Oggetto del Consiglio n. 1660 del 17 dicembre 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1660/XIV - Interpellanza: "Organizzazione di un efficiente servizio di emergenza sanitaria territoriale".
Presidente - Ricordo che si scusa l'assenza del Presidente della Regione, che come ha già comunicato alla Conferenza dei Capigruppo, è impegnato oggi, a Roma, in una riunione della Conferenza dei Presidenti delle Regioni. Come precedentemente concordato, abbiamo ancora 8 punti ispettivi da concludere. Un po' di silenzio, per cortesia. Punto 20 all'ordine del giorno.
La parola al collega Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente e buongiorno a tutti.
Abbiamo presentato questa iniziativa dodici giorni fa. Un primo elemento, prima di illustrare questa nostra interpellanza, è che l'Assessore, la maggioranza, ha stoppato, congelato, sospeso, la riorganizzazione del progetto DERA (il Dipartimento Emergenza, Rianimazione e Anestesia). Diciamo che è positivo, colleghi Consiglieri di maggioranza, anche se "a babbo morto"; purtroppo - come sempre è vostra abitudine - continuate a utilizzare lo stesso metodo e lo stesso procedimento. Noi, gruppi consiliari di ALPE, UVP e Cinque Stelle, il giorno prima, martedì, dopo una mattinata molto interessante, audendo prima il Direttore generale e il Capo del Dipartimento insieme all'Assessore, poi i rappresentanti dei medici e, successivamente, le organizzazioni sindacali di tutto il comparto che lavora all'interno del Dipartimento, avevamo fatto un comunicato stampa dicendo: a fronte di questa situazione, invitiamo subito l'Assessore e la maggioranza a cambiare metodo di lavoro e, soprattutto, a sospendere ogni ulteriore modifica o realizzazione senza preventiva verifica.
Puntualmente, all'inizio del Consiglio, ieri mattina, è arrivato un comunicato stampa dell'Assessore Fosson e delle forze di maggioranza che congelano e stoppano il tutto, e questo è quello che hanno dato. Indubbiamente l'obiettivo di questa iniziativa è avere delle risposte puntuali da parte dell'Assessore, e noi sinceramente ci siamo chiesti, dopo aver audito e aver avuto qualche informazione in più, cosa è successo e cosa sta succedendo, il perché di tutto questo, a chi giova, chi è la mente di questa riorganizzazione e chi ha dettato l'agenda nel modificare e riorganizzare tale "gioiello", così era definito - e voi lo sapete meglio di me - il nostro sistema di emergenza-urgenza che fino alla fine 2014 era appunto considerato un gioiello, e poi qualcuno ha deciso di metterci mano senza indubbiamente confrontarsi con nessuno. Vi faccio questo passaggio: il decisore politico, cioè il Consiglio regionale, i commissari della V Commissione e chi ha voluto assistere all'audizione di martedì, è venuto a conoscenza del progetto DERA martedì mattina, e neanche dall'Assessore o dal Direttore generale Veglio, ma dalle organizzazioni sindacali alle quali praticamente è stato spedito il 5 di novembre. Mi sembra che neanche i colleghi di maggioranza avessero assolutamente questo progetto, ma al di là di questo - e questo è il metodo! - tale progetto è stato fatto dopo aver fatto la riorganizzazione, peggio ancora! Prima qualcuno ha fatto la riorganizzazione - l'Assessore ci dirà e mi smentirà ufficialmente - e poi hanno scritto nero su bianco il progetto; siamo veramente...scusatemi, non siamo, "siete" un po' al ridicolo!
Un'altra riflessione che vorrei fare: non abbiamo capito se chi ha dettato l'agenda su questa riorganizzazione è il decisore politico, sinceramente non l'abbiamo capito; non vorremmo fossero i capi all'interno della sanità, che dal nostro punto di vista hanno un altro ruolo, quello dell'attuatore, perché a monte c'è il decisore politico e successivamente, dopo aver deciso la strategia, c'è l'attuatore.
Terza considerazione: il confronto vero con tutte le figure professionali che compartecipano per dare risposte puntuali alla nostra comunità sul delicato tema dell'emergenza e dell'urgenza. Ebbene, con tutte le figure - apicali e non - del comparto che si occupano di emergenza e urgenza, nessun confronto è stato fatto in questi mesi, nonostante questa pesante e imponente riorganizzazione. Ci sembra che la proposta fatta martedì mattina dal dottor Veglio e dall'Assessore sia molto una "proposta Pronto Soccorso centrico", e mi spiego un po' meglio. Ci spiace come gruppo ALPE che non sia presente il Presidente Rollandin, ci spiace molto, perché durante la finanziaria avevamo suonato un campanello d'allarme: facciamo attenzione, perché anche per la sanità ci sembra che la filosofia sia quella di riaccentrare il tutto all'interno del Pronto Soccorso e smantellare il vero punto di forza, il punto cruciale, che è il presidio sul territorio. Siamo per una territorializzazione della sanità. Questo non lo dice Chatrian, non lo dicono i componenti di ALPE, ma ce l'hanno detto ad esempio martedì i rappresentanti dei medici della riorganizzazione del servizio regionale di emergenza-urgenza sanitaria: "La proposta è centrata sull'ospedale con i suoi operatori e le sue diverse articolazioni in controtendenza - questo è il passaggio dal nostro punto di vista cruciale - con le attuali linee di indirizzo regionali che vanno verso un potenziamento del territorio. Ecco, dal nostro punto di vista, il tutto gira attorno a questo indirizzo, a questa visione, a questo concetto principale e fondamentale.
Vi sono poi indubbiamente delle criticità che ci sono state evidenziate proprio durante le audizioni e gli esempi sono quelli che poi dal nostro punto di vista fanno la differenza. Alla domanda se è una questione economica - non sembra, perché sulla vita non si scherza, quindi penso che se avevamo un gioiello avremmo dovuto mantenerlo - la risposta è stata: non è una questione economica, tant'è vero che all'interno della nostra iniziativa chiediamo perfettamente all'Assessore Fosson - perché nessuno oggi ha questo dato - se avete risparmiato qualcosa, oltre a dirci che di due Dipartimenti ne abbiamo fatto uno grande, dove un capo è il vero capo, dove il capo decide, smantella, fa e...non risponde alle lettere, Assessore Fosson! I volontari del soccorso, 700 persone che dedicano parte della loro vita, hanno scritto alla Direzione generale - sabato lei non era presente a Saint-Vincent - e hanno inaugurato un piccolo ufficetto per dare ulteriormente la possibilità di dare qualche passaggio in più alle nostre località, alle nostre comunità; ebbene, vi assicuro che la lamentela più importante è che a domande fatte, soprattutto con lettere, non vi sono risposte dalla Direzione generale.
Ancora altre considerazioni: qui si stanno delle cose di cui praticamente non riusciamo a capacitarci. Secondo il nuovo piano aziendale il medico di centrale è attualmente responsabile della CUS, degli infermieri di Morgex, di Aosta, di Châtillon, e prossimamente anche di Donnas, deve intervenire anche sul territorio con l'unica auto medica presente e deve in contemporanea lavorare sul paziente nonché stare al telefono per risolvere eventuali criticità di centrale o degli infermieri di altre sedi. Potrei fare altri esempi, la legge italiana identifica negli OTS dei tecnici non dei sanitari e il triage è competenza del sanitario che è il diretto responsabile di ciò che decide. È proprio su quello che poche ore fa il Direttore generale scrive al Direttore della DERA e all'Assessore, per conoscenza, indubbiamente rispondendo ad una lettera, e dice: "In relazione all'oggetto e considerato che periodicamente emergono dubbi interpretativi relativamente al ruolo e all'attività degli OTS all'interno della centrale di soccorso, si ritiene indispensabile fornire i seguenti elementi di riflessione... Da tutto quanto sopra esposto - perché non ho tanto tempo - deriva che il rifiuto per l'OTS, l'operatore tecnico, di processare le chiamate di soccorso secondo le modalità più sopra descritte, costituisce violazione di una legge vigente e, come tale, passibile di provvedimenti disciplinari". Non capiamo qual è la regia, Assessore Fosson, queste sono minacce, brutte minacce, e sono brutte pagine. Oltre a quello, dato che oggi lei non ci ha ancora fornito i dati - faccio solo un esempio prima, perché aspettiamo attentamente la sua risposta - ci sembra che nel 2015 i suoi medici del Pronto Soccorso abbiano dato la risposta puntuale entro 10 minuti a un codice giallo (quello del vecchio Pronto Soccorso) con una percentuale che si attesta intorno al 65 percento, mentre nel 2014 la percentuale era intorno al 78 percento. Bene, se qui stiamo aumentando i livelli qualitativi, ci spieghi lei, perché le domande sono molto puntuali e due sono gli elementi: cosa volete fare del territorio e cosa volete fare delle figure all'interno? E poi ci declini per favore bene l'ex guardia medica, il medico di famiglia...
Presidente - Collega, la prego di concludere.
...chi fa che cosa - scusi Presidente, qualche secondo e termino - e poi oltre ai tempi ci dica e dica ai valdostani veramente quanto avete risparmiato su questo grosso e colossale Dipartimento, poiché non è mai successo, in Valle d'Aosta, che pochissime persone detengano così tanto potere e, da come abbiamo capito in commissione, non abbiamo capito chi ha deciso questa organizzazione.
Presidente - Grazie collega. La parola all'Assessore Fosson.
Fosson (UV) - Sì, grazie Presidente.
Intervengo molto volentieri su questo facendo una premessa: è in corso un processo di riorganizzazione; causato anche dalle minori risorse, e quindi non è vero che non ci siano da considerare anche i fattori economici, perché quando si passa da 270 milioni di finanziamento del passato a 232 milioni nel presente penso che il problema economico ci sia, e penso che sia un problema di tutti riorganizzare alla luce di queste nuove esigenze. È facile dire di non togliere e di mettere in più, ma la logica è che abbiamo molte meno risorse e quindi la riorganizzazione è necessaria, anche per un'ottimizzazione, perché nel metodo precedente avevamo sicuramente delle figure che a volte si embricavano causando degli sprechi. Questa riorganizzazione è partita sicuramente dal Pronto Soccorso, e non da adesso. Il documento del DERA, che è un documento tecnico che non aveva validazione politica e che doveva avere ancora diversi incontri tecnici, aveva già previsto delle azioni dal 2014, questo è vero, azioni che sono già state fatte e altre non fatte. Io ho cercato proprio di mediare - e non da ieri - questo grande contrasto sindacale e già da 15 giorni abbiamo comunque sospeso per fare un giro di osservazioni. Quando ho avuto l'incontro con i sindacati, 15 giorni fa, ho detto che non si sarebbe più cambiato nulla finché non fosse partito il tavolo tecnico con i sindacati e l'azienda, proprio perché ci fosse una verifica maggiore. È chiaro che la riorganizzazione è partita solo e soprattutto dal Pronto Soccorso, perché i tecnici hanno pensato che lì ci fosse comunque la possibilità di ottimizzare e non di diminuire la qualità. È difficile in questo periodo, con molte meno risorse, organizzare e mantenere tutto quello che c'era in Valle d'Aosta, perché il momento impone sicuramente un'osservazione e una riconsiderazione organizzativa. In un momento in cui, lo ammetto, la comunicazione di questo piano con l'azienda e anche con le forze politiche ha avuto dei problemi - lo diceva il Capo Dipartimento - è chiaro che questo si inserisce in una grande confusione che è anche quella che c'è in Italia; ieri abbiamo avuto uno sciopero, 200 mila medici sono scesi in piazza e sono previsti altri momenti di protesta. Ho sempre detto che questa legge delle 12 ore impatta tremendamente sul sistema di emergenza e molti disegni sono nati da questo; è una legge che penalizza soprattutto gli ospedali piccoli. Ho chiesto urgentemente un incontro con il Ministro proprio per vedere se riusciamo a determinare un nuovo sistema. Questo che lei dice degli OTS è scritto, è una lettera scritta male, che presuppone però un chiarimento legale da parte nostra in un momento in cui queste figure hanno sempre svolto da anni questo servizio; per cui, prima di cambiare, bisogna fare anche in questo caso delle analisi. Le polemiche poi ci sono, ma direi che il punto di partenza è che abbiamo 232 milioni invece dei 270 che avevamo anni fa.
Lei mi chiede se è vero che tra i 10 medici che hanno superato il concorso c'è un segno di disagio: bisogna dire che questi concorsi erano pubblicati da sei mesi, quindi i medici che hanno fatto questo concorso già sapevano sicuramente della situazione del Pronto Soccorso. Due che hanno vinto perché erano veramente bravi e che venivano da fuori, avevano già altri incarichi. Sono i primi concorsi che noi facciamo sulla figura del medico di emergenza, che è nuova e che finalmente il Governo ha legittimato e che andrà a sostituire i MET; sono pochi i concorsi che per il momento vengono espletati, per cui sono molto appetibili. Questi medici che hanno vinto hanno rinunciato - uno aveva già un posto fisso - perché hanno avuto nel frattempo un posto di lavoro molto importante; uno è in Francia a lavorare; altri due hanno rinunciato: uno per motivi familiari e un altro perché sempre a causa del fatto che aveva un altro impiego, però cinque di questi medici sono stai assunti. È chiaro che c'è un momento di grande disagio tra la classe medica, perché i fondi e le risorse sono minori e i turni sono maggiori. Mi dispiace che l'altro giorno non abbiamo portato i dati, che in realtà ci sono.
Lei mi chiede inoltre - questo è il dato importante che citava anche La Stampa - se la qualità è tale per cui il sistema non è più sicuro; abbiamo ascoltato l'audizione del dottor Veglio l'altro giorno e il sistema è viceversa sicuro. Domani le do i dati aziendali in Commissione. I dati sono quelli relativi ai tempi di arrivo del medico e sono evidenziati in due tabelle. Una di queste è del Ministero che mette insieme tutte le Regioni d'Italia e tutti i codici; in Valle d'Aosta si parla di tempi di attesa di 23 minuti, però con la nuova organizzazione avvenuta tra il 2011 e il 2012 siamo scesi a 22-21 minuti medi. Tenga presente che, in una zona di montagna poco demograficamente stabilita come questa, sono tempi buoni. Il Veneto e il Trentino si attestano sui 23 minuti, mentre mancano i dati di Bolzano che non sono mai stati pubblicati proprio per questo. I dati più importanti sono divisi per codici, perché il Dipartimento di emergenza li elabora così e ci dicono per esempio che il codice rosso ad Aosta ha una media di arrivo del mezzo sanitarizzato di 8 minuti al mattino e di 36 alla sera; a Châtillon è di 11 minuti al mattino per il codice rosso e nel pomeriggio è di 11 minuti; a Donnas, è vero, la media dei minuti al mattino per il codice rosso è di 14,5 e al pomeriggio è di 17 minuti. Sono tutti dati e tabelle profondamente al di sotto della media, per cui il nostro sistema è ancora sicuro, è un sistema di qualità, e i dati su questo mi sembra siano molto importanti.
Lei mi chiede poi quanto si è risparmiato con la nuova organizzazione (questo è un dato importante e glielo leggo); si sono unificati i due Dipartimenti e il risparmio è stato di 20 mila euro, ma soprattutto si è ridotta la spesa dell'LPA: nel 2014 c'erano 800 mila euro di risorse aggiuntive, di cui 500 mila utilizzate per i turni in più e per l'emergenza (che adesso non ci sono più) e si è ridotta la spesa per il personale, quindi il risparmio complessivo è stato di 991 mila euro. Ora è chiaro che questo risparmio e questa riorganizzazione non devono avvenire solo per il sistema di emergenza; infatti noi abbiamo stoppato la riorganizzazione perché, come diceva qualcuno in commissione, questa verrà effettuata anche in altre parti.
Relativamente alle attese in Pronto Soccorso, possiamo dire che il nostro sistema di Pronto Soccorso rimane sempre uno dei sistemi più agili e più rispondenti al cittadino. Le do sempre i dati riferiti al 2015: mentre per il codice giallo la media italiana è di 10-15 minuti, da noi è di 11 minuti; per il codice verde la media in Italia va dai 30 ai 60 minuti, mentre da noi è di 36,1 minuti; per il codice bianco, soprattutto adesso che non ci sono più, la media dei minuti di attesa è di 58,7 contro i 120 minuti di altre realtà; il codice rosso chiaramente non ha attesa. Io penso che questi dati siano estremamente importanti per definire ancora che il nostro sistema di emergenza è di qualità, è sicuro, anche se ha dovuto passare attraverso una riorganizzazione che è importante, e che in questo momento vogliamo vedere se è sostenibile attraverso un incontro con le forze sindacali e con tutti gli operatori del settore.
Lei mi chiede infine quali sono gli indirizzi politici. Chiaramente è un sistema che ha subito una profonda riorganizzazione, e non da adesso: chissà perché nel 2010 andava tutto bene con l'infermiere sulle ambulanze a Morgex la cui ipotesi era stata condivisa. È chiaro che l'avvento della legge europea ha dato sicuramente una difficoltà e un disagio maggiori. È però un sistema sicuro e, come diceva la dottoressa Plati, è un sistema che non ha dato in questi ultimi tempi nessuna contestazione particolare al Tribunale del malato. Le priorità politiche in questa riorganizzazione dell'emergenza sono due. La prima è il territorio, e questo per la continuità assistenziale - ho detto quanto sia importante - e, la seconda, è sicuramente salvaguardare l'emergenza territoriale, su tutto il territorio, non solo in un ospedale centrico. L'Assessorato è intervenuto proprio per fare delle osservazioni e per confrontarsi in questo tavolo tecnico in cui si sta discutendo soprattutto per l'infermiera jolly nel Pronto Soccorso, che sarà importante stabilire con quali modalità utilizzarla. L'incontro con la V Commissione comincia domani, e andrà avanti, avrà un percorso di confronto notevole sino alla fine di voto, perché l'atto aziendale dovrà essere approvato dalla commissione e il nuovo atto di programmazione sanitaria dovrà essere approvato sia in commissione che in aula.
Lei mi parla poi dei volontari e io le dico che passo tantissimo tempo con loro, li ascolto, rispondo loro al telefono, per cui le assicuro che svolgono il loro compito.
Presidente - Assessore, la prego di concludere.
Fino all'approvazione dell'atto aziendale, questo sistema, soprattutto quello dell'emergenza (che è una priorità e che è stato bloccato), permetterà alcune considerazioni per verificare la sostenibilità alla luce della qualità che vogliamo offrire. Io penso che questo, in un momento di grande difficoltà, sia comunque un punto fermo per la Valle d'Aosta. I dati dei tempi di arrivo del mezzo e del Pronto Soccorso che porterò domani in commissione per un confronto sono comunque dati che in questo momento ci fanno onore.
Presidente - La parola al collega Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Sì, grazie. Grazie Assessore.
Al punto 1 lei ci ha detto che probabilmente questi quattro medici hanno avuto altre proposte, ma le assicuro che qualcuno ha deciso di non accettare perché, com'era organizzato all'interno, era una giungla. Il secondo punto è legato al discorso dei tempi. Assessore, quello che noi vogliamo spiegare ai cittadini valdostani - lei ce lo spiegherà domani, ma noi abbiamo avuto modo di avere ieri i dati in commissione - è che rispetto al 2014 il livello si è abbassato, e sono i dati a dirlo, Assessore Fosson! Faccio solo un esempio: con il codice giallo solo il 65 percento rientra nei 10 minuti; nel 2014, nei 10 minuti rientrava il 78 percento degli accessi, vuol dire che siamo passati comunque ad un delta negativo del 13 percento su circa 3.500 accessi e parliamo di cifre importanti, di più di 500 persone che sono fuori dagli standard che avevamo nel 2014. Sul punto 3, Assessore Fosson, lei ci dice che in tutta questa riorganizzazione probabilmente abbiamo risparmiato 900 mila euro. Mi sembra - e poi verificheremo nei prossimi giorni - che l'LPA era già stata azzerata nel 2014; di conseguenza, tolto l'azzeramento dell'LPA, il risparmio su questa riorganizzazione è pari allo zero! Quarta considerazione: per quanto riguarda invece i volontari, lei telefonerà sicuramente tantissimo, riceverà tantissime telefonate, ma lei sa che la pubblica amministrazione parla solo per atti o tramite lettere o con scritture nero su bianco. Lei sa che i volontari hanno richiesto ufficialmente alla Direzione generale di avere delle risposte sul perché è stato trasferito l'Ufficio trasporti sanitari che funzionava molto bene, si utilizzavano bene le risorse dei volontari e delle figure professionali, ma voi avete deciso così, senza neanche avvisare, tambour battant, di azzerare il tutto, oltretutto mettendoli anche in difficoltà, perché loro si erano strutturati con una sede e con un finanziamento che hanno avuto nel 2010, senza nessuna cortesia a persone che, peraltro, dedicano parte della loro vita per aiutare e sostenere il nostro sistema territoriale; stessa considerazione per quanto riguarda un'altra lettera molto importante in cui si chiedono i protocolli operativi, sempre dei volontari.
Assessore Fosson, faccio anche una riflessione sul territorio. Lei, la scorsa volta, durante il dibattito in finanziaria ci ha portato un po' fuori strada parlandoci delle ex guardie mediche, della continuità assistenziale, del medico di famiglia. Bene, riguardo ai medici di famiglia, lei sa che non è segnalato da nessuna parte che vengano interpellati in caso di emergenza, lei lo sa...posso fare una seconda considerazione, dato che arrivo dal territorio? Lei non arriva dal territorio, io invece sì, e abito il territorio! Per esempio, se di notte ad Antey c'è un arresto cardiaco, viene attivata la guardia medica in attesa del 118 che parte da Châtillon, ma se ciò avviene di giorno il 118 chiama l'MMG più vicino. Non declino oltre, lei sa perfettamente a cosa mi riferisco, ci sono figure professionali che non possono fare certe cose da contratto e da professione, e non penso sia questo il momento per cui voi decidete che gli operatori tecnici devono fare gli infermieri, che gli infermieri devono fare i medici e che i medici forse non devono più fare nulla...penso che anche lei sia d'accordo su questa mia analisi! Il decisore politico deve riprendere in mano la situazione. Colleghi di maggioranza, non facciamo fare i politici ai dirigenti, facciamo noi politica, decidiamo noi le istanze, decidiamo noi il disegno della sanità sul territorio se vogliamo mantenere alti gli standard, anche per il territorio che, ad oggi, ha deciso come scelte di vita di non stare a 15-20-25 chilometri dal Pronto Soccorso del centro di Aosta. Questo è l'auspicio e questo sarà il nostro contributo, tranquillamente, le polemiche a noi non interessano, a noi interessa carta che canta, e a noi interessano i cittadini, tutti i valdostani. Grazie.
Presidente - Grazie collega. Punto 21 all'ordine del giorno.