Oggetto del Consiglio n. 36 del 28 gennaio 1981 - Resoconto
OGGETTO N. 36/81 - SITUAZIONE DI CRISI DELLE AZIENDE DELLA BASSA VALLE, CON RIFERIMENTO ALLA SOCIETÀ DOLFRA DI ARNAD. (Interpellanza) - CRISI DELLO STABILIMENTO DOLFRA DI ARNAD. (Interrogazione)
Presidente - Do lettura del testo dell'interpellanza, presentata dai Consiglieri Cout, Mafrica, Carral e Bajocco cui è abbinata l'interrogazione del Consigliere De Grandis di cui al punto 7 dell'ordine del giorno.
INTERPELLANZA
VISTA la sempre più preoccupante situazione occupazionale della Valle d'Aosta, in modo particolare della bassa Valle;
CONSIDERATO che verso la metà di aprile scade la cassa integrazione per i 75 dipendenti ex IMVA e che, se non si troverà una opportuna soluzione, essi verranno definitivamente licenziati;
TENUTO PRESENTE che è quindi necessario pensare a creare nuovi posti di lavoro nella zona della Bassa Valle e che il Presidente della Giunta aveva a suo tempo fatto presenti le difficoltà per una soluzione per i dipendenti ex IMVA che deve coinvolgere anche altre aziende (ed ha portato ad esempio la situazione della DOLFRA, azienda di cui tutti conoscono le difficoltà attuali, ma che potrebbe garantire, nel caso venisse rilevata da un'altra azienda interessata, diversi posti di lavoro);
CONSIDERATE però le difficoltà attuali della DOLFRA e quindi il permanere di una situazione di incertezza per gli stessi dipendenti;
VALUTANDO necessario andare a risolvere al più presto tale questione;
I sottoscritti Consiglieri regionali
INTERPELLANO
l'Assessore all'Industria, Commercio e Artigianato per conoscere:
- la situazione della Società DOLFRA di Arnad, anche in riferimento alla cassa integrazione per i dipendenti;
- quali sono le aziende interessate a rilevare l'azienda e quali garanzie di serietà possono dare per una soluzione della sempre più grave situazione occupazionale della zona, con particolare riferimento ai dipendenti ex IMVA ancora in cassa integrazione;
- se vi sono nella zona altre aziende interessate a creare nuovi posti di lavoro (ingrandendosi o ex novo).
Presidente - Do lettura dell'interrogazione presenta dal Consigliere De Grandis:
INTERROGAZIONE
CONSTATATO il grave disagio dei lavoratori della DOLFRA di Arnad messa in cassa integrazione in conseguenza delle difficoltà economiche dell'azienda;
TENUTO CONTO di alcune voci insistenti secondo le quali da parte di importanti aziende italiane del settore alimentare (quali la "Feletti" e la "Colussi Perugina") si sarebbero offerte di aprire loro stabilimenti ad Arnad, offerte non tenute in considerazione dall'Amministrazione regionale;
INTERROGA
l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti per conoscere:
1) quali sono le reali capacità tecniche e finanziarie della DOLFRA di superare l'attuale fase di crisi;
2) quali aziende si sono offerte di subentrare alla DOLFRA o di aprire loro stabilimenti e di quale tenore sono state tali proposte.
Presidente - Dopo la risposta dell'interpellato avranno la parola gli interpellanti e l'interrogante, Consigliere De Grandis.
Chi illustra l'interpellanza? Il Consigliere Cout, ne ha facoltà.
Cout (PCI) - Molto brevemente, per chiedere qualche cosa di un po' più preciso, visto che la situazione si sta evolvendo.
Il Presidente della Giunta ci diceva nell'ultima adunanza del Consiglio, per quanto concerne la questione degli ex dipendenti IMVA, i quali a metà aprile dovrebbero essere licenziati se non si troverà una soluzione, che sarebbero interessate alla questione alcune aziende, tra cui la DOLFRA di Arnad.
Questa è una cosa che ci preoccupa abbastanza, anche se dalle ultime notizie che abbiamo avuto sembra che effettivamente ci sia un'azienda del milanese interessata a rilevare la Dolfra di Arnad (è una fabbrica che dovrebbe produrre dei semilavorati per pasticceria). Sembra però, da incontri avuti o da lettere che questa società ha già fatto avere, che si dovrebbe arrivare ad una soluzione di questo tipo: 17 persone che adesso sono in cassa integrazione potrebbero trovare impiego abbastanza presto, con un mutuo di 350 milioni a tasso agevolato per la nuova società; dopo sei mesi altre diciassette persone con un altro mutuo a tasso agevolato per 250 milioni; dopo un anno altre sei persone con un mutuo a tasso agevolato per 100 milioni. Allora, la prima domanda che ci si può porre è se questo mutuo risolverà definitivamente la questione dei finanziamenti da parte della Regione per questa nuova azienda o se anche per questa si dovrà andare a una ristrutturazione tipo quella che c'è stata per la DOLFRA, che a quel momento è costata 450 milioni per i locali da adattare.
Quello che ci preoccupa maggiormente, però, è la situazione occupazionale, che comunque rimarrà grave nella zona. Vorrei solo ricordare un dato: ci sono da mesi, ad Issogne, prime in graduatoria, due vedove - tanto per fare un esempio - che hanno una tre figli e una due figli; queste due persone da mesi aspettano un lavoro nella zona e non sono ancora riuscite ad averlo.
È vero che potrebbero trovare lavori negli alberghi o andare da altre parti, però, secondo il nostro parere, la soluzione occupazionale per quanto possibile deve essere ricercata nella zona. Forse, a suo tempo non abbiamo meditato abbastanza su quella che poteva essere l'ubicazione della fabbrica dei bastoncini. È necessario in questo momento trovare nuove aziende che potrebbero impiantarsi ex novo nella zona. Perché dico questo? Perché, anche se si dovesse risolvere il problema della DOLFRA in base alla trattativa che è in corso, e quindi l'azienda potesse assorbire in un anno, sempre che in un anno si risolva la situazione, 40 posti di lavoro; ci saranno però 75 licenziati da aprile in poi.
Era aperto il discorso della ICS: a che punto è questo discorso? Ecco, questa è una serie di preoccupazioni che vanno aumentando man mano che si va avanti nel tempo.
Tornando alla DOLFRA, penso che questa azienda debba fallire per poter essere rilevata; quindi anche in relazione a questo fatto occorre appurare qual è la situazione attuale e, come si possa pensare di risolverla in pochi mesi. Tra la procedura di fallimento e tutta una serie di altre questioni, penso che la soluzione sia abbastanza lontana. Occorre considerare che anche gli operai della DOLFRA hanno i loro problemi per la cassa integrazione. Questa azienda si era assunta l'impegno di anticipare i fondi per il pagamento della cassa integrazione, e poiché questo non è stato fatto si dovrà aspettare, per avere i soldi, il compimento dell'intero iter burocratico.
Direi pertanto che la situazione non è così semplice e richiede, secondo il nostro parere, un impegno maggiore da parte della Regione.
Presidente - Risponde il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.
Andrione (UV) - Come al solito devo ringraziare il Consigliere Cout per aver dichiarato che sarebbe stato breve, perché se avesse dichiarato che sarebbe stato lungo, probabilmente avremmo chiuso domani il Consiglio invece di oggi. Ma, a parte questo, vorrei precisare alcune cose.
Io avevo semplicemente fatto una panoramica generale, dicendo che sono in corso da diverso tempo delle trattative; evidentemente non ho dichiarato, e non intendo dichiarare che risolverò il problema di tutti i disoccupati - in quel caso probabilmente avrei una dichiarazione di santificazione quasi immediata. La situazione non è così facile da permettere la creazione di posti di lavoro ad libitum, anzi se - questo intendo dirlo molto chiaramente - se la crisi siderurgica mondiale continuerà con questo ritmo avremo da affrontare problemi certamente molto più grossi e drammatici di questi.
Mi avvalgo della facoltà di cui all'art. 21, perché non ho nessuna intenzione di chiedere la seduta segreta. La questione della DOLFRA è nata e si trascina per via di un certo Sig. Fragola, che deve avere una strana malattia, perché è un cuor contento che, malgrado avvertimenti vari, ha perso già più di mezzo miliardo e continua a correre dei rischi. Infatti, malgrado fin da dicembre il Consiglio di Amministrazione gli avesse dato specifico mandato di presentare i documenti per il fallimento al giudice, alla data di ieri non l'aveva ancora fatto. È sempre contento lui, felice, qui minimo minimo si parla di bancarotta!
Ora, io non ho provveduto, a dir la verità, a denunciare il Sig. Fragola, perché sono uno di quelli che non credono che la galera sia la terapia per le malattie mentali, ma prima o poi dovremo per forza farlo, perché per quanto riguarda la DOLFRA specificatamente, non una, ma tre sono già le domande di riprendere la produzione: quella che ha illustrato Cout e che viene da lontano, che ha degli aspetti positivi, e altre, più recenti, che stiamo esaminando. Però la nuova conduzione dovrà cominciare esattamente come si è fatto per l'ex IMVA, vale a dire con l'autorizzazione del giudice fallimentare a entrare, perdurante il fallimento, nello stabilimento e continuare l'attività così com'era prima, o apportare nuovo macchinario e iniziare un'attività differente. Perché? Perché, come ho spiegato a certi industriali che invece fremevano e volevano entrare subito, c'è il gravissimo rischio per chi dovesse continuare quell'attività di vedersi accollare tutti i debiti del Sig. Fragola, il quale oltre i 500 milioni che ci ha già rimesso ha lasciato in giro tali e tante cose che credo sia molto meglio dare il tempo al Tribunale di fare questa operazione.
Non appena, quindi, sarà dichiarato - e questo potrebbe avvenire nel giro di pochi giorni - lo stato fallimentare, mi recherò dal Giudice Pessina, che normalmente è delegato al fallimento, faremo, come Giunta regionale prima e in seguito come Consiglio, un esame delle varie domande e delle varie proposte, e in questo modo la situazione si sbloccherà.
Evidentemente, lo ripeto ancora una volta, questo non risolve il problema di tutta la disoccupazione della Bassa Valle; non risolve il problema, che è grave, delle vedove di cui parlava Cout per Issogne. Cout ha ragione in parte in parte. Non conosco i caso specifico, ma dobbiamo ricordare che purtroppo al giorno d'oggi capita di frequente - e posso dare a tutti i Consiglieri fotocopia di mazzi di lettere alti così - che quando si sono trovati dei posti di lavoro, questi vengono rifiutati, perché si è disposti a fare soltanto il bidello o l'usciere della Regione.
Presidente - Fra gli interpellanti c'è qualcuno che intende replicare? Nessuno.
Ha facoltà di parlare l'interrogante, Consigliere De Grandis.
De Grandis (PRI) - Volevo soltanto rivolgere una raccomandazione alla Giunta e al Presidente affinché della questione ci si continui ad interessare con particolare attenzione. Perché è ben vero che queste industrie non risolvono i problemi dell'occupazione della Bassa Valle, però è anche estremamente importante evitare che questi fenomeni di disoccupazione si possono aggravare.
Volevo quindi raccomandare che il Consiglio sia tenuto costantemente aggiornato sull'evolversi della situazione di queste aziende.