Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1621 del 2 dicembre 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1621/XIV - Trattazione congiunta della Relazione della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti e dei disegni di legge n. 63 (Legge finanziaria per gli anni 2016/2018) e n. 64 (Bilancio di previsione per il triennio 2016/2018). (Approvazione di nove ordini del giorno. Reiezione di tre ordini del giorno. Ritiro di tre ordini del giorno)

Viérin M. (Presidente) - Ricordo ai colleghi che siamo al punto 21, eravamo ancora in discussione generale. Non c'è nessun collega che chiede la parola? Chiudiamo la discussione generale. Per la replica la parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Oui, merci Président.

Le thème qui a été évoqué ce matin et qui fait l'objet de cette résolution est un thème qui a été appelé par son histoire, par sa position par rapport à notre autonomie, à notre statut et donc, il est juste qu'il y ait, sur ce point, une attention qui est liée à l'histoire même de notre vallée. Et, dans ce sens, je crois qu'il est nécessaire et opportun d'y revenir, car je voudrais rappeler que sur ce thème ? comme les collègues peut-être se souviennent ? il y a eu dans le temps des mouvements même qui se sont appelés à la zone franche.

Il y a eu toute une série de débats, de relations, de congrès sur la question de la zone franche. Et je voudrais rappeler - pour évoquer les aspects les plus récents - que le 23 septembre 2010 il y a eu, de la part du gouvernement régional, une délibération dans laquelle on avait chargé un groupe d'étude de s'occuper, justement, de la zone franche. Le collègue Laurent Viérin faisait partie du gouvernement et il se rappelle qu'il y avait eu à ce sujet un passage - je ne veux pas revenir sur ce que les collègues ont déjà dit sur le bien-fondé des aspects qui se relient au fait de la zone franche - il y avait eu, entre temps, l'expérience des zones franches urbaines qui avait donné un peu le la pour comprendre s'il y avait à nouveau la possibilité de faire une étude sur les zones franches de montagne. Cette étude pouvait, en quelque sorte, se rattacher à ce thème et donc donner une possibilité de reprendre d'une façon "moderne" "l'aspect de la zone franche" comme l'on avait conçu. Entre temps - comme cela a été rappelé par le collègue - tous les aspects ont changé et par conséquent il fallait justement essayer de comprendre où on pouvait aller.

Il y avait eu une étude, menée avec des experts, qui avait essayé de prendre en considération toutes les possibilités qu'il y avait justement de mettre en relief les avantages qu'une zone franche pouvait donner avec les avantages de proximité qui allaient être conséquents à la fiscalité de proximité, donc tout ce qu'on a dit ce matin et hier.

Je résume - si après quelqu'un sera intéressé il y a les actes y relatifs: toutes les études faites et les rencontres menées par des experts et par la société "agence de coopération et développement", qui avait été chargée de prendre contact, avant tout, avec les ministères compétents et qui comptait, en tant qu'expert, sur monsieur Antonini - professeur universitaire ordinaire de droit constitutionnel à l'université de Padoue et qui a été président de la commission paritaire sur le fédéralisme fiscal - donc une personne qui était à même de gérer d'une façon convenable un aspect important du cadre général.

À la suite des analyses en 2011 - je résume, il y a les documents qui peuvent en quelque sorte témoigner - il y avait eu une rencontre au MEF, pendant laquelle on avait posé la question pour voir s'il y avait la possibilité de aboutir à un résultat suite à ces considérations qui portaient à prévoir qu'il y ait des avantages fiscaux évidemment conséquents à ce qui est la possibilité, pour les sociétés, de réduire toute une série d'impôts telles que -comme il a été rappelé - l'IRAP, en particulier, et l'IRPEF et cetera, donc l'avantage de proximité, ce qui a été énoncé il y a quelques heures.

La conséquence est que le MEF a dit, très clairement, qu'on ne pouvait pas décider uniquement en signant un contrat, un accord, il fallait qu'il y ait une modification du Statut, celle-ci a été la réponse du MEF. Alors, en même temps, compte tenu de ce qui s'est passé, on avait et on a pris contact avec la commission paritaire qui est encore au travail, pour donner mandat de traduire, si possible, cet aspect dans un règlement d'application...in una norma di attuazione che in qualche modo possa integrare questo processo, che si riaggancia anche all'articolo 9 della 12 che fa oggetto di un altro impegno in questo senso..., e quindi va nella direzione che adesso io riassumo per non dilungarmi su dei concetti che sono già stati bene espressi da chi mi ha preceduto.

Ho voluto ricordare questo solo per correttezza, per dire che il tema della zona franca è sicuramente importante, deve essere ripreso e portato avanti con queste logiche. Quindi noi riteniamo che possano essere maturi i tempi per portare a compimento un'azione - che nel tempo ha visto vari studi, varie impostazioni - finalizzata a definire se possibile una norma di attuazione che in qualche modo bypassi questa prima risposta che ci era stata data: "ci vuole la modifica dello Statuto" a seguito della quale noi ci eravamo fermati perché, per modificare lo Statuto, l'iter legislativo costituzionale non ci sembrava il modo migliore per arrivare a una definizione di questo tema così importante.

In conclusione, ho voluto richiamare questi temi per dare l'idea di che cosa è stato fatto e di quello che dovrebbe essere ancora fatto: una norma di attuazione, a cui sta lavorando la commissione competente, per poter arrivare a uno sbocco che ci permetta di utilizzare le formule che meglio convengono da un punto di vista della fiscalità. Questo per dire che l'opzione rappresentata con questa risoluzione per noi è importante e la condividiamo e quindi credo che poi si tratterà di seguire questo iter nel modo migliore per poter arrivare ai risultati che sono stati prima evocati e che noi condividiamo. Grazie.

Président - Merci Monsieur le Président.

Il y a d'autres collègues qui demandent la parole? Pour la déclaration d'intention, la parole au collègue Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Monsieur le Président.

Abbiamo ascoltato con attenzione le parole del Presidente e non possiamo che accogliere con soddisfazione i propositi. Ci ricordiamo benissimo dell'ultima parte e dell'ultima fase storica di questa lotta di rivendicazione di una prerogativa statutaria che, ancora nel momento citato dal presidente, con la nascita di queste zone franche urbane che eventualmente potevano essere trasformate in zone franche montane. Non erano che il grido di una comunità che voleva vedere, in qualche sorta, riconosciute delle competenze parzialmente concesse ma mai totalmente realizzate.

E diciamo che c'è una soddisfazione, perché la battaglia che come UVP abbiamo intrapreso, lanciando la constituante l'anno scorso, è stata una battaglia - al di là dei temi amministrativi che in certe parti di questa legislatura ci hanno visti divisi - che aveva l'intento, almeno sul tema principe della difesa delle prerogative valdostane e della difesa delle autonomie, di unire di unire le sensibilità che più si accomunavano attorno a questo ideale e a questo valore. È per questo che ieri, in premessa, abbiamo annunciato degli ordini del giorno che erano principalmente politici, al di là degli ordini del giorno - più di indirizzo - sui vari settori sui quali si può discutere, e, prima ancora, degli emendamenti tecnici che vanno a modificare questa finanziaria.

Perché la politica deve ritrovare il suo ruolo. Prima ancora di capire che cosa vogliamo fare per il futuro della Valle d'Aosta, dobbiamo capire dove il futuro della Valle d'Aosta può vedere le sinergie unite e le sinergie riconosciute su un fronte comune. Per sintetizzarla, cercare di vedere più le cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci dividono.

Al di là della constituante, in queste settimane il fronte comune sulla della difesa della Valle d'Aosta è nato sul tema della fiscalità: abbiamo espresso soddisfazione sull'accoglimento all'unanimità di una proposta così importante, perché è un Consiglio regionale intero che impegna le sue istituzioni massime e che poi sollecita anche le figure istituzionali fuori da questo agone - inteso come il Comune di Aosta - a unirsi e a fare sentire la voce fuori dai nostri confini, per cercare di fare riconoscere quelli che non sono privilegi, come qualcuno lo ricordava prima, ma diritti che oggi noi vogliamo semplicemente riacquisire. O meglio, vorremmo che questi diritti fossero percepiti come nuovo slancio e non come retaggio, privilegi di una comunità che si è seduta sugli allori del passato. E quindi, con l'accoglimento di questo ordine del giorno, oggi crediamo che questo è un fronte comune che ci vede soddisfatti e preoccupati nei confronti di un neocentralismo che non è sicuramente solo italiano, ma è diffuso un po' in tutta Europa. Dopo le spinte di un'Europa dei popoli che tanti rivendicavano, oggi si è vista la reazione degli Stati: pensiamo alla Spagna nei confronti della Catalogna ma non solo, pure ai referendum irlandesi e altre nascite o rigurgiti nazionalistici di piccoli Stati senza nazione, situazioni che oggi ci devono far pensare a una Valle d'Aosta unita in una rete dei popoli senza nazione e soprattutto dei popoli che hanno in comune la difesa di un autogoverno, che non è per forza appunto avere dei privilegi, ma è gestire in casa propria, con responsabilità e con soluzioni intelligenti, le risorse.

Donc celle que nous aimons bien appeler l'unité des valdôtains est quelque chose qui se rapproche dans les moments de difficulté. Et si le climat politique et surtout les attaques à l'autonomie peuvent favoriser une unité d'entente sur le thème commun de la défense de nos prérogatives, nous ne pouvons qu'être satisfaits pour avoir sollicité au moins sur ces thèmes les sensibilités communes.

Bien évidemment il y a beaucoup de travail à faire, car nous savons très bien qu'un ordre du jour, qui est quand même important, signifie le début dans le parcours. Mais, encore une fois, nous renouvelons notre disponibilité à être présent dans ces moments, car trop souvent les institutions sont seules - les institutions entendues pas seulement comme les institutions valdôtaines - et ceux qui à Rome doivent défendre nos prérogatives souvent sont détachés par rapport à un climat politique que nous vivons par rapport à Rome.

Donc c'est dans ces périodes historiques que nous croyons important d'unir nos énergies, d'unir nos forces et, avant tout, l'unité des valdôtains, surtout dans un moment où la communauté ou les gens nous demandent. Cette unité sera pour nous le parcours des prochains mois, afin de défendre le peu qui est resté de nos idéaux, de nos principes et d'un flambeau que nos ancêtres et nos aïeux ont pensé pour nous et que nous avons le devoir de défendre pour les générations à venir. Merci.

Président - Merci, collègue. La parole au collègue Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Abbiamo apprezzato le parole del presidente nell'accogliere questo ordine del giorno, un po' sulla falsa riga del Consiglio passato dove abbiamo preso carta e penna e abbiamo modificato quella risoluzione che ieri avevo definito comunque capitale ed epocale anche per la politica tutta degli ultimi anni.

La zone franche è stata rilanciata nella passata legislatura, ma poi è caduta - come diceva poc'anzi il Presidente - per, probabilmente, diverse vicissitudini anche interne al Consiglio della passata legislatura, al di là di che cosa stava succedendo a livello metropolitano, comunque a livello nazionale.

Quindi, in questo caso, apprezziamo la volontà politica, perché è un impegno prettamente politico, ma ho un pizzico di rammarico - lo dico franchement, non posso nasconderlo - perché, nel momento in cui poi uno ha cercato di fare qualche passo in più - forse nel nostro ordine del giorno eravamo andati un po' più in là del solo impegno politico - non c'è stata la volontà, dal punto di vista politico, di dire: forse - nel momento in cui si va a intervenire su una questione interna nostra - si può subito rimodulare e toccare con mano quella che è la vera autonomia.

Dato che si ricorda molto bene, Presidente Rollandin, della preoccupazione del nostro gruppo, i cui contenuti lei ha ripreso ieri pomeriggio nel suo intervento finale, legato al territorio, che ha tre passaggi per noi fondamentali e che rientrano completamente all'interno di questa cornice che riteniamo capitale che è quella non della salvaguardia del territorio, ma della necessità di garantire al nostro territorio i tre servizi principali: trasporto, sanità e scuola. Penso che sia la sfida più importante.

Indubbiamente, avere una fiscalità propria, interna, ad ampio raggio, perché questa è di ampia envergure, ci potrà - e lo speriamo, noi ci saremo - dar la possibilità di non solo salvaguardare ma pure di dare pari opportunità e pari servizi a tutto il territorio e, dal nostro punto di vista, in questo momento, è importante.

Quindi, ottimo l'impegno politico - noi ci siamo - ma, nello stesso tempo, dalle parole passiamo - se possibile, per noi è fondamentale - ai fatti. E che le risoluzioni non rimangano solo scritte nero su bianco, come è già successo anche in questa legislatura in diversi ordini del giorno e risoluzioni approvate ma che si dia gambe e corso alle parole e si passi subito ai fatti! Grazie.

Président - Pour déclaration d'intention, la parole au Président de la Région.

Rollandin (UV) - Sì grazie.

Vorrei solo specificare due concetti, a proposito di quanto diceva il collega Chatrian. Ieri, affrontando quel tema che era un po' più specifico e che aveva dei connotati di un certo tipo, abbiamo detto che ci astenevamo, non nel merito, ma nel modo con cui si pensava di risolvere quel problema, che si aggancia a quel che stiamo dicendo adesso.

Nel sistema di fiscalità, i passaggi sono legati a norme di attuazione, se non si vuole arrivare al discorso della riforma dello Statuto. Lei stesso ieri ha ricordato la differenza tra Statuti, per cui non è possibile adottare la stessa procedura.

E voglio anche ricordare riguardo alla Sardegna, che nei casi in cui la Regione ha cominciato o ha voluto fare dei passi in avanti solo legislativi, le iniziative sono state tutte cassate a livello della Corte costituzionale. Quindi non c'è stata una di queste iniziative che sia andata a buon fine, non una perché, come stiamo dicendo, il rango è diverso, quindi deve essere comunque utilizzato questo profilo, altrimenti si arriva, come ho detto, ad avere solo le dichiarazioni e non i fatti.

Noi vogliamo andare in questa direzione ed è per quello che crediamo sia molto importante concentrarsi su questo tipo di soluzione che riteniamo possibile e ci auguriamo possa essere raggiunta al più presto. Grazie.

Président - La parole au collègue Bertschy.

Bertschy (UVP) - Grazie Presidente.

Colgo l'occasione per completare i ragionamenti fatti con chiarezza dal collega Viérin e anche per ringraziare gli interventi di questa mattina del collega La Torre, del collega Marquis, che, con il governo, hanno confermato la buona intenzione che il gruppo UVP ha messo in questo Consiglio attraverso questo primo ordine del giorno. La nostra intenzione è di mettere delle buone idee a disposizione del Consiglio regionale e non di imporle e, soprattutto non di pensare di essere i primi della classe. Quindi ringraziamo il Presidente per averle accolte a nome del governo.

L'idea è anche quella di ragionare insieme da un punto di partenza comune, di non mettere troppo dettaglio nelle nostre proposte, perché un modello come quello della zona franca non può che partire da zero: non è semplicemente togliendo o abbassando le tasse che possiamo creare sviluppo. Noi vediamo nella semplificazione, nel ragionamento sulla nuova fiscalità e soprattutto su ciò che si è sviluppato in questi ultimi anni...la rete della fibra ottica è un'opportunità che va collegata a questi meccanismi fiscali e che può, quantomeno, limitare i problemi che abbiamo sull'accessibilità, come è ora per quella legata alla gomma e al ferro. Ecco, se noi fossimo capaci di mettere insieme questi tre elementi e andare a ricercare aziende che abbiano la possibilità di ragionare in questo senso, potremmo creare un modello da sostenere nel tempo, perché sennò nell'immediato sono solo costi per il bilancio, perché è chiaro che l'IRAP che si toglie vuol dire un'entrata in meno.

Quindi: giù le tasse, investimenti, attrarre nel nostro territorio imprese e far sì che ci sia sviluppo. Le cose devono andare insieme altrimenti non viene fuori quell'autonomia finanziaria della quale abbiamo tutti voglia di riempire le nostre idee e la nostra politica. Ed è in questo senso che poi arriverà l'ordine del giorno sulla fiscalità locale, -ne avremo occasione di parlare -, ma le cose, a nostro avviso, vanno collegate a un modello di sviluppo che deve tenere conto di tutto quanto.

L'idea di riparlare di zona franca è anche per ridarci veramente quell'entusiasmo di lavorare su dei valori che in questo momento di grande difficoltà possono ridare slancio all'azione politica, anche perché non possiamo più affrontarli solo perché sono temi ideologici, ma perché ce n'è bisogno nel concreto, per la nostra comunità e per i valdostani.

Quindi grazie ancora a tutti e con piacere credo che - al di là della sottolineatura, del rammarico per un'occasione mancata da parte del capogruppo, collega e amico Chatrian - quando qui si arriva a portare avanti un'idea comune non possiamo che essere tutti contenti.

Noi dell'UVP siamo contenti che questa mattina la vignette che è tema comune di tutti quanti è stata affrontata e approvata, andiamo avanti in questa direzione e cerchiamo di lavorare tutti insieme perché si possa arrivare in fondo ai progetti, soprattutto per partire da una base comune tutti quanti. Grazie.

Presidente - Grazie, colleghi.

Ho solo fatto presente anche ai proponenti e al Presidente della Regione che "nel Consiglio regionale impegna". Bisogna solo modificare "il governo regionale e invita i parlamentari" anche perché i parlamentari sono senza vincolo di mandato e quindi faremmo un atto non corretto. Vi dico aggiungendo "invita", dopo "il governo regionale".

Prego di mettere in votazione il documento e prego i colleghi di votare lo stesso. Votazione aperta. Votazione chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Qualcuno intende prendere la parola sull'ordine del giorno numero 22 presentato dall'UVP? La parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci, merci Président.

Noi abbiamo ritenuto opportuno presentare questo ordine del giorno proprio come seguito di quell'importante testo che abbiamo condiviso in quest'aula, testo che noi ritenevamo fondamentale per andare a riscrivere le regole per garantire il futuro, un futuro di autonomia al sistema valdostano. In questo momento, al di là delle norme statutarie in cui viene ribadita l'importanza del principio dell'intesa su tanti argomenti, noi crediamo che in questo momento il vero e grande problema che mette in dubbio anche il futuro dell'intera regione sia il rapporto finanziario che abbiamo con lo Stato.

Penso che in quest'aula siano già state sottolineate più volte le difficoltà che abbiamo vissuto, - è inutile andare a ripercorrere quello che è stato il passato: dall'IVA di importazione alle compensazioni, agli accordi -, noi pensiamo che sia opportuno guardare al futuro.

Il futuro non può prescindere dal chiarire qual è il rapporto con lo Stato e i quattro punti che abbiamo condiviso per noi sono fondamentali per il futuro di questa regione.

Ma crediamo anche che queste importanti decisioni debbano essere condivise, pertanto noi ci riconosciamo completamente nel testo approvato in quest'aula, nell'opportunità di sollecitare il governo al rispetto degli accordi: la compensazione della perdita subita per quello che riguarda le accise 2011, l'intesa attuativa per quello che riguarda il recupero delle accise 2011/2014; perché ci tengo a sottolineare che per il bilancio regionale non sarebbero nuove entrate ma null'altro che risorse già contabilizzate e già impegnate nel bilancio regionale.

Noi crediamo che sia quanto mai attuale il fatto che il pareggio di bilancio sia uno dei capisaldi per il futuro. E come non condividere anche il passaggio che ha fatto il Presidente, dicendo che in questo momento, anche se avessimo più risorse, non potremmo spenderle. Per cui è inutile ripercorrere il patto di stabilità o l'obiettivo euro-compatibile, perché la gente poco ne capisce fuori da quest'aula, ma il fatto saliente è che se noi avessimo anche delle barcate di soldi in questo momento non potremmo spenderle e riteniamo inaccettabile questo principio. Se la responsabilità della spesa è un atto per noi importante, lo è altrettanto la possibilità di spendere le risorse disponibili, che richiediamo.

Crediamo anche che ci sia necessità di integrare il mancato introito per le accise, perché se i patti nel 2010 prevedevano una certa entrata è inaccettabile che in questo bilancio -rispetto a quello che era un consuntivo seppur 2014, seppur probabilmente sovrastimata rispetto all'effettiva entrata di questa accise che era di 187 milioni - noi ne scriviamo 9 a bilancio più 70 previsti dal governo. Questi sono per noi dei passaggi inaccettabili.

Al di là di quanto detto dal Presidente, che ha provato a rassicurarci, cioè sulla possibilità che dal 2018 ci sia un eventuale minor aggravio per quello che riguarda il discorso della compensazione, abbiamo ancora il 2017 di fronte a noi, per cui noi crediamo che sia necessario intervenire subito, così come vorremmo avere qualche garanzia per quello che riguarda il 2018. E soprattutto i metodi, se si continua a chiedere dei sacrifici alle Regioni, che i metodi siano equi, noi non chiediamo privilegi, ma che siano metodi equi.

Noi pensiamo che il PIL sia un metodo equo perché se abbiamo un prodotto interno lordo per regione non può essere che quello, ecco. Se poi si inventano dei parametri come il SIOPE, noi non possiamo essere d'accordo. Concludo dicendo che condividiamo e sottolineiamo ancora l'importanza della condivisione totale di questa assemblea e noi chiediamo che ci sia la volontà, da parte del governo regionale, di condividere i passaggi futuri, per cui chiediamo la costituzione di un tavolo istituzionale permanente rappresentativo delle diverse sensibilità politiche presenti in Consiglio regionale, per definire e rinegoziare i rapporti Stato-Regione ai fini di continuare a perseguire un'effettiva difesa dell'autonomia finanziaria e normativa valdostana. Con questo concludo sottolineando ancora che non ci sarà mai autonomia normativa se non riusciremo ad avere garanzie finanziarie. Grazie.

Presidente - Altri colleghi chiedono la parola su questo ordine del giorno La parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Président.

Questa iniziativa si inserisce un po' nelle iniziative politiche che abbiamo enunciato. Sono tre gli ordini del giorno. Uno era quello della zona franca, questo - che non è che una proposta modificabile nel senso che la nostra idea di proporre un tavolo tecnico, un tavolo istituzionale permanente, è una proposta da lanciare, modificabile - per cercare di trovare - attraverso la I Commissione, come è codificato all'interno del Consiglio regionale - un momento di sintesi, dove le sensibilità rappresentate possano lavorare alle questioni che ci uniscono - non solo la fiscalità non solo la zona franca - e che potrebbero riguardare altri temi, in questo momento di modifiche costituzionali e istituzionali molto importanti.

Perché diciamo questo? Sicuramente la nostra idea non è di sminuire chi oggi incarna le istituzioni ma di rinforzare, facendo in modo che - questo non è sempre avvenuto nella storia della Valle d'Aosta - esca dal Consiglio un messaggio unico, un messaggio forte che venga incarnato anche da sensibilità politiche istituzionali di questo Consiglio Valle in modo che, quando si va a Roma e quando si va a negoziare, ci sia il peso intero delle istituzioni valdostane e che ci sia effettivamente - al di là del rappresentare una regione come figura istituzionale - una copertura politica la più ampia possibile.

Diciamo questo perché abbiamo la netta impressione che in questo periodo di instabilità politica, anche a livello nazionale, o comunque di cambiamenti repentini, ci sono numeri che in certi momenti sembrano essere forti. In seguito, tensioni interne, problemi di mutazioni "genetiche", politiche, piuttosto che altre questioni, fanno sembrare la legislatura quasi precaria. Per poi ridiventare solida con la possibilità, con tutti i problemi che ci sono, di andare a fare riforme anche pesanti.

Allora, noi non vogliamo creare allarmismo quando diciamo che ci preoccupano certe proposte di accorpamenti di regioni, di macro regioni, tutte queste questioni. Lo diciamo nel senso di poter prevenire, anche se in queste ultime settimane siamo stati spesso rincuorati da certe Regioni; pensiamo al Friuli dove il presidente è un esponente di primo piano del PD e che quindi fa parte di una delle rassicurazioni che effettivamente bon gré mal gré oggi ci fa vivere questo momento in modo più tranquillo.

Però l'idea propositiva è proprio quella di riuscire a fare percepire la forza delle idee e delle sensibilità prima ancora dei contenuti che poi condividiamo in quest'aula. L'effettiva difesa di un principio passa attraverso delle negoziazioni che non sono singole ma che sono inserite nel quadro di un'evoluzione normativa nazionale. Sappiamo che la Valle d'Aosta non è che si sottragga a un dibattito nazionale, sappiamo che c'è la rete con gli altri peuples frères, ricordiamole le altre Regioni, almeno quelle del Nord a statuto speciale, che qui non sono state citate.

Ripetiamo, questo ordine del giorno va nell'ottica di sollecitare un dossier - che già in questa legislatura era stato sollecitato - per riuscire, accettando anche altre proposte, a raggiungere un'ampia convergenza e rappresentanza. Questo non vuol dire che poi ci si reca tutti alle trattative, si tratta di un lavoro a monte, al di là della I Commissione, perché l'attività della I commissione è ordinaria. Noi ci sentiamo di vivere in un momento straordinario, per questo vorremmo codificare un tavolo di confronto, un tavolo permanente, in quanto c'è una situazione - forse di emergenza è troppo - di cambiamento del quadro normativo nazionale e, soprattutto, dei rapporti e della concezione della visione che si ha dell'autonomia e dell'autonomia speciale. C'è un momento straordinario che deve vedere la partecipazione di tutti, o la maggior parte. Fino a oggi siamo stati tutti uniti, perché le approvazioni all'unanimità non possono che far piacere, vediamo se c'è la possibilità di creare uno strumento straordinario - inteso anche permanente o temporaneo, ecco - ma che sia uno strumento straordinario che dia forza e che dia maggiore rappresentanza a chi poi si reca nei luoghi deputati con il proprio ruolo, con la propria funzione, a difendere quelle che sono le prerogative di un popolo. Grazie.

Presidente - Grazie. Altri che chiedono la parola? La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Quello che è stato ricordato dai colleghi a proposito dei rapporti con lo Stato e che si riferiscono sia alle riforme costituzionali in atto sia ai rapporti finanziari - a cui abbiamo fatto ampio cenno in precedenza e che sicuramente, come ricordava il collega Gerandin non sono certo in una situazione di dare delle risposte puntuali alle nostre esigenze - portano sicuramente a dire che, su temi di implicanza generale, c'è bisogno - come abbiamo fatto quando abbiamo discusso la risoluzione con quei quattro punti - di collegarci, in modo che la scelta espressa sia rafforzata da una decisione unanime, o comunque a grande maggioranza. Ora ci sembra un po' difficile da immaginare una nuova commissione, tenendo conto che nella I Commissione obiettivamente sono già presenti tutte le forze politiche. Allora riteniamo di poter assumere questa posizione: verificare se nella prima commissione ci sia la capacità di entrare nel merito di questi problemi e, se per caso riscontrassimo che alcuni temi sono troppo ampi, di nominare, all'interno della I Commissione, un comitato ristretto, finalizzato a esaminare, di volta in volta, le soluzioni da proporre in aula, perché il problema di fondo è arrivare a una decisione che riporti in quest'aula la discussione, come stiamo facendo su altri temi.

Quindi noi siamo d'accordo sul fatto di poter utilizzare questa presenza composita in modo che si discuta sulle finalità su cui andiamo a raccordarci. Nel caso in cui lo strumento - non dico si rivelasse inadatto, perché è la prima commissione istituzionale - necessitasse di correttivi, siamo disponibili a esaminare insieme il prosieguo dell'attività.

Presidente - Grazie. La parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Président.

Se i colleghi della I Commissione sono d'accordo, noi saremmo dell'idea di accettare questa soluzione, investendo la I Commissione, al di là dei poteri che ha già formalmente, di questo mandato, visto che, effettivamente, in I Commissione sono rappresentate tutte le forze politiche e che la I Commissione è il luogo dove, dall'inizio di questa legislatura, abbiamo dibattuto questi argomenti e abbiamo sempre cercato, non sempre riuscendoci, di creare quel forte raccordo con i Parlamentari e con le istituzioni.

Se ci fosse un'investitura formale, in base a ciò che diceva il Presidente, per creare in quel luogo quel fronte comune che, effettivamente, non va a duplicare organi istituzionali, ma va ad aumentare, tra virgolette, ciò che è la funzione ordinaria della Commissione istituzione-autonomia, per noi potrebbe andare bene.

In questo caso, se fosse assunto un impegno formale di investire la Commissione di questi poteri legati alla difesa delle prerogative dell'autonomia, in modo da fare uscire da quella Commissione le istanze da portare e viceversa di trasformare gli impegni di questo Consiglio in Commissione, noi ritireremmo l'ordine del giorno. Grazie.

Presidente - La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Sì, grazie.

Credo che questa opzione possa tener conto, come dico, da una parte della presenza delle varie sensibilità e dall'altra dell'interesse a raccordarsi, in modo efficace, sulle intenzioni che vengono portate in quest'aula e successivamente, dopo la discussione, portate all'attenzione nazionale, perché quella è la finalità. Quindi siamo d'accordo su questo. Grazie.

Presidente - Prima di procedere nei lavori, comunico che è giunta una richiesta delle organizzazioni sindacali, che sono qui, presenti a palazzo, di poter incontrare la Conferenza dei Capigruppo. Chiederei una sospensione per una Conferenza dei Capigruppo, per definire come procedere. Sì, prima si vota. Ma, scusate, collega Bertschy, l'ha ritirata il suo collega. Quindi è ritirata e c'è l'impegno della I Commissione. Prima di passare all'ordine del giorno numero 23, sospensione di cinque minuti per permettere ai Capigruppo di dare risposta a questa richiesta.

La seduta è sospesa dalle ore 16.18 alle ore 16.45.

Viérin M. (Presidente) - Colleghi, riprendiamo i lavori. Siamo al punto 23 dell'ordine del giorno. La parola al collega Cognetta per mozione d'ordine.

Cognetta (M5S) - Sì grazie Presidente.

Chiedo scusa per il fatto d'interrompere momentaneamente questa sessione di bilancio così importante. Abbiamo appena ascoltato i sindacati e, sinceramente, pensavo di venire a una Capigruppo nella quale ci si potesse anche confrontare. Invece mi è sembrato di aver fatto passerella. I sindacati sono venuti, hanno raccontato alcune cose, non si sono potute fare domande, non si è potuto fare nessun tipo di discorso, sinceramente non ho capito a cosa è servito. Se, semplicemente dovevano dirci qualcosa...ci hanno dato un volantino, bastava leggerlo e fine del problema. Io davvero non ho capito perché è stato organizzato in questo modo. Quindi, se per cortesia me lo spiega, anche perché era presente pure l'Assessore Fosson. Scusi, l'Assessore Perron. E sinceramente non ho capito a cosa è servito, se me lo spiega io la ringrazio.

Presidente - Abbiamo, anche per correttezza, incontrato le organizzazioni sindacali che hanno chiesto un incontro, non un dibattito-confronto, con i Capigruppo per, personalmente, consegnare il loro documento e per illustrare i loro pensieri.

Ordine del giorno numero 23 dell'UVP. Chi chiede la parola? La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Grazie Presidente.

L'iniziativa che portiamo con l'ordine del giorno sulla fiscalità locale è un'iniziativa sulla quale abbiamo già avuto modo di confrontarci nelle comunicazioni del Consiglio. La I Commissione ha avuto modo di fare una prima analisi del documento. Abbiamo voluto legittimare questa iniziativa con un ordine del giorno da portare in Consiglio, di modo che ci sia comunque anche su questo un indirizzo chiaro. Il documento lo abbiamo presentato, la nostra idea è che si possa lavorare sull'articolo 12 dello Statuto e in seguito modificare l'articolo 9 della norma di attuazione, per poter assumere, in maniera autonoma, decisioni sulla nostra politica immobiliare, soprattutto sulla politica dei tributi che riguardano gli enti locali.

È un argomento conosciuto, anche perché è stato dato un ampio dossier sugli studi che noi abbiamo effettuato. Quello che ci interessa oggi, appunto, è che ci sia la possibilità di procedere con un iter veloce in I Commissione, di modo che, se tutti quanti convergono sulle conclusioni che noi facciamo sul documento, si possa poi attivare la commissione paritetica e provare a vedere se è sostenibile l'acquisizione di questa ultima parte di competenza.

Quindi oggi siamo interessati soprattutto, Presidente, Assessore e colleghi Consiglieri, a capire se si può procedere definitivamente in Commissione e se c'è la volontà di concludere velocemente questo iter di modo che, già a partire dalla prossima primavera, si possa ragionare in questi termini anche nella predisposizione dei bilanci degli enti locali e del lavoro che bisogna fare, rispetto alla previsione e alla programmazione della gestione della finanza pubblica. Grazie.

Presidente - Altri colleghi intendono intervenire in discussione generale? Non vedo richieste. Per la replica, la parola all'Assessore Perron.

Perron (UV) - Sì, grazie signor Presidente.

Mi permetto di ricordare - come avevo già avuto modo di chiarire nel corso di un recente dibattito in Consiglio sulle competenze della Regione in materia di tributi locali - quella che è la portata della norma di attuazione contenuta nell'articolo 9 del decreto 12/2011 che voi citate nella vostra iniziativa e anche qual è o quale sarebbe la procedura necessaria per una sua eventuale modifica. Avevo anche espresso, e lo riaffermo, un giudizio positivo su una maggiore possibilità di manovra sui tributi locali, questo al fine di poter disporre da parte dell'amministrazione regionale di un'ulteriore leva di politica economica. Vorrei solo ricordare al Consiglio, per essere chiari, che la potestà impositiva che viene riconosciuta alla Regione dall'articolo citato si sostanzia nella possibilità di istituire dei tributi locali nelle materie che rientrano nella potestà legislativa regionale e con riguardo a presupposti che altrimenti non sono assoggettati ad imposizione.

Quindi ad oggi, purtroppo, la Regione non ha la possibilità di intervenire su tributi locali istituiti con legge statale. Pertanto una richiesta di ampliamento di questa norma potrebbe - e sottolineo il condizionale, "potrebbe", su questo siamo d'accordo, - concretizzarsi nell'ottenimento della potestà legislativa di intervenire nella disciplina dei tributi locali istituiti con legge statale, ad esempio l'IMU, anche in deroga alla medesima legge. Questo permetterebbe di determinare diversamente le aliquote, di introdurre anche delle esenzioni, di introdurre delle detrazioni e di disciplinare le modalità di riscossione anche per favorire la gestione in forma sociale. In merito a questa procedura, il collega proponente sa meglio di me della necessità, prevista dall'iter, di transitare in commissione paritetica. Ora se l'iniziativa ha lo scopo di sollecitare la commissione consiliare, cioè la I Commissione consiliare - guardo il collega Presidente Farcoz -, a ragionare e ad accelerare i lavori su questa materia, ci trova assolutamente concordi nel sostenere questa iniziativa.

Peraltro, mi pare che sia in calendario - proprio ai fini di accelerare l'iter di questi passaggi - l'audizione del presidente della Regione, mi pare addirittura per la settimana prossima; se l'intendimento è quello di sensibilizzare il Consiglio regionale, al fine di accelerare l'iter di approfondimento di questa modifica, dal nostro punto di vista ci trova assolutamente concordi e, per quel che riguarda il nostro voto, voteremo a favore di questa iniziativa. Grazie.

Presidente - Per la dichiarazione di voto, la parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Bene il senso dell'iniziativa era assolutamente questo. L'idea è quella di lavorare sull'imposizione fiscale nazionale per poter istituire i tributi propri nostri, senza istituire nuovi tributi, adeguando i tributi nazionali alla realtà territoriale, soprattutto alla realtà valdostana e, in primis, alle nostre particolarità legate, per esempio, a tutti i fabbricati rurali piuttosto che a peculiarità proprie del nostro patrimonio mobiliare.

Quindi, in questo senso ringraziamo e sollecitiamo; siamo contenti che sia già in calendario il lavoro da fare, di modo che, appunto, se si troverà un accordo definitivo, si potrà avviare un adeguamento attraverso la norma di attuazione. Grazie.

Presidente - Grazie, collega. Non vedo altre richieste. Possiamo porre in votazione l'ordine del giorno. Votazione aperta. Votazione chiusa.

Presenti: 31

Votanti: 31

Favorevoli: 31

Il Consiglio approva all'unanimità.

Punto 24, come ordine del giorno, presentato sempre dall'UVP. Qualcuno intende presentarlo? La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Il punto 24 all'ordine del giorno è un argomento conosciuto, che riguarda tutto il settore trasporti. Tra l'altro Assessore Marguerettaz, lei non c'era in audizione, ma il richiamo più forte direi che c'è stato dieci minuti fa, e proprio sulla sua risposta di questa mattina ai colleghi dell'ALPE rispetto all'Aosta-Pré-Saint-Didier. I sindacati hanno sollecitato un approfondimento sull'argomento, perché la chiusura di oggi non è che la conseguenza di tutta una serie di scelte o "non scelte" del passato.

Quindi la sollecitazione che è stata fatta nella sala a fianco noi la riportiamo in aula perché tra i vari impegni di quest'ordine del giorno c'è soprattutto un'attenzione rispetto all'Aosta-Pré-Saint-Didier, per capire se, quantomeno, si può mantenere in funzione una parte minima dell'attuale servizio che la linea di trasporto dà, per fare quei ragionamenti che sono necessari per il futuro.

I primi due impegni riguardano l'autostrada. Quello che questa mattina è stato detto riguardo alla vignette è un'evoluzione rispetto a tutte le iniziative che abbiamo fatto fino adesso, quindi non possiamo che essere soddisfatti. L'idea che motivava questa iniziativa era quello di avere un più ampio ventaglio di possibilità. Avevamo parlato anche di modello austriaco, abbiamo parlato di altre possibilità. Sicuramente la vignette svizzera è quella che ci può soddisfare di più come valdostani, quindi se si lavorerà su quello e su questi impegni non potremo che finalmente avere almeno le risposte dalle società autostradali, perché l'impegno che abbiamo assunto questa mattina è politico. Noi riteniamo che questo impegno - ed è quello che abbiamo fatto già nell'ultimo Consiglio con i colleghi dell'ALPE - vada accompagnato da una forte pressione rispetto alle società fatte in parlamento e anche nel parlamento europeo, perché altrimenti sicuramente rimarremo, ancora una volta, isolati nelle nostre iniziative.

Ne abbiamo parlato a livello politico, di conseguenza anche in Consiglio, e noi riteniamo di aprire una discussione anche con la comunità e, se ci saranno altri movimenti politici che avranno voglia di aderire a questo appello, oltre alle associazioni, non potrà che essere utile a tutti quanti, perché questa forte pressione che c'è sui costi dell'autostrada, sui valdostani, sull'economia della Valle d'Aosta non può essere limitata a un rapporto tra qualche rappresentante di consiglio di amministrazione e noi.

Assessore, la sollecitiamo sugli impegni della risoluzione. Il piano regionale dei trasporti forse oggi ci eviterebbe anche di fare dei ragionamenti semplicemente legati ai due ambiti che dobbiamo gestire. Il piano regionale dei trasporti dovrebbe definire, in maniera chiara, come organizzare e come modulare i nostri servizi per sviluppare i collegamenti con gli aeroporti e i collegamenti turistici e soprattutto come evitare sprechi: raddoppi di linee, raddoppi di servizi dove non servono.

Ribadiamo l'impegno sull'elettrificazione della linea ferroviaria e poi, appunto, arriviamo all'Aosta-Pré-Saint-Didier.

Assessore, io le chiederei delle delucidazioni sulla norma d'attuazione - anche perché non mi è così chiaro - e probabilmente lei, conoscendo meglio la materia lo può specificare meglio.

Noi abbiamo acquisito nel 2010 la norma di attuazione come competenza che poi tutto questo si sia sviluppato come contratto, utilizzo del contratto a luglio del 2015 è una conseguenza della burocrazia e dei problemi che abbiamo da gestire, però la norma di attuazione è ormai presente da cinque anni per noi.

Sulla norma si fa un po' di confusione - o io non riesco a leggere bene - fra il soggetto gestore del servizio di trasporto e il soggetto proprietario dell'infrastruttura, cioè RFI e Trenitalia.

Io, per un approfondimento ulteriore, ho letto il punto 7 dell'articolo 2: "la Regione, l'impresa ferroviaria e gestore dell'infrastruttura stipulano specifici accordi di programma disciplinanti gli interventi da attivare, ivi incluso il rinnovo del parco rotabile, per garantire l'adeguatezza sotto il profilo qualitativo e quantitativo dei servizi ferroviari trasferiti nonché gli oneri necessari alla loro realizzazione".

Il gestore dell'infrastruttura, a mia conoscenza, è RFI. A noi è stata trasferita la competenza dell'infrastruttura e il contratto di servizio. Quindi non riesco a capire bene come andare nei contenuti della norma di attuazione rispetto ad alcuni argomenti, e cerco di essere ancora più preciso: all'articolo 2, comma 8, si dice: "le regioni, i ministeri competenti, i gestori dell'infrastruttura stipulano accordi di programma quadro al fine di individuare gli interventi infrastrutturali necessari per conseguire una riqualificazione della rete ferroviaria e della regione in modo da ridurre l'attuale squilibrio a favore dei trasporti su gomma, nella ripartizione modale del trasporto passeggeri e merci riducendo l'impatto sull'ambiente. Tali accordi definiscono gli interventi minimi di adeguamento delle infrastrutture attuali o realizzazioni nuove opere, costi di investimento e modalità di copertura dei relativi oneri da effettuarsi da parte dello Stato, tempi di realizzazione".

Al comma 9, alla fine del comma 9, si dice: "si tiene conto degli oneri assunti dalla Regione ai sensi del comma 7, comma 8 per il miglioramento delle infrastrutture sui servizi, per pagare il corrispettivo alla rete delle prestazioni fornite dal gestore del contratto".

A me la norma pare un po' confusa. Oggi RFI ci dice che per andare avanti bisogna spendere dei soldi, soprattutto sull'Aosta-Pré-Saint-Didier; però, con l'ultima lettera che ci ha presentato sulla Torino-Aosta, ha fatto un ragionamento, dicendo come spendere e quali investimenti vadano fatti. Come fa un'infrastruttura pubblica nazionale a venirci a dire che il servizio viene limitato dal fatto che loro non possono mantenere in ordine l'infrastruttura, quando al comma 1 dell'articolo 2 si dice che bisogna tenere in ordine tutte e due le tratte? Ma l'articolo 3 dice anche che, nel caso di trasferimento delle infrastrutture ricadenti sul territorio regionale, il servizio può essere effettuato. Cioè addirittura ad un certo punto noi potremmo anche acquisire le infrastrutture. È chiaro che delle infrastrutture così bisogna che ce le regalino. Per carità, su questo convengo.

Però non è sicuramente con questo ordine del giorno che riusciremo a completare il ragionamento. Mi pare che all'interno della norma ci siano delle possibilità di fare dei ragionamenti che escono un po' dai vincoli del soggetto proprietario dell'infrastruttura, del soggetto gestore - che oggi è Trenitalia, ma un domani potrebbe essere qualcun altro - perché, lei ci ha anche detto che ha intenzione di riproporre il contratto e quindi di verificare cosa andremo a fare nei prossimi anni.

Oggi ci dispiace per l'Aosta-Pré-Saint-Didier, e le chiederemmo di fare uno sforzo soprattutto anche in relazione ai comunicati e a quello che sta avvenendo, ma -questa è la seconda parte -, io sono preoccupato: se in futuro RFI ci dovesse dire che sulla Torino-Aosta non ci sono i soldi per investire, cosa succederebbe? Chiuderemmo anche il tratto valdostano della Torino-Aosta, perché RFI, proprietario dell'infrastruttura, non è in grado e non ha voglia di investire su quella linea?

Quindi quello che oggi ci troviamo a documentare con l'Aosta-Pré-Saint-Didier potrebbe essere il primo capitolo, la prima puntata di qualche cosa che potrebbe succedere poi sull'Aosta-Torino. Allora, rispetto a questo, chiederemmo - chiediamo a lei, chiediamo al governo - di valutare le opportunità che dà la norma di attuazione. È chiaro che si tratta di fare delle scelte e probabilmente immaginare anche degli investimenti futuri. Investimenti strategici, da decidere se devono essere fatti oppure no.

Però la situazione attuale, che ci vede ricattati da RFI che non può mettere le risorse per investire su una tratta come l'Aosta-Pré-Saint-Didier - che sappiamo essere una tratta oggi non così interessante per la popolazione, soprattutto per il limitato servizio che viene dato -apre una discussione politica che, a nostro avviso, va analizzata con molta attenzione.

Presidente - Grazie collega. Altri chiedono la parola? Discussione generale chiusa. La parola all'Assessore Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Sì grazie.

Sicuramente questo è un tema che merita degli approfondimenti e una lettura attenta, perché il collega Bertschy, giustamente, dice "Ma chi fa cosa?"

Leggiamo questa norma di attuazione e capiamo quali sono i vari obblighi. Ora non sfuggirà al collega che siamo rimasti cinque anni bloccati, perché la norma di attuazione aveva come punto finale il trasferimento delle competenze. E quindi, per dirgliela tutta, collega, noi siamo stati ricattati ben prima, perché per farci prendere in carico il servizio ferroviario, hanno anche minacciato di chiudere il servizio ferroviario e la norma di attuazione prevedeva che il trasferimento delle competenze fosse fatto dopo gli accordi di programma, dove si si definivano gli interventi per migliorare la linea. Ed erano tutte attività in carico allo Stato.

Sicuramente avevamo sul tavolo uno studio, nato nel 2004, che era probabilmente un po' troppo importante, quello da un miliardo di euro. Ora, ogni volta che siamo andati al Ministero, ogni volta che abbiamo cercato di mettere in fila gli interventi da fare, dicevamo: anche se non possiamo fare tutto quello che c'è scritto, cominciamo a fare un piano. Ogni volta, a fronte di questo ragionamento che non è nient'altro che la lettura della norma di attuazione, la Ragioneria dello Stato dice: fate quello che volete, ma di soldi non ce n'è. Non ci sono delle disponibilità. Tant'è che a distanza di cinque anni, gli accordi di programma non sono stati definiti, proprio per l'assenza di finanziamenti al riguardo. E quindi noi, mi creda, abbiamo da sempre cercato di far valere le nostre ragioni, quindi questa è una norma di attuazione incompiuta. Questo è uno dei vari rapporti di tensione che possiamo avere con lo Stato, come attesta il fatto di esserci presi in carico il servizio ferroviario - a valere sulla finanza regionale - per evitare un blocco del servizio.

Ciò detto, voi parlate di chiusura, noi abbiamo parlato di sospensione. Sembrerà una differenza lessicale, ma non è così. Perché, quando si scomoda il diritto alla mobilità, bisogna essere realisti. Cosa vuol dire "diritto alla mobilità"? Se ci sono dodici coppie di corse del treno Aosta-Pré-Saint-Didier, ce ne sono altrettante con i pullman. Per cui nessuno rimane a piedi. Ora immaginare di avere un servizio che costa 3 o 4 milioni di euro, per portare 300-350 persone al giorno, lo ribadisco, io non so quali sono le vostre valutazioni, ma spendere circa 10 mila euro a persona, non so se sia un criterio di buona o di cattiva amministrazione. Qualcuno mi dice: guarda che questa situazione può evolvere. Benissimo, ragioniamoci. Ma questo è un ragionamento che possiamo fare oggi, quando le competenze sono state acquisite. E il collega Bertschy si ricorderà bene che il piano di bacino di traffico, che ormai è datato, è stato definito in quel modo perché noi la competenza sulla ferrovia non ce l'avevamo. Quindi, per poter costruire un piano regionale dei trasporti, devi avere tutti gli elementi, non devi ritrovarti con degli elementi, delle variabili che sono da te indipendenti.

Ora, rispetto alla possibilità di fare un piano regionale dei trasporti, abbiamo già detto che siamo sicuramente d'accordo per cui, a prescindere da questo ordine del giorno, oggi è un impegno che noi abbiamo e che dobbiamo portare avanti, anche per capire e prepararci in prospettiva. E concordo con lei sul fatto di definire correttamente i sub-bacini: se è oggi ancora opportuno avere tre sub-bacini, un sub-bacino, o avere delle operazioni diverse.

Quindi direi che sul punto di definire questo indirizzo regionale, non ho sicuramente problemi. Nell'ordine del giorno ritornano dei cavalli di battaglia, come l'elettrificazione della ferrovia. Nessuno, anche lì, è mai stato contrario all'elettrificazione, ma bisogna capire se l'elettrificazione risolva dei problemi o non li risolva. Nessuno andrebbe a fare degli interventi che non fossero performanti su delle infrastrutture datate. Perché il vero problema - ce lo siamo già detti - non è la mancanza dell'elettrificazione, il problema è il binario unico, quindi abbiamo sostanzialmente una via che è super-intasata e che non consente l'incrocio dei treni, se non nelle stazioni. Per cui, con tutte le buone volontà, o si interviene in modo organico e si dà alla ferrovia quella dignità che non può essere data che da un raddoppio dei binari e da un percorso che non sia un percorso così tortuoso. Concludo, sempre ritornando sul tema che è proprio di attualità, sull'Aosta-Pré-Saint-Didier: io non so, probabilmente sono io che mi spiego male, ma RFI, che è la proprietaria, ha dichiarato che la linea ferroviaria non è nella condizione di poter essere utilizzata in questi termini. Quindi o viene manutenuta subito con degli investimenti che valgono almeno 15 milioni di euro oppure, anche con quelle riduzioni, la circolazione non può essere proseguita. E' chiaro che -e lei è il testimone - con tutta una serie di interventi manutentivi sull'Aosta-Pré-Saint-Didier e sull'Aosta-Torino, noi rischiamo di mettere delle risorse un po' qua un po' là. Lei mi dice "Ma basta chiederle", mah io non so se può farlo lei, lo chieda, ma le risorse non è che si moltiplicano sulla base dei nostri desideri! Allora, in quella lettera mi pare che ci siano dei punti che sono chiari, a meno che voi mi diciate che RFI sbaglia. Ma ci sono 15 milioni da mettere e poi ce ne saranno altri. Allora, quando si parla di investimenti così importanti, non si può non fare delle proiezioni.

Concludo anche sul termine "inquinante", voi sapete benissimo che sull'Aosta-Pré-Saint-Didier stanno viaggiando i treni più vecchi e più inquinanti che ci siano. E quindi se vogliamo evitare di avere quei treni inquinanti, perché i nuovi sono troppo pesanti e quindi non potrebbero circolare, dovremmo immaginare ancor di più il rifacimento di tutte le gallerie, e quindi sposteremmo l'asticella in un modo significativo.

Quindi, per favore, sull'Aosta-Pré-Saint-Didier il discorso dell'inquinamento non lo facciamo!

Quindi torno a dire: riguardo ai punti dell'ordine del giorno, sulla parte qualificante, sul piano regionale dei trasporti non ho sicuramente dei dubbi, ma rispetto alle altre questioni, che riguardano la ferrovia - perché poi i primi punti non so se qui c'è qualcuno che risponde per le autostrade - ma non credo, fermo restando che ci sono alcuni punti condivisibili, che ci siano le condizioni, per cui ci asterremo.

Presidente - Grazie Assessore. Qualcuno chiede la parola? Per dichiarazione di voto. La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Ma a parte che il documento è emendabile, quindi se qualcuno ha piacere di far delle proposte, siamo anche disponibili ad ascoltare, anche perché abbiamo voluto raccogliere in un documento una serie di iniziative, le prime due direi sostenibili, viste anche le recenti decisioni. Però mi preoccupa il fatto che si svii da quello che è l'argomento principale. E, tra l'altro, io glielo dico, Assessore, anche a seguito delle discussioni che abbiamo fatto, non vorrei che fossimo finiti nella tenaglia di chi è proprietario delle infrastrutture e di chi gestisce. Visto che, nella sottoscrizione del nuovo contratto, c'è qualche resistenza, legittima, e finalmente direi anche giusta, da parte sua, non vorrei che qui giocassimo una partita un po' più grande di quella che siamo in grado di sostenere. Perché se poi il proprietario dell'infrastruttura incomincia a fare il paio con chi deve poi gestire questa infrastruttura, noi paghiamo sia uno che l'altro, no? Qualcosa non funziona. Io farei veramente attenzione a rinunciare a una battaglia su questo tema. No, ma lei dice "sospende", ma noi dicevamo: "teniamo una corsa minima". Le rappresentanze sindacali 20 minuti fa dicevano "manteniamo il minimo necessario per non sospendere il servizio - ecco, usiamo lo stesso termine - in attesa di valutazioni. L'argomento è veramente pericoloso perché - come lei sa e sotto questo profilo, quantomeno, ieri è stato ricordato un voto importante - l'allora Senatore Perrin con il Deputato Nicco avevano, quantomeno, trovato i soldi per la ferrovia ed era nato un accordo di programma. Poi non si è sviluppato, ma qualche cosa lì era successa. Prima abbiamo parlato dei rapporti Stato-Regione, io vorrei sapere se, nell'ambito della gestione di questa finanziaria, sono in corso richieste di finanziamento o se sono in corso trattative con RFI per capire se la nostra tratta nazionale viene inserita in qualche piano strategico di investimento. Perché, altrimenti, per i numeri che abbiamo noi, possiamo solo perderci, eh, non abbiamo la forza di rimanere credibili in futuro, ma neanche con la tratta che scenderà sull'Aosta-Torino. Visto che abbiamo investito 50 milioni per i bi-modali, anche su questo farei molta attenzione. Quindi io non so qual è la sua strategia, perché in questo momento non siamo in grado di capirla, immagino che ce l'abbia, spero che ce l'abbia perché con le risorse che deve gestire, cioè stiamo parlando di un sacco di soldi! Oggi non la si intravede e, addirittura a mio avviso, a nostro avviso, rinunciamo di nuovo a una battaglia di principio. Se proprio siamo in queste condizioni, ma l'art.3 comma 1 dice che "la Regione può richiedere il trasferimento ad essa dei beni, degli impianti e delle infrastrutture delle tratte ferroviarie ricadenti sul territorio regionale", no? E poi lo conosce meglio di me, l'argomento. Cioè se questi non hanno più voglia di investire da noi, abbiamo investito, mi fa...sì, bè avremo modo di chiarirci.

È una tratta che interessa a nessuno, in più costa un sacco di soldi. Non abbiamo termini di paragone, perché noi non abbiamo voglia di mettere i settori contro. Per carità, il trasporto su gomma e la ferrovia devono essere complementari, non concorrenti, assolutamente. E nel modello di trasporto che abbiamo in mente - e che immagino ha in mente anche lei - pensiamo a un treno che possa garantire un servizio efficiente sulla vallata centrale e al trasporto su gomma che si possa trasferire negli ambiti delle stazioni e per le vallate laterali. Quindi su questo credo che la pensiamo tutti nella stessa maniera. Però noi non abbiamo avuto modo - né in IV Commissione, né da altre parti - di valutare costi differenti del servizio. Sappiamo quanto costa questo servizio, ma non sappiamo...questa mattina la collega Morelli diceva giustamente "Ma quanti pullman sostitutivi ci sono per portare le stesse persone?"

L'argomento non può essere chiuso con un ordine del giorno - è troppo lungo -, però mettiamo tutti gli elementi sul tavolo, perché la cosa che preoccupa politicamente è il fatto che, a un certo punto, RFI manda una letterina, dove ci dice che c'è da investire un sacco di soldi. Sull'Aosta-Torino sono disponibili a metterli, per adesso stanno facendo i lavori e procurano un sacco di ritardi. Questo lo posso confermare e su questo ci troviamo d'accordo, perché gli utenti stanno soffrendo di questi ritardi. Ma sull'Aosta-Pré-Saint-Didier hanno già detto che, comunque, non è una tratta che gli interessa.

Quindi qual è la scelta politica sul futuro? Non si vede. Perché questa strategia e questa possibilità di confrontare costi diversi per portare la gente, non ce l'abbiamo.

Immagino che questo atteggiamento vada bene al PD, immagino che vada bene alla Stella Alpina...l'ALPE questa mattina ha argomentato con le nostre stesse posizioni; abbiamo evitato di parlarci addosso, ma la pensiamo alla stessa maniera: se rinunciamo a una battaglia di principio oggi, rischiamo di perdere la battaglia di domani, che è ancora più grande, per l'utenza che deve trasferire.

Quindi, al di là di cosa farete sull'ordine del giorno, se volete emendarlo o astenervi, non è quello il problema. Io vi invito caldamente a farci vedere, una volta per tutte, qual è il vostro programma. Non di gestione, ma di investimento, perché il programma di gestione uscirà dal piano regionale dei trasporti. Il programma di investimento è difficile da intravvedere, soprattutto noi non lo vediamo. Quindi aspetto eventualmente altri interventi, sennò è chiaro che noi voteremo convintamente quello che proponiamo.

Presidente - Qualcuno chiede la parola? Ricordo che siamo in dichiarazione di voto. La parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Président.

Mah, vede, Assessore Marguerettaz, sono dieci anni, quasi, sono due legislature che lei si occupa di trasporti. E la sollecitazione che oggi arriva attraverso questo ordine del giorno del gruppo UVP, non va che nell'ottica di sollecitare quello che in questi anni non si è mai intravisto, cioè una politica futura di sviluppo del trasporto in Valle d'Aosta. Allora, noi avremmo gradito, - dopo i Consigli straordinari, dopo le sollecitazioni, le commissioni, le riunioni, i gruppi di lavoro, i tavoli tecnici -, che ci fosse almeno un po' di umiltà nel dire che alcune di queste proposte potevano essere accettate, altre emendate e altre non accettate. Perché, vede, Assessore- questo avviene in ogni legislatura, o anche nei Governi nazionali, non solo qui nei regionali - quando si ha la gestione di un settore, magari per i primi tempi si può scaricare sul passato: "Ma è colpa di quello che c'era prima, non è stato fatto quello che si doveva fare". Ecco, l'unico Assessore che, dopo essere stato al Casinò - cioè a gestire le partecipate, principalmente il Casinò - nella prima legislatura, si è occupato di trasporti nelle due legislature successive è lei. È vero che il tempo amministrativo e politico di un amministratore spesso non danno la possibilità di gestire e di risolvere tutti i problemi del settore, però - questo è stato detto tante volte in quest'aula, ma più avanza il tempo più ce ne rendiamo conto - quando sono già due legislature, non vedere, tanto per usare un termine di trasporto, la luce in fondo al tunnel, diventa un po' imbarazzante, non per lei ma per noi che oggi stiamo, attraverso ordini del giorno, semplicemente cercando di sollecitare, in un bilancio, un'idea per capire dove stiamo andando, anche qui in termini non solo di trasporti, ma politici. Dove stiamo andando?

Allora, ciò che il collega Bertschy ha codificato a nome del gruppo, su un ordine del giorno molto puntuale, non è altro che le istanze che, ogni giorno, i comuni cittadini - al di là dei pendolari stanchi, delle associazioni codificate, di tutto il mondo che ruota attorno ai trasporti - ci chiedono di presentare. E la mortificazione deriva anche dal fatto che noi - al di là del ruolo di opposizione, maggioranza, che ognuno di noi ha - non siamo in grado di rispondere sull'idea che l'Amministrazione ha del futuro dei trasporti in Valle d'Aosta. E questo non è sicuramente una responsabilità, o meglio, è una responsabilità parziale di tanti, ma in primis è una sua responsabilità.

Allora noi non capiamo questa chiusura in un clima di bilancio che - sia negli ordini del giorno che sono arrivati ieri dai colleghi dell'ALPE, sia nei primi ordini del giorno di oggi del gruppo UVP - vedeva una disponibilità, anche nei pour-parler. Allora, che ci sia almeno l'umiltà di dire: "benissimo, questa è una vostra proposta, noi siamo il Governo, abbiamo altre proposte o comunque le sfumiamo, le modifichiamo", ma che ci sia almeno l'idea di dire: "accetto consigli da qualcuno". Se poi lei è convinto di sapere tutto sul tema dei trasporti e che i trasporti in Valle d'Aosta funzionano, allora evitiamo di presentare degli ordini del giorno, evitiamo di perdere del tempo a scriverli, evitiamo di perdere del tempo a venir qui a parlare a chi non vuol sentire! Ma, veramente, il tema dei trasporti oggi è un dossier legato a tutto il resto: parliamo di autonomia, ma che autonomia è e possiamo avere se fra attività industriali o economiche, siamo in un cul de sac? Altro che carrefour d'Europe!

Allora, oggi, le nostre sono idee, sono proposte, ma se proprio, veramente, dimostrate di averne altre o se almeno riuscite a farci capire che c'è qualcosa che si sta muovendo, ma noi siamo i primi che ritiriamo tutti gli ordini del giorno di questo mondo!

Però invito anche gli altri colleghi della maggioranza, se voi siete convinti della politica dei trasporti in Valle d'Aosta, noi siamo convinti come voi, anzi siamo molto felici che voi siate convinti e magari vi chiediamo anche di convincerci, perché noi non siamo convinti, non ne se siamo convinti! Allora, va tutto bene, si parla di autonomia, si parla di grandi temi, tutti d'accordo e poi al primo dossier che non sta andando avanti in nessun modo...

E poi noi capiamo, lei ha giustificato le difficoltà dicendo che ci sono problemi. Sono anni che sentiamo che ci sono questi problemi. I problemi sono irrisolvibili? Ma aboliamo la classe politica se i problemi sono irrisolvibili! Lasciamo i tecnici, o di due cose ne facciamo una. O facciamo i politici o lasciamo i politici e mettiamo i tecnici. Una volta è colpa di uno, una volta è lo Stato, una volta è la norma di attuazione, una volta è RFI.

Allora quello che noi avremmo gradito era un po' di disponibilità, e rileviamo invece la solita arroganza, che abbiamo anche rilevato in commissione, quando è venuto a spiegarci il suo bilancio. E anche sulla politica turistica poi torneremo.

Presidente - Altri? La parola al collega Fabbri.

Fabbri (UVP) - Sì grazie Presidente.

Ma io volevo ricordare all'Assessore la discussione che abbiamo fatto sul passante, qualche mese fa, per sottolineare come in quell'occasione RFI ci abbia, come dire, danneggiato pesantemente. Io non dico che l'Assessorato non si sia mosso in quel campo, però è stato, come possiamo dire, un muoversi un po' troppo burocratico, due lettere e poi la cosa si è chiusa lì. In realtà bisognava, a nostro avviso - l'abbiamo già detto - prendere in mano la situazione, magari con un po' più di forza, e far valere le nostre istanze. Ecco, come ci hanno trattato allora, come diceva il collega Bertschy, non vorrei che ci trattassero poi in seguito sulla nostra linea Aosta-Torino. Quindi faccia molta attenzione a questo, perché la storia insegna che ci hanno danneggiato pesantemente, senza tener conto delle nostre istanze, senza tener conto dell'importanza fondamentale che ha per noi la linea Aosta-Torino. Per cui, ecco, io la inviterei - come diceva il mio collega - a mettere le mani avanti, a cercare di chiarire esattamente le loro intenzioni e a mettere nero su bianco il futuro della nostra tratta.

Presidente - Grazie, collega Fabbri. Altri colleghi? La parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Président.

Assessore Marguerettaz, noi l'ascoltiamo sempre con attenzione, indubbiamente è molto bravo a ricostruirci quelle che sono state le difficoltà oggettive, perché non sarebbe neanche corretto, ecco, fargliene tutte le colpe. Però, Assessore, noi ormai questa ricostruzione l'abbiamo sentita più volte, è sempre la stessa con qualche dettaglio in più, nel senso che, se vogliamo guardare l'evolversi della situazione, lei ha continuato a ripeterci che RFI quando ha disponibilità, mette quattro soldi per le manutenzioni, quando lo Stato non glieli dà, bè, accordi, piani e impegni non valgono. Trenitalia, a cui dovevano essere pagati gli arretrati, ha risolto il suo problema, con la legge finanziaria che ha detto alla Valle d'Aosta "io vi do i soldi, voi pagate l'arretrato di Trenitalia e chiudete la partita con Trenitalia". Da quel momento in avanti - come candidamente lei ha ammesso, Assessore - pur in assenza di una normativa di attuazione, abbiamo dovuto accollarci la linea ferroviaria, per evitare che fosse chiusa.

L'unica, Assessore - su questo penso che non possiamo non convenire - l'unica che rimane col cerino in mano è la Regione. Sotto scacco, sotto ricatto, ma sempre più sotto ricatto, perché ormai alcune scelte sono state fatte, per la carità, scelte che abbiamo anche condiviso.

Noi abbiamo deciso di chiudere la partita dell'aeroporto, ci mancherebbe, abbiamo l'autostrada, che possono percorrerla solo gli sceicchi! E ci rimane la ferrovia, una ferrovia che...sennò siamo nell'isolamento totale.

Ma non può la Valle d'Aosta essere sotto scacco e senza avere un minimo di prospettiva! Non le chiediamo, per la carità, di dire "Noi nei prossimi trienni dobbiamo avere X di spesa a bilancio o quant'altro. Ma avere un piano di prospettiva sì. Quello che chiede questo ordine del giorno è null'altro che condividere una pianificazione, un progetto, un qualcosa che eviti l'isolamento della Valle d'Aosta, che porti la Valle d'Aosta da quello scacco matto che ci hanno dichiarato, nel senso che non abbiamo nessuna possibilità di movimento, subiamo, siamo sotto ricatto, tutti i vari accordi sono stati disattesi! Ma non può essere questa la prospettiva della Valle d'Aosta, perché, effettivamente, io non penso che sia questa la causa di eventuali disinsediamenti di importanti industrie, non ci credo, perché sono sicuramente delle scuse, ma ormai anche questo vuol dir tanto, perché è inutile che abbiamo la banda larga, se poi non abbiamo neanche le vie di comunicazione. Questo è quanto noi chiediamo. Non è un impegno che le limita il raggio di manovra, Assessore, è un impegno che vorremmo condividere su un piano di prospettiva, null'altro. Grazie.

Presidente - Grazie collega. Altri per dichiarazione di voto? Prego, la parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Grazie Presidente.

Su questo argomento così delicato e per tutelare le sensibilità di ognuno, a nome dei gruppi di opposizione, chiediamo il voto segreto. Voto segreto che su questo argomento vuole appunto misurare la libertà di iniziativa, lo spirito e la libertà, l'indipendenza di ognuno di noi in quest'aula su un tema così trasversale, che non è politico ma è il tema dei trasporti.

Battaglie che sono state portate avanti non solo da chi oggi è all'opposizione, ma anche da altri colleghi, che oggi sono in maggioranza e che hanno portato avanti battaglie su questo tema, e anche da altri colleghi, che sono in maggioranza e che da anni hanno sollecitato questo tema.

Non è un ordine del giorno che chiede la luna, è un ordine del giorno che va a codificare una serie di idee e di spunti per il futuro dei trasporti in Valle d'Aosta. E quindi un voto che non è politico, ma è di indirizzo su un tema così cruciale per il futuro della Valle d'Aosta e che noi vorremmo che ogni Consigliere potesse esprimere liberamente. Grazie.

Presidente - La votazione avverrà quindi in forma segreta. Votazione aperta. Votazione conclusa.

Presenti: 34

Votanti: 16

Favorevoli: 12

Contrari: 4

Astenuti 18

Il Consiglio non approva.

Passiamo all'esame degli ordini del giorno 12, 13 e 25. I 12 e 13 presentati dal gruppo ALPE e il 25 presentato da l'UVP. La parola alla collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci, Président.

I nostri due ordini del giorno riguardano il settore del turismo e in particolare la governance del turismo. Il primo, il numero 12, parte dalla constatazione che la nostra regione ha tutte le caratteristiche - ambientali, culturali, enogastronomiche, monumentali - per essere una regione a vocazione turistica, a votazione turistica forte, perché la nostra regione vanta i quattromila dell'Europa, quindi dal punto di vista dell'ambiente, del paesaggio è una regione assolutamente unica; vanta un patrimonio storico, culturale e monumentale che dalla preistoria si sviluppa fino ai giorni nostri passando attraverso la romanità, attraverso i castelli medioevali e poi, in considerazione della loro evoluzione in questi anni, i settori vitivinicolo, dell'enogastronomia, dell'agroalimentare e dell'artigianato di tradizione hanno fatto registrare un incremento sia qualitativo che quantitativo, ponendo la nostra regione nella condizione di essere appetibile, di attrarre un pubblico molto attento.

Considerato quanto è stato fatto in questi anni dal punto di vista promozionale per rendere la nostra una regione identificabile turisticamente, ben riconoscibile, seppure con un territorio limitato, un territorio di tremila chilometri quadrati, racchiude al suo interno centri di interesse assolutamente di rilievo, notevoli. La politica di investimento che l'amministrazione regionale ha fatto in questi decenni è stata finalizzata a migliorare le strutture di accoglienza, a formare il personale, a creare quell'infrastrutturazione che è necessaria a una regione turistica di montagna, penso all'infrastrutturazione degli impianti delle stazioni sciistiche, della rete sentieristica, a quanto si sta tuttora facendo per sviluppare in particolare la rete sentieristica, con questo nuovo progetto che è la bassa via.

Per tutte queste ragioni, noi riteniamo che, a giusto titolo, il turismo possa essere considerato un settore trainante, un settore che può fare da volano all'economia, naturalmente in sinergia con gli altri settori che adesso sono collegati con l'agricoltura, con l'artigianato, con l'agroalimentare, ma riteniamo che questa centralità necessita ancora di un ulteriore accompagnamento, di un ulteriore stimolo, di strumenti, affinché possa essere favorita e possa svilupparsi appieno.

Per tutte queste considerazioni, voglio ricordare che in IV Commissione ormai da più di un anno è stato avviato un percorso di riflessione... no, non voglio disturbare se l'Assessore deve interloquire con il collega Guichardaz su argomenti importanti non è un problema, io posso aspettare...

Presidente - Assessore, prego.

Morelli (ALPE) - ...e quindi, rilevato come sia giunto il momento di andare a concretizzare le riflessioni che sono state fatte in IV Commissione, che ci hanno visto anche esplorare soluzioni diverse dalle nostre, che traggono anche ispirazione da realtà che nell'ambito turistico hanno saputo trovare soluzioni ottimali, il nostro primo ordine del giorno impegna il governo regionale ad avviare nell'immediato un percorso che porti alla costituzione, entro il primo semestre del 2016, di un soggetto che noi riteniamo debba essere un soggetto rappresentativo, un soggetto che veda la presenza del pubblico, importante per la nostra regione, ma che veda ugualmente un apporto anche del settore privato, perché è fondamentale che vi sia una sinergia, in questo momento in modo particolare.

Credo che tutti abbiamo condiviso - nei vari dibattiti che si sono svolti, sia in Consiglio regionale che in commissione -che ormai una presenza importante, una partecipazione importante del settore privato anche solo in termini di idee, di partecipazione, sia sempre più necessaria.

E al fine di fare in modo che l'immagine della nostra regione venga veicolata verso l'esterno in modo coerente, in modo condiviso, in modo coordinato fra i tanti attori che svolgono la loro attività all'interno dell'ambito turistico, noi riteniamo che sia giunto il momento di creare un soggetto, una struttura che si occupi della promozione verso l'esterno, per andare a favorire principalmente lo sviluppo turistico. Questa esigenza noi l'avevamo ravveduta già l'anno scorso quando si è trattato di dare concretezza all'attività legata all'EXPO e la nostra soluzione non aveva trovato il consenso, forse era prematuro.

Riteniamo però che adesso, alla luce di una serie di riflessioni, alla luce di una politica - che ci sembra più netta - di valorizzazione del settore turistico, anche da parte dell'amministrazione regionale, che sia giunto il momento di avviare un percorso nuovo che porti ad una governance che sia più efficace, che sia più efficiente, che eviti dei doppioni, che riorganizzi e coordini quanto viene fatto nella nostra regione. Questo per quanto riguarda l'ordine del giorno numero 12.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno numero 13, invece, ci focalizziamo sull'Office du tourisme e sulla sua attività. Siamo stati partecipi di questa riforma, avvenuta nel 2009, che è andata a abolire le APT e che ha voluto riorganizzare il sistema dell'accoglienza, dell'informazione della nostra regione, attraverso la costituzione degli Office che hanno portato ad una organizzazione sicuramente più razionale, più facilmente identificabile, più efficace. Sono stati, questi, sei anni di riorganizzazione del settore.

Io voglio ricordare che il Consiglio regionale ha ripetutamente provveduto a prorogare le direttive di programmazione, di indirizzo dell'Office régional du tourisme, che erano state date all'inizio del 2010 e che sono state prorogate, perché evidentemente hanno richiesto un periodo di attuazione più lungo del previsto. Ora la nostra valutazione è questa: noi riteniamo che la riorganizzazione sia stata fatta e che le funzioni attuali dell'Office du tourisme possano essere riportate, diciamo riconvogliate, sotto il cappello dell'amministrazione pubblica. Riteniamo che non sia più necessario in questo momento mantenere una struttura esterna per svolgere soltanto azioni di promozione e di accoglienza. È anche questa una attività di razionalizzazione che noi riteniamo sicuramente necessaria per una razionalizzazione delle spese, ma anche perché riteniamo che, comunque, nell'amministrazione pubblica si siano maturate delle competenze che possono assolvere a questa funzione. Questo per quanto riguarda gli ordini del giorno che, come gruppo ALPE, abbiamo voluto presentare. Grazie.

Presidente - Grazie, collega Morelli. Ricordo che stiamo esaminando gli ordini del giorno numero 12, 13 e 25. Siamo in discussione generale. C'è qualcuno che vuole illustrare il 25? Ricordo che è stato presentato dall'UVP. La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - L'ordine del giorno che presentiamo dà la misura della nostra idea su quale possa essere uno degli obiettivi importanti da ricercare per lo sviluppo della nostra regione. L'ambito turistico ha un'importanza per noi capitale per il futuro, viste anche le recenti difficoltà che viviamo in altri settori economici. Nell'ambito turistico dobbiamo investire tutte le nostre energie, le possibili risorse e le idee che possiamo mettere in campo. Il gruppo UVP sta lavorando a un progetto di riforma turistica e nel prossimo periodo saremo pronti a presentarlo. Abbiamo l'intenzione, come abbiamo fatto su qualsiasi argomento, di partire insieme con gli altri gruppi consiliari per verificare la possibilità di lavorare insieme in un settore che riteniamo cruciale. Negli incontri che abbiamo avuto con qualsiasi categoria, con le persone che si occupano e si riferiscono al turismo, riscontriamo che tutti si aspettano un definitivo salto di qualità, che ci porti ad avere un'organizzazione differente - migliore, più che differente - che ci porti ad avere una cultura comune rispetto all'importanza di questo settore, che ci porti a vedere anche modelli che funzionano altrove, che possono dare buoni consigli anche a noi. Con l'Assessore Marguerettaz, grazie all'interesse del Presidente Isabellon, abbiamo fatto un'ottima conoscenza dei modelli che stanno nelle regioni a Statuto speciale del Nord; siamo stati nell'ultimo periodo a Bolzano, dove abbiamo sentito dalla viva voce degli attori principali dell'organizzazione turistica del Tirolo come intendono lavorare in questo campo. La cosa che ci ha stupito di più è stato apprendere che stavano immaginando già un nuovo modello, nuovi sviluppi futuri, stavano guardando, dati alla mano, alle potenzialità che potevano e possono costruire per il proprio territorio. Tornati da questa importante trasferta, abbiamo raccolto con ancora più entusiasmo questa sfida. È chiaro che "turismo" si accompagna a "territorio", ad "agricoltura" e soprattutto a "trasporti". In quell'occasione apprendere - per fare un breve inciso, che è già stato fatto più volte - che da quelle parti hanno investito parecchio sui propri trasporti e che ancora oggi investono soprattutto nel settore della ferrovia ci ha fatto, purtroppo, ritornare con l'amaro in bocca, rispetto a questo aspetto.

In ogni caso è un ordine del giorno, il nostro, veramente aperto a qualsiasi possibilità, nell'intesa che noi apriamo una discussione che ci deve portare nei prossimi mesi a una soluzione finale e a un rilancio di questa che chiamiamo l'industria turistica. Non abbiamo messo dei punti fissi proprio perché, pur avendo le nostre idee, pur completando un ragionamento, riteniamo che sia importante farlo tutti insieme una volta definite le priorità, gli obiettivi che ci dobbiamo dare. Concludo dicendo che su questo argomento daremo il nostro contributo, ma saremo anche molto, molto attenti a far sì che non si perda più tempo e ci si organizzi velocemente per rilanciare la nostra regione, la nostra Valle d'Aosta.

Presidente - Grazie, collega Bertschy. La parola al Consigliere Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Sì, volevamo vedere se il turismo e la politica turistica interessavano, al di là dell'Assessore, del Governo anche qualcuno della minoranza. Per quello che mi sono momentaneamente sospeso dall'intervento. Grazie.

Presidente - Più che chiedere ai colleghi se intendano intervenire, non posso "coercizzare" nessuno. Qualcuno intende chiedere la parola? Nessuno. La parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Grazie Presidente.

Prima o poi troveremo un tema che interessa magari anche un po' di più a tutti. Alcune considerazioni su questo ordine del giorno, che abbiamo pensato e che ho stilato cercando di sollecitare un settore che già nel titolo di questo ordine del giorno noi abbiamo voluto definire "l'industria turistica della Valle d'Aosta". Un ordine del giorno il cui titolo è "una grande riforma per una nuova politica dell'industria turistica valdostana". Non ci facciamo illusioni sulle volontà di ascolto dell'Assessore Marguerettaz su questo tema. Sicuramente sappiamo che, come per tutti i settori, tutto sta andando a gonfie vele e che quindi ogni sollecitazione che proviene da altre sensibilità probabilmente non ha nessuna ragione di esistere. Però, ecco, noi abbiamo le nostre idee e le abbiamo intanto codificate in una considerazione generale: in un momento di difficoltà e di crisi e con le risorse pubbliche ridotte e l'amministrazione regionale che non ha più le possibilità di essere lo sbocco professionale per i giovani valdostani, meno male che non possiamo farli tutti rientrare nella categoria degli uffici, come è stato questo per decenni!

In un momento di crisi, i rilevanti dati positivi registrati nelle ultime stagioni turistiche- a prescindere dalle politiche regionali in ambito turistico -rappresentano oggi per la comunità valdostana una opportunità in più che forse è percepita maggiormente per la crisi, per il fatto che gli aiuti o comunque la possibilità di sbocco professionale negli uffici è calata e che l'iniziativa privata spesso diventa una opportunità che viene percepita maggiormente dalla comunità.

Da queste valutazioni nasce la considerazione che la necessità di intervenire per riorganizzare, attualizzare soprattutto le politiche turistiche e le strategie è qualcosa che noi vediamo come priorità.

Perché diciamo rivedere le politiche turistiche? Oggi il turismo si è notevolmente modificato, se si pensa che negli anni '80 o '90 si passava un mese di vacanza in una località, si affittavano appartamenti per un mese intero, sì, non esisteva il turismo del "mordi e fuggi", esistevano turisti che frequentavano principalmente certe località. Oggi tutto è cambiato, esiste un turismo completamente modificato, le grandi strategie, i grandi studi che l'amministrazione ha fatto in questi anni dovrebbero essere misurabili e quindi sicuramente l'Assessore conosce meglio di noi l'evoluzione occorsa in campo turistico, quindi la nostra sollecitazione va semplicemente nell'ottica di riconoscere una vera e propria industria nel turismo e di lavorare entro il 30 giugno, questa è una data indicativa, ad una riforma per il rilancio dell'industria turistica della Valle d'Aosta. Perché parliamo di riforma? Perché crediamo che oggi in Valle d'Aosta manchi una vera e propria legge sul turismo. Quindi questa è la nostra sollecitazione, al di là di tutti i contenuti che poi si vogliono mettere. Ecco perché il collega Bertschy parlava di una proposta aperta. È una proposta che vuole portare un'idea di rilancio e di attualizzazione del turismo attraverso una legge. Perché una legge? Perché crediamo che una regione che vive sul turismo da sempre e che punta su questo settore dovrebbe dotarsi di uno strumento moderno per rilanciare questo settore. E non è che uno spunto, ma, appunto, uno spunto che offre alla discussione e al futuro sviluppo di questo settore una possibilità in più di confronto. Grazie.

Presidente - Grazie, collega. La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

La collega Morelli e gli altri colleghi che sono intervenuti hanno già ben esposto la sfida che si cerca di giocare nel prossimo triennio sulla principale industria che - tutti, penso, condividiamo - è quella del turismo. Qualche settimana fa, con la IV Commissione abbiamo avuto l'opportunità di confrontarci direttamente con il presidente della provincia di Bolzano, presidente molto dinamico, di nuova generazione, rapido, che vuole metter mano alla loro promozione, al loro marketing, a cosa in questo momento loro stanno cercando di intercettare dal punto di vista turistico, promozionale, indotto diretto e indiretto. Non ci nascondiamo che, sicuramente, il turismo è cambiato profondamente, negli ultimi anni sovente l'amministrazione pubblica ha difficoltà a tenere i ritmi delle esigenze dell'ospite, di chi vuole godere di qualche giorno di vacanza attiva, meno attiva, più legata al relax o più legata a godere i gioielli di famiglia di un sistema Valle d'Aosta, che dal nostro punto di vista è la prima industria all'interno della nostra regione.

Quindi la sfida è, come posso dire, la sfida è alta, è forte. I due ordini del giorno che abbiamo presentato, non so se avete avuto modo di leggerli, colleghi di maggioranza, segnano profondamente un distacco, una presa di posizione rispetto al passato. E vorrebbero andare in un'unica direzione che è quella innanzitutto - diceva molto bene prima Patrizia - di convogliare all'esterno della nostra Valle d'Aosta tutte le energie pubbliche, soprattutto legate alle risorse, ma anche al personale, di chi si occupa in questo momento di promozione.

Secondo obiettivo è non fermarsi solo a convogliare i soldini pubblici che vengono utilizzati per la promozione, ma - è lì la sfida, probabilmente difficile - intercettare indubbiamente la massa critica della parte privata. È lì che si gioca la partita, dal nostro punto di vista, dove il mondo è cambiato, le disponibilità dal punto di vista pubblico sono limitate, sono ridotte ed è proprio lì che probabilmente dobbiamo cercare d'intervenire, insieme alle forze produttive, e quindi: albergatori, io dico anche Confindustria, io dico anche chi si occupa di edilizia, dicevamo questa mattina, ai maestri di sci, alle guide alpine, agli agricoltori, a tutti quelli che fanno turismo, direttamente o indirettamente, ma che godono direttamente del prodotto dal punto di vista industriale delle possibilità di ricadute, come dicevo, direttamente o indirettamente.

Si ricorda molto bene l'Assessore Marguerettaz che forse nel passato, sì, nell'ultima finanziaria affrontata un anno fa, discutemmo di allocare delle risorse per i 150 anni del Cervino. E qualcosa è stato fatto nel 2015. Noi siamo un po' abituati a confrontarci anche con le realtà limitrofe e abbiamo verificato cosa hanno fatto per i 150 anni del Cervino. Vi assicuro che il comune di Zermatt ha giocato una partita pesante, forte e che ha promosso i suoi numeri, i suoi hotel, le sue capacità, il suo brand a livello internazionale, allocando quasi tre milioni di euro. Tre milioni di euro, solo la comunità di Zermatt.

Bene questo per dirvi quanto è importante convogliare tutte le forze all'interno e noi, nella nostra traccia che inseriamo nell'ordine del giorno, vi proponiamo di costituire, entro sei mesi, un soggetto a partecipazione mista che si occupi di promozione. Penso che la partita più difficile sia quella della parte privata. Ma solo se le due parti, la parte pubblica e la parte privata, insieme collaborano e mettono insieme anche le risorse finanziarie possiamo probabilmente far veicolare meglio le nostre peculiarità, ma soprattutto le nostre proposte dal punto di vista turistico e far arrivare il messaggio di cosa offre il sistema Valle d'Aosta al potenziale ospite.

Secondo, importante, volet: qualche anno fa l'Amministrazione regionale aveva deciso di esternalizzare l'accoglienza, creando questo piccolo contenitore, neanche troppo piccolo, che si occupasse di accoglienza, cioè l'Office du tourisme. Noi diciamo: no, un attimo, forse questa è una parte che si può fare all'interno dell'amministrazione regionale.

Invece relativamente a chi si occupa di promozione, di marketing, di battere in maniera forte e di far veicolare le offerte che il sistema Valle d'Aosta mette in campo, forse è meglio che se ne occupi un unico soggetto, e questo è il primo passaggio fondamentale, in seconda battuta però insieme alla parte privata.

Ecco qui penso che sia la sfida forse più difficile, riuscire a fare lavorare insieme parte pubblico - ripeto, e non solo le risorse ma anche le persone che si occupano in questo momento di promozione - e parte privata, anche dal punto di vista finanziario ma non solo con le categorie che citavo prima. Proviamo, qualcuno ci è riuscito prima di noi e mettiamo insieme le potenti associazioni dei 1500 maestri di sci, l'associazione delle guide alpine, l'Adava - quindi degli albergatori - l'associazione dei commercianti, non dimentichiamoci dell'associazione degli agricoltori, penso siano comunque interessati, ma se non ci proviamo probabilmente non affrontiamo neanche il tema. Vedo qualche sorrisino da parte di qualche collega, io dico se non proviamo tutti insieme a modificare un assetto, forse - noi sappiamo che abbiamo delle grandissime potenzialità - alla fine non ci giochiamo fino in fondo la partita.

Ascolteremo sinceramente, attentamente i colleghi o assessori del governo regionale, ma gradiremmo sentire anche qualche collega consigliere di maggioranza, che probabilmente ha a cuore la prima industria in Valle d'Aosta, che è quella del turismo. Grazie.

Presidente - Ci sono altre richieste? La parola al collega Grosjean.

Grosjean (UVP) - È tutto il giorno che leggo e rileggo la relazione finale dell'Assessore alle finanze e, soprattutto, lo specchietto che ha fatto in fondo della ripartizione. Credo che noi abbiamo sbagliato a fare l'ordine del giorno. Il turismo non c'è. Non c'è la parola turismo. Quindi vuol dire che, caro Assessore, di lei si sono dimenticati. Adesso non so se è voluto, se è un camouflage. Ha sufficienti soldi per i trasporti, li trasferirà nel turismo? Però purtroppo continuiamo a dire che il turismo è un'attività trainante, il turismo qui, il turismo lì, con l'agricoltura. L'agricoltura per fortuna c'è, all'ultima riga. Ma di turismo...citate, 0,76 percento, per carità lo sapevamo. Ma la parola turismo - o mi spiegate che è nascosta sotto altre voci - io non sono riuscito a trovarla, quindi secondo la mia semplice conclusione, vuol dire che, per il momento, per il turismo lasciamo perdere, passiamo Non lo citiamo neanche. Cioè non esiste.

E poi noi vorremmo produrre entro 30 giorni. Ma cosa produciamo Se facciamo una proposta di riforma ci dovrebbe essere qualcosina, o magari salterà fuori in un secondo tempo, io non sono un economista, non so come farete, però mi stupisce, veramente, di non vedere la parola turismo. Provo ancora a leggere una volta, ma veramente non c'è. Se, Assessore se me lo può spiegare, se è stata una dimenticanza, se è stato uno scherzetto del collega alle finanze, non so, provate a fare capire anche a me, per favore.

Presidente - La parola al collega Restano.

Restano (UV) - Grazie, Presidente.

Io credo che questi ordini del giorno non giungano a caso. È stato fatto, come ho già ricordato altre volte, un percorso che ci ha portato fino a qua attraverso dei sopralluoghi, degli incontri specifici, tesi a verificare quella che è la situazione in altre province - nella fattispecie il Trentino e l'Alto Adige - che hanno stimolato le nostre sensibilità in merito, oltre a quanto già eravamo magari sensibili per conto nostro.

Io ho cercato di approfondire l'argomento, ho guardato anche cosa fanno in altre regioni e in altri stati vicino al nostro. Bisogna però partire da quella che è la situazione attuale della Valle d'Aosta, che sicuramente rispetto ad alcune regioni che a volte si prendono come faro, come indicazione principale per il turismo, può sembrare un pochino indietro negli anni. I dati però dicono che siamo virtuosi con la nostra offerta turistica e che abbiamo dei buoni afflussi. Però, valutato in una certa maniera, il potenziale ci può portare a pensare che si può migliorare, soprattutto se confrontati con altre realtà. Allora, cosa succede? Abbiamo visto tutti che c'è un'organizzazione diversa, basata principalmente sull'attività dei privati che interagiscono con il pubblico. Questo avviene in Alto Adige e però va anche detto che l'Alto Adige è in fase di trasformazione. Lo abbiamo sentito e, se andiamo a vedere sui media, in questo periodo ha già avviato questa trasformazione. A mio modesto modo di vedere, confrontando le esperienze di altre realtà e quanto viene fatto in questo momento in altre regioni, noi possiamo partire da questo sapendo che non esiste un modello predefinito, ma che dobbiamo valutare la nostra situazione, capire come possono interagire con noi i privati a cui si riferiva prima il collega Chatrian, come può l'amministrazione regionale organizzarsi per creare un ente pubblico che possa adoperarsi per promuovere al meglio la nostra regione.

Certo è che un ente unico che promuove l'intero territorio porterebbe a una razionalizzazione delle spese e forse anche a un'offerta migliore che vada in un senso unico e che ci garantisca - io credo - un successo. A noi la sfida. L'amministrazione regionale - penso che nella replica l'assessore ve lo dirà - non è rimasta ferma. Abbiamo, credo, delle iniziative, possiamo collaborare, possiamo valutare insieme queste cose, non guardando gli altri come l'esempio a cui tendere ma analizzandoli in maniera critica e da lì sviluppando le nostre idee, i nostri progetti.

Presidente - Per la replica, altri? La parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

La Valle d'Aosta è uno dei posti più belli in Europa e nel mondo, abbiamo, sia dal punto di vista naturalistico che come patrimonio culturale, un territorio unico. Ma questo evidentemente ai nostri tempi non è più sufficiente, se mai lo è stato. È necessario promuovere in modo integrato il nostro territorio, l'intera Valle d'Aosta. La debolezza in questi anni è proprio stata questa: una mancanza da una parte di programmazione e dall'altra di promozione. È necessario che tutti i soggetti partecipino a questa promozione, sia quelli pubblici che quelli privati, tanto più - come abbiamo visto anche nella discussione di questo bilancio - che il ruolo pubblico non potrà che essere sempre più minore in termini finanziari, per assumere un ruolo di regolatore, di ordinamento dell'attività altrui. Diventa sempre più necessario avere un soggetto unico in grado di promuovere la Valle d'Aosta come entità unica, almeno in un primo momento, anche in ragione degli investimenti che a breve andremo a fare, immagino i 50 milioni che saranno spesi per il patrimonio culturale, che, se bene promosso, può diventare una ricchezza per la nostra regione. Quei 50 milioni devono essere valorizzati e quello proposto dagli ordini del giorno è certamente uno strumento per valorizzare. In questo caso, potrebbero diventare un vero e proprio investimento per la Valle d'Aosta e diventare uno dei tanti atout che la nostra regione ha e che deve sfruttare in modo più coordinato e soprattutto più intelligente. Grazie.

Presidente - Grazie, collega Bertin. La parola al collega Marquis.

Marquis (SA) - Evidentemente ho ascoltato con attenzione gli interventi che si sono succeduti, credo che questa sia una materia estremamente importante. Si parla di turismo, è l'attività principale che connota la nostra regione, è quella che la caratterizza maggiormente. Credo che questo sia dovuto alla nostra storia, alla nostra tradizione, all'attrattività della nostra regione, che è una regione alpina e che ha avuto modo, nel tempo, di sviluppare questa sua forza, questa sua capacità di attrazione verso il turista. È un turismo che ci caratterizza per una grande offerta invernale, abbiamo delle grandi stazioni, abbiamo delle stazioni che sono state infrastrutturale, credo che le infrastrutture di primo piano ci contraddistinguano rispetto a tante altre realtà. Abbiamo la montagna, le alte vie, sono tutte attrattività di estremo interesse per un settore che continua a evolvere. Evolvono le richieste da parte della clientela, anche il tipo di modelli e di abitudini dei frequentatori che vengono a trascorrere le loro vacanze nella nostra regione. È un turismo, quindi, che evolve, che si internazionalizza sempre di più, che in questi anni è stato caratterizzato per un aumento degli arrivi, delle presenze straniere con un calo della permanenza, ma questa, tra l'altro, è una connotazione di tutte le realtà turistiche. Cambiano i modi e le abitudini anche di vita e di fare trascorrere le vacanze. Nel nostro turismo è la sintesi, credo, di quello che riusciamo a offrire come territorio. Quando parliamo di turismo, all'interno dobbiamo capire che c'è tutta l'offerta dell'agricoltura, della cultura con tutti i suoi aspetti e i beni che sono una ricchezza per il territorio, l'enogastronomia, l'offerta sportiva.

Ecco, io credo che trattasi di un'offerta integrata. Gli ingredienti ci sono tutti, chiaramente bisogna seguire le evoluzioni del mercato e probabilmente bisogna quindi anche innovare le strategie dal punto di vista del marketing. Dobbiamo sempre essere all'avanguardia, perché diversamente si rischia di perdere delle quote di mercato che sono importanti. Oggi il turismo in senso stretto, per quanto attiene la componente alberghiera, la ricettività, la ristorazione, già solo in modo diretto vale il 10 percento del valore aggiunto. Poi c'è tutto ciò che ne deriva a livello indiretto, perché si mettono in moto anche tutta una serie di attività che sono correlate a quella principale. Quindi noi come Stella alpina siamo consapevoli della forza di questo settore, è un settore sul quale non ci si può fermare, bisogna stare al passo con i tempi, bisogna essere pronti e reagire. Oggi, considerati i tempi che ha l'economia, per porre in essere delle richieste sostanzialmente nuove che sono quasi quotidiane, bisogna sempre essere attenti e evoluti nell'offerta che si cerca di rappresentare. Quindi credo che tutti siamo consapevoli che bisogna cercare di fare sistema perché questo credo che sia la parola d'ordine, fare rete fra tutte le componenti che sono in grado di dare del valore aggiunto sotto questo profilo e quindi impegnarci in questa direzione. Poi su quale sia la forma, che si tratti di società pubblica, mista, questi sono tutti aspetti su cui si deve ragionare e fare le giuste valutazioni, però ritengo che sia imprescindibile riuscire a ragionare in un'ottica collettiva, in un'ottica globale perché è solo ragionando in questo modo che si riesce a incrementare con delle ulteriori sinergie la nostra forza e sostanzialmente la valenza della nostra attrattività territoriale.

Presidente - Grazie collega. Altre richieste di intervento? La parola in discussione generale all'Assessore Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Grazie.

Non so se è la stessa procedura nell'ordine del giorno così come per gli altri punti, ma vorrei proporre delle modifiche, quindi a scanso di equivoci, intervengo in discussione generale. Marquis e Restano hanno già avuto modo di intervenire, a nome della maggioranza, per dire quanto il tema sia di vitale importanza per noi. Ora se vogliamo da un lato, sono anche contento di come sono state presentate le varie posizioni. Per essere credibili, non possiamo immaginare che quando le cose vanno bene per coloro che sono al governo è tutto merito del governo oppure - faccio la lettura contraria - quando siamo all'opposizione, quando le cose vanno male è tutta colpa del governo. C'è una serie di concause. Generalmente quando le cose vanno bene queste sono figlie di un impegno di tutti e ovviamente ci sono poi dei fattori esogeni che sono indipendenti come la meteo, sicuramente questa estate siamo stati particolarmente favoriti da una meteo adeguata.

Ora, vedete, proprio analizzando i dati ma non con l'obiettivo di considerare questi dati figli di un'attività dell'amministrazione regionale, ma dati che sono figli di un impegno di tutti, abbiamo avuto un record di presenze. Molte volte poi ci siamo confrontati per capire se queste presenze costituiscono anche volume d'affari, perché potremmo avere più presenze ma meno corrispettivi nel registratore di cassa.

In questi giorni abbiamo avuto modo insieme al presidente anche di fare un minimo di compte rendu delle attività sugli impianti a fune. Abbiamo sicuramente un'attività che ci ha portato a una chiusura del periodo invernale - nonostante una carenza di neve - sostanzialmente con un pareggio, ma abbiamo avuto un'estate dove l'attività degli impianti a fune ha dato dei risultati decisamente positivi. E questo, grazie a un prodotto nuovo, che ovviamente ha riguardato la mountain bike e le passeggiate in quota, creando valore aggiunto. Quindi quelle presenze hanno generato un volume d'affari. Sarebbe troppo facile parlare di Skyway ma ovviamente gli obiettivi che erano stati posti di avere almeno 150 mila ingressi sono stati largamente superati, perché le presenze sono state 170 mila. Allora in un'azione corale tutti possono mettersi la medaglia del successo. Tante volte abbiamo avuto modo di condividere - prima con il collega Viérin, oggi con la collega Rini - l'importanza del turismo culturale, il successo dei siti, le affluenze. Tutto questo non per dire che le cose sono state fatte in modo straordinario, anzi abbiamo avuto modo di fare e facciamo autocritica, c'è tanto da fare, ma partiamo con dei numeri importanti. Non siamo in un luogo isolato, cioè io vi ho parlato delle presenze che sono in aumento ma, riducendosi il periodo medio, gli arrivi sono stati record rispetto a tutte le stagioni.

Quindi, da questo punto di vista, se è vero che ci sono delle criticità, la forza della Valle d'Aosta è tale per cui i turisti vengono. Ora, per tornare ai nostri ordini del giorno, io vi chiederei uno sforzo, un'intesa per una proposta: essendo che i temi sono non dico analoghi ma hanno dei punti in comune, chiedo di concentrare la nostra attenzione sull'ordine del giorno n. 12, dove se facciamo un ritocco nell'impegno l'ordine del giorno diventa assolutamente condivisibile. In particolare nell'impegno dopo l'inciso "entro il primo semestre del 2016" che va bene come arco temporale si aggiunge "di un soggetto a partecipazione mista pubblica e privata". Ora utilizzare questa dizione vuol dire che abbiamo già in testa un modello.

Proprio andando in provincia di Bolzano, abbiamo avuto modo di vedere che sono tornati indietro e l'ente che hanno individuato è totalmente pubblico. Ora, pur essendo pubblico, hanno trovato dei meccanismi per coinvolgere il privato. Per cui, non precludendo e non anticipando delle decisioni che in questo semestre andremo a definire, chiederemmo di togliere quell'indicazione che, torno a dire, è puntuale, quindi "di un soggetto che si occupi della promozione verso l'esterno dell'immagine coordinata e corretta della nostra regione al fine di favorirne principalmente lo sviluppo turistico". Dopodiché vi chiediamo di interrompere il periodo, perché chiaramente se voi mi scrivete "evitando le sovrapposizioni, gli sprechi e le frammentazioni attualmente esistenti" io posso non essere particolarmente d'accordo, nel senso che l'organizzazione attuale è figlia di una situazione che è stata data nel tempo e, quindi, non andrei a indicarla come spreco: è figlia di un tempo che, convengo con voi, oggi possiamo immaginare di superare.

Dicendovi questo vi chiederei se è possibile ritirare l'ordine del giorno n. 13, perché l'ordine del giorno n. 13 parla dell'Office e sotto alcuni aspetti va a introdurre un'indicazione dove andiamo a inserire nella pubblica amministrazione - ma nello specifico nell'assessorato - un'attività che molte volte gli stessi albergatori ci hanno detto che forse sarebbe meglio farla in un modo più privatistico, con delle logiche di altro genere. Ora credo che quando si andrà a studiare il soggetto che si occupa della promozione, bisognerà gioco forza occuparsi anche dell'informazione dell'accoglienza anche perché questi settori sono in parte sovrapponibili. Organizzare un concerto o una manifestazione è accoglienza o è promozione? La pubblicazione di materiale è promozione o informazione? Vedete che in questi anni, per tante iniziative, proprio in virtù della collaborazione fra strutture e in virtù della riforma di unificazione delle varie AIAT, è stato consentito pur in una ristrettezza delle risorse di fare delle azioni comuni. Quindi non tanto perché non meriti l'ordine del giorno n. 13, ma perché lo riteniamo incorporato nell'ordine del giorno n. 12. Rispetto all'ordine del giorno n. 25, sicuramente questo ente potrà essere costituito con una legge, quindi sicuramente ci sarà - a nostro modo di vedere - in questo semestre la costruzione di un disegno di legge che, al di là del tecnicismo, sarà la legge di riferimento per il comparto turistico. Vi anticipo che parallelamente a questo disegno di legge ce ne sarà sicuramente un altro che riguarda il marchio, nel senso che oggi penso che tutti possano constatare che anche lì, in virtù di queste esperienze passate, abbiamo avuto una proliferazione di marchi. Non è patrimonio solo nostro, ci siamo confrontati con il Trentino, ci siamo confrontati con il Sud Tirolo, ovunque è accaduto questo percorso. Ma oggi quello che è importante è avere un marchio - lo abbiamo definito un marchio ombrello - dove far convergere tutte le iniziative. A quel punto, tutti coloro che sono dotati di particolari e di specifiche funzioni possono esercitare la loro azione nella convinzione di essere funzionali a un progetto sovrano, per cui l'attività culturale, l'enogastronomia, l'artigianato e finanche l'attività industriale sono riconducibili ad un messaggio univoco che viene dato. Per cui deriva una logica di questo genere, che non sarà particolarmente semplice perché la Valle d'Aosta è vero che è piccola ma ha tutta una serie di campanilismi che sono figli, per carità, di un grande amore e, a volte frammentano l'iniziativa. E quindi la combinata lettura della legge dà delle indicazioni su un marchio ombrello che potrà essere declinato con tutte le varie componenti e con l'ente di promozione, che è funzionale. I colleghi che sono venuti a Trento o che sono andati a Bolzano hanno visto che nella Sud Tirolo marketing piuttosto che nella Trentino marketing c'è proprio una divisione specifica sul marchio. Ci sono diverse persone che si occupano di quello. Ovviamente, questo percorso tornando alla collaborazione con i privati non può essere dell'amministrazione, esibire il marchio deve essere un vanto dell'attività. Il marchio non è patrimonio della regione ma dell'azienda, è qualificante. Là però entriamo in un tema che sarà particolarmente complesso, quello dei controlli e quello della qualità. Non possiamo immaginare che il marchio sia solo un approccio amministrativo dove andiamo a controllare alcune fattispecie ma dobbiamo controllare la qualità. Se vogliamo rifarci al clima che abbiamo nella IV Commissione, - ringrazio ovviamente il presidente per l'attività che ha svolto fino ad oggi - questi dossier possono essere dei dossier che accolgono la collaborazione, il contributo di tutti, dando una risposta ad un settore che oggi costituisce una speranza per l'economia della Valle d'Aosta. Quindi, adesso valutate queste indicazioni, noi vi chiederemmo di concentrare a livello riassuntivo questo ordine del giorno.

Si dà atto che dalle ore 18.38 la presidenza è assunta dal Vicepresidente Follien.

Follien (Presidente) - La parola alla Consigliera Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci, Président.

Sì, riguardo all'ordine del giorno n. 12, noi abbiamo voluto mettere un punto fermo riguardo ad una riorganizzazione che noi riteniamo improcrastinabile. Il fatto che, Assessore, lei ci dica che nel primo semestre del prossimo anno c'è la volontà di arrivare ad una legge quadro che vada a ridefinire quali sono i ruoli, chi fa che cosa e quindi una nuova governance del settore turistico, io credo che non possiamo che accoglierlo con favore. Ci permetta una battuta en passant, finalmente - credo che siano anni che dibattiamo di questi argomenti - finalmente arriviamo a definire un punto fermo importante. Quindi, per quanto riguarda l'ordine del giorno sulla costituzione del nuovo soggetto di marketing, di un soggetto unico che arrivi a coordinare tutte le azioni promozionali che finora sono state delegate a diversi soggetti e che quindi operi un'azione di riorganizzazione, di finalizzazione migliore, di efficacia migliore rispetto all'immagine turistica della nostra regione, credo che possiamo accettare di sopprimere i passaggi che lei ci richiede, fermo restando che per noi la valorizzazione del settore privato - sotto le forme che poi si andranno a definire nel miglior modo possibile - per noi rimane importante.

Proprio per far fare un passo in avanti a questo settore che forse per troppo tempo nella nostra regione, per ragioni diverse che non vogliamo andare a sindacare in questo momento, è rimasto di esclusiva competenza del pubblico. Noi crediamo che queste modifiche possano far crescere il settore e portare la nostra regione a conseguire risultati, per i quali potenzialmente ha tutte le carte in regola. Quindi, in questo senso, noi accettiamo la proposta che ci viene fatta, riteniamo che l'ordine del giorno n. 12 sia chiaro, insomma le premesse ci sembra che siano chiare, siano condivise e quindi siamo d'accordo e sul n. 13, di conseguenza, visto che c'è la disponibilità a varare una legge quadro che ridefinisca tutti i ruoli, lo ritiriamo.

Presidente - La parola al Consigliere Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci, Président.

Sicuramente per unirci alle considerazioni della collega Morelli e per far confluire in un unico ordine del giorno quella che già era una sollecitazione a cui avremmo aderito, aggiungendo la parte che noi abbiamo proposto di una proposta di riforma per il rilancio dell'industria turistica. Solo una puntualizzazione. Noi non volevamo venire in Consiglio a fare un dibattito sul turismo. Altrimenti avremmo scritto nel documento quello che noi immaginavamo per il futuro del turismo in Valle d'Aosta. Non è così. Tra l'altro, nelle prossime settimane l'UVP presenterà un disegno di legge con le proprie idee sul rilancio turistico della Valle d'Aosta che sarà spunto, a questo punto, per un dibattito che si apre oggi con l'accoglimento di questo ordine del giorno.

Diciamo questo perché su tutti gli ordini del giorno che noi abbiamo presentato, al di là del tema puntuale o della linea di indirizzo, abbiamo evitato di entrare troppo nel merito delle nostre sensibilità, per lasciare il dibattito aperto e far convogliare all'interno dell'idea condivisa le varie sensibilità che possono venire da più parti. Sicuramente la questione del nuovo soggetto misto per la promozione, l'ente di promozione, è una delle idee, ma noi pensiamo che ci possano essere anche altri spunti, ecco, perché quando noi parlavamo di riforma per il rilancio era inteso al di là di una legge che noi gradiremmo dicesse, all'articolo n. 1, che la Valle d'Aosta è una regione a vocazione turistica. È forma che diventa sostanza, è qualcosa che può già essere un buon inizio e poi, all'interno, inserire tutte le previsioni.

Quindi sicuramente accogliamo questo invito a far confluire i due ordini del giorno e ripetiamo che gli spunti che ognuno di noi ha, al di là delle considerazioni sull'evoluzione del turismo, sono spunti interessanti ma che non si possono esaurire in mezz'ora di dibattito qui in Consiglio, perché presuppongono approfondimenti - al di là delle visite di approfondimento, di tutti i dibattiti che ci sono stati - per portare le sensibilità di ogni gruppo all'interno di una legge, di una riforma - che sia poi legge o che siano norme o che siano novità - che possano tenere in conto le sensibilità di tutti. Grazie.

Presidente - Grazie. Allora colleghi, solo per riepilogare. Gli ordini del giorno 13 e 25 vengono ritirati e confluiscono nell'ordine del giorno 12 il cui...no. La parola al Consigliere Viérin.

Viérin L. (UVP) - Vorremmo interpretare le proposte dell'Assessore Marguerettaz. L'Assessore Marguerettaz ha chiesto di partire dall'ordine del giorno numero 12 come testo base e di far ritirare il 13 e di far confluire l'impegnativa dell'ordine del giorno 25 all'interno del 12, se non abbiamo capito male. Se è così sicuramente la nostra proposta è accettata anche perché l'unica impegnativa è quella di una riforma turistica. Non la ritiriamo, anzi la facciamo confluire all'interno dell'ordine del giorno del gruppo ALPE che condividiamo appieno.

Presidente - La parola all'Assessore Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Dei tre ordini del giorno si chiedeva di votarne uno, ma non tanto sommando i vari impegni perché noi riteniamo che l'impegno, così come descritto nel punto 12 emendato, sostanzialmente sia, al di là delle espressioni lessicali che non voglio mortificare - sono anche d'accordo per chiamarla industria turistica, - ma sono sufficientemente chiaro prendendo l'impegno e togliendo quei due punti. Quindi riteniamo che quella possa essere riforma e quindi la proposta per non essere frainteso, non è di inserire l'impegno del punto 25 in calce al punto 12, ma votare il punto 12 emendandolo e considerando quell'impegno come un impegno a proporre e a condividere un percorso, che coinvolgerà ovviamente la commissione, per un disegno di legge che consideriamo la riforma del sistema turistico.

Presidente - Grazie. La parola al Consigliere Viérin.

Viérin L. (UVP) - Sì, siamo noi che ci scusiamo, ma abbiamo sempre un po' di difficoltà quando l'Assessore Marguerettaz fa le proposte perché nella sua proposta c'era il ritiro del numero 13 e il far confluire la nostra proposta di riforma all'interno del numero 12. Ma va bene lo stesso, insomma. Va bene perché già nella confusione che regna almeno qualcosa speriamo si possa fare. Quindi noi siamo già soddisfatti che qualcosa si possa leggermente muovere da quelle parti. Quindi noi a questo punto effettivamente presenteremo la nostra riforma turistica che sarà una riforma turistica del gruppo UVP, che è in fase di elaborazione, anzi di conclusione, di affinamento, e aspettavamo di vedere se c'era una volontà di condivisione su questa questione, ma se pensate, o meglio se oggi effettivamente questa è l'unica riforma che voi accettate di portare avanti, probabilmente secondo noi non sarà sufficiente.

Però se questa è la linea, noi ripetiamo, noi la condividiamo appieno, quindi voteremo con convinzione questo ordine del giorno e parallelamente, visto che non c'è la volontà di accettare una riforma condivisa del turismo da discutere tutti assieme, presenteremo la nostra riforma. Grazie.

Presidente - Quindi, Consigliere Viérin, il gruppo UVP ritira l'ordine del giorno numero 25? Era solo per conferma. Mettiamo in votazione l'ordine del giorno 12 emendato. Votazione aperta. Colleghi votate. Votazione chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 35

Favorevoli:35

Il Consiglio approva all'unanimità.

Passiamo ora all'esame degli ordini del giorno 9 e 26 che, come precedentemente annunciato anche dal Presidente del Consiglio, verranno trattati con una discussione generale unica e con due votazioni distinte. Chi è che vuole procedere a illustrare? La parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì grazie Presidente. Abbiamo...

Presidente - La parola al Consigliere Viérin.

Viérin L. (UVP) - Scusi Presidente solo per capire la logica dell'accorpamento di questi due argomenti che sono completamente diversi. Cioè al di là del fatto che il 9 effettivamente è sulle partecipate, ma nel merito l'ordine del giorno numero 26 non ha nulla a che vedere con la questione delle partecipate- e poi l'illustreremo -, ma sono argomenti completamente diversi.

Poi non entriamo nel merito, abbiamo sentito che la Presidenza ha fatto le sue valutazioni. Nell'accorpamento probabilmente non si è letto fino in fondo quello che c'era scritto e si è così tirato un po' i numeri, però questo accorpamento sinceramente, rispetto a altri che avevano una logica, non ha nessun senso di esistere.

Presidente - Mi era stato comunicato che era stato chiesto ai proponenti e che andava bene. Effettivamente, viste le motivazioni, trattiamo separatamente i due ordini del giorno. Cominciamo con la trattazione dell'ordine del giorno numero 9. La parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì grazie, Presidente.

Proprio un anno fa discutemmo una modifica importante per noi all'interno della finanziaria. I colleghi dell'UVP avevano presentato un emendamento da noi sostenuto che creava le condizioni per una potenziale possibilità di mobilità dal comparto unico regionale verso l'azienda USL e verso tutte le società partecipate, controllate direttamente e indirettamente. Quindi politicamente si discusse ed era importante creare, diciamo, questa nuova strada, questa nuova via. Cioè il Consiglio approvò tale proposta e si decise di aprire questa opzione, questa porta, queste "briglie", no, di valorizzare e creare le condizioni per una possibilità di mobilità del personale del comparto unico. Quindi per i tremila dipendenti pubblici del comparto regionale più tutto, diciamo, il facente funzioni degli enti locali si era prevista la possibilità di mobilità del personale.

Era importante questa premessa perché avevamo aperto una nuova strada: vista la centralità che ricoprono le società partecipate regionali nel nostro tessuto socio-economico; viste anche le discussioni, non solo degli ultimi mesi; visto che la legge n, 7, oltretutto del 2006, dà la possibilità a questo Consiglio di indirizzare, dal punto di vista strategico, i programmi previsionali di tali società; visto e considerato che, a livello nazionale, si è legiferato in materia: la legge Madia a oggi non ha ancora i rispettivi decreti - io preferisco chiamarle delibere attuative, ma dal punto di vista giuridico non è corretto -, ma si capisce bene, cioè una volta che il legislatore ha approvato la cornice poi bisogna dargli corpo e gambe e decidere di dare corso alla decisione degli indirizzi del legislatore.

Questo nostro ordine del giorno, viste le premesse, va in una duplice direzione. In II Commissione non abbiamo audito tutti perché non ne abbiamo avuto tempo, ma diverse volte li abbiamo incontrati e abbiamo riscontrato la necessità che hanno tali società di utilizzare magari il personale pubblico, il personale regionale. Cito un esempio, il direttore generale di Finaosta - viste le incombenze a livello statale della Madia, le modifiche fatte negli ultimi mesi, negli ultimi anni -, ci ha evidenziato la necessità di personale qualificato all'interno della sua società. Questo ordine del giorno cosa dice in più rispetto all'emendamento che fu approvato dal Consiglio un anno fa? Ma, cerca di fare un passo in più, quindi impegna il Governo regionale, entro sei mesi, - se poi sarà entro otto mesi va bene lo stesso -a prevedere che si ricorra, anche con figure apicali del comparto unico regionale, alla copertura di posti vacanti o che risultassero necessari nell'organico di tutte le società partecipate e controllate, direttamente o indirettamente, per il tramite di Finaosta.

Questo ordine del giorno indubbiamente si collega a quello che abbiamo discusso ieri sera, quando abbiamo proposto al governo regionale, alla maggioranza, di ridurre le strutture dirigenziali. Abbiamo ritirato quell'ordine del giorno, a seguito di un impegno politico del Presidente ma proprio in virtù anche di questo ordine del giorno, il numero 9, dove diciamo - e cerchiamo di scriverlo nero su bianco - "valorizziamo le figure apicali di concorso, di carriera che ci sono all'interno dell'amministrazione regionale e possibilmente prevediamo di ricoprire nuovi posti all'interno delle società partecipate e controllate", viste le incombenze, viste le necessità e vista anche la complessità comunque non solo della loro governance ma, del loro ruolo in questo momento importante. È questo il primo volet, il primo punto.

Il secondo punto invece è volto "ad intensificare quella che è l'azione di riorganizzazione e di ridefinizione della disciplina di tutte le società a partecipazione pubblica". Ce lo siamo detti nelle scorse settimane di non aspettare i decreti che probabilmente saranno "scaricati" a livello nazionale ma di decidere noi, in quanto regione, le azioni da mettere in campo per potere semplificare riorganizzare e rendere più performanti le società controllate e partecipate.

Ecco, questa è un po' la filosofia di questo ordine del giorno, cioè, primo: diamo gambe e corso a quell'emendamento approvato l'anno scorso e secondo: andiamo a intensificare invece le azioni che vi dicevo poc'anzi. Grazie.

Presidente - Grazie. Se non ci sono interventi, chiudiamo la discussione generale. La parola per la replica al Presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - Il collega Chatrian ha ricordato la discussione di ieri su questo tema laddove, per quanto riguarda le figure apicali, avevamo spiegato che la ristrutturazione appena fatta, che aveva comportato una riduzione importante di figure apicali, ha assolto a un problema di riorganizzazione momentanea abbastanza ampio e quindi non riteniamo che a breve ci saranno figure apicali in esubero. Voi avete correttamente ripreso la decisione che era stata adottata, visto che esiste quell'emendamento che ha dato la possibilità di far circolare il personale.

Ora, il modo con cui viene presentato l'ordine del giorno, che dà come imput il prevedere che si ricorra a quella modalità, - cioè dire "guarda che tu devi prendere quel personale lì" -crediamo che in questo momento sia un po' una forzatura, soprattutto per le figure apicali, e spiego il perché. Anche se probabilmente nel discorso sulle partecipate, nella sua totalità, può starci perché posso prendere non solo figure apicali, ma anche altre figure, i D, gli ottavi livello, che possono essere in qualche modo spostati per vie più facili. Ma sulle figure apicali credo che ci sia all'interno di Finaosta una serie di posizioni che richiedono a volte delle figure particolari che non si ritrovano necessariamente nell'organico dell'amministrazione regionale. Cioè dico, è vero che se ho bisogno di un ingegnere prendo un ingegnere dei lavori pubblici, ma se c'è un ingegnere che va bene ai lavori pubblici non vedo perché lo devo mandare in Finaosta, e così per altre figure.

Noi non riteniamo che a oggi sia maturo questo tipo di indirizzo. Quindi chiaramente non è che possiamo dire a Finaosta: "tu se devi prendere questo, prendi in Regione" se non ci sono figure disponibili; oppure se c'è un ruolo importante da ricoprire, a meno che non ci sia una decisione volontaria di dire "io chiedo di andare di là" dopodiché si valuta, per carità. Questo è un altro discorso. Ma da come è impostato questo tipo di impegno, secondo noi va oltre le attuali possibilità. Diverso è dire "intensificare l'azione, riorganizzazione e ridefinizione della disciplina delle società partecipazione a pubblica", abbiamo già detto che siamo dell'avviso che questo si possa fare. Quindi, se si toglie la prima parte, sul resto noi siamo disponibili.

Sulla prima parte non è che non siamo d'accordo, perché il primo punto rafforza solo - come ha detto il collega - la posizione che era già stata vista con la possibilità che avevamo individuato di mobilità del personale del comparto unico. Però, capisce, diverso è "personale nel suo insieme nel comparto", che comprende di tutto, invece qui si dice "le figure apicali" che è altra cosa, che è molto più difficile e non riteniamo oggettivamente - poi può starci, nel comparto ci può stare anche l'apicale che viene spostato o che lo chiede - di dire: Finaosta per avere personale deve prendere quello apicale della Regione.

E francamente è difficile da abbinare questa combinazione. Ecco questa è la ragione per cui o viene emendato... però siamo già oltre la discussione, quindi, anche se condividiamo il secondo, ci asteniamo sull'insieme della risoluzione.

Presidente - Grazie. La parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Il Presidente ha colto lo spirito con cui abbiamo redatto questo ordine del giorno, coscienti che il punto 1 poteva ledere leggermente, forzare la mano. Però la buona intenzione di un anno fa ha dato pochi risultati, pochi in ordine di grandezza. Solo con le buone intenzioni, sovente, "non si muove la classifica" da un punto di vista generale. Lei su questo probabilmente è anche d'accordo, è un inizio di un percorso e sapevamo che, con il fatto di prevedere quanto indicato al punto 1, si faceva un passo in più. Noi riteniamo che questa, quanto meno, sia la strada dei prossimi anni; lei, ancora ieri sera, ci diceva "abbiamo fatto il possibile a ridurre 12 strutture su 130 circa e non è stato semplice", immagino per tutta una serie di ragioni, anche di situazioni di natura personale e non solo.

Io penso, noi pensiamo come gruppo ALPE, che ogni tanto ci sia da parte nostra, anche di chi amministra, la difficoltà a far capire - permettetemi il passaggio - al comparto tutto che quel "mondo 2010" non esiste più per nessuno e forse, se vogliamo, con meno risorse, far stare a galla questo sistema, questo modello, tutti dobbiamo non fare un passo indietro ma un passo avanti. Quel mondo lì non esiste più e se vogliamo riformarlo, se vogliamo integrarlo, se vogliamo innovarlo tutti dobbiamo metterci del nostro e capire che certe cose non potranno più esistere.

Questa era l'intenzione di questo nostro ordine del giorno, al di là ancora di Finaosta. Ho citato Finaosta perché il direttore ha fatto l'esempio, potrei farne un altro. Chi ha una qualifica dirigenziale dovrebbe avere le capacità di dirigere una struttura e sovente dirigere una struttura significa dirigere altre persone, che è la parte più delicata, più difficile. Uno può essere nel suo campo un ottimo ingegnere, un ottimo architetto, un ottimo economista e lavorare 14 ore al giorno, ma la figura del dirigente è tutta un'altra cosa. E sappiamo le difficoltà nel dirigere e accompagnare altre persone, sono aspetti che oltretutto conosco e ho conosciuto in prima persona, quindi sicuramente non è semplice.

Però l'envergure di questo ordine del giorno era di dire...citavo prima il secondo esempio, Presidente Rollandin, noi quando abbiamo udito l'ex consiglio di amministrazione della Monterosa...si è parlato di una figura, di un direttore generale, di un apicale: seguendo il nostro ragionamento, perché non valorizzare delle persone che comunque hanno anche un certo skill, (traduzione letterale: talento, capacità) un certo peso all'interno dell'amministrazione? Che hanno diretto...sì che è possibile, ma se fosse possibile porteremmo a casa due risultati, in un'unica soluzione.

Uno: non andremmo ad aggravare di ulteriori spese la Monterosa, cito un esempio, perché fa parte già del comparto - giusto? - fa già parte del comparto pubblico all'interno dell'amministrazione.

Due: si potrebbe magari utilizzare delle persone, delle figure super apicali che sanno dirigere magari 200 persone, come nel caso della Monterosa.

E allora, difficile è difficile, però perché non provarci? Accettiamo la sfida e forse affrontiamola. Questo era lo spirito del nostro, del nostro ordine del giorno. Noi lo manteniamo questo spirito, Presidente Rollandin, ha capito perfettamente qual è la traccia di questo emendamento. Abbiamo capito anche il limite, però gli esempi che ho portato, che abbiamo portato, vanno in quella direzione. Proviamoci. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al Consigliere Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Ma solo per una precisazione. Credo che l'emendamento - adesso non sono riuscito a tirare fuori l'elenco degli emendamenti rispetto alla legge finanziaria dell'anno scorso - fosse un emendamento nostro del Pd, quello che è stato aggiunto rispetto alla possibilità di mobilità.

Solo per precisare che la mobilità può avvenire con distacco e comando, perché i meccanismi di assunzione diretta, cioè di mobilità tra il comparto unico e le partecipate, presuppongono comunque un sistema diverso. È il motivo per cui noi l'anno scorso avevamo indicato la modalità del comando e del distacco. Il distacco avviene con pagamento diretto della retribuzione da parte dell'ente cedente, il comando comunque presuppone il riconoscimento delle condizioni di partenza. Questo solo per dire che anche nel caso in cui si ritenesse di sostituire figure apicali o lavoratori non è possibile farlo. Allo stato attuale, tra l'altro, credo che manchino anche le direttive sindacali, non è possibile farlo direttamente, E lo dico proprio da convinto sostenitore di una mobilità il quanto più possibile ampia all'interno sia degli enti direttamente sostenuti dalla Regione e sia delle partecipate regionali. Questo solo per precisare. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci, Président.

Io penso che il collega Guichardaz abbia fatto bene a precisare alcuni passaggi obbligatori, per cui è assolutamente condivisibile che non sia possibile effettuare una mobilità tra un comparto e un settore privato, come può essere quello delle partecipate, perché è un altro contratto. Ma è assolutamente possibile il discorso del comando. Questo era lo spirito con cui è stata approvata la legge lo scorso anno. Quella legge è rimasta lettera morta perché non è mai stato fatto nessun tipo di incontro con le relazioni sindacali per provare a creare i presupposti per questo. Ora, per quanto ho capito, probabilmente non verrà votato questo ordine del giorno. Però io penso che sarebbe utile - da parte del governo regionale e anche del collega Guichardaz, che ha sostenuto con noi questa battaglia - che ci fosse un impegno immediato ad attivare quei tavoli, in modo che si possa rendere efficace questo tipo di comando, perché non si può fare mobilità. Su questo ha ragione, ma il comando si può fare dopo un'intesa, che chiaramente riguarda anche le parti sindacali. E poi io chiederei magari tra sei mesi di provare a capire qual è l'effetto di questo...perché la norma rimane, se ho capito bene. Per cui la possibilità rimane. Se la possibilità c'è, che non sia uno zero in tabella, dove ai buoni propositi non corrispondono gli atti. Va fatto questo tavolo, vanno fissate queste regole, ma soprattutto poi va utilizzato questo personale, va effettivamente data la possibilità di transitare in comando. Lo dico perché con un bilancio regionale, con un bilancio dei Comuni...perché attenzione, io parlo anche di comparto, perché non dobbiamo solo fossilizzarci sui dipendenti regionali, ci sono anche i dipendenti degli enti locali perché comunque il comparto è anche questo. Che ci sia la possibilità di utilizzare il personale di comparto quando le risorse a disposizione - parlo di enti locali e parlo di Regione - sono dimezzate, mi pare un'azione di buon senso.

Capisco come ha detto lei, Presidente, che ci sono difficoltà a fare della riorganizzazione sui grandi numeri ma qua nessuno perde il posto di lavoro. Si utilizza esclusivamente del personale, personale qualificato, personale preparato - può essere dirigente o può essere personale dipendente non dirigente - ma va utilizzato in queste società che, fra l'altro, Presidente, come lei ben sa, dall'anno prossimo transiteranno nel bilancio regionale, per cui non ci sarà molta differenza se i costi verranno contabilizzati o direttamente dalla Regione o da una società che transiterà nell'anno prossimo nel bilancio. Costi saranno. Grazie.

Presidente - Grazie. Possiamo mettere in votazione l'ordine del giorno? Votazione aperta. Votazione chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 14

Favorevoli: 14

Astenuti: 21 (Baccega, Bianchi, Borello, Donzel, Farcoz, Follien, Fontana, Fosson, Guichardaz, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Testolin e Marco Viérin).

Il Consiglio non approva.

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno 26, presentato dai colleghi dell'UVP.

Presidente - La parola al Vicepresidente Rosset.

Rosset (UVP) - Grazie, Presidente.

Semplicemente per illustrare questo ordine del giorno. Un argomento che è affrontato da diversi anni, spesso è stato portato in quest'aula; non vado ad elencarle tutte, ma mi ricordo una mozione dell'ottobre 2013 - quindi, già da qualche anno - ha portato poi ad affrontare, con delle riunioni, un disegno di legge, l'ho citato anche ieri nel mio intervento.

Sulle partecipate va fatta una riflessione, riteniamo che avere un minimo di trasparenza sia un'opportunità importante per l'indotto locale, per dare segnali di benefici, di costi. E quindi l'orientamento è un po' questo, che porta a un impegno, da parte del Governo regionale, a concludere quell'iter che da tempo è già stato affrontato con una commissione specifica e quindi, portarlo al compimento entro l'anno, in modo che, nel primo Consiglio del 2016, si possa, finalmente, arrivare a conclusione di quel disegno di legge che porrebbe tutta una serie di proposte che andrebbero nell'ottica di dare quell'opportunità importante a queste società. Quindi, l'ordine del giorno ha questa valenza: chiudere l'iter di questa proposta, che da diversi anni è al tavolo di concertazione. Grazie.

Presidente - Grazie. Apriamo la discussione. Ci sono colleghi che vogliono intervenire? La parola al Consigliere La Torre.

La Torre (UV) - Grazie, Presidente.

L'intervento anche pacato del collega in qualche modo induce ad intervenire, essendo il Presidente della Commissione. Innanzi tutto, le cose sono andate esattamente come ha descritto, e cioè c'è stata da parte di tutte le forze politiche una grande collaborazione in commissione- quindi, veramente tutti, nessuno escluso -, dove si è cercato, attraverso una serie di passaggi, di arrivare sempre di più ad una condivisione, cercando la condivisione massima. È chiaro che magari il 100 percento di condivisione non sempre si riesce a ottenere, però credo che i lavori per come si sono svolti abbiano raggiunto, già oggi, un 80 percento di condivisione. Credo che, poi oggi - anche parlando con i colleghi del PD, che hanno vissuto le due fasi della commissione - anche, addirittura, con gli emendamenti, che in qualche modo con il Consigliere Guichardaz e il Consigliere Marquis stiamo portando avanti, c'è una volontà, evidentemente di chiudere in tempi stretti, come voi chiedete, il lavoro sulle partecipate anche perché, è emerso all'interno del dibattito anche di oggi, l'importanza che hanno queste società e quindi, in qualche modo, credo che sia, per lo meno...poi sarà il Governo che deciderà.

Io voglio sgombrare il campo, come presidente della commissione, poi sarà il Governo che deciderà. Se c'è questa volontà, se voi ci chiedete...per quello che riguarda la presidenza della commissione, io credo che anche da parte nostra ci sia una disponibilità, - collega Marquis, collega Guichardaz -, penso che, realmente, veramente in tempi brevissimi - quando ci si dice entro la fine dell'anno -si possa fare, anche con due sedute un po', come dire, importanti di qualche ora, credo che noi possiamo raggiungere tranquillamente la conclusione dell'iter di questa legge e portarla al primo Consiglio del 2016. Quindi, per quello che riguarda la commissione, la commissione è a disposizione e ce la può fare. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Si, grazie Presidente.

Non ci sono grandi cose da aggiungere, quindi non facciamo perdere tempo all'aula, per annunciare il nostro sostegno a questo ordine del giorno proposto dai colleghi. Il punto 1 è molto chiaro, scritto molto bene, diretto, e rappresenta, assolutamente, il nostro pensiero, il pensiero del gruppo, quindi "introdurre le medesime norme utilizzate dalla pubblica amministrazione, in merito all'introduzione dell'affidamento dei lavori, forniture, beni e servizi".

Per quanto riguarda il secondo, mi unisco alle proposte del Presidente La Torre, proprio, sia come tempi, che poi come contenuti. Ci sono ancora due o tre cose da definire e ogni gruppo avrà la possibilità di portare all'interno della commissione non le sue sensibilità ma le sue proposte, sul tavolo, tranquillamente, nero su bianco, e poi trovare una condivisione che vada, assolutamente, a tracciare il percorso che da tanti mesi auspichiamo. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al Consigliere Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Io vorrei fare un distinguo, perché, se è vero che bisogna fare presto per fare un testo di legge che riguarda la riforma delle partecipate, non vorrei però che il fare presto venga considerato un metodo sbrigativo per dire: "abbiamo fatto qualcosa e facciamo magari passare una cosetta che è una cosetta comunque importante e ci dimentichiamo tutto il resto".

Perché assieme alla necessità di introdurre delle procedure che siano chiare - cioè, io, se sono dirigente di una partecipata non posso telefonare e affidare una fornitura di centinaia di migliaia di euro per telefono senza neanche una lettera, questo è chiaro-, c'è un'altra esigenza.

C'è l'esigenza anche di andare a toccare la selezione del personale e quindi introdurre dei criteri per la selezione del personale che viene assunto nelle partecipate. Sappiamo adesso perché non ci danno i nomi delle persone assunte al Casinò e al CVA, perché tutti i nomi sono riconducibili a persone, che ricoprono cariche politiche, ecco il perché. È presto spiegato.

E, allora, io non vorrei che finiamo tutto entro fine anno e poi chiudiamo il libro delle partecipate. No, questo non mi sta bene, ci sono tutto un'altra serie di questioni da trattare, e vi porto qualche esempio.

Non ci sta bene che qualcuno, che ha avuto delle condanne penali, vada poi a ricoprire posti nella dirigenza o nell'amministrazione delle partecipate, perché anche questa è una cosa che non va bene.

Non ci sta bene che i politici trombati, recenti e meno recenti, vadano a ricoprire posti di amministratore nei consigli di amministrazione delle partecipate. Ne abbiamo a iosa, li abbiamo anche citati e, tra l'altro, ricordiamoci bene che sono politici, che si prendono la loro pensione, si prendono il vitalizio dalla Regione e si prendono lo stipendio della partecipata che, alle volte, ammonta a centinaia di migliaia di euro.

Quindi, su questo ordine del giorno, il punto 1 va benissimo, ma il punto 2, facciamo in fretta prima di Natale, chiudiamo il libro, non va bene. Quindi, io annuncio l'astensione su questo ordine del giorno, non perché non ci sia qualche cosa che va nel senso di migliorare le cose, ma perché non vorrei che ci fosse il solito inghippo della serie: "cerchiamo di fare gli affidamenti delle forniture bene e poi ci ficchiamo sempre dentro i nostri, un po' a turno: uno a me, uno a te" e alle volte, insomma, fa comodo, no?!

Quindi, il vero problema delle partecipate è la trasparenza sulle assunzioni e sull'individuazione della dirigenza e degli amministratori. Su questo, noi vogliamo essere chiari, non condividiamo quello che è successo in Monterosa, non lo condividiamo assolutamente. I politici facciano i politici e stiano fuori dai consigli di amministrazione. Mettiamoci dei manager, delle persone preparate che sappiano risollevare la sorte delle nostre partecipate.

Presidente - Grazie. Ci sono altri interventi? La parola al Presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - Si, grazie Presidente.

Condividiamo lo spirito con cui è stato presentato questo ordine del giorno, tenuto conto che, se non ho capito male, c'è una disponibilità, al di là di quello che diremo, a procedere, comunque con i tempi dovuti, vorremmo solo chiedere di rileggere e vedere se troviamo un accordo.

Qui c'è "introdurre le medesime norme utilizzate dalla pubblica amministrazione" e proporremmo di prevedere, "introdurre norme in merito all'affidamento dei lavori, alla fornitura dei beni e servizi e criteri di selezione delle ditte inviate", togliendo "come criterio da utilizzare all'interno del panorama delle dette società", dicendo, "per rafforzare i principi di trasparenza...", e il resto tutto uguale, successivamente. Perché questo? Perché il discorso delle medesime norme può creare qualche problema nei confronti di una gestione diversa da quella pubblica, "Che ci siano norme di trasparenza"...quindi tutto uguale alla parte vera dell'indirizzo, contenendo solo quel cambiamento lì.

Per quanto riguarda il punto 2, al di là dell'impegno che adesso è stato preso, ritenevamo di concludere l'iter della II Commissione del testo di legge in tempi brevi. Poi se avverrà entro 15 giorni, va benissimo, ma non indicare specificatamente i tempi anche accogliendo le valutazioni effettuate. Quindi, ripeto, sarebbe solo da introdurre "norme in merito all'affidamento", poi tutto uguale: "dei lavori, di beni, di servizi e dei criteri di selezione delle ditte invitate", poi andare "al fine di rafforzare principi di trasparenza" e tutto uguale. E, poi, in fondo, "concludere l'iter in II Commissione di un testo di legge in tempi brevi". Credo che lo spirito sia questo. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al Vicepresidente Rosset.

Rosset (UVP) - Grazie, Presidente.

Brevemente, come ho detto, lo spirito era quello di chiudere questo cerchio, di portare a termine questo argomento che è in discussione da anni. Nessun problema nell'accettare questo emendamento e anche sul fatto di affrontare in tempi brevi, così questo può accontentare anche il gruppo del Movimento 5 Stelle, non accelerando troppo questa azione, e permettere, magari, di affrontare con più serenità l'argomento. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Ma, probabilmente la fretta ci ha condizionato, immaginavamo che ci fosse intenzione da parte del Governo di valutare positivamente il punto n. 1. La trippa è sul punto numero 1, il secondo chiede di essere un po' rapidi. - Come? Sì - Tanto è vero che ho rilanciato la proposta del collega La Torre, dicendo che ci sono degli aspetti che dobbiamo ancora affinare e nel mio intervento, ieri, ho fatto qualche esempio, perché sono situazioni importanti -, dove conosco un po' di più, nella Valtournenche - che stanno andando in direzioni che per noi non sono accettabili.

A questo punto, noi ci riserviamo...perché, nel momento in cui il Presidente Rollandin ci fa la proposta di modificare il punto numero 1, dove la forza del punto numero 1 era quella comunque di inserire l'introduzione "le medesime norme utilizzate dalla pubblica amministrazione"...io chiedo se c'è l'intenzione di fermarsi e fare una Capigruppo. Se c'è l'intenzione, noi siamo a disposizione, se invece...no, io, chiedere è lecito, penso, ma nel momento in cui viene emendato e tolto, "utilizzate dalla pubblica amministrazione"... i proponenti hanno fatto una proposta, la controproposta del Presidente Rollandin...d'accordo, ritiro le mie considerazioni, che ho fatto a voce alta, nessun problema.

Però - solo per non passare per...non dico il vocabolo -, già oggi tutte le società citate in premessa, sottostanno a delle regole del 163, codice degli appalti 2006, tranne CVA, che le sue telefonate le fa direttamente, non solo per centinaia, migliaia di euro, ma anche per qualcosetta di più - collega Ferrero - quindi, nel momento in cui viene modificato, "utilizzato dalla pubblica amministrazione", viene a meno, comunque, l'impostazione del punto numero 1.

Avevo capito che la cosa era già oltre e, quindi, c'era, come dire, la volontà di approvare, così come era scritto, questo ordine del giorno. A questo punto noi ci asteniamo su questo ordine del giorno, perché nel momento in cui ci togliete "utilizzate dalla pubblica amministrazione", le regole sono completamente modificate. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al Consigliere Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci, Président.

Ma, per mettere un po' d'ordine nella discussione, intanto perché noi avevamo capito che era la commissione che si occupava di questo tema, quindi, al di là del dibattito oggi in Consiglio, le linee sono già tracciate. Il Presidente La Torre si è preso l'impegno di concludere l'iter, il Governo ci ha proposto di modificare leggermente le premesse e di togliere, effettivamente, un impegno che poi potrebbe anche rivelarsi, insomma, più realista del re. Se poi non abbiamo i tempi materiali per concludere, perché è lì da due anni, non si capisce perché adesso in 15 giorni...Ma quello che noi volevamo portare all'attenzione di questo Consiglio, l'abbiamo detto in premessa, è semplicemente la richiesta di chiudere questo iter, poi, come si chiuda è, giustamente, facoltà della commissione.

Quindi, tutti i distinguo - in quest'aula, fuori da quest'aula, in commissione - ci sono già stati, ci saranno e ognuno di noi, ogni forza politica apporterà all'interno della commissione la propria sensibilità e si chiuderà l'iter - come ogni volta in cui si parla di una legge condivisa - cercando di tener conto di tutte le sensibilità e su questo dobbiamo rendere onore al Presidente La Torre e alla commissione, perché, se ci sono stati dei ritardi in questo anno, non è stato solo colpa della commissione, ma del fatto di voler chiudere a tutti i costi con una unanimità.

Quindi, al di là di tutto ciò che si può dire qui in aula, per noi l'importante è che ci sia la codificazione dell'iter che si conclude con le premesse, che sono molto importanti per noi, perché il Consiglio codifica quello che già era stato demandato alla commissione con quella risoluzione famosa, che era stata approvata qui in Consiglio.

Al di là di tutto, ci dispiace che non tutti aderiscano a questa iniziativa, ma capiamo che effettivamente e probabilmente il resto del dibattito si farà in commissione, al di là di questa parte di dibattito qui in aula.

Per quanto riguarda le partecipate, noi crediamo che, effettivamente, ci siano dei temi che sono superati, la questione dei pensionati oggi è normata. La questione dei pensionati - ne abbiamo dibattuto tante volte -oggi è normata e diventa, con il decreto del Governo Renzi che viene recepito, un qualcosa in evoluzione, rispetto a quello che già noi avevamo previsto. Abbiamo affrontato la questione dei compensi, la questione della trasparenza, la questione dei tetti massimi, ecco, ogni sensibilità ha cercato di portare la propria esperienza. Oggi, effettivamente, tutti si sono espressi e per noi è giunto il momento di chiudere questo iter.

Ci affidiamo alla commissione, dove quasi tutte le forze sono rappresentate; non è proprio così, ma insomma, è un'ampia commissione, tutti però possono partecipare, tutti sono stati invitati a portare il loro contributo. Se non è fine anno, è l'inizio di gennaio, per noi va bene, sono tempi brevi. Per noi è sufficiente - con l'accordo del Presidente La Torre, qui in aula -, che sia per i primi di gennaio.

Ripetiamo e concludo, per noi è importante che ci sia un impegno formale del Consiglio, perché è il Consiglio che sollecita sé stesso a chiudere un iter che doveva già essere chiuso.

Quindi, personalmente e anzi a nome del gruppo UVP, siamo soddisfatti su questa questione delle partecipate, anche con la logica che, piuttosto che niente, è meglio che, almeno, qualche cosa si faccia e che metta un po' di ordine in questo panorama. Grazie.

Presidente - Grazie. Possiamo mettere in votazione l'ordine del giorno emendato. Votazione aperta. Votazione annullata. Consigliere La Torre, si è alzato, non l'ho visto, non si era prenotato e quindi non le ho dato la parola. Comunque, votazione annullata e la parola al Consigliere La Torre.

La Torre (UV) - Siccome questo è un argomento importante, non a caso, lo abbiamo tenuto un anno e mezzo in commissione, facendo uno sforzo - come è stato detto da qualcuno -, molto faticoso, da parte di tutti, di trovare la massima condivisione, perché su argomenti di questo genere, è importante che ci sia una base solida di convincimento.

Mi sembra di capire che, si era creato un attimo così, di difficoltà. Lo sforzo che stavo cercando di fare...perché io penso che, se togliessimo proprio il punto 1 - ci siamo detti di assumere questo impegno in commissione, di proseguire in tempi brevi, con l'impegno serio di chiudere - anche voi non avreste la necessità di astenervi, perché questo voto di astensione mi dispiacerebbe, visto che fino a oggi, anche con l'ALPE, siamo sempre riusciti, in qualche modo, a procedere.

Quindi, magari, togliendo proprio completamente il punto 1, noi potremmo tranquillamente avere un voto il più ampio possibile.

Presidente - La parola al Vicepresidente Rosset.

Rosset (UVP) - E' vero che l'obiettivo è quello di chiudere il cerchio, però credo che il collega Laurent Viérin sia stato estremamente chiaro nell'affermare che non vuol dire che accettando l'emendamento della Presidenza poi in commissione non si possa avere ampia discussione sui vari criteri. Ci saranno tutte le possibilità che uno vuole. Quindi noi il primo punto comunque lo manteniamo perché è un punto di impegno, impegno di affrontare anche i criteri.

Io non credo che togliere "utilizzata dalla pubblica amministrazione" possa condizionare la risoluzione del disegno di legge che andremo a proporre. Quindi noi manteniamo questo punto e poi se non c'è l'unanimità non è che questo implichi questa grossa gravità. Credo che è un impegno ad affrontare un disegno di legge. Se vogliamo chiuderlo, c'è l'opportunità, c'è la possibilità. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Viérin.

Viérin L. (UVP) - Sì, tanto per capirci è chiaro che se si toglie il punto 1 possiamo rifare l'ordine del giorno, nel senso che è l'unico punto di contenuto che rimane, rispetto a un indirizzo che in commissione già esiste. Se ai colleghi già poteva non piacere il fatto che si toglieva una parola, se si toglie addirittura l'indirizzo, io non so, però lo ha detto bene il collega Rosset. Noi abbiamo semplicemente voluto chiedere la conclusione dell'iter con degli indirizzi ben precisi che vengono codificati e riprendono ciò che oggi è stato dettato in commissione in termini di principio. Grazie.

Presidente - Grazie. La parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Solo per mettere un elemento in più sul tavolo. Riteniamo fondamentale il passaggio inserito dai colleghi in questo ordine del giorno, nel momento in cui si impegna il governo regionale a introdurre le medesime norme utilizzate dalla pubblica amministrazione. Questo è il fil rouge che da sempre abbiamo cercato di portare all'interno di questo Consiglio e nelle Commissioni.

Comunque discuteremo in commissione, approfondiremo in commissione e presenteremo in commissione. Poi - se non ci saranno le condizioni, perché l'idea sarà quella di fare una legge e portarla comunque in aula - ringraziamo il Presidente La Torre che ha comunque cercato e ha capitolo spirito con cui noi affrontiamo un tema così delicato. Quindi la "palla", assolutamente, alla commissione competente, che potrà tranquillamente entrare nel merito e creare le condizioni su cui da un po' di tempo discutiamo, delle quali noi pensiamo che soprattutto le aziende locali abbiano la necessità per avere una pari opportunità nelle selezioni del personale; anche solo ieri mattina abbiamo fatto degli esempi di situazioni che condanniamo: in questo momento tali società non garantiscono assolutamente le pari opportunità ai valdostani. Grazie. E quindi ci asterremo su questo ordine del giorno emendato.

Presidente - Se non ci sono più interventi possiamo mettere in votazione l'ordine del giorno emendato. Votazione aperta. Colleghi votate. Votazione chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 28

Favorevoli: 28

Astenuti: 7 (Bertin, Certan, Chatrian, Cognetta, Ferrero, Morelli e Roscio).

Il Consiglio approva.

Proseguiamo ancora con un ordine del giorno prima dell'interruzione dei lavori. L'ordine del giorno numero 27 dell'UVP. Chi vuole illustrarlo? La parola al Consigliere Nogara.

Nogara (UVP) - Oui, Monsieur le Président.

Bene, siamo consapevoli del fatto che i diversi problemi che interessano il mondo agricolo valdostano non sono di così facile soluzione, anzi. Ma abbiamo cercato di sottoporre all'attenzione del Consiglio proposte realizzabili, credibili su cui comunque siamo aperti a una discussione costruttiva. Nel nostro ordine del giorno, proprio per le problematiche che ci sono nel mondo agricolo, il primo impegno è questo: "affinché l'assessorato agricoltura e risorse naturali si faccia promotore della revisione del disciplinare di produzione della fontina con l'obiettivo principale di differenziare la produzione d'alpeggio, chiaramente a scalare le altre produzioni". Questo è il primo punto.

Io vorrei sottolineare che questi punti che abbiamo portato su questo ordine del giorno non sono punti che noi abbiamo deciso di inserire, ritrovandoci fra di noi nelle riunioni e. Sono richieste - che penso anche lei Assessore, anche voi Giunta e tutti quelli che sono in questo Consiglio - quando si è in una discussione con gli agricoltori saltano fuori. Questo il primo punto che le ho esposto è un punto che se ne parla ormai da anni.

È chiaro - come le dicevo e come le ha detto prima il mio collega Viérin - che noi cerchiamo in questi ordini del giorno di fare delle proposte che possono essere cambiate o aggiustate e che, al limite, possono essere portate nelle commissioni.

Secondo punto è quello di intervenire - come già è stato evidenziato nella presente risoluzione - nella riorganizzazione di Area.

Terzo punto è portare in III Commissione consiliare l'istituzione della figura del veterinario aziendale e a prevedere una proposta di legge in merito. Ecco, di questo, e mi riferisco all'Assessore Fosson, è da un po' che se ne parla. Il Collegio dei veterinari, l'associazione dei veterinari lo sta proponendo in tutte le regioni d'Italia. Non è per portare sempre a esempio altre regioni, ma in diverse regioni del Nord ormai praticamente dappertutto, ci sono questi veterinari d'azienda. E i veterinari d'azienda non sono da confondere con i veterinari dell'USL. I veterinari dell'USL sono una cosa, i veterinari d'azienda sono un'altra cosa. In questo momento, i veterinari d'azienda nella nostra realtà potrebbero essere i veterinari che adesso lavorano nell'Anaborava, dove una parte viene riconosciuta dall'Anaborava per il lavoro che fa e una parte viene riconosciuta dagli allevatori, principalmente se si tratta di veterinari. E questa organizzazione dovrebbe essere codificata.

Il quarto punto: "per attivare sin da subito nuove forme di sostegno a chi applica tecniche corrette per la diminuzione di gas ad effetto serra nelle stalle e oltre a altri fattori, cattivi odori", eccetera. Sappiamo che questo è previsto anche dal PSR, soprattutto per i gas serra. È un'iniziativa che avevamo portato in diversi Consigli fa e già qualcosa si sta muovendo sul territorio.

"Ad attivare un protocollo di valorizzazione della produzione di carne valdostana rivedendo il sistema di macellazione e lavorazione delle carni in azienda sia per autoconsumo che per la vendita"

"Creare uniformità tra USL e enti pubblici dei capitolati in merito alla costruzione di fabbricati e infrastrutture agricole". Questo punto - si riferisce anche a una precedente interpellanza che era stata portata qui in Consiglio regionale - è presentato per far notare, dati alla mano e capitolati alla mano, le incongruenze tra i capitolati in possesso all'USL e in possesso all'amministrazione regionale. Infatti, quando qualcuno costruiva un fabbricato rurale andava in base a quello che era il capitolato dell'agricoltura. Poi quando era il momento di avere tutte le autorizzazioni, arrivava l'USL e diceva: "questo devi cambiarlo, il rubinetto devi metterlo a pedale, l'altro devi spingerlo con il sedere, questo devi alzare le mani", cioè c'erano tutte queste cose che, diciamo, creavano tensione soprattutto nel nostro mondo agricolo, degli agricoltori. Allora sarebbe opportuno riuscire a uniformare tutto.

Ultimo punto: "ad attuare una norma riferita al recupero degli appezzamenti incolti, abbandonati o non sufficientemente coltivati nelle zone terrazzate a vocazione viticola". Ecco, probabilmente il mio collega Grosjean avrà poi qualcosa da dire anche su questo. Sappiamo che sul PSR sono previsti dei contributi per i muri a secco, ma questo ha tutta un'altra funzione. Noi abbiamo anche intenzione di portare in III Commissione una proposta di legge in merito. Grazie per le risposte.

Presidente - Grazie. La parola al Consigliere Grosjean.

Grosjean (UVP) - Merci.

Per quanto riguarda i primi sei punti, condivido, non sto a ripetere.

Vorrei solo approfondire un attimo l'ultimo punto. Io credo che in questo momento uno degli obiettivi di tutti gli assessorati sia quello di creare dei posti di lavoro. Nel settore viticolo c'è spazio. Nel settore viticolo abbiamo zone evocate che meritano una grande attenzione e quindi io sono convinto, noi siamo convinti, che un'ulteriore sforzo, oltre alle misure che sono già previste, e non parliamo di cifre esagerate, sarebbe opportuno. Noi abbiamo già predisposto una bozza di legge, che presenteremo a giorni in commissione, proprio per dare una svolta a questo settore. Svolta che potrebbe essere una prova pilota poi riportata anche in altri settori. Non è detto che ci sia solo la viticoltura. Però l'obiettivo è quello di provare in qualche modo a stabilizzare delle persone sul territorio. E attenzione. Si parla di giovani agricoltori, ma ci sono anche gli esodati, i licenziati che magari non sono più giovani agricoltori, ma hanno ancora 20-30 anni da lavorare. E magari hanno più di 40 anni. Quindi, secondo la nostra idea, bisognerebbe fare attenzione anche su questo settore con una normativa innovativa che probabilmente potrebbe andare a reperire i fondi proprio su tutte le misure previste per il paesaggio, per il mantenimento dell'ambiente e tutti quegli aspetti che l'Assessore ci aveva annunciato al forte di Bard in occasione di Vins Extrêmes.

Presidente - C'è spazio ancora per un intervento. Se non ci sono interventi chiudiamo la discussione generale. In discussione generale interviene l'Assessore Testolin.

Testolin (UV) - Sì grazie Presidente.

Sì, intervengo in discussione generale per cercare di riassumere le indicazioni tracciate da questo ordine del giorno e sottolineate dai proponenti. All'interno di questi punti che sono stati esplicitati ce ne sono alcuni che assolutamente condividiamo e che hanno già visto l'attivarsi in merito da parte dell'assessorato, cercando di entrare in una filosofia mirata a intervenire là dove si può, non con l'apporto di risorse, che evidentemente in questo momento latitano, ma con degli interventi che possano snellire per certi versi l'attività degli agricoltori, renderla più lineare e priva di incertezze, e dare delle opportunità.

Evidentemente, è stato sottolineato più di una volta, il ruolo dell'assessorato non sta nella capacità di poter incidere direttamente sull'aumento del valore di un prodotto, ma di mettere a disposizione degli strumenti che possono essere valorizzanti all'interno di un'azienda, per permettere di accrescere il valore delle produzioni della stessa. Questo è il punto, è quello che è successo, ad esempio per quanto riguarda le produzioni di carne valdostana e la valorizzazione della stessa. È stato approvato nel dicembre scorso, mi sembra il 2014, con delibera 1820, un progetto che andava proprio nell'ottica di trasformare all'interno dell'azienda, secondo dei criteri e secondo delle indicazioni che venivano fissate dall'USL, le produzioni di carne di produzione aziendale.

Questo permetteva non la macellazione all'interno dell'azienda, che è prevista esclusivamente per uso familiare, ma, una volta macellata, la trasformazione e la lavorazione della carne così come l'essiccazione, finalizzate alla commercializzazione, potevano avvenire all'interno dell'azienda.

E per questo sono stati attivati dei progetti pilota, a cui ha aderito prevalentemente chi è della bassa valle. Questa sperimentazione sta arrivando alla conclusione con esiti decisamente interessanti, che poi si potranno anche eventualmente condividere. Parallelamente a questo tipo di discorso è stato anche attivato - su sollecitazione, su confronto anche con l'AREV - un percorso di avvicinamento per i trasformatori e le aziende di allevamento, le quali possono attivare dei percorsi di collaborazione per ottenere le lavorazioni a dei prezzi più interessanti, e poter poi commercializzare, assumendosi quindi l'onere della commercializzazione, ma acquisendo anche i vantaggi che possono derivare dal fatto di vendere direttamente il proprio prodotto.

Questo è un accordo in itinere che però verrà chiuso a breve tra AREV e alcuni trasformatori, quindi crediamo che con questo tipo di iniziativa - nata proprio dal basso come era stato sottolineato anche dai proponenti - sia data una risposta a questo tipo di azione. Per quanto riguarda invece i due punti relativi ad attivare delle misure di sostegno a chi applica tecniche corrette per la diminuzione dei gas serra, sottolineo come all'interno del PSR ci siano delle corsie preferenziali o comunque dei punteggi aggiuntivi all'interno della graduatoria che va a determinare la priorità di finanziamento dei vari interventi e che tiene assolutamente conto - così come tiene conto anche di altre peculiarità relative al paesaggio o alla localizzazione dell'azienda - anche di questo tipo di appoggio. Quindi diciamo che, intrinsecamente all'interno del PSR, viene data una risposta in questo senso.

Per quanto concerne invece l'ultimo punto: "ad attuare una norma riferita al recupero degli appezzamenti incolti, abbandonati, non sufficientemente coltivati nelle zone a vocazione viticola terrazzate", evidentemente l'attenzione, già nella scorsa programmazione, era stata quella di privilegiare questo tipo di impianti nella possibilità di recuperare i muretti a secco. Era una misura estremamente interessante, anche perché finanziata al 100 percento - nella prossima programmazione sarà comunque finanziata al 90 percento - quindi un intervento che può essere considerato importante, così come può esserlo quello concernente i giovani agricoltori che possono dedicarsi, come diceva il collega Grosjean, a questo tipo di attività di recupero in zone che possono essere particolarmente votate alla viticoltura, anche se qualche volta poi le zone scelte sono diverse. È chiaro che, in quel caso, sono delle scelte aziendali che vanno a essere orientate. Quello che è altresì interessante è che, sempre all'interno del PSR, ci potranno essere delle opportunità per piccole bonifiche che possono andare effettivamente anche in questo tipo di direzione. Quindi da quel punto di vista crediamo che una risposta possa trovarsi all'interno delle opportunità che offre il PSR.

Per quanto riguarda il primo punto, quello dedicato alla fontina, credo che sia di assoluta rilevanza l'attenzione nei confronti di questo tipo di prodotto, - soprattutto per la fontina di alpeggio -, sottolineata anche dalle attività che vengono messe in campo per cercare di valorizzarla.

Evidentemente ci può essere un maggiore stimolo da parte dell'assessorato, quindi se l'intenzione è di andare a valorizzare il prodotto, crediamo che ci si possa assolutamente allineare, magari, se lo ritenete opportuno, convergendo su una definizione che sia un po' meno rigida e che dia più possibilità di capire quali possono essere gli interventi che, assieme al consorzio di tutela, possono essere attivati sul territorio. Quindi sarei per proporre, in questo caso, un emendamento che reciterebbe così: "affinché l'assessorato all'agricoltura e risorse naturali si faccia promotore presso il consorzio tutela fontina, al fine di verificare le azioni da intraprendere per una maggiore valorizzazione della fontina d'alpeggio, in modo da dare una risposta che possa poi essere anche condivisa con chi produce".

Per il secondo punto, direi che già a monte c'era un discorso di condivisione, di fare delle opportune valutazioni. E mentre mi trovo pienamente d'accordo con il discorso di attività già iniziate dagli uffici dell'assessorato all'agricoltura, per quanto concerne invece le regole che vanno a fissare gli standard costruttivi relativamente agli edifici e ai fabbricati delle infrastrutture agricole - questione già sollevata a suo tempo, di cui l'assessorato si è già fatto carico del coinvolgimento in questo percorso dell'USL -proporrei una minima modifica che reciterebbe: "come continuare l'attività già iniziata dagli uffici dell'assessorato all'agricoltura al fine di una condivisione tra USL e regione in merito all'allestimento del manuale degli standard costruttivi e riferito alla realizzazione dei fabbricati e infrastrutture agricole".

Questo per dire che, se condividiamo questi tre punti, noi saremmo per limitare l'ordine del giorno a questi tre punti, rendendoci evidentemente disponibili poi a un confronto se i proponenti di questo ordine del giorno vorranno ampliare i loro dibattiti su altre tematiche in III Commissione o diversamente. Per quanto riguarda l'ordine del giorno siamo disposti ad accettarlo, se vengono condivisi questi tre punti così come sono stati letti. Grazie.

Presidente - Grazie Assessore. Collega Nogara, scusi, prima di lasciare la parola. Visto che gli accordi erano di interrompere dalle 20 alle 21 per la pausa, proporrei, se i colleghi sono d'accordo, di terminare questo ordine del giorno senza voler comprimere il dibattito, a meno che ci siano troppi interventi, altrimenti interrompiamo subito. Va bene, la parola al consigliere Nogara.

Nogara (UVP) - Merci Monsieur le Président.

Sarò brevissimo. Come avevo già preannunciato quando ho iniziato a commentare questo ordine del giorno, noi siamo qui per portare un qualcosa di positivo al mondo agricolo valdostano. Ci siamo già anche un po' confrontati, le piccole modifiche, che non sono sostanziali, agli articoli sui i punti che abbiamo già portato vanno bene, per noi non ci sono problemi. L'unica cosa che metterei all'ultimo punto, quello dei capitolati, è che ci fosse almeno un termine. Se l'assessorato ha già cominciato le riunioni, visto che i lavori sono già cominciati, mettiamo magari che entro due mesi, entro tre mesi almeno...Vabbè, io spero che si metta tutto l'impegno possibile in termini ragionevoli. Scriviamo almeno che...sì, sì ho capito però visto che adesso, non è per far polemica, ma non è che ci sia nell'assessorato quella gran mole di lavoro al punto che non si possano mettere un po' di persone che seguano queste pratiche. Se mettiamo almeno un termine ragionevole, almeno così riusciamo a procedere.

Allora i tre punti possono andare bene. Per due punti, quello dei gas serra con il PSR e poi anche quello per la produzione di carne bovina, io le chiederei, per cortesia, per quest'ultimo, di mandare in commissione qualche suo dirigente o qualcuno dell'ARER a spiegarcelo perché io di questa cosa, mi sembra che si chiamino "pacchi famiglia", una cosa del genere per la carne, ne ho solo sentito parlare. Sarebbe interessante che o qualcuno dell'assessorato o quelli dell'ARER venissero a esporci il progetto e dirci se funziona. Siamo contenti di questa iniziativa, però le chiedo che almeno vengano in commissione a presentarci quello che è.

Per il gas serra, noi avevamo già discusso sul PSR con il dirigente, il dottor Bredy, che ci aveva detto che era un elemento che si poteva inserire nel PSR anche in un secondo tempo, perché non era tanto riferito all'allevamento, ma interessava soprattutto l'atmosfera, l'ambiente naturale. Perciò penso che sia una cosa fattibile e non sarebbe male se anche, al limite, il dirigente potesse venire in III Commissione a spiegarci questa cosa.

Per il resto ci sono le due proposte che le avevamo fatto sui veterinari d'azienda, noi proporremo in III Commissione la nostra proposta di legge, per carità, poi può essere buona, essere cattiva, questa era solo un'iniziativa che noi volevamo proporre e volevamo mettere in elenco, però è chiaro che -come anche la discussione che c'è stata prima - sono cose che poi si vedranno in commissione. Sono cose che si vedranno in commissione. Chiederemo anche delle audizioni con i veterinari, chiederemo delle audizioni con tutti per capire se qui, in Valle d'Aosta, è fattibile un progetto del genere. Per l'ultimo punto lascerei la parola al mio collega che è più avvezzo di me a queste tematiche. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Grosjean.

Grosjean (UVP) - Sì solo per ribadire sul punto dei gas serra. Le aziende andranno fra qualche mese a fare le domande di sostegno del PSR, quindi bisognerà cercare di procedere, non alla fine dell'anno, ma entro i tempi necessari per poter aderire alla misura perché - bon, il 2015 è già passato - andremo con il 2016, quindi bisognerebbe riuscire a garantire...entro la presentazione delle domande.

Per quanto riguarda l'ultimo punto, e in generale un po' per tutto, lo spirito con cui avevamo fatto questi ordini del giorno era proprio quello di cercare di portare una collaborazione per cercare in qualche modo di rilanciare questo benedetto settore agricolo. Vedo che in parte è già fatto, in parte sta partendo, purtroppo quello che manca -, che abbiamo già criticato in tante occasioni anche per altre cose - è il trasferimento di comunicazione, cioè di tutte queste cose - è un anno che si fa il discorso della carne -, non si sa niente e quindi non sarebbe male - non solo per l'assessorato dell'agricoltura, ma per tutti gli assessorati -, informare la commissione a mano a mano che i progetti vanno avanti, di modo che si possa essere aggiornati sui tempi.

Noi presenteremo qualcosa di specifico non per tutta la Valle, probabilmente solo per una zona, la più critica della Valle dove, veramente, non mi dispiacerebbe immaginare di creare dei nuovi posti di lavoro, cioè poter inserire qualche nuova azienda e avere un recupero di ettari di superficie in queste zone con tutti i vantaggi che ne deriverebbero - parliamo evidentemente di bassa valle perché se parliamo di terrazze parliamo di bassa valle - magari prima che arrivino gli Americani a comprare i terreni, come succede a Carema.

Presidente - Grazie. Se non ci sono altri interventi possiamo mettere in votazione l'ordine del giorno con le modifiche proposte dall'assessore. Apriamo la votazione. Votazione aperta. Votazione chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 33

Favorevoli: 33

Il Consiglio approva all'unanimità.

Colleghi, come da accordi, un'ora di pausa, quindi il Consiglio è riaggiornato alle 21 e 15.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 20.10 alle ore 21.20 e che alla ripresa dei lavori assume la presidenza il Presidente Marco Viérin.

Viérin M. (Presidente) - Buonasera a tutti. Riprendiamo i lavori con l'ordine del giorno numero 28, presentato dall'UVP. Chi intende prendere la parola? La parola al Consigliere Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Merci Monsieur le Président.

Mah, nei vari argomenti che abbiamo deciso di trattare, abbiamo pensato di abbordare il tema energetico sotto un punto di vista applicativo, di vantaggi per la comunità. E questo nostro ordine del giorno, dal titolo Per un'energia pulita, ma soprattutto accessibile, parte da una considerazione: abbiamo parlato tante volte in quest'aula di energie pulite, di volontà di avere una Valle d'Aosta che fosse al passo con i tempi - ma, soprattutto, considerate le prerogative e le risorse che ha - di una Valle d'Aosta pulita, una Valle d'Aosta elettrificata, una Valle d'Aosta green. Al di là del fatto che vengano o meno recepite, peccato che poi tante iniziative - che in questo Consiglio sono state presentate da tanti e approvate da molti - diventano poi, nella fase applicativa, spesso non compensate e non misurate in termini di economicità, rispetto a quello che dovrebbe essere un settore favorito dalle politiche e dalle linee di indirizzo. E mi spiego meglio. Com'è che si percepisce se una comunità crede nel risparmio energetico, crede in queste politiche green? Sicuramente dagli aiuti, dal sostegno, dalle leggi di settore, da tutto ciò che è un indirizzo. Facciamo degli esempi: se la Valle d'Aosta favorisce la geotermia, favorisce il solare, favorisce il fotovoltaico - nel tempo sono state pensate delle misure di sostegno attraverso le leggi di settore; poi modificate o abolite con la riduzione o l'abolizione dei contributi - comunque esiste un indirizzo che dice: la Valle d'Aosta investe nel settore del risparmio energetico. È chiaro che la prima idea, per un'impresa, per un privato, che vanno a fare una scelta che costa di più - perché spesso queste tecnologie o comunque queste applicazioni costano di più - è che nel tempo dovrebbero vedere un investimento iniziale cospicuo ma poi nel tempo un risparmio spalmato negli anni. E spesso, se pensiamo all'elettrificazione, pensiamo che - dopo tanti anni e nel passato recente - siamo tornati proprietari di una prerogativa incredibile: le nostre acque. Emile Chanoux diceva: la Vallée d'Aoste est fille de ses eaux. E di questo oro bianco finalmente - al di là della prospettiva, delle concessioni, di tutto quello che rischiamo nel futuro - è, a oggi, proprietaria la Valle d'Aosta proprietaria della produzione e della distribuzione dell'energia elettrica. Allora, abbiamo parlato qui delle colonnine, dei progetti sperimentali, delle elettrificazioni, delle auto elettriche, di tutto ciò che si sta muovendo. Ma se poi, nella fase applicativa, l'energia, la corrente, non viene data alle persone che scelgono di adottare certe misure green in misura e in maniera scontata o in maniera diversa - da un punto di vista della fatturazione o delle agevolazioni -, beh, a un certo punto è chiaro che la comunità non si schioderà da certi crismi del passato! E se devo scegliere tra il gasolio e la geotermia - per capirci - e la bolletta elettrica costa di più di quello che può essere una fornitura di gasolio, sicuramente io continuerò ad inquinare. E mi spiego. Ne abbiamo già parlato in quest'aula. Se la nostra risorsa CVA - DEVAL, il Gruppo CVA - non applica agli utenti, ai privati e alle aziende, la scontistica sulle pompe di calore - è un esempio -mentre altri gestori lo fanno, sicuramente i valdostani si rivolgeranno ad altre utenze che non sono risorsa valdostana e, secondariamente, ci si chiede: come mai da un lato l'Amministrazione Regionale dice "noi andiamo verso il green, andiamo verso il fotovoltaico, verso la geotermia, verso queste misure" però poi le bollette hanno un'entità che non è proporzionata alla misura messa in campo? Ecco perché attraverso questo ordine del giorno - che vi abbiamo voluto spiegare perché per come era scritto era generico - siamo voluti partire dalla considerazione di sviluppare maggiormente le fonti rinnovabili - in particolare la possibilità di utilizzare a pieno le nostre ricchezze legate all'idroelettrico; viste queste prerogative che abbiamo ottenuto - o meglio riottenuto - nel tempo e vista la necessità di creare un maggior raccordo fra quelle che sono le nostre ricchezze - intese come i gioielli della Valle d'Aosta, il Gruppo CVA in primis - e ciò che sono le imprese, le famiglie e le utenze, chiediamo al Consiglio Valle di impegnare il Governo ad agire rapidamente per presentare al Consiglio un progetto concreto in tal senso.

È chiaro che è una proposta generica che vuole però sollecitare questo tema e questo argomento; perché crediamo che, se i pezzi dell'Amministrazione - intesa nel suo insieme - non sono raccordati, diventerà difficile che ci sia un cambio culturale nella comunità.

Una volta, in audizione, avevamo chiesto i numeri di circa 25.000 partite IVA sulle piccole imprese e 1000 sulle grandi aziende - sono dati che vanno probabilmente rivisti perché è passato qualche anno - ma, effettivamente, è utile la ricognizione di ciò che oggi propone il mercato - il solare forse è già superato, il fotovoltaico, inteso come abbattimento del costo della bolletta al di là di tutte le proposte che oggi vengono fatte sia dalle banche che da altre forme di finanziamento privato - rapportato a una possibilità, raccordata con gli Assessorati competenti, che ti autorizzano certe possibilità di utilizzare risorse. Oggi, per esempio, le centraline in Valle d'Aosta hanno rappresentato un'opportunità, sempre coi millimetri di sfruttamento di una risorsa pubblica a fini privati, però ci sono tanti casi anche di partecipazioni pubbliche - pensiamo alle centraline a Fénis, piuttosto che altri casi - dove l'amministrazione comunale è entrata in una operazione che oggi garantisce sviluppo e prospettiva.

Allora, quello che noi oggi non ravvisiamo è questo raccordo. L'esempio dell'applicazione della tariffa scontistica su certe pratiche è un esempio palese! Perché se effettivamente siamo qui a chiedere ai valdostani di investire su certi settori - capiamo che c'è la concorrenza ma se altri lo fanno potrebbe essere fatto anche da queste realtà - non riusciamo forse a realizzare appieno un nostro sogno: di avere una comunità...e questo potrebbe avere anche dei risvolti di appeal turistici diversi: avere una Valle, anche a livello promozionale, che viene venduta come una "Vallée green", come una valle i cui trasporti elettrificati servono le nostre zone senza inquinare.

L'abbinamento montagna/turismo/ambiente/territorio e energia pulita potrebbe essere veramente una qualificazione di quel prodotto Valle d'Aosta di cui - al di là dei loghi -parlava oggi l'Assessore Marguerettaz, una qualificazione che effettivamente deve far percepire in che comunità viviamo. Quindi: da un lato i residenti, gli imprenditori, i privati e dall'altro anche un'idea di Valle d'Aosta diversa.

Quindi questa è una nostra idea che, assieme agli altri ordini del giorno, vuole guardare al futuro della nostra comunità in modo diverso, semplice magari, ma un tema del futuro - spesso abusato a parole, in tanti luoghi, non solo qui in Valle d'Aosta - difficilmente applicabile quando uno poi si scontra - al di là di tutta la burocrazia - con quelle che sono effettivamente misure che se non ti fanno risparmiare, se non ti rendono oggi consapevole che al di là di una scelta ideologica tu hai anche un beneficio nel tempo che ti dà la possibilità di essere competitivo...diventa difficile.

Un esempio su tutti: se negli anni l'Amministrazione ha finanziato i tetti in lose - tanto per riprendere un tema di cui abbiamo parlato negli ultimi mesi - è perché si andava, come amministrazione, a dire: "benissimo, noi vogliamo conservare un patrimonio culturale, identitario e urbanistico che è il tetto in lose, ma sappiamo che costa di più rispetto a un tetto in tegole e quindi noi ti aiutiamo a realizzare questa prerogativa, che fa bene a tutta la comunità; ma è chiaro che se ti lasciamo semplicemente misurare una scelta in termini economici difficilmente questa scelta andrà dalla parte economicamente più svantaggiosa". Questo per riassumere la nostra idea e per proporre all'attenzione del Consiglio questo nostro ordine del giorno. Grazie.

Presidente - Grazie. Non vedo altre richieste, chiudiamo la discussione generale. Per la replica, la parola all'Assessore Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Intervengo- poi i colleghi di Giunta, se vorranno, potranno integrare - per una parte di questa complessa analisi, che ha fatto il collega, il quale ha riconosciuto che l'ordine del giorno ha un carattere un po' generico e poi ha cercato, appunto, di chiarire e ha precisato meglio, per dire che - se ho seguito correttamente l'intervento - l'input è quello di fare delle cose concrete e di metterle in campo subito e di coordinarle anche fra di loro. Per quanto ci riguarda c'è un impegno molto preciso da questo punto di vista: verrà presentata a brevissimo - nel tempo di qualche giorno, al massimo 10 giorni - la delibera che, appunto, dà l'avvio a quello che avevo annunciato qualche tempo fa, cioè un progetto che permetterà di installare le colonnine per la ricarica elettrica su tutto il territorio regionale. Questo sarà un primo passo per dare un'immagine soprattutto all'inizio, molto forte, -, ma con una ricaduta importante dal punto di vista turistico - di come la Valle d'Aosta stia affrontando il cambiamento, stia andando verso il nuovo puntando sull'energia pulita con ricadute, - voi potete immaginare -, per esempio nella plaine di Aosta, estremamente importanti.

Ma naturalmente sono azioni che, come si diceva, non vanno lasciate cadere in modo isolato. Per favorire questo tipo di iniziativa bisognerà coinvolgere in questo processo - una volta che il progetto pubblico si è avviato - altri soggetti importanti privati, quali supermercati, grosse aree di parcheggio...Su come sarà importante raccordare queste iniziative con i soggetti che abbiamo in Valle d'Aosta - per esempio CVA - si stanno facendo delle valutazioni. Non è semplice, perché la normativa europea rende molto complicati questi passaggi, impedendo che il produttore coincida con l'erogatore, creando, quindi, in qualche modo delle difficoltà, dei passaggi che noi in Valle d'Aosta potremmo semplificare.

Ma, sicuramente, sono delle sollecitazioni da prendere in considerazione; così come è scritto, se posso permettermi, è un ordine del giorno che ha un carattere di interesse generale, come dire, è molto aperto. Io quello che posso rappresentare per la mia parte è la volontà di fare azioni concrete, immediate perché non si rimanga sospesi nel generico, nell'ideologico e dire: "facciamo delle cose green, ce le promettiamo".

Non intervengo qui su quello che si diceva questa mattina sulla legge 13, dove tutte queste cose si stanno muovendo in una logica molto importante che trasformerà la nostra regione. Quindi, per quanto riguarda l'assessorato che seguo io, queste sono le informazioni che possiamo mettere a disposizione.

Presidente - Grazie Assessore. Qualcun altro chiede la parola? La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Sì, grazie Presidente.

L'illustrazione di questa risoluzione fatta dal collega obiettivamente dava l'idea di partire da un discorso dello sfruttamento, dell'utilizzo dell'energia per arrivare a creare un sistema, cioè, fare in modo che, utilizzando al meglio le risorse, ci sia un ritorno ed al contempo - se non ho capito male - per far sì che ci sia un'imprenditoria che lavori in un certo settore, nella green economy, avendone un ritorno anche economico.

Ora, le due cose possono naturalmente integrarsi, però il modo con cui, a oggi, è previsto un utilizzo delle varie fonti energetiche - su cui ci sono vari programmi NATO e rispetto al quale si è provveduto ad una regolazione - la dice lunga sul come utilizzare al meglio questi fonti, cioè il fotovoltaico e l'idroelettrico in particolare.

Sicuramente non dimentichiamo che all'inizio c'era già tutta una serie di interventi, che erano molto forti, su chi investiva nel fotovoltaico e che adesso, in pochi anni, si è ridotta a quasi la metà. Per cui c'è molto meno appeal nei confronti di quel sistema.

L'eolico sappiamo che, per altre ragioni, è piuttosto difficile da utilizzare, soprattutto nella nostra regione che vuole salvaguardare l'ambiente. Questo per quanto riguarda lo sfruttamento dei vari sistemi energetici.

Qui si dice: "considerata la necessità di creare maggior raccordo tra il Gruppo CVA e politiche e linee di indirizzo", ora, in questo senso, la CVA Trading - perché la CVA è quella che vende energia, che commercia l'energia; non la trasporta perché il trasporto lo fa la Deval - ha fatto una politica, come sta facendo ENI e come stanno facendo altri concorrenti di produzione di energia, per avere la possibilità di agevolare le imprese. E - come Lei sa - per le imprese valdostane, le piccole e medie imprese, c'è una riduzione del costo dell'energia che va dal 15 al 18 percento; inoltre anche molte partite IVA hanno fruito di questo ribasso interessante.

Adesso su questo naturalmente ci sono le guerre tra le varie produzioni, perché ognuno cerca di dimostrare che è più attivo e dà maggiori agevolazioni, quando poi, di fatto, le agevolazioni CVA non sono ancora state a oggi superate, malgrado tutte le promesse fatte dai diversi venditori. Quanto detto per sintetizzare quello che si è fatto. Poi c'è la partecipazione come fa CVA - come ha fatto - sulle grandi commesse. Ormai si tratta di appalti pubblici perché tutti i Comuni hanno fatto l'appalto pubblico: quella è stata una modalità per assegnare, con un ribasso di un certo tipo, la vendita di energia.

Come raccordare questo con lo sviluppo delle altre imprese? Credo che il come raccordarlo sia un punto da studiare, al di là degli sconti del costo dell'energia, rispetto alla produzione tipo CVA. Le altre situazioni che riguardano gli interventi nel settore energetico vanno nell'ottica che era già stata prospettata l'anno scorso. Non è ancora possibile dire "io faccio degli investimenti che mi procurano risparmio energetico e intervengo per agevolare questo intervento in modo tale che io abbia già i soldi prima ancora di avere le agevolazioni dello Stato" - secondo l'emendamento che aveva presentato il collega Chatrian e che dovrà avere un peso, a oggi tuttavia non ancora esperito perché non abbiamo regolamentato questo passaggio di anticipazione delle sovvenzioni dello Stato per agevolazioni fiscali che dal 56 arrivano al 67 percento. Quindi quello è un altro impatto che potrebbe essere importante.

Quello che non ho capito è se si volesse un piano organico che riprendesse tutti questi aspetti o ne sollecitasse alcuni in modo particolare. Ecco, su questo ci sarebbe da capire meglio quali possano essere gli interventi eventuali e in quale direzione potersi coordinare. Perché, al di là di questo - se non ho capito male - c'è l'interesse ad agevolare le imprese che vogliono esprimersi in questo settore; si tratta di capire come deve essere fatto e con che logica. Quindi c'è una disponibilità in questo senso, però bisognerebbe capire come attivarsi.

Presidente - La parola al Consigliere Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Grazie.

Ho ascoltato con attenzione gli interventi e cercherò di esplicitare meglio quello che noi richiediamo attraverso questo ordine del giorno. Assessore Donzel, diciamo che sicuramente tra una decina di giorni arriverà il piano delle colonnine, che è una misura molto interessante; siamo stati noi, mesi fa, all'origine della sollecitazione di questa questione sull'elettrificazione: è sicuramente una parte molto, molto importante. Quello che noi non ravvisiamo e la condivisione dello spirito di questo ordine del giorno, in un Consiglio di bilancio che cerca di pianificare il futuro della comunità. È un piano, questo documento è aperto, modificabile e proprio in questo senso cercherò di spiegare meglio quello che noi intendiamo. Noi vorremmo che, per il tramite della Commissione, fosse sottoposto all'attenzione del Consiglio un piano organico di raccordo tra la realtà e gli indirizzi dell'amministrazione e le realtà citate dal gruppo CVA: CVA Trading piuttosto che altre, non esiste solo quel gruppo, abbiamo anche altre piccole realtà che gravitano attorno al panorama energetico valdostano, che fanno parte di un gruppo unico che oggi secondo noi - e anche nella percezione di chi opera sul territorio - non è raccordato in un insieme di armonia fra ciò che l'amministrazione fa in termini di indirizzo e ciò che è una possibilità di concertazione. Per capire, al di là di ciò che è la scontistica, qui non si parla solo di una scontistica, ci sono tanti modi per agevolare, per aiutare o per indirizzare la comunità. Noi avevamo scritto "ad agire rapidamente per presentare al Consiglio un progetto concreto in tal senso", non ci riferivamo al progetto delle colonnine piuttosto che a un altro progetto specifico, ma a un piano, forse più generico, che potesse andare nell'ottica di mettere assieme gli indirizzi e le parti applicative e questo è sicuramente un lavoro di indirizzo politico e tecnico che può essere fatto dall'Amministrazione, però, ripeto, questo è uno spunto e una possibilità anche di rimodulare l'impegno. "Agire" forse era la parola che noi avevamo scelto e "rapidamente" per far capire che si stava facendo qualcosa da presentare al Consiglio, perché crediamo che qui debbano essere dettate le linee di indirizzo sia energetico sia di sviluppo economico, indirizzo che oggi non è determinato attraverso uno strumento. Ecco l'elemento di novità. Cioè, oggi, il Consiglio non è chiamato ad esprimersi su questo argomento se non attraverso mozioni, risoluzioni che sono però sui vari settori, che sia l'elettrificazione con le colonnine o la questione del citato eolico, che sappiamo essere sfruttato poco perché in Valle d'Aosta le misurazioni sono limitate rispetto alla redditività. Nel tempo ci siamo interrogati sul fotovoltaico, siamo intervenuti sulle norme che vietano un tot di pannelli perché in certe zone si sono messi a piantar pannelli come piantare pannocchie e lì allora siamo intervenuti bloccando attraverso normative urbanistiche edilizie la possibilità di non mettere più di "x" pannelli sul tetto, ma manca, a nostro modesto parere, un piano organico con linee di indirizzo sullo sviluppo futuro in termini di risparmio energetico e di green economy della Valle d'Aosta. Quindi questa è una sollecitazione, - altrimenti, un po' come sulla questione del turismo presenteremo a nostra volta un progetto che va a dettare delle linee di indirizzo -, ma ci sembrava più giusto, corretto sollecitare chi oggi ha in capo queste competenze, queste responsabilità, che oggi poi effettivamente se non sono codificate, forse la comunità, al di là della facilità di utilizzo, non le percepisce.

Oggi quando viene qualcuno e dice: "benissimo la nostra Valle d'Aosta è produttrice, distributrice e sui piani tariffari ha dei margini su quello che è l'idroelettrico, l'energia" qualcuno lo percepisce? Pochissimi ti diranno sì. Io lo percepisco, anzi: tantissimi gestori stanno scappando, perché altri gestori ti chiamano, ti dicono: "guarda se è la geotermia, se è il pannello paghi meno". Ecco, cercare di raccordarsi in questo modo.

Questa è la nostra idea, quindi noi siamo disponibili anche a modificare il testo, l'importante è che l'impegno ci sia e che vada effettivamente nel senso di tracciare una linea per il futuro. Grazie.

Presidente - La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Sì grazie Presidente.

Se ho capito, - così possiamo interpretare correttamente -, l'indirizzo impegna il governo a presentare al Consiglio Valle un piano organico di raccordo degli indirizzi di politiche energetiche rinnovabili, in modo che si capisca quali sono i raccordi, come vengono coordinati.

Presidente - La parola al Consigliere Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Grazie.

E proprio da queste considerazioni si evince che dal dibattito nascono comunque le proposte, quindi per noi va bene anche perché i tempi erano relativi nel senso che per noi l'importante è che si inizi a fare un raccordo, partendo da ciò che già si sta facendo e dalle novità.

Per quanto ci riguarda, c'è quindi una disponibilità ad accettare questa implementazione dell'impegno, che va effettivamente nella linea di indirizzo auspicata. Grazie.

Presidente - Possiamo procedere alla votazione come concordato nel deliberato. La votazione è aperta. Votazione chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Passiamo ora all'ordine del giorno numero 29 presentato dall'UVP. La parola al collega Fabbri.

Fabbri (UVP) - Grazie Presidente.

Questa nostra iniziativa nasce da quello che è successo negli ultimi mesi, che ha mostrato come il nostro sistema del welfare presenti una fragilità che sta affiorando sempre più. Questa fragilità è, lo capiamo, dovuta in parte alla carenza di investimenti e in parte anche al fatto che noi avevamo, in questi ultimi anni, messo in atto un sistema veramente completo, che poteva soddisfare le esigenze della nostra popolazione.

Ora però ci siamo accorti ultimamente che c'è stato un ritardo notevole nell'affrontare un cambiamento di paradigma che c'è stato negli ultimi tempi. Lo stesso assessore ha ammesso che ci sono stati dei notevoli ritardi nell'affrontare queste situazioni di gravità e si sono generate queste incongruenze, queste difficoltà che abbiamo visto, anche ultimamente, e di cui abbiamo discusso a lungo in questo Consiglio e in questo bilancio. Mi riferisco soprattutto a quello che è il welfare nell'assistenza di anziani. Detto ciò, questo nostro ordine del giorno, questa nostra iniziativa va nella direzione di dare un'impronta di programmazione a questo bilancio.

Il nostro Presidente Rollandin ci ha detto più di una volta che questo bilancio presentava degli aspetti programmatici. Ecco, noi abbiamo avuto dei dubbi nel vedere dei grossi aspetti programmatici in questo bilancio, per cui ci riproponiamo di aiutare il governo nell'esprimere con queste nostre azioni una maggiore programmaticità nell'anno futuro, nell'anno che verrà. Ecco perché chiediamo, impegniamo con questo ordine del giorno il governo a prevedere dei finanziamenti certi nel settore del welfare, in modo che ci sia un programma che possa essere sostenuto e sostenibile durante l'anno e non generi queste paure, queste ansie che questi ultimi provvedimenti hanno generato nei nostri concittadini.

È un nostro dovere, anche perché se vogliamo trasmettere questo senso di ripresa a livello della popolazione, la prima cosa che dobbiamo assicurare è appunto l'apporto di un sistema sereno che possa accompagnare i nostri cittadini nei momenti del bisogno.

Chiediamo dunque di prevedere questi finanziamenti certi in modo che non ci siano più gli scossoni che abbiamo visto ultimamente. Questi finanziamenti certi sono stati inseriti nel bilancio, però bisogna specificare, dire e sostenere che in realtà sono andati a pescare su - come è stato detto - su quegli avanzi di bilancio dei Comuni che probabilmente - ci speriamo - quest'anno potranno prevedere, il sostentamento del sistema ma che però per il futuro non possono dare questa certezza.

Oltre a questo aspetto, nel nostro ordine del giorno vogliamo anche considerare l'intervento nel sostegno del reddito di inclusione sociale, perché ci siamo accorti - anche nella discussione che c'è stata nell'ultima legge sul sostegno al reddito - come tutto il sistema sia estremamente complesso, sia gravato da numerose leggi che generano, appunto, confusione e aggravio burocratico sia negli utenti, sia per coloro che lo devono applicare.

Chiediamo dunque con questa nostra iniziativa che si ponga mano a tutto questo, a questa pletora di leggi che regolamenta questo sistema per dare un assetto unico, più efficace e che riesca a essere meglio gestito nell'aiuto a queste persone.

Io spero che questo nostro ordine del giorno venga accettato, perché non è fatto nell'ottica della contrapposizione, bensì viene fatto nell'ottica della proposizione, affinché si possa, come dicevo all'inizio, avere una programmazione certa sul nostro welfare e sul nostro sostegno alla parte più debole della popolazione.

Presidente - Grazie collega. Qualcuno chiede la parola? La parola alla collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Grazie, Président.

Sì, per sostenere convintamente questo ordine del giorno presentato in modo sintetico, ma sicuramente chiaro, dal collega Fabbri. Il welfare è fondamentale nella nostra società per la qualità della vita delle persone e per la coesione sociale. E la nostra regione ha un sistema di welfare che va assolutamente mantenuto, sia in termini quantitativi che in termini qualitativi. Il senso di precarietà che è derivato dall'approvazione della delibera sugli asili nido e dal ritiro della delibera sull'assistenza agli anziani ha avuto degli effetti devastanti sull'opinione pubblica valdostana, perché la preoccupazione in questo settore è molto alta, ma giustamente perché si toccano le persone, gli individui in ciò che è la parte più fragile; quindi concordiamo con il collega Fabbri, con il gruppo UVP, quando chiedono che il governo preveda finanziamenti certi, cosa che questo bilancio non è in grado di fare.

E, anche per quanto riguarda il secondo punto, noi condividiamo questo concetto ed è un concetto che abbiamo già sollevato quando si è trattato di discutere sull'approvazione della legge sul minimo garantito. Avevamo proposto che si facesse un'azione di armonizzazione delle leggi esistenti, delle leggi regionali per il sostegno al reddito, all'inclusione sociale, affinché gli interventi venissero razionalizzati e soprattutto fossero chiari per la popolazione, in modo da renderli più efficaci, più mirati, più accessibili. Quindi il nostro sostegno a questo ordine del giorno è assolutamente convinto. Grazie.

Presidente - Altri? La parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Grazie Presidente.

Ritengo molto equilibrata l'illustrazione del collega Fabbri, nel senso che nasce da quello che anche la collega Morelli ha ricordato: noi abbiamo vissuto ultimamente un periodo dove c'è stato forse tanto allarmismo, tanta confusione, tanti provvedimenti non condivisi su un settore, quello del sociale, che, come abbiamo più volte detto, Assessore, è un settore molto delicato, nel senso che il confine tra sociale e sanitario è un confine che, - bontà nostra - penso che né io, né lei - nei vari ruoli che abbiamo avuto - né chi ci ha preceduto e né chi ci ha succeduto è mai riuscito a definire, perché è molto labile: nelle nostre microcomunità o nei nostri centri ospitiamo comunque delle persone con delle patologie che sono molto più sanitarie rispetto al sociale, però è stato un sistema che in questi anni ha dato un risultato importantissimo.

Io penso che sia nell'interesse di tutti salvaguardare questo sistema che ci è stato invidiato - e ci è ancora invidiato, attenzione, - a livello nazionale.

Idem vale per il discorso degli asili, siamo stati i primi a raggiungere gli standard di Lisbona, è significativo e non vogliamo che poi ci siano dei Consigli dedicati magari a contrapporci sulle diverse prospettive di revisione.

Penso che l'interesse di tutti sia quello di salvaguardare, come ho detto prima, un sistema ottimale. Detto questo, non neghiamo che, già nel mio intervento per quello che riguardava il bilancio, ho manifestato tutta una serie di preoccupazioni derivanti dal fatto che a nostro parere ci fossero comunque alcune difficoltà per garantire le risorse necessarie per il personale, soprattutto riferito all'assistenza agli anziani, sia sul territorio che all'interno delle micro.

Ora questa questione voglio vederla sotto un aspetto positivo, chiederei che fosse esaminata con un approccio positivo. Io, Assessore, le ho detto più volte che, a mio parere, non ha la stessa attenzione per sanitario e sociale. Io le chiederei veramente che dalla condivisione di questo provvedimento nascesse veramente un assessorato "alla sanità e alle politiche sociali", non "alla sanità e anche al sociale", perché noi vogliamo che ci sia la stessa attenzione, perché, l'ho detto prima, il confine è molto labile, ma nello stesso tempo tutti hanno pari diritti. Il personale, le OSS che operano all'interno del sistema sanitario hanno gli stessi diritti e devono avere le stesse tutele di chi opera all'interno del sociale. All'inizio nell'analisi, il confronto magari è stato anche acceso, i nostri tre emendamenti andavano a tutela delle risorse necessarie a finanziare questo servizio.

Penso che lei lo abbia letto e condiviso; è stato condiviso con un emendamento aggiuntivo al famoso emendamento 4. Noi con questo emendamento che recepisce le nostre preoccupazioni, con il nostro emendamento 3, che avevamo preparato, ritireremo anche l'emendamento 2 e il 4, ma quello che è importante - era quella la nostra preoccupazione - si mette al riparo per quest'anno, io dico per quest'anno, le risorse necessarie per il servizio anziani.

Non ci interessa portare il risultato a casa, questo non è una vittoria. Tutelare 650 posti di lavoro e il personale amministrativo per noi era - è rimasto - sicuramente un obiettivo più importante, ma glielo dico veramente con questo spirito, io voglio che lei, Assessore, recependo questo nostro ordine del giorno si impegni, perché queste situazioni non possono più nascere, non possiamo più avere equivoci sul fatto che, all'interno di un bilancio come quello regionale, ci siano le risorse per pagare il personale dipendente.

Questo è un anno difficile, è un anno dove abbiamo utilizzato tutto e di più - lo concediamo - ma deve essere la base per partire in un prossimo futuro dove lei in testa, Assessore, sia il primo affinché queste cose non vengano più presentate in un prossimo bilancio.

Questa è la sfida che noi lanciamo, chiudiamo questa partita, la partita riferita al 2016, e chiediamo che nel prossimo futuro ci sia veramente un piano dove tutti quelli che operano all'interno di questo settore, che è il socio-sanitario, abbiano una collocazione. Adesso noi all'interno del sistema del sistema di assistenza agli anziani abbiamo del personale che dipende dall'USL, personale che dipende dalla Regione, personale che dipende dall'Unité des Communes. Allora a noi non importa se queste risorse saranno una parte di quelle previste all'interno della legge 48. Vogliamo fare una legge di settore? Non è importante se sia una legge di settore o siano finanziamenti diretti. L'importante è che ci siano le risorse. Non possiamo più giocare alla "spera in Dio", o comunque a utilizzare delle risorse non certe. Le risorse devono esserci, deve esserci un piano, tutti devono sapere cosa devono fare. Le risorse le recuperiamo fin da subito. Poi siamo noi i primi ad avere detto che, se il sistema sulla 48 non regge più, si modifichi la percentuale, però, alla fine che ci siano le risorse certe per il sociale, per gli enti locali, chiaramente per le leggi di settore, che noi continuiamo a ritenere fondamentali.

Con questo spirito noi chiediamo di condividere questo ordine del giorno, perché non chiede null'altro che un'armonizzazione delle varie figure che ci sono in questo momento. Sono soddisfatto del fatto che - ed è un successo di tutti, non è solo nostro ma di tutti - si sia trovato una sorta di tutela aggiuntiva per quelle persone che in questo momento - l'ho detto prima - probabilmente sono politicamente poco impegnate, sindacalmente non così visibili, giornalisticamente neanche così appetibili, perché fanno un lavoro per cui dobbiamo ringraziarle, veramente impegnativo e hanno famiglia nella maggior parte dei casi e non hanno tempo di interessarsi ad altro; l'importante è che per una scelta di vita non debbano essere penalizzati rispetto ad altri perché - lo ricordo e termino - fanno parte di un comparto unico che tanti di noi hanno contribuito affinché venisse creato. Grazie.

Presidente - Qualcuno chiede la parola? La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Sì, intervengo d'accordo con l'Assessore, perché questo problema del servizio per gli anziani, comunque per il sociale, va a inserirsi in un discorso legato al finanziamento dei Comuni, oggetto delle valutazioni raccolte negli emendamenti che citava adesso il collega Gerandin e che in qualche modo possono poi trovare una collocazione in grado di tranquillizzare sotto questo aspetto.

Dico questo perché sicuramente la discussione l'abbiamo già fatta, ci sono delle valutazioni diverse su un'impostazione data con l'utilizzo che abbiamo voluto fare di quei fondi; quindi, per quanto riguarda questa parte, io credo che la prima parte in cui si dice di prendere in considerazione, "prevedere finanziamenti certi nel settore, in modo che si possa programmare e gestire l'offerta", si raccoglie poi nell'ambito dell'emendamento, che lei citava, che poi troveremo nel seguito della discussione della legge, se non ho capito male. Quindi questa è la parte che dà quella garanzia.

Sul secondo punto "rivedere il sistema dell'apparato legislativo del reddito di inclusione per razionalizzare", su questo noi abbiamo appena approvato la legge. Chiederemmo, prima di cominciare a metterci mano, di vedere almeno come la attuiamo. Noi l'abbiamo appena approvata, lasciateci almeno lavorare nell'ottica che era stata condivisa all'inizio da tutti per vedere quali saranno i risvolti.

Quindi se ci fermiamo alla prima parte, prevedere i finanziamenti, che poi si traduce nell'ambito dell'emendamento a cui lei faceva cenno, credo che possiamo capire qual era la logica con cui è stato presentato e riteniamo potrebbe trovare una soluzione secondo quello che in modo corretto veniva ricordato. Questo è un po' la valutazione che facciamo, sennò credo che diventi difficilmente comprensibile quello di cui stiamo parlando.

Presidente - Qualcuno chiede la parola? La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Sì, la proposta è condivisibile anche perché non vieta di continuare a lavorarci. Abbiamo un anno di tempo, adesso, per evitare di ritrovarci - come è successo nell'autunno scorso - a fare delle corse a ritroso e annullare delibere, lavorando con difficoltà dal punto di vista politico e riscontrando delle forti apprensioni tra la gente.

Quindi, sul primo punto: centrare una programmazione e dare certezza nelle risorse, come è stato ben spiegato.

Sul secondo punto non è tanto una questione legata alla legge che abbiamo recentemente approvato, ma l'idea nostra è di fare un'analisi definitiva - anche alla luce di quello che sta succedendo a livello nazionale - per far sì che quella legge sia un punto di partenza, non un punto di arrivo.

Quindi l'eliminarlo in questo momento non ci dà dei problemi, lo possiamo fare, però vi chiediamo di impegnarvi, di continuare ad impegnarci in commissione per lavorare su questo argomento e far sì che ci sia sintesi su tutto quello che sta intorno. Quindi in questo senso recepiamo la richiesta e possiamo lavorarci.

Presidente - La parola al collega Fabbri.

Fabbri (UVP) - Sì grazie.

Ma devo dire che ciò che ha detto il mio collega Bertschy rispecchia anche la mia opinione. Io, all'inizio, nell'illustrare questo ordine del giorno, volevo solo specificare che era un'esigenza che era sorta un po' in tutti coloro che si erano occupati della legge.

Non era l'intenzione, come possiamo dire, di discutere solo quella legge, ma di discutere tutto il sistema di questa previdenza perché, come già abbiamo analizzato abbastanza approfonditamente, questo settore è veramente una pletora di aiuti che alle volte si sovrappongono, per cui è estremamente necessario che, nel più breve tempo possibile, anche se ci rendiamo conto che la materia è estremamente complessa, venga posta mano a questa problematica. Adesso che non compaia sull'ordine del giorno va benissimo, l'essenziale è che ci si renda conto del problema. Lei stesso, Presidente, mi sembra che lo avesse affermato, per cui va bene, siamo d'accordo.

Presidente - La parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Grazie Presidente.

Sì, indubbiamente penso che sia stata recepita la nostra preoccupazione e la nostra volontà; noi - è stato detto prima - pensiamo di avere condiviso un percorso "a garanzia" per il 2016. Noi vorremmo che il 2017 iniziasse in maniera totalmente diversa. Ecco, non è più pensabile - lo ha detto prima - dedicare dei Consigli magari a modelli interpretativi, modelli gestionali, per cui noi crediamo che da subito si debba porre rimedio a quelle che sono state visioni diverse - come giustamente ha detto lei, Presidente - magari diciamo anche percorsi condivisi, diversi o messi in campo per la fretta, collegati esclusivamente da criteri di carattere finanziario.

Tutto va valutato, perché è chiaro che il finanziario ha la sua importanza, non possiamo mettere in piedi, mantenere modelli che non siano sostenibili ma, nello stesso tempo, noi vorremmo che si iniziasse da subito a mettere insieme questo nuovo sistema del welfare, in modo che abbia - come dicevo prima - le stesse tutele che ha tutto il panorama di quello che è il comparto pubblico.

La seconda parte - probabilmente è stato scritto anche in maniera non chiara, noi non volevamo mettere in discussione l'ultimo testo di legge - era riferita a quello che lei stesso ha detto, Presidente, cioè che ci sono mille leggi, mille rivoli che finanziano questo tipo di interventi legati all'inclusione sociale. Ha detto bene il collega Bertschy, nel senso che, probabilmente, sembra ci sia anche un percorso legato alla finanziaria nazionale che prevede addirittura qualche aiuto per questi soggetti in difficoltà.

Noi vorremmo - e ci è sufficiente un impegno di questo genere - che nel più breve tempo possibile, in attesa che venga approvata anche la legge finanziaria dello Stato, che nel frattempo si provvede a livello regionale. Torno a dire, io sono stato a quel tavolo con la collega Fontana, e lei può confermare che non siamo riusciti a capire quali fossero i criteri: c'era gente che prendeva due, tre volte i contributi, qualcuno che non li prende, però poi, per arrivare alla conclusione, a mio parere, non si riesce a capire qual è il senso, per cui il modello doveva essere condiviso assieme. Prima però bisogna capire quali siano i mille rivoli che finanziano il discorso del reddito d'inclusione. Grazie.

Presidente - Possiamo procedere alla votazione con il testo emendato? Passiamo alla votazione. Votazione aperta. Votazione chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Passiamo adesso all'esame degli ultimi due ordini del giorno, il 7 e il 31, il 7 presentato dall'ALPE - c'è ancora il 32, chiedo scusa - e il 31 dall'UVP. Chi chiede la parola? La parola alla collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci Président.

Il nostro ordine del giorno riguarda la sanità e in particolare il servizio di emergenza. Sanità, ambito che in questo bilancio viene pesantemente penalizzato: il taglio è di 11 milioni, un taglio importante, un taglio che in audizione l'assessore ci ha detto di pensare di riuscire a recuperare attraverso i ticket sulla farmaceutica, attraverso la mobilità passiva, attraverso il privato accreditato e attraverso una revisione dei contratti del 5 percento.

Sono tutte voci ipotetiche, naturalmente, non sono voci certe, e quindi questo taglio rimane assolutamente preoccupante. Non condividiamo la visione, che è stata più volte evocata anche in commissione, di un sistema sanitario valdostano che fino ad ora è stato particolarmente munifico. Per quanto riguarda la sanità, non possiamo condividerla questa definizione sulla munificenza, così come non ci sembra che ci sia stata un'iper offerta. C'è stato un sistema sanitario che cercava di rispondere ai bisogni di sanità dei cittadini valdostani. E adesso mantenere quegli stessi servizi con delle disponibilità finanziarie molto inferiori è sicuramente un problema. Questo sistema non è stato particolarmente munifico con i cittadini, forse lo è stato con certi professionisti della sanità e, dal nostro punto di vista, è lì che bisogna andare a cercare di creare dei risparmi, non tagliando dei servizi ai cittadini, non facendo pagare ai cittadini la munificenza del sistema. Certo che da noi la sanità costa di più. Ne siamo tutti perfettamente coscienti, sono stati fatti anche studi importanti che dimostrano che in regioni di montagna vi è un sovraccosto per quanto riguarda l'erogazione dei servizi sanitari. Vi sono costi aggiuntivi di cui bisogna tenere conto e bisogna tenere conto anche di le regole nazionali che, al di fuori della nostra regione, non garantirebbero ai cittadini valdostani lo stesso tipo di servizi. Ma non verrebbe garantito nemmeno l'ospedale valdostano, però noi sosteniamo - e su questo tema noi ritorniamo sempre - che la nostra specialità ha una ragione di essere e dev'essere garanzia di parità di accesso ai servizi sanitari anche per una piccola regione, per un piccolo popolo come quello valdostano. E ai cittadini valdostani vanno garantiti gli stessi servizi e la stessa possibilità di accedere ai servizi, indipendentemente da dove vivono.

Ciò detto, vengo all'ordine del giorno che, in particolare, si occupa delle sedi decentrate sul territorio di Morgex, Châtillon e Donnas, dove noi riteniamo debba essere garantita sulle 24 ore un'assistenza sanitaria per le utenze. E constatato che ciò non avviene, per lo meno non avviene più per Morgex e Châtillon dove, anzi, è previsto un ulteriore ridimensionamento, noi impegniamo il governo regionale a garantire, invece, la presenza del medico sulle 24 ore nelle sedi dei tre poliambulatori di Morgex, Châtillon e Donnas, per rispondere adeguatamente ai bisogni sanitari dei cittadini di tali ambiti territoriali, in particolare alle situazioni di urgenza. Grazie.

Presidente - La parola al collega Fabbri.

Fabbri (UVP) - Sì grazie Presidente.

In parte la collega ha già illustrato quelle che sono un po' le premesse di questo nostro ordine del giorno. Ci sono i tagli, i pesanti tagli che sono stati fatti - obtorto collo, a causa della situazione che stiamo vivendo - dai programmi, dalle azioni messe in atto per contrastare questo tipo di taglio, soprattutto nell'ultimo bilancio, che, secondo noi, non sono condivisibili anche se, purtroppo, con questa politica di fare tutto all'ultimo momento, sono stati necessari; lo possiamo anche, in qualche modo, capire. È un po' come la storia di quando si vuole fare cassa, in genere si aumentano il prezzo della benzina, si dà addosso all'utente, al consumatore e noi abbiamo applicato un po' la stessa politica, andando a pescare nelle tasche degli utenti, in modo anche abbastanza corposo. So che ci saranno poi degli emendamenti che vedranno di porre qualche rimedio a questa azione, ma è proprio il modo di affrontare i problemi che noi contestiamo.

Ed è per questo che abbiamo presentato questo ordine del giorno, che va nel solco di quello che abbiamo discusso poco tempo fa sul welfare, cioè noi vorremmo che ci fosse una maggiore programmazione nella gestione di questi importantissimi settori per i nostri cittadini, perché solo con la programmazione riusciamo a dare certezza a dei bisogni basilari della gente, cioè la cura e l'assistenza.

Ecco perché impegniamo il governo con questo ordine del giorno. Lo impegniamo ad "esprimere celermente un piano che indichi con chiarezza una visione strategica dell'evoluzione futura della sanità valdostana e un conseguente modello sanitario che sia economicamente sostenibile, indicando con una tempistica certa nell'attuare un'effettiva maggiore territorializzazione dei servizi sanitari e la strategia di un'eventuale collaborazione interregionale per la gestione di alcuni settori della sanità pubblica". Cioè, come ripeto, una programmazione che vada al di là dell'affrontare il problema all'ultimo momento con l'acqua alla gola. Ci rendiamo perfettamente conto che è arrivato il momento in cui bisogna decidere quello che possiamo permetterci, quello che non possiamo permetterci, quello che dobbiamo magari condividere con altri. Ne abbiamo già parlato anche qui, in questo Consiglio. Il problema è che ci vogliono delle programmazioni certe e noi invitiamo il governo, proprio nello spirito di cui parlavamo prima, ad agire in questo modo.

Un altro punto prende in considerazione la visione che il nostro governo dovrà avere sul loro ospedale. Ecco, a questo punto sappiamo benissimo come siano stati interrotti i finanziamenti e dove si sia potuto reperire delle risorse da investire sul territorio per potere mettere in moto la nostra economia. E su questo, lo abbiamo già detto, ci trovate d'accordo. Questo non vuol dire che non si possa cominciare a pensare alla struttura, non dico del nuovo ospedale, ma dell'accorpamento dei servizi ospedalieri in unico polo, quello che poi era il progetto iniziale che ha cominciato a muovere tutta la ruota che si sta trascinando fino a oggi.

Quindi la parola d'ordine, vorrei dire, come lo dicevo prima, è "programmazione", in modo da dare sicurezza, in modo da dare una visione del futuro che non sia una visione dell'ultimo momento. Così i nostri cittadini, a loro volta, potranno esprimere una sicurezza di vita che si riverserà sicuramente nella società.

Quanto a quello che ha espresso la collega, cioè garantire la presenza medica nei servizi dei poliambulatori che sono lungo l'asse della valle, cioè Morgex, Châtillon e Donnas, bè, questo servizio va proprio nell'ottica, nello spirito tante volte espresso anche dal nostro assessore, cioè una maggiore territorializzazione della nostra sanità.

So, sappiamo che è in atto una revisione del piano socio-sanitario. È un documento che ci è stato dato, che abbiamo letto, che condividiamo - perché nelle linee generali non può che essere condivisibile - però è ancora troppo vago, non riesce ancora a incidere profondamente su quello che è soprattutto l'aspetto della gestione sanitaria, così come non è riuscito a incidere il piano che l'ASL ha fatto l'anno scorso, perché è stato un piano troppo timido, che ha mantenuto tutta questa struttura - per carità una struttura funzionale, una struttura che ha delle grandissime eccellenze ­ che, a nostro avviso, deve essere in qualche modo ridimensionata per poter essere mantenuta.

Presidente - Grazie collega Fabbri, la parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Sì grazie Presidente.

La collega Morelli ha già illustrato molto bene la filosofia, lo spirito con cui abbiamo scritto e presentato questo ordine del giorno. Ma vorrei riallacciarmi un po' alle considerazioni di natura generale che abbiamo fatto come gruppo ieri mattina, durante il dibattito generale. In questo momento, a seguito delle ridotte disponibilità economiche e finanziarie, noi riteniamo capitale, per un sistema capillare, cercare di garantire a tutte le comunità una serie di servizi, e questo citato dall'ordine del giorno è uno tra quelli per cui le comunità più distanti dalla città di Aosta sono a rischio. Il tema su cui ci stiamo confrontando è quello dei presidi sanitari e l'ordine del giorno che noi abbiamo presentato va proprio in quell'ottica. Sicuramente l'Assessore ci illustrerà le scelte che sono state fatte negli ultimi mesi, ma vi porto alcuni esempi perché, magari, possono essere utili ad affrontare serenamente un tema così importante, così delicato. A Châtillon, da un po' di tempo, per quanto riguarda la presenza del medico, la copertura H24 non c'è più, è garantita solo dalle 7 del mattino alle 19 di sera.

E non so se sono solo voci di corridoio, se sono solo annunci o se il tutto decorrerà dalle prossime settimane, il nostro auspicio è che non sia così. Sembra che ci sia già una programmazione - e cito sempre Châtillon - per cui si riduca l'orario del medico e si porti questo orario dalle 7 alle 15; come dire: se dovesse mai succedere qualcosa, che sia all'interno di questo orario, dalle 7 alle 15.

Questo ordine del giorno mi sembra molto chiaro e onesto dal punto di vista intellettuale, noi vorremmo, veramente che si fissassero delle priorità, all'interno di una comunità. Questa è una delle tre che abbiamo citato ieri mattina, in questo caso si chiede al Governo regionale di garantire la presenza H24 nelle tre sedi. Le altre due priorità che abbiamo cercato di condividere con voi in questi due giorni di lavoro, attraverso gli ordini del giorno, sono: la seconda, sui trasporti; soprattutto per le comunità più distanti dal centro di Aosta, chi non ha un mezzo privato ha delle grossissime difficoltà ad accedere ai servizi. E la terza è quella legata alle scuole, tema che si sta discutendo in V Commissione con l'Assessore Rini, ma che c'è la necessità di trovare al più presto delle soluzioni.

Ecco, questa è la filosofia di questo nostro ordine del giorno, che va, Assessore Fosson, in un'unica direzione. Ho voluto citare anche le altre due criticità sul territorio: non solo la sanità, i presidi sanitari, ma anche i trasporti pubblici e le pari opportunità scolastiche per una dignitosa scelta, soprattutto nel settore secondario, quindi delle superiori. Grazie.

Presidente - La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Grazie Presidente.

Per completare quanto già ben illustrato, ricordo che negli ultimi giorni si sono di nuovo rincorsi i comunicati stampa di proteste e di segnalazioni rispetto a all'organizzazione del soccorso sul territorio, emessi dalle organizzazioni sindacali, In particolare, credo che si siano sovrapposti alcuni problemi, la questione delle 12 ore, dei turni di lavoro, insieme ad altre situazioni. Pur nella confusione che c'è, è necessaria la chiarezza verso il cittadino, verso chi lavora, verso noi stessi. Abbiamo l'impressione che non sempre questa ci sia.

Sono ritornati à la une alcuni problemi dell'autunno, soprattutto è stata rilanciata la possibilità che la centrale unica, possa essere trasferita. Lei ha di nuovo smentito attraverso un comunicato questa ipotesi, ma ci sono una serie di cose che noi gradiremmo a questo punto approfondire, non solo questa sera, ma in un incontro puntuale successivo in commissione, con lei e con il responsabile dell'organizzazione, il dottor Visetti. Ecco perché non vogliamo rincorrere i problemi, non vogliamo neanche rincorrere le segnalazioni, però è evidente che da alcuni anni è in corso un piano: si è cominciato dall'alta valle e si è scesi alla media valle, e per quello che ci riguarda speriamo che non arrivi fino alla bassa valle. L'idea di trasferire sull'ambulanza medicalizzata le infermiere, sicuramente preparate, e di sostituirle al medico, ci preoccupa, soprattutto per i territori più distanti da Aosta. Magari sono falsi problemi, ma magari, non essendo persone che conoscono in maniera specifica la questione, li affrontiamo per quello che ci viene detto.

È chiaro che fino ad oggi hanno dato ottimi risultati, i servizi, così come erano organizzati. Qualsiasi cambiamento preoccupa e, per quello che ci riguarda, vogliamo essere assolutamente rassicurati su quello che si va fare appunto sui territori distanti, anche perché - è un argomento che avevamo portato attraverso una interrogazione - il fatto che l'ambulanza cominci ad andare con una certa frequenza fuori territorio valdostano è un tema da affrontare in una riorganizzazione che non scopre i servizi, appunto, delle popolazioni locali più distanti da Aosta.

Quindi io le chiederei in maniera molto precisa di venire in commissione nei prossimi giorni, insieme al dottor Visetti, a spiegare quello che sta succedendo, in modo da togliere quelle zone d'ombra che ci sono e anche quelle confusioni che si stanno generando.

Noi crediamo fortemente che l'organizzazione attuale sia quella buona, quella che ha dato delle risposte. Siamo evidentemente consapevoli che vada razionalizzato il sistema però non vogliamo che, nella razionalizzazione del sistema e nell'applicazione delle otto ore di lavoro, si nasconda qualche cosa di diverso che porti dei disagi, dei disservizi e dei problemi sulla sanità, soprattutto sulla sanità territoriale. Lei è stato fino ad ora portavoce di questi obiettivi e noi siamo evidentemente qui a sottolineare quello che cerchiamo, anche perché non ci sono altre soluzioni in un territorio come quello valdostano. Su questa organizzazione non facciamo sconti, qui se mancano soldini bisogna cercarli, sulla sanità, appunto, non è proprio il momento di togliere i servizi, può mettere in difficoltà le persone, le famiglie, e così creare anche una situazione di insicurezza, perché un buon servizio vicino a casa, che possa dare le risposte in un momento in cui uno vive dei problemi, è quello che la gente si aspetta da noi, è quello che noi, la nostra sanità valdostana, deve continuare a fare.

Presidente - La parola al collega Cognetta.

Cognetta (M5S) - Grazie Presidente.

Anche noi volevamo dire due parole a supporto di questi ordini del giorno. Noi ovviamente siamo favorevoli al mantenimento della sanità pubblica, secondo noi è l'unico modo per garantire una sanità adeguata ai nostri cittadini, in generale, e soprattutto ai valdostani. Per quanto riguarda le ventilate ipotesi di accorpamento del 118 con il Piemonte, già a suo tempo ci siamo espressi; noi non vorremo assolutamente che accadesse ciò, pare che la cosa sia rientrata fino a un certo punto, perlomeno stante le notizie che abbiamo oggi. Però siamo vigili nell'evitare che succeda. Questo pomeriggio, oltre ai rappresentanti delle segreterie sindacali generali della Valle d'Aosta, sono intervenuti con un volantinaggio anche i rappresentanti della funzione pubblica. Rispetto a ciò che sta accadendo, fra le varie cose che hanno evidenziato vi è un soccorso sanitario sul pronto soccorso: sono cose che effettivamente fanno riflettere. Cito un esempio. Il ruolo del medico viene quasi a scomparire. Per un medico che deve essere responsabile della centrale e anche intervenire sul territorio, questo vuol dire che, mentre corre a 180 orari sull'autostrada per recarsi ad un intervento, deve magari rispondere al telefono per interfacciarsi con un infermiere che deve applicare un protocollo o praticare una terapia, o interfacciarsi con dei tecnici che stanno assistendo un caso che va oltre la loro responsabilità. Tutti possono capire come aumenta il rischio di errore. Ora vede, Assessore, mi rivolgo a lei - ma comunque a tutta la Giunta - se noi, pur di risparmiare, cominciamo ad abbassare il livello dei servizi che prestiamo sul territorio - o smantellando la struttura che abbiamo o, semplicemente, caricando, oltre un certo limite, di responsabilità e di lavoro - ovviamente tutto il sistema crolla.

La sanità doveva essere un fiore all'occhiello, invece da questa finanziaria vediamo che ovviamente non lo sarà più, anzi. Tutto questo ci fa riflettere su una cosa importante, ci fa riflettere sul fatto che o noi facciamo argine a questo discorso oppure, in nome del dio denaro e del fatto che ormai non ce n'è più e soprattutto viene speso male, mandiamo a catafascio anche una delle poche cose che erano il fiore all'occhiello di questa regione.

Io credo che in parte sia responsabile anche lei, glielo ho detto in diverse modalità, in diversi passaggi e in diversi modi. Il semplice fatto di dire che dobbiamo riorganizzare, ristrutturare, rimodernare e rifare i modelli, non è di per sé un motivo valido e giusto per distruggere ciò che c'è, anche perché spesso viene fatto senza alcun tipo di dato oggettivo dietro, prova ne è stata la questione degli asili. Probabilmente corriamo il rischio di fare semplicemente delle pseudo riforme che però non portano a nulla di buono e distruggono ciò che abbiamo. È per questo che noi sosteniamo questi ordini del giorno, perché bisogna riflettere con attenzione su cosa bisogna fare, prima di farlo. Soprattutto bisogna ascoltare chi opera, chi lavora in determinati settori, non basta ascoltare i dirigenti, che spesso hanno una visione molto ristretta di ciò che accade perché non hanno il polso della situazione reale. Quindi spesso i dirigenti dicono semplicemente ciò che gli dice di fare il politico: "ho bisogno di tagliare" e tagliano, senza pensare. Quindi noi siamo assolutamente contrari a questo modo di gestire le cose e in questi ordini del giorno è quello che cerchiamo di arginare.

Presidente - Grazie collega Cognetta, altri chiedono la parola? Chiudiamo la discussione generale, la parola all'Assessore Fosson.

Fosson (UV) - Grazie Presidente.

Il dato di fatto importante, non facile da mandare giù, è sicuramente, che ci sono meno risorse. È cambiato un mondo e i tagli alla sanità ci sono, molto di più che nel sociale. L'amico Gerandin prima mi diceva: "sei più della sanità e poco del sociale", adesso quelli della sanità mi dicono: "sei più per il sociale perché tagli di più nella sanità". Poi uno cerca di lavorare in tutti i settori e di fare il massimo.

Certo i tagli ci sono, molto importanti, e ce n'erano già stati in passato. La, sanità comunque rimane sempre la maggiore uscita dalle casse regionali, e noi proviamo, riorganizzando, ma non tagliando i servizi, di stare dentro a questi finanziamenti. La Giunta, che ringrazio, approvando questa finanziaria - come già l'anno scorso - ha approvato l'articolo 3, che prevede quello che un giornalista ha definito un pit stop, cioè la possibilità di fare una verifica a metà dell'anno per vedere se ci sono le risorse per poter mantenere questo sistema, anche perché le incognite sono molte: come i farmaci innovativi, ma poi, soprattutto si dovrà dare applicazione alla legge europea, che ha cambiato radicalmente tutta l'organizzazione sanitaria, non solo in Valle d'Aosta, ma in tutta Italia, anche se noi la sentiamo molto di più perché, essendo un ospedale piccolo, non possiamo fare quello che fanno tutti gli altri, cioè accorpare gli ospedali.

Quindi nella finanziaria purtroppo abbiamo dovuto istituire dei ticket, e ciò non è certo piacevole, proprio perché - come altre tre regioni - una volta non avevamo bisogno di farlo, ma adesso dobbiamo fare come tutte le altre d'Italia, perché non possiamo più erogare quella differenza che prima davamo.

Le Regioni in cui non si pagava il ticket sui farmaci erano quattro. Il Trentino ha già approvato la legge, la Sardegna lo sta facendo...e comunque è necessaria una riorganizzazione.

Di solito dico sempre di sì quando parla lei, Consigliera Morelli, ma in questo momento lei mi dice che il nostro welfare non è munifico. Io non voglio più usare dei termini come munifico, eccellenza, eccetera; noi vogliamo mantenere dei servizi di qualità e basta. Però il decreto 70 - mi permetta, le parlo perché noi abbiamo ottenuto la possibilità di derogare - fissa gli standard funzionali della sanità in Italia, e siamo tutti uguali. Non solo, fissa dei parametri da cui noi siamo completamente fuori: c'è una emodinamica ogni 600 mila abitanti o una chirurgia vascolare ogni 300 mila abitanti.

Lo cito, - e lo porto in Commissione, molto volentieri -ma noi abbiamo veramente un sistema regionale che ha dato nel tempo, per 130 mila abitanti, di più di quello che davano gli altri sistemi!

Ora su questa necessità di riorganizzarsi, l'anno scorso l'attività non è stata minima: nell'atto aziendale abbiamo tagliato cinque dipartimenti, e otto strutture complesse. Può sembrare poco, ma non era successo mai negli ultimi dieci anni, perché si erano sempre aggiunte delle strutture. Io verrò in Commissione, ma c'è già un altro piano per la riorganizzazione, perché non guardiamo agli amici, guardiamo e badiamo soltanto al discorso di omogeneizzazione.

Nel pronto soccorso, una delle difficoltà deriva dal fatto che, da un reparto, una struttura complessa, un dipartimento di pronto soccorso, si è creato un dipartimento molto più ampio: pronto soccorso, 118 e rianimazione, su cui è "caduta addosso" questa legge europea, la 203.

Lei mi diceva l'altra volta: "ma dovevate pensarci prima e organizzarvi prima". Questa norma sta paralizzando la realtà sanitaria, non c'è stata una comunicazione e in questo periodo ha comportato una riorganizzazione rapida per cui c'è una trattativa in corso; con il 118, io spesso vado e ascolto gli operatori, e avevo avuto un incontro non con i dirigenti, ma con gli operatori, ma c'è comunque una trattativa aperta.

Per la legge 203, c'è stata una soluzione proprio all'italiana. Se mi permettete, la voglio spiegare bene perché il Ministro ci aveva assicurato che comunque ci sarebbe stato un altro decreto, invece di colpo non c'è più la deroga, per cui, ad esempio, si deve rispettare il riposo dei medici; se per un intervento difficilissimo, arriva mettiamo un Parini gli devo dire: "no, tu hai superato le 11 ore, vai a casa, il nuovo operatore, neo assunto, viene a sostituirti". Cioè, veramente, tutto questo ha comportato una riorganizzazione dei servizi senza possibilità di autonomia, nel senso che sul decreto 70 noi abbiamo l'ispettorato del lavoro che va a vedere se uno lavora di più! Noi abbiamo avuto degli incontri con l'ispettorato del lavoro e, per fortuna, sta verificando, anche a livello centrale, tutte le possibili deroghe a questo tipo di organizzazione.

"Assumete dell'altra gente", va bene, è giusto. Ma se tu vuoi modificare un sistema con due finanziarie mi togli lo stop e lo dico per i grandi paesi, ma soprattutto mi apri le specialità, perché in ospedale posso solo assumere degli specialisti. Benissimo, ho bisogno di cinque ortopedici in più. Dove li trovo cinque ortopedici in più adesso?

Era un discorso che andava tutto programmato e formulato - e questo per arrivare al Consigliere Cognetta e a Bertschy - e che invece è giunto di colpo e ha colpito particolarmente il sistema dell'emergenza. Perché il sistema dell'emergenza è strutturato su turni di 12 ore, ma quando c'è un turno attivo, se uno parte all'undicesima ora e mezza da Châtillon per andare a Valtournenche, l'autista, il medico, l'ambulanziere stanno fuori di più di 12 ore e 50 e quindi cadono in infrazione, per cui abbiamo dovuto cambiare di colpo, aspettando invano che il Ministro intervenisse. Se voi leggete la Stampa del 26 novembre - era un lunedì e c'era la pagina del Piemonte - il Piemonte accorpa Orbassano e Novara nonché Cuorgnè e Ivrea, ma per loro è andata benissimo, perché ormai ai sindaci, a quelli del territorio che si lamentano gli hanno detto: "c'è la legge europea, bisogna accorpare". E noi, abbiamo un piccolo ospedale, di fronte a una tale riorganizzazione, arrivata di colpo, per cui abbiamo fatto il possibile, prima cosa potevamo fare?

Adesso è chiaro che qualche deroga, qualche riorganizzazione, incomincia ad arrivare, perché si sono accorti che non si poteva fare diversamente.

Allora incominciamo a parlare con gli operatori però, soprattutto nell'ambito dell'emergenza, in cui si è creato un discorso difficile. E poi qualcuno si era anche, giustamente, organizzato sulle 12 ore.

Noi abbiamo assunto nell'ultimo tempo, c'è stato un concorso per medici di emergenza, la nuova figura dell'emergenza, e sono stati assunti cinque medici al pronto soccorso, e al 118 di Aosta è l'unico concorso che abbiamo fatto.

Abbiamo adesso un concorso per dieci infermieri professionali; sa quante domande sono state presentate? Cinquecentosessanta. Ecco, questo per dire che alla sanità come al sociale teniamo molto, ma siamo in un momento di grave difficoltà. Di fronte a queste riorganizzazioni è chiaro che bisogna fissarsi delle priorità. E le priorità sono sicuramente il territorio e l'emergenza; le priorità organizzative sono non tagliare i servizi e non mandare a casa nessuno. Ecco, tagliamo tutto ma almeno l'emergenza la dobbiamo tenere, ma poi manderemo in altri ospedali, ma l'emergenza deve essere ad alti livelli, perché lì non si può scherzare.

E arriviamo anche ad un altro discorso, - posso fare due interventi? Scusate, sennò non mi spiego. Finisco presto, va bene -, cosa abbiamo sul territorio in questo momento? Sapete quante volte ho detto: bisogna riorganizzare il territorio? Abbiamo fatto degli incontri con i medici a Donnas, siamo andati a Morgex, per dirgli: "ormai non serve più il medico di famiglia; bisogna che ci mettiamo tutti insieme, con le infermiere per fare un H12 di giorno...", ma per giungere a tale ambito non ho una norma con cui obbligarli. Su questo non ho una normativa per dirgli: lo dovete fare.

Presidente - La prego Assessore.

Fosson (UV) - ...posso andare ancora 5 minuti?

Presidente - No.

Fosson (UV) - ...10 secondi.

Presidente - Prego.

Fosson (UV) - ...lasciatemi solo dire, lasciatemi solo dire...

Presidente - Prego collega.

Fosson (UV) - ...lasciatemi solo dire cosa abbiamo noi sul territorio in questo momento. Tutti i medici di famiglia che devono anche rispondere alle emergenze, di giorno fino alle 14 c'è il medico di famiglia, e c'è l'infermiera che va sull'ambulanza. Poi che cosa c'è? C'è la guardia medica, dalla sera alle 20 fino al mattino, sabato e domenica tutto il giorno - Chatrian - ad Antey c'è una guardia medica, che deve occuparsi di emergenze, ecco perché delle volte abbiamo sui territori le ambulanze e abbiamo un elicottero, tutti i giorni, perché andiamo in Piemonte e ci andiamo sempre di meno, o ci andiamo con l'elicottero o con l'ambulanza, perché ci chiamano per delle emergenze a cui loro non sanno fare fronte.

Io l'ho già detto: in questo momento non c'è nessun accordo, nessun piano di accordo con il Piemonte. Tra l'altro - l'altra volta non mi è venuto in mente - noi abbiamo una legge sull'emergenza sanitaria che prevede un 118, per cui bisognerebbe cambiare una legge per fare una cosa così.

Abbiamo tre sedi periferiche più Aosta, che noi vogliamo tenere per l'emergenza, però attenzione. Cosa è successo? Perché i vecchi se lo ricordano, a volte nelle sedi periferiche, avevamo dei medici che non erano preparati per l'emergenza. Allora cosa ha fatto il Trentino, prima, e poi anche noi? Abbiamo preso delle infermiere di area critica, specialiste che sanno intubare - pochi medici sanno intubare - tanto è vero che, mi si permetta, da prima che arrivassi io, vi era già una organizzazione sul territorio, ed è da tre anni che il personale infermieristico opera sull'ambulanza a Morgex. Ditemi quale inconveniente c'è stato, anzi. E Morgex vuol dire Courmayeur, La Thuile; io ho avuto dei ritorni estremamente positivi da gente di Courmayeur che è stata soccorsa da queste infermiere.

Abbiamo un personale volontario, in tante sedi, che fa un lavoro straordinario che è stato fin troppo tenuto da parte e adesso è stato medicalizzato.

Io, come medico, vi dico che ormai - ci sono dei dati in Lombardia - che le équipe di infermiere specializzate sull'ambulanza hanno dei risultati di sopravvivenza superiori a quelli dei medici, perché il medico dell'emergenza è un medico che va preparato, è un medico che sa intubare.

Dico questo perché il territorio noi lo dobbiamo sicuramente conservare e potenziare. Permettetemi solo un'osservazione: su tre sedi più Aosta, se noi vogliamo avere sempre un medico, con i nuovi turni sono necessari 24 medici. E se mettiamo medici bravi sono 24 anestesisti.

Termino: noi vogliamo mantenere le tre sedi, ma garantire il medico 24 ore non si può perché non potremmo garantire un medico con una grande capacità e una grande efficienza.

Per quello che riguarda gli ordini del giorno che hanno sollevato questa discussione, - ringrazio, anche in un momento particolare di difficile riorganizzazione - e sul primo punto vengo in Commissione perché noi abbiamo presentato a luglio una bozza di piano sanitario che ho spedito a tutti e non ho ricevuto gran che; - veniamo, non solo contenti ma molto volentieri, a condividere questi dati e la prima volta che la commissione ci chiamerà verremo proprio con gli esperti e i responsabili dell'emergenza, perché vi diano questi dati in modo più autorevole di come lo posso fare io e perché vi spieghino che vogliamo mantenere le sedi che comunque hanno una copertura medica. Perché il medico di Donnas corre, e ci sono sei anestesisti, a Donnas! Se noi mettessimo altri sei anestesisti a Châtillon, non avremmo più la possibilità di avere il personale nelle sale operatorie. Accogliamo sicuramente il primo punto e chiediamo che presto venga fatto questo incontro in commissione, in cui si dovrà discutere questa bozza di piano e le politiche. Io sono d'accordo con Fabbri, sono programmazioni che molto volentieri condividiamo.

Sul secondo punto, siamo sicuramente d'accordo: il presidio unico è ancora più importante adesso che siamo in un periodo di crisi, pensate che abbiamo il pronto soccorso dell'ospedale, con, vicino, il pronto soccorso ortopedico, abbiamo il pronto soccorso pediatrico e abbiamo il pronto soccorso ginecologico al Beauregard. Capite che cosa vuol dire avere tutti insieme. Non c'è nessun disegno di accorpamento col Piemonte, quindi, per l'ordine del giorno numero 31, accogliamo il punto 1 e il punto 2. Non possiamo in questo momento, per i motivi che vi ho detto, garantire la presenza di un medico H24 nelle quattro sedi, quindi non possiamo accogliere l'ordine del giorno numero 7. Veniamo molto volentieri in commissione, per discutere di queste cose e il nostro desiderio è comunque di potenziare sempre di più e mantenere questi livelli di servizio d'emergenza.

Vi ricordo che gli altri ospedali stanno chiudendo le sedi periferiche. Noi vogliamo mantenere le sedi periferiche, con le forze che abbiamo, con l'organizzazione che abbiamo, e molto volentieri vogliamo la condivisione.

Presidente - Grazie Assessore, chi chiede la parola? Per dichiarazione di voto? La parola al collega Fabbri.

Fabbri (UVP) - Sì, grazie Presidente.

Ma cosa possiamo dire, se la situazione è così grave - ascolti, va bene - allora se lei mi dice che l'ultimo punto non si può fare, io dico che è una cosa di cui andremo a parlare in Commissione. Se ci viene in Commissione a parlarne, se ci diranno che non è possibile, dimostrandocelo, sarà una scelta, non lo so.

Per il resto, allora va benissimo, questi due punti sono già estremamente caratterizzanti nell'ottica che dicevo prima della programmazione, di avere una programmazione futura che sia certa.

...Sì, ma il piano socio sanitario è una cosa, si tratta di capire esattamente cosa possiamo avere e cosa non possiamo avere, in modo, una volta per tutte di capire dove stiamo andando.

Presidente - Grazie collega Fabbri. Altri che chiedono la parola? La parola al collega Bertschy. Per cortesia un po' di silenzio.

Bertschy (UVP) - Ringrazio il collega Nello Fabbri per essere riuscito a fare il suo intervento. Devo dire, Assessore, che non so se ci ha convinto per la sua enfasi nel dire che tutto le sta sfuggendo di mano o per la sua convinzione nell'andare nella direzione che indichiamo noi.

Va bene togliere l'ultimo punto - com'è stato detto - però noi vogliamo che nessuno si muova nel frattempo, perché poi il problema è che da una volta all'altra qui diciamo delle cose e troviamo un accordo, fate dei comunicati e poi, fuori dal palazzo della Regione, altri si muovono e fanno delle scelte.

Ora, Assessore- lei ha un sacco di impegni, tra l'altro appunto credo che l'agitazione non faccia bene a nessuno e quindi quando portiamo delle iniziative non è per rendere complicata la discussione - io le chiederei di trasferire la necessità che, politicamente, nulla si muova, fino a quando non ci vediamo e non ne parliamo, e che nessuno si inventi più operazioni sul territorio, spostamenti, delle scelte che, abbiamo capito, neanche lei condivide. Quindi faccia pure sapere - soprattutto al dottor Visetti - che è necessario che ci vediamo una volta tutti insieme e sappiamo dove siamo arrivati, dove potremo arrivare e quali risorse servono per fare scelte differenti e così stanno un po' tranquilli anche coloro che lavorano nei servizi, perché quando non si sa bene quale è il futuro, diventa più difficile.

Quindi va bene, il terzo impegno lo possiamo togliere, però facciamo modo di vederci in fretta per parlare di questi argomenti. Grazie.

Presidente - Chi chiede la parola? Prego collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Stiamo parlando comunque di un tema che, quantomeno, è delicato. Parliamo della vita delle persone, come lei, giustamente, ha affrontato in maniera seria, pure io cerco di portare il nostro umile contributo. Con l'ordine del giorno che abbiamo presentato - non sono medico come lei, non abbiamo le competenze che ha lei - abbiamo cercato di cogliere, di capire, anche dai volontari, quali siano le criticità, soprattutto nel territorio e appunto, nel mio caso, nel nostro caso, di Châtillon, l'esempio che le ho portato nel concreto, poi sono gli esempi che fanno la differenza. Io non so se la guardia medica ad Antey può sopperire al medico mancante a Châtillon, io non lo so, perché non sono un tecnico, ma, Assessore Fosson, tutti quelli che ci hanno contattato - e sono numerosi nella vallata della Valtournenche, da Châtillon a Saint-Vincent - sembra che ci abbiano distinto in maniera netta il ruolo della guardia medica con il ruolo del medico d'urgenza h12 o h24, cioè giorno e notte. Penso che qui stiamo parlando - comunque lo diceva lei ieri - di salvare delle vite e quindi noi non solo manteniamo il nostro ordine del giorno, ma entreremo nel merito nel momento in cui, nei prossimi giorni, verrà in commissione a spiegarci le scelte. Le assicuro che i numerosissimi volontari, i numerosissimi professionisti che lavorano all'interno dei due comparti ci hanno sollecitato tecnicamente affermando che quella zona non è coperta, questo è stato il termine utilizzato dai professionisti, non da Chatrian che può essere né medico, né un professionista del settore, ma abbiamo drizzato invece le antenne, perché qui si parla di attimi importanti perché si salva la vita di persone. E, come dicevamo ieri, penso che la questione sia importante. Noi manteniamo il nostro ordine del giorno, lei oggi non ci ha rassicurato per niente - ahimè, proprio per niente - anzi ci ha creato ulteriori confusioni, se devo dire la verità. Noi affrontiamo in maniera laica la cosa, in maniera seria, quindi non ci interessano né le prime pagine dei giornali, né null'altro, ma ci interessa che il territorio sia coperto, come sono coperte altre comunità.

Questo è l'intento del nostro ordine del giorno e la nostra preoccupazione le assicuro, è comunque alta, come capisce, l'intervento che sto cercando di fare e l'obiettivo...poi possiamo andare in Commissione a parlare o che cosa, ma riteniamo che la politica sia una cosa seria e che si debba comunque pronunciare su dei temi importanti. Grazie.

Presidente - Grazie collega, la parola alla collega Certan

Certan (ALPE) - Sì grazie Presidente,

Molto brevemente per riprendere, Assessore, un passaggio che lei non più tardi del mese di luglio, il 16 luglio, fece riguardo proprio alla riorganizzazione dell'assistenza sanitaria nei presidi territoriali. Le avevamo chiesto delle delucidazioni e lei ci aveva detto che le azioni di informazione su questa riorganizzazione erano quelle che erano, diciamo più, indietro e deficitarie. Io non lo so se oggi, dopo quattro-cinque mesi, siamo migliorati e non so se chi ci ascolta avrà capito meglio come avvenga l'organizzazione territoriale dei presidi di emergenza, perché poi, chi ha necessità di un medico, credo che, dopo le notizie che ha ricevuto oggi, non abbia capito molto di più su come è avvenuta la riorganizzazione. Quindi, riguardo all'informazione, la invitiamo, nel prossimo futuro, di riporre un po' di attenzione e di andare a migliorare ancora questo aspetto. Poi, non so se sarà l'ora tarda, ma fatico un po' a non trovare una contraddizione tra quello che lei ci ha detto prima riguardo ai finanziamenti, dice: "eh, purtroppo dobbiamo tagliare tutto", e poi lei il 16, parlava dei finanziamenti a luglio, mi risponde e mi dice: "direi proprio che la sanità territoriale non ha avuto tagli, se lei guarda le convenzioni con i medici di famiglia, le convenzioni sono praticamente uguali, quindi non è diminuita l'attenzione al territorio". Allora anche adesso è così. Benissimo, mi pare che dieci minuti fa ci avesse detto che il problema più grande è invece proprio questo: tenere in piedi un servizio continuo di H24.

Va bene, cercheremo di riprendere tutte queste informazioni, coordinarle meglio, definire e dare delle risposte ai cittadini, perché credo che, dopo questi interventi riguardo a questo delicatissimo argomento, non è che abbiano avuto risposte esaurienti.

Presidente - Grazie collega. Votiamo prima l'ordine del giorno numero 7, presentato da ALPE. Chatrian, prego, la votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 13

Favorevoli:13

Astenuti: 21 (Baccega, Bianchi, Borrello, Donzel, Farcoz, Follien, Fontana, Fosson, Guichardaz, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Péacquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Testolin, Marco Viérin).

Il Consiglio non approva.

Passiamo ora alla votazione dell'ordine del giorno così emendato come è stato illustrato in aula, il numero 31. Votazione aperta. Votazione chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Passiamo all'esame dell'ultimo ordine del giorno, il numero 32. Qualcuno intende illustrarlo? La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Diciamo che a quest'ora bisognerebbe essere a casa per controllare le abitazioni, non a discutere di proposte per migliorare la nostra sicurezza. Allora, la proposta che facciamo con questo ultimo ordine del giorno è una proposta operativa soprattutto direi che è un'evoluzione di quello che si è già fatto negli ultimi anni: si è investito parecchio sulla video sorveglianza, con dei piani che sono stati finanziati attraverso delle leggi di settore che hanno permesso agli enti locali di investire sul proprio territorio con questo tipo di tecnologia. Secondo noi in questo momento potrebbe essere utile migliorare e implementare questo tipo di servizi, soprattutto renderli più efficienti con una proposta di controllo sul territorio che sicuramente migliorerebbe, in generale, l'efficienza dei servizi. Riteniamo possa essere utile citare un esempio: poco tempo fa, nella zona della Valsugana sono state messe delle telecamere, collegate direttamente con il Ministero dei trasporti, che permettono una lettura immediata del passaggio delle targhe di auto che evidentemente possono essere immediatamente riconosciute rispetto al loro utilizzo: se sono auto rubate, se sono auto identificabili rispetto a servizi di controllo che sono in corso.

L'idea è quella di caratterizzare e migliorare il progetto che, appunto, va avanti da qualche anno, cercando di investire nelle zone e nei punti importanti - all'uscita dell'autostrada, all'entrata delle valli - utilizzando telecamere che possano interfacciarsi immediatamente con le forze dell'ordine e con la motorizzazione civile e che possano permettere una lettura rapida, che permetta un riconoscimento per la situazione di controllo che bisogna effettuare.

Quindi la proposta, molto chiara in termini proprio di investimento, forse permetterebbe anche questo: razionalizzare quello che già è stato acquistato, perché in tanto punti di entrate in paese, dove non è necessario avere strumenti così efficaci di controllo, ci sono delle telecamere che potrebbero essere piazzate in altri luoghi.

Speriamo che la proposta possa ottenere una sua valutazione e poi una successiva ricerca di fondi per poter essere poi utilmente portata alla sua fase di investimento e di utilizzo. Grazie.

Presidente - Grazie collega, qualcun altro intende intervenire? La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Sì grazie Presidente.

Come ha già ricordato il collega, su questo abbiamo fatto dei grossi passi avanti, soprattutto sull'informatizzazione e la collocazione di strutture che possano in qualche modo servire a identificare in tempo congruo i passaggi delle autovetture. A oggi ci sono sul territorio quasi mille telecamere - sono 965 per l'esattezza - quindi credo che si stia in qualche modo migliorando il sistema che a livello precauzionale viene portato avanti.

Nell'ordine del giorno si dice: "strumenti in grado di...in tempo reale". Da un punto di vista tecnico - non certo nel contenuto, che condividiamo - mi suggerivano che sarebbe meglio ometterlo perché sembra che non sia tecnicamente così; poi, può essere un particolare, lo dico solo perché ci hanno suggerito che da un punto di vista tecnico, non so per quale meccanismo, questo non è percorribile in tempo reale.

E poi l'altra questione ministeriale della motorizzazione civile e delle check-list locali: non si sa come entrano le check-list locali nel discorso della motorizzazione civile, in quanto l'impianto comporta che le telecamere, con queste autorizzazioni, siano collegate alla centrale - come lei diceva - in modo da rendere possibile questa identificazione in tempo rapidissimo. Adesso il tempo reale è forse esagerato, ma è una questione tecnica, non è quello il problema, credo.

Quindi - con questi due chiarimenti che sono tecnici, poi io non entro nel merito - per il resto credo che condividiamo sia le ragioni per cui si chiedono questi interventi, sia la finalizzazione dell'insieme dell'intervento, che vuol dire più sicurezza e maggiore possibilità di interventi in tempo rapido per riuscire, prima di tutto, a svolgere un'azione preventiva - perché la presenza di questi sistemi diventa un deterrente - ed inoltre, a intervenire in un tempo rapido, in modo da identificare, possibilmente, gli eventuali autori di rapine o di vandalismi, commessi da quella delinquenza che purtroppo sta devastando le nostre valli.

Quindi, con questo spirito noi accettiamo l'ordine del giorno che voi avete presentato.

Presidente - Grazie, la parola alla collega Certan.

Certan (ALPE) - Sì per dire che il nostro gruppo è sicuramente a sostegno di questa iniziativa. L'ha ricordato il Presidente, credo che ormai la nostra vita, con mille telecamere, sia già abbastanza da "Grande Fratello" e sotto controllo. Sicuramente lei ha fatto due o tre precisazioni, l'unico aspetto che sicuramente penso debba essere un po' approfondito, riguarda la privacy.

Mi ricordo che, quando ero in Comune, avevamo agito tenendo in considerazione questo aspetto.

Credo che chi ha accesso a questi dati, a queste telecamere necessiti di schermi e di sale operative, comunque, in qualche modo sicure - non dico criptate - e penso che sia importante mettere in rete le telecamere situate in posti strategici dove i Comuni hanno già adottato questo sistema, perché due o tre anni fa, anche il CELVA aveva promosso questa azione. A suo tempo c'era stato un piano e gli Enti locali avevano potuto accedere attraverso un piccolo progetto, e quindi, credo che sia importante andarlo a riprendere. Ricordo, che c'era però tutta una serie di norme comunque molto rigide, anche perché credo che la situazione sia abbastanza delicata, poi, sicuramente è importante per la sicurezza, quindi va bene.

Presidente - La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Ma sulle precisazioni, Presidente, siamo d'accordo, è chiaro che l'effetto della telecamera, invece, dovrebbe essere proprio quello, nel senso di permettere una rapida ed efficace azione di controllo. Scriverlo o meno non è un problema, speriamo che però si vada in quella direzione, che l'investimento che si andrà a fare permetta alle forze dell'ordine di poter effettuare immediatamente l'azione di controllo e di verifica che va fatta. Su un articolo, appunto, su questo Comune (della Valsugana), si leggeva: "Le telecamere sono in collegamento con la banca dati del Ministero dei trasporti, perciò riusciamo, in tempo reale, a rilevare i veicoli non assicurati, quelli oggetti di furto, di fermo fiscale", e avanti così.

Il problema non è l'impegno dell'ordine del giorno, piuttosto è importante che chi opererà e verificherà tecnicamente che cosa si può fare, ecco, lo abbia in disponibilità.

Per il resto ringraziamo dell'accoglimento dell'ordine del giorno, che farà crescere, come ha detto giustamente lei, soprattutto in termini di funzione deterrente la sicurezza sul territorio, perché siamo una Regione che - in questo caso qua è un vantaggio ­ ha poche possibilità di vie di fuga e, con un buon controllo, sicuramente la sicurezza dei cittadini aumenta e il lavoro delle forze dell'ordine può essere migliorato.

Quindi ringraziamo e saremo attenti, appunto, che si reperiscano le risorse per poter fare gli investimenti. Grazie.

Presidente - Grazie collega. Possiamo passare alla votazione dell'ordine del giorno, così emendato. Votazione aperta. Votazione chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.