Oggetto del Consiglio n. 1661 del 17 dicembre 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1661/XIV - Interpellanza: "Modalità di individuazione delle imprese per la realizzazione della mostra "Altri popoli. Falisci e Celti"".
Presidente - La parola al collega Ferrero.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Dato che è l'ultima iniziativa di quest'anno e che ho a che fare con l'unica rappresentante del gentil sesso in Giunta regionale, cercherò di affrontare la questione con la sufficiente serenità, anche se, nel momento in cui ho letto il provvedimento dirigenziale, il sapere di questa mostra dei Falisci ad Aosta...tra l'altro, lo chiedo a voi colleghi, c'è qualcuno che mi sa dire chi sono questi Falisci? Salvo l'Assessore, ovviamente, che lo saprà, ma la prima cosa che mi sono chiesto è chi sono questi Falisci. Sono andato a vedere e ho cercato di informarmi. Questi signori - ormai spariti dalla circolazione - sono un antico popolo che abitava nei pressi del Lazio, una popolazione che si era scontrata anche diverse volte con i Romani, ma tutto sommato era una realtà piccolina. E mi sono chiesto, dato che noi, qui, ad Aosta, quando scaviamo troviamo...anch'io se scavo in giardino trovo una moneta romana, se scavano per il teleriscaldamento trovano quattro tombe, se cercano di fare l'ospedale viene fuori un complesso preistorico...mi sono chiesto se avevamo proprio bisogno di andare a prendere i reperti dei Falisci. Non è per far polemica, ma anche perché nell'ambito di una valorizzazione del patrimonio archeologico locale abbiamo comunque già una mole di reperti archeologici eccezionale, addirittura a livello di importanza europea e mondiale, quindi perché dobbiamo andare a tirar fuori una mostra che ci costa 52 mila euro su questa popolazione? Sinceramente questo mi ha lasciato un po' interdetto. Abbiamo già risorse limitate, siamo ridotti abbastanza all'osso, allora facciamo un qualcosa che possa avere anche un risvolto successivo, facciamo conoscere quello che già abbiamo come gli ultimi reperti che abbiamo trovato nei nostri cantieri e diciamo che ci sarà un seguito, che si apriranno i cantieri al pubblico, che presto saremo in grado di far vedere altro portando avanti anche un discorso di promozione. Se non avessimo nulla direi di andar a prendere dei reperti archeologici altrove, ma anche a livello di richiamo sotto l'aspetto turistico o comunque dell'indotto che la mostra può o potrebbe avere, chi li conosce i Falisci? Se invece si parla di reperti dei Celti o comunque di reperti dei Romani ritrovati la rilevanza è decisamente maggiore, secondo me può attrarre molte più persone.
Sono convinto della buona fede all'Assessore, ma andando a vedere effettivamente com'è stato fatto l'affidamento della mostra vengono certi dubbi, e mi vengono quelli che già avevo su un certo andazzo che non è certo imputabile all'Assessore, però all'Assessore stesso chiederei veramente un monitoraggio, di avere un occhio più attento sugli affidamenti diretti - cioè senza gara - che vengono fatti sistematicamente dagli uffici della Soprintendenza. Se in qualche occasione vi sono ragioni di urgenza o magari c'è effettivamente un motivo valido come quello del crollo di un soffitto o di un monumento, allora è giusto affidare a qualcuno che si conosce e che fa il lavoro bene, immediatamente, perché si devono arginare i danni, ma su tutta una serie di altri lavori no, non si deve ricorrere sempre all'affidamento diretto, formula - la ricordo già da quando c'ero io in Regione - che va avanti da 10-15 anni. Nelle delibere e nei provvedimenti ci sono sempre due motivazioni (io le chiamo scuse): la prima è che costa troppo fare le gare. Noi siamo tuttavia un ente pubblico, è vero che con importi da quattro soldi non è il caso di fare la gara, però noi siamo un ente pubblico, dobbiamo rispettare le regole al di là dei costi. Secondo me, quindi, il principio dovrebbe essere quello di far la gara e di non farla solo in casi eccezionali. La seconda motivazione che c'era sicuramente già 15 anni fa e che ritorna periodicamente è che non sono presenti all'interno della struttura le professionalità necessarie per effettuare il lavoro e allora si dà una consulenza o un incarico. Questo va bene una volta, due volte, ma quando poi per 8-9-10 anni si utilizza la stessa motivazione per conferire incarichi annuali che a volte arrivano anche a 40-50 mila euro a botta, ci si chiede se il dirigente della struttura non abbia valutato se non era il caso di assumere qualcuno, perché se è un'esigenza costante avere una figura professionale e per 7-8-10 anni consecutivi si dà un incarico esterno alla fine costa di più.
Mi soffermo poi - senza fare polemica - sulle due ditte che si sono aggiudicate in parte la realizzazione della mostra: sono la Akhet S.r.l. di Aosta e la Metro Studio Associato di Thomas Linty. La Metro Studio Associato di Thomas Linty, che per l'ennesima volta ottiene con un affidamento diretto senza gara una commessa dalla Regione, era già - sarà una coincidenza! - lo stesso studio che si era aggiudicato l'immagine dell'ultima Saison Culturelle. Per quanto riguarda Akhet, sono andato a dare uno sguardo e ho visto che gli affidamenti a questa ditta sono tutt'altro che un'eccezione, perché il 22/10/2015 c'è stato un affidamento diretto, il 14/8/2015 un altro, il 22/4/2015 un altro, e via dicendo, e in più si è aggiudicata anche altri lavori. Attenzione, la Akhet, nella visura del Registro delle imprese, come attività ha: scavi e ricerche archeologiche e di topografia storica, analisi, progettazione, programmazione e implementazione di software personalizzati, proposte di soluzioni software personalizzate a fronte di un'analisi delle esigenze dei clienti. Attenzione, allora! Qui abbiamo affidato l'organizzazione di una mostra ad un'impresa che abitualmente fa scavi archeologici ed elaborazioni di programmi per computer, e gliela abbiamo affidata con il sistema dell'affidamento diretto, affidamento fiduciario! Allora, io ho fiducia a qualcuno che per esperienza, per precedenti realizzazioni dello stesso tipo, soprattutto per svolgimento di attività fa le cose per le quali gli do l'incarico, ma qui sostanzialmente - lo dico brutalmente - si fa allestire una mostra a qualcuno che scava! Adesso che la ditta scavi nei cantieri archeologici mi può anche fare piacere, sicuramente avranno una certa perizia nel manipolare i reperti come quelli che arriveranno da Firenze, però ad un certo punto dobbiamo anche guardare un attimo a quello che fanno - stavolta condivido questa grande disgrazia! - i nostri dirigenti. Secondo me dobbiamo stare un pochettino più attenti, perché qui non si parla di buona fede o di malafede, ma si parla in modo un po' disinvolto, con un metodo troppo familiare per l'affido delle forniture: "ma sì, te la do, la fai te, ti conosco, e bello fatto". Qui non si pretende di puntare il dito, però ci vorrebbe un pochettino più di serietà.
Presidente - Grazie collega. La parola all'Assessore Rini.
Rini (UV) - Grazie Presidente.
Se me lo consentite farei una piccola premessa, perché mi ha proprio invogliata, collega Ferrero. Dividerei la questione in due ambiti: quello che ha toccato all'inizio e quello che ha toccato alla fine del suo intervento. Sul secondo, la questione degli affidamenti e degli incarichi, mi può anche trovare d'accordo (e dopo le dirò anche perché), ma sul primo mi consenta invece davvero di esprimerle tutto il mio rammarico nell'ascoltare le sue parole, perché io non pensavo che lei sarebbe addirittura entrato nel merito del valore culturale di questa iniziativa.
Le faccio una premessa. Io ho una mia formazione personale, di tutt'altro genere, e quindi anch'io, come lei, non conoscevo questo tipo di popolazione e questo progetto culturale e storico che mi è stato presentato. Essendo particolarmente curiosa di natura, mi sono messa a studiare, ho chiesto di incontrare i responsabili di questa mostra e mi sono appassionata a questo evento, a questo progetto. Credo che il valore culturale sia anche e soprattutto nel dare l'opportunità alle valdostane, ai valdostani (e non solo) di scoprire cose nuove! Ma vivaddio, che si possa anche sul nostro territorio portare qualche progetto che abbia una valenza, non il classico progetto che per forza debba arrivare subito a tutti! Credo che la Soprintendenza stia valorizzando e abbia valorizzato nel tempo a sufficienza tutta la parte del nostro patrimonio e dei nostri reperti, tant'è che...le dico una cosa in più: la invito domani, spero di vederla all'inaugurazione della mostra dei Falisci e, contemporaneamente, nella stessa sede del Museo archeologico, proviamo un esperimento nuovo, inauguriamo due eventi, e questo è più sperimentale, più settoriale, nuovo, stimolante. Me lo consenta: cerchiamo di alzare l'asticella, ogni tanto! Proviamo a imbatterci - uso un termine del collega - proviamo davvero a entrare, a sperimentare, a testare ambiti nuovi...
(interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)
Presidente - Un po' di silenzio, per cortesia.
...insieme però presenteremo anche una mostra classica di Toux, di valorizzazione del patrimonio di opere interne a costo quasi pari a zero, tranne l'organizzazione; quindi, da una parte, la valorizzazione del nostro patrimonio e, dall'altra, anche un'idea culturale innovativa.
Adesso le spiegherò anche qual è la motivazione, cosa lega questa piccola popolazione nuova da scoprire, lì sta il valore culturale, e di questo ringrazio anche la struttura che mi ha fatto e che farà scoprire alle nostre concittadine, ai nostri concittadini, e anche ai turisti, questa popolazione davvero interessante. Questa è la parte culturale, ma c'è anche una parte che mi rende orgogliosa dal punto di vista delle relazioni. In un momento di carenze di risorse, riuscire ad intraprendere, a costruire e a fortificare dei rapporti importanti con realtà come il Museo archeologico di Firenze...mi consenta, collega Ferrero, è una delle eccellenze italiane, e io sono onorata che la nostra Soprintendenza, che il nostro Museo possa collaborare con un'entità culturale di questo tipo, credo sia un valore aggiunto, e spero che questo tipo di collaborazioni possano proseguire nel futuro.
Due brevissime parole. La peculiarità di questo popolo minore che lei ricordava, un popolo minore delle montagne - quindi già qui il primo collegamento - quello dei Celti-Salassi, antagonista di Roma per secoli, di cui in Valle d'Aosta sono ancora molto scarse le attestazioni materiali...ecco, si è proposto questo confronto con questo popolo che invece non è di montagna, è un popolo di collina, i Falisci, con cui le popolazioni celtiche vennero sicuramente in contatto e com'è anche ben attestato nella decorazione di un vaso importante conservato all'Academisch Kuntz Museum di Bonn. La mostra aostana avrà l'assoluto pregio di aver messo in relazione due culture - mi collego a quello che le dicevo prima - in tempi peraltro brevissimi rispetto alla prassi, lei sa quanto è ingessata l'Amministrazione talvolta e la prassi di collaborazione tra musei diversi talvolta richiede tempi davvero biblici. Finora queste due culture sono sempre state trattate separatamente, ma proprio alla luce delle straordinarie ed inedite scoperte archeologiche rinvenute nei nostri siti - penso per esempio alla sede dell'Ospedale Umberto Parini - la mostra dei Falisci sarà anche l'occasione di mettere in relazione, di spiegare, perché ci saranno anche una serie di incontri per sollecitare la popolazione. In quello scavo preventivo che, ricordo, è stato condotto dalla ditta Akhet di Roisan sotto la direzione scientifica dell'allora dottoressa Framarin, sono stati inaspettatamente rinvenuti 26 elementi lapidei, posti verticalmente, con andamento circolare, costituenti un circolo di pietre stimate in all'incirca 150 metri di diametro - abbiamo avuto modo di vederlo nel sopralluogo - oltre al famoso tumulo funerario di 18 metri di diametro praticamente coevo al circolo di pietre, con camera funeraria centrale contenente la sepoltura del giovane guerriero, con corredo funerario costituito principalmente da una spada in ferro e puntuale del fodero in bronzo. Tali ritrovamenti che, come sappiamo, sono ancora in fase di approfondimento, sono graficamente presentati in via del tutto eccezionale in questa esposizione con un video; ci sarà anche la parte collegata ai ritrovamenti valdostani e rappresentano un inedito per l'archeologia valdostana, che è stato possibile mettere in luce e documentare anche grazie all'adeguata organizzazione e ad una corretta procedura messa in atto già nella fase preliminare del progetto. Mi consenta pertanto di non essere d'accordo su questa parte, spero di averle dato qualche elemento in più, ma davvero se avrà modo di visitarla converrà con me che il progetto culturale è valido.
L'espletamento della fornitura dei servizi è stata individuata dalla ditta Akhet di Roisan, in quanto, come lei ha peraltro anche ricordato, è specializzata in servizi archeologici. La ditta si occupa di movimentazione, trasporto di reperti e opere d'arte, di allestimenti, di servizi preparatori alla stampa e alla realizzazione dei manifesti, ivi compresa l'affissione e tutto ciò che ruota intorno a questo servizio, di pannelli, di testi scientifici e, inoltre, in qualità di editori, anche della composizione e della cura del catalogo della mostra. In modo puntuale, se è richiesto, vi farò pervenire anche il curriculum, ma si intende sottolineare che due dei titolari della ditta hanno condotto scavi e ricerche, quali archeologi, anche in territorio falisco, quindi questo ha probabilmente portato alla scelta di questa ditta. Per quanto riguarda invece la ditta Metro Studio relativa ai servizi di comunicazione e marketing, si specifica che essa aveva già condotto per l'Amministrazione regionale, con la stessa ditta Akhet, i lavori di valorizzazione, i servizi per la valorizzazione dei risultati degli scavi condotti proprio nel sottosuolo del museo che sarà poi la sede della mostra dei Falisci e Celti e dell'antistante piazza Roncas, avendone perciò già gli impianti grafici, oltre a quelli degli scavi degli ospedali relativi ai ritrovamenti dei Celti oggetto della mostra. Devo confidarle che sono venuta a conoscenza di questo con la sua interpellanza, ho chiesto anch'io ovviamente le spiegazioni e mi è stato appunto detto che le motivazioni erano date dal fatto che questi due professionisti avevano già una serie di elementi e avrebbero potuto portare avanti questo lavoro in maniera più facile, più agevolata e più semplice.
Le rispondo all'ultima domanda e chiudo con una considerazione mia. La scelta dell'Amministrazione è stata dettata innanzitutto dalla necessità di individuare un unico soggetto, questo io lo condivido, ovviamente per ragioni di razionalizzazione e anche di velocità nell'espletare poi il servizio, questo è condivisibile, affinché questo soggetto possa consegnare con le cosiddette "chiavi in mano" la mostra in oggetto. Venendo alle cifre, la ditta Akhet ha avuto l'affido dei servizi per la realizzazione della mostra per un importo di 38 mila e 900 euro, ed è ovviamente presente sul MEPA. Per quanto riguarda invece la grafica, digitando sul MEPA la parola "grafica" questa offre soluzioni che non sono - ed è una criticità - in stretta attinenza con il servizio da noi richiesto, con il discorso vero e proprio della grafica più come marketing, come comunicazione in senso stretto. La ditta Metro Studio Associato di Thomas Linty è stata scelta perché aveva valorizzato i risultati degli scavi e l'affido dei servizi a costei è pari ad un importo di 3 mila e 500 euro. Concludo dicendole che sarà comunque mia premura cercare di vigilare meglio sull'affido di questi incarichi. Grazie.
Presidente - La parola al collega Ferrero.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Partiamo dalle buone notizie: l'Assessore ha dato la disponibilità ad avere un occhio più attento riguardo all'affidamento. Torno a precisarlo: anche se nell'ambito della ditta Akhet S.r.l. c'erano le professionalità, nell'attività denunciata al Registro delle imprese questa ditta non ha gli allestimenti museali, ma ha solo gli scavi archeologici e altri tipi di attività, quindi si è trattato comunque di un conferimento di un incarico fiduciario a una ditta che, dal punto di vista della pubblicità al Registro delle imprese, era carente dei requisiti. È ovvio che poi bisogna fare un discorso più generalizzato su tutto il campo degli affidi, perché sappiamo che abbiamo anche tanti giovani grafici e giovani allestitori che di fatto sono sempre tagliati fuori da qualsiasi iniziativa dell'Amministrazione, semplicemente perché vengono affidate sempre le commesse alle stesse ditte, alle stesse persone e, di conseguenza, tutti i cervelli che ci sono eventualmente in Valle d'Aosta, tutti i nostri giovani, sono costretti ad emigrare e a cercare fortuna altrove, poiché c'è questo mercato chiuso.
Sulla questione della valutazione scientifico-culturale io non entro, però da quel punto di vista - conosco i miei limiti - io sono un rustico, un rude, nel senso che quando ci sono 52 mila euro e vengono spesi per una mostra, io vorrei che ci fosse un ritorno immediato, o comunque un qualcosa che posso toccare con mano e direttamente qui, in Valle. Forse sono più autonomista degli autonomisti, ma ammiro i francesi che trovano una pietra...magari sarà capitato anche a noi di andare in Francia, in posti magari sperduti dove si fanno trenta chilometri, c'è il pannello che indica, poi si vede una pietruzza che, in confronto al ritrovamento più scalcinato che abbiamo qui, in Valle d'Aosta, non è neanche un ciottolo...però loro ci costruiscono sopra qualcosa! Allora, dato che ci sono pochi soldi, io vorrei che questi soldi valorizzassero le nostre cose, forse anche per uno spirito un po' campanilistico; dobbiamo essere comunque aperti al confronto e ovviamente i valdostani devono avere anche altri riferimenti, però non dimentichiamoci che i soldi sono pochi, e se li spendiamo per ogni iniziativa culturale...perdonatemi, se le persone devono mangiare non si mangiano un catalogo o un libro, ma si mangiano una pagnotta. Io la vedo un po' in questa maniera: che ci sia sempre un nesso tra un ritorno economico dei soldi investiti e quindi che ci sia una parte culturale e una parte economica. Purtroppo sarà un modo di vedere le cose forse becero, però io le cose le vedo così: se faccio un investimento che mi torni qualcosa a livello sicuramente di pubblicità, a livello di turisti che arrivano, a livello di conoscenza della regione.
Presidente - Grazie collega. Punto 22 all'ordine del giorno.