Oggetto del Consiglio n. 1884 del 9 marzo 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 1884/XIV - Interpellanza: "Tempistica per la presentazione di una proposta per la riduzione della burocrazia e la delegificazione".
Viérin M. (Presidente) - Punto n. 29 dell'ordine del giorno. La parola al collega Laurent Viérin.
Viérin L. (UVP) - Merci Monsieur le Président.
Questa nostra iniziativa muove da un ordine del giorno che abbiamo presentato durante il bilancio, il quale è stato condiviso e accorpato con un altro ordine del giorno che era stato presentato dalla maggioranza, che quindi è sfociato in un testo che prevedeva alcune misure. Il nostro scopo oggi non è di accelerare rispetto a ciò che si sta facendo, ma semplicemente di cercare di fare un po' il punto della situazione proprio perché, al di là di ciò che si sta facendo, ogni giorno, come credo succeda a chi governa più da un punto di vista operativo, ancora con maggiore responsabilità siamo sollecitati per la semplificazione, che è veramente un problema che forse spesso noi facciamo rientrare in certi settori ma che è diffuso ormai in tutti i settori e non vogliamo scaricare responsabilità su altri. Diciamo spesso che abbiamo creato un sistema folle, "folle" inteso come una sovrapposizione di norme, di leggi, una complicazione di uffici che sono nati con l'idea di semplificare, che invece hanno ancora complicato ciò che magari pensavamo di far andare meglio, normative che a volte sono nazionali, ma che poi qui in Valle abbiamo cercato di adattare in modo più funzionale, che invece hanno ottenuto l'effetto contrario. È un problema annoso e non crediamo di aver risolto nulla con l'ordine del giorno durante il bilancio, che parlava di riorganizzazione amministrativa, sburocratizzazione, delegificazione e coordinamento, ma crediamo sia giunto il momento, visto che viviamo un cambiamento epocale anche a livello di risorse sulla macchina pubblica, e non solo, nel parapubblico e nell'apparato delle partecipate, di effettivamente capire se c'è la possibilità oggi attraverso questo gruppo di lavoro - e avevamo anche codificato delle tempistiche, erano 120 giorni che quindi sarà nel futuro prossimo in scadenza - di mettere in piedi una possibilità di semplificazione, di delegificazione e di coordinamento tra i vari settori.
Parliamo di sportello unico, dove, cercando di riunire tutti i pareri che venivano raccolti dai diversi uffici, abbiamo centralizzato un servizio che spesso allunga e complica invece una prassi che si voleva semplificare. In settori anche meno strutturati, pensiamo all'agricoltura, quando poi c'è la sovrapposizione fra normative regionali, fondi comunitari, possibilità di utilizzo di risorse e di bandi che escono magari rapidi e che danno la possibilità di sviluppo alle aziende, spesso l'utente è scoraggiato proprio dalla troppa carta, dall'impossibilità di capire e magari di affidarsi a professionisti che vanno a liquidare la quota magari che è quella destinata al contributo o all'aiuto. Questo per dire che noi vogliamo rappresentare una situazione che è ben chiara a tutti e che viviamo tutti i giorni.
Quando parliamo con persone che hanno vissuto gli anni Ottanta, non per voler essere passeisti, ci dicono non in termini semplicistici, ma che, quando c'era una certa snellezza burocratica e quando c'era una possibilità di intervento più rapido, esisteva anche un'economia che girava in un modo diverso, esisteva una possibilità di azione più consona ad una Regione che vuole investire in certi settori, dove tante sono le iniziative private, ma che spesso vengono spente o atrofizzate proprio dallo scoraggiamento, senza voler fare un processo a chi gestisce le parti burocratiche, ma quando ti perdi nei meandri...senza andare a scomodare Asterix e Obelix in quel famoso libro che poi fu trasformato in un film cartone animato, dove si trattava il tema della burocrazia in questo famoso palazzo in cui si veniva mandati da un piano all'altro, era stata considerata come una delle fatiche di Ercole da superare.
La burocrazia ormai è diventata una fatica quotidiana per chi lavora, per chi è nel mondo delle imprese. Un settore quindi che sicuramente è già coordinato da un gruppo, che il Presidente ci aveva ricordato esistere, ma che va a toccare tutti gli Assessorati, e non solo, che va nei meandri dell'Amministrazione che sono quelli magari vicini al pubblico, ma che si interfacciano con tutta questa parte importante e che tutti assieme forse riusciremo un giorno a "sconfiggere". Semplicemente l'iniziativa quindi va nell'ottica di tenere un po' viva l'attenzione per capire, al di là dell'indirizzo politico che è stato sicuramente trasmesso, a che punto sono questi gruppi di lavoro e di non trascurare questa possibilità effettivamente in un futuro rilancio dell'azione e della macchina amministrativa, a fronte delle ristrettezze economiche, a fronte anche di professionalità che esistono sempre in una certa misura, ma che hanno ruoli e funzioni da ridefinire, se c'è una prospettiva affinché effettivamente la politica dia un messaggio alla comunità di semplificazione, compatibilmente con i ruoli e con le competenze che abbiamo come Regione autonoma Valle d'Aosta rispetto a normative statali, ma che veramente si dia la possibilità ai cittadini, agli imprenditori, a chi vuole investire, piuttosto che a chi vuole lavorare, di non perdere tutto il giorno o comunque gran parte della giornata e delle proprie energie in uffici in marche da bollo, in dispendio di energie e di tempo, che effettivamente sono un freno al rilancio economico e alla possibilità che questa comunità riemerga dopo una fase di cambiamento. E lo diciamo spesso, anche il giorno che finiremo di chiamare crisi questo periodo, che non è una crisi ma è un periodo di cambiamento, perché una crisi passa, mentre un cambiamento forse dà più l'idea che bisogna ristrutturarsi anche mentalmente da un punto di vista concettuale per dire: "è finito un mondo, cerchiamo di ricostruirne tutti insieme un altro". Questa parte importante nella ricostruzione di questo nuovo mondo valdostano che noi vorremmo dovrebbe essere una delle priorità che dovrebbe effettivamente tracciare il futuro di una Valle d'Aosta più semplice, che non vuol dire meno attenta alle regole, anzi, ma con meno regole e magari più rispettate rispetto a tante regole che diventa impossibile rispettare proprio perché si sovrappongono e complicano la vita quotidiana. Grazie.
Président - La parole au Président de la Région.
Rollandin (UV) - Merci.
Je crois qu'en effet le problème que vous avez évoqué fait la une depuis, dirais-je, des années, avec différentes tentatives aussi bien au niveau local qu'au niveau national. Il faut avouer que là aussi un des engagements c'est de simplifier, de réduire les temps, essayer d'accélérer ce qui a été...et encore les décrets qui sont en train de sortir vont dans cette direction; un des décrets, Madia, sur la SCIA a comme engagement la tentative d'améliorer les procédures dans un secteur spécifique, dans ce cas, mais le sens est le même. Et là, au moment où on discute de ces thèmes, un des aspects les plus délicats ressort toujours: comment fait-on à juger à un certain moment si le temps qu'on va donner est suffisant ou non selon les différents dossiers. Je le dis car il est un des engagements les plus lourds et, lorsqu'on a discuté ce thème aussi au niveau national, les différentes Régions ont signalé toute une série de problèmes, de pratiques, de démarches qui vont durer des années. Cela car les mêmes personnes qui doivent être les surintendants...les différentes personnes chargées de donner des avis sans lesquels on ne peut pas continuer vont de plus en plus essayer...dans une première phase ils demandent de présenter certains documents, après quoi il passe un certain temps pour les examiner, ensuite ils vont refaire une autre requête qui va compléter la requête précédente. On a fait des calculs, ce n'est pas la Salerno-Reggio Calabria...cela va durer au minimum trois années et demie. Alors, vous comprenez que de cette façon il est difficile de faire des appels d'offre pour mener de l'avant les différentes infrastructures qu'on a dans la tête et nous l'avons vu aussi en Vallée d'Aoste; nous avons des exemples éclatants sur cela.
Tout de même, venant aux requêtes, pour ce qui est de l'ordre du jour, le Gouvernement à essayé de vérifier avant tout la durée moyenne nécessaire pour la conclusion des procédures administratives. À ce sujet, il faut préciser que le suivi des délais de fourniture des services aux usagers représente l'une des obligations imposées entre autres à l'administration publique par le décret législatif n° 33, comme nous avions déjà rappelé, de 2013, portant dispositions en matière de transparence et de diffusion des informations. Le délai pour la conclusion des procédures - qui, sauf disposition contraire, est en règle générale de 30 jours, conformément à la loi régionale n° 19/2007 - et les délais moyens pour la fourniture des services...ils sont donc publiés dans la section "Administration transparente" du site internet de l'Administration. Les données disponibles à ce jour indiquent que plus de 90 pour cent des procédures...comprenant aussi celles qui ont été conclues avec l'aide de Finaosta...arrivent à leur terme dans les délais prévus par la loi, le 90 pour cent respecte les 30 jours.
Considérant, par ailleurs, que la simplification administrative est un processus progressif et continu, nous avions engagé un contrôle ponctuel des délais moyens de fourniture des services. Cette vérification nous donnera un aperçu mis à jour de la situation, qui, pour répondre à la deuxième question relative aux intentions de l'Administration à ce sujet, nous permettra d'établir quelles sont les procédures qui ne respectent pas les délais fixés par la loi, au moins avoir une idée d'où sont les "bouchons", où on peut intervenir. Nous pourrons ainsi définir les mesures opportunes à adopter à leur égard en prenant en compte également les résultats des objectifs en matière de performance organisationnelle et individuelle de l'année 2015 relatifs à la simplification et à la rationalisation des procédures bureaucratiques.
Il est, par ailleurs, important de souligner que le Gouvernement a répondu aux attentes de l'ordre du jour approuvé lors de l'adoption de la loi de finances régionale en faisant de la simplification l'une des priorités. Je porte quelques exemples: la loi régionale n° 2 de 2016 en matière de carrières, de mines et d'eaux minérales et la loi régionale n° 3 de 2016 en matière de réalisation et d'exploitation des installations à câble assurant un service de transport privé, sont deux actes législatifs très récents, présentés par le Gouvernement, qui simplifient les procédures et les phases d'instruction y afférentes, en réduisant également la documentation à présenter.
Il en va de même pour le projet de loi qui sera examiné au cours de cette séance, qui modifie la loi régionale n° 44 de 1991, en matière de promotion des productions artisanales typiques et traditionnelles, en vue de rendre plus clair et transparent le processus d'octroi des aides et de simplifier les procédures que les entreprises doivent respecter pour présenter leurs demandes de subvention. Pour faire encore un autre exemple, par sa délibération du 26 février dernier, la n° 268, le Gouvernement a simplifié les critères et les modalités d'application des dispositions en matière de document unique de régularité des cotisations, le DURC, pour l'exercice du commerce sur la voie publique, répondant ainsi aux souhaits des collectivités locales. J'ai cité quelques exemples pour dire qu'on essaie au moins d'aller dans une direction qui a été évoquée et qui a été partagée par toute l'Assemblée.
Enfin il est important de signaler que, par sa délibération n° 1992 du 30 décembre 2015, publiée dans la sous-section "Performance" de la section "Administration transparente" du site internet de la Région, le Gouvernement a approuvé des objectifs attribués aux dirigeants pour l'année 2016, lesquels devaient être ceux qui font appliquer toute une série des mesures, qui comprennent de nombreuses interventions importantes en matière de simplification et d'allégement des procédures administratives les plus lourdes pour les citoyens et les entreprises.
Évidemment la chose n'est pas exhaustive, comme vous pouvez le comprendre, c'est pour dire qu'on va dans une certaine direction. Ce que je partage c'est le fait qu'il faut changer de culture, on arrive pas à obliger quelqu'un à faire ce qu'il ne veut pas faire, malheureusement même en prévoyant des temps, même en prévoyant des règles, il y aura toujours quelqu'un qui dépasse le minimum qui a été prévu et qui mettra des entraves à ce point. Tout de même je crois qu'il est intéressant, utile, important d'insister afin que, petit à petit, il y ait une amélioration dans cette direction. Je dis cela car on ne peut pas aller plus loin dans la législation, même si on va mettre des règles très étroites, il y aura toujours quelque chose qui nous fait dépasser les termes, s'il n'y a pas la conviction de la part de ceux qui travaillent dans ce secteur qu'il faut faire ce travail non pas par obligation, mais correctement dans l'intérêt de ceux qui ont des droits, qui justement présentent des demandes, ou un projet et qui attendent des réponses. Vous avez cité le Centre unique pour les appels d'offre et là aussi on va concentrer les sous, les travaux, mais pas toujours la concentration porte à une simplification et surtout à réduire les temps. On travaillera davantage sur ces points. Merci.
Président - La parole au collègue Laurent Viérin.
Viérin L. (UVP) - Merci pour la réponse.
Le thème est en effet un thème qui est proche aux sensibilités de la communauté, c'est pour cela, mais non seulement, qu'il faudrait aujourd'hui envisager effectivement de comprendre quels sont les temps effectifs, quelles sont les mesures pour réussir à étudier une façon qui puisse donner la possibilité de s'inventer des nouvelles dispositions. Par exemple, il y a toute une période historique où on est passés des autorisations aux autocertifications, après il y avait le problème des abus d'autocertification, donc après on devait contrôler ce qui avait été autocertifié et donc il y avait tout un problème après de conséquences sur le tout. Ce qui est important, le point central c'est vraiment qu'on vit un changement et que c'est à travers ce changement qu'on peut récrire les règles, compatiblement avec celles qui sont nos compétences.
È per questo che noi crediamo che il discorso della delegificazione e della burocrazia sia profondamente legato anche al quadro normativo inerente la fiscalità che poi noi abbiamo sintetizzato nella cornice della zona franca...però per avere un modello che viene ridisegnato, rinegoziato con lo Stato da un punto di vista delle regole fiscali, ma anche da un punto di vista delle procedure, perché anche se avessimo una fiscalità e delle normative fiscali appetibili con dei certi crismi, se poi ci perdiamo in una Regione che, soprattutto da un punto di vista imprenditoriale, va ad atrofizzare e a soffocare le idee con una burocrazia soffocante, si vanificherebbe quella che invece è una sfida che noi riteniamo molto importante. Oggi se pensiamo ai contribuenti, già quelli che non producono sono sommersi da tasse, quelli che producono sono praticamente disincentivati a continuare nella propria attività. Abbiamo ogni giorno, e non solo in Valle d'Aosta, ma più in generale in Italia aziende che chiudono e che non chiudono solo per cattiva gestione, chiudono perché non riescono più neanche a pagare le tasse, abbiamo una fiscalità che è incredibile. Se pensiamo al modello, non sempre per andare a scomodare i nostri cugini del Vallese, ma la Svizzera ha una fiscalità che non arriva al 20 percento, eppure è un Paese dove tutti pagano le tasse, dove tutto funziona, quella parte funziona, dove effettivamente forse l'evasione fiscale non esiste proprio perché disincentivata dalla percentuale di tasse che si pagano.
Tutti questi discorsi sono collegati e capiamo che, senza voler fare populismo, siamo una Regione inserita in uno Stato e non possiamo fare quello che vogliamo, però oggi noi crediamo che la sfida sia essere intelligenti e, com'è stato ricordato, avere la possibilità di avere una ricognizione, ma anche di studiarsi un modello diverso che vada almeno nell'ottica di semplificare e di aiutare il mondo produttivo, chi investe, i cittadini in generale. Abbiamo provato a fare sportelli, a creare uffici che si occupassero di questo, abbiamo visto che purtroppo non ha funzionato. Cerchiamo di mettere in campo delle idee e su questo noi ci impegniamo a fare le nostre proposte, affinché ci sia nella riorganizzazione della macchina amministrativa anche un punto di riferimento dove sapersi rivolgere. Ci sono i fondi europei, abbiamo degli uffici preposti. Sappiamo che per i fondi europei esiste un luogo fisico e delle persone fisiche che poi devono amare ciò che fanno, perché uno dei problemi, come in ogni tipo di attività, è che se fai il tuo lavoro con passione, la trasmetti agli altri, sei a disposizione del pubblico e fai quello che è consono a ciò che tu senti, a quella che è la tua mission e tutto funziona di più. A volte magari abbiamo delle persone che sono valorizzate meglio in un altro posto, che invece si trovano in un posto dove non sono valorizzate e viceversa, ma questo fa parte dell'amministrazione in generale...ma occorre rivedere il sistema nel suo insieme, "approfittando" dei cambiamenti anche economici che ci sono e della volontà...e, quando non si riesce più a risolvere una certa problematica, probabilmente bisogna cambiare lo schema. Probabilmente è proprio in questo momento che c'è la possibilità traendo da una crisi un'opportunità dire: "benissimo, tutti assieme studiamoci un modello diverso, perché abbiamo creato un modello che è insostenibile, un po' per colpa nostra, un po' per colpa delle disposizioni nazionali, in un Paese dove bon gré mal gré ci troviamo a vivere", effettivamente anche i 30 giorni, i 90 giorni va tutto bene, ma poi salta sempre fuori qualcosa, in un'opera pubblica salta fuori il ricorso, non c'è la certezza dell'affidamento, la centrale unica doveva rimanere...l'indotto locale vediamo che arrivano delle realtà da fuori che fanno il 30 percento di ribasso, meno male adesso a livello nazionale si sono resi conto che forse il massimo ribasso non è per forza, anzi, quasi mai è l'opportunità giusta, ma è quella delle migliorie e dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Questo per dire che il dossier sappiamo essere difficile, ma che dobbiamo per forza inventarci qualcosa e studiare qualcosa di diverso perché così la comunità, anche e soprattutto - e concludo Presidente - in un momento di difficoltà mal sopporterà ancora maggiormente una complicazione che veramente è inutile: è quella che noi semplifichiamo nella burocrazia, sulla quale si sono scritte pièce di teatro da anni, da decenni, eppure non si capisce perché non riusciamo a trovare una soluzione. Grazie.