Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1624 del 3 dicembre 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1624/XIV - Inizio della votazione del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione autonoma Valle d'Aosta (Legge finanziaria per gli anni 2016/2018). Modificazioni di leggi regionali.".

Presidente - Colleghi siamo all'esame della legge regionale n. 63, all'articolo 1. Nessuno intende chiedere la parola? Passiamo alla votazione? Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 34

Votanti: 21

Favorevoli: 21

Astenuti: 13 (Bertin, Certan, Chatrian, Cognetta, Fabbri, Ferrero, Gerandin, Grosjean, Morelli, Nogara, Roscio, Rosset, Laurent Viérin)

Il Consiglio approva.

Passiamo all'esame dell'articolo 2, sul quale sono stati presentati due emendamenti. Il primo è l'emendamento n. 1 dell'UVP. Qualcuno intende illustrarlo? Prego collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Président.

Il nostro emendamento va nel senso di provare a mettere nella finanziaria una delle grandi difficoltà sulle quali ci siamo confrontati in questi tre giorni, in cui si è parlato anche dei costi riferiti al personale della pubblica amministrazione. Penso che il nostro emendamento sia molto chiaro. Noi pensiamo che, in un momento di grande ristrettezza economica e nel quale ci sono veramente poche risorse per gli investimenti, bisogna cercare di limitare quanto possibile il costo della macchina amministrativa pubblica. Se condividiamo quello che è previsto nella legge, vale a dire il blocco delle assunzioni per gli enti locali, noi chiederemmo di ampliare questo sforzo anche all'Amministrazione regionale, perché noi siamo in un comparto unico, come dicevamo ieri quando si parlava di tutela del personale. Al di là degli impegni presi nel precedente bilancio, noi pensiamo che sia il momento di provare a ragionare su una mobilità di comparto. Con gli enti che non hanno lo stesso contratto, la mobilità può essere eventualmente un discorso di distacco, però non possiamo più permetterci di continuare a inserire nella macchina amministrativa costi, che poi alla fine determinano quella carenza di risorse in conto investimenti.

Noi crediamo che le stesse regole che valgono per gli enti locali debbano valere anche per l'Amministrazione regionale, per quel concetto, mi pare condiviso anche da lei, Presidente, per cui viene difficile in questo momento pensare a drastiche riduzioni. Però possiamo almeno evitare di continuare con le sostituzioni, seppure questo avvenga in percentuali limitate. Noi pensiamo che sia il momento di dare un segnale chiaro e che non possano esserci più deroghe, anche solo del 10 percento.

Noi estendiamo questo discorso anche all'azienda USL. Tuttavia, per venire incontro alla situazione drammatica che ci ha illustrato ieri l'Assessore Fosson, in riferimento alla necessità di avere in prospettiva più personale assistenziale e medico, noi lo abbiamo limitato al solo personale amministrativo.

Una regola del genere l'avevate già scritta nel precedente bilancio ed era addirittura estesa a tutto il comparto, non solo a quello l'amministrativo, ma quest'anno non è stata ripresa. Noi chiediamo con forza questo, Assessore, perché così eviteremo quelle deroghe che lei ha usato per continuare ad assumere anche personale amministrativo, in barba a quello che era il blocco. Noi crediamo che non basti non rispondere a una richiesta del direttore dell'azienda USL per essere legittimati a derogare a una norma finanziaria, per cui con questo rimettiamo l'alt a queste possibilità di deroga, che lei nel 2015 ha utilizzato pur essendoci un blocco delle assunzioni.

Io penso che sia un emendamento assolutamente accettabile, perché va nel senso che tutti ci siamo posti come percorso ormai obbligato, se vogliamo essere credibili quando diciamo che la macchina amministrativa pubblica deve costare di meno. Questo è quanto noi crediamo sia necessario, a fronte di un bilancio che è drasticamente diminuito, sennò continuiamo a perderci dietro alle parole. I perché li conosciamo e non siamo neanche intervenuti sul precedente articolo, sul patto di stabilità, perché sappiamo che purtroppo la situazione è questa, pur sperando che le regole cambino secondo l'auspicio di tutta l'aula e di tutti i valdostani. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Parto dalla seconda parte dell'emendamento che è stato illustrato dal collega Gerandin. Dal nostro punto di vista, più volte sollecitato in questi ultimi mesi e negli ultimi anni, è troppo importante che all'interno del comparto unico si faccia una verifica molto puntuale e strutturata sugli eventuali esuberi di personale e di conseguenza ci si doti di opportuni trasferimenti per mobilità. Questa è il primo volet necessario e fondamentale. Il secondo è quello di creare le stesse condizioni per gli enti locali e per l'Amministrazione regionale; è da diversi anni che abbiamo proposto in finanziaria di tenere lo stesso parametro. Il terzo discorso, dal nostro punto di vista - mi ricordo la discussione fatta nella scorsa finanziaria - è di raccogliere la sfida, una volta fatta la verifica, di cercare di dare gambe a un staffetta generazionale anche all'interno dell'Amministrazione regionale, con un saldo finale sul bilancio che però sia negativo, cioè con un costo inferiore.

Tocca a noi, tocca alla finanziaria regionale creare queste condizioni. Da una parte ci vorrebbero risorse per poter agevolare scivoli e possibilità di prepensionamento o di pensionamento. Dall'altra, la sfida che io ritengo più forte è di creare comunque una staffetta generazionale, dando all'amministrazione pubblica vivacità e nuove energie dal punto di vista non solo anagrafico, ma legato alle competenze e ai curricula delle nuove generazioni, dei nostri giovani.

Sosteniamo convintamente questo emendamento e sottolineiamo che la parte più importante è la seconda, quella della verifica puntuale sugli esuberi. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Sì, grazie.

Le valutazioni su questo emendamento sono due. La prima riguarda l'Amministrazione regionale per la quale, come ricordava il collega Gerandin, noi siamo passati dal 20 percento al 15 e infine al 10 percento. Il 10 percento vuol dire che, su 10 persone che vanno via, se ne può sostituire una. Soprattutto in alcuni settori, se andiamo avanti con il discorso che si sta facendo, francamente diventa difficile immaginare di non sostituire nessuno. Uno su dieci credo che sia una posizione ragionevole, per non dire minimale.

Diverso è il discorso del personale amministrativo dell'USL e, sul secondo punto dell'emendamento, dove si dice che l'Amministrazione regionale e gli enti locali provvedono a effettuare un monitoraggio per adottare eventualmente trasferimenti per mobilità, noi possiamo concordare sul fatto che ci sia questo intervento. Vorrei solo far presente che, sul tema del personale amministrativo dell'USL, ultimamente avevamo già fatto una riflessione abbastanza attenta per cercare di limitare le eventuali possibilità di aumento del personale. Quindi, non siamo dell'idea di poter accogliere la prima parte dell'emendamento, mentre la seconda parte sì.

Presidente - Voglio solo ricordare che, in base al Regolamento, se si accolgono solo delle parti del testo bisogna formulare un subemendamento. Prego collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Président.

Ci dispiace veramente, perché siamo assolutamente convinti che in una macchina amministrativa come quella regionale, che ha più di duemila dipendenti, diventa difficile capire il discorso del 10 percento. Può essere difficile da capire, ma può essere ragionevole e su questo, da parte nostra, ci sarebbe la disponibilità a eventualmente rivedere il punto legato alla Regione.

Invece, Presidente, non siamo assolutamente d'accordo con il discorso del personale amministrativo dell'USL. Le torno a dire che lo scorso anno, nonostante ci fosse una norma finanziaria che limitava i concorsi, si è andati oltre. Qualcuno ha usufruito o comunque impiegato male una delibera di Giunta, qualcuno volutamente non ha risposto e si è proceduti ad andare oltre. Noi vogliamo regole certe! L'USL ha un numero di dipendenti che supera i duemila e noi abbiamo lasciato fuori il personale medico e assistenziale, proprio perché capiamo il momento difficile. Ma sugli amministrativi noi non recediamo.

Accogliamo con favore la disponibilità ad accogliere la seconda parte dell'emendamento. Proviamo a capire le difficoltà per quello che riguarda il personale della Regione, ma sul discorso dell'USL non pensiamo che si debba assumere altro personale amministrativo, in un momento in cui, come ha detto l'Assessore ieri, non siamo forse nemmeno in grado di garantire il servizio di assistenza medica. Perché assumere altro personale amministrativo, invece di procedere mediante mobilità interna o con il distacco? Con questo mettiamo un punto finale, dicendo che probabilmente le risorse per l'Azienda USL sono anche troppe, se non siamo in grado di dire basta all'assunzione di amministrativi. Grazie.

Presidente - Ricordo che stiamo dibattendo se subemendare il testo di un emendamento sul quale è in corso la discussione. Se c'è una proposta diversa, qualcuno deve presentarla. Prego collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Grazie.

Vedo che state colloquiando, ma mi pare corretto che la gente possa capire. Dateci una risposta che tutti possano sentire. Noi ieri abbiamo concluso una seduta del Consiglio ascoltando un pianto greco sulla garanzia dei servizi sanitari. È stata una pagina da libro Cuore!

Ma lei, Assessore, pensa di riuscire a garantire i servizi sanitari continuando ad assumere amministrativi? Se non li volete assumere - glielo chiedo per favore - prenda la parola e dica che accettate la prima parte dell'emendamento! Io non ho detto di interrompere i percorsi o i concorsi che non avete concluso. Noi chiediamo che il personale amministrativo, se necessario, lo prendiate mediante distacco di personale del comparto, non potendo farlo con la mobilità perché c'è un altro contratto. Se vi va bene ce lo votate. Grazie.

Presidente - Grazie per la chiarezza, collega Gerandin. Però prima di votare qualcuno deve prendere la parola e fare la proposta, sulla quale essere tutti d'accordo, di dividere l'emendamento in due parti. La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Credo di essere stato chiaro nel primo intervento, dicendo che sulla seconda parte noi siamo d'accordo. Quindi se si vota per parti, noi sulla seconda siamo d'accordo.

Per la prima parte c'è questa perplessità sul discorso amministrativo, anche se ho detto che sicuramente non c'è l'intenzione di incrementare il personale, che comprende anche delle figure tecniche. Per quanto riguarda la parte del personale regionale, ho detto che al di sotto del 10 percento è veramente difficile starci. Quindi sulla prima parte noi ci asteniamo, sulla seconda votiamo a favore.

Presidente -Prego, collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Président.

A questo punto ci verrebbe da dire: meglio poco che niente. Per cui accettiamo di dividere la nostra proposta.

A noi rimangono non una ma tutte le perplessità, perché è veramente incomprensibile, mentre si mette in discussione il futuro del servizio sanitario per quello che riguarda l'assistenza medica, non avere il coraggio di prendersi la responsabilità di dire che per un anno - perché questa è una misura che dura un anno - privilegeremo il sanitario rispetto all'amministrativo. Rimane per noi questo cruccio e penso che rimarrà anche per i valdostani. Grazie.

Presidente - Procediamo con due votazioni. Voteremo separatamente la prima parte dell'emendamento n. 1 dell'UVP, fino alle parole "mobilità e distacco" e la seconda parte da "L'Amministrazione regionale" fino a "per la mobilità". È aperta la votazione sulla prima parte dell'emendamento.

Votazione conclusa.

Esito della votazione:

Presenti: 34

Votanti: 13

Favorevoli: 13

Astenuti: 21 (Baccega, Bianchi, Borrello, Donzel, Farcoz, Follien, Fontana, Fosson, Guichardaz, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Testolin e Marco Viérin)

Il Consiglio non approva.

Votiamo adesso la seconda parte dell'emendamento, che viene classificato 1bis. Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Su questo articolo c'è ancora l'emendamento n. 1 della II Commissione, che introduce un nuovo comma 4bis. Chi intende prendere la parola? Possiamo metterlo in votazione? Votazione aperta. Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Il collega Chatrian ha chiesto la parola, prego.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Solo per fare ordine nei lavori. Iniziamo una giornata pesante per tutti e dobbiamo, come voi immagino, avere sottomano gli emendamenti, gli incroci e tutto. Se possibile chiederei al governo e a chi ha presentato gli emendamenti di illustrarli, in modo da averne contezza. Lo so che questo è un emendamento della II Commissione, ma ho fatto un esempio per proporre un modus operandi migliore. Se è possibile, almeno una brevissima presentazione, così è più semplice per tutti. Grazie.

Presidente - Grazie collega. Procediamo alla votazione dell'articolo 2 nel suo complesso. Votazione aperta.

Votazione conclusa.

Esito della votazione:

Presenti: 34

Votanti: 34

Contrari: 13

Favorevoli 21

Il Consiglio approva.

Passiamo all'emendamento n. 2 della II Commissione che, se vi può aiutare, è quello che riguarda l'Expo. Chi intende prendere la parola? La parola all'Assessore Perron.

Perron (UV) - Grazie Presidente.

Come avevo già anticipato in Commissione, questo emendamento stabilisce la cessazione anticipata della società per l'Expo VdA. La legge era stata costituita nel 2014 e con questo articolo si dispone la messa in liquidazione della società, tenuto conto del completamento del suo oggetto sociale. Questo è correlato all'iniziativa di Expo Milano a livello italiano che è terminata nel 2015 e conseguentemente la società, che era stata creata ad hoc, termina la sua azione.

Presidente - La parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Con questo emendamento mettiamo fine a una vicenda che forse non avremmo mai dovuto aprire. Siamo stata l'unica regione in Italia che per partecipare a una mostra ha istituito una S.p.A. ad hoc. Siamo stati gli unici e con risultati che si potevano benissimo ottenere senza bisogno di costituire una società di scopo, al solo fine di gestire una partecipazione a un'esposizione. Tutte le altre regioni hanno proceduto in modo diverso, mentre noi siamo stati un'eccezione. Tra l'altro erano stati previsti due anni supplementari di attività di questa società e francamente questo non aveva senso.

È una vicenda che nasce - lo abbiamo capito tutti - non da ragioni legate strettamente al merito della promozione di Expo in Valle d'Aosta, ma a equilibri che si dovevano trovare all'interno della maggioranza. Una vicenda negativa che oggi si chiude. Paradossalmente potremmo addirittura votare favorevolmente a questo emendamento per chiudere la vicenda. Ci asteniamo, ma con questo veramente mettiamo il punto finale a questa che è la cinquantesima S.p.A. in Valle d'Aosta, una partecipata regionale che non avremmo mai dovuto istituire. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Credo che le valutazioni fatte dal collega Bertin siano in qualche modo fuorvianti, perché la ragione che ha portato a questa scelta l'avevamo spiegata nel momento in cui la scelta era stata presentata in quest'aula. Ogni regione si è organizzata in modo proprio e alcune di esse hanno dato dei compiti ad altre istituzioni che erano già costituite e che potevano svolgere questo ruolo.

Per quanto ci riguarda ci sembrava corretto utilizzare le disponibilità di questo Consiglio. Avevamo chiesto una disponibilità, che poi non è stata data da tutti, ma credo che l'attività svolta abbia comunque permesso di utilizzare al meglio un'opportunità, che sicuramente è stata intesa nel senso corretto, di presentare la Valle d'Aosta a questo appuntamento importante. Ringrazio i membri del Consiglio, il consigliere Cognetta, il presidente La Torre e il presidente Restano, per aver operato in questo senso, credo ampliando il lavoro che fanno comunemente in questo Consiglio, quindi senza oneri in più. C'è stato invece un lavoro di raccordo che era indispensabile per cercare di coordinare e di far emergere le potenzialità della nostra valle, così come avvenuto. Il successo dell'Expo, anche per la Valle d'Aosta, è nei numeri, nelle manifestazioni che si sono tenute e nell'adesione di tutti gli operatori coinvolti in questo percorso. Riteniamo che l'esperienza adesso sia da considerare conclusa nel senso in cui era stata evocata ossia rispetto al bisogno di questa coralità e di avere un supporto importante.

Naturalmente questo non vuol dire che gli effetti dell'Expo non devono essere considerati e, anzi, l'effetto Expo deve continuare in qualche modo, per avere una presenza della Valle d'Aosta nelle sue molteplici attività e non solo con il turismo. C'è stata la presentazione dei prodotti, della cultura, dell'industria ed infatti hanno partecipato industriali, varie società, artigiani e la Chambre de commerce. C'è stato un coinvolgimento continuo e diretto di tutti gli operatori, che ha saputo in qualche modo di reggere ad uno sforzo non indifferente, tenendo conto delle manifestazioni che si susseguivano. Credo che i risultati siano stati ottimi. Quindi noi ringraziamo per la collaborazione coloro che sono in questa sala e anche i funzionari che hanno lavorato con grande dignità ed efficienza per il buon risultato di questa esperienza. Grazie.

Presidente - Per la dichiarazione di voto la parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Lo ripeto, lo strumento e le previsioni erano sbagliate, tant'è vero che la chiudete due anni prima di quando avevate stabilito. Mi sembra una difesa d'ufficio che non regge. Grazie.

Presidente - La parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Monsieur le Président.

Al di là della questione in generale, la nostra idea su questo emendamento è che stupisce un po' la modalità della chiusura della società per Expo. Noi avevamo votato in modo convinto l'istituzione, al di là della modalità e della formula utilizzata, di una società incardinata nell'amministrazione, ma con una modalità funzionale diversa, con lo scopo - ne avevamo parlato qui in aula - di fare vivere la Valle d'Aosta a Expo e di attrarre dal punto di vista soprattutto turistico un'utenza sul nostro territorio.

È chiaro che quando abbiamo votato in modo convinto questa legge in aula, era prevista una durata di questa società. Abbiamo preso dei dipendenti regionali, li abbiamo distaccati e gli abbiamo detto che per un tot di tempo loro sarebbero rimasti lì con una funzione. Quindi, Assessore Marguerettaz, noi vorremmo capire come mai, al di là delle considerazioni generali, d'emblée in autunno ci si accorge che qualcosa va modificato. Non lo chiediamo in senso polemico, perché una cosa può anche non aver funzionato e ci si può rendere conto in corsa che questa esperienza è finita. Però noi crediamo che bisogna avere la franchezza di venire qui in Consiglio a dirlo. Noi per primi avevamo sostenuto questa cosa, mentre altri non l'hanno fatto e oggi dicono che effettivamente era un fallimento. Noi crediamo che Expo sia stata un'opportunità molto importante anche per la Valle d'Aosta e abbiamo avuto la fortuna con alcuni colleghi di visitare lo stand della nostra regione, che era molto suggestivo.

Volevamo capire, Assessore Marguerettaz, semplicemente quali sono state le valutazioni da un punto di vista di funzionalità, di appeal e di promozione turistica. Ieri abbiamo votato l'istituzione di un ente di promozione turistica, quindi non crediamo che la motivazione sia di esternalizzare certe cose, perché ieri di fatto lei ha accettato di avere un ente che, con snellezza e con maggiore funzionalità, gestirà in modo autonomo, semiautonomo o comunque esterno questa parte di promozione. Quella che chiudiamo era una società di scopo, ma lo scopo è finito prima: avevate valutato male che probabilmente questa cosa anche dopo avrebbe potuto avere una funzione? Noi voteremo in base alla sua capacità di convincimento: se all'epoca siamo venuti qui in aula e abbiamo sostenuto un'idea del Consiglio e del governo per promuovere Expo, mentre oggi ci dite che questa cosa non ha più un senso di esistere, possiamo anche aderire e crederci. Avremo modo di confrontarci sui risultati ottenuti da Expo, ma vorremmo solo capire che cosa è intervenuto per spingervi ad agire nella finanziaria, nel senso che attraverso un emendamento si chiude una cosa che invece era stata condivisa all'interno di un dibattito politico.

Senza andare oltre, le chiediamo se è possibile capire qual è la sua valutazione, Assessore Marguerettaz, visto che l'Assessore Perron ha dato una motivazione tecnica e il Presidente ha fatto un cappello politico. Noi vorremmo avere da lei che è assessore al turismo una valutazione sull'esperienza di Expo e soprattutto una ratio politica, per il fatto che oggi lei chiude una società, modificando dopo pochi mesi un indirizzo che lei aveva dato al Consiglio, che noi avevamo capito essere di un certo tipo e al quale, tra l'altro, all'epoca avevamo aderito in modo convinto. Grazie.

Presidente - La parola alla collega Certan.

Certan (ALPE) - Grazie Presidente, buongiorno.

Prendiamo atto che la società Expo, che noi avevamo criticato per il modo in cui era stata creata e, più ancora, per come ha lavorato successivamente, oggi è morta. Se poi vogliamo andare a fare un'autopsia per capire quali sono state le ragioni, va bene e può essere interessante: le ascolteremo, Assessore, e sarà sicuramente utile.

Come ha ricordato il collega Bertin, noi avevamo detto che era sbagliato lo strumento in quel momento, tant'è che lo scorso anno, proprio in sede di discussione di quella legge, avevamo presentato una proposta che andava già nella direzione di quello che un anno dopo - quindi abbiamo perso un altro anno - siamo riusciti a far passare. In effetti, ieri la nostra proposta, che è stata votata all'unanimità, andava in questa direzione, cioè la stessa dello scorso anno e avrebbe potuto già allora avere le stesse caratteristiche e fare le stesse cose che ha fatto.

Quel che è passato è passato e si possono fare tutte le valutazioni che vogliamo sulle attività che Expo ha fatto in questo anno. Certo è, però, che il Presidente Rollandin disse in sede di discussione che il termine andava prolungato per altri due anni, proprio per dare un elan e una visione più ampia, che una società destinata più al marketing e al turismo in generale non avrebbe potuto dare.

La morte anticipata di questa società testimonia che avevamo visto bene. Come hanno ricordato i colleghi, ci sono stati distacchi di personale e c'è stato un investimento da parte dell'Amministrazione regionale che poi è finito in un nulla di fatto, perché tutto quello che si è organizzato in un anno chiude i battenti, point à la ligne.

Faccio anche un'altra precisazione. Ieri noi avevamo parlato di una società mista pubblico-privato, perché altrimenti una società solo pubblica ce l'avevamo già. La società Expo poteva essere in qualche modo trasformata, variata: il consiglio di amministrazione, invece di essere costituito solo da consiglieri regionali, poteva essere integrato. Però la società Expo VdA era già pubblica: potevamo cambiargli il nome, ma di fatto era già istituita.

C'è stata una morte improvvisa, per chissà quali cause. Quando si prendono queste decisioni, forse è il caso di consultare e ascoltare anche i colleghi dell'opposizione, perché magari qualche idea e qualche prospettiva ce l'hanno.

Presidente - La parola all'Assessore Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Grazie.

Visto che mi è stata posta una domanda in modo puntuale, credo sia assolutamente corretto intervenire. Mi perdonerete, però quando il Presidente della Regione interviene non è che lo fa a livello personale, ma parla rappresentando il pensiero del governo. Tuttavia, ad adiuvandum, se posso fare delle considerazioni personali, credo che la costituzione di Expo VdA non sia stata assolutamente un errore, ma un'opportunità. Ho avuto modo di dire in tutte le sedi che Expo Milano è nata in mezzo a diecimila polemiche. Noi abbiamo avuto un approccio molto più laico. In una situazione come questa, se ci sono delle opportunità è inutile discutere del sesso degli angeli: cerchiamo di intercettarle e di fare del nostro meglio.

Il fatto di aver costituito una società e di aver distaccato del personale, vuol dire che la Regione Valle d'Aosta ha affrontato l'evento con un'energia e un supplemento di attività che normalmente non viene proposto. Se andate a vedere i dati, tutta una serie di cose sono state fatte grazie a questo impulso e a queste energie. Anche nell'ambito del Consiglio regionale, al di là della minoranza o della maggioranza, abbiamo avuto delle persone che si sono dedicate oltre il loro ruolo a queste attività. Pertanto il giudizio che viene dato è positivo, perché in questa situazione sono state fatte delle cose che universalmente sono state riconosciute. Quando il sottoscritto, il presidente attuale di Expo VdA, Restano, e il Presidente della Regione siamo andati pochi mesi fa a Milano, lo abbiamo fatto perché sollecitati da Padiglione Italia, che ha ritenuto che una delle esperienze più significative nell'ambito delle presenze regionali è stata quella della Valle d'Aosta. Nonostante il periodo breve, abbiamo proposto uno stand che era straordinario, innovativo e degno di essere menzionato, tanto che ci hanno chiesto di andare a testimoniare rispetto a questo.

Tutta una serie di ragionamenti, io non li condivido. C'era un'opportunità, abbiamo individuato uno strumento per coglierla, ci sono delle persone che si sono dedicate e abbiamo fatto bene. Quando le società si costituiscono - mi perdonerete, perché non voglio fare ovviamente il commercialista - vengono indicate delle date, dopodiché nel corso dell'attività si verificano se ci sono le condizioni, se è opportuno o se non è opportuno. In questo momento l'attività importante è stata definita e da questo punto di vista riteniamo che, avendo fatto allora una legge, interveniamo oggi con un'altra norma di legge per dire che si chiude un'esperienza e che raccogliamo tutti i risultati di questa esperienza, perché tutti i contatti e tutte le attività non sono persi. La presenza del coordinatore dell'assessorato del turismo era organica nell'ambito di Expo, quindi nulla è perso e l'esperienza proseguirà nell'ambito di queste attività.

Presidente - Collega Restano, prego.

Restano (UV) - Grazie Presidente.

Questo intervento mi dà innanzitutto l'opportunità di ringraziare tutte le persone che hanno collaborato con la società. I dipendenti distaccati, che hanno dato tanto impegno, anche oltre le normali mansioni professionali, si sono messi in gioco e sono riusciti nel loro intento, quindi bisogna ringraziare e riconoscere questo merito, che non sempre è comune nei pubblici dipendenti. Questo fa loro tanto onore: non hanno guardato gli orari e hanno lavorato intensamente per questi sei mesi. Come tutti sapete, io sono giunto in corsa e questo non era uno dei miei obiettivi fondamentali, ma ci ho messo tutto l'impegno del caso. È stata una sfida che direi abbiamo vinto e, oltre a ringraziare in qualità di presidente, voglio fare anche i miei ringraziamenti personali a tutti quelli che hanno collaborato.

È stata un'esperienza importante ed è stata un'opportunità per fare conoscere la Valle d'Aosta, come ho sempre detto, per valorizzare le nostre eccellenze, i nostri prodotti enogastronomici, il nostro ambiente unico, ma è stata anche qualcos'altro. È stata un'attività di promozione del territorio a 360 gradi, ma vorrei aggiungere che è stato un laboratorio per tutti: per chi ci ha lavorato, per noi consiglieri, ma soprattutto per chi (esercizi commerciali, associazioni e attività di vario genere) ha collaborato con Expo. È stato un modo per iniziare una collaborazione con un mondo che a volte è un pochino staccato dall'ente pubblico. Abbiamo visto che in Alto Adige la collaborazione tra il pubblico e il privato è molto attiva, soprattutto nel campo della promozione turistica e dell'organizzazione di eventi; forse Expo per noi è stato un laboratorio in questo senso. Abbiamo lavorato insieme a dei privati che hanno messo delle loro risorse personali e a volte anche economiche per realizzare degli eventi.

Sembrava che non fosse uno degli obiettivi principali di questa società, ma nella realtà è stato un mezzo per portarci avanti, per fare delle riflessioni e per scoprire quello che può essere l'attività di promozione futura della nostra regione. Molte volte crediamo che il centro di tutto sia qua all'interno, ma non è affatto vero. Crediamo di essere osservati da chi sta all'esterno, ma non è così. Chi sta all'esterno corre ed è molto rapido.

Io so che le associazioni di categoria, delle quali qualcuno di noi fa parte, si stanno attivando e hanno riflettuto. Sono associazioni attive nel mondo del turismo e della promozione turistica, che hanno meno risorse, ma hanno avviato dei percorsi che permettano loro di vivere da soli e di camminare con le proprie gambe. Noi dobbiamo essere al passo con queste associazioni e ritengo che l'attività di Expo - a me personalmente e a chi ha collaborato con Expo - abbia dato questa opportunità.

Mi permetto di dire che la riflessione che abbiamo fatto ieri sulla società di promozione turistica è anche figlia di questa esperienza con Expo, che ci ha permesso di vivere insieme ad altre regioni le loro esperienze, di confrontarci e di riflettere su questo. Lo ha fatto fare a me, ma anche a chi ha collaborato con me e ai colleghi che mi sono stati quotidianamente a fianco. Ci siamo confrontati anche con il governo regionale e si è arrivati a questa soluzione. Se questo percorso che stiamo facendo di chiusura della società sia giusto o meno, lo vedremo in seguito. È una riflessione profonda che è stata fatta col governo e si è scelta la chiusura. Io la condivido e andiamo avanti insieme. Adesso nel campo della promozione turistica si stanno facendo scelte importanti - ieri abbiamo fatto una riflessione e ne abbiamo parlato - credo che siano le scelte giuste e tutti insieme le valuteremo, però direi che questa è in parte l'eredità di Expo. È un'eredità che guarda anche a un turismo internazionale, perché a Milano, come è stato detto giustamente dall'Assessore, abbiamo avuto con altre nazioni contatti e grosse opportunità che ci porteremo dietro negli investimenti futuri. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola alla collega Certan.

Certan (ALPE) - Sì, grazie.

Due battute, Assessore Marguerettaz. Noi non abbiamo detto che è stato un errore in generale, ma lo è stato il tipo di società che è stata istituita, con quelle finalità e con quella struttura, e questo l'avevamo detto lo scorso anno. Poi, era quasi d'obbligo che la società lavorasse in quel modo e ringraziamo anche noi - a titolo personale, ma credo anche di tutto il nostro gruppo - per il lavoro che alcuni colleghi hanno portato avanti. Ma il problema era il tipo di società. La valutazione non può essere: alla fine però abbiamo lavorato ed è stata un'opportunità per tutti, anche per la Valle d'Aosta. Non credo che sia questo l'obiettivo che devono avere degli amministratori e degli assessori.

Mi permetto di dire, collega Restano, che lei ha ragione quando dice che fuori il mondo corre e corre anche più velocemente di quello che noi facciamo qua; sono completamente d'accordo con lei. Il problema è che noi non dobbiamo correre più veloci, noi dobbiamo stabilire le regole con le quali si fanno le corse fuori. E mi permetta di dire che, se si sbagliano le regole o regolamento di gara, chi ne perde poi è la società fuori e non noi, quindi sono le regole che noi stabiliamo che devono essere giuste. Lei l'ha ricordato cosa hanno fatto altre regioni e che c'è stato un confronto, ma i nostri amministratori regionali lo dovevano sapere già prima che c'era una Trentino Marketing o che altre regioni facevano in un altro modo. E lo si sapeva! Ma politicamente qualcuno ha deciso che conveniva fare quel tipo di società, perché in quel momento andava bene così. Inoltre, Assessore Marguerettaz, non è una questione tecnica da commercialisti il fatto che l'avete allungata di due anni e oggi la tagliate, perché il Presidente Rollandin lo scorso anno ha dato delle motivazioni politiche all'allungamento di due anni. Non è una questione da commercialisti.

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Abbiamo ascoltato con attenzione le parole dell'Assessore e anche del presidente di Expo. Sicuramente se l'idea di chiudere Expo è sorta sulla base di un grande successo, ci dispiace che tra tutti non l'avessimo pensata prima. Si poteva pensare che questa società durava fino a dopo Expo e si diceva qui in Consiglio. Tuttavia, giustamente riconfortati dalle parole del presidente di Expo, il quale è il primo a essere convinto della bontà della chiusura di questa società, noi facciamo una considerazione di riguardo nei confronti di chi ha lavorato sei mesi in Expo. Ci dispiace veramente per queste persone, perché hanno dato l'anima, sono state distaccate e hanno cercato di dare il meglio di loro stessi per una società che doveva durare nel tempo, mentre oggi, per giochi politici come qualcuno ha detto, si vedono ricollocati, chi da una parte, chi da un'altra. Anche sui criteri di ricollocazione di questi dipendenti ci sarebbe qualcosa da dire, perché non sempre e anche in questo caso le competenze vengono valutate per la scelta della nuova collocazione.

Al di là di questo, ci dispiace perché abbiamo vissuto questa vicenda di Expo come un piccolo sogno, che effettivamente andava codificato in modo diverso se si sapeva già prima che l'esperienza finiva. Sarebbe stato molto più corretto nei confronti di chi vi ha lavorato e soprattutto nei nostri, perché noi abbiamo aderito a questa proposta, convinti che avesse una funzione diversa rispetto a quella a cui oggi l'assessore Marguerettaz la riconduce.

Noi, Assessore, ci asterremo su questa vicenda, perché non condividiamo appieno questa conduzione. Forse lei non è mai stato convinto di questa esperienza di Expo e oggi lo dimostra. Non era convinto, perché probabilmente ha dovuto subire questa vicenda. Oggi però i vostri giochi politici non devono interferire sull'azione amministrativa, soprattutto su quella che è un'idea di sviluppo turistico. Probabilmente voi avevate interpretato Expo con un'altra finalità, anche politica, all'interno del Consiglio. Noi avevamo anche investito sui consiglieri di opposizione che hanno fatto parte di questa esperienza, che oggi si conclude con un emendamento in finanziaria, neanche con un articolo di legge. Se la vostra idea era proprio che Expo avrebbe terminato la sua esperienza in autunno, avreste almeno fatto un articolo di legge già incardinato nel testo della finanziaria, invece arrivate con un emendamento in autunno. Probabilmente lei un mattino si è alzato e si è reso conto che Expo è stata un'esperienza positiva - perché lo dice qui in Consiglio - ma secondo lei va chiusa.

Ripetiamo che ci asterremo, perché da un lato abbiamo creduto in quest'esperienza e dall'altro ci dispiace per chi ha lavorato con dedizione all'interno di questa società, credendo in un sogno che oggi invece viene chiuso con un emendamento, ma soprattutto perché non vogliamo essere tirati in giochi politici che nulla hanno a che vedere con la promozione turistica, ma che sono semplici equilibri all'interno di una maggioranza. Grazie.

Presidente - La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Non si tratta di fare la lista dei buoni e dei cattivi, perché i bilanci si faranno poi in seguito, guardando quello che è successo. Certo che arrivati a questo punto, per quanto riguarda l'esperienza della partecipata virtuosa che ci aspettavamo, beh, siamo stati profondamente delusi. I criteri di selezione del personale non abbiamo capito alla fine quali siano stati. Tutti gli affidamenti delle forniture sono stati fatti direttamente, quindi a trattativa privata e non c'è stato uno straccio di gara. Per le gare che ci sono state, io ho visto una parte della documentazione e più avanti, quando avrò tempo, potrò fare una cartina del perché forse all'inizio la società ha interessato a tanti, visto che le ditte sono riconducibili esattamente a partiti e movimenti politici. Da quel punto di vista è stata una brutta esperienza. Non mi riferisco al lavoro che è stato fatto, che lo giudicherà chi vuole, ma decisamente dal punto di vista delle modalità è stata una grande delusione.

Cosa c'è da dire oltre? Senza fare una grossa polemica, forse ci aspettavamo molto di più - ma molto di più! - da questa esperienza e se sul sito della società che si è occupata, tramite il Signor Rampello, della direzione artistica, la pagina di Expo della Valle d'Aosta è ancora con la scritta "pagina in costruzione", forse dovremmo chiederci qualcosa.

Il chiudere questa società per noi è una cosa positiva e il nostro sarà un voto favorevole alla chiusura. Per carità, si può fare sempre meglio, ma qui diciamo che lo sforzo per fare bene, a livello di modalità di gestione di una società che poteva essere la partecipata del futuro della Valle d'Aosta, direi che non c'è stato. Quindi chiudiamola pure, che sarà un risparmio per tutti, e poi meditiamo quando ci sarà da aprire altre società partecipate, perché di certo, almeno da parte mia, non ci sarà assolutamente un parere favorevole.

Presidente - Grazie collega. Possiamo procedere alla votazione dell'emendamento. Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 23

Favorevoli: 23

Astenuti: 12 (Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Fabbri, Gerandin, Grosjean, Morelli, Nogara, Roscio, Rosset e Laurent Viérin)

Il Consiglio approva.

Abbiamo adesso l'emendamento n. 1 dei colleghi Guichardaz, La Torre e Marquis, che dovrebbe costituire, se approvato, l'articolo 2 ter. Chi intende illustrarlo? La parola al collega Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Continua un percorso già intrapreso l'anno scorso e che contiamo di proseguire con la preannunciata legge sulle società partecipate e sulle controllate. Nella scorsa finanziaria introducemmo un principio importante, quello della possibilità di usare in modo dinamico le nostre risorse umane pubbliche all'interno delle società partecipate e controllate, ampliando quindi il campo e la platea entro la quale utilizzare in modo congruo e razionale delle risorse. Ne abbiamo già parlato ieri e oggi continuiamo verso la direzione auspicata, che è quella di una maggiore integrazione di queste nostre società all'interno del panorama pubblico, ponendo in essere delle regole che anticipano e connotano in qualche modo lo spirito della legge di prossima approvazione sulle partecipate, per la quale ieri ci siamo formalmente impegnati a proseguire rapidamente e in tempi brevi il percorso.

Minori costi e regole, per quanto compatibili ovviamente con le prerogative della società, analoghe o simili a quelle per il pubblico. Parliamo dei trattamenti di trasferta, a cui si è voluto applicare un regime che è quello del riconoscimento, per quanto riguarda le trasferte del personale delle società controllate, uguale e analogo a quello in uso per le categorie e la dirigenza del comparto unico regionale. Tra l'altro, oggi avviene già così nel caso, per esempio, delle elette nella Consulta femminile, per le quali si applica già questa disposizione. Invece per i consigli di amministrazione, cioè per coloro che sono stai nominati e non sono all'interno degli organici delle società controllate, abbiamo stabilito nel nostro emendamento che le condizioni, qualora risultassero meno onerose, perché ovviamente l'obiettivo è di andare verso un contenimento dei costi, sono quelle applicate per le trasferte dei consiglieri regionali. Voglio solo precisare che questo tipo di utilizzo del sistema delle trasferte dei consiglieri regionali, per regolamento è già in uso per i componenti del Corecom e per il Difensore civico, cioè esiste già una previsione di uso.

Sicuramente questo tipo di emendamento va nella direzione di creare un sistema uniforme e di evitare delle fughe in avanti - non so se sono avvenute - per esempio, per quanto riguarda il trattamento di trasferta laddove dei limiti non sono previsti o sono molto laschi e non sono presi in considerazione. È un emendamento assolutamente nella direzione del risparmio e dell'ottimizzazione dei costi, che anticipa in qualche modo lo spirito con cui noi intendiamo portare avanti la nostra prossima legge sulle partecipate e controllate.

Presidente - La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

In se l'emendamento ovviamente è condivisibile. Certo che, rispetto al discorso che era stato fatto ieri, sulla questione di fare una legge unitaria che riguardi le partecipate e farla in tempi brevi, non riesco a capire quale sia il significato di fare questo emendamento, se non per fare uno spot per Guichardaz, La Torre e Marquis che magari dicono: facciamo i primi della classe e portiamo avanti questo emendamento. Ma questo ci sta bene! Se si tratta di essere virtuosi, io vi dico che siete stati comunque bravi e si poteva fare. Peccato che ieri si era stati d'accordo in una maniera diversa. Ma per carità, quando è così io dico che lo appoggerò comunque. Avete avuto il vostro spot e se fate sempre degli spot così io sono contento, perché andate comunque nella direzione giusta. Se volete redimervi continuate in questa direzione e noi saremo favorevoli. Però, insomma, un pochettino fa sorridere, dai!

Presidente - La parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Président.

Sicuramente per sostenere questo emendamento, ma anche per fare da parte nostra alcune considerazioni. Lo strumento degli emendamenti al bilancio, soprattutto quando provengono dalla maggioranza sono sintomo di schizofrenia della maggioranza stessa, o meglio di mancata condivisione a monte di un bilancio che probabilmente il governo ha calato dall'alto in Commissione, dove abbiamo parlato di questo, e anche rispetto ai membri della maggioranza, per cui l'unico strumento che i consiglieri hanno è l'emendamento.

Al di là del tema, noi giudichiamo in modo positivo gli emendamenti che giungono da singoli consiglieri, perché in Commissione noi abbiamo cercato di lanciare questo messaggio: se a fronte di un bilancio che non è condiviso la Commissione esiste e ha un senso, qual è il senso di essere ed esistere in quanto consiglieri? È quello di agire attraverso gli emendamenti. È chiaro però che noi avremmo preferito una condivisione a monte fra tutti, anche con i consiglieri di opposizione, perché noi in Commissione avevamo chiesto una condivisione su certi temi. Noi capiamo che probabilmente non vi hanno dato la possibilità di condividere anche con i consiglieri di opposizione certi emendamenti, ma come dice giustamente il consigliere Ferrero, se avevate questi emendamenti, perché non ne avete parlato anche con noi in Commissione? Potevano diventare degli emendamenti della Commissione.

Effettivamente c'è una volontà politica di segnare un terreno e di farsi lo spot, o magari di dare qualche segnale un po' più politico. Noi non vogliamo, anche in questo caso, farci attirare in giochi politici. Noi sosteniamo questo emendamento per i suoi contenuti, ma la nostra legge sulle partecipate, come la definisce Guichardaz, speriamo che sia intesa come del Consiglio regionale, perché in II Commissione diventerà la legge di tutti, non di Marquis, Guichardaz e La Torre. Altrimenti partiamo di nuovo male. Ieri sera lei, collega La Torre, ha cercato correndo verso il gruppo ALPE di chiudere una votazione, onde evitare che ci fossero delle astensioni, invece oggi presentate i vostri emendamenti. Ben vengano, ma sono su un tema che invece è di tutti!

C'è un pizzico di rammarico, perché in Commissione siamo rimasti delle settimane a parlare. Avevate questa idea? Ma perché non l'avete proposta! Noi sicuramente l'avremmo già sostenuta in Commissione. Ci dispiace, perché di conseguenza noi abbiamo presentato i nostri emendamenti senza condividerli con voi. Ognuno di noi ha poi fatto il proprio percorso, però le nostre idee che abbiamo portato in Commissione, visto che non sono state recepite, sono poi confluite in emendamenti, invece queste idee in Commissione non sono mai emerse, quindi sono frutto di altri ragionamenti.

Questo per dire che la considerazione politica non deve prevalere rispetto a una valutazione di merito, che va nell'ottica di ciò che abbiamo sempre detto. Cerchiamo di inserire qualche parametro tra l'amministrazione pubblica e le partecipate che sia un po' unitario. È chiaro che questo sarà anche inserito nella legge sulle partecipate, quindi probabilmente il senso di questi emendamenti è un altro. Grazie.

Presidente - La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Le buone intenzioni sono sempre da valutare positivamente. Abbiamo letto questi tre emendamenti su una questione sulla quale noi abbiamo stimolato il dibattito da mesi, da anni ed è positivo quando le modifiche partono dal basso e dai semplici consiglieri come noi, al di là di maggioranza e opposizione. Sono interessanti anche le tre firme: il collega Guichardaz e il collega Marquis, capigruppo di due movimenti, ma manca il terzo capogruppo e questo è un dato politico interessante.

Vorremmo sottolineare un'altra considerazione. Capiamo il collega Guichardaz che sicuramente dovrà segnare un po' il terreno e di conseguenza trovare qualcun altro che apponga una firma per poter inserire un articolo. Le intenzioni sono buone e il titolo dell'articolo, la riduzione dei costi delle società partecipate, è su un argomento di peso, sul quale proprio ieri abbiamo fatto una discussione nel merito e non solo nella forma. Noi apprezziamo quando ci sono buone intenzioni, soprattutto se partono dal basso e, ancora di più, se non partono dal governo regionale in modo verticistico. Noi vorremmo lanciare sfide e dare apporti anche su cose un po' più importanti, che possano incidere e creare condizioni nuove. La rapidità non è in contrasto con la collegialità, quindi se quest'ultima parte dal basso e se le idee sono buone, evviva! Noi qui siamo per modificare le regole, per fare delle regole che orientino il domani del sistema Valle d'Aosta.

Presidente - Grazie. La parola al collega La Torre.

La Torre (UV) - Grazie Presidente.

Brevemente per dire che questo emendamento ha il pregio di raccogliere un ampio consenso, quindi vuol dire che evidentemente va nella direzione giusta. Qui nessuno rivendica alcuna primogenitura. Anzi, io credo che questo emendamento, proprio perché è firmato da soggetti delle diverse forze politiche della maggioranza, dia proprio un'indicazione di come la maggioranza voglia porsi all'interno della Commissione, cioè con una volontà chiara di fissare delle regole, di dare delle risposte che siano leggibili ai cittadini e una trasparenza. Quindi credo che questo sia veramente il segno al contrario, di una volontà precisa di condividere, come ho detto già ieri all'interno della Commissione, una legge che sia poi un patrimonio di tutti, al quale noi cominciamo a dare dei contributi.

D'altronde credo che gli emendamenti viaggino a diversi livelli e non sempre neanche l'UVP fa gli emendamenti insieme all'ALPE e quasi mai insieme al Movimento Cinque Stelle. Credo che ci sia una sorta di dinamica in Consiglio che non deve stupire, se poi arrivano degli emendamenti e questi vanno nella giusta direzione, come avete testimoniato e come penso testimonierete con il vostro voto a sostegno. Grazie.

Presidente - La parola al collega Laurent Viérin per dichiarazione di voto.

Viérin L. (UVP) - Grazie.

Per raccogliere l'invito e per dire che sosterremo con convinzione questi emendamenti firmati dai tre capigruppo. Per dire anche che la nostra idea e il nostro sostegno a questo emendamento rimarranno anche per il futuro. Il rammarico andava nell'ottica di dire che ci dispiace, perché avremmo potuto presentare altri emendamenti, sempre su questo argomento, che avrebbero ottenuto lo stesso consenso.

Presidente - Per dichiarazione di voto la parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Anche noi ribadiamo ovviamente il sostegno a questo spot e direi che, senza perdere ulteriore tempo, possiamo passare allo spot numero due. Grazie.

Presidente - La parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Président.

È indubbio, come ha già detto il collega Viérin, che per noi è un passo importante nella giusta direzione, però leggendo le premesse una breve considerazione mi viene spontanea. Quando si dice che "ai fine di razionalizzare e contenere i costi delle società controllate, anche indirettamente dalla Regione", mi vengono in mente quelle società di scopo in cui lo scopo stesso è finito. Magari era il caso di avere un po' più di coraggio, perché certe battaglie le abbiamo portate avanti insieme ed era il momento di dare un segnale anche per quelle società di scopo senza scopo, che sono di fatto finite. La giusta direzione è di adeguare i rimborsi spese, ma ci sono degli oneri che costano molto più dei rimborsi, perché queste società mantengono in piedi organismi, presidenze, dipendenti e sedi, che costano molto più cari di questi rimborsi. Se si ha il coraggio di intraprendere una strada, si sia coraggiosi fino in fondo e non solo, come qualcuno ha detto, provare a marcare in maniera parziale un percorso ormai imprescindibile, perché siamo veramente ai titoli di coda. Sarà necessario avere una azione di responsabilità comune molto maggiore, rispetto a qualcosa che ha tanto di facciata ma poco di contenuto. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al collega Marquis.

Marquis (SA) - Grazie Presidente.

Noi abbiamo sottoscritto con convinzione questa iniziativa e sottolineo che non abbiamo voluto porre delle questioni di primogenitura su questo argomento. Considerando che è un periodo in cui si discute dei costi della politica, ci sembrava che questo fosse un argomento da trattare, nel senso di prevedere un'omogeneità di comportamenti tra le società che sono controllate direttamente o indirettamente dalla Regione e dalla pubblica amministrazione.

Mi lasciano un po' perplesso le osservazioni fatte dal collega Ferrero: quando le proposte provengono dalla maggioranza sono degli spot, invece quando le proposte le fa lui sono questioni prettamente di buon senso. Grazie.

Presidente - Possiamo passare alla votazione dell'emendamento. Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti, votanti e favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.

Passiamo adesso all'emendamento n. 3 della II Commissione, che se sarà approvato introdurrà gli articoli 2 ter e 2 quater.

Faccio una breve relazione in merito.

Con i presenti emendamenti si intende proseguire l'azione finalizzata al contenimento dei cosiddetti costi della democrazia, iniziata dal 1999 con la legge regionale n. 28 e proseguita con la riduzione del trattamento indennitario previdenziale spettante ai consiglieri regionali, così come delle spese per i gruppi consiliari, nel 2012 con la legge regionale n. 35 che ha ridotto il costo per la pubblica amministrazione di circa il 36 percento. A tale proposito appare opportuno ricordare che la legge regionale n. 28 del 1999 in materia di contenimento della spesa in materia di previdenza dei consiglieri regionali, aveva già sostituito il previgente sistema della prestazione definita, con il sistema previdenziale e contributivo, fondato sui contributi effettivamente versati e poi adeguato al modello della Camera dei deputati.

Mi preme anche ricordare che la Valle d'Aosta ha anticipato di oltre 12 anni la riforma, oggetto dell'attenzione in questi ultimi anni da parte delle altre assemblee legislative, che sono intervenute a legiferare a seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 174 del 2012.

L'Ufficio di Presidenza nel corso di quest'anno ha posto una attenzione particolare su questo tema, infatti a inizio d'anno ha predisposto un primo dossier di dati e dopo alcuni mesi un secondo dossier, che sono stai entrambi forniti a ogni capogruppo. Successivamente l'Ufficio di Presidenza ha svolto vari approfondimenti e, tenendo conto del fatto che il tema è stato affrontato anche in seno alla Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative regionali, con l'approvazione di un ordine del giorno che ha indicato le linee guida sull'istituto dell'assegno vitalizio, ha formulato questa proposta che oggi esaminiamo e che prevede la riduzione dei vitalizi già in godimento agli ex consiglieri regionali e a coloro che lo percepiranno per il prossimo triennio 2016-2018. Questa proposta è stata trasmessa alla II Commissione.

L'Ufficio di Presidenza, a seguito di questi approfondimenti, all'unanimità ha recepito e quindi proposto un emendamento che prevede una misura di contenimento a scaglioni con aliquote del 6, 9, 12 e 15 percento, differenziate a seconda dell'importo mensile erogato, secondo i criteri di temporaneità, ragionevolezza e proporzionalità, in linea con l'orientamento consolidato della giurisprudenza costituzionale.

La medesima disposizione normativa prevede altresì una maggiorazione del 40 percento delle aliquote di riduzione, qualora il beneficiario sia titolare di assegno vitalizio erogato dal Parlamento europeo, dal Parlamento italiano o da altro Consiglio regionale. Inoltre definisce la soglia di 18 mila euro lordi annui, al disotto della quale può essere richiesta l'esenzione della riduzione. È stata inoltre prevista una ulteriore misura di contenimento dei costi che consiste nella sospensione dell'adeguamento all'indice Istat per tutti i vitalizi erogati o in attesa di erogazione, sempre per il triennio 2016-2018.

Con questi emendamenti si conseguiranno economie di spesa nel triennio pari a quasi 900 mila euro.

Chi intende chiedere la parola? Possiamo porre in votazione? Votazione aperta.

Votazione chiusa

Esito della votazione:

Presenti, votanti e favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.

Passiamo ora all'emendamento numero 2 dei consiglieri Guichardaz, La Torre e Marquis. Chi intende illustralo? La parola al collega Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Questo secondo emendamento, che vogliate crederlo o no, è condiviso da tutta la maggioranza, è firmato a nome dei tre gruppi e va nella direzione semplicemente di dare una sorta di identità a una manovra di razionalizzazione dei costi della politica, che si aggiunge ai contenimenti che sono stati fatti negli anni passati, in modo conforme alle indicazioni date dalla legge finanziaria dell'anno scorso, quindi alle disposizioni sull'autoriduzione.

Solo per informazione, i contenimenti dei costi per i consiglieri regionali dal 2010 al 2014 sono stati di 8 milioni e 700 mila euro, quasi 9 milioni di euro, portando oggi a una riduzione dei costi complessivi per questo capitolo di circa il 43/45 percento. Il relativo risparmio che è stato effettuato in questi anni si aggiunge alle manovre di contenimento operate dal 1999 in materia di riduzione dei vitalizi, fino all'eliminazione del vitalizio stesso a decorrere da questa ultima legislatura, alla riduzione delle spese per i gruppi consiliari, all'eliminazione dei costi per i rimborsi chilometrici e a un'altra serie di manovre. Però i risparmi non sono mai stati finalizzati in alcuna maniera e queste riduzioni sono sempre entrate in economia all'interno del bilancio regionale, si sono sempre diluite all'interno del bilancio regionale e non sono mai state né finalizzate, né quantificate. Quindi anche le riduzioni operate in questi anni non sono in nessuna maniera finalizzate e nemmeno contrassegnate.

Noi crediamo che l'autoriduzione volontaria, così come è già stata operata da qualcuno e preannunciata praticamente da tutti i gruppi, possa essere finalizzata a capitoli particolari, in modo tale che si dia anche un'indicazione. Il capitolo di destinazione di questa autoriduzione volontaria, che noi riteniamo più opportuno, è quello con il quale noi abbiamo già finanziato l'anno scorso le misure di inclusione e che in questa finanziaria viene definito come fondo per il contrasto delle povertà e per il sostegno dell'economia locale, quello di cui all'articolo 3, che è destinato a interventi proprio nella direzione del sostegno all'inclusione, nel caso specifico, e dell'economia locale.

Noi presentiamo convintamente questo emendamento, che tra le altre cose va a riparare in qualche modo anche la previsione della possibilità dell'autorinuncia nei quindici giorni. Perché l'articolo della precedente finanziaria, votato da quasi tutti i gruppi, prevedeva che l'autoriduzione potesse essere operata nei primi quindici giorni di entrata in vigore di questa norma. È vero che gli uffici non lo definiscono un termine perentorio, ma andava corretto, quindi questa parte viene eliminata e l'autoriduzione può essere operata in qualunque momento con questo tipo di destinazione. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Devo dire che a sentire interpretare al collega Guichardaz tutta la serie delle riduzioni che hanno dovuto subire i poveri consiglieri regionali in questi anni, ho trattenuto a stento le lacrime! I poveretti sono ridotti, quelli che non hanno emolumenti aggiuntivi, a circa 5500/5600 euro al mese. Per carità, ognuno difende quello che vuole difendere.

Dare un vincolo di destinazione a quelli che potrebbero essere i risparmi è positivo. La potremmo chiamare tranquillamente elemosina per i poveri. Perché elemosina per i poveri? Per un motivo molto semplice: si è parlato di riduzioni nell'ordine del 10 percento che, se verranno effettivamente applicate, saranno quattro soldi e saranno veramente un'elemosina, perché usciranno 40, 50, 60 o 70 mila euro, poco di più. È veramente una cosa di poca o nessuna rilevanza. Se con questi quattro soldi si vuole contrastare la povertà e sostenere l'economia della Valle d'Aosta, io vi faccio gli auguri.

Presidente - La parola alla collega Certan.

Certan (ALPE) - Diciamo che anche qui le buone intenzioni sono sicuramente apprezzabili. Fa un po' sorridere il fatto che per ora l'unico gruppo che ha fatto effettivamente le riduzioni previste da questa legge è il gruppo di ALPE, ma ci sono già degli emendamenti che stabiliscono le destinazioni delle eventuali riduzioni. È vero che non c'è mai fine e le scoperte sono veramente illimitate. Prendiamo atto della buona intenzione di dare destinazione alle riduzioni delle indennità e alle autoriduzioni. Può essere una buona strada, tant'è che questo punto c'è anche nel nostro emendamento che illustreremo dopo e che avevamo proposto già lo scorso anno nella finanziaria del 2014; peccato che fu votato solo da qualche gruppo e non da tutti.

Presidente - Altri che chiedono la parola? Possiamo passare alla votazione. La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 33

Favorevoli: 33

Astenuti: 2 (Certan e Roscio)

Il Consiglio approva.

Passiamo adesso all'emendamento n. 1 di ALPE e UVP. Qualcuno intende illustrarlo? La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Sarò brevissimo, perché è un emendamento che era stato scritto a 17 mani e non era stato semplice mettere insieme tante persone, ma ci riuscimmo. Questo emendamento è stato presentato nel dicembre 2013 in sede di finanziaria e poi ripresentato nel 2014, ma per ben due volte siamo andati al limite, perché poi la differenza la si fa solo nel momento in cui diventa legge.

Coi colleghi dell'UVP abbiamo voluto ripresentare questo emendamento principalmente per due motivi. Il primo: per pochissimo tale emendamento non fu approvato nel dicembre 2014 e ci fu un ordine del giorno, approvato quasi all'unanimità dal Consiglio, con cui si incaricò l'Ufficio di Presidenza di trovare una sintesi più allargata. L'Ufficio di Presidenza iniziò il suo percorso per trovare una sintesi sulle proposte fatte in aula, ma poi non si giunse a nessuna soluzione e nel mese di giugno, nel momento in cui ci fu un cambio di maggioranza, il sottoscritto chiese diverse volte all'interno della Conferenza dei Capigruppo quale fosse l'intenzione della maggioranza, perché non si modificano le leggi se non ci sono almeno 18 voti su 35. Dopo aver capito chiaramente dal Presidente Marco Viérin che non c'era nessuna volontà da parte della maggioranza di dare gambe a quell'ordine del giorno, approvato mi sembra da 33 consiglieri su 35, noi decidemmo da soli di dare corso a quanto deciso in questa aula.

All'interno di questo emendamento c'è l'indennità di carica del consigliere semplice e ci sono tutte le indennità di funzione per i rispettivi ruoli assunti all'interno di questo Consiglio, modificati con delle percentuali abbastanza importanti, legate ai ruoli che ognuno di noi ha all'interno di questa legislatura.

Noi gradiremmo, colleghi, che sia codificato all'interno di una legge, in modo che sia chiaro a tutti cosa ciascuno percepisce e poi sarà la popolazione valdostana a decidere il prosieguo: se abbiamo fatto bene o male, se portiamo le istanze della comunità e soprattutto se troviamo delle soluzioni. Una cosa però deve essere chiara, secondo noi: nel momento in cui diventa legge, questo è il costo della democrazia vera; si tira una linea e questo è, diciamo, il costo della democrazia tutta. Altrimenti, con la proposta dell'autoriduzione del collega Guichardaz o della maggioranza, alla fine sicuramente la cosa è diversa. Noi preferiremmo che ci sia carta che canta, legge che dica, in modo che ci sia chiarezza in riferimento alle funzioni, alle cariche e a chi fa che cosa. Noi pensiamo che questo sia un emendamento, che oltretutto aveva ottenuto quasi la maggioranza solo qualche mese fa e non era passato per appena un voto, che potrebbe essere accolto anche dai colleghi della maggioranza. Grazie.

Presidente - Grazie collega Chatrian. La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

L'emendamento presentato dai colleghi di ALPE è sostanzialmente simile a quello che ha presentato il Movimento Cinque Stelle. Bisogna però fare una spiegazione, soprattutto per chi ci ascolta. Lo stipendio del consigliere è composto attualmente da 5185 euro di indennità di carica e 2686 euro di diaria, che è una specie di rimborso spese forfettario che viene inserito nello stipendio. Tutte le proposte di legge o comunque gli emendamenti che abbiamo visto finora vanno a toccare esclusivamente l'indennità di carica. Per carità, va bene, ma è una parte dello stipendio e quando io riduco l'indennità di carica da 5185 e 4700 lordi, lascio però fissa a 2686 la diaria, cosa che nel successivo emendamento che illustreremo invece viene eliminata.

Dal punto di vista dell'intervento sull'indennità di carica noi siamo completamente d'accordo con i colleghi di ALPE, ma ovviamente la diaria dovrà essere tolta, perché se no andiamo a fare una diminuzione più o meno di 500 euro lordi che però, a nostro avviso, non va a incidere in maniera veramente rilevante sulla riduzione dello stipendio. Dal punto di vista dell'emendamento in sé riferito all'indennità di carica noi non possiamo che condividerlo e lo voteremo. Ovviamente, successivamente chiederemo di incidere veramente in maniera cospicua sullo stipendio dei consiglieri, proponendo l'eliminazione della diaria. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola al collega Perron.

Perron (UV) - Presidente, forse le chiederò qualche minuto in più, per fare adesso una sorta di dichiarazione di voto su tutti e dieci i subemendamenti presentati dal Movimento Cinque Stelle.

A me francamente non appassiona dovere intervenire periodicamente su questo argomento e credo che non sia, nella sua complessità, utile alla politica. A mio modo di vedere, se c'è una filosofia che ha contraddistinto il comportamento del Consiglio regionale della Valle d'Aosta in questi ultimi quindici anni, è quella del rigore, del risparmio e anche di essersi posti il problema in modo chiaro su dove vada a finire la spesa relativa a questa materia, a differenza di ciò che è stato fatto in tutti i consigli regionali d'Italia.

Nel 1999 si è fatta una grande riforma che ha trasformato il sistema da retributivo in contributivo, con un cambiamento radicale che ha consentito grandi risparmi. Nel 2006 ci fu una finanziaria che imponeva un risparmio del 10 percento e, anche di fronte a una sentenza della Corte costituzionale che dichiarava illegittima questa applicazione, fummo l'unico consiglio regionale d'Italia che applicò questa decurtazione. Nel 2011 ci fu un'ulteriore riduzione del 10 percento dell'indennità di funzione e di carica. Nel 2012 ci fu una grande riforma, se possiamo definirla così e la collega Rini potrebbe dettagliarla meglio di me, con la quale si fece un risparmio veramente alto rispetto al sistema esistente. Mi ricordo che la decurtazione della spesa per i gruppi consiliari fu circa del 70 percento e si intervenne sulle indennità, sulle retribuzioni, sulle missioni, sull'anzianità del vitalizio, producendo per le casse della Regione grandi economie di spesa e risparmi. Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta è l'unico che da quindici anni non produce nessun adeguamento rispetto all'indennità dei parlamentari, con un atteggiamento che situa la Valle d'Aosta fanalino di coda rispetto a ciò che avviene in tutti gli altri consigli d'Italia. Non pretendiamo certamente delle medaglie, ma credo sia corretto mettere in evidenza con serenità un impegno e un comportamento che nel tempo ci sono stati.

Oggi interveniamo con un'ulteriore proposta che riduce in modo drastico i trasferimenti alla Presidenza del Consiglio e diminuisce di un ulteriore 10 percento le indennità di carica e di funzione. Noi abbiamo fatto una proposta come maggioranza - forse nel suo percorso poteva essere finalizzata meglio e si poteva immaginare di coinvolgere altri gruppi - con un emendamento che è stato discusso poc'anzi e che finalizziamo ancora meglio, nel senso che questo risparmio sarà inserito nel fondo per la povertà. Prevediamo una riduzione di tutti i vitalizi - tutti! - quelli ante 2003 e quelli post 2003, immaginiamo delle misure per coloro che in questi tre anni andranno ancora a percepire il vitalizio e blocchiamo la rivalutazione.

Io credo che, senza pretendere delle medaglie o delle patenti, su questo argomento qualcosa abbiamo fatto e non sarebbe male che ogni tanto anche una certa stampa, molto sobriamente, rendesse semplicemente conto di ciò che facciamo.

Su tutti questi argomenti riteniamo che il nostro sia un ruolo che esige anche preparazione, impegno e studio. È un ruolo che richiede a tutti, ciascuno nelle proprie funzioni, una quotidiana assunzione di responsabilità e riteniamo molto semplicemente che chi si assume delle responsabilità debba anche essere pagato. La nostra è l'unica funzione, diversamente da tante altre, che periodicamente riceve un esame da parte dell'elettorato: i consiglieri si presentano e se hanno agito bene ottengono il giudizio dell'elettorato, altrimenti vanno a casa. Da questo punto di vista io credo che non sia tanto il chiedersi se guadagniamo tanto o poco. Il vero problema, a mio giudizio, che dovrebbe porsi quest'aula, è se facciamo bene il nostro lavoro. Lavoriamo nell'interesse della comunità? Facciamo le scelte giuste per la Valle d'Aosta? Se la risposta è sì, credo che sia corretto immaginare un'indennità proporzionata alle funzioni che ognuno ha. Se la risposta è no, credo che non ci sia un'indennità che possa essere ritenuta giusta e confacente al ruolo che abbiamo.

Francamente e molto sobriamente non ci riconosciamo nel gioco al massacro che periodicamente viene posto su questo argomento. Abbiamo attuato una nostra proposta, riteniamo in questi anni di aver dato, come ho cercato di riassumere molto schematicamente, dei messaggi forti di contenimento della spesa e spiace sottolineare che questo non venga correttamente messo in evidenza o che dobbiamo essere sempre e periodicamente posti al pubblico ludibrio da parte di qualcuno. Noi su tutte le proposte che vengono avanzate ora dai gruppi, ivi comprese quelle del Movimento Cinque Stelle, che credo saranno successivamente illustrate, perché sono tutti articoli in subordine e che trattano sempre la stessa materia, non esprimeremo un voto favorevole. Grazie.

Presidente - Grazie. Possiamo passare alla votazione dell'emendamento n. 1 di ALPE e UVP? Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 14

Favorevoli: 14

Astenuti: 21 (Baccega, Bianchi, Borrello, Donzel, Farcoz, Follien, Fontana, Fosson, Guichardaz, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Testolin e Marco Viérin)

Il Consiglio non approva.

Passiamo adesso all'esame dell'emendamento n. 1 del Movimento Cinque Stelle. Colleghi intendete illustrarlo? La parola al collega Cognetta.

Cognetta (M5S) - Sì, grazie Presidente.

A questo punto esporrei gli emendamenti dal numero 1 al 6, perché sono simili, riguardano l'indennità di carica dei consiglieri e successivamente l'indennità di funzione per il presidente del Consiglio e della giunta, per gli assessori e per i presidenti di commissione, nonché la diaria.

Per quanto riguarda il primo emendamento, noi chiediamo una riduzione a 4300 euro lordi, che vuol dire 2500 netti, o in subordine un abbassamento del 10 percento del tutto uguale a quanto richiesto già dai gruppi ALPE e UVP. Il secondo emendamento è relativo al dimezzamento dell'indennità di carica della presidenza del Consiglio, il terzo al dimezzamento dell'indennità di carica del presidente della giunta, il quarto è il dimezzamento per quella dei vicepresidenti del Consiglio, il quinto è il dimezzamento per i presidenti di commissione e il sesto invece riguarda l'eliminazione della diaria. Questo è in termini molto semplici e brevi quanto abbiamo già espresso. Grazie.

Presidente - Grazie collega Cognetta. La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Per annunciare all'aula il nostro posizionamento sugli emendamenti dei colleghi del Movimento Cinque Stelle. Il gruppo ALPE insieme al gruppo UVP ha presentato l'emendamento che abbiamo votato poc'anzi, al quale noi come gruppo da sei mesi stiamo dando corso e gambe, perché abbiamo messo in campo l'autoriduzione per quanto riguarda l'indennità di carica del consigliere e lo stesso stiamo facendo anche per l'indennità di funzione: la collega Certan, che è Segretario del Consiglio, rinuncia a metà dell'indennità di funzione, come da emendamento. Questo è quanto noi abbiamo sostenuto un anno fa e che abbiamo presentato pochi minuti fa: l'aula non ha approvato, ma a questo noi stiamo dando gambe e corso da sei mesi.

Detto questo, per correttezza volevamo annunciare il nostro voto di astensione sugli emendamenti che i colleghi del Movimento Cinque Stelle hanno presentato, perché come movimento ALPE questa è la proposta che abbiamo fatto e, anche se non è stata votata dall'aula, noi dal primo agosto 2015 stiamo dando gambe e corso a quello che c'è scritto qua dentro, sia come indennità di carica, sia come indennità di funzione avendo una collega all'interno del gruppo che percepisce un'indennità di funzione. Avessimo qualcun altro che ricoprisse altri ruoli che fanno parte dell'indennità di funzione, noi daremmo gamba a questo. Faccio un esempio. Il riconoscimento al consigliere che fa il segretario nell'Ufficio di Presidenza è di 880 euro lordi e il nostro gruppo rinuncia al 50 percento dell'indennità, a seguito di questo emendamento. Correttezza vuole che diciamo qual è il nostro posizionamento, cosa stiamo facendo e cosa oggi abbiamo presentato.

Un di cui per chi ci ascolta: le riduzioni che noi facciamo, sia sulle indennità di carica sia di funzione, rimangono nella disponibilità di tutta la collettività regionale, quindi rimangono nelle casse dell'Amministrazione regionale. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Semplicemente per dire che noi rispettiamo la sensibilità di ognuno sulla questione. L'Assessore Perron ha parlato di una filosofia del rigore e del risparmio, io parlo del clan del 10 percento. Di fronte a un bilancio del genere, se per chi annuncia sempre di essere super autonomista è sufficiente il 10 percento a lavarsi la coscienza, io, per carità, rispetto la vostra scelta. Ma i tagli e l'eliminazione dei servizi non sono stati solo del 10 percento, è stato di qualcosa di più. Sinceramente, nel rispetto delle posizioni di ognuno, noi all'inizio della campagna elettorale c'eravamo impegnati a sostenere la riduzione a 2500 euro netti dello stipendio di consigliere e andremo avanti così fino alla fine della legislatura.

Ognuno è libero di fare le sue scelte. Ognuno è libero di dire quello che ritiene delle riduzioni del 6, 7, 8 o 9 percento rispetto alle cifre dei vitalizi dei consiglieri, che sono state viste da tutti. Se voi ritenete che siano sufficienti, è una scelta che noi non condividiamo. Il paradosso sarebbe che i giornalisti non diano conto dei grandi sacrifici che sono stati fatti dai consiglieri regionali in questi anni! Secondo me è veramente un bilancio marziano, con tanti marziani che stanno lì a dire delle cose che sono completamente fuori dal mondo. Ci si aspettava effettivamente una sensibilità leggermente maggiore.

Qualcuno ha detto che i Cinque Stelle non lasciano i soldi nelle casse dell'Amministrazione regionale, e vi spiego anche perché. Finché io vedrò dei signori che se ne vanno in giro con biglietti in prima classe da 8500 euro o con i macchinoni a spese e con i soldi dell'Amministrazione regionale, preferisco prenderli e restituirli direttamente a una scuola, a un ospedale o all'USL, perché nelle vostre mani non ce li metto i soldi. Dimostrate che volete cambiare, fate una legge sulle società partecipate che vada bene ed eliminate gli sprechi perché messi nelle vostre mani quei soldi sono buttati.

Presidente - Solo per una precisazione, collega Ferrero. Lei, parlando di biglietti da 8500 euro e di macchinoni, non può rivolgersi a nessuno in quest'aula, a nessuno! Solo per capirci e la ringrazio che lei confermi questo, perché sono spese forse di qualcuno fuori da quest'aula. I consiglieri regionali non hanno fatto nessuna di queste spese, anzi le potrò dimostrare tra qualche giorno, dopo che li avremo esaminati in Ufficio di Presidenza, quali sono stati i costi medi.

Chi chiede la parola? Allora passiamo alla votazione dell'emendamento n. 1 de Movimento Cinque Stelle. Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 23

Favorevoli: 2

Contrari: 21

Astenuti: 12 (Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Fabbri, Gérandin, Grosjean, Morelli, Nogara, Roscio, Rosset e Laurent Viérin)

Il Consiglio non approva.

Colleghi posso dare lo stesso risultato per i sei emendamenti già illustrati dal collega Cognetta nella discussione?

Emendamento n. 1bis del Movimento Cinque Stelle: stesso risultato

Emendamento n. 2 del Movimento Cinque Stelle: stesso risultato.

Emendamento n. 3 del Movimento Cinque Stelle: stesso risultato.

Emendamento n. 4 del Movimento Cinque Stelle: stesso risultato.

Emendamento n. 5 del Movimento Cinque Stelle: stesso risultato.

Emendamento n. 6 del Movimento Cinque Stelle: stesso risultato.

Esaminiamo adesso l'emendamento n. 7 del Movimento Cinque Stelle, sempre all'articolo 2. La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

In questo emendamento si parla semplicemente del costo attuale dei vitalizi dei consiglieri regionali, cioè dei nostri. Il nostro vitalizio attualmente è alimentato da due voci: una è la trattenuta mensile sullo stipendio di circa 450 euro, l'altra voce è costituita da quello che ci mette il Consiglio ogni mese, pari a circa 1500 euro. Dato che sulla questione vitalizi ci sono sensibilità molto diverse, noi chiediamo una cosa molto semplice: che chi vuole alimentare il fondo del vitalizio con i 450-500 euro del suo stipendio possa continuare a farlo, ma che il Consiglio smetta di versare i 15 mila euro a consigliere per la costituzione del vitalizio. Questo consentirebbe un notevole risparmio e, d'altro canto, permetterebbe ai consiglieri di non essere completamente sprovvisti di un piccolo vitalizio, che però sarebbe dato esclusivamente dal versamento di quanto prelevato dallo stipendio. Ci pare una proposta ragionevole: non si elimina il vitalizio per chi mette di tasca sua, ma si porta un risparmio nelle casse del Consiglio di circa 15 mila euro all'anno a consigliere, che alla fine non sono neanche pochi.

Presidente -Ricordo al collega Ferrero che, dal 2003 con legge n. 99, il nostro sistema è di tipo contributivo. Nella relazione della proposta approvata dall'Ufficio di Presidenza, ho detto del blocco per tre anni di tutte le misure che quest'aula ha adottato e del fatto che noi abbiamo anticipato di dodici anni il decreto legge dello Stato n. 174. Dodici anni fa noi siamo già passati al sistema contributivo e non c'è più un vitalizio. Era una precisazione, collega Ferrero, che andava fatta.

Qualcun altro chiede la parola? La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Per mozione d'ordine. Se lei va sul sito del Consiglio regionale, viene definito ancora assegno vitalizio, quindi abbiate pazienza.

Presidente - Sono i due sistemi: prima e dopo il 2003. Comunque questa cosa la verifichiamo, collega Ferrero, senza nessun problema.

Qualcuno chiede la parola? Possiamo votare l'emendamento n. 7 presentato dal Movimento Cinque Stelle? Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 23

Favorevoli: 2

Contrari: 21

Astenuti: 12 (Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Fabbri, Gerandin, Grosjean, Morelli, Nogara, Roscio, Rosset e Laurent Viérin)

Il Consiglio non approva.

Siamo all'emendamento n. 8 del Movimento Cinque Stelle. Colleghi un po' di attenzione, per cortesia. La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Vista l'indisponibilità a parlare di riduzioni nelle tasche degli attuali consiglieri, noi qui chiediamo un emendamento quasi ad personam. Voi potete fare quello che volete, ma l'attuale normativa non consente a un consigliere del Movimento Cinque Stelle di rinunciare al vitalizio, perché non c'è una norma che lo prevede. Noi vi chiediamo semplicemente di votare questo emendamento che prevede di poter rinunciare al vitalizio. Ci fareste un favore e ci consentireste di rispettare un impegno che abbiamo preso con gli elettori. Non chiediamo nulla a voi e le vostre tasche non vengono toccate da questo emendamento, però sarebbe una questione di onestà intellettuale: qualcuno si è preso un impegno, ma la normativa attuale non lo consente. Io avevo fatto anche una verifica con gli uffici già quando ci siamo insediati e mi avevano detto che, con le leggi che abbiamo attualmente, anche se vogliamo rinunciare non possiamo farlo.

Io chiederei solo di poter rinunciare al vitalizio. Io questo vitalizio non lo voglio. Dateci questa possibilità, che penso non vada a toccare nulla. Avreste dei soldi risparmiati, ve li spendete come volete i nostri 15 mila euro, non facciamo vincoli di destinazione, ma vi chiediamo la cortesia di approvare questo emendamento.

Presidente - Un po' di silenzio, per cortesia. Chi intende prendere la parola, dopo l'illustrazione del collega Ferrero? Prego, la parola all'Assessore Perron.

Perron (UV) - Presidente grazie.

Solo per chiederle cinque minuti di sospensione per approfondire da un punto di vista tecnico e anche al nostro interno, con gli altri gruppi, la proposta che il collega Ferrero ha fatto.

Presidente - Cinque minuti di sospensione accordata. Grazie.

La seduta è sospesa dalle ore 11.13 alle ore 11.28.

Presidente - Riprendiamo i lavori. Chi intende chiedere la parola? La parola all'Assessore Perron.

Perron (UV) - Grazie Presidente.

Chiedo scusa all'aula e al collega Ferrero, ma avevamo soltanto la necessità di fare un approfondimento anche di tipo tecnico. Collega Ferrero, se non interpreto male, la filosofia è un po' quella introdotta l'anno scorso con l'articolo 7, di permettere ad un consigliere qualora intenda autonomamente rinunciare a certe posizioni, in questo caso lei la codifica, di poterlo fare. È una filosofia simile a quella che avevamo introdotto l'anno scorso con un articolo analogo, quella di consentire al consigliere regionale, qualora voglia autonomamente e liberamente rinunciare a certe posizioni, di poterlo fare. Da questo punto di vista noi, credo condividendo anche una sensibilità di altri, siamo d'accordo, quindi ci esprimeremo favorevolmente all'articolo che lei ha introdotto, per permettere quindi ai consiglieri che vogliano rinunciare a certe posizioni di poterlo autonomamente fare.

Presidente - Grazie. La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Ringrazio l'Assessore Perron e il resto dei colleghi per darci questa opportunità. Era un impegno che avevamo preso e sinceramente ci metteva in imbarazzo non poterlo attuare. Grazie

Presidente - Grazie collega Ferrero.

Possiamo procedere alla votazione dell'emendamento n. 8 del Movimento Cinque Stelle. Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti, votanti e favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.

Passiamo adesso all'emendamento n. 9 del Movimento Cinque Stelle. La parola al collega Ferrero

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

L'emendamento, come potete leggere, è molto semplice. A oggi, i consiglieri regionali prendono per le spese legate al gruppo consiliare 432 euro mensili; ovviamente le spese sono per le attività del gruppo consiliare. Noi chiediamo la riduzione della metà, perché ci sembra una cifra che possa essere sostenibile e soprattutto perché, nei testi delle future riforme costituzionali che abbiamo già avuto la possibilità di esaminare, c'è scritta chiaramente l'eliminazione totale dei fondi per i gruppi consiliari. Da questo punto di vista sarebbe, a nostro avviso, un gesto positivo: ci portiamo avanti col lavoro e non aspettiamo che sia il governo di Roma a dire ai consigli regionali che non possono dare contributi ai gruppi consiliari. Noi li porteremmo già alla metà. So che in questo caso, rispetto ad altri consigli regionali, siamo già a un livello basso. Per quanto riguarda il gruppo del Movimento Cinque Stelle è una grossa rinuncia, perché noi abbiamo delle spese legali alle quali vedremo poi di fare fronte in maniera alternativa e cercheremo di autofinanziarci in qualche maniera, però riteniamo che in questo momento il dimezzamento dei fondi ai gruppi consiliari sia una cosa effettivamente indispensabile.

Presidente - La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Grazie Presidente:

Intanto per una precisazione, perché probabilmente il collega Ferrero si è espresso male: i soldi non vanno ai consiglieri regionali, ma sono per gestire il gruppo. L'ultima volta che ha detto che mangiavamo a colpi di 75 euro, ci siamo ritrovati tutti belli pieni in giro per la Valle d'Aosta, ma si è dimenticato di dire che capita ogni tanto, di rado e in missione di poter usare le cifre che sono previste, ma le missioni mi sembrano molto molto rare e sono dei massimali.

Detto questo, noi siamo contrari, collega, nel senso che su questi fondi abbiamo impostato la programmazione del lavoro e i 432 euro a consigliere portano circa 3000 euro mensili per il gruppo UVP: abbiamo assunto una persona con la quale collaboriamo e sviluppiamo il nostro lavoro, gli studi e le consulenze che stiamo cercando di portare sui vari temi. L'uso di questi fondi obiettivamente è molto attento, perché abbiamo un controllo sul loro utilizzo che sapete tutti di quale livello sia ed è destinato esclusivamente per questo tipo di attività, nulla di personale, nessuna missione dei consiglieri, nessun pranzo e nient'altro, quindi è tutto lavoro.

Rinunciare alla metà di questo fondo ci metterebbe in difficoltà per svolgere con efficacia il nostro lavoro. Se poi si deciderà in questi termini è chiaro che dovremo regolarci, però ci tenevo a sottolineare il fatto che questi soldi ci servono per svolgere al meglio la nostra attività di gruppo e non assolutamente per fare spese di tipo personale, perché non sono neanche utilizzabili in quel senso. Grazie.

Presidente - Grazie collega Bertschy.

Volevo confermare quanto detto dal collega Bertschy e ricordare che nel 2012, in ottemperanza al 174, abbiamo cambiato come Consiglio regionale anche le destinazioni di utilizzo possibili e soprattutto le procedure. Inoltre abbiamo ridotto del 70 percento, perché fino ad allora la spesa del Consiglio regionale era di 620 mila euro, mentre a oggi è di 195 mila euro. Questo per chiarezza di chi ci ascolta, quindi meno 70 percento dal 2012 a oggi.

Chi chiede la parola? La parola al collega Ferrero per dichiarazione di voto.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Anche qui noi ovviamente rispettiamo la sensibilità di ogni gruppo. Gradiremmo magari che in occasione della prossima tornata elettorale, quando nei programmi tutti metteranno "riduzione dei costi della politica", vicino a ciascuno dei costi mettessero anche l'importo. Grazie.

Presidente - Possiamo passare alla votazione dell'emendamento n. 9 del Movimento Cinque Stelle. Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 30

Favorevoli: 2

Contrari: 28

Astenuti: 5 (Bertin, Certan, Chatrian, Morelli e Roscio)

Il Consiglio non approva

Passiamo adesso all'analisi dell'articolo 3, al quale sono stati presentati due emendamenti, il n. 3 e il n. 4 dei colleghi Guichardaz, La Torre e Marquis. Qualcuno chiede la parola per l'illustrazione? La parola al collega Guichardaz. Se vuole, può illustrare insieme i due emendamenti

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Gli emendamenti n. 3 e n. 4 si completano l'uno con l'altro e in qualche modo intendono mettere ordine in una materia che oggi è trattata da una normativa, la legge n. 22 del 2010, ripresa dal contratto del comparto unico e trattata anche dai contratti della sanità, che sono oggi applicati ad alcuni enti del comparto come Arpa e la sanità stessa. Nella legge n. 22 non si cita mai la mobilità volontaria, si riporta la mobilità a domanda o altro, ma questa denominazione è comunque ripresa dai contratti di lavoro sia del comparto unico sia della sanità.

Questo emendamento va nella direzione di confermare l'indirizzo che è stato dato nella scorsa finanziaria, cioè di ampliare la platea dei luoghi di lavoro nei quali è possibile operare una mobilità volontaria, secondo le regole già previste dai contratti di lavoro - sono regole già parametrate su criteri di trasparenza, di pubblicazione ed esistono delle modalità diverse, tra l'altro, tra comparto unico e sanità - e fissa il principio della mobilità volontaria anche nel caso delle ricollocazioni per mutamento delle condizioni di salute, siccome il contratto del comparto unico non la tratta specificamente, mentre invece quello della sanità sì. Infatti, nel caso in cui la mobilità sia disposta per ricollocazione, il dipendente può essere ricollocato nella categoria immediatamente inferiore, così come stabilito specificamente dal contratto della sanità, il quale è un contratto pubblico che ha delle differenze non sostanziali rispetto all'argomento della mobilità volontaria.

È semplicemente un articolo che cerca di rimettere ordine e di chiarire alcuni percorsi, tra l'altro nella direzione di una richiesta specificamente fatta dalle organizzazioni sindacali qualche tempo fa con un comunicato, in cui si chiedeva proprio di definire meglio le procedure che favoriscono la mobilità volontaria tra i diversi enti del comparto, con un conseguente riequilibrio delle risorse umane, senza la necessità di dover ricorrere ad altri istituti di obbligatorietà. Si tratta di un comunicato sindacale che risale al 25 novembre. Quindi è solo un emendamento tecnico che cerca di aggiustare un po' e di uniformare, visto che oggi parliamo di ampliare la platea e la possibilità di ricollocazione per mobilità volontaria. Grazie.

Presidente - Altri sull'emendamento n. 3 Guichardaz, La Torre, Marquis? Il collega Guichardaz ha illustrato anche il n. 4.

La votazione è aperta sull'emendamento n. 3 dei colleghi Guichardaz, La Torre, Marquis.

La votazione è chiusa.

Esito della votazione:

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità

Possiamo dare lo stesso risultato per l'emendamento n. 4 di Guichardaz, La Torre, Marquis, già illustrato dal collega Guichardaz? Stesso risultato per l'emendamento n. 4.

Mettiamo in votazione l'articolo 3 nel suo complesso. La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 34

Votanti: 27

Favorevoli: 21

Contrari 6

Astenuti 7 (Bertschy, Fabbri, Gerandin, Grosjean, Nogara, Rosset e Laurent Viérin)

Il Consiglio approva.

Passiamo all'articolo 4, sul quale c'è l'emendamento n. 4 della II Commissione e il subemendamento del collega Gerandin e dell'Assessore Perron, sostitutivo dell'emendamento n. 3 dell'UVP e con conseguente decadenza degli emendamenti n. 2 e n. 4 dell'UVP. La parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Président.

Noi questo emendamento lo condividiamo e siamo felici che ci sia stata una condivisione da parte anche della maggioranza. Prima di entrare nel merito del contenuto, di quello che ci preoccupava prima e di quanto succederà con questo emendamento, io volevo sottolineare la disponibilità dimostrata dall'Assessore Perron, che con me ha sottoscritto questo subemendamento, dal Presidente, dai funzionari che hanno lavorato per questo testo. Forse è stato compreso l'effettivo pericolo che una parte importante di personale del comparto unico non avesse le dovute garanzie, legate al mantenimento del posto di lavoro e di conseguenza a tutto quello che poteva essere e creare un disagio, non solo a famiglie e anziani, ma anche ad un servizio di eccellenza, come ho già detto nel passato.

Fatta questa premessa, noi rimaniamo assolutamente critici per il fatto che una norma come questa non doveva neanche mai nascere. Però è nata, dovuta probabilmente a una situazione e a un contesto economico particolare molto difficile. Non doveva mai nascere, oppure una volta nata avrebbe dovuto essere quantomeno approfondita e valutata nella sua gravità, da due componenti che noi riteniamo siano stati poi i grandi assenti a questo tavolo. Lei, Assessore, in Commissione ha cercato di rassicurarci sulla copertura finanziaria, ma poi - bontà sua e probabilmente anche un po' per merito nostro - abbiamo evidenziato un rischio di impugnazione che aveva questo primo articolo, così come è scritto e che poi è stato modificato con il comma 3 dell'articolo 4. L'altro grande assente, che avrebbe dovuto vigilare molto più attentamente - lo dico con un po' di rammarico, perché provengo da questo mondo - io penso siano stati i sindaci, i quali dovrebbero farsi un piccolo esame di coscienza, perché un tale rischio, un tale pericolo per un servizio gestito da loro, avrebbe dovuto suscitare un po' più di apprensione.

È inutile fare processi. Noi pensiamo e guardiamo al futuro. Questo emendamento noi siamo convinti che metta al sicuro per quest'anno il discorso del personale, per un semplice motivo che voglio spiegare tecnicamente. Con questo emendamento, che possiamo definire a tutela finale, si dice che va dato prioritariamente l'avanzo dei comuni - su questo, ognuno pianga del suo male - poi quello di finanza locale e in subordine l'avanzo di amministrazione della Regione, a tutela dei posti di lavoro. A noi pareva e pare tuttora che questa sia una tutela garantista, nel senso che l'avanzo di amministrazione della Regione non ha gli stessi vincoli che hanno i comuni, per cui impegna politicamente e amministrativamente la Regione a coprire questi 20 milioni di euro necessari per garantire il servizio, la copertura dei posti di lavoro e gli stipendi.

Noi speriamo che da questo articolo, proprio come è stato detto ieri quando parlavamo della necessità di avere risorse certe sul sociale, inizi da subito un percorso diverso, affinché mai più si verifichi che all'interno di una finanziaria non ci sia, a priori e senza coperture generiche o subordinate a eventuali risorse di prospettiva, la copertura degli stipendi del personale di comparto. Questa volta è toccato al sociale, ma per noi non fa differenza. Avremmo fatto la stessa battaglia, Assessore, glielo garantisco, se fosse stato per il personale magari della sanità o di un altro settore. Probabilmente questo percorso ci farà meditare tutti assieme, affinché nel futuro non succeda più, perché non è una vittoria di nessuno riuscire a salvaguardare una eccellenza nel servizio e soprattutto l'occupazione prevalentemente femminile, come è quella che si sta occupando in questo momento del sociale. Concludo ringraziando ancora, perché indubbiamente c'è stata sensibilità e condivisione di un pericolo reale. Grazie.

Presidente - Altri? La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Sì, grazie.

Solo per ricordare che su questo tema avevamo già avuto modo di ascoltare le perplessità sul metodo che avevamo utilizzato, tra virgolette, per costruire questo passaggio, che consiste nell'utilizzare gli avanzi di amministrazione dei comuni, i quali, al di là della quantificazione, onestamente sono dei fondi che rimangono congelati. Quello che voglio dire è che non abbiamo sottratto fondi ai comuni, perché utilizziamo gli avanzi di amministrazione che comunque rimangono congelati e non sono utilizzabili. Questo lo specifico e credo che i colleghi lo sappiano: un conto sarebbe se noi togliessimo dei fondi che in qualche modo potrebbero passare da una parte all'altra, ma così non sottraiamo niente, e utilizziamo quello che non è utilizzabile. Questo come premessa.

Sull'altro discorso, noi abbiamo scritto prudenzialmente 20 milioni di euro, perché a oggi non sappiamo ancora la cifra giusta, bisogna dirlo. Alla fine dell'anno lo sappiamo, del 2014, perché ci sono a oggi più di 30 milioni di euro, però possono ancora essere fatti degli impegni. Quindi, onestamente non credo che ci sia nulla da nascondere sul percorso che è stato fatto. Questi 20 milioni di euro sono più dei 18 che erano stati messi l'anno scorso per lo stesso servizio, però il punto debole, che i colleghi hanno correttamente sollevato, era che sull'avanzo di amministrazione potevano esserci delle incertezze. Quindi riteniamo che l'emendamento presentato valga a evitare che ci siano dei dubbi, dei malintesi o, peggio, delle paure sul modo con cui si alimenta questo fondo. Abbiamo giustamente accettato che si dica che, qualora eventualmente mancassero questi riferimenti, si considerino i fondi dell'avanzo di amministrazione della Regione, i quali a questo punto diventano la vera garanzia. Questo è il concetto.

Ringraziamo il collega Gerandin e il suo gruppo per aver dato la disponibilità a seguire questo percorso, che sicuramente aveva dei punti innovativi (lo diciamo tra virgolette) legati all'esigenza di poter dire: se possiamo utilizzare questi fondi, bene, perché risparmiamo sugli altri, se no dobbiamo comunque trovarli. Questa è la logica con cui si va ad approvare tale emendamento, che dà sicuramente maggiori garanzie sull'utilizzo di questi fondi. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Grazie Presidente.

Se mi permettete, anche per stemperare un po' i toni della lunga discussione del bilancio, sentire Gerandin e Rollandin andare d'accordo è un bel segnale che il dialogo sui temi concreti poi trova la soluzione. Lo dico come battuta, ma c'è stata una grossa discussione all'interno del gruppo e con voi, perché la necessità di approfondire questo argomento è stata rilevata da subito e la preoccupazione era tanta. Avere trovato una sintesi vuol dire averla trovata per i 74 comuni e non per noi.

Presidente, ci aspettiamo che, così come sono state liberate queste risorse, che comunque andranno ad aiutare il bilancio della Regione, in qualche maniera nella visione futura si tenga conto che oggi - purtroppo gli articoli sui giornali vanno in questa direzione - i comuni sono veramente in una situazione di grande difficoltà. Dovremo in qualche maniera tutti insieme trovare la strada giusta per aiutarli negli investimenti, per sostenerli, per fare qualche cosa che permetta loro di continuare a prendersi cura del territorio e della territorialità, come è stato ricordato bene anche ieri dal capogruppo dell'ALPE, il collega Chatrian. I comuni sono un presidio per noi e sono lo strumento necessario per gestire al meglio gli interessi dei nostri cittadini. Oggi come oggi le risorse sono veramente limitate e quindi, nell'applicazione futura dell'avanzo di amministrazione, potremo anche trovare il sistema, nella misura in cui ci sarà la possibilità, di finanziare meglio alcune leggi di settore che sono in difficoltà e continuare in una operazione un po' di recupero, insieme alla rivisitazione della legge n. 48 che è à la une. Nel ribadire la soddisfazione, allo stesso tempo diciamo che è importante che si apra da subito una discussione sul futuro, perché è quello l'elemento emergenziale in questo momento di tutti i bilanci pubblici e di quello dei comuni in particolare.

Presidente - La parola al Presidente delle Regione.

Rollandin (UV) - Sì, grazie.

Vorrei solo sottolineare un aspetto. Lei, collega Bertschy, ha fatto riferimento a un articolo di oggi sul giornale, di cui siamo scandalizzati per due motivi. Hanno scritto come se fosse una dichiarazione pubblica della Regione e faremo una smentita ufficiale, così come anche gli enti locali smentiranno. Questi dati sono assolutamente falsi. Lo dico: falsi! Ed è una vergogna che tutte le volte si continui ad alimentare la polemica su dati assolutamente falsi! Questo è l'ennesimo caso - l'ho detto in un'altra occasione a proposito della povertà, in cui è stato detto esattamente il contrario di quello che è - e continua questa campagna di disinformazione. Per questo siamo scandalizzati e faremo una nota ufficiale di protesta!

Ci sono sicuramente delle ristrettezze, però la riduzione non è di 21 milioni di euro ma di 11 milioni. Si continua a parlare dell'esatto contrario e si fa una rappresentazione assolutamente falsa del sistema di ripartizione della Regione, che è tutto da rivedere con la legge n. 48 e che non corrisponde nemmeno alla riduzione effettiva rispetto al bilancio. Questo per noi è gravissimo, perché chiaramente alimenta la polemica in modo assolutamente inutile. Mi dispiace molto.

Presidente - Chiede la parola il collega Gerandin, per dichiarazione di voto? Prego.

Gerandin (UVP) - Presidente, credo di avere ancora diritto a un intervento, prima della dichiarazione di voto, perché prima ho illustrato l'emendamento.

Presidente - Sugli emendamenti sono previsti solo interventi di cinque minuti, quindi può parlare per dichiarazione di voto, prego.

Gerandin (UVP) - Va beh, comunque non cambia molto.

Intervengo semplicemente per riprendere alcuni dei passaggi che ha fatto il Presidente. È vero che, come lei ha detto, senza una norma di legge l'avanzo di amministrazione degli enti locali non sarebbe stato utilizzato, questo è indubbiamente vero. Nell'illustrazione dell'emendamento io non sono entrato nel merito, però è pur vero che l'avanzo è stato liberalizzato - lei ha citato l'esempio del Trentino - ma è stato usato in conto investimenti e non per la spesa corrente. Per cui il primo passaggio che stride fortemente e su cui noi mettevamo in dubbio la legittimità di quell'articolo, era proprio l'utilizzo per la parte corrente. Se lei in futuro proporrà degli articoli di legge che libereranno delle risorse in conto capitale, le posso garantire che glieli voteremo tutti e su questo non c'è ombra di dubbio, perché la nostra perplessità era sull'utilizzo.

Questo è il primo passaggio che ritengo doveroso fare, perché non siamo scandalizzati che con legge si siano liberalizzati 20 milioni di euro di avanzo; se ce ne fossero stati 40, evviva, liberalizziamone 40. Era per il loro utilizzo in parte corrente, perché i cittadini penso che dall'avanzo di amministrazione si aspettino piazzali, pubblica illuminazione, strade, magari sistemazioni di acquedotti e non il pagamento del personale. Questa era la premessa.

Sul resto, tutti abbiamo letto i numeri che sono stati pubblicati oggi. È chiaro che con la legge n. 48, cambiando i parametri, i riparti potrebbero essere modificati. Quello che a nostro parere non si può sindacare è che - trasferimento con vincolo, senza vincolo, sommando: non è così importante - quello che i comuni scriveranno a bilancio, sarà un saldo negativo di meno 21 milioni. Questo è inoppugnabile e lei lo sa benissimo, perché succede anche nel bilancio regionale: quando si predispone il bilancio, si devono mettere le risorse certe. Anche se c'è una legge di settore - lei ha calcolato tutte quelle leggi di settore che erano finanziate in gestione speciale, Finaosta o quant'altro - quello che i comuni metteranno nella predisposizione del bilancio, sarà comunque un totale di 69 milioni di euro, perché quelle leggi non potranno iscriverle. È scritto in legge che il trasferimento è di 69 rispetto a 90 e questo è inoppugnabile. Giustamente lei potrà anche contestare la stampa e dire che i trasferimenti possono essere variati, ma il saldo negativo rimane quello. È questo che noi contestiamo e quando io le dicevo che ci saranno certamente dei comuni che avranno difficoltà a chiudere i conti, sarà perché nel bilancio non si possono mettere ipotetici finanziamenti derivanti dalla gestione speciale di Finaosta. Non si potranno mettere, perché non è possibile.

Questo per una doverosa puntualizzazione. Noi non parteggiando né per l'uno né per l'altro, ma i comuni avranno l'effettiva difficoltà che il saldo finanziario sarà di meno 21 milioni. Grazie.

Presidente - La parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Président.

Brevemente per sottolineare l'importanza dell'approvazione di questo emendamento e della condivisione. Sul tema degli enti locali in questa legislatura ci siamo confrontati spesso e il Presidente lo ha ricordato. Anche durante le audizioni con i rappresentanti degli enti locali c'è stato un confronto, che poi ha portato a un voto condizionato a certe considerazioni che loro hanno maturato al loro interno.

Noi ci siamo permessi di dire loro, quando sono venuti, che la riforma della legge n. 48 e del sistema del federalismo valdostano, dovrà essere condiviso con l'Amministrazione regionale partendo dal basso e però anche da una loro idea di riforma. Noi siamo sicuramente propensi a rivisitare un modello federalista che veda Aosta scorporata dal resto del sistema degli enti locali, e un sistema perequativo che veda anche il più piccolo dei comuni messo istituzionalmente sullo stesso piano con i più grandi.

Ci tenevamo a sottolineare tale questione, perché questo subemendamento, che recepisce il nostro emendamento sugli enti locali, era un po' il cuore di quelli in materia di finanza locale e di comuni, in attesa della riforma che andava a migliorare quella che era un'idea migliorabile come già era stata presentata e che quindi in senso propositivo assieme ai colleghi avevamo avanzato. Questo sicuramente ci gratifica nei nostri sforzi e fa anche percepire che c'è stato un clima collaborativo su questo tema. Noi auspichiamo e speriamo, come abbiamo detto e senza bisogno di sottolinearlo di nuovo, che su questi grandi temi istituzionali tale clima ci sia ancora. Anche con gli enti locali, al di là di ciò che pensano i sindaci, già sugli asili nido abbiamo fatto un grande lavoro e loro si erano espressi in un certo modo, poi noi qui ci siamo attivati per migliorare un sistema.

Oggi spero che ci sia contezza tra gli amministratori locali che con questo subemendamento effettivamente si va a salvaguardare una prerogativa dei nostri comuni, che altrimenti sarebbe veramente stata messa in ginocchio, in termini di un utilizzo coatto su una certa parte, che andava a limitare quella che invece oggi è una possibilità effettiva. Quindi l'approvazione di questo subemendamento è sicuramente un aspetto positivo di questo bilancio. Grazie.

Presidente - Grazie collega, mettiamo adesso in votazione il subemendamento del Consigliere Gerandin e dell'Assessore Perron. Votazione aperta.

Votazione chiusa

Esito della votazione:

Presenti, votanti e favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità

Sull'articolo 4 chiede di parlare il collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Ringrazio il collega Gerandin per aver avuto la forza di portare una soluzione a un problema che era nato in Commissione. Ci siamo confrontati più volte sulla proposta che il governo aveva e ha fatto, per poter - lo diciamo tranquillamente, come gruppo ALPE - sbloccare quella parte di soldi che era congelata, quindi guardiamo il lato positivo dell'utilizzo degli avanzi di amministrazione di tutta una serie di comuni, che a oggi non potevano essere utilizzati. Ben venga se si trova la soluzione anche tecnica per poter utilizzare dei soldi che sono tuttora congelati e avere, non dico certezze, ma magari qualche garanzia in più che il tutto sia tracciato bene, senza eventuali difficoltà. E questo è un discorso di natura tecnica.

Permettetemi qualche minuto, colleghi, per un punto di vista politico sulla finanza locale. Diversi di noi, qui all'interno, abbiamo avuto l'onere e l'onore di fare i sindaci di piccoli o grandi comuni, in tempi anche diversi e dove c'erano delle ristrettezze. Il collega Rollandin ha fatto il sindaco qualche anno fa e i bilanci erano poverini. Altri di noi hanno avuto l'occasione di fare i sindaci quando le risorse erano più abbondanti, ma forse le idee potevano comunque fare la differenza, anche se le risorse erano un po' più cospicue.

C'è un però che dobbiamo dirci. Noi ieri avevamo, come gruppo, presentato un ordine del giorno che voleva aprire un dibattito politico, al di là delle dichiarazioni che ha fatto poc'anzi il Presidente su quanto è stato ridotto alla finanza locale, direttamente o indirettamente. Sappiamo tutti che non solo dobbiamo rivedere la partita, non solo dobbiamo rivedere i rapporti tra Regione e comuni, ma dobbiamo dirci dal punto di vista politico che tipo di autonomia vogliamo dare alle nostre comunità. Penso che sia lì la sfida più importante: autonomia dal punto di vista economico-finanziario, ma anche autonomia politica ai nostri comuni, grandi o piccoli che siano. Mi sembra che uno dei fil rouge del dibattito di ieri o dell'altro ieri siano le ricette da mettere in campo per i prossimi anni, con meno soldi, per garantire i servizi al territorio. L'abbiamo detto più volte e penso che sia lì la sfida. È normale che gli attuali sindaci si trovino ad avere delle grossissime difficoltà nell'affrontare i bilanci per il 2016, 2017 e 2018.

Noi riteniamo questo un tema fondamentale: il rapporto tra Regione e comuni. Un rapporto che deve partire dal basso e innanzitutto dai comuni. Il legislatore, non in maniera supina, deve accettare le proposte dei 74 sindaci dei comuni, ma insieme dobbiamo trovare delle soluzioni che garantiscano soprattutto i servizi, che oggi comunque abbiamo delle difficoltà a garantire su tutto il territorio. Noi pensiamo che sia lì la sfida dei prossimi mesi. Non solo il rifacimento o l'architettura nuova della legge n. 48, perché la sfida principale è molto politica ed è molto legata a che tipo di autonomia vogliamo ancora garantire ai nostri comuni. Penso che sia lì il cuore del dibattito e la sfida che dovremo affrontare come legislatori, ma soprattutto partendo dal basso e dai nostri comuni.

Il nostro voto sull'articolo 4 sarà negativo, anche a seguito del dibattito che abbiamo avuto ieri pomeriggio, ma con la sfida che comunque nei prossimi mesi dobbiamo trovare delle soluzioni alternative e dirci politicamente e serenamente che tipo di autonomia vogliamo dare ai nostri comuni. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Una brevissima precisazione credo sia dovuta, in quanto il dibattito si ricollega agli ordini del giorno discussi ieri che, come abbiamo detto, hanno anticipato una parte del discorso che oggi stiamo facendo sugli articoli del bilancio, perché la gran parte di quello che oggi rivediamo è collegata con tutta una serie di iniziative, che in qualche modo hanno anticipato il dibattito stesso.

Vorrei solo ricordare due cose. La prima è la nuova organizzazione per i servizi. Le Unités des Communes e gli ambiti territoriali dovrebbero garantire quella duttilità e quella possibilità di utilizzare al meglio questi servizi. Voglio ricordare che, tranne sui servizi sociali che sono i più dispendiosi e che sono legati ad un finanziamento regionale, sugli altri grandi servizi, come quello idrico - voglio ricordare che su quello idrico noi non facciamo pagare gli investimenti, perché questi sono fatti dal pubblico, non facciamo pagare i grandi depuratori che finalmente stiamo realizzando, non stiamo facendo pagare un servizio sulle strade che viene comunque ricollegato, oltre ai servizi dei rifiuti che invece sono gestiti nel modo che stiamo esaminando con il piano dei rifiuti - sugli altri servizi, le quattro funzioni principali, che devono essere proprie delle Unités des Communes, saranno un po' la sfida, per vedere come vengono giocate, perché o ci sarà qualche risparmio, altrimenti tutta la costruzione delle Unités a cosa sarà servito? La sfida è lì, perché o riusciamo a dimostrare che con questo sistema qualcosa si risparmia, se no il problema obiettivamente diventa difficile da giustificare in prospettiva. Questo è quello che noi ci auguriamo con la riforma che abbiamo fatto. Diversa è la questione della ripartizione della legge n. 48 all'interno dei comuni. C'è un dibattito aperto, che giustamente dovrà vedere una nuova eventuale ripartizione, perché ci sono quei cinque parametri, più eventuali altri che andranno a inserirsi, ma quella è la discussione che sarà fatta sulla legge 48.

Presidente - La parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Grazie Presidente.

È solo per motivare il nostro voto di astensione. Avremmo certamente votato contro questo articolo della finanziaria, per gli ovvi motivi che non voglio ripetere, perché la discussione è ancora lunga. Abbiamo apprezzato la disponibilità a correggere in rotta quello che noi ritenevamo un gravissimo pericolo. Presidente, prenda la nostra astensione come una cambiale su quello che può essere il futuro: l'impegno che è stato preso, affinché mai più ci troviamo di fronte a una realtà come questa; e che da subito si inizi a ragionare su di un sistema sostenibile per gli enti locali.

Riprendo una dichiarazione che ha fatto il neopresidente eletto in commissione. Il giorno che l'abbiamo audito, ci ha detto: noi chiederemo come enti locali certezza di risorse. Penso che sia una dichiarazione corretta, però alle parole, devono seguire i fatti. Se dobbiamo rivedere i parametri della legge n. 48, non può essere una finanziaria che di fatto diminuisce il 95 percento. Se ci sono dei parametri da rivedere si rivedano, se non sarà più il 95, sarà il 90, l'80 o il 70. Però, alla fine, che il 90, il 70, il 60 o il 50 rimanga finanza locale, perché non è più accettabile che ci siano dentro invalidità che non hanno nulla a che fare, finanziamenti ai trasporti, tolti peraltro in questa finanziaria, o altro. Un passo in questa direzione è stato fatto, però rimane l'assoluta confusione, perché non può essere che una finanziaria vada a modificare annualmente una percentuale. Noi chiediamo che ci sia una visione di prospettiva e futura. Noi ci crediamo ed è il motivo per cui ci asterremo. Grazie.

Presidente - Altri? Possiamo mettere in votazione l'articolo 4 nel suo complesso. Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 28

Favorevoli: 21

Contrari: 7

Astenuti: 7 (Bertschy, Fabbri, Gerandin, Grosjean, Nogara, Rosset, Laurent Viérin)

Il Consiglio approva.

Passiamo all'articolo 5. C'è qualcuno che chiede la parola? Lo mettiamo in votazione? Votiamo l'articolo 5.

Votazione conclusa.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 35

Favorevoli: 21

Contrari: 14.

Il Consiglio approva.

Possiamo dare lo stesso risultato all'articolo 6? Stesso risultato.

Possiamo dare lo stesso risultato all'articolo 7? Stesso risultato.

Possiamo dare lo stesso risultato all'articolo 8? Stesso risultato.

All'articolo 9 ci sono tre emendamenti. Gli emendamenti n. 5 e 6 dell'UVP, però hanno il parere finanziario contrario, quindi non possiamo metterli in votazione. Però se volete illustrarli, potete averne la facoltà. La parola al collega Fabbri.

Fabbri (UVP) - Sì, grazie Presidente.

Con questi due emendamenti volevamo cercare di porre rimedio, per quanto possibile, agli effetti che l'introduzione del ticket sui farmaci avrebbe avuto sui nostri cittadini, soprattutto sulla parte più debole della società. Nell'emendamento n. 5 abbiamo introdotto l'articolo 9 bis, con cui volevamo introdurre una limitazione (6000 euro di ISEE) alla famosa quota fissa per i cittadini, di 2 e 4 euro o di 1 e 2 euro, introdotta con l'articolo 9 della legge, in modo da cercare di sollevare la parte più povera della nostra società, quella che ha maggiore difficoltà di reddito. Perché 6000 mila euro? Ci eravamo rifatti alla legge ultimamente approvata per quanto riguarda il reinserimento sociale e ci sembrava un po' assurdo dare dei contributi a persone che risultavano sofferenti, ma poi riprenderli con questi ticket sanitari.

Oltre a questo motivo, era anche per cercare di evitare quel fenomeno, che secondo noi sicuramente si instaurerà, nel senso che le persone non abbienti, non avendo la possibilità di pagarsi questi farmaci e quindi non curandosi, andranno ad aumentare le ospedalizzazioni e quindi indirettamente le spese sanitarie. Purtroppo ci è stato detto che per questo emendamento non c'è copertura finanziaria e che quindi non potrà essere accolto.

Un altro piccolo aspetto che riguardava questo emendamento era quello di considerare i farmaci - ce ne sono parecchi di larghissimo uso - che hanno un costo inferiore alla quota, per cui si chiedeva di esentare dal pagamento del ticket questi farmaci. Probabilmente questo verrà in qualche modo poi risolto con degli atti attuativi dell'USL - io me lo auguro e lo spero - in modo da porre rimedio questo tipo di condizione che si può verificare.

Analogamente, l'emendamento n. 6 andava a favorire l'uso dei farmaci cosiddetti equivalenti, eliminando il pagamento del ticket per chi voleva ricorrere a questo tipo di farmaco, il cui uso è preconizzato a livello ministeriale e la cui diffusione si spera che aumenti sempre di più, ma anche qui non vi era la copertura finanziaria.

Speriamo nel prosieguo e abbiamo visto che verrà presentato un emendamento in cui il pagamento di questi ticket sarà legato all'ISEE. Speriamo che con questo emendamento, che verrà probabilmente applicato nel corso dell'anno, in parte sia eliminato questo tipo di inconveniente a cui facevo riferimento.

Presidente - Grazie. La parola alla collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci Président.

Una riflessione da parte del nostro gruppo su questo tema. In principio non eravamo contrari, neanche negli anni scorsi, all'introduzione di un ticket anche sui farmaci. Ciò che non ci sembra opportuno in questo momento è proprio l'introduzione di quote fisse indipendenti dal reddito, quindi condividevamo lo spirito degli emendamenti presentati dall'UVP. Torneremo su questo argomento, visto che ci sarà un emendamento presentato dalla maggioranza, su cui ci pronunceremo in seguito.

Introdurre in questa situazione, in questo momento storico in cui non vi è assolutamente nessuna ripresa di tipo economico in Valle d'Aosta, francamente ci sembra inopportuno e ci sembra molto difficile da sostenere da parte dei cittadini. Fra l'altro, l'introduzione dei ticket, non solo quelli sui farmaci, ma anche quelli sulla diagnostica, è dimostrato da studi fatti che producono una rinuncia da parte delle fasce più deboli della cittadinanza alle cure e, come giustamente diceva il collega Fabbri, questo comunque va a ripercuotersi negativamente, perché vanno poi ad aggravarsi patologie che sono a carico del servizio pubblico, ma che magari adeguatamente curate per tempo possono essere evitate. Grazie.

Presidente - Grazie. Quindi gli emendamenti n. 5 e 6 dell'UVP non li mettiamo in votazione, perché non hanno il parere finanziario. E passiamo all'esame dell'emendamento n. 5 presentato da Guichardaz, La Torre e Marquis. Qualcuno intende illustrarlo? Collega Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Con questo emendamento noi vogliamo inserire, anche in conformità con i vari tavoli oramai aperti a livello ministeriale e di agenzia nazionale sanitaria, il principio che è stato richiamato questa mattina da alcuni colleghi, relativo all'uso di parametri non solo reddituali. Noi ampliamo questo ragionamento a tutte quelle voci che sono riprese all'interno dell'ISEE, quindi di questo indicatore della situazione economica. È una direzione che è già stata data a livello nazionale, sulla quale si sta discutendo da parecchio tempo, ma quando si parla di compartecipazione alla spesa, poi c'è sempre un allungamento e una dilatazione delle discussioni, perché ogni Regione e ogni componente di questo tavolo ha una sua logica e un proprio modo di ragionare rispetto a questo tema.

Riguardo al tavolo nazionale, va detto che i ticket generalmente hanno anche una funzione - questo viene confermato tanto dal Ministero della salute, quanto dal tavolo del copayment - di regolazione dell'uso a volte eccessivo di certi presidi medico-sanitari e dei farmaci, o almeno questo dovrebbe essere. Vi è un tavolo dell'Agenas in cui si fa un'analisi decennale, proprio sulle realtà che hanno già messo questo tipo di ticket, e la conclusione è che comunque è una forma di regolazione nei termini dell'appropriatezza. È una forma di regolazione che però, se applicata secondo delle quote fisse per esenti e non esenti, rischia in qualche maniera di diventare una sorta di tassazione indiretta, cioè uguale per tutti, indipendentemente dal reddito, dai carichi familiari e dalle situazioni che generalmente sono prese in considerazione dall'indice della situazione equivalente economica.

Il problema è che oggi la legge ammette l'uso del parametro reddituale per i ticket ed è questo il motivo per cui questo non viene contrassegnato come ticket, ma è una quota fissa. Mentre sul ticket in quanto tale la legge in qualche maniera impone l'uso semplicemente del reddito, che è un indice che comunque può essere falsato, perché qualcuno può avere un reddito basso a fronte magari di altre situazioni patrimoniali molto elevate, se applicato direttamente su un ticket definito tale sulla farmaceutica, questo dovrebbe essere il parametro. Il parametro ISEE invece può essere applicato sulle cosiddette quote fisse e questa effettivamente, allo stato, è una quota fissa, quindi, così come è stato fatto in Toscana, anche noi pensiamo che si possa fare un ragionamento. Ovviamente ci diamo del tempo, perché il ragionamento deve essere fatto dai tecnici, ma poi dev'essere discusso all'interno della Commissione competente - infatti l'emendamento richiama il parere della Commissione competente - così come è stato fatto ad esempio con il ticket sul pronto soccorso e con altri ragionamenti che sono stati fatti. Quindi questo emendamento va nella direzione, non diciamo di correggere, ma del considerare se tecnicamente è possibile, proprio in virtù della particolarità di questa quota fissa, un parametro di maggiore equità, rispetto all'applicazione tout court di quote fisse per esenti e non esenti. Grazie.

Presidente - La parola al collega Fabbri.

Fabbri (UVP) - Sì, grazie Presidente.

Giustamente il collega Guichardaz ha fatto notare che i ticket moderatori vengono introdotti anche, come dice la parola stessa, per moderare l'abuso di certe situazioni. Ora, come ho detto l'altro giorno, non è il caso nostro, perché in Valle d'Aosta, soprattutto nella territorialità, del farmaco non si fa nessun abuso. Tant'è che rientriamo perfettamente nei parametri, anzi siamo al disotto. Questo tanto per chiarire la cosa.

Per quanto riguarda poi la questione dell'ISEE, come giustamente lei ha fatto notare, io avevo scritto questo indicatore nel mio emendamento, ma si poteva benissimo correggere ricorrendo al reddito, almeno fintanto che fosse entrata in vigore l'ISEE, così come abbiamo fatto con il bon chauffage, in modo da risparmiare per dei mesi il pagamento di questa quota fissa alle persone meno abbienti.

Diciamo chiaramente che questo è un modo per far cassa, perché abbiamo bisogno di denaro. Da questo punto di vista, è chiaro che è facile andare a incidere su questo tipo di prelievo diretto, mentre invece è molto più scomodo fare delle economie là dove si potrebbero effettivamente fare.

Presidente - Grazie. La parola alla collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci.

Sì, è evidente che questo è un modo per far cassa. D'altra parte ci è stato detto molto apertamente che si pensa di recuperare 3 milioni di euro da questi ticket. Io apprezzo lo sforzo fatto dal collega Guichardaz, sono argomenti su cui ci siamo confrontati anche negli anni scorsi e che condividevamo. Mi chiedo perché, allora, non rimandare di sei mesi l'applicazione dei ticket, applicando direttamente quanto il collega Guichardaz propone.

Presidente - Grazie. La parola all'Assessore Fosson.

Fosson (UV) - Grazie.

Brevissimo, solo per intervenire nel dibattito che è corretto. È chiaro, l'ho detto ieri sera, che aggiungere un ticket sui farmaci non è piacevole. Tutte le regioni lo avevano fatto ed eravamo rimaste solo in quattro, ma altre lo stanno facendo. La modalità di applicazione è purtroppo diversa in tutte le regioni d'Italia, per cui noi abbiamo dovuto sceglierne una aderente alla nostra realtà. In Valle d'Aosta ci sono 67 mila esenzioni e noi abbiamo colpito gli esenti in modo molto più basso, con un contributo che non è eccessivo. Ragionare sul reddito sarebbe stato possibile, ma non equo. Dico soltanto che in Valle d'Aosta ci sono comunque delle forme di esenzione continue e persistenti, quelle che si riferiscono ai farmaci dati in via diretta, all'interno delle microcomunità, attraverso l'assistenza domiciliare, o per ciò che riguarda quelli in fascia H per pazienti oncologici.

L'impegno è sicuramente quello di introdurre l'ISEE, che è più equo e questo è scritto anche nella bozza di piano. Aspettavamo un pronunciamento del tavolo nazionale, che ha concluso i lavori il 30, ma questo non è stato possibile non solo per i ticket, come ha detto giustamente il collega Guichardaz, in merito alla quota fissa farmaceutica, ma anche per poter applicare l'ISEE a tutte le altre prestazioni. La partecipazione alla spesa sanitaria - lo ha detto il Ministro recentemente - è di pochi e l'ISEE è sicuramente uno strumento da impiegare. Aspettiamo questa possibilità, per dare maggiore equità proprio a questa forma di partecipazione.

Del discorso dei ticket sulla specialistica, ne abbiamo parlato tanto e ne parleremo di nuovo in Commissione, perché non producono solo rinuncia alle prestazioni, ma anche appropriatezza, per fortuna.

Ringrazio di questo dibattito e l'idea di rendere più equa, l'introduzione del ticket con i mezzi che ci darà il governo al più presto, è sicuramente un nostro progetto.

Presidente - Grazie. Possiamo mettere in votazione l'emendamento n. 5 presentato da Guichardaz, La Torre e Marquis. Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 21

Favorevoli: 21

Astenuti: 14 (Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Cognetta, Fabbri, Ferrero, Gerandin, Grosjean, Morelli, Nogara, Roscio, Rosset, Laurent Viérin)

Il Consiglio approva.

Votiamo l'articolo 9 nel suo complesso. Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 35

Favorevoli: 21

Contrari: 14

Il Consiglio approva.

All'articolo 10 c'è l'emendamento n. 7 dell'UVP. Qualcuno intende illustrarlo? La parola al collega Fabbri.

Fabbri (UVP) - Una piccola chiosa con cui si conclude il comma 5 dell'articolo che introduce nuovamente la possibilità, per la Commissione consiliare competente, di prendere parte a una discussione che secondo noi è importante. A nostro avviso, là dove c'entra l'applicazione dell'ISEE, è sempre molto importante che partecipi direttamente la V Commissione, in modo che tutto il Consiglio nell'espressione della sua commissione sia partecipe a decisioni che secondo noi sono molto importanti.

Presidente - Grazie collega Fabbri. Altri? Poniamo in votazione l'emendamento n. 7 dell'UVP. Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 32

Votanti: 12

Favorevoli: 12

Astenuti: 20 (Baccega, Bianchi, Borrello, Donzel, Farcoz, Follien, Fontana, Fosson, Guichardaz, Isabellon, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Testolin, Marco Viérin)

Il Consiglio non approva.

Se nessuno chiede la parola, poniamo in votazione l'articolo 10 nel suo complesso. Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 28

Favorevoli: 21

Contrari: 7

Astenuti: 7 (Bertschy, Fabbri, Gerandin, Grosjean, Nogara, Rosset, Laurent Viérin)

Il Consiglio approva.

Siamo adesso all'articolo 11, sul quale c'è l'emendamento n. 1 dell'Assessore Perron. Lo si intende illustrare? La parola all'Assessore Perron.

Perron (UV) - Grazie Presidente.

Questo è semplicemente un emendamento di tipo tecnico, nel senso che la possibilità di intervento fa riferimento alla legge madre, cioè la n. 40 del 2010, che consentiva un indebitamento sino al 2016. Nell'articolato sono previsti tutta una serie di interventi a valere anche sul 2017 e 2018, quindi di conseguenza questo è un cappello introduttivo che consente una proroga di indebitamento sino al 2018. Grazie.

Presidente - Grazie Assessore.

Qualcuno intende chiedere la parola? Poniamo in votazione l'emendamento. Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione

Presenti: 35

Votanti: 28

Favorevoli: 28

Astenuti: 7 (Bertin, Certan, Chatrian, Cognetta, Ferrero, Morelli, Roscio)

Il Consiglio approva.

La parola al collega Chatrian sull'articolo 11. Prego.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Abbiamo detto durante il dibattito che, per il nostro gruppo, questa è l'unica novità del bilancio ed è la grande novità rispetto a quello del 2015. Chiederemmo al Presidente un impegno su questo articolo 11. In queste settimane noi abbiano avuto modo di confrontarci in Commissione e abbiamo avuto un po' di informazioni in più, molto stringate. Questa è la novità del bilancio 2016: si vanno ad allocare 118 milioni di euro, 44 milioni per il 2016 e gli altri distribuiti nel 2017 e 2018. Gradiremmo, se fosse possibile nelle prossime settimane, terminato il confronto sul bilancio, avere un piano o un cronoprogramma un po' più condito e un po' più strutturato, per conoscere la cantierabilità dei vari immobili, i tempi e poi, dato che si interviene su diversi palazzi di proprietà regionale, anche chi saranno i potenziali e prossimi fruitori del bene restaurato o ristrutturato. Dato che qui la partita è interessante, gradiremmo avere, oltre alla piccola slide che ci è stata fornita, informazioni in più per avere lo stato dell'arte in termini di tempi, di utilizzo e di fruitori. E vorremmo anche capire la cantierabilità, immediata o meno, perché si parla di interventi più strutturati per di palazzi più importanti, come palazzo Roncas, e di altri interventi più piccoli, più brevi, che magari potrebbero già essere cantierabili nei prossimi mesi. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Grazie Presidente.

Probabilmente c'è la voglia di andare avanti, Presidente, ma questo è un po' l'articolo più importante di questo bilancio e se non facciamo un minimo di discussione su questo, non ne facciamo più.

Noi come gruppo vediamo positivamente il fatto che sia stata raccolta l'idea lanciata l'anno scorso di sospendere il mutuo e di accenderne un altro per creare uno sviluppo differenziato su vari settori, per provare a fare quell'operazione di rilancio della quale abbiamo già parlato l'anno scorso. Questo per due motivi: il primo, perché siamo contrari alla grande opera dell'ospedale e siamo invece favorevoli a quella razionalizzazione di cui parlava ieri il collega Fabbri nella presentazione dell'ordine del giorno; il secondo motivo, perché questo indebitamento (di questo si tratta) quantomeno va a favorire un'attività di sviluppo che si differenzia su vari settori, ma che, se ben spiegata e soprattutto con l'attenzione che speriamo verrà data a tutti gli attori economici del territorio, potrà creare una prospettiva e uno sviluppo. Quindi, bene la ricerca di questi fondi e soprattutto l'attenzione a differenziarli nel limite del possibile.

Interverranno poi i colleghi sui vari capitoli. Quello che oggi a noi interessa è far sì che, pur essendo stati distribuiti negli anni, si possa avere i fondi già da subito, inteso come non perdere troppo tempo a metterli in gioco. Se possibile, chiediamo che ci sia poca burocrazia e velocità di esecuzione degli incarichi anche professionali, perché anche i professionisti fanno parte dello sviluppo, non solo le imprese, però facciamo sì che questi soldi possano in qualche maniera favorire una ripresa e che questa possa partire già dai primi mesi del 2016. Sarebbe un peccato portare le risorse in là nel tempo, in quanto sappiamo che ce n'è necessità.

Esprimiamo il nostro interesse per l'operazione fatta, che riprende la proposta che avevamo fatto nel bilancio dell'anno scorso, ma che, se vi ricordate, purtroppo non era stata ritenuta ammissibile in termini di emendamento, perché era veramente complesso articolarla e voi avete avuto sicuramente gli strumenti per farlo in una maniera diversa. L'ordine del giorno che avevamo però portato alla discussione del bilancio, aveva avuto una prima attenzione, anche se speravamo che le risorse da mettere in gioco fossero state altre. Assessore Baccega, siamo partiti con un po' di cantieri, con le piccole opere, evidentemente speriamo che questi piccoli cantieri diventino sempre di più. Sappiamo che gli enti locali hanno un sacco di proposte ferme già in fase di esecuzione, quindi bisognerebbe capire se si può fare un lavoro corale, per far sì che la ripresa sia favorita dall'interesse di tutti. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Grazie Presidente.

Faccio una piccola premessa. Penso che l'atteggiamento che anche la minoranza ha messo in questo bilancio sia propositivo e non ci stiamo fermando su temi che hanno poco significato. Le chiederei veramente, Presidente, di non mettere quella frenesia di dire "votiamo, votiamo!". Lasciateci un attimo, almeno dove c'è sostanza, per poter esprimere il nostro parere.

Conclusa questa breve premessa, voglio solo dire che quando si parla di investimenti l'UVP c'è, ci mancherebbe! Anche perché, come ho detto nel mio precedente intervento, qualcosa questo bilancio ha recepito, rispetto all'indicazione che avevamo dato. Noi avevamo sempre sostenuto, l'ha detto bene il collega Bertschy prima, che non era il caso di andare avanti con le grandi opere, ma di andare verso quegli appalti.

Siamo nella giusta direzione e per noi bisognerebbe avere un po' più di coraggio, nel senso che tanti di questi importi non sono immediatamente cantierizzabili, perché tanti prevedono ancora delle fasi progettuali, per cui difficilmente riusciremo ad avere quel contraccolpo significativo già nel 2016, però la strada indubbiamente è questa. Come peraltro avevo già chiesto all'Assessore Baccega e come ha detto anche il collega che mia ha preceduto, ci sono quasi cinquanta richieste di cantieri in economia nei comuni, ci sono quasi cento richieste di messa in sicurezza del territorio ex lege n. 5, per cui è questa la ripresa che noi intendiamo.

Teniamo conto, come avevamo condiviso e mi pare che l'Assessore l'abbia detto anche nelle premesse, che la tenuta futura dell'economia e del sistema delle risorse disponibili a bilancio passerà da quella che sarà l'imposizione o la tassazione locale, le imposte percette. Queste non possono che essere dovute a una ripresa della piccola impresa, degli artigiani, di quelli che pagano le tasse. Noi non ci dimenticheremo mai di dire che quando andiamo ad aggiudicare un appalto a una ditta esterna, all'atto in cui sigliamo il contratto perdiamo l'IVA, oltre a tutto il resto.

Questo è per noi significativo, perché il futuro non può che essere verso tale direzione. Come ha detto prima il collega Bertschy, noi siamo felici che si vada in questa direzione e chiediamo solo un po' più di coraggio e soprattutto di avere una tempistica certa. Torniamo a investire! L'ho già detto, Assessore: il suo sia un assessorato ai lavori pubblici e non all'emergenza abitativa. Noi su questo ci crediamo. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al collega Nogara.

Nogara (UVP) - Merci Monsieur le Président.

Volevo solo fare un paio di appunti su due parti di questo articolo. Il primo è per gli investimenti nell'ambito forestale, i 4 milioni e 200 mila euro che si mettono nel 2016. Siamo ben contenti di questo, però è un peccato che questi investimenti non possono essere fatti sulla spesa corrente, perché con questi soldi sarebbe stato auspicabile - come ha detto lei, Presidente, quando ha magnificato la professionalità degli operai forestali, dei bûcherons - migliorare i nostri boschi e cercare di farli rendere.

È chiaro che con questi soldi vengono finanziate le aziende a cui vengono dati questi lavori. Io chiedo solo un'attenzione, Presidente, nel senso che si parlava proprio di cottimi fiduciari. Ci sono diverse aziende che sono state messe in piedi dagli ex bûcherons dei cantieri forestali. Si parla di sfruttare economicamente il bosco in quei luoghi dove è possibile, ma guardate che qua in Valle d'Aosta non è che si può sfruttare tutto il bosco e farlo rendere. Solo in poche zone della Valle d'Aosta si possono investire dei soldi, perché ci sia una rendita finanziaria. Sono poche e in più bisogna farlo nel modo giusto e corretto. Noi le persone e i mezzi li abbiamo, per cui sarebbe molto importante che, visto che qui abbiamo una disponibilità non indifferente per dare direttamente i lavori, scegliere con cottimo fiduciario quelle aziende che sono state messe in piedi da operai forestali che hanno lasciato i cantieri, si sono organizzati, hanno investito dei soldi e hanno preso dei macchinari, ma - la cosa più importante - sanno fare questo lavoro. È importante che questo sia fatto.

La seconda cosa è sui consorzi di miglioramento fondiario. Qui abbiamo l'impegno di 3 milioni di euro per il 2016 per mutui a tasso agevolato. Penso che lo sappiate benissimo anche voi: non ci sarà nessun consorzio che farà un mutuo a tasso agevolato per ripristinare un impianto di irrigazione a pioggia, che magari ha dei problemi, perché non sarebbero in grado di pagarsi il mutuo. Questo lo sanno tutti e lo sanno anche i sassi. Gli unici che potranno fare delle cose del genere sono coloro che, con la delibera che è stata fatta per l'idroelettrico, possono fare degli accordi o altre cose, però penso lo sappiate anche voi, che non tutti i consorzi possono fare una cosa del genere. Perciò ci saranno dei consorzi fortunati e altri no. Bisogna pensare a qualcosa, perché non è accettabile che uno, siccome non ha una presa per la subconcessione delle acque, allora costui è tagliato fuori, perché non potrà mai accedere a un mutuo del genere, essendo in queste condizioni.

Sono questi i due punti, secondo me, ai quali bisognerebbe porre un minimo di attenzione in questo disegno di legge. Grazie.

Presidente - Grazie collega Nogara.

Volevo proporre ai colleghi - il Vicepresidente Rosset ha anche già chiesto il parere dei capigruppo - di finire la discussione su questo articolo prima di chiudere la seduta del mattino. Poi sospendiamo per un'ora e mezza, per cui se, per esempio, finiamo all'una e venti o all'una e mezza, riprendiamo i lavori del pomeriggio alle ore quindici, invece che alle quattordici e trenta, come avevamo concordato. Facciamo così? Allora proseguiamo. La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

È l'articolo più importante, ma nel precedente intervento io non trovavo un documento. L'articolo 11 comprende non solo il cosiddetto piano cultura di 50 milioni nel triennio, ma tutta una serie di investimenti in più. Da quello che abbiamo sentito in Commissione ci sono delle macro idee e noi gradiremmo avere la possibilità di entrare nel merito in quella sede, per poter estrapolare quelli che sono i tempi, i modi e i metodi di lavoro che si intende mettere in campo sui due volet. Il primo è quello del piano cultura da 50 milioni di euro, il secondo è il piano scuola da 7 milioni di euro, allocati sempre dall'articolo 11.

Oltre ai 10-12 interventi inseriti nella slide che abbiamo ricevuto, riteniamo importante avere la possibilità di entrare nel merito e capire quali potrebbero essere le spinte nei prossimi mesi e nei prossimi anni, dal punto di vista edilizio e della cantierabilità. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Président.

I colleghi del nostro gruppo hanno già sottolineato che questo l'articolo è un po' il cuore di questa legge finanziaria e soprattutto va a recepire quello che noi avevamo proposto l'anno scorso. Noi capiamo che è stato un anno di modifiche legislative, di negoziazioni del patto di stabilità, di normativa sui rapporti fiscali con lo Stato. È chiaro che l'anno scorso il nostro voto di astensione sul bilancio andava proprio nell'ottica di aver visto e riconosciuto certe proposte, soprattutto sugli investimenti, che in parte si ritrovano come segnale in questo bilancio, rispetto a quelli degli anni scorsi.

Abbiamo detto nelle premesse che sicuramente vediamo nelle cifre e negli investimenti citati certi settori cui noi siamo particolarmente sensibili. Mi riferisco alla valorizzazione degli interventi scolastici: per esempio, il piano di investimento per la realizzazione del piano scuola, ma anche la logica che vede l'amministrazione non solo sui tagli lineari - noi questi tagli e le scelte non le abbiamo condivise - ma dove si vede un barlume di speranza per quanto riguarda gli investimenti e quindi la crescita.

È per questo che noi sosterremo tale articolo, proprio perché crediamo che, nell'insieme del bilancio, le cose che abbiamo valutato negativamente in Commissione sono in parte migliorate e, per quanto riguarda gli impegni politici e al di là dell'emendamento sugli enti locali, vediamo una serie di temi che noi abbiamo evocato durante questi anni e soprattutto nell'ultimo. Saranno effettivamente importanti i contenuti al di là delle cifre e il vedere da un punto di vista operativo come queste cifre verranno codificate e dove questi interventi verranno mirati. Lo abbiamo detto: l'attenzione alla cultura e al patrimonio culturale in generale, che in certe parti si ritrova, è sicuramente una sollecitazione che era arrivata dalle nostre sensibilità.

Assessore e Presidente, come ricordava bene il collega Gerandin, su questi argomenti e quando si tratta di investire o di parlare di ripresa l'UVP c'è. Noi crediamo che questa comunità abbia bisogno di qualche segnale positivo e, da un punto di vista di prospettiva, di vedere almeno in certi settori il denaro e gli investimenti che facciano crescere proprio questi settori. In questo senso noi accogliamo in modo favorevole queste previsioni, proprio perché sono le cose che dicevamo da tempo e che siamo lieti di vedere ricomprese in quest'articolo di bilancio. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola al collega Grosjean.

Grosjean (UVP) - Merci.

Solo per una precisazione sull'ultimo punto, dove si parla di finanziamenti mediante la concessione di mutuo a tasso agevolato per la realizzazione di interventi di riordino e di miglioramento fondiario. È possibile interpretare che sia sfruttabile anche da parte di privati o solo per consorzi? Perché qui la parola consorzi non c'è. Potrebbe essere aperto anche a un'azienda privata che voglia fare un riordino o un miglioramento fondiario? Sugli altri prospetti si parlava di consorzi. Qui la parola consorzio non esiste e il miglioramento fondiario può essere fatto anche da un privato. Quindi è così.

Presidente - Grazie collega. Per dichiarazione di voto la parola all'Assessore Baccega.

Baccega (SA) - Grazie Presidente.

Per sottolineare con piacere le parole che sono state dette da chi è intervenuto rispetto a questo punto, dove si è apprezzato il lavoro che la Giunta ha fatto, e per dare delle risposte in termini di tempistiche. Come è noto, noi dovremo approvare un piano triennale che riassumerà tutti gli interventi che l'Amministrazione regionale metterà in campo e che poi ci porteranno ad approvare il piano annuale per il 2016. Questo è un grosso sforzo che si è fatto già dal 2014 e poi nel 2015, in termini di pianificazione, di programmazione e soprattutto di monitoraggio degli interventi proposti. Il piano prevedrà tutte quelle risorse che sono state messe a disposizione dalla Giunta: dal bilancio, dai residui e in particolare dal riequilibrio del mutuo da 371 milioni.

L'auspicio è che nel mese di gennaio il piano triennale possa arrivare in Consiglio regionale, essere valutato, approfondito e che poi si dia il via al piano annuale. È chiaro che si sono cercate e individuate delle priorità che sono già state sottolineate: edilizia scolastica, strutture regionali e anche per quegli interventi che si andranno a realizzare nei comuni (parlo della legge n. 26). La priorità sarà data a quegli interventi realmente più utili per i cittadini valdostani. Questo è un po' il quadro e il cronoprogramma che ci vedrà impegnati nei prossimi giorni. Grazie.

Presidente - Grazie Assessore. La parola, in dichiarazione di voto, al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Solo per raccogliere alcune considerazioni dell'Assessore Baccega e per esprimere una nostra idea. Abbiamo apprezzato e lo abbiamo detto, anche se sul metodo avremmo voluto una condivisione, ma sul piano di dettaglio di quelli che saranno gli investimenti ci piacerebbe, nei prossimi mesi, poter discutere nel merito. Per esempio il settore culturale è un'ipotesi che poi in corso di realizzazione e di modulazione potrà essere vista, rivista e adattata alle esigenze. Diciamo questo perché abbiamo capito che l'idea è: intendiamo i finanziamenti, facciamo un piano provvisorio di intenti, che è comunque di indirizzo, dopodiché vediamo durante l'anno, soprattutto nei prossimi mesi, quale potrà essere l'incidenza, cercando effettivamente di incidere e di condividere un po' tutti assieme quelle che potranno essere le priorità.

Il settore culturale ha bisogno oggi di uno sviluppo che vada a creare una rete dei beni culturali, che è il pezzo mancante per creare effettivamente quell'attrattiva turistica di cui ieri si ricordava l'Assessore Marguerettaz. Si tratta di poter poi intervenire nel dialogo e nella condivisione dei contenuti, al di là della codificazione magari degli interventi scolastici, dove ci sono delle priorità, delle regole, delle graduatorie addirittura parallele a quelle del FOSPI, che sono una questione diversa. Ma dove si investirà in una filosofia di rimodulazione o di prospettiva di un settore, per noi sarà importante soprattutto poter condividere i contenuti. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola all'Assessore Perron.

Perron (UV) - Grazie Signor Presidente.

Colgo con molto piacere le parole che sono state avanzate in Consiglio, in modo particolare dal gruppo dell'Union Valdôtaine Progressiste, circa il ritrovarsi su una visione di cui anche altri hanno sostenuto l'importanza. Noi nell'elaborazione di questo articolo che, è vero, è un po' il cuore della legge finanziaria, abbiamo opportunamente valutato e tenuto conto delle indicazioni che durante lo scorso Consiglio erano emerse, delle sensibilità che erano state avanzate, peraltro anche approvate con degli ordini del giorno, circa la necessità di tornare a investire. Quindi è in questo senso che ci siamo adoperati da un punto di vista tecnico, che poi è anche politico.

Abbiamo immaginato di rimodulare una grande opera, in questo caso il finanziamento che si era immaginato di destinare all'ospedale, per spalmarlo in tutta quella serie di interventi che trovate codificati in quest'articolo. È una visione d'insieme che anche nella scorsa discussione della legge finanziaria ci aveva un po' accomunato.

Questo articolo prevede interventi importanti. Si poteva forse avere maggior coraggio, come qualcuno ha detto, ma abbiamo voluto avere uno sguardo di attenzione, raccogliendo anche una sollecitazione come quella espressa ieri dal collega Fabbri, perché certamente non abbiamo più le risorse completamente disponibili com'era in passato, ma andiamo a immaginare un mutuo che comporta degli interventi e degli impegni finanziari anche negli esercizi futuri. Si è immaginato un passo importante, a nostro modo di vedere, che segna una forte volontà di ripresa, di investire, di fare sistema, di fare economia, ipotizzando dei ritorni anche di tipo fiscale per le casse della Regione.

Solo una precisazione tecnica, collega Grosjean. Certamente abbiamo immaginato una doppia possibilità, che forse non abbiamo spiegato chiaramente, per consentire da una parte ai consorzi, che è lo strumento tradizionale di intervento sulla materia dei riordini, ma anche eventualmente ai privati che volessero immaginare queste forme di finanziamento, di percorrerle. È un ampliamento di possibilità che ci è sembrato, nel momento in cui abbiamo scritto questo intervento, utile prevedere.

Sull'impegno complessivo del governo regionale circa il fornire e rapportarsi con le Commissioni, chiederei magari al Presidente di intervenire su un impegno complessivo della Giunta. Noi in questo articolo abbiamo immaginato l'impostazione di tipo finanziario e starà agli assessorati produrre del lavoro, quindi in modo concreto e materiale dimostrare anche una concreta possibilità di intervento e di produzione dei risultati. Grazie.

Président - La parole au Président de la Région.

Rollandin (UV) - Sì grazie.

I colleghi hanno già bene esposto la centralità di questo articolo, ma vorrei sottolineare anche due motivi sostanziali. Per paradosso, se noi avessimo avuto cento milioni da impegnare qui, non avremmo potuto metterli in bilancio, a causa del patto di stabilità. Questo è l'assurdo che coralmente abbiamo sottolineato, perché tutto il Consiglio l'ha detto: anche se noi avessimo i soldi qui, non potremmo spenderli, perché dobbiamo rispettare il patto. Questo voglio evidenziarlo ancora una volta, per dare conto del paradosso di una situazione che dovrebbe validare una leggera ripresa in atto e che invece, se non si fanno investimenti, è indubbiamente meno forte di quello che potrebbe essere.

Questo lo dico perché, giustamente, dall'altra parte ci sono da attuare i piani. Ci sono, in alcuni casi, delle possibilità di operare laddove non l'abbiamo fatto per carenza di fondi. In alcuni settori, come quello culturale, ci sono già dei progetti che possono indubbiamente partire. Stesso discorso per le scuole, laddove ci sono stati dei problemi legati alla disponibilità immediata dei finanziamenti. Nell'insieme, questi piani devono essere visti per la cantierabilità e la temporalità dell'impegno. Questo lo faremo e andremo, se ritenete in Commissione o dove si vorrà, a spiegare e specificare tutti gli interventi.

Una sottolineatura voglio farla anche sull'intervento molto corretto del collega Nogara, che sicuramente ha messo l'accento su un punto che è reale, cioè il discorso degli interventi per i consorzi e del modo consono che bisognerà studiare per superare il problema di come mettere in grado un consorzio di stipulare il mutuo, perché è questo il problema. Ci sono consorzi che hanno delle entrare - quelli fortunati dell'envers, dove c'è un po' d'acqua, oppure altri come Torgnon - ma per il resto gli altri sono abbastanza in difficoltà. Questo è un problema che ci siamo posti e al quale dobbiamo trovare una soluzione che in qualche modo possa assicurare questo tipo di impegno, perché altrimenti per alcuni diventa effettivamente difficile stipularli.

L'altro aspetto importante è quello, da lei sollevato, della validazione dell'utilizzo di quelle figure professionali che avevano una certa preparazione. Su questo noi ci facciamo carico di vedere come fare per andare in questa direzione, verso le aziende che valorizzino queste presenze, in modo da affidare effettivamente i punti delicati a persone che sappiano manovrare.

Del resto ce lo siamo già detto: questo è un po' il salvadanaio per il futuro prossimo delle reali possibilità di intervenire a livello regionale. Abbiamo sottolineato che questo è il frutto di un raccordo tra le iniziative che sono nate, che sono state sviluppate e per cui ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato attivamente a questo settore. Credo che su questo tutte le forze politiche si sono impegnate in modo corale. Grazie.

Presidente - Grazie Presidente. Possiamo mettere in votazione l'articolo? Votazione aperta.

Votazione chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 34

Votanti: 30

Favorevoli: 30

Astenuti: 4 (Certan, Chatrian, Morelli e Roscio)

Il Consiglio approva.

Colleghi, avevamo parlato di iniziare alle ore 14.30, ma abbiamo finito un po' più tardi. I lavori riprenderanno alle ore 14.45. Avevamo concordato un'ora e mezza di sospensione e un'ora e mezza sarà.

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L'adunanza termina alle ore 13.15.