Oggetto del Consiglio n. 1470 del 7 ottobre 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1470/XIV - Interpellanza: "Rinnovo della moratoria in merito al rilascio di nuove concessioni per l'utilizzazione delle acque a fini idroelettrici".
Presidente - Punto 22 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione ha chiesto la parola il Consigliere Ferrero, ne ha la facoltà.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Torniamo a parlare della questione delle centraline idroelettriche non per essere noiosi, ma perché fortunatamente anche oggi ci è stata data notizia che è arrivata una petizione di cittadini valdostani, della vallata del Gran San Bernardo, che si sono chiesti il perché della realizzazione di un impianto in una località particolare. Questo è un elemento nuovo e, secondo me, molto importante, perché finalmente i valdostani si rendono conto che fino adesso l'acqua è stata gestita in maniera iperclientelare, a favore di alcune famiglie ben conosciute e ben precise, o di alcune imprese che si sono ingrassate nel corso degli anni con milioni di euro. I valdostani si chiedono, a questo punto, se il Governo regionale, soprattutto in relazione alle difficoltà che ha la Regione nel reperire i fondi, è intenzionato a un'inversione di tendenza, se si vuole fare qualcosa di diverso o se, viceversa, si vuole continuare nella direzione che è stata seguita finora, cioè sostanzialmente farsi rapinare l'acqua da pochi noti e conosciuti. Vorremmo saperlo, anche perché l'Assessore, era la primavera, qui in quest'aula aveva dato garanzia che la deliberazione con la quale sostanzialmente si era dato uno stop alla realizzazione di nuove centraline, sarebbe stata rinnovata; scadeva intorno al mese di giugno. Ormai siamo ad ottobre, non è successo nulla e a questo punto, al di là della buonafede o della malafede, chi chiediamo: ma che valore hanno le dichiarazioni che vengono rese in Consiglio, prima cosa.
La seconda cosa è una questione molto concreta. Dal momento in cui è scaduta la delibera che di fatto precludeva la possibilità di ottenere nuove concessioni ai privati, qualcuno si è fatto avanti? Ha portato delle domande? Quindi, chiediamo quante domande eventualmente sono arrivate.
Soprattutto - siamo un po' confusi; forse mi sarò perso un pezzo - vorremmo capire se questa delibera verrà rinnovata o no, perché questo sarà il segnale effettivo, da parte della Giunta regionale. Vogliamo continuare come in passato? Allora ci sarà sempre Luigi Berger, ci sarà sempre Giulio Grosjacques, ci saranno sempre i fratelli Ronc e gli altri della banda di amici che ottengono le concessioni. Oppure dell'acqua vogliamo fare un uso diverso e questa sarebbe una proposta che potrebbe portare alle casse dei Comuni, ma anche alla Regione del denaro. Vogliamo vedere di utilizzare l'acqua in maniera diversa? Vogliamo prevedere un piccolo finanziamento ai Comuni, che magari si gestiscano la maggioranza di società che possono essere anche partecipate dai privati e si tirino dentro dei milioni di euro che possono fare comodo in questo momento? Vogliamo andare anche a fare una revisione dei canoni idrici? Dato che non andiamo a chiedere qualche spicciolo a dei poveretti, ma dei soldi che fino adesso non sono stati dovuti in maniera adeguata, a nostro parere, da chi comunque ha fatto milioni di euro con una risorsa che era pubblica.
Allora la politica: voi siete la maggioranza e potete decidere qualsiasi cosa; almeno fateci capire in che direzione volete andare. Poi noi ci muoveremo di conseguenza. Chiedo semplicemente all'Assessore dei chiarimenti, poi è ovvio che siete liberi di fare qualsiasi cosa, di dire una cosa e dopo di fare il contrario, ma almeno anche sarà chiaro ai valdostani, i quali adesso si organizzano e firmano anche le petizioni, che la volontà è quella di continuare come in passato: l'acqua bene pubblico nelle mani di pochi e soprattutto nelle tasche di pochi.
Presidente - Per la risposta ha chiesto la parola l'Assessore Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (SA) - Grazie Presidente.
Sì, in effetti forse qualche pezzo se l'è perso. Come ho avuto modo di dire nel Consiglio scorso, rispondendo all'interpellanza del Consigliere Bertin, la deliberazione della Giunta regionale 1253 del 2012, quella che aveva disposto la moratoria, stabilisce gli indirizzi per limitare il rilascio delle derivazioni per almeno tre anni. Con la locuzione "almeno tre anni" noi sosteniamo che gli indirizzi dati sono validi per un minimo di tre anni e che, quindi, per poter modificare quell'indirizzo c'è bisogno di una delibera che vada a revocare la stessa. Questa delibera non si è fatta e quindi noi abbiamo mantenuto quegli atteggiamenti legati alla moratoria.
Per rispondere al primo quesito, le domande di subconcessione di derivazione d'acqua ad uso idroelettrico pervenute successivamente alla data del giugno 2015 sono sette e sono state tutte ammesse alla fase istruttoria, proprio perché conformi alla delibera della moratoria, quella del 2012.
Al quesito numero 2, "se sia intenzione dell'Assessore competente rispettare gli orientamenti espressi in Consiglio regionale", ribadisco quanto ho già affermato nella Commissione consiliare di luglio: era già scaduta la moratoria, ma di fatto avevo già affermato che la direzione della Giunta e della maggioranza era proprio di rispettare gli orientamenti che prevedevano la conferma della moratoria stessa. Era un provvedimento più articolato, perché dava il via al PTA e quindi da quel punto di vista avevamo detto che comunque ci sarebbe stata una proposta di deliberazione, che sarà inserita all'ordine del giorno della prossima Giunta, per rinnovare gli indirizzi da fornire agli uffici regionali per l'esame delle domande di derivazione d'acqua ad uso idroelettrico. Grazie.
Presidente - Per la replica ha chiesto la parola il Consigliere Ferrero, ne ha facoltà.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Comunque sette nuove domande sono arrivate e di conseguenza anche la revisione del famoso piano territoriale delle acque, secondo noi, diventa sempre più urgente, perché abbiamo capito che i privati si sono infilati nelle maglie troppo larghe di quella delibera. Sono maglie troppo larghe che permettono al privato di andare poi a sfruttare o a fare proposte, ad esempio ai consorzi irrigui o di bonifica fondiaria che sono titolari di concessioni, con la conseguenza che di fatto aggirano la prescrizione della deliberazione. Ecco perché la sollecitazione va anche nel senso di reperire o di cercare di garantire eventualmente delle risorse a enti come i consorzi di bonifica, ma che possono essere anche gli stessi Comuni che volessero diventare titolari o sfruttare concessioni già in essere ai fini idroelettrici. A quel punto, renderemmo questi soggetti titolari della concessione e dei ricavi che vengono dallo sfruttamento delle acque e, per quanto possibile, faremmo sì che un bene pubblico avesse poi un ritorno, a livello di introiti, a favore della comunità, come succede ad esempio in alcuni municipi del Trentino, dove il Comune ha ridotto alcuni tipi di tariffe, proprio perché con l'acqua turbinata sul suo territorio aveva degli introiti che gli hanno consentito di abbassare il costo di alcuni servizi. Questa sarebbe una possibilità da vagliare, secondo noi, tanto più che anche noi siamo una Regione autonoma e che l'acqua è una risorsa primaria per la nostra regione, quindi noi invitiamo a fare anche questo tipo di valutazione, che è una valutazione non da poco.