutta la parte artistica dei nostri artigiani valdostani. Crediamo che in questi anni molto sia stato fatto, ma che rimanga ancora molto da fare soprattutto per quanto riguarda la messa in rete e la sinergia fra tutti i vari rappresentanti. Crediamo che l'IVAT non abbia solo il compito di promuovere il savoir faire degli artigiani valdostani, ma sia anche lo scrigno, direi la cassaforte dell'intero patrimonio culturale e artistico della nostra regione. D'altronde la legge che istituisce e disciplina l'Institut valdôtain de l'artisanat de tradition, la legge n. 10/2007, è chiara nei suoi principi, dice: "l'IVAT ha il compito di sviluppare e valorizzare l'artigianato valdostano di tradizione, come definito dall'articolo...", eccetera. Lo definisce attraverso dei punti, ossia ha il compito di sviluppare e valorizzare l'artigianato attraverso: "la ricerca storica e documentale; lo studio e la divulgazione delle caratteristiche e delle tecniche utilizzate; il recupero del patrimonio storico; la tutela dei prodotti; le attività inerenti alla formazione dei produttori; la gestione delle sedi museali...la commercializzazione dei prodotti di artigianato...l'organizzazione o la partecipazione ad attività promozionali; ogni altra azione volta alla valorizzazione del patrimonio artigianale valdostano di tradizione". Li ho letti, perché credo che sia contenuta in questi punti, in questi principi tutta l'essenza e il ruolo che può avere l'IVAT. Senza entrare nei dettagli, perché credo che ne parleremo anche dopo, è strettamente correlato al progetto di legge n. 71 con la modificazione della legge sulle cooperative artigianali, che affronteremo più tardi, crediamo che anche l'incentivazione alle produzioni artigianali tipiche tradizionali sia connessa con l'attività che svolge l'IVAT.

Riteniamo che in questo momento l'Institut valdôtain de l'artisanat abbia un compito particolare: debba inserirsi nel dibattito e nel discorso che è iniziato anche con l'approvazione dell'ordine del giorno in sede di finanziaria della costituzione di un gruppo marketing che si occupi veramente della promozione di tutte le peculiarità, le caratteristiche, le forme anche, il savoir-faire della Valle d'Aosta. Crediamo che l'IVAT potrebbe avere un ruolo centrale in questa nuova, non direi società, - la collega Morelli lo definisce sempre un gruppo sinergico - che possa lavorare veramente per il marketing generale e globale della nostra Regione. Crediamo che insieme al savoir-faire legato alla cucina, anche il savoir-faire legato all'artigianato sia fondamentale.

Nella nostra interpellanza le chiediamo in particolare tutta una serie di aspetti legati alla gestione dell'IVAT, perché abbiamo visto che con una delibera del dicembre 2015, la Giunta ha nuovamente riconfermato a capo dell'IVAT Ermanno Bonomi, che è il Presidente già in carica da diversi mesi, e ci sembra che si vogliano mettere in campo delle azioni diverse. Crediamo che una programmazione, una pianificazione ad inizio anno sia importante e che alcune di queste idee siano state messe già in campo o perlomeno avviate. Vorremmo capire quali siano tutte queste azioni, questi obiettivi che si sono messi in campo e i modi in cui si voglia ottenerli, perché è chiaro con quale metodo si lavorerà all'interno dell'Institut e soprattutto penso che sia importante conoscere quali direttive darà l'Amministrazione regionale affinché l'IVAT adegui le proprie strategie di sviluppo a quanto stabilirà l'Amministrazione regionale.

Non le vado a leggere tutti i punti, li avevamo dettagliati bene, perché chiaramente riguardano tutte le convenzioni che l'IVAT sta siglando con alcuni Comuni, con il Comune di La Thuile, con delle cooperative, anche proprio per una migliore gestione dei propri punti e delle proprie sedi. Chiediamo quali sono i costi riferiti al 2015 del personale, delle consulenze se ce ne sono state, dei punti vendita. Abbiamo specificato i quattro punti vendita che ci sono oggi: Aosta, Ayas, Cogne e Courmayeur, ma ci sono stati anche altri punti in luoghi particolari e caratteristici della Valle, come possono essere quelli del Forte di Bard, del Casinò, della Skyway. Vorremmo quindi avere anche il quadro chiaro. In ultimo domandiamo: quali sono le strategie di sviluppo, gli intendimenti e la pianificazione che immaginiamo sia stata fatta da parte del nuovo Presidente del CdA e quali sono quindi gli indirizzi che l'Amministrazione ha dato.

Président - La parole à l'Assesseur Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

La ringrazio, collega, per aver riportato l'attenzione sull'Istituto Valdostano dell'Artigianato di Tradizione (IVAT), che riveste, come lei ha ricordato nella presentazione dell'interpellanza, una grandissima importanza non soltanto nell'ambito dell'artigianato tipico, ma per il significato, per il ruolo che questo ha rispetto alla nostra identità complessiva rispetto ai valori, alle tradizioni che attraverso l'artigianato di tradizione riusciamo a ristudiare, a riscoprire, a riportare in attenzione, a valorizzare nella contemporaneità. Il nostro percorso verso il futuro sarà più forte se sapremo mantenere solide le nostre radici, i nostri legami, i valori del passato e devo dire che quest'Istituto svolge davvero in modo proficuo questa funzione. Nella sua interpellanza lei ha fatto quattro quesiti che si articolano in sotto-quesiti, ci sono circa otto domande, io cercherò di andare un po' in fretta, non me ne voglia, ma ha fatto delle richieste puntuali, cercherò di rispondere puntualmente alle sue richieste.

Mi permetta di precisare che lei ha richiamato nell'interpellanza anche la legge regionale n. 10/1985. Una delle cose positive che sono state fatte con la legge n. 10/2007 è stata anche quella di abrogare tutte le leggi precedenti per evitare di avere quel castello di leggi che spesso si accumula e quindi la nuova legge ha abrogato sia la legge n. 10/1985, sia quella del 1993, sia quella del 1998, per arrivare ad un testo unico; qualche volta ci riusciamo, è bene che lo ricordiamo in modo positivo.

Per quanto riguarda i rapporti, e quindi riduco le premesse, condividendo la sua premessa sostanzialmente di attenzione a quest'ente, siccome l'IVAT svolge una funzione estremamente complessa, poi però nelle sue domande va a chiedere esattamente quali sono i fornitori di IVAT, quindi va all'aspetto anche di commercializzazione, di sostegno ai produttori nell'azione di promozione della loro attività. Tutta la disciplina che riguarda l'attività dell'IVAT in quel settore è rigidamente normata dalla legge. L'individuazione di coloro che possono fornire all'IVAT quindi è rigidamente prevista dagli articoli della legge, che a sua volta in alcuni casi rimandano alla legge n. 2/2003, comunque abbiamo dei produttori professionali e sono 92 imprese che hanno stipulato convenzioni con l'IVAT di compravendita o di conto commissione. Qui parliamo di professionisti e qui varrebbe la pena di ricordare dagli anni Sessanta in poi il grande salto in avanti fatto dall'artigianato tipico, che ha permesso di creare delle vere e proprie figure professionali con dei laboratori che hanno alcuni una caratteristica artistico-artigianale, altri sono dei veri e propri laboratori artigianali, di questi nel 2005 che hanno utilizzato formalmente questi accordi con l'IVAT sono stati circa 62. Nel caso dei cosiddetti "produttori occasionali", anche questi normati esplicitamente dalla legge, il ricorso di IVAT è molto limitato e si riferisce esclusivamente a situazioni di criticità, laddove gli artigiani cosiddetti "professionisti" alle volte non eseguono più determinati manufatti, quindi, non essendo più a disposizione un manufatto da parte del mondo professionistico, si deve ricorrere al mondo "amatoriale", cioè non professionistico. Solo in quel caso l'IVAT ricorre, perché tendenzialmente cerca di promuovere non tanto la parte "non professionale", hobbistica, ma quelli che hanno un'attività commerciale vera e propria.

Per quanto riguarda invece il punto n. 2: le convenzioni con altri soggetti, fino all'anno 2014 l'IVAT ha esercitato il proprio ruolo commerciale in forma diretta attraverso punti vendita: les boutiques de l'artisanat, che erano situate in alcuni punti strategici, non soltanto quelli che lei indica poi successivamente al punto n. 3: Aosta, Ayas, Cogne e Courmayeur, nel 2015 c'era anche Gressoney-Saint-Jean e, per esempio, nel 2014 c'erano ancora Antey, Breuil e il Forte di Bard, ma con un negozio gestito direttamente dall'IVAT. Successivamente - e non è un segreto questo -, a fronte della riduzione di finanziamenti, quindi, dovendo in qualche modo gestire anche con risorse minori l'attività, si sono attivati sul territorio sempre questi luoghi di gestione diretta: les boutiques de l'artisanat, che sono rimaste ad Aosta, Ayas, Cogne, Courmayeur, adesso verrà meno anche quella di Gressoney, e c'è anche un bookshop gestito direttamente all'interno del MAV (Museo dell'Artigianato Valdostano di tradizione), che è in un luogo strategico, perché sappiamo essere a pochi passi dal Castello di Fénis. Nel 2005, a seguito del completamento della Maison Musée Berton e della sottoscrizione da parte di IVAT di una convenzione con il Comune di La Thuile, con il proprietario dell'immobile e dei patrimoni in esso contenuti, si è potuto proporre una vetrina di prodotti anche all'interno del bookshop di tale struttura museale, e qui sono le convenzioni che lei ha in qualche modo chiamato in causa. Si tratta di spazi espositivi non esclusivi, i cosiddetti "coin de l'artisanat". Dai numeri che esporrò successivamente si vedrà come alcuni di questi siano stati delle intuizioni estremamente strategiche, una su tutte quella delle funivie del Monte Bianco, la Skyway, dove davvero questo tipo di convenzione sta dando dei risultati straordinari. Il successo ottenuto con Skyway ha fatto in qualche modo riflettere e ha portato a proporre un'analoga situazione anche al Forte di Bard con il meccanismo dei coin de l'artisanat utilizzato per Skyway. Ad analoga iniziativa si sta lavorando con la Cooperativa D'Socka di Gressoney, quindi recuperando il punto vendita attraverso questa formula e c'è una trattativa in atto anche con l'AREV che gestisce la Maison de l'Alpage di Valtournenche, che, se avrà avuto modo di visitare, è molto interessante, perché anche lì si pensa di proporre questo tipo di attività.

Per quanto riguarda il punto n. 3: i costi e le entrate, abbiamo, per quanto riguarda il 2015, per l'area amministrativa n. 3,5 unità tempo pieno equivalente, pari a 142 mila euro; per l'area culturale 5,2 unità a tempo pieno equivalente, 203 mila euro; per l'area commerciale n. 2,7 unità a tempo pieno equivalente, 99 mila euro; servizi itinerali, personale destinato all'assistenza di punti commerciali a gestione diretta e in occasione di fiere e manifestazioni con contratti a tempo determinato...scusi, Presidente, mi dà ancora un minuto? La cosa importante sono gli incassi: per esempio, la Boutique de l'artisanat Aosta 140 mila euro, Ayas 52 mila euro, Cogne 59 mila euro, Courmayeur 50 mila euro, Gressoney 42 mila euro, Skyway Monte Bianco dal 1° giugno 2015, metà dell'anno, 26 mila euro, D'Socka Gressoney dal 1° dicembre 3500 euro e il bookshop del Forte di Bard, anche questo attivato dal 1° dicembre, 308 euro, questi sono attivati soltanto dal 1° dicembre. Il risultato interessante è che questo tipo di attività ha permesso di acquistare manufatti per gli artigiani valdostani per un valore di circa 300 mila euro, quindi questo è il risultato più importante. Lo sforzo maggiore che sta facendo l'IVAT di innovazione rispetto a tutte queste cose che sono in essere è quello, in collaborazione con l'Assessorato delle attività produttive, al di là di aprire Maison Caravex, soprattutto di puntare ad un rilancio e ad una promozione e formazione - che successivamente in altre occasioni avrò modo di illustrare - riguardo ai giovani per dare un futuro all'artigianato. Noi abbiamo un artigianato di qualità, ma se non lavoriamo sui giovani, tutti questi sforzi enormi che stiamo facendo rischieranno di perdersi negli anni a venire.

Presidente - Grazie Assessore. La parola alla Consigliera Certan.

Certan (ALPE) - Grazie.

Assessore, la ringrazio anche per i dati che mi ha fornito. Certo, siamo d'accordo con lei, "tradizione" deriva da tradere, che vuol dire tramandare, quindi è un passato che si tramanda, si porta nel futuro. Siamo d'accordo che lo si possa fare solo attraverso i giovani e solo attraverso una riorganizzazione.

Come lei sa, nel dibattito che abbiamo avuto in Commissione riguardante anche la legge e le modifiche che andremo a vedere fra poco, fra qualche punto, c'è stato un ampio dibattito anche sul ruolo che l'IVAT può avere proprio perché dovrebbe tramandare tutto questo savoir-faire che c'è sul nostro territorio, ma che rimane in qualche modo spesso - prima ho parlato di scrigno - un po' protetto che non si riesce a diffondere, è proprio riguardante, a nostro avviso, la rete che deve essere creata, un maggiore sforzo che non può più essere rimandato. Per quanto riguarda l'IVAT, è vero che c'è stata la creazione delle boutique e lei ci ha detto che i negozi, i vari punti vendita fanno come possono. Lei ci ha dato un dato sulla Skyway di risultati straordinari, probabilmente sono talmente straordinari che noi abbiamo, ad esempio, segnalazioni di persone che non hanno trovato nulla dell'artigianato, probabilmente sarà stato un momento, un giorno in cui non c'era più nulla, non sappiamo, ci fa strano, però così è...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...sarà che il punto vendita probabilmente, non lo so, sono segnalazioni a mio avviso, è importante informarvi perché così si verifica e si monitora meglio. È importante in questo momento creare una rete che in qualche modo amplifichi il ruolo, ma anche quello che dice lei: la funzione e in qualche modo anche l'incentivo, io direi non solo il gesto artistico, ma anche proprio il valore culturale che gli artigiani tramandano attraverso la loro azione ed è importante che questa rete, questa struttura sia organizzata al meglio, soprattutto al giorno d'oggi con i mezzi che abbiamo. È chiaro che ci deve essere sinergia fra i corsi che vengono fatti, i corsi di artigianato che vengono fatti nei comuni, nei territori.

A mio avviso, è importante anche l'altro aspetto legato alla trasparenza, all'equità e sicuramente a delle regole chiare per quanto riguarda tutta la disciplina di chi accede, quali sono i professionisti e quali sono gli hobbisti che possono partecipare. Questo deve essere chiarissimo non solo per noi in Consiglio regionale, ma deve essere chiarissimo anche agli artigiani, alle cooperative, del modo in cui, ad esempio, si definiscono i prezzi, il valore delle varie opere, eccetera, perché, invece di esserci sinergia, si creano degli strani attriti che non portano al risultato da noi voluto. La invitiamo veramente - lei ieri ce lo ha già anticipato in Commissione, già ne avevamo parlato - a monitorare quest'Istituto insieme al suo Presidente e a pianificare attentamente questo momento e questo passaggio perché, a nostro avviso, è fondamentale affinché non vada perso tutto quello che c'è ancora, che è stato fatto e che è un patrimonio enorme, perché altrimenti rimarrà un'ennesima scatola che sistema qualche magagna di qualcuno, ma non risolve e non assolve il suo ruolo. Grazie.