Oggetto del Consiglio n. 1667 del 17 dicembre 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1667/XIV - Interpellanza: "Risultati conseguiti dall'attuazione del Piano Garanzia Giovani per il periodo 2014-2020".
Presidente - Per l'illustrazione chiede la parola la Consigliera Morelli; ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Merci Président.
Sull'attuazione del Piano Garanzia Giovani avevamo già interrogato la primavera scorsa l'allora Assessore Marquis. È un programma nazionale che ha un'applicazione in tutte le Regioni, e a cui la nostra Regione ha consacrato 2 milioni e 300 mila euro. Questo è un piano rivolto ai giovani tra i 15 e i 29 anni che si trovino nella condizione di non lavorare, che non studino e non seguano nessun tipo di attività di formazione, quelli che vengono definiti "Neet". Un programma che, in Valle d'Aosta come in tutta Italia, ha prodotto grandi aspettative nella platea dei giovani, almeno fra coloro che ne sono venuti a conoscenza.
Ora vorremmo capire, a conclusione di questo primo piano, quali sono stati i risultati effettivi, concretamente quale ricaduta ha avuto sui giovani, perché le diciamo francamente, Assessore, che abbiamo avuto un'eco alquanto critica giustamente rispetto alle ricadute, e non solo per quanto riguarda il risultato generale numerico dei giovani che sono stati effettivamente coinvolti, ma anche riguardo proprio all'applicazione di questo piano. Molte criticità sono state riscontrate. È un piano a cui avevano aderito 833 giovani valdostani; sono tanti, come numero in assoluto, ma se rapportati al numero che l'ISTAT individuava della fascia dei giovani tra i 15 e i 29 anni che potevano essere destinatari di questo piano (che era di 3.500), in fondo sono relativamente pochi, e sono anche relativamente pochi rispetto a quanto individuava il Piano regionale che valutava in 2.000 giovani il numero da prendere in carico. Rispetto al numero, alla platea, ha aderito circa il 25 percento, e ci sembra che sia un numero relativamente basso. Il piano si dava obiettivi molto ambiziosi, giustamente ambiziosi, perché il problema della disoccupazione giovanile è estremamente grave, anche nella nostra Regione - si parla del 30 percento - e questo piano si poneva come obiettivo di fronteggiare l'incremento di disoccupazione aumentando l'occupabilità, di sostenere i processi di qualificazione professionale di inserimento lavorativo dei giovani attraverso attività di accompagnamento e di supporto, di accrescere le opportunità di crescita e mobilità professionale dei giovani, e anche creare proprio in modo molto concreto opportunità ai giovani di entrare nel mondo del lavoro, attraverso attività...
Presidente - Chiederei un po' di silenzio, per cortesia, grazie.
...attività di formazione e di tirocinio che sono state attivate, e sappiamo con ritardo, perché già questo lo avevamo appreso durante la discussione della precedente iniziativa con l'allora Assessora Marquis.
Assessore Donzel, oggi le chiediamo di fare il punto della situazione, di fare un bilancio, se possibile, di questa attività che noi riteniamo estremamente importante, qual è la vostra valutazione, quali sono state le criticità effettivamente riscontrate, e quali le volontà per il futuro. Grazie.
Presidente - Per la risposta chiede la parola l'Assessore Donzel; ne ha facoltà.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Ringrazio la collega Morelli per avermi sollecitato su questo tema. Non ho la presunzione di arrivare a un bilancio conclusivo esaustivo con un'interpellanza, ma sicuramente la ringrazio di consentirci di fare un bilancio in itinere delle azioni che vengono messe in campo per i nostri giovani e, naturalmente, resto a disposizione della commissione competente per ulteriori dettagli e approfondimenti.
Intanto un chiarimento: Garanzia Giovani è un programma che si inserisce all'interno di un piano più ampio a sostegno dei giovani e quindi, oltre ai finanziamenti citati dalla collega correttamente, 2 milioni e 300 mila, esistono altri finanziamenti fino a un valore di quasi 8 milioni di euro sotto forma di altre misure aggiuntive rispetto a quello del cosiddetto "Programma Garanzia Giovani". Questo sta a significare l'attenzione che l'Amministrazione pone alla questione giovanile, che effettivamente è esplosa in modo radicale sul territorio nazionale e che, anche da noi, è un problema molto serio che merita una grossissima attenzione di sistema, oltre alle misure specifiche di cui poi le darò un dettaglio merita veramente di essere pensato in termini generali.
Una prima considerazione: il problema dell'occupazione giovanile naturalmente si colloca in un contesto di forte crisi occupazionale generale, ma, anche per quanto riguarda la Valle d'Aosta, in un ripensamento di sistema che tutti i gruppi politici auspicano. Il principale datore di lavoro, cioè il soggetto pubblico, come abbiamo esplicitato in un ampio dibattito durante la sede di bilancio, non assumerà più; c'è stata anche una discussione sul fatto che a fronte di 10 pensionamenti l'Amministrazione regionale ritiene necessario acquisire una sostituzione, c'erano anche giustamente dei gruppi che dicevano piuttosto "proviamo la mobilità" con soggetti di partecipate per andare a contenere la spesa pubblica. Pertanto se il principale soggetto che prima metteva a disposizione posti di lavoro sul territorio non è più quello, bisogna anche spiegare ai giovani che probabilmente quello che hanno fatto i loro genitori, cioè puntare a un posto nell'amministrazione pubblica, non è più quella la direzione a cui guardare, e quindi a riorientarli in un panorama dove la competizione c'è ed è forte. C'è una competizione forte, perché il Programma Garanzia Giovani di cui lei chiedeva conto innanzitutto ha visto l'adesione di 3.787 giovani; di questi, siccome era aperta a tutti, 1.900 erano di fuori Valle e questo dà l'idea anche del senso di competizione. Poi, per fortuna dei giovani valdostani, molti di questi di fuori Valle non hanno risposto alla chiamata dei nostri centri, quindi non si sono presentati, ma questo vi dà l'idea dell'impatto e anche dell'attrattività che ha il nostro territorio rispetto ad altri giovani, anche di fuori Valle, rispetto alla ricerca di un posto di lavoro. I nostri giovani si trovano quindi in una condizione anche di competizione forte, su cui prima magari alcune misure - penso all'interno dell'amministrazione pubblica, al fatto che siamo una Regione bilingue e che quindi occorreva comunque la perfetta conoscenza della lingua francese - potevano essere degli argini, ma noi sappiamo che queste formule non ci sono nel mondo privatistico, quindi una certa garanzia che potevano avere i nostri giovani di accesso al posto di lavoro non c'è più. Questa lunga premessa è per capire anche che tipi di ricadute ci possono essere.
Adesso arrivo a rispondere puntualmente alle sue domande. Allora, di quei 3.700 giovani che si erano iscritti le dico quanto segue: 1.500 non si sono neanche presentati ai colloqui, 1.364 sono stati presi in carico dai centri per l'impiego (708 di questi devono ancora confermare la loro adesione e devono avere un riscontro di colloquio per costruire un progetto con loro), 172 hanno terminato e interrotto la loro partecipazione. È interessante però andare a guardare cos'è successo ai giovani che erano coinvolti in questo percorso. Ecco il resoconto di quelli che hanno avviato il contatto di lavoro dopo aver aderito al Piano Giovani: 98 hanno avuto un contratto di apprendistato, 43 hanno un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, 50 hanno un lavoro intermittente, 2 hanno lavori socialmente utili, 13 hanno un lavoro a progetto occasionale, 2 hanno un lavoro autonoma a partita IVA, 331 hanno un lavoro dipendente a tempo determinato e 216 sono stati coinvolti in attività di tirocinio.
Sul tirocinio vorrei fare una puntualizzazione. È chiaro che l'aspettativa di lavoro è così forte nei nostri giovani - tengo anche a dire una cosa, che va ripensato l'approccio al lavoro del nostro sistema, e noi abbiamo anche un dinamismo dei nostri giovani che va riconosciuto - che ci sono giovani che studiano all'estero, studiano in regioni d'Italia anche lontane da qui, che hanno trovato occupazione all'estero, c'è gente che ormai risiede a Londra, a New York, anche questo va valorizzato, perché alcuni tipi di crescente professionalità in ambiti specifici non è detto che possano tutte trovare rispondenza nel nostro territorio. I giovani stanno comprendendo questo e stanno allargando la loro cerchia di ricerca del lavoro. Stiamo scoprendo che esiste un mercato del lavoro nella vicina Svizzera che è molto appetibile, che è molto interessante. Voglio essere molto chiaro con lei: questo non vuol dire scaricare altrove i problemi occupazionali del nostro territorio, perché anche qui il Dipartimento delle politiche del lavoro, che fa capo all'Assessorato dell'industria, deve interfacciarsi con una realtà poliedrica. Siamo una realtà a prevalenza turistica, esiste tutto un settore del commercio che non è sotto la diretta direzione del nostro lavoro, è un tema che è veramente trasversale a moltissimi Assessorati, per farle capire per esempio quello dell'edilizia, che spesso viene messo nei dati del nostro Assessorato, ma che per anni ha fatto riferimento in maniera importante all'Assessorato delle opere pubbliche. C'è tutta una mole di attività da mettere in moto, perché ci sia poi un riscontro rispetto a questi percorsi.
Allora, per ritornare ai tirocini, le aspettative dei giovani erano di approcciarsi a un vero e proprio lavoro, ma proprio le parti sociali, i sindacati, anche negli ultimi incontri in cui abbiamo rivisto tutto il regolamento, hanno teso a ribadire in maniera assoluta che non si tratta di lavoro, bensì di formazione lavorativa. Allora l'aspettativa di arrivare a fine mese e avere "lo stipendio" non c'è. Questo ha creato dei problemi, perché il meccanismo che noi abbiamo creato, stando nello schema nazionale, comporta una rendicontazione degli uffici che arriva entro 10 giorni dalla fine del primo mese di lavoro, viene trasmessa all'INPS, l'INPS provvede al pagamento entro il secondo mese successivo; capisce che molti giovani si lamentavano del fatto che andavano a lavorare ma che nessuno li pagava. È chiaro che l'attività di tirocinio non è un lavoro per cui si viene pagati mese per mese; anche qui dobbiamo anche formare meglio questo percorso, e i centri per l'impiego stanno svolgendo questa attività.
Una delle criticità che abbiamo ovviamente riscontrato è che fare bene questa attività - come si stanno veramente sforzando di fare i centri per l'impiego che, devo dire, sono molto motivati su questo pezzo dei giovani - richiede energie che (bisogna anche riconoscerlo) per l'attuale strutturazione non erano pronte, tant'è che con un'altra interpellanza avevo spiegato che abbiamo già rafforzato e rafforzeremo ulteriormente i centri per l'impiego per recuperare questa criticità.
Le volevo anche dire che il programma non è chiuso, lo continueremo e lo implementeremo negli anni successivi, anche integrandolo con nuove risorse della nuova programmazione. L'attenzione a questo tema c'è, le criticità non le nascondiamo, le abbiamo individuate, ma stiamo cercando di superarle. Naturalmente lo sforzo maggiore sarà quello che ci verrà dato dalla compartecipazione di tutti i promotori di economia in Valle d'Aosta a sviluppare anche un tessuto che permetta tutto questo sforzo di formazione e di avvicinamento al lavoro traducendolo poi in occupazione vera e propria. Dal nostro punto di vista, quindi, il bilancio è positivo, ma va rafforzato e portato in un crescendo nei prossimi mesi.
Presidente - Grazie Assessore. Per la replica chiede la parola la Consigliera Morelli; ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Merci Président.
Assessore, le dirò che mi ero appuntata alcuni concetti che ho ritrovato nella sua risposta. Condivido il fatto che noi dobbiamo spronare i giovani ad essere propositivi, ad essere dinamici, perché il mondo è cambiato, la situazione è completamente cambiata. Però, quando vengono lanciati questi programmi, la prima cosa è non creare delle illusioni, mentre la politica normalmente, quando lancia un piano di questo tipo, tende ad enfatizzare e automaticamente crea aspettative che poi vengono disattese, perché sappiamo qual è la situazione, lo sappiamo tutti! In questo senso io ritengo che vada fatta un'opera di informazione corretta, onesta, perché le delusioni per questo Piano Garanzia Giovani sono state tantissime, e io immagino che voi, come noi, riceviate segnalazioni, riceviate mail. I giovani delusi sono proprio tanti, ce lo dicono i numeri che ci ha dato lei; sì, siamo riusciti a soddisfarne forse una metà, facendo i conti della serva, che può essere un buon risultato come inizio, però ne abbiamo scontentati altrettanti.
Io avevo ricevuto una mail già all'epoca, quando avevo sottoposto la questione all'Assessore Marquis, di una ragazza che denunciava il ritardo con cui è partita questa programmazione, sicuramente per difficoltà della struttura che non era attrezzata per, però i ritardi ci sono stati, tutto è partito in ritardo nell'attuazione di questo piano. Ora, questa ragazza mi ha rimandato un'altra mail dicendomi che la sua situazione è naufragata. La cosa che mi ha colpito non è il fatto che abbia fatto questa rimostranza con rabbia, c'era essenzialmente della rassegnazione, perché evidentemente le sue aspettative sono state completamente deluse e non vede una soluzione. Ci sono giovani che sanno proporsi, che sanno essere dinamici, ma ce ne sono altri che forse, per un'infinità di motivi, vanno più accompagnati e più stimolati.
Le criticità che noi abbiamo registrato e di cui lei, Assessore, dice di essere a conoscenza, stanno nell'eccessiva burocrazia, questo ce l'hanno segnalato sia le aziende che hanno aderito, sia gli enti di formazione accreditati. Ci rendiamo conto che è un programma nazionale, ma noi abbiamo una fase di applicazione regionale, su cui sicuramente - magari non completamente - possiamo incidere. Tenetene conto per la prosecuzione del programma, perché è stata una lamentela molto forte, è giusto che gli enti vengano controllati, però non bisogna nemmeno arrivare alla pignoleria, alla maniacalità del controllo. Bisogna cercare di far andare avanti le cose rapidamente, perché i giovani aspettano risposte rapide.
Sui ritardi dei pagamenti, anche lei ha detto giustamente che c'è un tempo obbligatorio per cui l'INPS non può pagare nel mese corrente, ma c'è uno scarto di un mese, mentre ci sono stati segnalati ritardi di più mesi, e anche solo i 500 euro che spettano ai giovani per i tirocini per loro sono importantissimi, anche questo dipende in parte dalla celerità con cui gli uffici affrontano le pratiche.
La scarsa informazione: la scarsa informazione c'è stata sia per quanto riguarda i giovani, sia per quanto riguarda le aziende che avrebbero potuto aderire. Spesso a noi è successo di rilevare che le aziende non ne sapevano niente, sono state contattate probabilmente le associazioni di categoria, ma in una regione come la nostra, dove i numeri sono relativamente piccoli, possiamo fare un'informazione capillare presso tutte le aziende che potenzialmente potrebbero essere interessate.
Il messaggio che condivido con lei è pertanto questo: non creiamo illusioni, cerchiamo di rispondere il più puntualmente possibile, perché la nostra generazione ha avuto una fortuna enorme rispetto alla situazione in cui vivono le generazioni dei nostri figli, e quindi è giusto che loro sappiano quali sono esattamente le possibilità, non creiamo illusioni e cerchiamo di dare risposte concrete. Grazie.
Presidente - Grazie collega Morelli. Chiede la parola il Consigliere Bertschy, per?
Bertschy (UVP) - Per mozione d'ordine.
Ieri, in Conferenza dei Capigruppo, ci eravamo impegnati a non presentare delle risoluzioni per questa mattina. Le vicende della sanità - ne abbiamo parlato anche poc'anzi con l'Assessore Fosson - sono in evoluzione, c'è molta tensione. Eviteremo di presentare una risoluzione per correttezza, anche per i rapporti che ci devono essere tra di noi, però chiediamo veramente all'Assessore di guardare con attenzione quello che sta succedendo. Le comunicazioni che sono uscite tra ieri e oggi sono molto pesanti, credo che non siano utili in questa fase di riorganizzazione della trattativa. Domani mattina ci vedremo in commissione, avremo modo di chiarirci, però ribadiamo - credo anche a nome di tutti i colleghi dell'opposizione - la massima attenzione su tale questione, perché non è il momento di rendere ancora più aspra la trattativa che è in essere. Ognuno ha un suo ruolo, e noi, come politici, dobbiamo cercare di creare le condizioni perché le cose si svolgano nella maniera giusta, e nello stesso tempo non è il momento di leggere certe comunicazioni che sono uscite.
Concludo ringraziando per la pronta risposta del Governo regionale, avuta attraverso l'Assessore e i Presidenti di Commissione Isabellon e La Torre, per la convocazione della IV Commissione che ci permetterà di iniziare a fare un percorso sui problemi della Lavazza. Oggi abbiamo letto sul giornale che si avvia la cassa integrazione e sappiamo che questa è una parte del problema, perché la concentrazione e l'attenzione che dobbiamo porre sul problema è quella di trovare un futuro occupazionale ai lavoratori, perché poi un anno di cassa integrazione passa veloce. Grazie.
Presidente - L'ordine del giorno è completato, quindi l'ultima adunanza del 2015 del Consiglio termina qui. Mi è gradita l'occasione per formulare da parte del Consiglio a tutti voi e alle vostre famiglie i più cordiali auguri di buone feste. Mi è gradito formulare anche agli organi di stampa il ringraziamento e gli auguri di buone festività. Grazie a tutti e buon 2016.
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L'adunanza termina alle ore 11,46.