Oggetto del Consiglio n. 1885 del 9 marzo 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 1885/XIV - Interpellanza: "Valutazioni in ordine all'utilizzo degli impianti di innevamento programmato".
Viérin M. (Président) - Point n° 31 à l'ordre du jour. La parole au Conseiller Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.
Con quest'interpellanza si vuole analizzare un aspetto importante, sempre più importante riguardante gli impianti di risalita e ci riferiamo agli impianti di innevamento programmato. Per le stazioni sciistiche ormai - lo abbiamo visto in questi anni - è fondamentale dotarsi di questi impianti di innevamento programmato. Spesso le piste si sono potute aprire soltanto in ragione della neve artificiale, ma ripeto spesso che siamo in pieno cambiamento climatico, e questa è una delle conseguenze del cambio climatico che si vedono ormai quotidianamente e in futuro sarà sempre maggiore l'incidenza del cambiamento climatico in particolare su questi aspetti.
In questi anni in Valle d'Aosta si è investito molto nelle infrastrutture riguardanti gli impianti di risalita. Il pubblico ha investito molto, essenzialmente il pubblico, in particolare l'Amministrazione regionale. Negli ultimi dieci anni sono stati trasferiti alle società di gestione degli impianti di risalita più di 300 milioni di euro, una somma notevole, somma che evidentemente negli anni è andata calando, ma che rimane comunque molto significativa. I bilanci di queste società, come sappiamo, sono quasi tutti in deficit e le perdite sono costanti, i deficit sono ormai strutturali. Pochissime riescono a far quadrare i conti anche in ragione dei costi, tra i costi che incidono certamente non sono secondari quelli relativi alla neve artificiale. Molti sono gli impianti di innevamento artificiale programmato esistenti e certamente hanno un'incidenza anche sulla gestione delle società.
Volevamo pertanto sapere - e fare un po' il punto sulla situazione - quanti sono questi impianti di innevamento programmato esistenti e quanti chilometri di pista sono coperti da questi impianti. Volevamo anche poi sapere qual è il costo per la produzione di un metro cubo di neve artificiale, i costi negli ultimi anni dell'innevamento artificiale nella nostra regione e quanta acqua viene utilizzata per produrre un metro cubo di neve artificiale, perché uno dei problemi è proprio questo, un utilizzo molto significativo di acqua e di energia idroelettrica che sono quelle che incidono di più sui costi della produzione di neve artificiale. Vorremmo anche capire se c'è poi un limite nell'utilizzo, un limite economico dovuto ai costi e benefici per l'innevamento artificiale, qual è questo limite. Si può utilizzare soltanto neve artificiale per aprire gli impianti, c'è un limite nel suo utilizzo da un punto di vista economico? Queste sono le domande. Grazie.
Président - Merci Conseiller. La parole à l'Assesseur Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Grazie.
Proviamo a dare una risposta puntuale all'interpellanza: "quale sia il numero degli impianti di innevamento artificiale programmato esistenti, i relativi costi di realizzazione e i chilometri coperti dai suddetti impianti", gli impianti di innevamento presenti in Valle d'Aosta, secondo la classificazione degli uffici regionali, sono 29. Va specificato che le dimensioni e l'estensione variano notevolmente. Per dare un range, dai 750 metri dell'impianto di Valgrisenche ai 53 chilometri di uno dei due impianti a La Thuile. I costi di realizzazione anche lì sono difficilmente individuabili per quanto sopra indicato. Si può fare una stima di larga massima dai 420 ai 540 euro a metro lineare per un impianto di innevamento completo in ogni sua parte. La stima varia soprattutto in base alle dimensioni dei tubi, al numero degli innevatori e alle difficoltà realizzative legate alla morfologia dei suoli. Credo sia intuitivo che fare uno scavo su un pascolo o nella roccia porta delle differenze importanti. I costi variano anche in funzione delle opere civili generali necessarie quali le stazioni di pompaggio e i bacini di stoccaggio. Abbiamo parlato questa mattina del bacino del Col de Joux, che peraltro era vuoto. I chilometri di tubi di innevamento in Valle, dato della stagione 2014-2015, sono 285 chilometri, per un totale di 230 chilometri di piste coperte da innevamento artificiale, che rappresenta circa il 50 percento delle piste classificate regionali.
Anche la seconda domanda è particolarmente importante ma complicata, si chiede: "quali siano, nel dettaglio, i costi per la produzione di un metro cubo di neve artificiale, il numero di metri cubi mediamente prodotti in una stagione e, inoltre, l'ammontare complessivo dei costi sostenuti per la produzione di neve artificiale nelle ultime tre stagioni". I costi per la produzione della neve artificiale variano secondo molteplici parametri legati alle caratteristiche realizzative dell'impianto, alta o bassa pressione, presa in alveo, quota altimetrica relativa dell'adduzione, presenza di bacini naturali o artificiali, varia in base alla temperatura di produzione e all'età dell'impianto stesso. In via proprio del tutto generale tutti questi dati, essendo delle stime, vanno presi come indicativi e possono avere anche delle variazioni importanti, si può ipotizzare tra 1 euro e 3 euro a metro cubo. Queste sono valutazioni ovviamente che mi fanno gli uffici, nelle ultime cinque stagioni l'utilizzo medio di acqua per stagione invernale si è assestato a circa 1,6 milioni di metri cubi e pertanto si può stimare che i costi di produzione medi delle ultime stagioni siano stati circa di 3,2 milioni.
Terza domanda: "la quantità d'acqua consumata per metro cubo di neve prodotta e, se presente, la tipologia di additivi aggiunti all'acqua, se esistenti". La neve artificiale si deposita al suolo con valori di densità superiori a quelli della neve naturale metamorfosata, attorno cioè a 400-500 chilogrammi/metro cubo. Questa differenza dipende dal metodo di produzione, che solitamente è inferiore quando la neve è prodotta con generatori a ventola a bassa pressione. Preciso che - grazie della domanda perchè è una leggenda metropolitana che molte volte circola - non sono utilizzati additivi per la produzione di neve artificiale.
Quarta domanda: "quali siano i limiti dell'utilizzo, in termini di costi e benefici, dell'innevamento artificiale e gli intendimenti per il futuro in merito". Tra le fondamentali priorità degli sciatori nella scelta delle località sciistiche invernali vi è la certezza della presenza della neve e ciò soprattutto negli ultimi anni caratterizzati dai cambiamenti climatici molto evidenti sull'arco alpino. L'assenza di temperature ottimali nel mese di novembre negli ultimi anni ha permesso ai soli comprensori dotati di impianti di innevamento artificiale moderni di aprire la stagione ai primi di dicembre e di affrontare le vacanze natalizie con un'offerta adeguata alla richiesta, la stagione 2015-2016 è emblematica. Risulta quindi evidente che gli impianti di innevamento si sono trasformati da semplici impianti integrativi alla neve naturale ad impianti strategici per l'apertura dei comprensori, per intenderci: senza l'innevamento artificiale la gente non prenota. Questo tipo di discorso quindi è indispensabile per poter dare un minimo di credibilità all'offerta turistica. Le società quindi funiviarie ritengono prioritario rendere più performante il proprio impianto di innevamento in quanto le finestre di temperatura utili per la produzione di neve artificiale si riducono sempre più e pertanto diventa essenziale aumentare la produzione oraria al fine di poter restare competitivi sul mercato europeo dello sci. La Regione ha individuato tra le priorità di investimento sui comprensori sciistici, attraverso le leggi di contribuzione di settore, l'adeguamento e l'ammodernamento degli impianti esistenti. L'innevamento artificiale quindi è una garanzia per tutto il nostro comparto turistico.
Presidente - La parola al collega Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.
È evidente che ormai è indispensabile avere degli impianti con una produzione di neve artificiale, lo dicevamo in premessa: i cambiamenti climatici impongono anche quest'aspetto. Un altro provvedimento che impongono i cambiamenti climatici è quello di valutare fino a che punto si possono utilizzare questi impianti, anche perché al di sotto di una certa quota bisogna rendersi conto che in prospettiva le piste non potranno più esserci. Facevamo riferimento stamattina agli impianti del Col de Joux, che è una tipica stazione sciistica a bassa quota che avrà molte difficoltà nell'avvenire, è ovvio che sarà così. Per quanto riguarda la neve artificiale, peraltro, non è il Comune che non ha permesso agli impianti di attivare quest'aspetto, ma è un cambio di regolamento, nel senso che se prima si poteva accedere direttamente, oggi ci vuole una subconcessione. L'Amministrazione regionale ha cambiato le procedure e questo ha determinato un ritardo, ma niente a che fare con la volontà del Comune nei confronti di quest'impianto.
Per il resto, bisogna comunque tenere presente i cambiamenti climatici. I costi di questa produzione, come abbiamo visto, sono elevati e in prospettiva lo saranno sempre di più, perché sempre di più incideranno sulle stagioni invernali. Ci va evidentemente anche in questo senso, a mio avviso, una visione a lungo termine che determini dove farli e con quali investimenti, anche perché non si potrà continuare a fare impianti ovunque senza considerare questi mutamenti climatici in atto.
Per quel che riguarda poi gli additivi, il problema è anche, al di là dell'aspetto della produzione della neve, anche il mantenimento della neve artificiale, nella quale a volte si ha un po' l'impressione che vengano utilizzati molti additivi chimici per mantenere le piste in funzione. Certo, è un settore importante, nel quale in prospettiva anche qui bisognerà valutare dei cambiamenti, perché se finora si sono investiti 300 milioni negli ultimi dieci anni in questo settore, non si potrà andare avanti in questo modo e bisognerà selezionare e avere un'idea generale di dove si vuole andare. Grazie.