Oggetto del Consiglio n. 1664 del 17 dicembre 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1664/XIV - Interpellanza: "Azioni poste in essere per il riutilizzo dell'area ex Tecdis di Châtillon".
Presidente - Per l'illustrazione chiede la parola il Consigliere Chatrian; ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente. Come gruppo abbiamo voluto presentare nuovamente un'iniziativa puntuale proprio sull'area strategica di Châtillon, ex Tecdis, di proprietà di Vallée d'Aoste Structure. Eviterò di fare il percorso che ci ha portato all'oggi, perché più volte in quest'aula l'abbiamo affrontato, in questa legislatura e anche nella passata.
Nel mese di luglio noi avevamo chiesto all'Assessore Donzel lo stato dell'arte, visto e considerato che l'azienda interessata allo stabile, con tanto di contratto di comodato, il 30 giugno ha deciso diversamente, ci ha lasciato in braghe di tela e ha deciso di fare altre operazioni. Al di là di cosa ha deciso il potenziale imprenditore, noi ci troviamo comunque un'area infrastrutturata interessante, di proprietà pubblica, e quindi dal nostro punto di vista merita numerose iniziative per poter ridare linfa, ridare posti di lavoro e rilanciare un'area anche strategica dal punto di vista infrastrutturale. Ho voluto inserire nelle premesse le dichiarazioni fatte dal collega Donzel nel mese di luglio per contestualizzare l'area, i punti di forza e anche i punti di criticità, proprio per andare in quella direzione. Il 30 giugno 2015 quell'imprenditore ci ha comunicato che non gli interessa più l'area; bene, gradiremmo sapere cosa si è fatto e cosa si sta facendo dal 30 giugno ad oggi.
Vorrei mettere sul tavolo qualche altro elemento. A luglio il collega mi diceva che lo sforzo che sta facendo l'Assessorato è quello di incominciare a chiarire bene qual è il ruolo dei soggetti, chi fa che cosa - cose che personalmente da anni ribadisco, in quest'aula - cosa fa Vallée d'Aoste Structure, cosa fa Finaosta, cosa fa il Governo regionale, e chi si occupa di che cosa, perché poi alla fine parliamo di sburocratizzare, di semplificare e di tante cose, ma alla fine sovente non è così.
Questa mattina col collega Fosson affrontavamo un tema spinoso, e non so se sono riuscito a far capire l'elemento principale: la politica faccia politica e cerchi di dare gli indirizzi, chi deve attuarli metta in atto quello che ha deciso il decisore, perché poi se c'è un'intesa tra le parti politiche - maggioranza e opposizione - è ancora tutta un'altra cosa. Condivido quando il collega dice che noi abbiamo un ruolo e che ci sono altri ruoli, però alla fine la macchina deve funzionare per trovare le soluzioni. Ad una battuta che facemmo nel luglio 2015, durante un intervento analogo, l'Assessore ci rispose che praticamente doveva ancora bussare per poter entrare all'interno di questo stabile. Bene, adesso sono sei mesi che non dobbiamo più bussare, la proprietà è di nuovo completamente nostra, non avevamo alienato la proprietà, ma c'era un comodato in essere, quindi adesso possiamo fare quello che vogliamo.
Al di là di queste considerazioni di natura generale, indubbiamente la nostra intenzione è quella di sapere che cosa si è fatto in questi sei mesi, ci focalizziamo su quest'area. Ieri la collega Certan ha presentato un'iniziativa del nostro gruppo sullo stato dell'arte della Bassa Valle legato alle proprietà pubbliche, e colgo l'occasione per aprire solo una piccola parentesi: sempre ieri, il collega Donzel ha calcato parecchio sui tempi lunghi della pubblica amministrazione, della burocrazia, degli uffici tecnici, cose che, mi sembra, il nostro gruppo diverse volte non solo ha evidenziato, ma di cui ha anche cercato di sfatarne il mito. Sentendo il Governo o il Presidente - e mi spiace che non sia presente il Presidente -, tutte le volte che noi sollecitiamo in questa direzione sembra sempre che invece qui la macchina pubblica funzioni non alla grande, ma alla grandissima. Da una parte mi fa piacere che il collega Donzel abbia potuto toccare con mano che non è sempre così, e quindi mettiamoci pure tutte le nostre energie per andare a migliorare la rapidità, l'efficacia, l'efficienza della macchina pubblica, soprattutto chi fa che cosa, però alla fine qualcuno dovrà pur prendere una decisione! Va bene la condivisione, va bene il confronto, ma poi alla fine ci sono delle criticità bisogna comunque risolverle. Mi spiace che non sia presente il Presidente della Regione, perché tutte le volte che noi interveniamo sullo stato dell'arte, sul termometro della semplificazione della macchina pubblica, sembra quasi che noi vogliamo solo enfatizzare questa pesantezza, questi tempi lunghi, questa difficoltà del semplice imprenditore o artigiano nei confronti della pubblica amministrazione. Ricordiamoci sempre che a monte del dirigente, dei funzionari e degli uffici tecnici c'è un decisore politico, perché diversamente potremmo chiudere il Consiglio regionale, i Consigli comunali, e avere solo dei funzionari, dei segretari e dei dirigenti. Non è così! Qui oltretutto noi possiamo legiferare in materia a differenza dei Sindaci, dei Consigli comunali o dei Comuni, noi possiamo incidere, modificare, riscrivere le regole, e quindi penso che tocchi a noi a fare quella parte. Aspettiamo le risposte su questo tema, per l'importanza strategica che ha per la Media Valle, ma non solo. Grazie.
Presidente - Per la risposta chiede la parola l'Assessore Donzel; ne ha facoltà.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Collega Chatrian, vedrò di rispondere puntualmente all'interpellanza e poi di raccogliere anche le considerazioni da lei aggiunte sulla questione della burocrazia, che ho ascoltato con attenzione. Vorrei però ribadire, anche se ci sono solo io, in qualità di Assessore alle attività produttive, che l'assenza del Presidente Rollandin era comunicata, il Presidente è impegnato a Roma in una delicatissima riunione sull'elezione della Conferenza delle Regioni, quindi non è un'assenza momentanea e improvvida dal Consiglio regionale. Mi prenderò comunque la responsabilità, nonostante la non presenza del Presidente, di intervenire anche sulla questione aggiuntiva che ha posto sulla burocrazia, che comunque ritengo inerente al ragionamento complessivo della sua interpellanza.
Non le ricostruisco di nuovo tutta la vicenda Tecdis che ho già fatto nell'interpellanza precedente, però richiamo solo che dalla crisi della Tecdis ad oggi sono passati 10 anni. Il 2007 è proprio l'anno della chiusura definitiva, ma la Tecdis aveva già ben dimezzato i suoi dipendenti, e quindi ad intervenire in quei casi lì si arriva un pochino in ritardo. Furono scelte di allora, e non è questa la sede, perché dobbiamo guardare a cosa fare per il futuro di quell'area. È stato fatto un tentativo assolutamente importante che è stato a sua volta oggetto di interpellanze; ricordo in particolare quella del collega Rosset del 2014, che tornerò a citare, e che in qualche modo contestava anche un certo tipo di impostazione, secondo me invece molto lungimirante, e cioè rendere una struttura così rigida e così importante come quella della Tecdis in un polo di attrazione per una pluralità di soggetti, cosa su cui si impegnò molto il collega Marquis, ma che sostanzialmente venne meno, perché il soggetto in essere non aveva quella forza dal punto di vista finanziario necessaria per mettere in moto un progetto di quel tipo.
In passato, con finanze regionali di tipo diverso, è stato facile magari supportare certi tipi di progetto, ma vorrei ricordare ancora oggi quante volte in passato abbiamo detto che la Regione regalava soldi a imprenditori che poi scappavano via col bottino e dicevamo: "basta soldi alle attività imprenditoriali di un certo tipo". Vanno quindi vagliate in modo accurato le potenzialità degli imprenditori che intendono investire sul nostro territorio. Riprenderò magari questo passaggio. Quando faccio poi riferimento allo snellimento della burocrazia non intendo assolutamente criticare l'attività dei nostri funzionari, i quali sono tenuti dalle norme in essere a verificare tutta una serie di passaggi che alle volte rendono così complicato l'iter da renderlo stancante, sia per l'imprenditore che per il funzionario, e alcuni passaggi previsti in Finaosta sono addirittura imprescindibili. Visto che qui arrivano giustamente interpellanze anche per 100 euro, figuriamoci quando andiamo a parlare di milioni di euro! Ci vuole un controllo, una puntualità assoluta su questo controllo.
La sostanza è che cosa pensiamo di fare con la struttura Tecdis, senza andare a dire che dopo 10 anni questa struttura si è deteriorata, che ha subito anche un furto durante il periodo del comodato d'uso, quindi non imputabile alla gestione di VdA Structure. Intanto riparto di nuovo dall'interpellanza del 2014 che fece il collega Rosset e con cui criticava la scelta (ma ci sta): "quale miracolo ci si aspetta da questa azione" - riferito all'azione di VdA Technology - e "stupisce la porta in faccia a tanti seri artigiani che nella zona non trovano spazio". Che cosa ha fatto l'Assessore? Il 27 di agosto 2015 ho portato un gruppo di imprenditori valdostani, già operanti in aree limitrofe, per fare un confronto propedeutico con loro sull'utilizzo di quell'area. Non sapevo che lei avesse suggerito questa cosa, Presidente Rosset, ma mi è sembrata la prima cosa da fare, partire dal territorio, cioè coinvolgere gli attori di un territorio e renderli protagonisti di un'azione. E non l'abbiamo fatto solo per la Tecdis. Abbiamo detto: prendiamo l'area di Saint-Vincent e Châtillon, dove c'è anche l'altra grossa criticità della Fera di Saint-Vincent, storicamente in condizione di semi-abbandono nella parte principale - perché poi c'è una piccola attività produttiva anche lì - e cerchiamo di vedere se ci sono degli attori. Attori ce ne sono, ma ovviamente non hanno da soli il potenziale per fare questa cosa, per cui abbiamo detto: provate a consorziarvi, a mettervi insieme, provate comunque a mandarci delle segnalazioni ufficiali che ci permettano di fare anche azioni programmatorie e scriveteci che vorreste essere insediati in una certa area - quella della Tecdis o di Saint-Vincent, che sono vicinissime ed entrambe raggiungibili - per un tot di metri quadri, al fine svolgere un certo tipo di attività.
Se noi riusciamo a raccogliere tutte le esigenze, possiamo immaginare anche un progetto regionale. Questo non toglie che non si guardi intorno anche all'esterno. La Tecdis, in particolare, è stata oggetto di attenzione, sono state coinvolte in trattative importanti ditte come la Beghelli, la Siemens, sono stati presi oltre quindici contatti, e non in questo breve periodo in cui ci sono io, ma nel corso degli anni. Ovviamente non si sono mai tradotte in un progetto concreto per la rigidità che ha quella struttura, tant'è che, in data 30 ottobre, abbiamo coinvolto anche le Amministrazioni comunali, è un'idea che sto portando avanti anche per la Bassa Valle, perché cerchiamo di coinvolgere nel progetto di sviluppo anche il territorio con le sue Amministrazioni. Sarebbe stato bello se avesse funzionato per la Lavazza, perché c'era anche il Comune, e se ci fossero i Comuni di un'area in un progetto industriale sarebbe meglio, perché allora il territorio farebbe capire che non c'è solo un interesse che cala dall'alto, regionale, per questa attività. Devo dire che è stato molto interessante questo confronto con gli Amministratori, hanno risposto, anch'io ero stato a mia volta sollecitato da loro, e devo dire che sono venuti numerosi, si sono interessati, abbiamo passato un intenso momento a osservare tutta la struttura, ovviamente supportati dai tecnici che ci davano indicazioni sulle condizioni della struttura e quant'altro, e tutti hanno potuto rilevare la necessità di forti investimenti per riqualificare quelle aree o renderle riutilizzabili. Ovviamente tutto il lavoro fatto nei primi anni dopo il 2007, cioè quello del cosiddetto revamping della camere bianche, è parso come improponibile a coloro che oggi hanno visitato la struttura. Sono emersi dei limiti, per esempio sugli impianti; a parte il saccheggio, il furto che ha colpito gli impianti elettrici, a tutti è sembrato evidente che l'impianto elettrico montato dalle società giapponesi - che aveva un voltaggio diverso da quello utilizzato dalle moderne attrezzature locali - non era consono, avrebbe comunque comportato il rifacimento intero dell'impianto elettrico di quella struttura.
Stiamo quindi concludendo importanti investimenti nell'area ex Xerox di Pont-Saint-Martin, come dicevo ieri. Ricordo che sia per Pont-Saint-Martin sia per l'area Cogne gli investimenti regionali sono supportati anche da un co-investimento di alcuni soggetti privati; la Cogne per esempio mette quanto la Regione, cioè per un milione messo dalla Regione c'è un milione messo dalla Cogne. Concludo, Presidente. Successivamente abbiamo preso in attenzione anche Saint-Vincent e Châtillon, vogliamo provare a fare un intervento anche in quelle aree, nell'ottica di creare magari le condizioni dove non si riesce più a far partire un'impresa con 300 dipendenti, come abbiamo fatto per la Xerox, come stiamo facendo ad Aosta, affinché realtà più piccole trovino uno spazio insediativo. Ritengo fondamentale che anche in aree ad alta vocazione turistica com'è Saint-Vincent da sempre e com'è diventata oggi Châtillon debba esserci una realtà produttiva, e su questo continueremo a lavorare.
Presidente - Grazie Assessore. Chiede la parola il Consigliere Chatrian; ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.
Solo una battuta, collega Donzel. Per quanto riguarda il rammarico della non presenza del Presidente, non era per togliere al suo dicastero il lavoro che state facendo, ma per dire che quanto lei sosteneva ieri pomeriggio va un po' in contraddizione - ed è lì la mia riflessione a voce alta - con le dichiarazioni che fa il Presidente quando dice che si è fatto tantissimo per quanto riguarda la sburocratizzazione; lei la pensa più come noi, lo dice e l'ha toccato adesso con mano, evviva! Il rammarico non era sulla presenza della figura presidenziale, ma sul fatto che sovente il Presidente ci dice che da quel punto di vista si sta facendo, mentre lei, invece, come noi, dice che il termometro è assolutamente ancora un po' bassino, che possiamo fare molto meglio, anzi dobbiamo fare molto meglio, e l'ha toccato con mano. Chiudo subito la parentesi.
Come ha ben capito, il nostro unico obiettivo è quello di guardare avanti, quindi quello che c'è stato nel 2005, nel 2007 o nel 2010 ormai è storia, lo sappiamo, oltretutto il mondo è cambiato. Peccato che tutta una serie di riflessioni sono state fatte a cavallo delle due legislature - e lei se lo ricorda - nel 2012 e nel 2013, quando come gruppi di opposizione andavamo già in quella direzione e dicevamo al Governo regionale di fare attenzione perché sarà sempre più difficile intercettare un grande imprenditore, una grande casa che vada a investire parecchi milioni di euro mantenendo solo ed esclusivamente un'unica destinazione. Il fatto di giocare la partita territoriale in primis, quindi con gli attori già presenti sul territorio e, in seconda battuta, il fare sistema con altri piccoli e medi imprenditori anche non locali, tutto questo potrebbe diventare una pépinière di Châtillon, si riutilizzerebbe quella grossa area che conosco molto bene e a quel punto si potrebbe ridare vitalità alla zona e a tutto il comparto.
È positivo il fatto che ci sia un coinvolgimento del territorio, delle istituzioni, del sistema, noi pensiamo sia questa la strada, io penso sia corretta, però adesso cercate di dare corso e gambe, e dalle parole cerchiamo di passare ai fatti. Vediamo se riusciamo a stimolare tutti, ognuno per il proprio ruolo, magari utilizzando metodi che non sono innovativi, ma che possono essere magari nuovi per il nostro sistema, mettiamo in campo dei bandi subito per capire l'interesse, il vero stimolo quando l'imprenditore, il piccolo o medio artigiano scrive nero su bianco all'Assessore Donzel che è interessato e dietro di lui ci sono altre dieci aziende interessate. È quindi utile un bel bando pubblico, un avviso pubblico, in cui si dice: "ragazzi, qui l'area di Châtillon si può riutilizzare, siamo disposti a intercettare più imprese, a fare una pépinière della Media Valle, siamo interessati comunque a qualsiasi progetto", in modo da dare delle risposte agli operatori locali valdostani, e anche non, e quindi aprire un po' il fronte, essere noi a stimolare. Vanno benissimo gli incontri che ha fatto con le istituzioni, con i Consigli comunali e con gli operatori del territorio, ma partiamo proprio dal basso, intendo come Assessorato piuttosto che Vallée d'Aoste Structure, questo è lo stato dell'arte: noi siamo disposti a suddividere quest'area perché ci sono delle richieste, e poi iniziare a raccogliere altre richieste, proprio scritte nero su bianco, per dare possibilità di ri-infrastrutturare questa zona. Comunque grazie, per adesso. Come lei sa, noi non saremo solo vigili, questa zona ci è a cuore, come tante altre, ma in particolar modo questa per la storia e l'impatto che ha avuto tale area sul comparto socio-economico di Châtillon e Saint-Vincent, e non solo. È ottimo il discorso della filiera del turismo, indubbiamente, ma se riusciamo a coniugare anche la parte imprenditoriale, e se soprattutto è di proprietà pubblica, noi andiamo in quella direzione. Grazie.
Presidente - Grazie collega Chatrian. Punto 25 all'ordine del giorno.