Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1851 del 25 febbraio 2016 - Resoconto

OGGETTO N. 1851/XIV - Approvazione dell'elenco dei beni immobili di proprietà regionale non strumentali all'esercizio delle funzioni istituzionali della Regione autonoma Valle d'Aosta. (Ritiro di un ordine del giorno)

Viérin M. (Presidente) - Punto n. 54 dell'ordine del giorno. La parola all'Assessore Perron.

Perron (UV) - Grazie Presidente.

Il piano delle alienazioni e delle valorizzazioni immobiliari ha l'obiettivo di fotografare prima di tutto la situazione attuale del patrimonio immobiliare pubblico, quello inservibile direttamente all'ente proprietario è stato approvato dalla Giunta regionale nello scorso mese di ottobre ed è stato trasmesso alla II Commissione, che ringrazio per il lungo lavoro di approfondimento che ha svolto e per aver permesso con il voto favorevole di poterlo esaminare oggi qui.

L'elenco che presentiamo oggi è un elenco composto da 81 immobili, proposto dai nostri uffici avendo come punto di partenza l'ordine del giorno che il Consiglio regionale aveva approvato in occasione dello scorso bilancio, che ci impegnava a lavorare in questo senso. Gli immobili sono stati classificati per Comune e per ognuno di essi sono stati indicati i dati catastali e una fotografia, una breve descrizione. Devo dire sin da subito che, a mio modo di vedere, l'approvazione del piano da parte della Giunta ha provocato un generale interesse di giornali, di operatori economici, di categorie di possibili investitori, di tante persone che sono venute a conoscenza di quest'iniziativa. Dall'approvazione in Giunta sono davvero parecchie - e di questo siamo contenti - le persone che hanno chiesto informazioni presso gli uffici del nostro Assessorato: in questo senso, se dobbiamo definire un primo obiettivo, il piano lo ha certamente raggiunto. L'interessamento di numerosi addetti, cittadini, imprese a quest'iniziativa ci ha dimostrato anche che è forte l'attaccamento dei valdostani al patrimonio di questa nostra Regione, i nostri immobili rappresentano in parte, per certi aspetti, senza andare troppo in là, anche la nostra storia ed è giusto che ci sia, ed è un bene, una partecipazione e una voglia di proporre delle iniziative quando si parla di recuperare e di investire.

Alcune considerazioni di carattere generale sulla nostra realtà. Certamente la connotazione più evidente del nostro patrimonio immobiliare è determinata dalla sua consistenza. È un patrimonio di una consistenza rilevante rispetto alla dimensione urbana, dalla localizzazione, in alcuni casi in zone di assoluto pregio, dagli interessi storico-artistici e soprattutto anche dalla natura di un elemento identitario e anche culturale degli immobili; il nostro patrimonio pubblico è un patrimonio differenziato, la sua gestione risente ancora di una classificazione che risale al Codice civile del 1942, che oggi agli uffici crea una certa difficoltà di distinzione esatta tra la natura di questi beni - pensiamo se si tratta di bene demaniale o patrimoniale, se si tratta di bene disponibile o indisponibile - e anche per ciò che concerne la loro possibile funzione, cioè usi pubblici, ad esempio, o usi commerciali.

Oggi - ed è il ragionamento che abbiamo fatto - riteniamo di poter dire che questo patrimonio, visti i tempi, va gestito, va reso economicamente efficiente, il tutto tenendo conto delle limitazioni anche legislative che spesso non consentono di ottenere rendimenti di mercato, dovendo rispettare l'obbligo di rispondere ad esigenze di natura sociale generale. In questo senso il punto focale della nostra azione di governo su questo tema è stato, ed è, quello di migliorare la gestione del nostro patrimonio pubblico. Per fare ciò, è stato necessario fare una ricognizione di tutto il nostro patrimonio pubblico, di tutti gli immobili di proprietà regionale, conoscere la loro natura oggettiva, le loro funzioni, il loro stato manutentivo. Sposando quest'esigenza con la necessità di pubblicità, che ha il nostro piano di valorizzazione, è stato creato anche un archivio elettronico (che ci ha portato molto lavoro). Dopo che sarà approvato il piano, questo sarà caricato sul geoportale della Regione, attraverso il quale si potrà navigare, si potrà accedere alle foto, si potrà accedere ai dati catastali dei diversi immobili. Questa è una cosa che non c'era, la ritengo positiva nel senso che è di facile accessibilità a tutti coloro che vorranno indirizzarsi. Quest'archivio sarà visibile attraverso il sito della Regione; sono inoltre state predisposte tutte le richieste standard di manifestazione di interesse e di richiesta documenti relativamente ai beni che sono inseriti nel piano.

L'attività dell'Assessorato nel presentare questa proposta quindi è iniziato con un esame delle proprietà, è stata fatta una ricognizione molto precisa e molto puntuale dell'ultimo conto di patrimonio approvato in abbinamento alla verifica dello stato di utilizzo dei medesimi immobili. Nella fase di ricognizione dei beni iscritti nel conto di patrimonio sono stati individuati quelli non direttamente utilizzati dalla Regione, quelli che sono in disuso, quelli che sono in parziale disuso, quelli che si immagina saranno in un prossimo disuso. Questo al fine di valutare le possibili nuove utilizzazioni, oppure diverse, da parte della Regione e di contro individuare gli immobili che sono passibili di una procedura di valorizzazione da parte di privati, oppure oggetto di alienazione.

Sulla base di questa complessa analisi, quindi si è giunti all'individuazione di quegli immobili che non rivestono più un interesse all'utilizzo diretto da parte dell'Amministrazione regionale. Per giungere all'individuazione di questi beni da alienare o da valorizzare, non abbiamo certo potuto prescindere dall'esame dell'andamento del mercato immobiliare, dal quale si può anche evincere, attraverso dei ragionamenti, l'opportunità di vendere o di mantenere la proprietà, quindi abbiamo consultato siti specifici e pubblicazioni di settore, al fine di avere un quadro molto chiaro e preciso.

Voglio dire che nell'ambito di quest'attività è stato coinvolto il CELVA al fine di intraprendere dei percorsi che, a nostro modo di vedere, devono essere condivisi con i Comuni per quello che riguarda le proprietà regionali dislocate nei vari comuni, sia per quanto riguarda eventuali proprietà degli stessi Comuni. La condivisione con i Comuni per gli immobili regionali siti nei rispettivi territori è certamente indispensabile - questo è il ragionamento che abbiamo fatto - per comprendere se vi siano delle esigenze specifiche sulle quali immaginare di basare dei progetti di valorizzazione e il ruolo dei Comuni in questo caso è senz'altro importante; direi che è stato, ed è, un ruolo imprescindibile, - ed è un elemento che è scaturito anche in Commissione. Ringrazio per gli apporti che i Commissari hanno dato - è stata sottolineata l'importanza delle scelte che riguarderanno le prossime destinazioni d'uso dei beni che si intendono alienare o valorizzare. Quest'aspetto del rapporto con i Comuni quindi è stato tenuto in debito conto, in questo senso sin da subito abbiamo avviato tutta una serie di contatti con tutti i Comuni dove sono presenti degli immobili al fine di comprendere anche da parte nostra, da una parte, le procedure amministrative corrette, al fine di giungere, laddove se ne ravvisasse la necessità, a delle varianti urbanistiche e, dall'altra, anche per avviare con i Comuni un confronto circa le possibili destinazioni attribuibili ai beni immobili dei quali stiamo parlando. Questo è stato citato, Presidente La Torre, lei se lo ricorderà, anche all'interno della Commissione e mi pare che anche lì sia stato sviluppato un ragionamento in questo senso, sul quale non posso che trovarmi d'accordo. La collaborazione con i Comuni quindi non è solo un desiderata ispirato ad una volontà di condivisione, ma è una necessità: la Regione di sua spontanea volontà non può decidere di cambiare la destinazione d'uso degli immobili.

È anche emerso in Commissione un giusto richiamo a definire cosa succederà dopo quest'approvazione, cioè a chiarire anche le regole con le quali questi immobili verranno dismessi, perlomeno per la parte dove si parla di alienazioni. L'intendimento della Regione quindi qual è stato? Il nostro intendimento è stato quello di sondare dapprima il mercato, rendendo quindi pubblico questo piano che verrà, spero, approvato, corredato delle informazioni necessarie a conoscere i singoli immobili e poi procedere in una fase successiva a collezionare e a raccogliere le manifestazioni d'interesse. Questo per comprendere anche quale può essere la risposta del libero mercato e in una fase successiva procedere a delle valutazioni, magari anche con i Comuni coinvolti, al fine di decidere insieme, a fronte di diverse manifestazioni di disponibilità e di interesse, quale può essere la soluzione preferibile nel pieno rispetto anche dei diversi tessuti cittadini che compongono la realtà regionale della Valle d'Aosta.

Quando abbiamo avviato questo processo, più volte ci siamo chiesti quale destinazione dare a questi immobili e se già dare una destinazione ad ognuno di essi. Le idee c'erano, ci sono, è emerso anche in Commissione, però credo sia opportuno chiarire anche quale deve essere il ruolo della Regione nel momento in cui dichiara di voler valorizzare un bene, nel senso che l'inserimento da parte della Regione di una qualsiasi destinazione a questi immobili in questo momento, a nostro modo di vedere, rischia di costituire un limite alla progettualità dei potenziali privati interessati. In questo momento quindi gli uffici stanno procedendo, anche sotto l'input della Commissione, all'avvio delle procedure volte alla rimozione dei vincoli amministrativi presenti sugli immobili inseriti nel piano, per poi procedere con le necessarie ulteriori operazioni propedeutiche all'immissione sul mercato di questi immobili, se è necessario, anche attraverso lo strumento urbanistico della legge n. 11/1998, cioè l'intesa tra la Regione e il Comune stesso. Da questo processo, e soltanto da questo processo deriverà l'avvio delle gare. Come ho detto in Commissione, questo avverrà ovviamente - ma non può che essere così - con un procedimento trasparente, con la piena applicazione delle norme dettate dalla legge regionale n. 12/1997.

Riprendo in sintesi l'argomento, perché è stato citato più volte in Commissione, della cosiddetta "unitarietà della proprietà". Voglio parlarne perché, per alcuni beni inseriti nel piano che oggi è in discussione, ci sono in effetti degli immobili che sono parti di proprietà immobiliari più ampie. L'esempio lo citava il Presidente Rosset in Commissione della cascina del Castello di Quart, che fa parte del complesso più ampio del Castello. Abbiamo quindi ragionato con l'idea di non snaturare il valore storico della cascina, quindi l'intenzione è certamente quella di mantenere la funzione di supporto al Castello per poter rafforzare anche una possibile futura fruibilità turistica del complesso, quindi abbiamo cercato anche, se parliamo di parti, di avere una visione d'insieme che abbiamo cercato di salvaguardare. Abbiamo parlato, ad esempio, sempre in questo senso dell'ex Maternità. Chiarisco che l'ex Maternità innanzitutto non è un immobile in vendita, è un immobile inserito nel Piano, poiché alcune parti del medesimo sono vuote e noi vorremmo che fossero valorizzate soltanto quelle parti. Aggiungo che, in considerazione del fatto che abbiamo fatto in questi anni anche un'opera di revisione logistica delle sedi di lavoro che è ispirata alla razionalizzazione degli spazi e anche alla contrazione dei costi, è immaginabile che si renderanno disponibili ulteriori spazi da destinare eventualmente alla valorizzazione privata.

Tornando al concetto di fondo di questo Piano, il Governo regionale ha voluto, provare a mettere un tassello per rilanciare l'economia locale, un'economia locale legata al mercato immobiliare, cercando di coinvolgere, nella fase dove questo avverrà, l'imprenditoria, gli investitori, il mondo delle professioni, per una possibile ripresa legata all'edilizia, settore di cui tutti noi conosciamo le difficoltà che sta attraversando. Questo non potrà risolvere, ne siamo coscienti, ma è auspicabile contribuire alla riqualificazione del nostro territorio grazie anche al riuso di certi immobili che hanno rappresentato nel tempo uno spaccato della collettività valdostana e che si auspica possano tornare a servizio stesso della collettività, magari con una veste diversa. Quest'operazione quindi rientra anche in una politica di cura dei beni pubblici, di attenzione al territorio e volta alla valorizzazione di edifici che sono esistenti per cercare di favorirne anche l'uso, la fruizione da parte dei cittadini. A mio modo di vedere, è una visione diversa rispetto al passato, è sempre un'opportunità per dare uno stimolo alla ripresa dell'economia, una nuova vitalità ad immobili in disuso o per i quali le reali possibilità di riuso della Regione non ci sono più. Ogni immobile quindi, voglio ricordarlo, non più utilizzato per la sua funzione e in attesa di una nuova destinazione, da una parte, sconta un progressivo degrado, questo purtroppo avviene, dall'altra, sconta tempi e investimenti per una sua possibile ricollocazione nel circuito dell'attività del contesto economico e sociale in cui si colloca. Questo piano quindi contiene delle opportunità, io auspico possano essere colte dagli imprenditori locali, certamente tutti noi auspichiamo e auspicheremmo che gli investimenti che questo dovesse generare avvengano con capitali valdostani che rimangano qui per gli evidenti benefici che la collettività tutta ne trarrebbe, ma certamente il procedimento adottato è simile a quelli adottati nel resto d'Italia. Ci siamo documentati, nel resto del Paese ci sono tante iniziative di valorizzazione come questa, per economia di tempo non lo faccio, ma ne potrei citare molte, sono iniziative che si stanno espandendo, con una comune metodologia per rilanciare l'utilizzo del patrimonio pubblico. Di recente è apparsa sui giornali nazionali la notizia della vendita di un'importante struttura del Poligrafico dello Stato trasformato in un resort, è un esempio brillante di riutilizzo. Anche in quel caso voglio evidenziarlo, l'agenzia non aveva messo vincoli circa la destinazione di quest'importante immobile in modo da massimizzarne l'offerta. Cito l'ANAS che di recente ha approvato un importante progetto di recupero di numerosissime case cantoniere sparse sul territorio, immaginando nella concessione ai privati la trasformazione anche a fini turistici vista spesso anche l'ubicazione strategica di queste caratteristiche casette rosse. Questo per dire che non siamo i primi ad intraprendere questo cammino, non vogliamo neanche essere gli ultimi e non vogliamo lasciarci sfuggire anche un'opportunità di rilancio dell'economia e di un recupero del patrimonio pubblico.

È chiaro che, per avviare le diverse attività che derivano da quest'importante lavoro, viene chiesto - ed è la proposta - al Consiglio regionale di approvare questo piano delle alienazioni e delle valorizzazioni immobiliari; senza quest'approvazione, tutte queste idee, tutti questi progetti, tutti questi auspici non avranno seguito e noi senza quest'approvazione non siamo nella condizione di avviare tutte le procedure necessarie.

Se posso, farei anche luce - ne approfitto per il fatto che è rientrato il collega Cognetta - su alcune notizie apparse sugli organi di stampa e sui social network, anche simpatiche perché lei, collega Cognetta, è anche molto brillante nel riportare a suo modo un certo tipo di notizie e precisamente sul fatto che siamo qui a decidere di alienare gli immobili senza conoscerne i prezzi. Io vorrei chiarire una cosa in questo passaggio. Oggi il Consiglio regionale è chiamato a pronunciarsi sulla dichiarazione di inservibilità della Regione su questi immobili. Siamo chiamati ad approvare un elenco di immobili per i quali non è ipotizzabile l'uso diretto da parte della Regione. Non siamo qui ad approvare le procedure di asta pubblica, che sono le procedure nelle quali vengono indicate modalità e condizioni di vendita e quindi ovviamente i prezzi. In questo specifico momento per certi aspetti, collega Cognetta, comunicare i valori di mercato che si attribuiscono agli immobili costituirebbe quasi un'anomalia che potrebbe portare anche ad una stortura delle procedure di vendita. Io quindi voglio tornare a ripetere, per essere chiaro, che non siamo qui ad approvare procedure di asta pubblica, siamo qui chiamati ad esprimerci sull'inservibilità diretta da parte della Regione, quindi non c'è da parte nostra nessuna volontà di nascondere i prezzi, le informazioni. Su mandato della Commissione stiamo lavorando, collega Cognetta, per fornire una fotografia molto chiara, rapportata ad oggi, perché sei mesi fa o tra sei mesi le condizioni potrebbero variare di molto. Per essere chiaro di fronte al Consiglio sulla procedura, i prezzi insieme a tutte le altre condizioni di vendita saranno resi chiaramente pubblici al momento del lancio della procedura e non in questo momento. Volevo ribadire, come ho già detto in Commissione, che su quest'argomento i nostri uffici stanno lavorando, abbiamo approfondimenti anche con Finaosta per avere delle valutazioni sui valori di mercato di oggi e, come si può intuire, alcune di queste valutazioni sono strettamente legate alle decisioni in merito alle destinazioni d'uso.

Una precisazione anche sull'importo, perché è stato evocato in Commissione (i 4,95 milioni indicati come previsione di entrata): è una previsione, come il bilancio che facciamo è un bilancio di previsione; sono state da noi fatte delle stime prudenziali o ottimistiche, dipende da come le vogliamo vedere, di ciò che potrebbe essere introitato nel corso dell'anno partendo dalla vendita di alcuni beni. Abbiamo immaginato di poter contagiare quelli per i quali abbiamo già delle manifestazioni d'interesse, immaginando di poter avere - questo era il ragionamento che avevamo fatto ad ottobre quando abbiamo approvato la delibera - tutto l'anno per poter procedere alla vendita di questi immobili. In questo senso arriviamo un po' tardi, nel senso che siamo già a fine febbraio, quindi francamente non so se rispetteremo la cifra che in previsione abbiamo messo in bilancio, era una stima. Voglio solo, perché l'ho già depositato, presentare un emendamento rispetto al piano. L'emendamento consegue ad una valutazione che abbiamo fatto in questo periodo nel Governo regionale, ed è la necessità, questa è la proposta, di togliere dal piano delle alienazioni e valorizzazioni l'immobile costituito dai terreni e da un fabbricato siti a Pollein, località autoporto: si tratta dello stabilimento Multibox, in quanto - uso il condizionale, è una valutazione che il Governo regionale ha fatto - potrebbe essere possibile un futuro utilizzo di questa struttura come una sede del Corpo valdostano dei vigili del fuoco. Sull'immobile c'erano già stati dei ragionamenti, si era partiti dal costruire la caserma per poi aggiungere, se non ricordo male, Assessore Fosson, il 118 e anche la Protezione civile. Noi vorremmo fare delle valutazioni sulla destinazione da dare a quell'immobile, quindi in questo senso, in considerazione di un possibile utilizzo diretto da parte della Regione, vorremmo stralciare lo stesso dal Piano, al fine di non ingenerare affidamento a potenziali interessati dell'area in questione.

Concludo ribadendo che questo piano di alienazione e valorizzazione si inserisce in un'ottica di razionalizzazione del patrimonio immobiliare regionale. Razionalizzare oggi significa ottimizzare l'utilizzo dei nostri immobili e restituire alla collettività quelli non direttamente utilizzabili. La nostra politica di razionalizzazione coinvolge anche una serie di attività volte a ridurre le locazioni passive per gli uffici. Abbiamo deciso di ragionare e anche di puntare sul recupero di una parte dei nostri immobili per proseguire il nostro percorso, anche legato ai risparmi di spesa corrente. Dobbiamo farlo, quindi l'abbattimento dei costi di locazione per l'ufficio è un obiettivo importante che stiamo perseguendo con tenacia. Voglio sottolineare che tanti degli immobili regionali presenti nel piano necessitano di importanti lavori di manutenzione, di ristrutturazione; questo farebbe la gioia dell'Assessore Baccega, ma, tenuto conto della condizione generale delle finanze, non possiamo più mantenere la proprietà di immobili che, per poter essere utilizzati direttamente dalla Regione, necessitano continuamente di interventi ingenti e costosi. È quindi nostra intenzione dimostrare che con una diversa gestione, con un diverso utilizzo, anche con una sinergia pubblico-privato, del patrimonio immobiliare si può contribuire, o perlomeno provare, a dare un nuovo impulso all'economia. Le decisioni legate a questo piano potranno senz'altro avere un buon impatto sul tessuto economico regionale, aiutare una ripartenza del settore edilizio grazie anche al circolo virtuoso a 360 gradi che questo comporta.

In questo processo un ruolo importante va riconosciuto anche al settore creditizio, voglio citarlo, nel senso che stiamo assistendo qui, ma anche nel resto del Paese, ad un'inversione di tendenza nell'agire delle banche; i dati a chiare lettere dimostrano una ripartenza nell'erogazione del credito da parte delle banche laddove si parla di investimenti sulla proprietà immobiliare. Il numero dei mutui è decisamente in grande ascesa rispetto solo a due anni fa; questo è un segnale, non è la risoluzione, per l'intera economia. La sinergia fra una propensione delle banche all'immissione di liquidità sul mercato e la necessità di risorse per i privati che vogliono investire credo quindi possa rappresentare una buona sinergia e un valido supporto all'operazione a cui stiamo assistendo. Tutto questo quindi può rappresentare una spinta alla ripresa dell'economia, al coinvolgimento di tanti operatori economici nei settori più diversi, non ultimo quello dell'edilizia green o della bioedilizia, al quale anche l'Assessore Donzel sta lavorando, che si sta espandendo, che rappresenta anche in Valle d'Aosta un nuovo modo di costruire o di ricostruire, in modo ecosostenibile. Grazie per l'attenzione.

Presidente - Grazie. Prima di passare alla parola al collega Cognetta, voglio ricordare che è pervenuto alla Presidenza un ordine del giorno, che è stato distribuito, che verrà discusso e votato subito dopo la discussione generale e dopo la replica della Giunta. La parola al collega Cognetta.

Cognetta (M5S) - Grazie Presidente.

Intervengo su quest'importante documento, perché, al di là della questione puramente economica, io ho seguito con molta attenzione in Commissione tutto l'iter dell'atto. Alla fine il Movimento Cinque Stelle ha espresso parere contrario rispetto all'atto e il motivo è molto semplice. Da ottobre io ho fatto diverse richieste agli uffici per avere i valori famosi che portavano alla cifra ipotetica di 4,9 milioni e mi è stato risposto sempre in maniera molto evasiva; poi ho fatto un'ulteriore richiesta in Commissione, l'ho fatta direttamente a lei, Assessore, e lei mi ha detto che non ci sarebbe stato problema, che mi avrebbe dato i dati. Oggi mi dice che c'è una questione un po' diversa: "lei non ha compreso esattamente cosa stavamo approvando e soprattutto i dati è un po' difficile tirarli fuori, quindi non è possibile scoprire le carte prima dell'atto ufficiale di vendita, perché giustamente sono tutte trattative in fase di valutazione, se si scoprono le carte prima, questo diventa un problema".

Io avrei diverse considerazioni da fare: la prima, mi sembra che non sia un modo molto trasparente di agire verso la Commissione e soprattutto verso i Commissari, perché se uno le fa una domanda molto chiara, in cui le chiede determinati dati, possono essere forniti con un vincolo di riservatezza, uno li fornisce con l'avviso che non devono essere divulgati, il sottoscritto, siccome pensa di avere una sola parola, se ottiene dei dati di questo tipo, non li divulga, però perlomeno si fa un'idea di come sta avvenendo l'operazione. Primo ragionamento.

Secondo ragionamento. Se voi avete fatto un'ipotesi previsionale di valore a 4,95 milioni e l'avete iscritta a bilancio, io vorrei capire - e continuo a sostenere di voler capire - come ci siete arrivati. Mi sembra una domanda lecita anche questa, o anche questo qui è un segreto? Perché se anche questo è un segreto, potevate mettere anche 50 milioni di euro, perché solo 4,95 milioni? È un po' poco, visti i problemi di bilancio che abbiamo, potevate mettere 200 milioni di euro. Potevamo dare soldi a tutti, visto che spostiamo i soldi da dove vengono, li togliamo dagli invalidi, li mettiamo di qua, facciamo di là e così via. È un buon sistema per risolvere qualche altro problema, perché solo 4,95 milioni?

Terza cosa. Voi con questo documento vi preparate a dei successivi atti che porteranno finalmente alla dismissione. Sinceramente non siamo mai entrati in Commissione nel merito dei singoli beni, non ci avete detto perché quello non può essere utilizzato, o perché quello invece deve essere dismesso, tant'è che ancora oggi continuate a fare variazioni. Come l'avete fatta questa scelta di immobili? Sulla base di che cosa? Cambiate idea in continuazione e io dovrei avallare questo documento? Noi possiamo fare tutti i ragionamenti giusti che lei dice. Si dà uno sviluppo all'economia, certo. Se uno prende il Palazzo Narbonne e lo trasforma in mini appartamenti e li affitta, per lui è un business enorme, soprattutto se lo acquista a poco. Caspita che bell'aiuto all'economia che diamo! Ci mancherebbe altro. Sarebbe da valutare se potremmo farne un utilizzo migliore anche noi come Regione e prendere noi la plusvalenza. Sono delle ipotesi, ma non mi sembra che siano state fatte, o perlomeno non ci sono state dette in Commissione. Se poi le avete fate, Assessore, e non ce le ha comunicate, questo io non posso saperlo, tant'è che ho chiesto, ma non mi è stata data risposta.

Vede, siamo sempre al solito punto, fate delle operazioni di marketing molto belle, poi lei dice che io sono bravo a vendermi le cose che faccio io, anche lei prima ha fatto tutto un excursus meraviglioso in cui ci ha disegnato questo come il migliore dei piani possibili. Chi le dice niente? Ognuno cerca di vendere ciò che ha. Lei qui però ha molto fumo e poco arrosto, oppure probabilmente ci sono già delle idee precise su diversi immobili che stanno qui dentro, idee di cui però non vuole mettere a conoscenza tutto quanto il Consiglio. Io non posso avallare questo modo di ragionare e di agire rispetto al lavoro che faccio, che dovrebbe essere quello di difesa di un patrimonio, di valorizzazione massima di patrimonio. Io non voglio svendere nulla, neanche voi sicuramente, però dobbiamo capire nel dettaglio per essere sicuri, perché per me il voto su una cosa del genere è fondamentale, importantissima, per questo ho chiesto tutta una serie di dati che, ripeto, non mi sono stati dati.

Il modo poi che utilizzerete per vendere...lei ha detto che seguirete la legge. Va bene. Chissà cosa vuol dire, detto tra me e lei, perché ci sono "enne" modi di poter valorizzare gli immobili, anche magari alcuni moderni, tipo le aste aperte, tipo altri tipi di valutazione che però quella legge forse non prende in considerazione e quindi bisognava magari prendere in considerazione anche quello prima di fare la dismissione. Tutte queste cose mi fanno dire quindi molto brevemente che questo documento non risulta in linea con ciò che noi pensiamo e quindi sicuramente non voteremo a favore.

Un'ultima cosa vorrei lasciarla soltanto come suggestione, così ci chiariamo un pochino meglio. Il fatto che venga tolto il vincolo - e quindi questo permette a certi immobili di cambiare destinazione - è un passaggio estremamente delicato, perché ci sono degli immobili che probabilmente, essendo molto impattanti all'interno dei tessuti urbani, se poi si modificano i vincoli, si modificano sicuramente tutte le condizioni che ci sono intorno. È vero che noi dobbiamo fare cassa, ma è anche vero che dobbiamo stare molto attenti a ciò che andiamo a toccare, agli equilibri che ci sono attualmente, alle situazioni magari commerciali, industriali e turistiche che ci sono, alcune delle quali molto precarie, e che noi invece magari possiamo saltare semplicemente perché dobbiamo arrivare ad un obiettivo, oppure perché dobbiamo in qualche modo agevolare qualcun altro, questo io non l'ho detto, ma potrebbe essere il caso.

Assessore, quindi io la invito ancora una volta a darmi se possibile i dati. Ripeto: se sono riservati, io li terrò strettamente riservati, però lei non può arrivare qui e dirmi che, tutto sommato, non era quello l'argomento, perché poteva dirmelo nei due "116" di risposta e in Commissione. Io quindi continuo a sostenere che approvare questo senza avere un minimo di idea economica non ha nessun senso, è come fare un ordine senza avere il prezzo in fondo. Chi è il matto che firma un ordine e dice: "va beh, il prezzo lo mettiamo dopo"? Volessimo andare più sul tecnico, non siamo entrati nel dettaglio degli immobili, chi le può dire se alcuni sono utili e altri no di noi qui? Non ci avete dato tutti gli strumenti che servono. Per questo motivo quindi per noi questa è una cosa assolutamente irricevibile.

Presidente - La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

L'approvazione di un elenco di beni immobili di proprietà regionale non strumentali all'esercizio delle funzioni istituzionali della Regione autonoma della Valle d'Aosta per noi è un documento pesante e abbiamo cercato di affrontarlo in quanto tale nelle sedi opportune, in Commissione. Abbiamo cercato in Commissione di avere quel quadro completo che purtroppo - e ci è dispiaciuto molto - non abbiamo avuto da parte della maggioranza. Ci è dispiaciuto molto perché nelle migliori famiglie normali e a maggior ragione quando si gestisce del denaro pubblico, se un bene immobiliare costa, pesa e perde valore e non serve più, è giusto decidere di alienarlo e possibilmente alienarlo bene e possibilmente condividerlo con l'ente territoriale, come diceva poc'anzi l'Assessore, cioè con il Comune.

Ci dispiace, colleghi di maggioranza, che abbiate deciso di non farci avere quest'informazione, questo quadro d'insieme per poter in maniera laica affrontare e confrontarci su questo dossier, che è un dossier di tutto rispetto, con numerosissimi immobili. Avremmo gradito veramente avere quel quadro completo per discutere nel merito con il collega Perron "sì" o "no" e perché, ci sarebbe piaciuto. Se sul principio il bene non viene più utilizzato, non serve più, costa, è un peso e perde valore, noi pensiamo che l'unica strada corretta sia quella dell'alienazione.

La seconda parte invece che non ci vede per nulla d'accordo, ed è lì che veramente si gioca la partita, e l'Assessore Perron lo sa e lo sa anche tutta la II Commissione perché questo piano è rimasto lì congelato due o tre mesi, ma le nostre richieste erano state fatte a monte non solo dal sottoscritto, dai diversi colleghi di opposizione...fateci avere con che regole questi beni andranno in gara: questo è il cuore, il centro di questo piano. Una volta deciso - e noi su quello siamo d'accordissimo - che il bene non serve più, è un costo, è un peso e perde valore, quindi alieniamolo, vendiamolo, la seconda partita è con che regole i beni vanno in gara, con quali destinazioni.

All'interno di questo piano ci sono tre beni importanti, ne cito tre, perché gravano direttamente sulla città di Aosta: l'ex Centrale del latte, l'ex Palazzo CRAL Cogne (denominato "Palazzo Cogne") e Palazzo Narbonne, parliamo di migliaia e migliaia di metri cubi. Ci sarebbe piaciuto - ma questa non è una polemica, è serenamente una considerazione che penso sia alla base di un confronto - discutere insieme al Comune di Aosta e, di conseguenza, con l'Assessorato che ha deciso di mettere in vendita questi beni quali sono le regole del gioco. Palazzo Narbonne: si farà, dal punto di vista urbanistico, un hôtel, delle attività commerciali, residenziali, misto pubblico-privato? Sarebbe stato interessante, questo l'abbiamo chiesto ai colleghi di maggioranza. Continuiamo a ripetere che è stata un'occasione persa quella di non avere voluto affrontare nel merito le regole del gioco prima che tutto questo prendesse la strada del procedimento amministrativo, che poi il procedimento amministrativo è l'atto secondario a quello politico. Oggi si decide di mettere o meno in vendita questi beni. In una famiglia normale, basilare, si decide di mettere in vendita un bene, ma, prima di metterlo in vendita, si decide quanto meno con che destinazioni e qual è l'obiettivo che ci si prefigge di raggiungere anche dal punto di vista economico-finanziario: queste sono le considerazioni che volevamo fare come gruppo consiliare. Ci spiace veramente che da parte dei colleghi di maggioranza in II Commissione non ci sia stata la volontà di affrontare le regole del gioco prima, in modo da avere la possibilità di decidere nel merito fino in fondo le potenzialità e le destinazioni urbanistiche del singolo bene da alienare.

Un'ultima considerazione. Come gruppo, abbiamo presentato un ordine del giorno - è stato prima citato dal Presidente del Consiglio -, che verrà illustrato dal collega Roscio, proprio per fare un passo in più per quanto riguarda invece altri beni immobili a destinazione produttiva commerciale, per ampliare quella che è la gamma...se il mercato valdostano ritiene utile di poter acquisire e quindi far dismettere al pubblico. Queste quindi sono un po' le considerazioni di ordine generale. Ripeto: tanto lavoro è stato fatto all'interno della Commissione, a cui noi abbiamo partecipato attivamente. Ci è spiaciuto molto comunque che alle buone intenzioni non si siano collegate comunque anche le buone regole, che, dal nostro punto di vista, dovevano essere decise a monte e prima e raccordate con i Comuni per poi mettere in vendita.

Presidente - Grazie. La parola al collega Rosset.

Rosset (UVP) - Grazie Presidente.

Come già avevamo avuto modo di evidenziare in sede di dibattito in Commissione, abbiamo alcune perplessità non tanto sul fatto che si debbano alienare fabbricati che non servono più, onde evitare di avere costi aggiuntivi in questo momento, quindi era giusto anche dare la possibilità di vendere. Avevamo posto però l'importanza di sapere già quali potevano essere le scelte nel cambio di destinazione urbanistica, perché nell'accordo con i Comuni, se per alcuni Comuni la cosa è più sostenibile, ad Aosta, qualora questi fabbricati dovessero avere determinate destinazioni, andrebbero a "sconvolgere" tutta una serie di problematiche. Ora, capisco che non sia semplice, perché fin quando qualcuno non lo acquisisce, difficilmente si può capire che cosa e come andranno...però un minimo di rapporto con i Comuni oggi sulle possibilità di destinazione per sapere che cosa o cosa potrà succedere dopo è importante.

L'altro aspetto che avevo evidenziato in sede di Commissione era soprattutto su terreni che fanno parte di una cascina, che se io scorporo oggi separatamente da tutta la cascina, si andrebbe a svalorizzare il valore della cascina. Mi riferivo prettamente alla cascina di Ollignan, nel senso che se un pezzo non indifferente di 2000 metri viene scorporato, la cascina in sé perde un interesse poi in prospettiva, poi può essere che ci sia l'interessato, tutto può servire, avevo posto questa domanda.

Nella globalità comunque era importante avere, soprattutto sulla città di Aosta, un indirizzo generale, quindi avevano espresso questa perplessità e tale rimane. Grazie.

Presidente - Siamo sempre in discussione generale, chi vuole intervenire? La parola al Consigliere Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Finalmente il piano di valorizzazione e di alienazione dei beni immobili di proprietà regionale. È bene precisare e ribadire che stiamo parlando delle proprietà non strumentali all'esercizio istituzionale della Regione. Per oltre due anni in questa legislatura...ma nelle precedenti il tema è stato più volte ripreso dai tanti colleghi che oggi siedono ancora in quest'aula, il problema dell'uso più congruo del patrimonio immobiliare regionale è stato affrontato sempre in un'ottica, almeno per quanto ci riguarda, non pretestuosa, non di schieramento, ma nella consapevolezza che l'immensa quantità di beni di proprietà regionale è sì una potenziale fonte di reddito, ma è anche un costo se non è opportunamente impiegata e valorizzata.

È stato detto in varie occasioni che il mantenimento, la proprietà, l'uso del nostro patrimonio immobiliare può avere dei costi superiori rispetto a ciò che si spenderebbe se in alcuni casi addirittura affittassimo, locassimo degli immobili, per capirci, se non fossimo noi i proprietari. Basta leggere la documentazione che ci è stata fornita relativamente alla spese fisse e variabili dei vari beni immobiliari anche in disuso, alle spese di mantenimento in sicurezza, per esempio, di questi beni, senza contare in alcuni casi anche i costi di acquisto che vennero fatti degli edifici e dei terreni di cui abbiamo acquisito nel tempo la proprietà. Tenere in sicurezza o minimamente efficienti edifici oggi in disuso solo parzialmente utilizzati è un costo per le nostre casse e quindi per la collettività, costo che la situazione finanziaria contingente rende sempre meno sostenibile. È quindi doveroso, necessario immaginare - e noi del gruppo e PD-Sinistra VDA crediamo di essere sempre stati coerenti in questo senso -, seguendo il percorso ben spiegato dall'Assessore nella sua esposizione in premessa, di mettere a reddito, anche attraverso percorsi di alienazione mirata, guidata, responsabile, valutata, terreni e fabbricati che, dopo le opportune valutazioni e analisi caso per caso, sono stati ritenuti non strumentali all'esercizio delle funzioni istituzionali della Regione.

L'elenco è lungo, ma chi come noi si è in varie occasioni interessato dell'argomento sa che è parziale. L'elenco riguarda infatti un numero relativamente limitato di beni di proprietà pubblica e quindi non rappresenta quella che anche alcuni opinionisti, alcune persone hanno definito una svendita totale, una liquidazione. Qualcuno ha parlato di una liquidazione dei nostri gioielli di famiglia, ma è l'inizio di un percorso finalizzato anche a comprendere se esiste un interesse da parte di privati all'acquisto, ma anche se esistono proposte di partenariato pubblico-privato o pubblico-pubblico finalizzate a valorizzare beni che possono interessare, nel caso, per esempio, delle collaborazioni con gli enti pubblici, con gli Enti locali, le comunità locali nelle quali sono inseriti. Se confrontiamo il piano complessivo con l'elenco allegato dei beni immobili che si intendono avviare prioritariamente al procedimento di alienazione, notiamo che vari edifici non sono in vendita, o non sono stati inseriti nel piano di alienazione prioritario in quanto opzionati magari da associazioni o dagli stessi Comuni nei quali sono ubicati, o semplicemente in quanto non ritenuti allo stato immediatamente alienabili, perché potenzialmente trasformabili ad altra destinazione, magari pubblica o collettiva.

Noi crediamo che ogni azione possa essere migliorata, o che possa essere migliore, che i tempi buoni per alienare o per valorizzare magari potrebbero essere o essere stati altri, ma sappiamo anche che non affrontare il problema, non dico l'argomento alienazione, ma parlo proprio di un problema in questo caso, rinviarlo a momenti ipoteticamente migliori...chi è in grado di dire quando sarà il momento migliore per vendere o per impegnarsi in progetti di valorizzazione? Io personalmente non posso pronunciarmi su questo non sapendo quali saranno i trend in un senso o nell'altro nel prossimo futuro, o anche nel futuro più lungo. Dicevo che rinviare il piano a momenti plausibilmente migliori, come chiede qualcuno e com'è stato chiesto in alcuni casi, vuol dire mantenere uno status quo oneroso, lasciare che il patrimonio invecchi, si degradi ulteriormente, che ci sia l'aumento inevitabile di oneri di conservazione, di mantenimento e l'aumento anche di rischi per la sicurezza di operatori e cittadini. Ci sono dei beni che sono inseriti in quest'elenco che sono, per esempio, pericolanti, sono beni che insistono nel tessuto di alcune comunità e che rappresentano in alcuni casi anche un problema per la sicurezza.

Certo, le valutazioni in ordine all'uso più congruo del patrimonio immobiliare, com'è stato detto, vanno fatte d'intesa anche con le comunità locali - l'Assessore lo ha anticipato -, le quali si devono esprimere sulla destinazione d'uso, sugli effetti urbanistici che la messa in disponibilità di tali edifici potrebbe ingenerare. È per questo motivo, tra l'altro, che, d'intesa con i colleghi dell'opposizione, tutti insieme si è deciso in Commissione - noi non siamo titolari, ma abbiamo seguito e partecipato con interesse ai lavori della Commissione - di audire, per quanto possibile, perché poi i beni insistono su una moltitudine di territori, gli amministratori dei Comuni interessati, o quanto meno di quelli che sono maggiormente coinvolti nel piano di valorizzazione e alienazione di cui stiamo trattando. Questo anche per capire se la messa in disponibilità di beni spesso inutilizzati, o parzialmente utilizzati possa determinare ricadute - lo hanno detto in molti oggi - non è detto tutte positive, va fatta una valutazione caso per caso, sul tessuto urbanistico, ma anche produttivo, sullo stesso mercato edilizio. Le diverse destinazioni d'uso, la sottrazione o l'individuazione di vincoli ai terreni e ai fabbricati oggetto del piano possono cambiare radicalmente l'appeal, ma anche il valore di un investimento.

È l'inizio, a nostro parere, di un percorso anche di consapevolezza per capire il livello di attrattività del nostro patrimonio immobiliare e non è di sicuro l'atto finale. Gli emendamenti d'altronde stanno lì a testimoniare che il piano è un piano versatile, che è un piano in itinere ed è per questo che il nostro gruppo dà pieno sostegno a questo piano e a questo documento, convinti che non sia più rinviabile. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Président.

Sulla scelta della dismissione...ecco, della valorizzazione degli immobili ha parlato il collega Rosset prima. Non mi meraviglia che, tenuto conto della situazione economica in cui ci troviamo con le ristrettezze di bilancio, si vada in questa direzione e concordiamo sul fatto che avere degli immobili improduttivi in questo momento non sia necessario. Con questo manifesto il timore che, al di là che questi sono beni non così importanti, non di primo piano, io penso per il futuro della Valle d'Aosta che questo sia l'inizio di una lunga dismissione, perché purtroppo non vedo tante prospettive in merito.

Sarò molto breve. La mia preoccupazione era legata all'emendamento che l'Assessore ha presentato in merito a quella che era la destinazione dell'ex stabilimento Multibox. Semplicemente per capire, tenuto conto che sotto spoglie diverse ho vissuto questo momento del passato, se è ripartita quella scheggia impazzita delle grandi opere, della megalomania o quant'altro. Se è così, sinceramente - poi non so se mi risponderà lei, Assessore, o risponderà il Presidente - sarebbe interessante, tenuto conto che noi abbiamo vissuto una serie infinita di Santa Barbara, in cui i vari Assessori e Presidenti un anno ci dicevano che c'era la caserma a Pollein, l'anno dopo no, è stata una trafila infinita...tenuto conto che questa caserma è in fase di ultimazione in questo momento, ditemelo prima, così magari faccio anch'io un po' di campagna elettorale personale e vado a dirglielo prima ai miei colleghi vigili, così almeno lo sa tutto il mondo, perché veramente mi pare che con questo stiamo di nuovo rasentando il ridicolo! Se le motivazioni sono altre, ditele, perché era già ridicolo il fatto che venisse individuata un'area alluvionale, quella che era considerata da inondazioni ai sensi dell'articolo 36 della legge n. 11, che vi si costruisse una caserma dei vigili del fuoco. Chi ha mai visto che in una zona soggetta ad inondazione uno debba prima magari salvarsi la pelle e i macchinari e poi magari pensare a salvare gli altri, io dico: ci vuole fantasia! Abbiamo dato negli anni poi una serie infinita di progettazioni, così ci hanno mangiato tutti. Io non vorrei che iniziasse una seconda stagione o terza, quarta, chiamatela come volete, perché veramente in questa situazione saremmo ridicoli. Non ho altro da aggiungere.

Presidente - La parola al Consigliere Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Sarò rapidissimo. Mi preme sottolineare che è l'ennesima cambiale in bianco su cui si chiede la firma. Non si capiscono i criteri con cui sono stati individuati i beni, non si capisce che tipo di valutazione verrà fatta, adesso veniamo a sapere anche che c'è un nuovo mega progetto di concentrazione della caserma dei vigili del fuoco assieme alla Protezione civile, che poi sarebbe bello sapere dove li andiamo a prendere i soldi di questi tempi...avete un portafoglio di scorta? Perché se è così, magari andiamo ad attingere per prendere qualcosa che è più utile, perché, bene o male, gli edifici che ospitano le altre strutture già ci sono, quindi non vedo in questo periodo la necessità di andare a fare un'ulteriore concentrazione. Certo, la necessità ci potrebbe essere e anch'io in questo caso sto aspettando la risposta ad una mia richiesta di accesso agli atti, sul fatto che l'attuale Centro unico del soccorso e la sede della Protezione civile sarebbero due edifici...ma sto ancora aspettando le risposte, certo che è sempre dubitativo...sarebbero sprovvisti del certificato sismico, quindi se ci fosse casomai un terremoto, le prime due cose che vengono giù sarebbero i due edifici che devono sovrintendere alle operazioni di soccorso, ma, per carità, io ho chiesto, sto aspettando, è già passato un bel po' di tempo e non mi arrivano questi certificati. A me risulta che non ci siano, spero che nel frattempo abbiate messo qualche putrella, qualcosa per tenerli su.

Presidente - Non ci sono altre richieste, chiudo la discussione generale. Ricordo che dopo la replica si discuterà l'ordine del giorno. La parola per la replica all'Assessore Perron.

Perron (UV) - Grazie Presidente.

Grazie per tutti gli interventi, anche quelli che vanno in una direzione opposta rispetto alla nostra. Ringrazio chi nel tempo con varie iniziative ci ha anche sollecitato ad arrivare a presentare oggi quest'atto, perché se oggi arriva quest'atto, lo si deve anche al fatto che questo Consiglio, sotto diverse iniziative e con diverse forme, ha spronato il Governo regionale a procedere in questa direzione. Perché questo piano - qualcuno ha parlato della temporalità - arriva adesso? A mio modo di vedere, arriva adesso perché ora e non prima si intravvedono dei timidi segnali di una certa inversione di tendenza in questo settore. Rispetto al 2013, un anno di piena crisi, per gli atti di compravendita, con relativi finanziamenti, si stima una crescita intorno ad un 10 percento. Rispetto al 2013, nel sistema Paese le banche hanno affidato crediti alle famiglie che volevano investire nel settore immobiliare, per 50 miliardi di euro, quindi è poco meno rispetto al 2006, che fu l'anno dopo a quello d'oro delle compravendite. Perché adesso? Io non immagino il 2016 come l'anno della ripresa, nel 2016 c'è anche, da un punto di vista normativo e legislativo, un tentativo da parte del Governo italiano di dare una scossa al mercato attraverso tutta una serie di agevolazioni fiscali in questa materia, che vanno nella direzione di auspicare una ripresa in questo senso: alleggerimenti della pressione fiscale, esenzioni dalla TASI per 20 milioni di abitazioni, ad esempio, escluse le case di lusso; si è ridotto di una buona quota il prelievo IMU e della TASI sulle abitazioni affittate, c'è la cedolare secca che è passata dal 25 percento al 10 percento. Faccio degli esempi per citare come si sta cercando di dare fiato al settore immobiliare anche con iniziative che, da un punto di vista fiscale, sono poco conosciute, proprio per andare nella direzione - e guardo l'Assessore Baccega - di immaginare tutti quegli strumenti che possano contribuire ad una ripresa del settore dell'edilizia, delle compravendite, dei lavori con tutto quello che questo comporta in termini di indotto; dico questo per affermare che oggi siamo costretti a constatare un cambiamento dei tempi. C'è una tendenza oggi nel Paese ad alienare, nel senso di un uso diverso del patrimonio immobiliare che gli enti hanno. Potrei citare alcuni esempi contenuti nella relazione, ma potrei citare anche una norma di una legge che ci fa discutere, in merito alla quale il Presidente ha appena avuto un confronto, e cioè la legge Madia. La legge Madia, che contiene tutta una serie di interventi, cita in un suo articolo: "al solo fine di ottimizzare e di valorizzare l'utilizzo di beni immobili facenti parte del proprio patrimonio, le amministrazioni pubbliche possono, in deroga al comma 1, acquisire delle partecipazioni in società tramite il conferimento di beni immobili allo scopo di realizzare un investimento secondo criteri propri di un qualsiasi operatore di mercato". Citavo questo per dire come c'è una tendenza diversa, anche guardando le pubbliche amministrazioni, lo dice una norma di alcune settimane fa.

Torno su un concetto - e ringrazio il collega Guichardaz di averlo citato - che francamente a me in questa fase ha fatto male: la svendita dei gioielli della Regione. Io in punta di piedi e con molto rispetto rifiuto questa logica, perché non è l'approccio che abbiamo avuto su questa materia. Tutti noi, nelle diverse responsabilità e anche il Governo regionale, agiamo nella quotidianità con senso di responsabilità, abbiamo ben coscienza di come amministriamo, di come cerchiamo di amministrare il denaro, in questo caso i beni pubblici. Quando facciamo delle scelte, anche quando facciamo delle scelte diverse da quelle che vorremmo fare, perché sono dettate purtroppo dai tempi che viviamo, queste sono scelte ponderate, sono scelte valutate, sono scelte pensate, quindi sono scelte accompagnate dalla legalità; tutte le scelte che portiamo qui sono supportate da pareri di legalità e di legittimità, sono scelte necessarie che cerchiamo di spiegare, che tengono conto del tempo che viviamo e della necessità - ne abbiamo parlato diffusamente nel bilancio, ma lo rievochiamo qui - purtroppo di operare in controtendenza rispetto ad un comportamento che sempre abbiamo avuto nella parte pubblica; quindi oggi direi che presentiamo, a mio modo di vedere, una scelta di responsabilità.

Torno su un concetto affinché non ci siano equivoci. Io, collega Cognetta, e mi indirizzo anche a lei, Presidente La Torre, mi impegno a fornire al più presto alla Commissione un quadro dei valori. Il valore che è iscritto a bilancio è un valore calcolato su una previsione di entrata sulla base del valore complessivo del piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari. Il valore complessivo è certamente da considerarsi più che capiente rispetto alla previsione di bilancio, i valori che abbiamo scritto sono valori che vengono tratti dal mercato immobiliare visionando i valori OMI (Osservatorio del Mercato Immobiliare). Siamo assolutamente coscienti che, qualora le condizioni del mercato immobiliare non rispecchiassero le nostre previsioni, dovremmo rimodulare la nostra voce di entrata. Abbiamo messo una voce, collega Cognetta, non potevamo indistintamente scrivere 5 o 50 milioni, perché non era questo il ragionamento che abbiamo fatto. Il valore iscritto, a nostro modo di vedere, è ragionevole, è perseguibile ed è indicativo, perché il mercato immobiliare è un mercato in continua evoluzione, soprattutto in questo momento dove le oscillazioni sono ancora più evidenti. Resta il fatto che in via ordinaria anche l'Agenzia delle entrate - per quello l'avevamo scritto in questo senso - aggiorna i dati semestralmente a riprova della variabilità del mercato. Non è quindi in qualche modo immaginabile - ma non venga presa come una mancanza di volontà di comunicazione - dichiarare in questo momento i singoli valori degli immobili che fanno parte del piano. La stessa Banca d'Italia, quindi non l'Assessore, definisce il valore di mercato come l'importo stimato al quale l'immobile viene venduto alla data di valutazione. Il valore di mercato quindi deve essere definito ad una data giacché i mercati e le condizioni possono variare, il valore potrebbe quindi risultare un valore diverso, e questo è il senso del nostro comportamento.

Sulla procedura io, collega Chatrian, mi permetto solo di chiarire, perché forse non ci capiamo. Più volte lei ci ha chiesto di fare chiarezza sulla procedura, quindi di stabilire quali regole adottiamo per gestire questo processo di alienazione, ma la procedura c'è ed è normata, lei lo sa, in modo molto chiaro dalla legge regionale n. 12/1997, in cui c'è una parte dove si norma specificatamente la gestione dei beni patrimoniali e del patrimonio disponibile. Nella legge è tracciato con estrema chiarezza e con estrema trasparenza ogni passaggio, assegna quindi ai differenti organi istituzionali le relative competenze. C'è un articolo che assegna alla Giunta regionale questa proposta, noi lo abbiamo fatto, siamo quindi chiamati ad approvare quest'elenco tenendo conto delle modifiche anche legislative che intervengono a livello nazionale: ecco il motivo per cui parliamo di valorizzazione, oltre che di alienazione. È attribuita alla Giunta regionale una sua competenza, che dispone, ad esempio, le alienazioni mediante asta pubblica sulla base dei valori di stima. Ritengo quindi di poter dire che la nostra procedura alza il livello di trasparenza, pubblicando anche sul sito il piano che andremo, spero, ad approvare, corredandolo quindi di informazioni supplementari a quello che si dovrebbe fare.

Successivamente si aprirà la fase di manifestazione di interesse, quindi questa fase è propedeutica - lo ripeto ancora - alla predisposizione delle aste pubbliche. Le procedure di gara saranno approvate di volta in volta dalla Giunta regionale, quindi assolutamente visibili, su proposta dell'Assessorato. I valori degli immobili posti a base d'asta dove ci saranno le aste verranno pubblicati, resi noti nel lancio delle procedure di gara. I bandi di gara quindi saranno tutti consultabili sul sito della Regione, sugli albi pretori dei Comuni dov'è ubicato il bene e anche su pubblicazioni cartacee. Abbiamo cercato quindi, anche da un punto di vista della trasparenza, di agire dando tutti gli elementi possibili e immaginabili affinché su questa materia non ci siano dubbi. Ribadiamo e ribadisco la nostra volontà di procedere in tal senso, immaginando di compiere con quest'atto un atto positivo di razionalizzazione del nostro patrimonio, di un uso ragionevole delle nostre risorse e sperando - lo sottolineo ancora una volta - di poter dare un impulso all'economia della nostra regione. Grazie.

Presidente - La discussione generale è chiusa. La parola al Presidente della Regione, sempre in replica.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Credo sia importante tenere conto di due aspetti. La spiegazione e l'illustrazione date dal collega Perron credo che siano state puntuali ed in qualche modo abbiamo messo in rilievo i pregi e le difficoltà di un esperimento, se possiamo chiamarlo così, che per la prima volta ha un quadro organico e tiene conto di una serie di sensibilità che sono state esperite, si è cercato di fare una valutazione per capire cosa mettere in vendita.

Il patrimonio della Regione comprende di tutto: dai reliquati stradali agli alpeggi, ad abitazioni un po' dappertutto, molte si sa che esistono proprio perché viene fatto ogni tanto qualche controllo di un certo tipo. Io credo che, già nell'ambito della discussione sul bilancio, si era anticipata la volontà di valorizzare il patrimonio e soprattutto di non lasciarlo purtroppo deperire oltre un certo limite, perché abbiamo anche dei reliquati, delle strutture fatiscenti e, com'è stato detto, è difficile immaginare che noi andiamo ad investire lì, con tutto quello che ne consegue, soprattutto riguardo a tanti abitati che sono nei centri storici, dove la questione della sicurezza e tutto il resto hanno degli annessi e connessi molto pesanti.

Quello che si è cercato di fare con questo primo approccio, razionale e fatto in modo tale da avere in vendita alcune strutture importanti...il collega Chatrian ha citato quelle di Aosta, sicuramente l'appetibilità di Aosta è ad un certo livello, e non a caso. Vi è stato poi il discorso del collega Rosset che ha fatto presente un aspetto del Castello di Quart, della delicatezza di dire che il prato è collegato. Vedo che su questo è già stato detto quale può essere la visione, senza nulla togliere al Castello, la proprietà del prato..."non deve essere snaturata...", per cui il prato, sia nostro o di qualcun altro che lo coltiva, che ce l'ha...può essere indifferente ai fini della valorizzazione del Castello a condizione che non venga in qualche modo modificato il senso del collegamento tra Castello e terreno. Perché dico questo? Perché in questa prima fase sicuramente si potrebbero aggiungere o togliere ancora diverse cose. Si tratta però una prova per vedere se il mercato prima di tutto reagisce e questo è un aspetto non secondario. Le valutazioni fatte sei mesi fa dobbiamo già rivederle, è così, i diversi piani dovranno essere aggiornati nel momento in cui si procederà a fare un lancio per i bandi, per quello che è. Quest'aspetto che viene visto con una certa attenzione quindi è corretto, ma facciamo anche attenzione a non immaginare che noi siamo così bravi, attraverso anche i nostri periti, a stabilire un prezzo che poi sarà quello da cui partono o arrivano, perché molto probabilmente le sorprese...le abbiamo già viste in tanti casi, perché i piccoli tentativi li avevamo fatti...la villa entrando ad Aosta è stata messa in vendita a più riprese, è sempre rimasta lì. Diciamo anche le cose come sono, non è che sono tutti alla porta ad aspettare che noi usciamo con i bandi! È un'azione che andrà fatta con una certa logica, con una certa attenzione.

Quindi io credo sia importante oggi tenere conto che, piuttosto che pensare di mantenere questo patrimonio anche in un momento difficile, è meglio ipotizzare e vedere se c'è una reazione del mercato, dei professionisti, com'è stato detto, che possa dire: "bene, l'ex Assessorato del turismo qui in Piazza Narbonne è giusto valorizzarlo in un senso commerciale, alberghiero", quello che è, al centro di Aosta, dove tutti lamentiamo e diciamo che mancano gli alberghi. Siccome un albergo nuovo qui al centro di Aosta è difficile da prevedere come costruzione ex novo, ci sono state le ristrutturazioni, potrebbe essere importante, anche nella logica di una situazione da tutti riconosciuta come necessaria, impostare un qualcosa che il mercato porta a dire che ha un suo valore, ha una sua possibilità di utilizzo e sarebbe un beneficio per tutta la città, per tutta la Valle, ho fatto un esempio. Sappiamo quanti tentativi sono stati fatti per utilizzare la Centrale laitière in qualche modo, con scarso successo, perché se c'è un'iniziativa privata, questa può diventare un argomento che può dare reddito e può dare visibilità anche alla zona e riqualificarla: questo è il senso di quello che si è cercato di portare avanti.

Non mettiamola nel senso di dire che abbiamo presentato un pacchetto completo, no, è un primo passo, perché sennò non ci capiamo. Se non facciamo un tentativo - ed è il problema che ci siamo sempre posti -, non partiremo mai. Molte volte parliamo di alcune cose e diciamo: "ci sarebbe da fare questo", è vero, poi passa un po' di tempo e non l'abbiamo fatto, allora ripartiamo. Ci mettiamo attorno a questi beni che sono stati individuati...per tutta una serie di ragioni non abbiamo cominciato con l'includere gli alpeggi, che sono lì e molti sono anche poco utilizzati, ma perché oggi è un problema avere sotto questo profilo e in questo settore una resa tale per cui uno può investire nell'alpeggio. C'è sempre qualcuno che lo fa, però non abbiamo cominciato da lì perché la valorizzazione era più sugli immobili, che creano anche un problema, perché mantenerli così come sono - è stato detto dall'Assessore - comporta un costo non indifferente che non è oggi sostenibile. Questi sono i due aspetti che vorrei che venissero presi in considerazione. Tenendo conto che qui non è che ci vantiamo di avere...no, è stato fatto anche addirittura un convegno dove c'è stato un invito forte da parte di tutti a dire: "partiamo in qualche modo, diamo la possibilità di verificare se possiamo, se siamo capaci, se c'è la disponibilità, se c'è il rientro su queste tematiche e poi valuteremo come aggiustare il tiro, come prevedere altre questioni". Non è la Bibbia, è un primo elenco di beni che in qualche modo vengono messi a disposizione di chi oggi crede ancora nel mercato: questo è il senso. Io credo che l'invito che possiamo fare è di trovare un modo assieme per cercare di ragionare su questo per vedere anche come proseguire, come magari migliorare l'approccio, ma sono tutte cose a cui, se non partiamo, non arriveremo mai. Grazie.

Presidente - Grazie Presidente. Procediamo all'esame dell'ordine del giorno. La parola per l'illustrazione al collega Roscio.

Roscio (ALPE) - Grazie Presidente.

Mi riallaccio alle ultime parole che sono state pronunciate dal Presidente Rollandin sul convegno che era stato organizzato qualche tempo fa proprio dall'Assessorato sul partenariato, dove il leitmotiv era valorizzare il patrimonio senza impoverirlo in qualche modo. Legandomi a questo, assieme a tutti gli altri Consiglieri delle minoranze, proviamo a fare una proposta. Siccome si sta parlando di immobili di proprietà regionale che per mille motivi non svolgono più la funzione per cui erano nati e siccome ci sono già stati dei problemi per tutta un'altra serie di immobili che sono quelli conferiti a Vallée d'Aoste Structure - che sono quelli destinati alla trasformazione di caseifici, di aziende vinicole e viticole e che comunque ad oggi, pur se conferiti a Vallée d'Aoste Structure, continuano ad avere dei costi per il pubblico, per cui tutte le preoccupazioni e tutte le motivazioni che hanno portato a mettere sul mercato, a mettere nell'elenco altri immobili valgono anche per questi con la differenza che questi immobili sono già occupati da conduttori che fanno delle lavorazioni che sono ritenute importanti e che valorizzerebbero opportunamente se fossero messi in condizione di poter anche acquistare questi immobili -, quello che noi chiediamo è di valutare la possibilità di inserirli nell'elenco per poter acquistare da chi sta conducendo questi immobili proprio le strutture e anche i beni che ci sono all'interno. Questo è già previsto in qualche modo e noi con quest'ordine del giorno chiediamo almeno di cominciare a studiare la possibilità di inserire questi immobili nell'elenco che ha portato oggi l'Assessore Perron e che stiamo discutendo in questo momento, facendo però alcune attenzioni particolari. Siccome già adesso ci sono degli affittuari, dare loro la possibilità di avere una qualche prelazione, se c'è un interesse all'acquisto, cosa che peraltro è già prevista dalla legge; in secondo luogo anche fare delle valutazioni se l'affitto pagato può essere detratto dal valore complessivo dell'immobile per andare incontro a chi vuole fare comunque impresa e dare un valore reale di valorizzazione a questi immobili. Noi confidiamo che su questa proposta anche il Governo voglia fare una riflessione, che speriamo sia positiva, perché comunque darebbe delle risposte a chi è interessato e non andrebbe a precludere nessun'altra possibilità. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Farcoz.

Farcoz (UV) - Presidente, per chiedere una sospensione per analizzare l'ordine del giorno.

Presidente - Sono concessi cinque minuti di sospensione.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 18.18 alle ore 18.45.

Viérin M. (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Abbiamo approfittato di fare anche una riunione dei Capigruppo per decidere come proseguire i lavori dell'aula. Si è quindi deciso di proseguire fino verso le 21.00-21.15 e quindi non ci sarà la sospensione delle ore 20.00, i lavori pertanto proseguiranno con l'impegno di finire l'ordine del giorno. Riprendiamo la discussione. La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Dopo il dibattito avuto anche in sede di Capigruppo, noi ritiriamo l'ordine del giorno con l'impegno comunque che c'è stato da parte del Governo regionale, indubbiamente se ci sono conduttori interessati ad acquisire beni patrimoniali che trasformano la parte di viticoltura e i vari caseifici all'interno di Vallée d'Aoste Structure, di dare gambe e corso...e quindi trasmettere per integrare il piano vendite di natura regionale. Grazie.

Presidente - La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Ringrazio i proponenti. Credo che quel minimo di chiarimento sia stato utile per dire che da parte dell'Amministrazione c'è tutta la disponibilità a perseguire un percorso, che in qualche modo è in linea con quello che abbiamo detto nella discussione precedente, tanto per intenderci. Esso va quindi nella logica che richiamava adesso il collega Chatrian di agevolare e di tenere conto dell'esigenza di dare il massimo di collaborazione con le attività già in corso e che eventualmente possono proporre, di avere un percorso, da stabilire...l'attività in pieno con la proprietà...che adesso conducono come fittavoli, quindi noi siamo d'accordo di andare in quella direzione.

Presidente - In considerazione dell'impegno del Governo, l'ordine del giorno viene quindi ritirato dai proponenti. Possiamo passare alle dichiarazioni di voto sul punto n. 54. La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Per dichiarare il voto di astensione del nostro gruppo su questo provvedimento. Come abbiamo detto, abbiamo affrontato questo documento in maniera molto laica e soprattutto abbiamo cercato di portare il nostro contributo nelle sedi opportune, cioè in Commissione. Noi siamo nella condizione di dire che siamo d'accordo, nel momento in cui un bene immobile grava per l'Amministrazione pubblica, costa e non viene utilizzato ed è dannoso e perde di valore, che ci sia la volontà e l'obbligo di metterlo in vendita e di valorizzare al meglio il patrimonio e il rientro di natura economico-finanziaria.

Solo una battuta invece a seguito delle considerazioni che il Presidente ha fatto poc'anzi. Ci è spiaciuto molto invece, e faccio un esempio solo, che, dal punto di vista politico - non c'entra nulla la procedura, la procedura la conosciamo abbastanza bene, come la n. 12/1997, la legge è molto chiara, semplice e diretta -, l'Assessore Ego Perron non abbia voluto invece entrare nel merito della destinazione urbanistica. Mi spiego velocemente. Se l'Amministrazione pubblica decide di vendere Palazzo Narbonne o Palazzo Cogne, e sono 7000 metri quadri, collega Guichardaz, vuol dire 20.000 metri cubi...ci sarebbe piaciuto fare un dibattito e un confronto di natura politica se all'interno di Palazzo Cogne si vuole fare del ricettivo, si vogliono fare delle unità abitative, del commerciale o altre destinazioni. Nulla c'entra questa procedura di legge per alienare, ma ci sarebbe piaciuto fare un confronto con il Sindaco di Aosta, con la Giunta di Aosta prima. Faccio l'esempio degli immobili più impattanti, non dei reliquati stradali che non hanno impatto su questo piano vendite o sulle valorizzazioni o sul convegno che è stato fatto - va benissimo il convegno, Assessore Perron - ma dove c'è invece interesse molto più impattante avremmo gradito serenamente confrontarci con il Sindaco Centoz e con gli altri attori prima di poter alienare il bene e di avere quella serenità di poter decidere se vendere il bene in questione. Grazie.

Presidente - Altri per dichiarazione di voto? La parola al Vicepresidente Rosset.

Rosset (UVP) - Come già espresso nei nostri precedenti interventi, noi ci asteniamo semplicemente per le motivazioni già espresse in Commissione. Grazie.

Presidente - La parola al collega Cognetta.

Cognetta (M5S) - Noi esprimiamo invece un voto contrario, come già detto, quindi restiamo sulla nostra posizione e ci auguriamo che non ci sia una svendita che vorremmo evitare. Grazie.

Presidente - Non ci sono altre dichiarazioni di voto. Ricordo che mettiamo in votazione l'atto più l'allegato, gli emendamenti della Commissione, se siete d'accordo, e anche l'emendamento dell'Assessore Perron con una votazione congiunta. Tutti d'accordo? Bene. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 23

Favorevoli: 21

Contrari: 2

Astenuti: 12 (Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Fabbri, Gerandin, Grosjean, Morelli, Nogara, Roscio, Rosset, Laurent Viérin)

Il Consiglio approva.