Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1829 del 24 febbraio 2016 - Resoconto

OGGETTO N. 1829/XIV - Interpellanza: "Interventi per la risoluzione del contratto stipulato con la Cooperativa Indaco per il servizio regionale residenziale di assistenza e accoglienza a persone con disabilità psicofisiche".

Rosset (Presidente) - Punto n. 34 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, chiede la parola il Consigliere Ferrero, ne ha la facoltà.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Non sarà una ripetizione, io la potrei chiamare: "la vera storia della comunità protetta di Montjovet", che inizia nel lontano 2007, quando all'inaugurazione nella struttura c'è un certo Assessore che si chiama Fosson e che, guarda caso, è lo stesso che ricopre la carica di Assessore oggi, che parla di una struttura di eccellenza ed è presente anche il Vescovo, che dice: " questa struttura ha un valore aggiunto: quello di essere inserita in un paese dove la solidarietà umana si percepisce molto più concretamente". La Regione all'epoca ha cacciato fuori per questa struttura 867 mila euro, questo risulta dai giornali che non sono stati smentiti. Siamo nel lontano 2007, dal 2007 al 2013 la struttura viene gestita da una cooperativa che si chiama ASA, è una struttura veramente all'avanguardia, io ho visto che all'interno ha veramente delle caratteristiche a livello di assistenza che non si ritrovano in tante altre strutture, e poi succede una cosa strana: nel 2013 viene fatto il bando per il rinnovo del famoso contratto, o comunque della convenzione con chi deve gestire la struttura. Al bando viene presentata una sola offerta: è l'offerta già di chi gestiva la struttura che chiaramente era in possesso dei requisiti, ma poco dopo l'Assessorato ha revocato il bando che ha fatto prima e ha detto: "ci siamo sbagliati, non abbiamo inserito nel bando il fatto che la struttura che noi vogliamo costituire per gli ulteriori anni e che deve assistere 15 persone disabili deve essere localizzata in un determinato territorio". Allora rifanno il bando e qui ci sono le sorprese, perché, quando si rifà un bando con una motivazione, si pensa che il bando successivo abbia le stesse caratteristiche del bando precedente, invece il bando stranamente viene completamente stravolto, ma non nella forma, nella sostanza, perché dal capitolato sparisce la necessità di presentare la planimetria dei locali disponibili, quindi in pratica tu che ti candidi a gestire una struttura per persone disabili non devi più avere la planimetria dei locali disponibili, quindi non devi essere in possesso dei locali. Strano perché uno che si candida a svolgere un servizio del genere quanto meno i locali dovrebbe averli. Spariscono anche le specifiche caratteristiche di idoneità della struttura e quindi tu puoi avere sostanzialmente una struttura con delle caratteristiche più elastiche, che strano... Viene abbassata nel bando successivo anche la capacità finanziaria delle ditte che devono partecipare e quindi viene ridotta da 3,944 milioni a 3,586 milioni. Viene variata - e questa è la cosa importante - anche la prescrizione che prevede la disponibilità ad impegnarsi di possedere all'atto dell'aggiudicazione definitiva una sede: "possedere alla stipula del contratto la sede". In pratica quindi chi presenta l'offerta non deve documentare il fatto che ha i locali idonei disponibili.

Al secondo bando presentano le offerte due soggetti: l'ASA, cioè quelli che già gestivano precedentemente, e la Cooperativa Indaco che è capogruppo di un raggruppamento temporaneo di imprese e qui la cosa è veramente da rimanere a bocca aperta, perché in fase di primo esame della documentazione la Cooperativa che prima gestiva il servizio raggiunge un punteggio di 38,7 quando il punteggio minimo era 42. In pratica quindi gli si dice: "voi non avete i requisiti tecnici", perché si parlava di requisiti tecnici per gestire la struttura, diversamente la nuova Cooperativa che si è candidata ottiene 60 e quindi rimane l'unica a concorrere alla gara che quindi si aggiudica. La cosa strana è che si va in regime di proroga per circa due anni, perché i locali di Arnad - come era stato precisato già dal collega precedentemente -, che dovevano essere i locali in cui doveva essere inserita la struttura, non esistono, nel senso che sono dei locali che appartengono penso alla Curia, alla parrocchia di Arnad - sono dei locali, tra l'altro, soggetti a vincoli, quindi anche una ristrutturazione diventa molto difficile: ecco perché si sono inceppati i lavori - e, di conseguenza, con una serie di proroghe si continua a far gestire a quelli che gestivano prima i servizi, fortunatamente io dico, perché lì effettivamente la struttura era idonea.

Improvvisamente nel mese di gennaio succede una cosa molto strana: in via d'urgenza prendono questi 15 disabili, che sono diventati poi 13, e dalla struttura di Montjovet li sbattono in un ostello di Lillianes, un ostello, cioè una struttura turistica che fa anche somministrazione di alimenti e bevande, per carità. Come già il collega ha detto, io mi sono premurato di andare a fare una verifica dei locali che erano occupati precedentemente dai disabili e dei locali dell'ostello. L'ostello non è una struttura sanitaria, ci sono due bagni per i disabili al primo piano e un bagno per i disabili al piano terreno parzialmente utilizzabile, perché ha delle limitazioni, non ha la vasca da bagno, mentre invece nella struttura precedente, com'era peraltro prescritto, avevano un bagno in una stanza di due persone. Non esiste un punto in cui i disabili possano fare tutte quelle attività che erano svolte invece in locali appositamente creati nella struttura di Montjovet e, di conseguenza, queste persone cosa stanno a fare tutto il giorno? Lo stesso posto in cui viene effettuato il servizio di mensa, che è di una struttura alberghiera, è molto ristretto, io l'ho visto, è limitato, ma soprattutto - la cosa fa ridere, ma c'è poco da ridere - se andiamo a vedere i letti, hanno dovuto togliere dei letti a castello, togliere la parte di sopra per far stare questi poveri cittadini valdostani disabili, perché sennò non si infilavano sotto. Tenete conto che le stanze quindi non sono dotate di servizi, non hanno - come previsto in tutti i disciplinari - la luce per una chiamata, se questi disabili hanno bisogno di qualcosa, cosa fanno? Si mettono ad urlare di notte? I letti non sono letti che sono per persone che hanno quel tipo di esigenza, andate a vedere i letti che ci sono a Montjovet: sono letti con determinate caratteristiche, sono i letti che noi troviamo negli ospedali: con materassi particolari, con possibilità di regolazione che sono regolazioni particolari. La fretta di sbattere queste persone sostanzialmente in un ostello non si capisce o si potrebbe capire? Io ho cercato di capirlo, ma entrare nella mente perversa di certi uffici della Regione, non lo so, diventa un po' complicato. Per carità, è vero che sono particolarmente sospettoso, sono particolarmente diffidente, però poi mi si accende una lucina e vedo nella visura camerale della società Indaco Presidente del Consiglio d'amministrazione Eugenio Torrione, figlio, se non sbaglio, a meno che non sia un caso di omonimia, di un ex Consigliere regionale. E qui mi sento di rassicurare il Presidente Rollandin che diceva: "non vogliamo mica penalizzare i figli, i parenti e i cugini dei politici!", vede che anche in questo caso non si è trattato di una penalizzazione.

Si dà atto che dalle ore 17.58 riassume la presidenza il Presidente Marco Viérin.

Viérin M. (Presidente) - La parola all'Assessore Fosson.

Fosson (UV) - Grazie dottor Ferrero. Certo che in una storia di controversie, di ricorsi, eccetera, è facile vedere influssi di qualcuno, episodi curiosi o parentele. La storia lei l'ha descritta, ha detto giustamente che è iniziata una storia di Montjovet nel 2007, e non nel 2009, e poi io non è che ci sia stato sempre, e lei ha detto che poi sono ancora qui, però c'è stato un lungo periodo in cui non ci sono stato, se mi permette.

Quello che è stato ereditato è tutto un contenzioso che è terminato soltanto a gennaio di quest'anno, a cui ho già risposto al Consigliere Gerandin: è un contenzioso amministrativo, questo è evidente. I vari passaggi - abbiamo i verbali - sono stati confrontati a lungo anche con il nostro Ufficio legale e, io vi pregherei, visto che siete più esperti di me, di prendere anche contatto con esso.

Per rispondere alle sue domande puntuali: "qual è il dirigente o l'organo regionale che ha autorizzato il trasferimento...", il Dirigente attualmente competente è la dottoressa Gabriella Furfaro, che è a capo della struttura Disabilità e invalidità civile solo da un anno mentre prima c'era un altro dirigente che conduceva la struttura. Gli uffici, prima di procedere alla firma del contratto definitivo, che contempla la possibilità dell'esecuzione del servizio presso una sede provvisoria per un periodo limitato di tempo, stanno terminando, ai fini dell'efficacia dell'aggiudicazione definitiva, le verifiche del possesso dei requisiti sia di ordine generale previsti dall'articolo 38 del Codice dei contratti pubblici, sia dei requisiti di ordine speciale previsti a termini di legge, e tenuto conto che tale contratto non può essere stipulato prima di 35 giorni dall'avvio del servizio stesso, e dopo queste segnalazioni su questo staremo ancora più attenti. Tali accertamenti sono "soggetti a scadenza" a causa dei continui rinvii dovuti al susseguirsi dei ricorsi e gli uffici stanno ripetendo per la terza volta i medesimi.

"Qual è la motivazione in base alla quale in fase di pubblicazione del nuovo bando - nel 2013 - sono state cancellate alcune prescrizioni...": quello che diceva lei, la risposta è che l'Amministrazione decise allora di annullare in autotutela la gara indetta con PD n. 1411/2013 e di procedere con una nuova indizione, in quanto nel PD c'era - così mi è stato riferito - una divergenza fra il bando e quanto prevedeva la delibera. Non veniva definito infatti il distretto in cui doveva avere sede la struttura, come stabilito invece dalla DGR del 2010 (Determinazione dei fabbisogni), quella che citavo prima. Inoltre il prevedere tra i requisiti strutturali l'obbligo che la struttura fosse già autorizzata sarebbe stato incompatibile con il principio del favor partecipationis, cioè non si poteva richiedere ad un nuovo concorrente di avere una struttura senza aver saputo prima se aveva vinto o no la gara. Entro sei mesi era prevista, anche perché era possibile solo quella, un'autorizzazione nel territorio. Gli uffici scrivono che ci fu allora un errore e un'incongruenza tra la delibera e il bando.

Terza domanda: "ai fini della dimostrazione del triennio di esperienza professionale, quale tipologia precisa di servizi per disabili è stata svolta...da parte del raggruppamento temporaneo facente capo alla Cooperativa Indaco...": per ciò che concerne l'esperienza professionale, nel premettere che i concorrenti rilasciano in sede di gara un'autodichiarazione mediante un format predisposto dall'Amministrazione e considerato che, in caso il concorrente sia il gruppo, ai sensi dell'articolo 163, il requisito può essere soddisfatto dal raggruppamento nel suo complesso, i servizi presi in considerazione sono stati i seguenti: soggiorni residenziali marini per soggetti con disabilità per un periodo di oltre cinque anni e vari progetti speciali di cui all'articolo 14, comma 1, della legge regionale con requisiti che sono stati ampiamente valutati e considerati dal punto di vista amministrativo nei due ordini di giudizio.

"Se alla luce delle inadempienze, prima fra tutte l'indisponibilità dei locali dichiarati dalla cooperativa interessata in sede di offerta e delle violazioni del capitolato, è intenzione del Governo regionale intervenire immediatamente mediante risoluzione del contratto nei confronti del raggruppamento Indaco...": ad oggi il contratto non può essere stipulato in quanto devono trascorrere 35 giorni dall'avvio del servizio che è stato avviato il 27 gennaio, ma i livelli di giudizio prevedono che non c'è stata violazione. Vede, dal punto di vista politico, noi abbiamo cercato di far sì che i ragazzi continuassero a vivere le proroghe, e non fossero traumatizzati da nulla e si potesse continuare quest'assistenza. Dal 16 gennaio queste proroghe non erano più possibili e abbiamo cercato, come ho detto prima, di far sì che chi aveva vinto, l'aggiudicatario, ritenesse di non dover più continuare un rapporto con la precedente Cooperativa e che sarebbe stato forse più semplice per i ragazzi. Ci rendiamo perfettamente conto che la sede che lei ha descritto - è corretto, anche se sono state fatte delle modifiche - è solo una cosa temporanea per non interrompere un servizio. Questo è quello che posso dire io su questa questione.

Presidente - La parola al Consigliere Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Da quanto abbiamo detto emerge una cosa molto semplice: nel secondo bando casualmente - io dico "casualmente" per carità - è stato cucito un cappottino addosso fatto apposta per il raggruppamento che ha vinto. Tutte le caratteristiche sono state fatte per riuscire a soddisfare i requisiti che aveva il secondo raggruppamento. Lei mi ha detto requisiti che dovevano essere soddisfatti entro sei mesi dal momento dell'aggiudicazione con l'appalto, ma la verità è che sono passati ormai due anni e i requisiti non sono stati soddisfatti...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...non importa...allora noi andiamo a fare le veci e a privilegiare il privato o a rispettare i contratti? In questo caso siamo andati a facilitare una situazione privata, lo sapete benissimo che non è provvisoria la sistemazione all'ostello perché giù ad Arnad prima che siano finiti i lavori passeranno ancora mesi e intanto questi poveretti saranno sistemati in una struttura che non è adeguata.

Io ribadisco: dato che siete stati così bravi in sede di autotutela all'epoca a rifare il bando, io vi chiedo entro 10 giorni da oggi in sede di autotutela di revocare tutte le autorizzazioni alla Cooperativa Indaco e alle imprese che fanno parte del raggruppamento e ad applicare le sanzioni che sono previste nei capitolati. Trascorso il termine di 10 giorni, io mi sentirò tranquillo di presentare un esposto alla Procura della Repubblica per abuso d'ufficio, turbativa d'asta e omissione d'atti d'ufficio, sarà il giudice che verificherà se ci sono questi presupposti. Fatto sta che sono state violate palesemente le norme del capitolato, le norme che erano previste nel bando, nessuno ha fatto una piega e la cosa più grave è che dei dirigenti regionali si sono prestati a fare il sopralluogo e sono andati a dire che andava bene una struttura che, in base ai documenti - io ve li posso leggere adesso -, non è idonea, quindi si sono assunti una responsabilità che è grandissima, ma a che pro? Per carità, gli sbagli si possono fare, c'è un istituto che si chiama autotutela, in sede di autotutela tornate indietro su questa questione, perché sennò in Procura ci finirà tutto. Io chiederò anche al collega Gerandin se è disponibile, ma su questa cosa i disabili trattati come pacchi postali e mandati tranquillamente come fossero in ferie in un ostello...ma non sono persone che nell'ostello ci stanno bene come un qualsiasi turista, hanno bisogno di tutta una serie di servizi che lì non ci sono e se qualche dirigente regionale imparasse a leggere l'italiano, si fosse letto gli appalti, si fosse letto forse quello che addirittura ha scritto lui, questa cosa non sarebbe successa.

Ho sentito, tra l'altro, delle cose - e qui finisco - che riguardano i rapporti o comunque quanto è stato detto da qualcuno ai parenti delle persone disabili che adesso sono su a Lillianes. Io raccomando a tutti molta prudenza nel parlare e nel fare anche certe affermazioni, perché sennò dovranno dare conto di quello, come dovranno dare conto di certe scenette che sono accadute in fase di apertura la seconda volta delle buste tra presidenti della commissione e qualche legale rappresentante di qualche azienda, cose che sono indegne veramente di una sede istituzionale. Qualcuno dovrebbe limitarsi, perché ci possono essere anche dei rapporti di conoscenza interpersonali, ma in certe sedi il dirigente è un dirigente, il presidente della commissione è il presidente della commissione, il componente è un componente e devono comportarsi in maniera imparziale e non far trasparire cose che sono veramente inopportune. Comunque, io ho dato una mano, non ho interesse a fare nessuna questione, tutti possono sbagliare, però se andate avanti e se ritenete di andare avanti così, io andrò avanti, la settimana prossima sarò in Procura con l'esposto.