Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 34 del 28 gennaio 1981 - Resoconto

OGGETTO N. 34/81 - CESSIONE DA PARTE DELL'ILSSA-VIOLA, AD UNA SOCIETÀ IMMOBILIARE, DELLE CASE OPERAIE SITE IN PONT-SAINT-MARTIN. (Interpellanza)

Presidente - Do lettura del testo dell'interpellanza presentata dai Consiglieri Tonino e Cout.

INTERPELLANZA

La recente decisione dell'ILSSA-VIOLA di vendere ad una società immobiliare le case-operaie di Viale Stazione di Pont-Saint-Martin rischia di vanificare tutta un'azione, sostenuta dall'amministrazione comunale di Pont-Saint-Martin, tesa al trasferimento di quel patrimonio edilizio agli attuali inquilini.

Infatti tutte le famiglie di lavoratori che abitano le case ILSSA, dopo essersi costituiti in cooperativa, hanno richiesto ed ottenuto l'impegno regionale per un mutuo finalizzato all'acquisto e alla ristrutturazione degli alloggi, ai sensi della legge n. 25/1980.

Tutto ciò premesso i sottoscritti Consiglieri regionali

INTERPELLANO

la Giunta regionale per conoscere:

1) se è a conoscenza dei motivi che hanno indotto l'ILSSA-VIOLA a cedere i fabbricati di Viale Stazione all'Immobiliare "Baltea" anziché agli attuali inquilini;

2) quale azione intende svolgere affinchè gli alloggi siano definitivamente ceduti alle famiglie interessate ad un prezzo equo, sventando qualsiasi manovra di carattere speculativo.

Presidente - Chi illustra l'interpellanza? La parola al Consigliere Tonino per l'illustrazione dell'interpellanza.

Tonino (PCI) - Noi abbiamo presentato questa interpellanza perché ci troviamo di fronte ad un problema che è, a nostro avviso, di notevole gravità. La decisione dell'ILSSA-VIOLA di Pont-Saint-Martin di vendere ad una immobiliare le case operaie di Via resistenza senza sentire né preavvisare assolutamente né il Comune né, a quanto ci risulta, fino ad oggi, la Regione, e nemmeno gli stessi inquilini, deriva da un atteggiamento che secondo noi è estremamente grave. Ed è un atteggiamento, purtroppo, tipico di quell'azienda di vecchio stampo padronale, per cui molto spesso la Direzione si rifiuta anche di avere un confronto con le Organizzazioni sindacali (vedi la vicenda della ristrutturazione della produzione).

Nel passato, e i Consiglieri più anziani di me se lo ricorderanno, il Consiglio regionale si era preso degli impegni con una delibera del 3 gennaio 1978 e all'unanimità aveva conferito mandato al Presidente della Giunta di seguire attivamente la questione per avviare eventualmente l'acquisto.

Il problema è stato anche seguito con cura dal Comune di Pont-Saint-Martin, e la Direzione ILSSA si era dichiarata disponibile a cedere gli immobili agli attuali inquilini, i quali - è necessario fare un po' di storia - si sono costituiti in cooperativa, hanno richiesto alla Regione, in virtù dell'art. 9 della legge 25, un mutuo limitato che servisse per l'acquisto, e nella graduatoria ufficiale sono in testa. E qui va segnalato - e lo dico perché su questo anche l'azienda ha fatto degli equivoci - che solo per 39 su 52 alloggi (in realtà su 49 famiglie) è stato richiesto il mutuo alla Regione, perché le altre famiglie avevano dichiarato, ed hanno ribadito, di avere la disponibilità necessaria per acquistare senza ricorrere al mutuo. Per cui c'è una unanimità di intenti di tutti gli inquilini.

In questa prima contrattazione si parlava di una cifra di cessione che andava dai 10 ai 12 milioni; era in corso, in sostanza, una trattativa, però una trattativa molto concreta.

Poi si è verificata questa scelta, improvvisa, unilaterale - unilaterale col punto interrogativo, perché una delle cose che vogliamo chiedere alla Giunta è se è vero che la Giunta era stata preavvisata di questa intenzione - della vendita ad una immobiliare.

L'ILSSA-VIOLA ha comunicato agli inquilini con una lettera scarna, di quattro righe, che aveva ceduto la proprietà ad una immobiliare denominata "BALTEA" S.r.l. con sede in Torino. Di questa immobiliare, per quello che abbiamo potuto ricercare noi, non ci sono tracce; in Via Lamarmora n. 9 c'è un appartamento, ma non ci è alcuna sede di immobiliare.

In una seconda lettera, un amministratore di immobili che si presenta a nome di un'altra società, qui chiamata "DORA" S.r.l. - perciò non più "BALTEA" - chiede che siano pagati alla "DORA" i canoni di affitto. Ci sembra pertanto che ci sia anche la necessità di saperne di più su questa immobiliare.

Anche la cifra sembra non sia un grosso affare per l'ILSSA-VIOLA; si parla di una vendita complessiva per circe un miliardo fra le case di Pont-Saint-Martin e quelle di Ivrea. Ora, le case di Ivrea potrebbero essere valutate sui 300 milioni circa, ne deriva che dalle case di Pont-Saint-Martin l'ILSSA-VIOLA può aver ricavato 600-700 milioni, il che non è molto di più di quanto poteva ricavare dalla vendita agli inquilini, che avrebbe fruttato - 52 alloggi per dodici milioni - 624 milioni. Non so se ha allettato l'ILSSA-VIOLA il fatto che l'immobiliare avrebbe versato un anticipo di 400 milioni.

Questa società immobiliare ha già fatto al Comune di Pont-Saint-Martin una richiesta che è chiaramente speculativa: si è detta disponibile a vendere a 6 milioni per vano. Se a questa cifra sommiamo l'IVA e le tasse, solo dagli immobili di Pont-Saint-Martin la società verrebbe a ricavare un miliardo e duecento milioni come minimo, perciò siamo effettivamente in presenza di una manovra speculativa. Che è una beffa, fra l'altro, per gli inquilini che hanno speso parecchi milioni per opere di miglioria interna agli alloggi, fiduciosi di poter arrivare presto all'acquisto, e si sono anche autotassati per dare maggiore dignità al quartiere con un minimo di ristrutturazione esterna, facendo eseguire delle opere di miglioria che chiunque può verificare essere state recentemente fatte.

Ci sono alcuni interrogativi rispetto ai quali dobbiamo cercare di dare delle risposte: quali sono i motivi che hanno indotto l'ILSSA-VIOLA ad una scelta così grave? Qui effettivamente è necessario che la Giunta, per i rapporti che ha con l'ILSSA-VIOLA, cerchi di saperne di più, e noi vediamo di chiederlo.

Altro interrogativo: la stessa azienda ha ottenuto un mutuo agevolato dell'1,50% dalla CECA per la ristrutturazione del quartiere per un importo che sembra sia di 60-70 milioni; può adesso vendere, avendo ottenuto quel tipo di intervento dalla CECA? E su questo intervento della CECA c'è stato un parere preventivo della Regione?

Un altro interrogativo, al quale accennavo prima, è quello di avere notizie più precise su questa immobiliare, per eventualmente smascherare manovre speculative di bassa lega.

Secondo noi in questa situazione ci sono dei punti fermi: il primo è che questo è un patrimonio pubblico, deve essere un patrimonio pubblico; sarebbe effettivamente il primo quartiere operaio in Italia che viene svenduto ad una società speculativa, ed è un problema importante per quella zona. Questo non è un discorso campanilistico, si tratta di un problema effettivamente importante per Pont-Saint-Martin. Cinquantadue famiglie se vengono fatte sloggiare da dove abitano creano un problema per il Comune; se vogliamo fare un paragone - noi discutiamo molto spesso del quartiere Cogne di Aosta - dobbiamo renderci conto che per quel Comune questo problema ha la stessa dimensione che ha il problema del quartiere Cogne per la città di Aosta.

Secondo: bisogna assolutamente - questo è un altro punto fermo secondo noi - mettere in atto iniziative per bloccare qualsiasi manovra speculativa. E so che il Comune di Pont-Saint-Martin sta pensando anche a strumenti urbanistici, in modo da bloccare ogni speculazione.

Terzo punto, che in questa fase crediamo sia ancora importante, ed ho concluso, è che ci sia nei confronti dell'ILSSA-VIOLA ancora un'azione della Giunta, e in particolare del Presidente della Giunta. Oggi bisogna, secondo la nostra opinione, lavorare anche nei confronti dell'ILSSA-VIOLA, vista l'immobiliare fantasma, affinchè si riesca ancora a recuperare la situazione, vendendo questo patrimonio a un prezzo equo agli inquilini.

Io credo che margini di manovra di questo tipo ci siano ancora; un tentativo in tal senso bisogna farlo, e per questo chiediamo che ci sia anche un impegno della Giunta regionale facendo pesare all'ILSSA-VIOLA che il Consiglio e la Giunta, molto spesso discutono di problemi che la riguardano; mi viene in mente il beneficio che l'azienda avrà con l'arrivo del metanodotto, e questo è un impegno che tutto il Consiglio si è preso. Non si risponde a un atteggiamento come quello che hanno la Giunta e il consiglio con decisioni unilaterali di quella natura. Quest'ultima azione è il punto importante, per il quale chiediamo al Presidente della Giunta che cosa si può fare.

Presidente - Risponde il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.

Andrione (UV) - Effettivamente la storia è lunga, ed è grave.

Sono stato informato di quanto era avvenuto da una lettera, sottoscritta da numerosi inquilini, che citavano il fatto di avere un'ottima posizione per ottenere il mutuo regionale per l'acquisto dell'alloggio, e di essersi trovati di colpo nella situazione di non poterlo più acquistare, in quanto venduto ad altro acquirente.

Immediatamente ho convocato l'ILSSA-VIOLA e risulterebbe che la vendita è stata effettuata e che le cifre sarebbero abbastanza differenti da quelle date dal Consigliere Tonino. Comunque, sia chiaro che prendo l'impegno e di riconvocare e di ridiscutere i vari punti, in caso chiamando anche il Comune di Pont-Saint-Martin, per poter avere le maggiori precisazioni possibili sulla società - che probabilmente è la società "DORA BALTEA" da come ha raccontato le cose il Consigliere Tonino - e tutti i dati in proposito.

In realtà la questione è iniziata nel '73, perché fin da allora l'ILSSA-VIOLA aveva deciso di disfarsi di queste case, e le aveva poste in vendita, su una perizia del Presidente dell'Ordine dei Geometri di Aosta che le valutava 300 milioni in blocco, offrendo gli alloggi agli occupanti per cinque milioni.

La proposta è stata respinta perché ritenuta troppo esosa; vi è stata da parte del Consigliere Tonino - ma è un'omonimia, perché era Aldo Tonino - un'interpellanza e c'eravamo messi d'accordo di seguire questo problema, cosa che poi abbiamo ribadito nel '78.

Fin da allora la Presidenza della Giunta aveva chiesto di avere delle perizie e dei dati precisi in materia. Già nel '76 il prezzo, rispetto al '73, era più che raddoppiato, e la Regione non ha ritenuto utile acquistare in proprio un così ingente patrimonio, tanto più che c'era questa possibilità di trattativa per addivenire ad una vendita.

L'ILSSA effettivamente ha avuto un mutuo di 120 milioni da parte della CEE per ristrutturazioni che dovrebbero essere avvenute tra la fine del '76 e il '77; 120 milioni di mutuo che sono stati dati in base a quel famoso piano della siderurgia europea di allora, sul quale la Regione non ha avuto modo di dare un'opinione specifica se doveva esserci. Evidentemente adesso, se questa vendita è fatta, definita e chiusa, l'ILSSA o continua a restituire il mutuo con quelle garanzie di allora, o restituisce, anticipata, l'intera somma di 120 milioni.

A me risulterebbe che la vendita è stata fatta per un miliardo e 200 milioni circa e che l'anticipo sia stato di 500 milioni.

L'unica cosa importante - perché è vero che sotto un profilo sociale, in questo do perfettamente ragione a Tonino, quel quartiere è un patrimonio pubblico, ma sotto il profilo delle ipoteche quello è un patrimonio privato - è che non c'è possibilità di intervenire, come Ente pubblico, a calmierare i prezzi di un mercato di questo genere. È evidente infatti che a questo punto dovremmo farlo per tutti, cosicché chiunque intendesse acquistare un appartamento e trovasse il prezzo esoso verrebbe alla Regione a chiedere l'integrazione.

La cosa che avevamo stabilito nel '78, o '77 addirittura, all'inizio era che - e l'ILSSA mi garantisce che questa clausola vi è, però anche per questo bisognerà vedere effettivamente l'atto - qualunque cosa avvenisse fossero inseriti nel contratto la riserva e il diritto di prelazione all'inquilino. Quindi, riserva e diritto di prelazione.

Mi è stato assicurato che il contratto contiene questa clausola e di conseguenza su questa base si può vedere - io sono d'accordo - di trattare. Evidentemente il prezzo di questi alloggi deve essere inferiore al costo degli alloggi cooperativi che vengono costruiti oggi, perché sono quelli che sono ed è evidente che sono più brutti; e se si trova qualcuno che li compra a prezzo maggiorato, le nostre possibilità di calmierare il mercato sono estremamente limitate. L'unica strada è quella che è già stata indicata dal Consigliere interpellante, cioè quella di seguire la questione in modo che non siano possibili speculazioni.

Ora, mi sembrerebbe enorme - ma su questo vorrei avere maggiori informazioni, magari anche privatamente, dal Consigliere Tonino - mi sembrerebbe enorme che, appena acquistati, l'immobiliare rimettesse in vendita questi appartamenti ad un prezzo maggiorato; se ho capito bene questa dovrebbe essere l'operazione. Mi sembrerebbe enorme, perché con la clausola del diritto di prelazione questa manovra potrebbe essere sventata; inoltre, se questi alloggi non valgono questo prezzo, come è possibile che sul mercato si trovino persone disposte ad acquistarli a prezzi ancora maggiori? Qui effettivamente c'è qualcosa che bisogna chiarire. Quindi io pregherei il Consigliere Tonino, dopo la riunione, di fermarsi un attimo in modo che possiamo parlarne; vediamo di concordare un'azione comune fra Giunta e Consiglio regionale, in modo da andare a fondo di questa vicenda.

Presidente - Risponde il Consigliere Tonino, ne ha facoltà.

Tonino (PCI) - Prima di tutto vorrei ribadire l'estrema gravità dell'atteggiamento dell'azienda. Il Presidente della Giunta ci ha confermato che, malgrado dal '73 ci siano stati dei pour parler della Regione e del Comune e ci siano rapporti con questa azienda per altre questioni, anche importanti, l'azienda ha deciso di vendere senza preavvisare. Credo sia una decisione totalmente negativa, che dobbiamo tener presente che nel futuro.

Sulle cose da fare e sulle cose dette dal Presidente della Giunta non ho molto da aggiungere; su una questione sono completamente d'accordo: è necessario fare subito questa azione nei confronti dell'azienda, coinvolgendo il Comune e, se possibile, una delegazione degli inquilini, affinchè si esplori fino in fondo la possibilità di arrivare a far sì che quella clausola della prelazione a favore degli inquilini sia rispettata, però ad un prezzo equo.

Mi preoccupa molto invece il discorso che non possiamo fare niente per calmierare il prezzo; è vero, non abbiamo nessuno strumento legislativo per fare questo tipo di operazione. Però quello che mi interessa oggi è mettere in campo sul piano politico tutto il possibile, perché si venda al prezzo giusto: questa è l'azione calmieratrice che possiamo fare oggi, che non è prevista dalle leggi, ma che è prevista in quello che è un rapporto giusto che ci deve essere nei confronti di un'azienda che si è comportata in quel modo. E io sono dell'avviso che, come si è fatto in altre zone, di fronte a tentativi di questo tipo debbano essere usati tutti gli strumenti possibili affinchè siano sventate le manovre speculative.

Nel caso fosse vera l'ipotesi preannunciata da alcuni rappresentanti di questa immobiliare al Sindaco di Pont-Saint-Martin, cioè vendere minimo a 6 milioni a vano, non escluderei neanche l'applicazione sull'intero quartiere del piano di zona della legge 167 e che si arrivi ad un esproprio. La mia opinione è che deve essere bloccata, anche se magari ci costa di più, qualsiasi manovra di carattere speculativo.

Teniamo conto di una cosa: quella cifra di cui si parlava nella trattativa, i 10 e i 12 milioni, è effettivamente forse più bassa del prezzo di mercato; però tiene conto delle opere di miglioria che molti hanno fatto all'interno del quartiere, tiene conto del fatto che questa azienda si era presa ripetutamente l'impegno di cedere gli appartamenti agli inquilini.

Comunque, detto questo, io credo che il fatto più importante sia oggi quello di vedere se ci sono le possibilità e le condizioni affinchè si arrivi ancora a una vendita controllata, chiamiamola così, e rispetto a questo - ripeto la mia convinzione - bisogna mettere sul piatto tutto il peso politico della Giunta regionale, del suo Presidente, della volontà, che credo sia unanime, di questo Consiglio.