Oggetto del Consiglio n. 1581 del 18 novembre 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1581/XIV - Interpellanza: "Rispetto da parte dell'Azienda USL delle norme in materia di riduzione del costo di fornitura e servizi".
Presidente - Per l'illustrazione, la parola al Consigliere Gerandin.
Gerandin (UVP) - Merci Président.
Già in un precedente Consiglio c'era stata un'iniziativa mirata su un provvedimento che l'USL aveva fatto in merito a un contratto di proroga di forniture riferito a un contratto specifico. Tenuto conto che ormai siamo anche alla vigilia della discussione del bilancio e si continua a parlare di momento difficile, di razionalizzazione, di fare attenzione a come si spendono le risorse finanziarie a disposizione, e tenuto conto che comunque l'Azienda USL, assieme al sociale - lei ben lo sa, Assessore - grava per oltre un terzo sulle risorse disponibili nel bilancio regionale, ritorno su questo argomento. Nella passata interrogazione lei mi disse che erano partite 545 comunicazioni da parte dell'Azienda USL su tutta una serie di richieste in merito alla riduzione di almeno il 5 percento dei contratti in essere per quello che riguarda la fornitura di servizi e forniture. Lei ben sa che l'Azienda USL, così come la pubblica amministrazione, è un'azienda pubblica, per cui deve attenersi alle regole. In quell'occasione, in una delibera citata, si faceva esclusivamente riferimento alla legge 125 del 2015 e io le chiesi come mai non si facesse riferimento anche al decreto legge 66 dell'aprile 2014 (convertito poi in legge 89 a giugno del 2014), perché già ad aprile si prevedeva questo tipo di riduzione. Lei in quell'occasione non seppe rispondermi, se non darmi queste indicazioni. Sono poi andato a vedere e a ricostruire com'era la faccenda e mi sono preoccupato di un fatto: che lei, pur essendo Assessore alla sanità e alle politiche sociali - ormai è risaputo - ha una sensibilità diversa per il campo del sociale rispetto a quello sanitario, almeno a mio parere, su questo non c'è ombra di dubbio e ci tengo a sottolinearlo. È dimostrato dai fatti, e noi, in sede di bilancio regionale, avremo modo di entrare nello specifico, probabilmente ci sarà anche tanta gente che avrà la mia opinione; lo immagino, perché poi ci sarà un argomento assolutamente interessante e purtroppo delicato per chi lavora nel sociale, ma questo glielo ricorderemo nelle sedi opportune.
Detto questo, io voglio ritornare su quello che noi riteniamo sia un obbligo di legge. Mi viene in mente un passaggio che avvenne il 26 di novembre del 2014: quando lei, Assessore, assieme al Direttore generale dell'Azienda USL (allora dottor Ardissone) e al Direttore sanitario (dottor Veglio) venne a presentarci il piano di riorganizzazione dell'Azienda USL, alla fine della presentazione io le dissi che a mio modesto parere mancava - e ho sottolineato che probabilmente era per dimenticanza - un passaggio molto importante, cioè quello di rinegoziare le forniture, i servizi, e anche i contratti precedentemente effettuati. L'allora Direttore generale mi rispose che si faceva già da prima che lo stesso entrasse in vigore, che lo si faceva con tutti, e che probabilmente era una dimenticanza. Mi disse anche che per quel tipo di attività dal '90 si applicava la 95 precorrendo addirittura la 135 dell'89, e io in quell'occasione dissi che effettivamente poteva essere una dimenticanza. Andando però a rileggere gli atti che avete confermato - dei quali avete prorogato la scadenza addirittura non solo fino al 2015, ma anche al 2016 e al 2017 - di questa rinegoziazione non vi è traccia, salvo qualche caso in cui alcuni fornitori hanno proposto loro, autonomamente, la riduzione (senza la nostra richiesta); probabilmente questi forse erano più al corrente di voi di questa legge, o quanto meno hanno fatto un passo avanti nella direzione voluta dal legislatore e hanno proposto autonomamente delle riduzioni.
Detto questo, a noi pare veramente singolare che l'Azienda USL, pur gestendo in modo del tutto autonomo e personalistico queste imposizioni che la legge prevede, continui a prorogare contratti milionari - le posso dimostrare che sono milionari - e non sto parlando dei farmaci, perché quelli sono regolamentati dall'AIFA, ma delle forniture per le quali è sufficiente avere la dichiarazione del responsabile attestante che la ditta si è comportata bene, che la fornitura è consona o comunque che va bene, per cui in automatico scattano le proroghe. Dico questo perché fa un po' specie - proprio per tornare a quella sua diversa sensibilità - constatare quanto sia stato bravo in fase di assestamento a farsi dare 6 milioni e mezzo per quello che riguarda la sanità, senza peraltro aver inciso minimamente o comunque essersi preoccupato del futuro del sociale; questo a noi dispiace, ma sarà un futuro argomento di cui discuteremo. Grazie.
Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Fosson.
Fosson (UV) - Intanto la ringrazio per aver definito che ho una sensibilità per la sanità in un momento così difficile; chiaramente discuteremo poi di tutte le nostre sensibilità, perché questo è un argomento difficile e il legislatore ha fatto forse una norma non facilmente applicabile. Spero di essere più preciso dell'altra volta, anche se non esaustivo, perché questo percorso di rinegoziazione - se lei ha letto e visto che cosa succede nelle altre Regioni - è sicuramente una difficoltà per tutti.
Vorrei fare una premessa su cosa è successo prima del 1° gennaio 2015 riguardo alla rinegoziazione dei contratti, altrimenti non si capisce bene in che situazione siamo. Lei giustamente cita il decreto 66, ma bisognerebbe anche citare la precedente spending review. Con questi due provvedimenti l'ASL ha rinegoziato e ridotto in modo significativo molti contratti fino al 20 percento, e perché si poteva rinegoziare con una normativa precedente? Per due motivi: per tempi rapidi di pagamento e soprattutto per la possibilità di spalmare i costi del contratto nell'arco di più anni (questa è stata una possibilità ampiamente utilizzata dall'amministrazione Ardissone). Nel 2013-2014 le riduzioni sono state molto importanti, addirittura superiori al 5 percento, ma la legge 125 del 2015 che è stata promulgata nel mese di agosto non permette più di allungare i tempi dei contratti, bensì prevede che ci sia una rinegoziazione con le aziende, tra l'altro usando termini quali: "a proporre ai fornitori una rinegoziazione...". La finanziaria 2016, che lei avrà già letto sicuramente, prevede addirittura gare sempre più aggregate anche con le altre stazioni appaltanti, quindi questa premessa mi sembra molto importante, perché con quello che si è fatto prima, usando il decreto 66, si è ottenuto un risparmio che ha permesso proprio all'Azienda di stare in piedi in questi anni e anche in quelli precedenti.
"Il numero di contratti negoziati con riduzione di almeno il 5 percento": come le ho detto, l'Azienda ha avviato procedure di rinegoziazione per 500 contratti attualmente in essere. Sono contratti molto ampi, perché l'allegato A prevedeva anche affidamenti a partecipate, di rinegoziare contratti con partecipate, con servizi sanitari pubblici, ma anche con privati per consulenze tributarie (è chiaro che la rinegoziazione dei farmaci non era in questo settore). Da questo lavoro di contrattazione è emersa da parte di una stragrande maggioranza di fornitori la non adesione a questo processo di rinegoziazione. La maggior parte dei fornitori ha mandato delle lettere fotocopiate dicendo che non è in grado di ridurre le proprie percentuali, e questo è il dato di fatto importante!
Venendo ai contratti per le forniture di beni e servizi, l'azienda è stata molto precisa e ha inviato queste lettere a settembre, ma abbiamo avuto (sempre con lettera) un 75 percento di dinieghi. Una percentuale pari al 15% dei fornitori è disponibile a un incontro che si sta verificando in questo periodo, ma di fronte a questi dinieghi che l'azienda ha ricevuto si è aperto un percorso difficile e complesso che non è ancora terminato. L'azienda che cosa può fare se vogliamo essere seri? Sospendere o procedere con la risoluzione del contratto, ma in questo caso ci sono interruzioni di pubblico servizio e, secondo, ridurre i volumi. Beh, se lei ride, lei è maestro in queste cose; dicevo, ridurre i volumi, cosa che stanno facendo e, terza cosa, una ricerca di mercato che cerchi condizioni più favorevoli di quanto è attualmente in corso. Guardando però il mercato, la legge 125 - che lei avrà letto bene - dice che si può entrare in gare aggregate fatte da altre centrali, ma solo se il fornitore è d'accordo. Quindi non è così facile e si può anche ridere, ma o si riduce del 5 percento o sennò viene sospeso il contratto e non è possibile, perché bisogna trovare situazioni economicamente più valide per non sospendere il servizio.
Rispetto alla domanda 2: "il numero dei contratti prorogati senza riduzione...", intanto c'è un'interpretazione del Ministero che è arrivata in Piemonte, di cui non ho ancora la copia, ma che su parere della KPMG dice che il 5 percento è esigibile dal mese di luglio, mentre viceversa per i mesi precedenti non è fattibile. I contratti che sono stati prorogati senza riduzione dal 1° gennaio rappresentano il 5 percento di quelli in essere per un importo complessivo di 4 milioni e mezzo, con una precisazione che le avevo già fatto e di cui si può tener conto o no. Per esempio i prodotti per la medicina nucleare (delibera 738) sono in attesa di gara in fase 1 con l'espletamento da parte della Centrale Unica della Liguria (non siamo potuti entrare prima, ci entreremo quest'anno, e quindi era stato necessario fare una proroga per poter entrare in una gara più vantaggiosa), analogamente al contratto per protesi ortopediche (delibera 412), che prevede un risparmio del 5 percento, per il quale si è in attesa di entrare in gara con la Centrale del Piemonte. Cercando un mercato più favorevole si sono cercate delle aggregazioni, ma non è stato possibile finché la gara non era finita, quindi noi dobbiamo entrare in gare successive. Queste sono quindi le proroghe avvenute nel 2015, anche prima dell'entrata della legge, e sono dovute al fatto della necessità di entrare in gare specifiche.
Per il punto 3, sul "perché tanti contratti sono stati prorogati addirittura al 2017", le leggo quello che ha scritto l'azienda, che ha una sua oggettività: "Nel 2015 non sono stati prorogati i contratti al 2017, bensì sussistono due affidamenti con scadenza nel 2017 disposti in base all'articolo 125 del contratto del lavoro", cioè prima con la proroga e poi con la possibilità di entrare in una gara. A titolo meramente esplicativo, per questi due affidamenti fino al 2017 la delibera 923 (che prevede l'affidamento per la fornitura di test immuno-cromatografici per il periodo 1/10-30/09/2017) in base all'articolo 11 del regolamento aziendale ha fatto sì che ci fosse una proroga cosiddetta "tecnica" per entrare dentro una gara di questo tipo molto più vantaggiosa.
Prima di dire "quali verifiche sono state fatte", io direi che è semplice dire come bisogna fare, ma farlo non è altrettanto semplice. Il legislatore ha previsto questa riduzione del 5 percento su base annua su tutti i contratti, ma per esempio il Piemonte ha avuto il 99 percento di rifiuti alla rinegoziazione perché hanno fatto cartello, non rinegoziando quindi importi diversi; pertanto il Piemonte per risolvere il problema non fa neanche le gare, ma riduce i volumi. Ridurre i volumi però vuol dire meno forniture e meno servizi, più mobilità, eccetera. Bisogna premettere che, pur nel desiderio di raggiungere questa riduzione del 5 percento, ci sono grandi difficoltà e queste difficoltà ci sono soprattutto nelle Regioni vicine. La nostra USL sta analizzando e verificando tutti gli aspetti, però c'è il 75 percento di negazioni a una rinegoziazione, e noi non vogliamo sospendere il servizio, né in questo, né nel sociale, perché abbiamo comunque un'attenzione verso i servizi in corso di erogazione. Non solo, il punto di partenza di questa legge 125 è sbagliato, perché parte per dire di tagliare il 5 percento. C'è un osservatorio prezzi, ma è indipendente da quanto si era già ottenuto nel prezzo, non ci sono i costi standard; se una siringa mi costava 10 è facile ridurre il prezzo del 5 percento, ma se mi costava 5 perché l'amministrazione era già stata oculata prima, questo non si può fare (mi sembra un'osservazione seria e oggettiva).
L'azienda sta comunque lavorando per ottenere il più possibile queste riduzioni. Ricordo quale funzione di vigilanza ha la Valle d'Aosta sul governo dell'ASL: intanto l'approvazione del bilancio, il PAL, ma soprattutto - lo ha citato, ma bisogna risottolinearlo - l'Azienda ASL per legge è dotata di personalità giuridica, pubblica, autonoma e imprenditoriale. Quest'azienda ha anche cinque revisori dei conti, di cui tre regionali - che diventerà uno con la prossima riforma della 502 - e due ministeriali, uno mandato dal Ministero della salute e uno dal Ministero del bilancio, che tutti i mesi verificano i conti dell'USL e la sua autonomia, con osservazioni che vengono pubblicate sul sito nazionale SIA. Alla fine io dico che la nostra azienda, da dati conclamati e dichiarati, ha diminuito i costi del 6 percento negli ultimi anni quando tutte le altre aziende li hanno aumentati.
Presidente - Per la replica, la parola al Consigliere Gerandin.
Gerandin (UVP) - Grazie Presidente.
Ho ascoltato attentamente, e rispetto all'altra interpellanza ha detto qualcosa di più, Assessore. Anticipo che quanto ho premesso in merito alla sua particolare attenzione al sanitario mi fa immensamente piacere, per cui concordo, ma vorrei che avesse la stessa attenzione anche per il sociale, per cui quando le ho parlato di "diversa sensibilità" non era per scemare la sua attenzione sul sanitario, bensì di sollecitarla anche per il sociale, è diversa la cosa. Indubbiamente mi ha detto qualcosa di più rispetto al passato, però probabilmente lei vive in un altro mondo! Sinceramente, che lei mi venga a dire che l'azienda nel 2013 e nel 2014 ha già rinegoziato meno del 5 percento...io le ricordo che nel 2013 e ad inizio 2014 non c'era neanche il decreto 66, non c'era il decreto! Lei mi ha parlato del 2013 e nel 2013 non c'era il decreto 66! Allora le farò la prossima iniziativa chiedendole cosa avete diminuito in base al decreto 66, d'accordo? Sarebbe interessante capirlo, indubbiamente. È certo che la maggior parte vi risponde di no, ci mancherebbe! Sarebbe come se, sapendo che ormai la prassi dell'azienda USL è quella di prorogare, indipendentemente da quello che vi rispondono, io ho qua...
Presidente - Per cortesia, Assessore, nessun intervento fuori microfono.
...io ho qua fior di atti in cui, per la stessa fornitura, con più fornitori, ci sono ditte che hanno accettato addirittura di autoridursi più del 5, l'8 o il 10 percento, e alte che hanno rifiutato...bene, voi avete prorogato a tutti alla stessa maniera! Le ricordo che c'è un obbligo di legge, anche se a lei la legge 125 non piace...ormai ha un altro ruolo, prima era Parlamentare e adesso è Assessore alla sanità, ma probabilmente sta ancora ricoprendo quei banchi di Governo, parlo del Governo romano, e probabilmente bisognava parlare prima di certe cose.
Detto questo, le ricordo semplicemente che la legge prevede non solo la possibilità di revocare - e su questo sono d'accordo con lei, perché nessuno vuole sospendere i servizi - ma almeno che non si proroghi e si parta con dei bandi! Le ricordo inoltre che le ho chiesto in maniera ben precisa che cosa pensate di fare per quello che riguarda il soggetto aggregante regionale INVA. Bene, adesso le leggo un atto (se lo vada a leggere, perché è un atto pubblico): nelle motivazioni c'è scritto che è stata designata la Centrale Unica di Committenza regionale INVA S.p.A., che l'USL della Valle d'Aosta ha trasmesso a INVA S.p.A. quale unico soggetto aggregatore - parlo del 31 marzo 2015 - e che "dato atto che il soggetto aggregatore regionale di cui alla lettera f) non è specializzato in acquisti sanitari". Bene, questa è la grande novità, per cui voi fate parte di un soggetto aggregatore per fornirvi - è scritto qua - che non è specializzato, per cui mi dica lei come farà i nuovi bandi! Me lo spieghi, perché l'altra volta lei mi ha detto che sarà INVA a fare i nuovi bandi! L'avete scritto che non siete in grado di dare atto e allora modificate queste cose! E ci sono le responsabilità, caro Assessore, certo che ci sono, indubbiamente ci sono le responsabilità dirette di chi gestisce, ma anche di chi mette le risorse e voi avete l'obbligo di controllare come le spendono!
Per quello che riguarda la fornitura sino al 2017, mi faccia avere per iscritto quello che ha letto, così andiamo a ridere, perché è ora che qualcuno metta mano al portafoglio, e tra questi non so chi sarà esente, Assessore, perché rispetto al passato le ricordo di aver denunciato pubblicamente in quest'aula, con due interpellanze, il non rispetto di una norma dello Stato. Mi auguro che lei prenda penna e carta e scriva a chi di dovere, sennò lei sarà responsabile alla pari degli altri, perché lei è a conoscenza. Se prima lei poteva dire di non essere a conoscenza del non rispetto di talune leggi adesso lei lo è!
Presidente - Punto 12 all'ordine del giorno.