Oggetto del Consiglio n. 1646 del 16 dicembre 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1646/XIV - Interpellanza: "Modifica delle disposizioni relative all'accertamento della conoscenza della lingua francese per la copertura di incarichi dirigenziali in settori tecnici e manageriali della pubblica amministrazione".
Presidente - Per l'illustrazione, la parola al Consigliere Ferrero.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Di recente una candidata, che ha svolto una prova concorsuale per ricoprire il ruolo di Direttore sanitario dell'azienda USL, è stata esclusa per non aver superato la prova di francese. Questo dà il motivo di trattare una questione che è tutt'altro di poco interesse, perché nel settore sanitario riguarda soprattutto chi amministra la nostra Azienda USL, ma potrebbe riguardare anche i medici, i sanitari che vengono da fuori e che si trovano improvvisamente una prova di sbarramento, una prova di lingua che poco ha a che fare con il mestiere effettivamente da svolgere.
Bisogna sgombrare il campo da una visione dell'autonomia becera, vecchia, ammuffita, secondo la quale qui da noi parlano ancora tutti francese. Basta andare in due-tre ristoranti e fingersi un turista francese per farsi delle risate terribili, perché il cameriere di turno arriverà e farà una specie di simulazione del francese che ricalca quella che, all'epoca, faceva Totò nei suoi film. Qui però c'è di mezzo la salute, bisogna riuscire a capire se la difesa ad oltranza di un qualcosa che tra l'altro è quasi sparito completamente come abitudine vale la spesa, perché anche i nostri giovani - salvo rare eccezioni - parlucchiano male il francese, in giro pochi commercianti parlano il francese, negli esercizi pubblici di somministrazione, nei ristoranti e negli alberghi è la stessa cosa, quindi siamo di fronte ad una situazione superata ampiamente dagli eventi.
Mi chiedo che ragione ha porre la limitazione ai valdostani di avere un medico o un amministratore migliore che non può presentarsi, non può sostenere o viene escluso ad un concorso perché non parla il francese, quando magari è dieci volte meglio di quello che lo parla; magari anche questo viene da fuori, ma per una serie di coincidenze fortunate sa il francese e non sa svolgere adeguatamente il suo ruolo, però passa il concorso e passa davanti a chi effettivamente avrebbe più meriti, titoli, professionalità e magari esperienza. Qui bisogna capire se si vuole continuare a fare una battaglia ad oltranza e prendere sempre il medico, il sanitario o il dirigente dell'USL che parla francese, e questo mi garantisce in maniera assoluta perché è una questione di principio - non se che poi che razza di principio sia, ma per carità, potrebbe essere un modo antico di vedere le cose per cui uno finché non picchia la testa contro il muro non si accorge che sta facendo un errore - o se, invece, per particolari figure come quelle sanitarie non si possa prevedere una deroga, e dire: "a un certo punto del primario che parli francese a me non me ne può importare un tubo, io voglio una persona che sia in grado di operare, che abbia dell'esperienza, che sia bravo, che mi sappia curare e non voglio essere costretto ad andare a curarmi in un'altra regione quando potrei farlo qui, in Valle d'Aosta".
Guardate che questa questione ha fatto molti danni nella sanità, perché tante persone che potevano arrivare in Valle d'Aosta con grandi professionalità sono invece tenute lontane perché non avevano questa possibilità. Quello che si chiede nell'interpellanza è quindi una cosa molto semplice: almeno per i profili sanitari vogliamo inserire una deroga e lasciar perdere la questione della lingua, guardare la professionalità, i titoli del chirurgo o comunque dell'operatore sanitario che viene in Valle d'Aosta per assicurarci il migliore, anche se non parla francese? Io penso che uno sforzo in questa direzione si potrebbe fare e sarebbe auspicabile, soprattutto adesso con le frontiere aperte e con le persone che girano. È una limitazione che, in forza di una norma interpretata in maniera restrittiva - secondo me becera - rischia di danneggiare gravemente i valdostani rispetto al livello qualitativo delle persone che potrebbero ricoprire certi incarichi.
Presidente - Per la risposta, la parola al Presidente Rollandin.
Rollandin (UV) - Oui, merci Président.
Je regrette que le collègue ait une aptitude de non-respect de notre Statut et je regrette qu'il y ait cette aptitude populiste qu'on ne peut pas trouver des médecins qui soient à même de parler français et qui ont toute l'aptitude nécessaire pour travailler; ce n'est pas ainsi, bien au contraire! On est en Europe, donc ceux qui sont de langue maternelle française ont la possibilité de participer au concours, ce sont des experts. Je crois qu'en France il y a des professionnels solides qui sont à même d'être présents n'importe où, la mobilité au niveau de l'Europe est une réalité, on n'a jamais eu des difficultés avec ceux qui arrivent des différents hôpitaux de l'Italie pour participer aux concours au niveau régional et on n'a jamais eu des cas où ils ont dû sacrifier la professionnalité. Ce n'est pas ainsi, bien loin! Je ne partage pas et, au contraire, je m'étonne qu'il y ait encore cette aptitude, car on sait très bien que s'il y a encore une raison pour laquelle on a un Statut spécial - comme le collègue connaît très bien - c'est justement pour la différence, il y a les articles qui reconnaissent le français. Je crois qu'il ne faut pas déroger au Statut, mais l'appliquer d'une façon convenable et selon les cas, justement dans la due considération des examens prévus pour les différents classements.
Aux termes de l'article 38 du Statut la langue française et la langue italienne sont paritaires en Vallée d'Aoste, je veux vous le rappeler, et ces dispositions se traduisent directement et concrètement par la vérification de la connaissance de la langue française. Les épreuves en question ne sont pas conçues comme un barrage, mais comme une vérification nécessaire du fait que quiconque est embauché par une administration publique valdôtaine connaisse tant le français que l'italien. Cela vaut soit pour la catégorie du poste concerné, dirigeants compris, comme pour toutes les collectivités et les organismes publics du Statut unique de la Vallée d'Aoste, ainsi que pour l'Agence USL. À ce propos, à travers la loi n° 2 de 2013, ce même Conseil régional a modifié l'article 42 de la loi n° 5 de 2000 prévoyant expressément que l'attribution du mandat de directeur général, de directeur sanitaire et de directeur administratif est subordonnée à la vérification de la connaissance du français ou de l'italien, suivant les modalités établies par délibération du Gouvernement régional. Je peux comprendre que cette aptitude puisse se vérifier parmis ceux qui ne connaissent pas notre réalité, mais je dois avouer que jusqu'à présent il n'y jamais eu des difficultés à embaucher des professionnels extraordinaires à cause de la non connaissance du français.
Je crois qu'il n'y a pas de bonnes raisons pour déroger, mais au contraire pour faire des examens qui soient à même de donner une connaissance qui, évidemment, est différente. Si c'est un professeur qui va à l'école pour enseigner le français c'est autre chose, c'est une autre connaissance, c'est un autre barrage. Ici, au contraire, la connaissance est différente, comme il s'est passé pour les personnes de langue française qui sont hospitalisées à Aoste, et je crois que ce soit normal qu'elles puissent être comprises par les médecins qui travaillent à Aoste.
Président - Pour la réplique, la parole au Conseiller Ferrero.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Vous savez, Monsieur Rollandin, je n'aurais pas voulu discuter de notre Statut, ça c'est évident, mais votre réponse est celle que je m'attendais: c'est un mur devant lequel on ne peut que se mettre à genoux. Vous savez, je pense que les valdôtains sont en train de comprendre que votre défense du Statut spécial est seulement quelque chose que vous allez dire par-ci et par-là pour une raison qui n'est plus présente. Notre Statut spécial, actuellement, à Rome, par le Gouvernement Renzi...mais regardez ce qu'il s'est passé, notre Statut est pris et mis dans la poubelle!
Continuare a fare questa difesa dello Statuto speciale, quando poi su questioni che riguardano la vita dei valdostani di tutti i giorni prendete queste posizioni, per carità, potete anche continuare, ma se questo è quello che è rimasto dell'autonomismo e dell'Autonomia della Valle d'Aosta tenetevelo! Bisogna avere una visione dello Statuto speciale moderna, e "moderna" non vuol dire stare zitti quando te lo demoliscono a Roma, quando poi su una questione che riguarda la professionalità del personale sanitario che viene ad operare i nostri genitori, ad operare noi, qui, bisogna lasciar perdere, ma per carità! Se è rimasto solo questo da sbandierare dell'Autonomia come una vecchia bandiera mezza bucata, per carità, ve lo lasciamo, abbiamo una visione del rispetto della Costituzione e dell'Autonomia che fortunatamente è più elevata della vostra. Se per voi che avete svenduto l'Autonomia tutta - anche tramite i Parlamentari valdostani, con le riforme che si stanno facendo a Roma - adesso attaccarvi al francese è una scialuppa di salvataggio, sappiate che non andrete a finire molto lontano, andrete a spiaggiarvi presto!
Presidente - Punto 16 all'ordine del giorno.