Oggetto del Consiglio n. 1538 del 4 novembre 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1538/XIV - Interpellanza: "Adozione di iniziative di informazione sul rapporto rischi/benefici derivanti dalle vaccinazioni".
Presidente - Per l'illustrazione, la parola al Consigliere Fabbri.
Fabbri (UVP) - Grazie Presidente.
Presentiamo questa interpellanza per avere qui, in Consiglio, noi Consiglieri - ma credo anche coloro che ci stanno ad ascoltare e che ci seguono - qualche punto fermo sulla situazione delle vaccinazioni in Valle, sia su quelle pediatriche obbligatorie o consigliate, sia su quelle antinfluenzali. I dati che abbiamo confermano che si sta diffondendo sempre di più una specie di "informazione allarmistica" che provoca poi un certo restio da parte delle famiglie a vaccinare i bimbi e a vaccinare le persone a rischio. Negli ultimi anni c'è stata purtroppo una diminuzione di copertura vaccinale di tutti i tipi, sia di quelli previsti dai LEA, sia per gli altri.
Alcuni dati che noi abbiamo in possesso ci dicono che la copertura vaccinale prevista dal Piano nazionale dei vaccini non viene rispettata in Valle d'Aosta (veniva rispettata, ma poi negli anni purtroppo c'è stata una diminuzione). Due dati: il vaccino sulla poliomielite è al 93,7 percento, difterite, tetano e pertosse al 93,8 percento, l'HB al 93,1 percento, e via di questo passo; siamo cioè al di sotto del 95 percento, di quello che è preconizzato dal Piano dei vaccini nazionale. Diciamo che è una situazione preoccupante, perché queste diminuzioni di vaccinazioni fanno sì che si possano diffondere delle malattie che fino ad ora erano state completamente debellate: pensiamo alla difterite, pensiamo anche al rischio che c'è da parte della popolazione, sia infantile che adulta, di incorrere poi a delle infezioni che, come dicevo, erano scomparse e che quindi sono adesso di difficile diagnosi da parte dei medici. Abbiamo anche avuto ultimamente delle infezioni di tubercolosi, tubercolosi anche infantile, cosa negli ultimi anni era scomparsa e che adesso tende a farsi di nuovo presente nel nostro territorio. Tutto questo a dispetto anche di quel Piano di vaccinazione regionale che è estremamente puntuale, estremamente ben fatto -bisogna riconoscerlo - che però non ha e non sembra aver avuto gli effetti desiderati. Questo naturalmente anche a fronte di una cattiva informazione, una cattiva campagna che viene fatta dai media, che insinuano nella popolazione la paura di ricorrere alla vaccinazione e la allarmano esponendo gli effetti collaterali anche tossici di questi vaccini. Torno a ripetere: nonostante tutto il Piano regionale della vaccinazione, purtroppo c'è una diminuzione delle vaccinazioni, per cui a nostro avviso bisognerebbe che gli organi preposti in qualche modo possano porre rimedio a questa situazione, soprattutto ricorrendo ad un'esatta informazione, sia a livello di coloro che operano nel settore (che sicuramente sono informati sui fatti), ma anche a livello della popolazione.
Con la nostra interpellanza invitiamo dunque a porre rimedio a questa situazione che si sta verificando e chiediamo quali sono le azioni poste in essere a questo proposito. Inoltre vorremmo avere dall'Assessore la conferma che questo Piano vaccinale regionale sta subendo dei rallentamenti e sapere quali siano i motivi di questi rallentamenti. Grazie.
Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Fosson.
Fosson (UV) - Sì, grazie Presidente.
Sicuramente le vaccinazioni rappresentano oggi uno dei più grandi problemi di programmazione sanitaria; è preoccupante quanto è emerso in questi giorni dagli organi d'informazione. La ringrazio per questa interpellanza, perché ci permette di fare un attimo il punto e anche di sentire poi nella sua replica quali siano le indicazioni, i pareri sull'obbligatorietà o meno. Dall'altra parte bisogna ricordare che le vaccinazioni rappresentano una delle pagine più belle della storia della medicina, da Pasteur a Montagnier, e anche per quanto concerne l'ebola nessun ha mai detto: "non vacciniamo contro l'ebola", perché l'unica possibilità di debellare un'epidemia così è proprio trovare un vaccino. Questo problema è anche stato sollevato in modo importante proprio perché c'è un calo significativo delle vaccinazioni, come diceva lei, un calo significativo in tutta Italia, e anche in Valle d'Aosta. Le Regioni a Statuto speciale - lei l'ha visto - sono quelle che vaccinano di meno, e chi vaccina di meno è proprio l'Alto Adige.
Ci sono due tipi di vaccinazioni. Le vaccinazioni che lei ha definito "obbligatorie", sono state eliminate dall'obbligatorietà nella scuola dal 2003, dal Governo D'Alema con la Bindi Ministro della Salute, per dare spazio all'autodeterminazione. Le vaccinazioni obbligatorie sono quattro: la difterite, l'antipolio, l'antitetanica e l'epatite. Cosa vuol dire "obbligatorie"? Perché succede proprio che, con l'informazione di cui parlavamo prima, un genitore possa fare un atto di dissenso e non far fare la vaccinazione a suo figlio. Tutto ciò cosa provoca? Assolutamente nulla, perché questo avviene soprattutto per le vaccinazioni cosiddette "raccomandate" nel primo anno di vita, che sono veramente oggetto di grossa contestazione - non parlerei di cattiva informazione, ma proprio di contestazione della loro validità - e che sono diminuite: il morbillo, e la trivalente, tenendo altresì conto che non si può fare l'antitetanica separata dal morbillo.
Un aspetto di carattere scientifico molto importante dal punto di vista del Ministero è quello per il quale è intervenuto il professor Ricciardi dell'Istituto Superiore di Sanità che dice: "La disinformazione minaccia di disperdere il patrimonio di sanità accumulato", con addirittura il pericolo di ritornare a forme di epidemia; si pensi a tal proposito che c'è stato un caso di difterite in Spagna. Dall'altra parte rispondono in modo molto importante le Associazioni, addirittura le Associazioni anti vaccinazioni che, con eclatanti prese di posizione dal titolo: "Vaccini: come tornare all'età della pietra", attraverso un documento firmato da più di 150 pediatri - mi scusi la parentesi, ma uno di questi firmatari è valdostano, è una pediatra non dipendente, ma convenzionata - in cui vi è scritto che i vaccini fanno male, che alla base di un'informazione noi dobbiamo parlare dei rischi dei vaccini! È chiaro che questa disputa fra Ministro e Associazioni ha diviso l'Italia, perché sicuramente ha esacerbato un problema di "vaccini sì" e "vaccini no". Ieri eravamo in collegamento con la Commissione degli Assessori regionale della salute che doveva esaminare il Piano vaccinale e quindi prendere delle decisioni su quello che è stato pubblicato dal Ministero ivi inclusa la prospettiva di penalizzare i medici. Nel corso della riunione è stato deciso di non decidere, nel senso che si è deciso di aprire un tavolo d'informazione in cui si deciderà poi se reintrodurre l'obbligatorietà, che a mio avviso anche dal punto di vista giuridico non sarebbe una cosa facile.
Sul problema se i vaccini fanno bene o fanno male, come lei sa, i vaccini sono delle medicine, e come tutte le medicine possono creare dei fenomeni di allergia, di intolleranza a carico di qualche paziente, però l'effetto, è raro ed è estremamente sproporzionato a favore del grande vantaggio alla salute che è stato portato dalle vaccinazioni. Quali sono gli effetti indesiderati? Ecco, dividerei in questo i cosiddetti "pediatrici obbligatori", oltre a una reazione tossica del momento, febbre, vomito o qualche caso di disorientamento, mentre sulle grosse alterazioni di malattie, aspetto un intervento del Ministero. L'anno scorso - lei lo sa - è apparso su The Lancet, che è una delle riviste scientifiche più importanti a livello mondiale, un articolo che avvicinava la vaccinazione al morbillo con un aumento dell'autismo; l'articolo è stato poi contestato, il giornale lo ha rimosso, ma in queste Associazioni antivaccinatori viene ormai presentato da tutti così, e le evidenze scientifiche sono importanti. Il discorso introdotto da parte degli antivaccinatori non è un effetto immediato, ma di modifica del quadro immunitario. È chiaro che i vaccini modificano il sistema immunitario, ma questo non può determinare la conseguenza del "non ho mai fatto l'influenza, mi sono vaccinato e l'ho presa da quando l'ho fatto", o frasi di questo tipo. Per l'influenza qual è la complicanza? A parte che l'influenza l'anno scorso è rientrata in alcune forme di comunicazione deleterie, e per certi versi drammatiche, del tipo: "nel mese di dicembre è morto un anziano perché ha fatto l'influenza", con 11 casi di decessi poi non confermati; sappiamo che l'influenza ha un caso su 100.000 di lesioni del motoneurone anteriore con delle sindromi paralizzanti - io ne ho visto uno - che si risolvono, ma che comunque è un dato controbilanciato da quelle delle morti per influenza, appartenenti alle categorie a rischio come i cardiopatici, eccetera. Ricordiamoci che nel 1917-1918 in Valle d'Aosta sono morte 1.300 persone per la "spagnola".
Come ci muoviamo noi? Noi siamo profondamente convinti dell'importanza di una strategia vaccinale e, come ha detto lei, sicuramente bisogna dare una grande accelerazione contro quella che non è una cattiva informazione, ma è un'informazione precisissima, nel senso del "non voglio che i miei figli siano vaccinati", la cui filosofica è analoga a quella per la quale il genitore dice: "non voglio dare l'antibiotico a mio figlio", con una presa di posizione sostenuta magari anche da qualche sanitario, e questo sicuramente altera il giusto approccio profilattico e terapeutico.
Noi siamo profondamente convinti dell'importanza delle vaccinazioni, vogliamo convincere tutti gli indecisi, e comunque confrontarci con chi è contrario alle vaccinazioni. Oltre a questo c'è anche la cultura del dubbio, ovvero quello che in Italia i vaccini servono alle case farmaceutiche. Le dirò che noi abbiamo presentato al Ministero adesso una proposta di acquistare tutti i vaccini, con un unico fondo, affinché sia il Ministero ad acquistare i vaccini per tutti e poi li distribuisca; quindi con il nostro impegno contro la disinformazione cercando sempre più di promuovere la vaccinazione. Cosa abbiamo fatto per questo? Già l'anno scorso, nel mese di marzo-giugno ci era apparso evidente questo: abbiamo costituito un gruppo di lavoro in cui ci sono le istituzioni, ma soprattutto ci sono i pediatri del territorio, e questi si sono già incontrati sei volte anche per uniformare dal punto di vista sanitario l'informazione, affinché non ci sia un clinico che dica: "non vaccinate" e un altro viceversa che dica di sì, perché dobbiamo cercare il più possibile di avere dei punti fermi sulle vaccinazioni da dare. Con questa campagna informativa sulle vaccinazioni, faremo intanto dei comunicati stampa, con un evento pubblici il 9 di novembre, a Palazzo regionale, alla presenza di alcuni "promoters", cioè con chi sostiene (Forze dell'Ordine, eccetera) che la vaccinazione va fatta; ci saranno anche le Associazioni di volontariato, e in tal senso ho già parlato anche con l'AVIS.
La scuola: noi stiamo riorganizzando l'informazione finalizzata all'educazione sanitaria all'interno della scuola. Penso che questo dell'informazione sanitaria sulla campagna vaccinale, ricordando magari le pagine belle delle vaccinazioni, sia da portare nella scuola riunendo magari le famiglie alla fine di questo incontro perché si confrontino con degli specialisti.
Un altro appuntamento a cui noi teniamo molto e che, come Regione, abbiamo promosso: è quello del 28 di novembre che avrà luogo all'Hostellerie. Si tratta di un importante convegno dal titolo: "Il dissenso vaccinale. Come affrontarlo", in cui ci saranno degli specialisti della Valle d'Aosta, del Piemonte, e del Veneto. Questa è un'iniziativa che allarga i nostri confini proprio per cercare di mettere a nudo questo dissenso vaccinale, in attesa di una posizione precisa del Ministero, che rimane a noi da gestire soltanto aumentando e migliorando ancora l'informazione.
Presidente - Per la replica, la parola al Consigliere Fabbri.
Fabbri (UVP) - Grazie Presidente.
Una breve replica e poi lascerò la parola alla collega Morelli. Indubbiamente mettere a punto i rischi e i benefici della vaccinazione è la strada maestra per potere poi convincere o lasciare alla libera scelta dei genitori e di chi si vuole vaccinare quella che è una prassi da seguire, e secondo la maggioranza della comunità scientifica è la strada maestra per prevenire tutte queste malattie di tipo virale e di tipo batterico.
Un solo appunto. Lei, Signor Assessore, ha detto che i pediatri di base sono stati coinvolti in questo tipo di...uno è stato coinvolto, uno...ecco, però i pediatri di base, da quello che sappiamo noi, non sono stati coinvolti nella possibilità di vaccinare questi bambini perché...per motivi che adesso non stiamo qui a sviscerare. Comunque noi pensiamo che la pediatria di base, che è un po' una "Cenerentola" nella sanità regionale e territoriale, abbia un'importanza fondamentale per spiegare in modo assolutamente certo, soprattutto alle mamme e alle famiglie, i rischi e i benefici della vaccinazione. Inviteremmo quindi a coinvolgere sempre più la pediatria di base, anche nel poter vaccinare i bimbi in questo recupero di vaccinazione che si sta spegnendo e si sta riducendo con dei rischi notevolissimi per la salute pubblica. Lascio la parola alla collega.
Presidente - La parola alla Consigliera Morelli.
Morelli (ALPE) - Merci Président.
Noi siamo bravi, in Italia e anche in Valle d'Aosta, a dividerci su questi problemi, che forse invece andrebbero affrontati con un po' più di pragmatismo e di chiarezza fondata su motivazioni scientifiche, più scientifiche che emotive. La Commissione salute delle Regioni, a quanto noi abbiamo appreso, dovrà o ha affrontato il problema dell'obbligatorietà...ha rimandato...sì, allora il fatto che il problema sia stato rimandato conferma quanto ho appena detto.
Sull'obbligatorietà noi abbiamo dei dubbi. Riteniamo che una giusta e corretta informazione riguardo ai benefici delle vaccinazioni sia da portare avanti senza andare a demonizzare quei genitori che scelgono di non far vaccinare i figli, anche se bisogna rappresentare loro quali sono le conseguenze di questa loro scelta, che non coinvolgono soltanto i loro figli, ma coinvolgono la comunità, perché il fatto di aumentare i bambini non vaccinati fa sì che certe malattie poi possano nuovamente proliferare. Sono persone che sicuramente fanno queste scelte in buona fede pensando di tutelare la salute dei loro figli e sono posizioni legittime, su cui però io credo che l'Amministrazione pubblica, e quindi i medici di medicina generale, i pediatri che fanno capo al servizio pubblico debbano svolgere un ruolo...non di persuasione, ma quanto meno di chiarezza. Noi riteniamo quindi che le azioni in questo senso vadano fatte. È interessante il fatto che promuoviate un convegno proprio su questo argomento, perché i dati che ha citato il collega Fabbri rispetto alla nostra Regione sono dati preoccupanti, in effetti. Io addirittura avevo dei dati ancora più negativi: la nostra Regione non si discosta molto dal 90 percento di copertura vaccinale per le vaccinazioni che sono obbligatorie; quindi sicuramente va fatta un'opera di informazione e, tra l'altro, nella bozza di Piano socio-sanitario che ci è stata inviata questa politica di sensibilizzazione e di chiarezza è compresa. Noi pensiamo pertanto che sia corretto proseguire in quest'azione. Grazie.
Presidente - Punto 12 all'ordine del giorno.